Dirigenza mediocre, allenatore mediocre, giocatori o modesti o disinteressati. Ci sono due soli interisti in rosa, Andreolli, che entra al posto di Murillo dopo mesi di panchina, e Santon, fuori per un affaticamento. Gli altri se ne fregano. Il Napoli maramaldeggia e sciupa. Vittoria partenopea mai in discussione. Via Pioli, Ausilio e Zanetti. E Nagatomo. Se Nagatomo è un giocatore di serie A, allora Renzi è uno statista.
Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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domenica 30 aprile 2017
mercoledì 30 novembre 2016
Campioni dimenticati: Giancarlo Pasinato eroe dell'Inter di Bersellini
Il tempo è galantuomo, si dice. Eppure non sempre questi proverbi colgono nel fondo l'essenza delle vicende umane e sportive. Così accade che grandi giocatori, amatissimi dai propri tifosi e temuti da quelli avversari, per una congiura di sfortunate circostanze, si ritrovino, a pochi anni dal ritiro, se non dimenticati, almeno ricacciati in un cono d'ombra, per venirne fuori solo ogni tanto. E' di questi giocatori che vorrei parlare. Cominciando da Giancarlo Pasinato. Visse la parte migliore della carriera con la maglia dell'Inter, dopo avere impressionato con la maglia dell'Ascoli. Ai tempi di Altobelli e Beccalossi, di Bordon e di Oriali e di Bini. Con Bersellini allenatore, conquistò il dodicesimo scudetto dell'Inter, all'esito del campionato 1979/80 e la Coppa Italia del 1982. Quando, per un errore di valutazione della dirigenza, venne, assieme a Canuti e Serena, scambiato con Collovati, finendo al Milan retrocesso, per la seconda volta, in serie B. Tornò l'anno dopo all'Inter e ci rimase sino al 1985, quando la sua storia nerazzurra si concluse dopo 185 presenze e 11 gol. Ma chi era il calciatore Pasinato? Veneto di Cittadella, Pasinato nasce nel 1956. Fisico massiccio, 1,82 m per 80 kg di muscoli, che, a metà degli anni '70, ne fanno un autentico colosso, gioca a centrocampo. Spesso con la maglia numero quattro. Un mediano, ma non soltanto un corridore ed un incontrista. Pasinato possiede una violenta accelerazione, che gli permette di sbarazzarsi degli avversari una volta distesa l'ampia falcata. Ara il campo 20 anni prima che inizi a farlo Zanetti. Con la differenza che, arrivato sul fondo, gioca a destra e spesso sembra un'ala, i suoi cross sono precisi e calibrati, a tutto vantaggio di Altobelli e di Muraro. Lo chiamano carro armato. E così debbono percepirlo gli avversari. Bearzot non lo vede, tetragono nella difesa del suo gruppo, e la mancata ribalta della nazionale svolgerà un ruolo decisivo nella dimenticanza che colpirà Pasinato a fine carriera. Eppure Pasinato è una forza della natura. Le sue cavalcate, divenute proverbiali, sono amatissime dai tifosi nerazzurri. Come questa. Ribalta il fronte da solo, cinquanta, sessanta metri palla al piede, senza che gli avversari riescano a fermarlo, ad atterrarlo. Possanza e velocità, progressione e sapiente conduzione del pallone. Uno degli eroi del coast to coast. Brera lo soprannominò Gondrand, come l'omonima ditta di trasporti. Io provoco così: il miglior Pasinato è stato più forte del miglior Zanetti. Agli scettici segnalo le molte immagini di repertorio, che potrebbero e potranno confermarlo.
giovedì 24 novembre 2016
Pioli vattene: Inter sconfitta 3-2 dall'Hapoel!
Sconfitta indegna contro l'Hapoel. L'Inter perde in rimonta 3-2, mettendo assieme errori difensivi imbarazzanti. E mostrando la pochezza della pretesa leadership di Pioli, inadeguato oltre misura. Parecchi giocatori, si vede, hanno mollato. A cominciare da Miranda. Altri sono improponibili a questi livelli, e l'Hapoel è poca cosa, da D'Ambrosio a Melo fino a Nagatomo. Handanovic non è da Inter, lo scrivo da quattro anni. Poi, Mancini è responsabile di una preparazione scadente. Zanetti ed Ausilio sono responsabili dell'esonero vigliacco di De Boer e dell'ingaggio del timido Pioli. Per questo, chiedevo l'arrivo di Zenga, il solo capace di mettere in riga questi giocatori debosciati. La stagione rischia di prendere una piega disastrosa. Eliminazione dall'Europa League a parte.
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mercoledì 9 dicembre 2015
Recoba maestro del dribbling: grandi prodezze contro Nesta e Thuram, Zanetti e Simeone, Cafu e Vieira, Gattuso e De Rossi. Il giudizio di Veron su Recoba: non fu il migliore al mondo solo perché non volle
Ritiratosi lo scorso giugno, di Recoba capita di leggere e di sentir parlare sempre meno. Per ricordare il talento più puro degli ultimi 20 anni, sebbene non abbia dato il frutto sperato, segnalo una raccolta di dribbling, finte e giocate a sensazione messe in mostra contro i migliori difensori e centrocampisti della sua generazione, da Nesta a Samuel, da Maldini a Bergomi, da Gattuso a Cafu, da Cordoba a Vieira, da Desailly a Demichelis, da Davids a Thuram, da De Rossi a Simeone, da Montero a Zanetti ad Ayala. Tutti saltati, scherzati, disorientati: uno due, accelerazioni, tunnel e sombreri. Fateci caso: Recoba era una mezzala, partiva spesso dalla propria metà campo. Eppure è stato quasi sempre schierato da attaccante e giudicato soltanto dai gol segnati. Un errore. Di Recoba si è detto e scritto tutto ed il contrario di tutto, ma penso che il giudizio più avveduto su di lui l'abbia dato Juan Sebastian Veron: "el Chino no fue el mejor del mundo porque no quiso" (il Chino non fu il miglior al mondo perché non volle"). Dacché i mezzi per esserlo li aveva tutti.
mercoledì 18 marzo 2015
Inter - Wolsfburg: si cerca l'impresa, ricordando le grandi rimonte del passato
Coppa dei Campioni, semifinali, 1965. L'Inter perde 2-0 a Liverpool e ribalta il risultato a San Siro, non ancora intitolato a Giuseppe Meazza, con Corso, autore di una memorabile punizione delle sue, Peirò, che ruba il pallone al portiere avversario, e Facchetti, prototipo del terzino d'attacco, qualcosa di mai visto prima. L'Inter vincerà la coppa contro il Benfica. Coppa Uefa 1990/91, l'Inter perde 2-0 contro l'Aston Villa. Al ritorno rovescia il risultato con Klinsmann, Berti e Bianchi. L'Inter vincerà la coppa contro la Roma. Coppa Uefa 1997/98, l'Inter esce sconfitta 2-0 a Strasburgo. Al ritorno prevale 3-0 con Ronaldo, Zanetti e Simeone. Vincerà la coppa contro la Lazio. In queste ore di vigilia, i ricordi di simili, giustamente epiche rimonte, prova a ridare fiato all'ammosciato tifo nerazzurro. Battere il Wolfsburg, per provare a vincere l'Europa League. Mancini è all'ultima spiaggia. Stiamo a vedere.
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lunedì 31 marzo 2014
Guarin inguaia l'Inter. Pareggio beffa a Livorno, dopo il doppio vantaggio di Hernanes e Palacio
Fase difensiva imbarazzante, come dimostra il gol di Paulinho su angolo di Benassi: movimento verso la palla del brasiliano e difesa intontita che guarda impotente. E dire che il vantaggio era doppio, firmato da Hernanes, ed era ora!, e da Palacio. Poi, Mazzarri decide di ammutinarsi e manda in campo il giocatore più svagato di ogni tempo Guarin, proprio per Hernanes, ed il vecchissimo Saverio Zanetti, per Jonathan. Frittata servita. Perché Zanetti sta fuori posizione, come sempre, e Guarin, che meriterebbe un licenziamento in tronco per scarso rendimento, passeggia con la palla verso la propria porta, non può alleggerire su Zanetti perché il prode Saverio va per farfalle e così passa indietro una palla racchia come nemmeno certe politiche radicali, sulla quale si avventa Emeghara: 2-2. Imbarazzante. Guarin deve andarsene, senza discussioni. Ha fatto peggio di Morfeo ai tempi di Cuper.
giovedì 9 gennaio 2014
Inter fuori dalla Coppa Italia, perde 1-0 a Udine. Stagione disastrosa, Mazzarri in bilico
Le nozze con i fichi secchi non funzionano granché. Nel calcio, da sempre, i soldi servono e all'Inter ne girano pochi. Rosa scadente e risultati conseguenti in campo. Poi, manca pure la competenza e così si scambia Kuzmanovic per un regista di valore. Si eccede nella riconoscenza e Saverio Zanetti viene chiamato a fare in campo una passeggiata che potrebbe farsi a Buenos Aires. E finisce che l'Inter perde 1-0 contro l'Udinese più scarsa degli ultimi anni ed è fuori dalla Coppa Italia, cioè da tutto, perché il campionato è compromesso da un pezzo, come pure la qualificazione in Champions, mentre quella in Europa League si è fatta difficilissima. Mazzarri comincia ad avere le sue colpe, che si aggraveranno se non pretenderà i rinforzi indispensabili a gennaio.
domenica 8 dicembre 2013
L'Inter non sa più vincere: 3-3 con il Parma. Che errore scambiare Cassano con Belfodil. Branca va licenziato
Il genio che in estate ha proposto il passaggio di Cassano al Parma per ingaggiare Belfodil chi è? Ho qualche sospetto, intendiamoci, ed è perfino ovvio, ma insomma, dopo questa sera, con Belfodil che sparacchiava da pochi passi un pallone da rimettere in mezzo, dopo che Cassano aveva deliziato la platea plaudente del Meazza con le solite giocate d'autore, ho ripensato ad una delle mosse di mercato più cervellotiche e strampalate degli ultimi anni. Bella prova di Kovacic, finalmente titolare, affiancato dall'anarchico Guarin e dallo spompato Cambiasso. Pessima esibizione di Saverio Zanetti, che ha sulla coscienza il terzo gol del Parma: gioca da 100 anni e non sa tenere la posizione. Mille volte meglio Nagatomo che gli è subentrato. Per il resto, il problema dell'Inter è una difesa scadente, negli interpreti e negli schemi. Se prendi tre gol, non puoi vincere nel campionato italiano. Per fortuna che davanti Palacio vive la miglior stagione realizzativa della carriera. Bella intesa con Alvarez. L'Inter sale, si fa per dire, al quarto posto solitario, ma Juve e Roma sono lontanissime. Più vicino il Napoli, cui renderà visita domenica prossima.
domenica 1 dicembre 2013
L'Inter stecca alla prima di Thohir, pareggio sofferto contro la Samp di Mihailovic
Non bastava Cambiasso, così Mazzarri schiera pure Saverio Zanetti, che riesce nell'incredibile impresa di far rimpiangere Nagatomo. Non sa uscire di scena l'argentino. E che non ci riesca a 40 anni suonati è difficile da capire e da spiegare. La squadra vive delle sporadiche invenzioni di Alvarez. Da una di queste nasce il vantaggio di Guarin, per il resto sempre anarchico in mezzo al campo. Nella ripresa, l'Inter cede troppo campo alla Sampdoria, già combattiva come il suo nuovo allenatore Mihailovic, fino al gol mancino di Renan, che calcia da una ventina di metri, con tutta la calma del caso, atteso che Cambiasso e Mudingayi ci mettono una vita a chiudere su di lui: tiro angolato che rimbalza prima d'infilare Handanovic. Troppo solo Palacio in avanti, non va meglio con l'ingresso di Belfodil. Ha convinto poco anche il subentrato Kovacic, che mi pare in fase involutiva e credo che dipenda dalla poca fiducia che sente intorno a sé. Dispiace perché è un talento vero il centrocampista croato. Per Tohir, alla prima da presidente al Meazza, un debutto in chiaroscuro.
domenica 10 novembre 2013
L'Inter batte il Livorno nel giorno del ritorno, inutile, di Zanetti
Brutta partita, bassi ritmi, ma vittoria preziosa. Propiziata da una papera di Bardi, che, da ex interista, avverte la pressione della partita, ma poi si riprende e lascia intravedere grandi potenzialità. Per me, è più forte di Handanovic. L'Inter porta a casa i tre punti, spreca poche energie, registra una buona prova di Kovacic, autore dell'assist del raddoppio di Nagatomo, ma anche il ritorno meno necessario della storia, quello di Saverio Zanetti. Celebrato come avesse realizzato chissà quale impresa. A 40 anni, l'argentino non riesce a smettere con il calcio giocato e rimane attaccato alla parte che più gli riesce, quella del difensore di se stesso. Fosse dipeso da me, avrebbe chiuso la carriera con l'Inter nel 1997, dopo la sfuriata seguita alla sostituzione in favore del grande Nicolino Berti, finale di ritorno di Coppa Uefa persa per un rigore ciabattato da Zamorano. Ed invece, nel 2013, sta ancora in campo insieme a "chioma fluente" Cambiasso. Non condivido.
mercoledì 3 aprile 2013
Sampdoria - Inter: 0-2. Doppietta di un grande Palacio
Primo tempo davvero brutto per l'Inter, che subisce per larghi tratti l'ariosa manovra blucerchiata. Gargano, Zanetti e Guarin sprecano palloni in serie. Soltanto Kovacic regala qualche bella accelerazione con dribbling. Sicché il vantaggio di Palacio su cross di Pereira giunge inaspettato ed immeritato. Nella ripresa, vista l'importanza della posta in palio e la paura concreta di un esonero, Stramaccioni opta per un atteggiamento prudente e conservativo. Toglie Cassano. L'Inter si difende e rischia di subire la rete del pareggio. Poi Palacio, dopo un grossolano errore di Guarin alcuni minuti prima, inventa al tramonto dell'incontro un gol splendido, sguscia tra due avversari in contropiede e batte il portiere in uscita: gol n. 22 in stagione per l'argentino, n. 167 in carriera. Tre punti per l'Inter all'esito di una brutta partita. Stramaccioni, per adesso, salva la panchina.
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domenica 10 marzo 2013
Inter sconfitta dal Bologna. Stramaccioni esonerato!
Stramaccioni ormai gioca ad improvvisare. E gli riesce malissimo. Stavolta, contro un Bologna ordinato, schiera inizialmente Benassi, manco a dirlo fuori ruolo, salvo sostituirlo, demoralizzandolo dopo un brutto, ma prevedibilmente brutto primo tempo. Saverio Zanetti, tra i giocatori meno tecnici del campionato un posto lo trova sempre, come lo trova lo svagato Ranocchia, uno che avrebbe bisogno di cinque o sei chili di muscoli. Il resto è il solito pianto, con la mezza eccezione di Stankovic, che almeno gioca di prima e si batte con un qualche vigore. Del gioco, che il "sacchiano" Stramaccioni avrebbe dovuto insegnare alla squadra nemmeno l'ombra. All'inizio della ripresa, entra Cassano per Benassi, poi, entrano anche Kovacic e Cambiasso, ma nel frattempo il Bologna è passato in vantaggio con tiro al volo di Gilardino. Stramaccioni sente un sinistro profumo di esonero e, come sempre in questi casi, si mordicchia il labbro. Tipica posa da condottiero. Ma come osa Gargano calciare una punizione nei pressi dell'area avversaria?! Come siamo ridotti male! Stramaccioni va esonerato. Branca licenziato.
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giovedì 7 marzo 2013
Inter travolta dal Tottenham: 3-0 per gli inglesi. Figuraccia, Stramaccioni esonerato
Figuraccia indegna, scoppola pesantissima, rovescio imbarazzante. L'Inter finisce travolta a Londra, sponda Tottenham, andata degli ottavi di Europa League. Tre a zero per gli inglesi guidati da un Bale incontenibile, che apre le marcature saltando in faccia a "belli capelli", Cambiasso, uno che va a due Km/h da tre anni a questa parte e gioca sempre per ragioni insondabili, come il suo sodale, Saverio Zanetti, piedi di piombo, che sbaglia gli appoggi più elementari, per non dire di Pereira, detto "mamma mia che impressione", di "mastrolindo" Jonathan inutilmente subentrato nella ripresa. Tutti abilmente capitanati dal peggior tecnico della storia nerazzurra dopo Marcello Lippi: il saccente, fastidiosissimo Stramaccioni, detto "brunello". Una serata vergognosa. Stramaccioni va immediatamente esonerato, per manifesta, palese, limpidissima incapacità. Branca va licenziato. Quanto a Moratti, si faccia un esame di coscienza. La squadra che ha allestito è ridicola. O allenta i cordoni della borsa oppure passa la mano.
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domenica 24 febbraio 2013
Inter - Milan 1-1: El Shaarawi e Schelotto
Centrocampo scarso quello dell'Inter, specialmente nei due centrali, Cambiasso, che cammina, e Gargano che ricorda molti amatori del calcetto: piedi a banana. Sicché la mediana del Milan prende il sopravvento, Montolivo dirige il gioco da campione consumato, prediligendo i cambi di campo a sinistra, dove De Sciglio ed El Shaarawi scherzano Guarin, confusionario, e Nagatomo, scarso. El Shaarawi porta in vantaggio il Milan e Balotelli, sopraffatto dalla tensione e questa volta peggiore in campo, spreca parecchie comode occasioni da rete, per quanto ci metta del suo anche il macchinoso Handanovic, oggi più reattivo del solito. Nella ripresa, il giapponese passa a sinistra con Zanetti che va a destra. Entra Schelotto per Cambiasso. E lo stesso Schelotto, che ha piedi di legno, trova di testa il gol del pareggio. Stramaccioni ha giocato male la partita, con l'eccezione dell'idea di Cassano centravanti arretrato. Troppo poco. Finisce in pareggio ma è il Milan ad avere più da recriminare.
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lunedì 18 febbraio 2013
Inter travolta a Firenze. Stramaccioni va esonerato, Zanetti pensionato, Branca licenziato
Sostengo da mesi, quando tutta la stampa specializzata cedeva invece alla tentazione di scambiare la presunzione di Stramaccioni per competenza, che il tecnico romano non è all'altezza della situazione. Giunto senza meriti ad occupare la panchina di una delle più grandi squadre del mondo, Stramaccioni ha con il tempo maturato la convinzione strampalata di averlo meritato e di meritarlo. Eppure da mesi, nemmeno all'osservatore più distratto poteva sfuggire che l'Inter era priva di un'idea anche soltanto abbozzata del gioco, tutto affidato all'estro di Cassano oppure agli strappi di Guarin, digiuno di tattica quanto altri mai, oppure all'efficacia sotto porta di Milito. Oggi, che Stramaccioni vada esonerato è convinzione comune, tardiva, ma comune. La disfatta di ieri a Firenze non richiede un particolare sforzo ermeneutico. L'Inter ha fatto pena. E' stato un errore far giocare Kovacic con attorno uno che cammina Cambiasso, uno che corricchia, Kuzmanovic, ed uno che fa quello che gli pare, Guarin. Errore ancor più grave è stato sostitutire Kovacic nell'intervallo, come se il non gioco della squadra fosse stato colpa sua. Un talento giovane merita ben altra fiducia. Tanto più che si è tenuto in campo, e basta!, Saverio Zanetti, puntato e saltato da tutti: se ne vada in pensione. La fase difensiva è scadente ed ancor più scadente è la difesa nei suoi uomini chiave: Ranocchia è sempre altrove, come Nagatomo. Senza concentrazione, senza un'idea dello spazio e delle distanze non si può giocare in serie A. Vadano a ripassare la lezione di Picchi: immagini di repertorio ci sono eccome. Infine, sia licenziato Branca. Francamente, non debbo meno spiegare perché. L'evidenza parla da sé.
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domenica 10 febbraio 2013
Inter - Chievo: 3-1. Cassano, Ranocchia e Milito rilanciano l'Inter verso il terzo posto
I pareggi della Lazio con il Napoli e del Milan con il Cagliari, restituiscono qualche speranza di terzo posto ai nerazzurri, che ritrovano Milito al centro dell'attacco. Stramaccioni esclude Kovacic, ripesca Cambiasso e si affida alla corsa di Gargano ed all'equilibrio tattico di Kuzmanovic. Tutto il gioco, ma siamo alle solite, passa dai piedi di Cassano, che trova un gol tanto fortunoso quanto importante: settimo centro in campionato per l'asso barese, che poi distilla il suo gioco spavaldo e fantasioso a piene mani. Pareggia Rigoni su dormita della difesa nerazzurra, ma Ranocchia, con perentorio stacco da centro area su angolo di Cassano, riporta in vantaggio l'Inter. Che nella ripresa fissa il punteggio sul 3-1 con Milito, prezioso per i tanti palloni che stoppa, difende e restituisce ai compagni. Il terzo posto è ancora possibile, ma Zanetti viene saltato da chiunque, bisogna mandarlo in panchina. Kovacic, poi, deve giocare.
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domenica 3 febbraio 2013
Siena - Inter 3-1: Stramaccioni esonerato?
Va esonerato, lo scrivo da mesi, merita l'esonero, perché non è all'altezza del compito. Stramaccioni sta conducendo l'Inter alla disfatta. Non ha alcuna idea del gioco. Si affida a giocatori che farebbero panchina ovunque, come Saverio Zanetti, uno che dovrebbe essere in pensione almeno da due anni. Il gioco passa per Cassano, tutti lo sanno, tutti lo riconoscono e Stramaccioni che fa? Lo sostituisce con l'anziano Rocchi, invece di panchinare l'inconcludente ed irritante Guarin, che, come lui, ignora una qualunque idea di gioco, e calcia da tutte le posizioni oppure sfida un nugolo di avversari, cui consegnare infine il pallone. Quella di Siena è stata una partita orribile per l'Inter. Preso il primo gol sull'asse argentino, basta argentini all'Inter, Schelotto - Zanetti, Cassano, sola luce nella notte fonda, trova il pareggio in modo apperentemente casuale Ebbene, nessun filtro a centrocampo, poco dopo Sestu segna ancora per il Siena. con Handanovic, come al solito, immobile e lontano dalla linea di porta. Nella ripresa, fuori Schelotto, deludente, e dentro Kovacic, che, nonostante la timidezza inevitabile del debutto, mostra di saper star in campo, di saper toccare il pallone con naturalezza e di avere scelto una squadra oggi molto scarsa. Predica nel deserto. L'Inter prende pure il terzo gol. Fallo ed espulsione per lo svagatissimo Chivu e rete di Rosina dal dischetto. Poi, soltanto un arrembaggio vano alla porta avversaria. Stramaccioni si mordicchia il labbro inferiore, idee non ce ne sono. L'Inter perde 3-1. Stramaccioni, privo di carisma, va esonerato subito.
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giovedì 31 gennaio 2013
La nuova Inter: Kovacic, Kuzmanovic e Schelotto
Era dall'estate 2009, che l'Inter non operava con tanta abbondanza sul mercato. Allora, arrivarono campioni conosciuti ed affermati, come Eto'o, Sneijder, Milito, Luci oltre a Thiago Motta: Mourinho avrebbe raccolto con il triplete i frutti di una semina tanto copiosa e la partenza di Ibrahiomovic per il Barcellona fu dimenticata nel giro di pochi giorni. Ieri, 30 gennaio 2013, l'Inter ha ingaggiato quattro centrocampisti quattro, a dimostrazione che il centrocampo nerazzurro, formato da troppi giocatori in odore di pensione, aveva bisogno di una rivoluzione. soltanto che i nomi sono meno altisonanti di allora. Kuzmanovic, già alla Fiorentina, arriva dallo Stoccarda, ha buon fisico e discreti piedi, ma non è un campione. Lo stesso dicasi per Schelotto, ala di ruolo, che arriva dall'Atalanta, molta corsa, altrattettanta esuberanza, ma i suoi cross non sono quelli di Figo anni '90. Più interessante è il diciottenne croato, Kovacic. Dalle poche immagini di repertorio che circolano in rete, mi è sembrato di riconoscere in lui un potenziale fuoriclasse, che eccelle almeno in un fondamentale, ultimamente trascurato, il dribbling. Gioca da regista e per questo ruolo, per impararne tempi, modi ed astuzie, occorre tempo. Ma, insomma, la qualità tecnica sembra di primissimo ordine. Tanto più che mi pare capace anche di grandi accelerazioni e non va a terra alla prima spinta. L'Inter punti su di lui, da subito. Forse, questa volta, la scelta è indovinata. Sarebbe ora, peraltro. Sogno, a partire da domenica, un'Inter con Zanetti e Cambiasso a scaldare la panchina.
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mercoledì 23 gennaio 2013
Roma - Inter 2-1: Florenzi, Destro e Palacio
Semifinale di andata della Coppa Italia 2012/13, stadio Olimpico. Finisce 2-1 per la Roma, all'esito di una partita brillante nel primo tempo ed orribile nella ripresa, quando la stanchezza, per gli impegni ravvicinati delle due squadre negli ultimi otto giorni, ha provocato una serie imbarazzante di errori, anche negli appoggi e nei passaggi laterali. Superba prova di Mattia Destro, autore di uno splendido gol di testa in anticipo su Ranocchia, dopo la rete iniziale, sempre di testa, dell'onnipresente Florenzi. La Roma, nella prima mezz'ora, avrebbe potuto prendere il largo, se non fosse mancata, con Totti e Lamela, la dovuta precisione sotto porta. L'Inter ha giocato di rimessa lanciando di continuo il generoso Palacio, che ha finalmente accorciato le distanze su punizione lenta di Cambiasso, per la distrazione dilettantesca dei centrali giallorossi. Del secondo tempo, che è stato poca cosa, s'è detto. Diversi gli ammoniti, che, diffidati, salteranno la gara di ritorno. Peggiore in campo, Saverio Zanetti.
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martedì 15 gennaio 2013
Inter - Bologna 3-2 dopo i supplementari. Inter in semifinale di Coppa Italia
Partita tirata, vibrante, per quanto siano gli errori più della qualità del gioco a recitare da protagonisti. L'Inter sciupa un doppio vantaggio propiziato da due prodezze balistiche, firmate da Guarin, su assist di Cassano, e da Palacio nel secondo tempo. Il Bologna, però, resta sempre in partita, Diamanti salta tutti, specialmente Jonathan e Saverio Zanetti. Gli emiliani accorciano le distanze proprio con Diamanti su punizione e pareggiano con Gabbiadini, lasciato libero di colpire dal giocatore più scarso venuto all'Inter nel dopo Gresko: Jonathan, sempre lui. Inguardabile! La partita si trascina ai supplementari, anche per la pessima direzione arbitrale: il difensore del Bologna Sorensen ha commesso più di venti falli senza subire lo straccio di un cartellino. Potrebbe finire in ogni modo, perché le occasioni ci sono per l'una e l'altra squadra: passa l'Inter con Ranocchia su calcio d'angolo. Inter in semifinale. Ultima notazione: Benassi schierato nel primo tempo ha fatto meglio del subentrato Cambiasso.
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