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martedì 21 aprile 2020

Gli errori di Cuper il 5 maggio 2002

Tanti, troppi errori, tutti assieme il 5 maggio 2002, sintesi indiscutibile della carriera di un allenatore serio, preparato, ma perdente. O, comunque, non vincente. Hector Cuper. Ma, facciamo un passo indietro. L'Inter, il 28 aprile 2002, dopo aver dilapidato un grosso vantaggio, mentre comincia la penultima giornata di campionato, si trova a +1 sulla Juve. Peraltro inopinatamente risorta da circa un mese. Quel giorno, al Meazza, si deve affrontare il Piacenza di Novellino. Inter preoccupata e affannata, gioca con il tridente Recoba-Vieri-Ronaldo. Tridente mascherato, perché Recoba deve giostrare, malgrado lui, da centrocampista di fascia sinistra. Cuper non può né sa derogare al dogma laico del 4-4-2. Alle spalle del Chino c'è Gresko, che tiene in panchina Georgatos! Di Biagio e Cristiano Zanetti sono esausti, ma tengono la diga di centrocampo. A destra gioca Seedorf, segnatevi questo nome, come quello di Gresko, perché ci torneremo. Ronaldo e Vieri, che la critica meno avvertita, loro due compresi, immagina come coppia devastante, si cercano ma si pestano anche i piedi. Perché il calcio è un gioco semplice. Pozzo mai si sognò di far giocare Meazza e Piola tutti e due da centravanti. Meazza, sublime e insuperato, arretrava, perché sapeva farlo, a mezzala. Riva condusse il Cagliari al titolo del 1970, dopo che Boninsegna era passato all'Inter nel 1969. E lo stesso Boninsegna esplose lontano da Riva. Perché il centravanti uno deve essere! Per fortuna, Recoba è in giornata. Da un suo angolo tagliato, nasce il gol di Cordoba. Il Piacenza non molla ed infila il pareggio con Matuzalem. Rivedete quel gol ed avrete l'idea di un'Inter in disarmo. Che torna in vantaggio grazie ad una magica punizione di Recoba. Replicata, però di destro, da una punizione di Ronaldo. Due prodezze, estemporanee e slegate da un gioco lento e monocorde. L'Inter vince 3-1. Resta a + 1 sulla Juve. In vista dell'ultima giornata: Udinese-Juve, Lazio-Inter. Comincia sulla stampa un'indegna cagnara, intesa a destabilizzare l'ambiente nerazzurro, già in fibrillazione di suo. Si crede, si vuol far credere, che la Lazio, che pure cerca un posto in Europa, lascerà vincere l'Inter, per non favorire un successo sul filo di lana della Roma, terza a due punti dall'Inter e a un punto dalla Juve: i giallorossi saranno di scena sul campo del Torino. L'Inter ha paura. Una paura che affonda le radici nell'imprevista e, un mese prima, imprevedibile rimonta della Juve: si era a lungo parlato di un possibile esonero di Lippi a fine stagione. Ma, è anche paura di vincere. Paura che ha soprattutto Cuper. Già sconfitto in tre finali: con il Mallorca, dalla Lazio, in Coppa delle Coppe, dal Real Madrid e dal Bayern Monaco, in Champions, con il Valencia. E Lazio-Inter ha tutto il peso, il sapore, il retroterra e il mood di una finale. Il tecnico argentino presente la sconfitta, che teme troppo, quasi propiziandola. E, alla fine, provocandola con una delle formazioni meno sensate della storia nerazzurra. Intanto il tridente. Recoba, Ronaldo e Vieri non si sommano e non del tutto si integrano. La Lazio è squadra solida. Sarebbe più saggio partire con Vieri e Recoba, la coppia che aveva assicurato il successo nella partita-scudetto contro la Roma qualche settimana prima. Pur volendo schierare i tre assi davanti, servirebbe equilibrio e protezione dietro. Ma, Cuper non ci pensa. Schiera Gresko, che è più emotivo di lui, dietro Recoba: sarà un disastro, con due gol regalati a Poborski. Lascia fuori Seedorf, uno che ha già giocato tre finali di Champions, tra Ajax e Real Madrid, vincendone due!, un leader carismatico, l'autore della doppietta contro la Juve, che ha tenuto l'Inter in linea di galleggiamento. E lo tiene fuori per Conceicao! Il portoghese, davanti al suo ex pubblico, è un fantasma. La catena di destra, con Zanetti peggiore in campo, sarà il punto debole dell'Inter, più della catena di sinistra, sabotata dalla mediocrità di Gresko. Eppure l'Inter passa in vantaggio: angolo di Recoba, uscita goffa di Peruzzi, palla a Vieri, che segna. Pareggia Poborski su gentile omaggio di Gresko. Di nuovo angolo di Recoba, splendido, tagliato, sul primo palo, per il terzo tempo di Di Biagio. Niente da fare. Allo scadere, pasticcio Gresko-Toldo e Poborski pareggia. Intervallo. Sarebbe ancora tutto possibile. Sebbene la Juve sia sul 2-0 a Udine, maturato dopo un quarto d'ora e destinato, tu guarda il caso, a non cambiare. E Cuper cosa fa? Cosa dice nello spogliatoio? L'Inter rientra spaurita nella ripresa. Gresko resta in campo, Seedorf in panchina. Uscirà invece Ronaldo! Vince la Lazio, con zuccata di Simeone, che nemmeno  ha bisogno di saltare nella gentile area nerazzurra e gol del finale 4-2 di Simone Inzaghi, servito da Cesar, che scherza Zanetti in un fazzoletto. Disastro. Scudetto alla Juve.

martedì 15 gennaio 2013

Inter - Bologna 3-2 dopo i supplementari. Inter in semifinale di Coppa Italia

Partita tirata, vibrante, per quanto siano gli errori più della qualità del gioco a recitare da protagonisti. L'Inter sciupa un doppio vantaggio propiziato da due prodezze balistiche, firmate da Guarin, su assist di Cassano, e da Palacio nel secondo tempo. Il Bologna, però, resta sempre in partita, Diamanti salta tutti, specialmente Jonathan e Saverio Zanetti. Gli emiliani accorciano le distanze proprio con Diamanti su punizione e pareggiano con  Gabbiadini, lasciato libero di colpire dal giocatore più scarso venuto all'Inter nel dopo Gresko: Jonathan, sempre lui. Inguardabile! La partita si trascina ai supplementari, anche per la pessima direzione arbitrale: il difensore del Bologna Sorensen ha commesso più di venti falli senza subire lo straccio di un cartellino. Potrebbe finire in ogni modo, perché le occasioni ci sono per l'una e l'altra squadra: passa l'Inter con Ranocchia su calcio d'angolo. Inter in semifinale. Ultima notazione: Benassi schierato nel primo tempo ha fatto meglio del subentrato Cambiasso.

domenica 15 gennaio 2012

L'Inter batte il Milan: decide Milito

Ranieri ha molti meriti nel successo dell'Inter nel derby. Decide per una strategia di attesa, lasciando ai rossoneri l'iniziativa del gioco. Eppure, dopo cinque minuti, arriva il gol dell'Inter: Thiago Motta esegue un perfetto terzo tempo su punizione di Maicon. L'arbitro annulla per un fuorigioco, che non c'è. Cambiasso, che ormai quasi non corre più, mostra però la concentrazione dei tempi belli, catturando tutti i palloni vaganti, Motta dirige il gioco di rimessa con la solita sapienza, Lucio e Samuel mettono il bavaglio ad Ibrahimovic, mentre Pato se lo mette da solo. Soffre Alvarez a sinistra, costretto a correre e rincorrere, come Recoba ai tempi di Cuper. Per sua fortuna, Nagatomo, che gli sta dietro, è più disciplinato di Gresko. Il mancino argentino migliora accentrandosi, sebbene sbagli un gol fatto a due passi da Abbiati. Il primo tempo finisce con la traversa di Van Bommel. Nella ripresa, solito copione, il Milan a fare gioco, senza tuttavia incidere granché, e l'Inter pronta al contropiede. Samuel recupera, Zanetti parte in progressione, palla in mezzo, liscio di Abate, Milito stoppa ed avanza, entra in area, sinsitro ad incrociare, esecuzione magistrale, il pallone tuba con il palo e finisce in rete. Allora, è vero che Milito aveva soltanto un problema di motivazioni: tecnicamente, lo ripeto, è il miglior centravanti del campionato italiano. Allegri le prova tutte per recuperare il risultato e manda dentro Robinho, Seedorf ed El Shaarawi, ma il risultato non cambia. L'Inter vince il derby, cosa che non faceva dai tempi di Mourinho. Il Milan dista solo cinque punti, la Juve, costretta al pareggio dal Cagliari, sei. Ora, i nerazzurri sono tornati in corsa per il titolo. Moratti deve puntellare la squadra. Un centrocampista serve. Come serve un cambio in attacco più valido di Forlan. Io, non è una novità, penso a Recoba.

domenica 4 dicembre 2011

Inter: disfatta contro l'Udinese, Zanetti espulso

Una partita indimenticabile, perché sancisce il fallimento della cura Ranieri: l'Inter di oggi è, purtroppo, racchia come quella di Gasperini. E quando sei racchio, ti puoi acconciare come vuoi, ma sempre racchio resti. Ranieri, peraltro, invece di schierare una squadra di buon senso, cambia ancora ruolo ad Alvarez, che può giocare solo a destra, rientrando, schierandolo a sinistra, dove la sua lentezza risalta com il sole a mezzogiorno. Poi, lo sostituisce con Nagatomo, uno che comincia a suscitarmi la stessa "simpatia" che mi ispirava Gresko: siamo messi male. Zarate si guarda la partita senza biglietto, Milito e Pazzini non si sommano e non si integrano, possibile che Ranieri non lo capisca. Di Zanetti e Cambiasso, il primo pure espulso, preferisco non parlare per carità di patria. Si salva solo Julio Cesar, che, subìto il gol di Isla, para il rigore di Di Natale. Poi, la buona sorte concede un tiro dal dischetto anche alla disperata e disperante compagine nerazzurra. Va Pazzini "dai piedi felpati", che inciampa, cade all'indietro e sbaglia. Sembra un film, ma, non lo è. L'Inter è in zona retrocessione. Vecchia, stanca e malandata. E Branca non si è ancora dimesso. Forse aspetta il rientro di Forlan? O l'esplosione di Coutinho?

venerdì 25 novembre 2011

Storia di Recoba: 9 (la semifinale di Champions e Zaccheroni)

Ronaldo lascia l'Inter di notte, a fine agosto, da campione del mondo con il Brasile, attratto dalle sirene madrilene. I tifosi nerrazzurri sono sgomenti: un'altra batosta dopo quella del 5 maggio 2002. Nello spazio di pochissimi mesi. Cuper resta al suo posto. L'Inter in campionato prova a contrastare la Juventus e culla a lungo ambizioni di scudetto, destinate però a sfumare con una decina di giornate di anticipo: alla fine sarà soltanto secondo posto. Recoba gioca più spesso da seconda punta, laddove la stagione precedente era stato spesso centrocampista di fascia sinistra: ruolo faticoso ed ingrato per lui, tanto più che alle spalle aveva Gresko. Ora, invece, stagione 2002/03, Cuper lascia Recoba appena più libero di giocare il proprio calcio. Recoba segna uno strepitoso gol contro la Roma nel girone di ritorno, ma, l'Inter, in vantaggio per 3-1, si fa rimontare fino al 3-3, che nasce da una palla persa da Morfeo, subentrato al posto di Recoba, fino ad allora migliore in campo. Il sunto della sua carriera: gli allenatori all'Inter hanno sempre fatto a gara a sostituirlo, per essere smentiti dal campo. Alla fine, per il Chino, saranno dodici i gol, 9 in campionato, 3 in Champions League, dove l'Inter viene eliminata dal Milan del fortunatissimo Ancelotti, con due pareggi, uno a reti bianche, nel quale Recoba mezzo infortunato sbaglia un gol quasi fatto, l'altro per 1-1, nel ritorno in casa, che costa la finale ai nerazzurri. Moratti, ormai, non ha più fiducia in Cuper, ma lo tiene comunque, salvo esonerarlo dopo poche partite della stagione successiva, facendo posto a Zaccheroni. Con il tecnico romagnolo, Recoba gioca spesso attaccante esterno, costretto a quei recuperi che gli sono così ostici: segna comunque 11 reti complessive, alcune bellissime. L'Inter, solo quarta in campionato, nonostante l'arrivo di Adriano dal Parma, che con Recoba si trova bene, cambia ancora direzione tecnica, è la volta di Roberto Mancini. La storia di Recoba all'Inter comincia a prendere i colori del crepuscolo. 9^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

domenica 2 ottobre 2011

L'arbitro e Nagatomo affondano l'Inter, Napoli, però, da scudetto

Maggio viene spintonato fuori area, ma, l'arbitro decide in modo visionario per il rigore ed ammonisce l'ingenuo Obi, che protesta e riceve il secondo giallo: espulsione e partita falsata. Inaccettabile, eticamente ed esteticamente! Detto questo, resto del parere che il Napoli avrebbe vinto comunque. Grazie anche al contributo greskiano, termine di conio mio per ricordare l'infausto Gresko, di Nagatomo. Mi ricorda la canzone "Passo di corsa", con la quale i bersaglieri muovono compatti all'alzabandiera: "corri corri che arrivi prima, corri corri che fai più presto". Nagatomo corre, ma che corre a fare?, però si fa bruciare da Campagnaro sulla respinta di Julio Cesar e guarda il cielo quando Mascara innesca Maggio. Nagatomo, lo so, ha molti estimatori tra i tifosi interisti più generosi, io, invece, mi auguro di non vederlo più con la maglia dell'Inter. In campo, almeno. Inler ha giocato una partita sontuosa, mentre il suo dirimpettaio Cambiasso, monumento alla lentezza, ha fatto molto male. Come Alvarez, del resto e "riccioli d'oro" Forlan, che ha lasciato Madrid per svernare a Milano, come un qualunque politico spagnolo di seconda fila nel '600. Bravo Hamsik, che ora vale più di Gerrard e Lampard, bravissimo al solito Lavezzi. Mazzarri è, dopo Mourinho, il miglior insegnante di calcio verticale, altro che stile Barca! Il Napoli in testa al campionato, l'Inter nei bassifondi. Siamo sempre in attesa delle dimissioni di Branca.