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venerdì 1 giugno 2018

Francia-Italia 3-1

Francia di grande spessore, tecnico ed atletico.  Va sul 2-0 con Umtiti e rigore di Griezmann. L'Italia, che schiera anche due terzini di modestia tecnica assoluta, come D'Ambrosio e De Sciglio, si aggrappa alla classe di Balotelli. Una sua punizione violentissima costringe Lloris alla respinta su cui si avventa Bonucci, che accorcia le distanze. Nella ripresa diverse occasioni da ambo le parti. Bravo e volitivo Chiesa. Francia sprecona con Dembelè, che però è un velocista imprendibile e poi inventa un pallonetto meraviglioso per il 3-1 francese. Dopo azione avviata dal solito errore di.disimpegno di D'Ambrosio. Eppure Mancini dovrebbe conoscerlo. La nazionale italiana resta in alto mare. La Francia, invece, al netto di una certa mancanza di concretezza, potrebbe anche vincere i mondiali. Di certo, non parte battuta.

lunedì 7 settembre 2015

La piccola Italia di Conte ipoteca la qualificazione agli Europei 2016

Campioni straordinari, fra gli italiani di questa generazione, non ce ne sono. E d'accordo. Conte, che pure va lodato per aver costruito una nazionale se non altro tenace e compatta, potrebbe in ogni caso scegliere meglio. Per esempio, come può De Sciglio giocare titolare? Possibile che si debba ancora puntare su Chiellini? E su De Rossi, che ormai può giocare soltanto in difesa e non più a centrocampo, dal momento che in campo passeggia invece di correre? Conte deve sperare nel recupero, peraltro difficile, di Balotelli, puntare su un giovane promettente come il granata Baselli, richiamare Santon. Bene, invece, fa Conte a valorizzare Pellè, che da tre anni è il migliore italiano nel suo ruolo. Centravanti classico, possente, ha conquistato una consapevolezza dei suoi mezzi che gli permette anche giocate rischiose. Per il resto, e questo è il punto, c'è da augurarsi che la stagione appena iniziata segnali qualche talento, di cui la nazionale italiana avrebbe davvero bisogno. Così com'è, in Europa, ce n'è una decina di squadre messe meglio.

mercoledì 17 giugno 2015

La piccola Italia di Conte

Una generazione così scarsa di talenti fa tornare alla mente l'Italia degli anni '50, uscita stremata dalla guerra e privata tragicamente dei campioni del Grande Torino, cui non servì, calcisticamente, il contributo dei cosiddetti oriundi: fuori al primo turno dei mondiali nel 1950 e nel 1954 e nemmeno qualificata ai mondiali del 1958. L'Italia di Conte, per tornare al presente, è davvero pochissima cosa. Una compagine di onesti mestieranti, trapunta dal segno distintivo della mediocrità. Con qualche eccezione, nel senso che Buffon è stato un grande portiere, Pirlo è stato un grande regista, Candreva è un centrocampista di spessore, Pellè avrebbe meritato miglior carriera, Darmian ha qualità, quando attacca. Detto questo, poca cosa. De Sciglio è uno dei terzini meno forti che ricordi. Ranocchia sbaglia appoggi che nemmeno in terza categoria. El Shaararawi, con buona pace dei sacchisti, per correre, corre, ma il calcio si gioca altrimenti: vada a rivedersi come giocava ai tempi suoi, partendo dall'ala sinistra, Vincenzo D'Amico, che non correva, ma giocava in modo meraviglioso. Bonucci, poi, è bravo a lodarsi: a proposito, dopo le coraggiosissime critiche a Prandelli, maramaldeggiando dopo un anno, ma chi lo marcava, dandogli due metri, Godin in Brasile? La sconfitta di ieri sera contro un Portogallo non al meglio, Cristiano Ronaldo in vacanza e Nani in panchina, è stata eloquente come una filippica di Demostene. Quest'Italia è scarsa. 

domenica 24 febbraio 2013

Inter - Milan 1-1: El Shaarawi e Schelotto

Centrocampo scarso quello dell'Inter, specialmente nei due centrali, Cambiasso, che cammina, e Gargano che ricorda molti amatori del calcetto: piedi a banana. Sicché la mediana del Milan prende il sopravvento, Montolivo dirige il gioco da campione consumato, prediligendo i cambi di campo a sinistra, dove De Sciglio ed El Shaarawi scherzano Guarin, confusionario, e Nagatomo, scarso. El Shaarawi porta in vantaggio il Milan e Balotelli, sopraffatto dalla tensione e questa volta peggiore in campo, spreca parecchie comode occasioni da rete, per quanto ci metta del suo anche il macchinoso Handanovic, oggi più reattivo del solito. Nella ripresa, il giapponese passa a sinistra con Zanetti che va a destra. Entra Schelotto per Cambiasso. E lo stesso Schelotto, che ha piedi di legno, trova di testa il gol del pareggio. Stramaccioni ha giocato male la partita, con l'eccezione dell'idea di Cassano centravanti arretrato. Troppo poco. Finisce in pareggio ma è il Milan ad avere più da recriminare.