Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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mercoledì 15 marzo 2023
martedì 21 febbraio 2023
Liverpool-Real Madrid 2-5. Eintracht-Napoli 0-2
Partita pirotecnica ad Anfield Road. Tanto talento, difese altissime e allegrissime. Primo splendido gol di tacco Nuñez, servito da Salah, che poi raddoppia, grazie ad un grossolano errore di Courtois. Qualunque altra squadra dopo un così micidiale uno-due si sarebbe arresa. Non il Real Madrid. Che pareggia con un gran gol di Vinicius, che poi replica su gentile offerta di Alisson. Nella ripresa, gli spagnoli dilagano. Segna Militao e c'è la doppietta di Benzema, con Modric a disegnare arabeschi per il campo.
Vince anche in Champions League il Napoli dominatore della Serie A. L'Eintracht Francoforte non è granché, d'altra parte. La squadra di Spalletti va in vantaggio con Osimhen. Nella ripresa, in superiorità numerica, raddoppia con Di Lorenzo. Azzurri nettamente superiori, tedeschi mai pericolosi. Impressiona il magistero di Lobotka. Intercetta mille palloni e li governa sempre con sapienza.
martedì 26 luglio 2022
Il calcio degli anni '80: Maradona, Zico, Rummenigge, Platini, Falcao, Matthaus, Gullit, Van Basten, Francescoli, Careca...
Gli anni '80 furono anni calcisticamente straordinari e gli ultimi autenticamente liberi dai durissimi condizionamenti dei mercati televesivi, che, dopo, avrebbero preso il sopravvento e mutato la geografia e la storia dell'arte della pelota.
Nel 1980, alla vigilia dei campionati europei che si sarebbero tenuti proprio in Italia, deflagra da noi lo scandalo del calcio scommesse, una vicenda mai abbastanza chiarita, che conosce evitabili eccessi di spettacolarizzazione con tanto di calciatori arrestati in campo alla fine delle partite. Lo sfregio all'immagine del movimento nazionale è profondo. Seguono processi e squalifiche, che coinvolgono anche campioni di fama riconosciuta come Bruno Giordano e Paolo Rossi, che si professerà sempre innocente.
Gli Europei, si diceva. Vince la Germania Ovest, perché c'è anche e ancora la Germania Est il più fedele alleato dell'URSS, Berlino è divisa da un muro che è simbolo e monito della guerra fredda, la cortina di ferro è ancora attualissima.
I tedeschi, dell'Ovest, sono guidati dal formidabile Karl-Heinz Rummenigge, possente ma tecnico ed acrobatico attaccante del Bayern Monaco, dalla progressione irresistibile. Attorno a lui, molti altri campioni, da Breitner a Stielike, da Hrubesch, centravanti colossale che sembra uscito da un'opera di Wagner, fino al giovane, superbo Bernd Schuster, mezzala ambidestra dalla tecnica sudamericana, la corsa poderosa e una sapienza calcistica da veterano. In finale, i tedeschi battono il Belgio. L'Italia ripete invece il quarto posto ottenuto ai mondiali d'Argentina del 1978, non senza rimpianti.
Riaprono, dopo la serrata decisa nel 1966, le frontiere calcistiche. Ogni squadra italiana di Serie A potrà tesserare un calciatore straniero. Uno soltanto, per il momento. All'Inter, arriva il raziocinante regista austriaco Prohaska, alla Juve il mancino irlandese Brady, al Milan nessuno, perché i rossoneri sono retrocessi per via del calcio-scommesse. Ma, sono Napoli e Roma ad accogliere i due campioni migliori. L'asso olandese Krol, va sotto il Vesuvio. Già magnifico terzino sinistro, si reinventa libero di regia. Alla Roma, arriva invece il brasiliano Paulo Roberto Falcao, alto, biondo, elegante egli pure, ha corsa leggera, tiro secco, perentorio stacco di testa, diventa l'anima della squadra, che condurrà, nel 1983, alla conquista del secondo storico scudetto, sotto la guida di Liedohlm, assieme a Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei, Ancelotti, Pruzzo.
Nel 1980, lo scudetto va all'Inter di Bersellini, che abbina la classe di un centravanti moderno ante litteram come Altobelli all'estro scapricciato di Evaristo Beccalossi e con loro Muraro, Oriali, Marini, il libero e capitano Graziano Bini e Bordon, costretto alla panchina in nazionale da Dino Zoff, che ha già 38 anni e sta per vivere un straordinario tramonto di carriera. Nel 1981 e nel 1982, il campionato va invece alla Juve di Trapattoni, che costituirà l'ossatura dell'Italia campione del mondo nel 1982: Zoff, appunto, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli. E non senza polemiche della Roma, che è seconda nel 1981, e della Fiorentina, che è seconda nel 1982.
E il 1982 è l'anno dei Mondiali di Spagna. Una squadra è favorita rispetto a tutte le altre, il Brasile di Tele Santana, che raduna una pattuglia di fuoriclasse straordinari con due soli punti deboli, il portiere e il centravanti, il lungagnone Serginho, che viene preferito a Roberto Dinamite, mentre il giovane Careca è fermato da un infortunio. Il centrocampo di quel Brasile è irripetibile: la regia arretrata di Falcao, la corsa elegante di Cerezo, i tocchi magici del leader della democracia corinthiana, Socrates, virtuoso del colpo di tacco, le progressioni e il mancino atomico di Eder, i dribbling e le rasoiate del numero 10, il Pelè bianco, Zico. Senza dimenticare che il terzino sinistro, Leo Junior ha piedi più che da centrocampista.
Dino Zoff con la Coppa del Mondo 1982 |
Karl Heinze Rummenigge con la maglia dell'Inter |
L'Italia, dopo la sbornia dei festeggiamenti del 1982, complice uno svecchiamento della squadra cui Bearzot non procede per umana riconoscenza verso i suoi campioni, fallisce le qualificazioni a Euro 1984. In Francia, vincono i padroni di casa, trascinati da Michel Platini, capocannoniere con 9 gol e vertice del quadrilatero magico del centrocampo transalpino, formato anche da Fernandez, Tigana e Giresse. Il calcio definito dai medesimi francesi, con qualche concessione alla propria grandeur, calcio champagne. In finale, i francesi battono la Spagna. In quegli Europei, che noi guardiamo da casa, si mette in mostra il talento ancora poco irreggimentato del danese Michael Laudrup e quello del belga Vincenzo Scifo.
A destare grande sensazione è sopratutto la Danimarca di Laudrup, per il gioco spumeggiante dove forza fisica, coraggio e qualità tecnica trovano una sintesi quasi perfetta. Nasce la Danish Dynamite: Morten Olsen, Lerby, Frank Arnesen, l'ala inarrestabile dell'Ajax, l'indomabile attaccante Preben Larsen Elkjaer e Michael Laudrup danno spettacolo. Solo il rigore sbagliato da Elkjaer contro la Spagna, in semifinale, ferma la corsa lanciatissima dei Vichinghi del pallone.
Nel 1986, tornano i Mondiali. Toccherebbe, nella logica dell'alternanza, al Sudamerica. E precisamente alla Colombia. Ma, ai colombiani, alle prese con terribili problemi interni, non riesce di organizzare una competizione così risonante e complessa. E così, dopo appena 16 anni, si torna in Messico, per celebrare l'apoteosi del massimo genio calcistico apparso sulla terra a miracol mostrare: Diego Armando Maradona. Guiderà una squadra modesta, dentro la quale a stento brillano stelle minori come Ruggeri e Burruchaga e Valdano, a un trionfo inaspettato. Cinque gol, tra i quali due, il più beffardo e il più bello di sempre agli inglesi, già nemici in una recente guerra da operetta eppure sentitissima per il possesso delle Malvinas o Falkland, davanti alle coste argentine. Gli inglesi della Tatcher, tre anni prima vincono con le armi, Maradona, a Mexico '86, vendica la storia con il pallone, che pare prolungamento e sublimazione del suo stesso corpo di atleta tarchiato e compatto. Si ripeterà con una favolosa doppietta al Belgio in semifinale, e lanciando Burruchaga verso la rete del vittorioso 3-2 contro la Germania Ovest in finale. Capocannoniere del torneo, Gary Lineker, 6 gol. L'Italia esce agli ottavi contro la Francia di Platini. Bearzot affonda con il suo gruppo storico. Della spedizione azzurra si salvano in pochi, di più Altobelli, quattro gol più un autogol provocato.
In Europa, nelle competizioni per club, dominano inizialmente le squadre inglesi. La Coppa dei Campioni va al Nottingham Forest nel 1980, all'Aston Villa nel 1982, al Liverpool nel 1981 e nel 1984. Nel 1983, vince l'Amburgo, con gol dalla distanza di Magath, negando alla Juve il primo successo in una competizione ancora mai vinta. Il successo per gli uomini del Trap giunge nel 1985, dopo i tragici scontri dell'Heysel di Bruxelles, dove si scatena la violenza cieca degli hooligans del Liverpool: 39 morti e immagini raccapriccianti. La Juve, in un clima surreale, vince 1-0 ma c'è poco da festeggiare. Si tratta del canto del cigno della Juve del Trap, illuminata dall'estro di Platini, tre volte consecutive capocannoniere in Serie A (1983, 1984 e 1985) e vincitore di altrettanti Palloni d'Oro.
Il 10 francese gioca un calcio fantasioso. Salva le caviglie, cedendo il pallone sempre un momento prima di subire il contrasto avversario. Gioca tanto di prima e segna punizioni meravigliose.
Michel Platini con la maglia della Juve |
Maradona con la maglia del Napoli |
Marco Van Basten con la maglia del Milan |
Walter Zenga con la maglia dell'Inter e il trofeo di miglior portiere del mondo |
Il campionato di Serie A resta altamente competitivo. In 10 anni, dal 1980 al 1989, vincono lo scudetto sei squadre diverse: quattro la Juve (1981, 1982, 1984, 1986), due l'Inter (1980, 1989), uno la Roma (1983), uno il Verona (1985), uno il Napoli (1987), uno il Milan (1988).
Nel decennio, si disputano tre edizioni della Coppa America. Le prime due sono vinte dall'Uruguay di Enzo Francescoli. Nel 1983, la Celeste vince davanti al Brasile, nel 1987, davanti al Cile. Nel 1989, vince il Brasile di Romario e Bebeto, superando proprio l'Uruguay.
Per approfondire:
sabato 28 maggio 2022
Liverpool-Real Madrid 0-1: Vinicius
Liverpool più intraprendente nel primo tempo. È Courtois a salvare il Real Madrid su Salah e soprattutto su Mané. La ripresa comincia allo stesso modo. Fino a che Valverde va in progressione sulla destra e serve Vinicius che, dimenticato da Alexander-Arnold, segna a porta vuota. Poco dopo ancora intervento decisivo di Courtois sul mancino a giro di Salah. Più tardi, il portiere belga devia un destro ravvicinato di Salah. Vince il Real Madrid, che conquista la sua quattordicesima Champions League (Coppa dei Campioni). È la quarta da allenatore per Ancelotti: un primato.
martedì 3 maggio 2022
Villareal-Liverpool 2-3. Liverpool in finale per la decima volta
I favori del pronostico sono tutti per il Liverpool di Klopp, ma il Villareal di Emery, allenatore sempre troppo sottovalutato, proverà a ribaltare questa sera il 2-0 subìto ad Anfield Road, per cercare una storica finale di Champions League. Non penso che succederà.
Spagnoli subito in vantaggio con Boulaye Dia. A fine primo tempo, Coquelin raddoppia. Nella ripresa, il Liverpool accorcia le distanze con Fabinho. Poi, gli inglesi pareggiano con Diaz. Mané porta il risultato sul 3-2 per i Reds. Nel finale, il Villareal resta in dieci per l'espulsione di Capoue. Il Liverpool vola in finale di Champions League. Per la decima volta nella sua storia gloriosa.
mercoledì 13 aprile 2022
Passano Man City e Liverpool
Ultima giornata del ritorno dei quarti di finale di Champions League. Il Liverpool, forte del 3-1 esterno dell'andata, ospita il Benfica, l'Atletico Madrid, sconfitto 1-0 a Manchester, riceve invece il City di Guardiola.
Passa il Manchester City dopo una partita combattuta e lunghissimo recupero seguito all'espulsione di Felipe, con Atletico Madrid autore di un secondo tempo più coraggioso del solito, fallendo almeno quattro gol e costringendo gli inglesi in difesa. Avanza anche il Liverpool, che si concede un rocambolesco quanto innocuo 3-3 casalingo con il Benfica. In semifinale, Real Madrid contro City e Liverpool contro Villareal.
lunedì 11 aprile 2022
Il calcio di Guardiola è sopravvalutato
Considero, non da oggi, sopravvalutato il calcio proposto da Guardiola. Che invece apprezzavo tanto da calciatore. Anche quando nessuno più lo cercava e fu Mazzone, raro intenditore, a volerlo con sé. Provo a spiegarmi.
1. Guardiola non ha inventato il tiki-taka.
Ricevere il pallone e passarlo e poi di nuovo, sino allo sfinimento degli avversari, nell'attesa di trovare un varco, premesso che non mi pare un gran modo di giocare al calcio, non è un'invenzione di Guardiola. E nemmeno di Aragones, c.t. della Spagna dal 2004 al 2008. Gli spagnoli hanno spesso giocato così, con fitte trame di passaggi. E i portoghesi anche. Il Portogallo di Figo, Rui Costa e Joao Pinto giocava così. Solo che aveva più dribbling, soprattutto con Figo e Pinto. Passarsi la palla, per muovere gli avversari e costringerli a concedere spazi era tipico - altro sport, stessi risultati - anche dell'Olimpia Milano di Dan Peterson. Le vittorie che sono arrivate attraverso questo modo di giocare sono dipese dalla qualità degli interpreti. La Spagna campione d'Europa nel 2008, aveva un centrocampo con Xavi, Iniesta e Xabi Alonso! Il Barca di Guardiola, oltre a Xavi e Iniesta aveva Busquets e, davanti, Messi e Eto'o il primo anno. Per tacere degli altri, tutti giocatori dalla tecnica raffinata.
2. Guardiola è un difensivista mascherato.
Come Sacchi, Guardiola fa del pressing alto la sua regola aurea. L'ha dichiarato mille volte: vuole riconquistare il pallone vicino all'area avversaria. Questo non è sempre possibile. E spesso le squadre di Guardiola sono state fulminate in contropiede. La maggiore abilità di Guardiola è quella comunicativa. Il suo sguardo spiritato, ieratico, da padre del deserto, ha fatto breccia nella stampa internazionale, che poco ha evidenziato i mercati faraonici cui Guardiola ha costretto le sue società. Eppure Bayern Monaco e City non hanno vinto la Champions con lui, fermo ai due successi con il Barca, ottenuti grazie all'irripetibile generazione di calciatori di quel Barca.
3. Guardiola allena per dimostrarsi bravo.
Guardiola cambia tanto, cambia sempre. Ruoli dei suoi giocatori, distanze tra i reparti. Cambia per dimostrare di essere bravo. Come Sacchi, per fare un esempio, nell'Europeo del 1996: Italia fuori al primo turno. Perché vuole intestare a sé ogni vittoria. Perché vuole la sua firma in calce a ogni successo. Ma, il successo, pur con i migliori giocatori che lui continuamente richiede - e che qualche volta mortifica - non sempre arriva. Con lui, un talento pure come Grealish deve giocare pochi minuti spalle alla porta. Il centravanti non lo vuole, s'è inventato la storia dello spazio come centravanti. E gli hanno creduto! Ha perso la finale di Champions contro il Chelsea lo scorso anno, facendo passare Tuchel, che non lo è, per un grande allenatore.
4. Manchester City-Liverpool non è stata una grande partita.
Tanti non saranno d'accordo, ma la gara di ieri sera a me non è piaciuta. Ho vista tanta confusione. Qualità tecnica diffusa, ma tanta confusione. E verticalità solo nel Liverpool di Klopp. Molti cross per nessuno del City: succede, senza un nove di ruolo. E quello di Cancelo che ha portato al gol di Gabriel Jesus, più che un'invenzione del terzino portoghese, è stato un fuorigioco sbagliato dai Reds. Insomma, non dico che Guardiola non sia bravo - anzi è stato bravissimo a edificare il proprio mito - ma non ha inventato alcunché. Il suo è un gioco, come dicevo in premessa, di difesa altissima, sostanzialmente monocorde, interpretato da grandi giocatori e, tutto sommato, non abbastanza vincente in rapporto alle spese di mercato.
martedì 5 aprile 2022
Benfica-Liverpool 1-3, Manchester City-Atletico Madrid 1-0
Ritorna la Champions League. Nell'andata dei quarti di finale, questa sera, il Benfica ospita il Liverpool, mentre il Manchester City di Guardiola riceve l'Atletico Madrid di Simeone.
Benfica-Liverpool 1-2: Konaté (L), Nuñez (B), Mané (L), Diaz (L)
Troppo Liverpool per il Benfica. La squadra di Klopp ipoteca il passaggio del turno.
Manchester City-Atletico Madrid 1-0: De Bruyne (MC)
Il City passa con un gol del solito De Bruyne, il miglior centrocampista del mondo. Guardiola ad un certo punto ha fatto entrare Foden, Gabriel Jesus e Grealish, per me fortissimo. Così è facile.
venerdì 18 marzo 2022
UCL draw: i quarti di Champions. Guardiola contro Simeone
Sorteggiati i quarti di finale di Champions League, con gli incroci delle semifinali. Potrebbe esserci, in semifinale, il derby di Madrid. Ma, la considero un'ipotesi remota. Detto questo, la sfida tra Guardiola e Simeone - e tra i due modi opposti che hanno di vedere e giocare il calcio - è davvero interessante.
Chelsea - Real Madrid
Manchester City - Atletico Madrid
Villareal - Bayern Monaco
Benfica - Liverpool
martedì 8 marzo 2022
Liverpool-Inter 0-1. Inter eroica
Ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Ad Anfield Road, l'Inter affronterà il Liverpool nella speranza di ribaltare il severo 0-2 dell'andata. I pronostici sono contro i nerazzurri, anche per la nota forza della squadra di Klopp. Ma, la partita va giocata e in ogni caso e allora tanto varrà provare a vincere. E l'Inter, pur priva di Barella, ha già dimostrato di poter mettere in ambasce il Liverpool, la cui fase difensiva - sì lo so che Van Dijk è un fuoriclasse - non è sempre impeccabile. Quanto ai precedenti, nel 1965, l'Inter riuscì a rovesciare una sconfitta per 3-1 in Coppa dei Campioni, proprio contro il Liverpool. Ma aveva perso all'andata fuori casa e la rimonta avvenne al Meazza: Corso, Peirò e Facchetti regalarono ai nerazzurri l'accesso alla finale, poi vinta, contro il Benfica. Era la Grande Inter, campione in carica dopo il successo del 1964 contro il Real Madrid. Stasera servirebbe, ma vorrei scrivere che servirà, più di un'impresa.
La cronaca. L'Inter parte bene ma si spegne dopo venti minuti. È il Liverpool a sfiorare il gol sui calci piazzati di Alexander-Arnold: traversa di Matip e deviazione di Skriniar su colpo di testa ravvicinato di Van Dijk. Vidal sbaglia tanto, imitato in parte da Brozovic. Calhanoglu è più lucido e costringe Alisson ad una mezza parata su punizione defilata dal limite. Intervallo. Nella ripresa l'Inter soffre, Salah prende il palo. Poi, Lautaro esce dal torpore e trova un gol magnifico. Destro verso il palo lontano che finisce all'incrocio e ammutolisce Anfield Road. Poco dopo espulsione esagerata (doppia ammonizione) per Sanchez. Errore colossale. Peccato. A un quarto d'ora dal termine, entrano Correa, Gagliardini e Darmian per Lautaro, campione enorme, lasciatemelo dire, Brozovic e Dumfries. Subito dopo Salah è di nuovo fermato dal palo. Esce anche Calhanoglu per Vecino. Il Liverpool controlla, forte dell'uomo in più. Vidal salva un gol che sembrava fatto e tiene vive le residue speranze di qualificazione dell'Inter. Contro un Liverpool forte sul serio, prova eroica dell'Inter frustrata da un pessimo arbitro. L'espulsione di Sanchez è stata vergognosa e ha impedito che una rimonta leggendaria si compiesse. O che potesse compiersi. È il Liverpool ad andare ai quarti.
mercoledì 16 febbraio 2022
Inter-Liverpool 0-2
L'Inter ospita il Liverpool nell'andata degli ottavi di finale della Champions League 2021/22. I Reds sono favoriti e possiedono una maggiore qualità media, ma l'Inter, se avrà il meglio da tutti i propri titolari - mancherà Barella, squalificato - avrà le sue possibilità. Sia di vincere questa sera. Sia di passare il turno. Servirà un'impresa, in ogni caso.
La cronaca. L'ingresso di Sanchez segna l'inizio della fine. Il Liverpool prende campo e segna rapidamente con Firmino, di testa - mentre Handanovic non capisce la direzione e si tuffa in ritardo - e Salah, dopo tocco oratoriale di De Vrij. In quest'occasione, more solito, Handanovic resta immobile come un monaco stilita. Il Liverpool vince 2-0 e nemmeno sa come. Perché se nel primo tempo aveva fatto qualcosa di più, nella prima mezz'ora del secondo, l'Inter aveva dominato. Senza tuttavia trovare la rete. Qualche cross impreciso di Perisic, peraltro autore di una prova superba, qualche intervento provvidenziale di Van Dijk, due scelte sbagliate di Dzeko, che passa invece di tirare. Tutto questo ha reso sterile il predominio nerazzurro interrotto dall'ingresso da Sanchez. È andata male. Pessima la prova di Brozovic. Male nel finale De Vrij. Brillante Calhanoglu e, più di lui, da anni non lo vedevo così, Vidal. Qualificazione compromessa. Restano solo le speranze del tifoso.
giovedì 6 maggio 2021
Il dominio del calcio inglese
Il calcio inglese è tornato, non da quest'anno, a dominare in Europa. Se non come a cavallo tra gli anni '70 e '80, quasi. Allora, nella sola Coppa dei Campioni, tra il 1977 e il 1984, ci furono sette successi inglesi in otto edizioni: quattro del Liverpool ('77, '78, '81, '84), due del Nottingham Forest ('79, '80), uno dell'Aston Villa ('82). Con una differenza notevolissima. Ai tempi, le squadre inglesi prevalsero perché unirono alla tradizionale prevalenza atletica ed agonistica e al tifo caldissimo dei loro stadi senza pista nuove cognizioni tattiche, alternando al "lancia, corri, crossa e salta" anche il passe and move. Oggi, invece, il dominio albionico nasce dalla favolosa ricchezza della Premier League, da fatturati che le altre d'Europa, tolte Real e Psg, possono solo sognare e, di conseguenza, dalla possibilità di accaparrarsi i migliori talenti del momento. Il Chelsea ha raggiunto ieri il Manchester City in finale di Champions League. Manchester United e Arsenal dovrebbero contendersi il successo in Europa League. Agli altri restano le briciole.
mercoledì 14 aprile 2021
Real Madrid e Manchester City in semifinale
Real Madrid e Manchester City eliminano, rispettivamente, Liverpool e Borussia Dortmund. Nelle semifinali di Champions, il Real affronterà il Chelsea, mentre il City, in una sfida ad altissimo quoziente di spettacolarità, se la vedrà con il Psg. Ultima notazione: Kevin De Bruyne è un giocatore favoloso. Ha qualcosa di Kubala e qualcosa di Schuster, qualcosa di Riquelme e qualcosa di Gerrard: vale a dire forza fisica e continuità, dribbling verticale e visione illuminata, tocco raffinato e progressione. Il miglior centrocampista del mondo, oggi.
venerdì 19 marzo 2021
Quarti di Champions: Bayern Monaco-Psg, Real Madrid-Liverpool, Porto-Chelsea, Manchester City-Borussia Dortmund
Sorteggiati i quarti di finale di Champions League. I campioni in carica del Bayern Monaco affronteranno il Psg di Mbappé nella rivincita anticipata della finale dello scorso anno. Sfida ricca di fascino e di storia europea tra Real Madrid e Liverpool. La vincitrice tra City e Dortmund affronterà una tra Bayern e Psg, così la vincitrice della sfida tra Porto e Chelsea, in semifinale, incrocerà Liverpool o Real.
- Manchester City - Borussia Dortmund
- Bayern Monaco - PSG
- Porto - Chelsea
- Real Madrid - Liverpool
giovedì 25 giugno 2020
Premier League 2019/20: ha vinto il Liverpool!
Si è trattato del diciannovesimo titolo nazionale per il Liverpool, uno in meno del Manchester United.
lunedì 20 aprile 2020
Tributo a Joaquin Peirò
Joaquin Peirò |
giovedì 12 marzo 2020
Psg e Atletico Madrid ai quarti di Champions League
martedì 18 febbraio 2020
Borussia Dortmund-Psg 2-1, Atletico Madrid-Liverpool 1-0
Risultati sorprendenti. Almeno in parte. L'Atletico passa prestissimo in vantaggio con Saul e difende il gol fino alla fine, in perfetto stile Simeone, complice anche la giornata storta di Salah e Manè. A Dortmund, lo straordinario centravanti norvegese Haaland, non ancora ventenne, segna una doppietta che vale il successo per i tedeschi. Per il Psg, gol di Neymar. Punita la scelta di Tuchel di tener fuori Icardi. La sua squadra ha una pessima fase difensiva e nessuno schema offensivo. Tolto quello, di cui però sarebbe capace chiunque, di palla a Mbappé. O a Neymar.
lunedì 16 dicembre 2019
Ottavi di Champions: Lione-Juve, Napoli-Barca, Atalanta-Valencia
- Borussia Dortmund - PSG
- Real Madrid - Manchester City
- Atalanta - Valencia
- Atletico Madrid - Liverpool
- Chelsea - BayernMonaco
- Lione - Juventus
- Tottenham - Lipsia
- Napoli - Barcellona