Partita combattuta. La Spal pratica un buon calcio. L'Inter passa in vantaggio nel primo tempo con Icardi. E gestisce o prova a gestire. Miranda, sempre in affanno, commette un fallo da rigore. Concesso e non trasformato. Sempre Miranda, nella ripresa, perde la marcatura di Paloschi, che pareggia. Un filtrante di Perisic trova Icardi in area ferrarese, per il gol della vittoria. Prestazione insufficiente di Vrsaliko, Santon è tre volte più forte, di Miranda, come s'è detto, e di Nainggolan, molto impreciso al tiro e autore di scelte sconclusionate negli ultimi minuti. Detto questo, Vecino e Borja Valero, ma lo sappiamo dallo scorso anno, formano un centrocampo troppo poco dinamico.
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domenica 7 ottobre 2018
lunedì 6 novembre 2017
Serie A 2017/18: il punto dopo la 12^ giornata
Una punizione a foglia morta di Ciciretti, che ha talento, illude il Benevento. La Juve rimonta, anche grazie ad Higuain, che nei campionati resta un signor goleador. E sorpassa l'Inter, fermata dal Torino sul pari al Meazza: D'Ambrosio, Nagatomo e Miranda fanno malissimo. La Roma batte una Fiorentina sprovveduta e si avvicina alla Lazio, in vista del derby capitolino, in programma alla ripresa dopo la sosta per le nazionali. Entrambe le squadre di Roma hanno una partita in meno, poiché il maltempo ha impedito che si giocasse Lazio-Udinese. Bel campionato della Sampdoria di Giampaolo, che supera il Genoa nel derby della Lanterna: Zapata è un grande giocatore. Assurdo che il Napoli l'abbia lasciato andare. Ora, gli servirebbe eccome. Ieri, complice la stanchezza assommata in Champions, gli azzurri di Sarri non sono andati oltre il pareggio a reti bianche sul campo del Chievo, ma restano in testa alla classifica. Vince, infine, il Milan di Montella contro un Sassuolo in disarmo. Ora, pausa per la nazionale, che, contro la Svezia, si gioca l'accesso ai mondiali di Russia 2018.
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martedì 6 dicembre 2016
La crisi dell'Inter in 5 punti. Pioli inadeguato
Una crisi è una crisi. Impossibile definire altrimenti la vicenda ultima dell'Inter, passata, nello spazio breve di tre mesi, da Mancini a De Boer fino a Pioli, il più inadeguato dei tre. Nelle ultime quattro partite, l'Inter di Pioli ha ammassato la miseria di quattro punti e tutti gli argomenti, spesi per spiegarne la nomina, dalla conoscenza della serie A al polso fermo, alla preparazione tattica, hanno mostrato la corda dell'inconsistenza. Ciò detto, è crisi. Perché? Provo a spiegarla in 5 punti.
- Mancini, scontento del "mercato", ha allenato di malavoglia, sperando in una chiamata prestigiosa, puntualmente mancata. Preparazione poco intensa, impedita anche dalla gita americana di inutili amichevoli. La squadra ha, perciò, il fiato corto.
- L'Europeo e la Coppa America hanno riconsegnato giocatori spremuti, da Perisic a Miranda.
- De Boer è arrivato tardi, senza poter influire sulla preparazione e sulla rosa. Presto sfiduciato dalla dirigenza e non seguito da giocatori svogliati, è stato esonerato ingiustamente.
- Pioli non ha la personalità per stare all'Inter, dove hanno fallito allenatori ben più esperti di lui. Vuol compiacere la dirigenza, di qui l'insistenza su Kondogbia, l'ostracismo verso Santon, fedelissimo di De Boer.
- I giocatori sono stati scelti un poco a caso. A pensarci bene, sia pure con caratteristiche assai diverse, Candreva, Gabigol e Joao Mario si esprimono al meglio giocando larghi a destra. Questo, tra i molti possibili, è un esempio della mancata programmazione, che fa dell'Inter una squadra ricca di talento ma pure di doppioni, con ruoli scoperti o coperti male. E povera, invece, di interisti veri, di giocatori legati alla maglia. L'indifferenza di molti di loro nasce dai continui cambiamenti: si sentono di passaggio.
giovedì 24 novembre 2016
Pioli vattene: Inter sconfitta 3-2 dall'Hapoel!
Sconfitta indegna contro l'Hapoel. L'Inter perde in rimonta 3-2, mettendo assieme errori difensivi imbarazzanti. E mostrando la pochezza della pretesa leadership di Pioli, inadeguato oltre misura. Parecchi giocatori, si vede, hanno mollato. A cominciare da Miranda. Altri sono improponibili a questi livelli, e l'Hapoel è poca cosa, da D'Ambrosio a Melo fino a Nagatomo. Handanovic non è da Inter, lo scrivo da quattro anni. Poi, Mancini è responsabile di una preparazione scadente. Zanetti ed Ausilio sono responsabili dell'esonero vigliacco di De Boer e dell'ingaggio del timido Pioli. Per questo, chiedevo l'arrivo di Zenga, il solo capace di mettere in riga questi giocatori debosciati. La stagione rischia di prendere una piega disastrosa. Eliminazione dall'Europa League a parte.
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domenica 3 aprile 2016
#Mancinivattene: Inter in nove sconfitta dal Torino in casa: un disastro
Miranda ha subito un'espulsione evitabile, Nagatomo invece è scarso e questo Mancini, che ha preparato malissimo la partita, dovrebbe saperlo. Due centrocampisti sono pochi e l'Inter non li regge. Palacio, Ljajic e Perisic dietro Icardi sono un lusso. Inutile. Contro un maestro di tattica come Ventura, non si scherza. Mancini poi, dopo il pareggio granata e l'espulsione di Miranda, va in confusione con cambi assurdi ed il solito nervosismo. Sconfitta bruciante, terzo posto impossibile. #Mancinivattene
sabato 20 febbraio 2016
Montella risolleva Mancini: l'Inter batte la Sampdoria 3-1
Segna persino D'Ambrosio, nel primo tempo. Nella ripresa raddoppia Miranda e poi triplica Icardi. Il gol della bandiera per i doriani lo segna Quagliarella nel recupero. Ci voleva Montella e la sua malmessa, sbandata Sampdoria per risollevare il confuso Mancini. Che deve andarsene comunque. #Mancinivattene
domenica 10 gennaio 2016
Inter beffata dal Sassuolo: rigore di Berardi nel recupero. Mancini sbaglia tutto
Senza questo Handanovic, dove sarebbe l'Inter? Anche Consigli ha parato, ma i tiri di Ljajic, tolto forse il primo, li avrebbe parati e li parerebbe chiunque. Perché se Ljajic avesse anche il tiro, e non ce l'ha, sarebbe un fuoriclasse. E non lo è. La verità è che è calato Medel, dopo la sosta va a rilento, ed è calato anche Miranda assieme a Murillo. Ma, Mancini questi tre non li fa mai rifiatare ed è comprensibile che accusino una flessione di rendimento. Brozovic trequartista, poi, è blasfemia tattica. Sulla trequarti, il solo che abbia colpi risolutivi è Jovetic, emarginato dallo stratega dalle mille sciarpe. Lo stesso dicasi per D'Ambrosio e Nagatomo, letteralmente stordito da Sansone, preferiti a Santon. Non sanno crossare, è chiaro o no? Detto questo, il pareggio sarebbe stato più giusto. Ma, la fortuna segue le sue foie. E poi c'è un dato: seconda sconfitta consecutiva in casa, dopo quella con la Lazio. Terzo ko casalingo, considerato il disastro contro la Fiorentina. Non è un caso. Ma la spia di un gioco improvvisato e sbilanciato.
domenica 23 agosto 2015
Inter - Atalanta:1-0. Jovetic!
Mancini fortunato. Il contrattempo muscolare occorso ad Icardi lo costringe a mandare presto in campo Jovetic, dai cui piedi passerà la più parte del gioco nerazzurro oltre al gol, bellissimo, che nel recupero vincerà l'orgogliosa resistenza dell'Atalanta, ridotta in dieci dalla sacrosanta espulsione di Carmona. Imbarazzante la prova di Gnoukouri, sostituito nella ripresa da Hernanes, il centrocampo stenta parecchio, anche perché la regia di Medel è ruvida e scontata, mentre Brozovic, sulla trequarti, sebbene abbia corsa e buona tecnica, paga dazio ad una fantasia da impiegato del catasto. Kondogbia ha fisico da granatiere ed un gran mancino, ma tatticamente è sprovveduto e, ora come ora, mi pare che incida poco. E' probabile che crescerà giocando. Palacio è quello spompato della scorsa stagione. Ottima invece la prova di Miranda e di Murillo, il quale ultimo, più di tutti, mi ha impressionato: mi ricorda il Samuel della Roma. Alla distanza è venuto fuori anche il fondista Santon, sempre diligente in fase difensiva, nel secondo tempo ha spinto con più costanza, spesso ignorato dai compagni. Ha suonato lui l'arrembaggio finale. Tre punti buoni. Ma che errore aver ceduto Kovacic!
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