Che Ventura fosse bravo, nell'ambiente si sapeva, ora debbono riconoscerglielo anche quelli che, attratti dalle sirene del clamore mediatico, hanno sempre stentato a rendere i dovuti meriti ad un tecnico di grande caratura, uno che sa di strategia e di tattica e, soprattutto, sa parlare come pochi ai suoi giocatori. Con lui, migliorano tutti. E non può essere un caso. Vince con il Palermo, torna al gol Benassi cui da anni pronostico una grande carriera, ed il Torino sale a 13 punti, seconda forza del campionato in attesa di Inter - Fiorentina in programma stasera. Vittoria esterna della Lazio, che ha in Biglia il proprio indispensabile uomo guida, sul campo del Verona: i biancocelesti, partiti non benissimo, sono in ripresa, Roma scavalcata. Crolla il Milan contro il Genoa. Difesa molle e nervosa, espulso Romagnoli, che sente il peso dei tanti elogi degli ultimi mesi. Mihailovic tutti questi miracoli non mi pare che li faccia.
Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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domenica 27 settembre 2015
lunedì 24 agosto 2015
Falsa partenza di Juve, Milan e Napoli
La Juve è più debole e la sconfitta rimediata contro l'Udinese aggiunge poco all'idea che il lungo dominio bianconero sia ormai finito. Pirlo, Vidal e Tevez non sono stati sostituiti e non erano sostituibili. Cuadrado, in arrivo, conferirà più imprevedibilità alla fase offensiva, forse verrà anche qualche altro rinforzo. Cosi com'è, però, questa Juve non è granché. Il Milan travolto a Firenze, torna ad affidarsi a Balotelli. Che per essere forte è forte, si tratta di capire quanta voglia avrà di rimettersi in gioco, appoggiandosi alla solida esperienza di Mihailovic. Allenare in una grande piazza è più difficile e Sarri lo sta imparando a proprie spese. Il Napoli ha perso male contro il Sassuolo. Bene la Lazio, che da anni si rinforza spendendo poco, e la Sampdoria di Zenga, che meriterebbe maggior considerazione di quanta ne abbia ricevuto fino ad ora.
sabato 22 agosto 2015
Parte la serie A 2015/2016
E' di nuovo campionato. Parte fra poco la serie A 2015/16, con l'anticipo Verona - Roma, nella quale ultima, per la prima volta, Totti ha un ruolo di comprimario, per quanto di lusso. Ma, vedrete che alla fine giocherà parecchio. La Juve, via Vidal, Pirlo e Tevez, mi pare indebolita. Mandzukic non mi pare decisivo, mentre Dybala è destinato ad una grande carriera. Sicché la Roma si è avvicinata ai bianconeri, lo scudetto se lo giocheranno loro. Il Milan di Mihailovic farà da terzo incomodo. Poi, lotta aperta a Napoli, Lazio, Fiorentina ed Inter, privata del suo maggior talento, Kovacic. Sono curioso di vedere cosa combinerà la Sampdoria del condottiero Zenga, che proverà a rilanciare il talento bizzoso ma indiscutibile di Cassano.
martedì 6 gennaio 2015
La Lazio travolge la Samp: brilla Felipe Anderson
Felipe Anderson è la rivelazione del campionato: tecnica, corsa, accelerazione, ma anche tiro e visione del gioco. Sa interpretare almeno tre ruoli d'attacco. Il successo largo della Lazio contro la Sampdoria del parolaio Mihailovic porta la sua firma. La Lazio è terza.
venerdì 14 novembre 2014
Mancini e l'importanza della sciarpa
Sapersi vestire ha la sua importanza. E Mancini, dicono i contemporanei arbitri d'eleganza, sa farlo con proprietà. E personalità: si pensi all'immancabile sciarpa. Zenga ci bada meno. Ma, non scherziamo, Zenga ha dieci volte il carisma di Mancini. E se la sbriga da solo con la squadra, senza il sostegno del Mihailovic di turno: a proposito, ma adesso la parte di Mihailovic chi la fa? Ve lo ricordate il Mancini dei pareggi, quello beccato al Meazza, che poi esulta come un ossesso dopo una sofferta vittoria contro la Sampdoria in rimonta: da 0-2 a 3-2? Io mi ricordo tutto di quella partita. E del 3-2 di Recoba. Che salvò la panchina di Mancini, che pure lo faceva giocare poco o niente. Va bene, Mazzarri se n'è andato, ma proprio Mancini, e la sua sciarpa, doveva arrivare?
mercoledì 29 ottobre 2014
Inter - Sampdoria 1-0: ancora un rigore di Icardi. Mazzarri salva la panchina
Partita equilibrata, con sopravvento dell'Inter quanto alle occasioni, che tuttavia sfumano per l'imprecisione ormai cronica di Palacio ed una certa sufficienza di Icardi. La Sampdoria del sopravvalutato Mihailovic, sopravvalutato anche da giocatore, ribatte colpo su colpo. Dopo una decina di minuti dall'inizio della ripresa infortunio per Hernanes che si stava disimpegnando bene. Al suo posto Kuzmanovic. Sarà alla fine proprio un intervento maldestro di Romagnoli su Kuzmanovic a propiziare il rigore per l'Inter, trasformato, come domenica a Cesena da Icardi. Pare che l'Inter si stia rimettendo in carreggiata. Mazzarri, che ha le sue responsabilità nella crisi recente, ha tenuto unito il gruppo ed aspettato che cambiasse il vento. Voglio dargliene atto. Detto questo, la rosa dell'Inter è da terzo posto. L'obiettivo dell'Inter è il terzo posto. Il destino di Mazzarri al terzo posto è legato. Stiamo a vedere. Per adesso, seconda vittoria consecutiva. Il che, per l'Inter di questi tempi, è una grande cosa.
domenica 1 dicembre 2013
L'Inter stecca alla prima di Thohir, pareggio sofferto contro la Samp di Mihailovic
Non bastava Cambiasso, così Mazzarri schiera pure Saverio Zanetti, che riesce nell'incredibile impresa di far rimpiangere Nagatomo. Non sa uscire di scena l'argentino. E che non ci riesca a 40 anni suonati è difficile da capire e da spiegare. La squadra vive delle sporadiche invenzioni di Alvarez. Da una di queste nasce il vantaggio di Guarin, per il resto sempre anarchico in mezzo al campo. Nella ripresa, l'Inter cede troppo campo alla Sampdoria, già combattiva come il suo nuovo allenatore Mihailovic, fino al gol mancino di Renan, che calcia da una ventina di metri, con tutta la calma del caso, atteso che Cambiasso e Mudingayi ci mettono una vita a chiudere su di lui: tiro angolato che rimbalza prima d'infilare Handanovic. Troppo solo Palacio in avanti, non va meglio con l'ingresso di Belfodil. Ha convinto poco anche il subentrato Kovacic, che mi pare in fase involutiva e credo che dipenda dalla poca fiducia che sente intorno a sé. Dispiace perché è un talento vero il centrocampista croato. Per Tohir, alla prima da presidente al Meazza, un debutto in chiaroscuro.
giovedì 10 maggio 2012
Nesta saluta la serie A: è stato uno dei migliori difensori di sempre
Nesta, ai tempi della Lazio, era un fenomeno autentico. Un fuoriclasse della difesa, capace di reggere il confronto con Beckenbauer e Moore. Testa alta, rapidità, forza fisica, tempi esatti d'intervento, tecnica, avvicinava la perfezione. Vicino a lui, persino un Mihailovic appesantito con tanto di pappagorgia, sembrava un asso. Perché Nesta faceva reparto da solo, entrava in scivolata, rigorosamente sul pallone, che intercettava, si rialzava e partiva palla al piede, una finta, avversario disorientato e lancio. Gli infortuni ne hanno limitato il rendimento in nazionale, altissimo solo ad Euro 2000. Dopo la Lazio, di cui è stato capitano e bandiera, il Milan, raccogliendo successi sempre, da biancoceleste e da rossonero. A 36 anni, lascia il Milan e la serie A e merita i complimenti per la saggezza di farsi da parte prima che sia tardi, lasciando intatto il ricordo del grandissimo campione che è stato. In tanti anni, l'ho visto davvero in difficoltà soltanto con il primo Ronaldo nonché, in un famoso derby perso dalla Lazio, con Montella.
lunedì 2 aprile 2012
Chi vincerà tra Milan e Juve? Continua il testa a testa per lo scudetto
Il Milan con la testa a Barcellona pareggia contro l'ottimo Catania di Montella: gol non gol di Robinho, il Milan recrimina, ma nel girone d'andata parecchie decisioni hanno favorito i rossoneri, sicché mi pare che ci sia un certo bilanciamento tra vanatggi e svantaggi. La Juve batte il Napoli per 3-0 ed accorcia le distanze dalla vetta: due soli punti. Il Milan è più forte nei singoli, ma i bianconeri mi sembrano sorretti da una volontà incrollabile, che potrebbe alla fine risultare decisiva. Il terzo posto scotta, tanto che perdono anche Udinese e Lazio. Si avvicina la Roma, che travolge il Novara e persino l'Inter dopo la vittoriosa girandola di gol con il Genoa. La Fiorentina rischia seriamante di retrocedere dopo la sconfitta interna di ieri. Delio Rossi sta facendo peggio di Mihailovic.
mercoledì 30 novembre 2011
Storia di Recoba: 10 (l'era Mancini)
All'Inter arriva Roberto Mancini, che Moratti aveva a lungo inseguito da giocatore. E Mancini, forse propriamente per ingraziarsi Moratti, siamo nella tarda primavera del 2004, dichiara di voler giocare con il trequartista e che questo trequartista sarà Recoba. Invece, no. Con Mancini, inizia la più buia stagione di Recoba all'Inter, sempre meno titolare, sempre più marginale, impiegato così poco da sentirsi obbligato a strafare negli spezzoni di partita che il tecnico di Jesi gli concede con studiata parsimonia: di qui molti infortuni muscolari in serie. Le sue medie realizzative nei tre anni con Mancini allenatore scendono in picchiata: 6 gol il primo anno (2004/05), clamoroso quello alla Sampdoria allo scadere dopo una rimonta cominciata da Martins e Vieri, 6 il secondo (2005/2006), guardate quello con la Lazio, 1 soltanto il terzo (2006/2007), l'ultimo con la maglia dell'Inter, direttamente da calcio d'angolo, nella prima al Meazza dopo lo scudetto conquistato a Siena. Nel mezzo, la mancata qualificazione al mondiale 2006, nonostante il gol vittoria all'Argentina, calciopoli, l'assegnazione a tavolino del campionato 2006, precoci eliminazioni dalla Champions League, con il Villareal, quando Recoba cede il posto addirittura a Mihailovic, e con il Valencia. Recoba e Mancini non si sopportano e Recoba decide, dopo dieci anni, di lasciare l'Inter: 261 partite e 72 reti, oltre a numerosissimi assist. Si chiude, per adesso, la sua avventura nerazzurra dentro un fiume di rimpianti. Moltissime prodezze, pochissime vittorie. 10^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata).
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