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sabato 7 giugno 2014

Klose stacca Gerd Muller: 69 gol con la Germania e primato assoluto

Nel comodissimo 6-1 con il quale la Germania ha regolato l'Armenia nell'ultima amichevole prima del mondiale in Brasile, Klose ha messo a segno il gol n. 69 in nazionale, staccando il leggendario Gerd Muller, fermo a 68, e conquistando il primato assoluto di segnature. Per carità, Muller con la casacca della nazionale ha segnato 68 gol in appena 62 partite, ad una media irripetibile di oltre un gol a partita, ma il record stabilito da Klose, che di partite ne ha giocate oltre 130, merita di essere celebrato con tutti gli onori. Klose, peraltro, vanta anche 14 gol ai mondiali, esattamente come Gerd Muller. In Brasile può superarlo di nuovo e provare a fare lo stesso con Ronaldo, che ai mondiali di gol ne ha segnati 15.

martedì 3 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 17^ puntata (1998, la Francia vince in casa)

Una fortuna sfacciata permise alla Francia di conquistare i mondiali casalinghi del 1998. Golden gol contro il Paraguay, eliminazione dell'Italia ai rigori, sbagliò Di Biagio centrando la traversa, doppietta di Thuram in semifinale contro la Croazia, vittoria sul Brasile frastornato dalla crisi epilettica di Ronaldo poco prima dell'inizio della partita. Zidane, fino ad allora più comparsa che primo attore, segnò una doppietta di testa, non la sua specialità, facendo dimenticare un'espulsione e due giornate di squalifica rimediate nel corso del torneo. Che avrebbe dovuto laureare Ronaldo, allora il migliore al mondo. L'asso brasiliano si rifece quattro anni dopo. Quanto all'Italia, Cesare Maldini commise un grave errore puntando su Del Piero, che non stava in piedi, e facendo partire dalla panchina Roberto Baggio nei quarti di finale contro la Francia. Chi sta bene, subito in campo: regola semplice che fu ignorata. Senza dimenticare che, in termini assoluti, Baggio è stato ed era anche allora più forte di Del Piero. Vieri, dominatore nelle partite del girone, al momento decisivo s'incartò. Ha segnato 9 gol ai mondiali, come Paolo Rossi e come lo stesso Baggio. Cinque li fece appunto a Francia '98. Ma, due solo di questi in partite ad eliminazione diretta, sempre agli ottavi. Non è un dettaglio. Due i gol più belli in quel mondiale. Tutti e due contro l'Argentina: agli ottavi, quello di Owen,  tre avversari saltati, tagliando il campo dal centro verso destra e tiro incrociato alla sinistra del portiere, ai quarti quello di Bergkamp, con stop al volo, dribbling a seguire su Ayala ed esterno d'autore. Alla fine, davanti al pubblico amico, vince la Francia, secondo il Brasile, terza la Croazia, quarta l'Olanda. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata)

giovedì 17 aprile 2014

Bale regala la Coppa del Re al Real Madrid. Il gallese ha una forza straordinaria

La cavalcata imperiosa che ha avviato il gol della vittoria, resistendo ad una spallata galeotta dell'avversario di turno, è stata straordinaria, un prodigio di forza, ma, anche di corsa e di tecnica, perché il controllo della palla ha contato eccome, segnalando Bale come uno dei maggiori talenti del calcio mondiale: ieri sera, finale di Coppa del Re tra Barcellona e Real Madrid. Peccato che, essendo gallese, difficilmente parteciperà in carriera alle grandi competizioni per rappresentative nazionali. I mondiali in Brasile risentiranno, intanto, della sua assenza, anche più di quella di Ibrahimovic. Bale, nella sua progressione, mi ha ricordato Rummenigge, Elkjaer, Gullit, Ronaldo. Davvero notevole. Intanto, il Real Madrid ha vinto, con questa prodezza di Bale, la Coppa del Re. Mentre il Barca di Messi è al capolinea della sua noiosissima storia. Passaggi e passaggi senza tirare in porta. Il calcio è un'altra cosa. E' anche guizzo, strappo, forzatura, accelerazione come ha dimostrato la galoppata Bale.

domenica 5 gennaio 2014

E' morto Eusebio, uno dei maggiori calciatori di ogni tempo

Asso del Benfica e della nazionale portoghese, di origini mozambicane, Eusebio si è spento a 71 anni, provato da una lunga malattia. Centravanti possente, dalla falcata ampia e dal tocco felpato, possedeva una straordinaria accelerazione che gli permetteva di seminare gli avversari più veloci. Si riveda la finale di Wembley che il Milan vinse contro il Benfica in Coppa dei Campioni nel 1963. Eusebio era letteralmente immarcabile. Le sue progressioni rimangono un unicum nella storia del calcio, se si escluda il Ronaldo del Barcellona e del primo anno all'Inter. Vinse tutto in patria, segnò caterve di gol sia in Portogallo che in giro per l'Europa, fu capocannoniere, con nove centri, ai mondiali inglesi del 1966, dove i lusitani eliminarono il Brasile e conquistarono uno storico terzo posto. La potenza del suo tiro era inarrivabile, paragonabile soltanto a quella di alcuni mancini, come Puskas, Rivelino, Eder, Recoba. Ma, ed è questa la particolarità, Eusebio era destro. Ha chiuso la carriera, sebbene ci siano pareri discordi sulle sue reti ufficiali, con 626 gol. Da quello che mi risulta è il quinto cannoniere più prolifico della storia del calcio, dopo Pelé, Romario, Gerd Muller e Puskas. Che la terra gli sia lieve.

venerdì 6 settembre 2013

Klose eguaglia Gerd Muller: 68 gol con la Germania

Straordinartio Klose. Segna contro l'Austria e realizza il gol n. 68 con la maglia della Germania. Eguaglia così il primato del leggendario Gerd Muller. Sì, va bene, allora era Germania Ovest, ma la sostanza non cambia. La longevità agonistica di Klose, 35 primavere, è notevolissima. E c'è da aspettarsi che sia protagonista anche in Brasile, dove proverà ad attaccare il record di gol mondiali di Ronaldo, 15 gol: Klose, per ora, è secondo, con 14 gol, assieme, manco a dirlo, a Gerd Muller. Per onestà statistica, Gerd Muller tutti questi gol li ha fatti giocando molte partite in meno. Ciò non toglie che Klose vada annoverato tra i migliori centravanti degli ultimi 15 anni.

mercoledì 12 giugno 2013

Inter: arriva Gilardino

Non si trova nella fase ascendente della sua parabola agonistica, è vero, ma Gilardino resta attaccante di vaglia internazionale, più di 200 gol tra i professionisti, 159 in serie A, tante reti con le rappresentative nazionali. Un grande mestierante del gol, un attaccante completo, che ha pagato anche troppo la non esaltante esperienza con il Milan. L'Inter fa bene ad ingaggiarlo, perché da Gilardino i gol sono sempre venuti e continueranno a venire: nelle ultime dieci stagioni, è andato otto volte in doppia cifra in serie A. E' senz'altro più affidabile di Osvaldo. Del resto, in questi tempi di vacche magre, non possiamo aspettarci un colpo alla Ronaldo.

domenica 14 aprile 2013

Inter travolta dal Cagliari: una crisi senza fine

Stramaccioni, autore di 12 sconfitte in campionato, trova ancora la forza di protestare contro arbitraggi ritenuti, qualche volta a ragione, sfavorevoli. Non oggi, però, perché il direttore di gara ha sì concesso al Cagliari un rigore che non c'era, ma, ne ha altresì negato uno piuttosto evidente. L'Inter ha perso perché meno squadra, meno organizzata, oltre che condizionata da infortuni e scadimenti di forma. Dico, tuttavia, che la tenuta atletica è nello sport, non solo nel calcio, una delle voci del talento. Gli atleti fragili valgono meno di quelli forti. All'Inter, attualmente, di fragilità mi pare che ce ne sia troppa. A cominciare da quella emotiva del tecnico, incapace di ammettere le proprie responsabilità: ha capito, non può non aver capito, che andrà via a fine stagione. Ultima notazione: contro la patetica difesa dell'Inter, Pinilla sembrava Ronaldo. Illusione ottica, beninteso! Una crisi senza fine!

giovedì 18 ottobre 2012

I dieci migliori centravanti della storia

Passiamo ai dieci migliori centravanti della storia del calcio. Pure in questo caso, non è facile assimilare calciatori tra loro diversi, tenendo nel debito conto l'attitudine di parecchi campioni a mutare ruolo nel corso della carriera, Meazza fu un immenso centravanti, come lo fu Di Stefano, ma poi scelsero, eccellendovi, altre zone di campo. Meazza è tra le mezze ali, Di Stefano ho voluto inserirlo tra i centravanti, perché sebbene uomo ovunque, il gol era la sua ossessione. Hidegkuti fu un grande centravanti arretrato, ma, alla resa dei conti, era sostanzialmente un regista offensivo, come il primo Michael Laudrup, che pure indossava sempre il numero 9. Nessuno dei due è stato preso in considerazione per questa graduatoria. Segue la classifica, che è difficile, così, ai soliti primi dieci, aggiungo anche i secondi. Cosa ne pensate?
*Aggiornamento del 26 marzo 2024: estendo la classifica ai settantasei migliori centravanti della storia.

  1. Ronaldo                                     
  2. Di Stefano
  3. Eusebio
  4. Van Basten
  5. Pedernera
  6. Romario
  7. Gerd Muller
  8. Greaves
  9. Piola
  10. Batistuta
  11. Ademir
  12. Nordahl
  13. Tostao
  14. Kempes
  15. Leonidas
  16. Bobby Charlton
  17. Altobelli
  18. Dixie Dean
  19. Harry Kane
  20. Gary Lineker
  21. Sarosi
  22. Bican
  23. Careca
  24. Paolo Rossi
  25. Ibrahimovic
  26. Uwe Seeler
  27. Aguero
  28. Van Nistelrooy
  29. Shearer
  30. Lewandowski
  31. Benzema
  32. Vieri
  33. Klose
  34. Sindelar
  35. Luis Suarez
  36. Fritz Walter
  37. Krankl
  38. Van Persie
  39. Dixie Dean
  40. Hugo Sanchez
  41. Roberto "Dinamite"
  42. Boninsegna
  43. Adriano
  44. Santillana
  45. John Charles
  46. Atilio Garcia
  47. Drogba
  48. Weah
  49. Michael Owen
  50. Eto'o
  51. Bettega
  52. Voeller
  53. Klinsmann
  54. Crespo
  55. Rooney
  56. Cavani
  57. Diego Milito
  58. Trezeguet
  59. Fernando Torres
  60. Luis Artime
  61. Angelillo
  62. Higuain
  63. Giordano
  64. F. Inzaghi
  65. Icardi
  66. Papin
  67. Lukaku
  68. John Hansen (Danimarca)
  69. Hrubesch
  70. Toni
  71. Lacombe
  72. Pruzzo
  73. Bierhoff
  74. Makaay
  75. Julio Cruz
  76. Jan Wright


mercoledì 17 ottobre 2012

Klose ad un gol da Gerd Muller in nazionale

Dopo la doppietta messa a segno ieri sera nella rocambolesca partita che la Germania ha pareggiato 4-4 contro la Svezia di Ibrahimovic, Klose ha toccato quota 67 gol in nazionale, issandosi ad una sola lunghezza dal primatista assoluto: il leggendario Gerd Muller. Va bene, Muller segnò tutti quei gol giocando sostanzialmente la metà delle partite di Klose, ciò non toglie che i numeri del centravanti della Lazio siano tali da mettere soggezione. Sempre forte con le squadre di club, il rendimento di Klose è stato addirittura eccezionale in nazionale: 67 reti sono un'enormità. Tanto più che 14 di questi gol sono stati segnati nelle fasi finali dei mondiali. Soltanto Ronaldo, 15 gol, ha fatto meglio di lui, Gerd Muller, il solito connazionale rivale, ha fatto come lui. E diversi sono stati anche i gol realizzati nelle fasi finali dei Campionati Europei. Se, come credo, Klose vestirà la divisa della nazionale tedesca fino ai mondiali del 2014 in Brasile, tutti questi record saranno suoi.

martedì 25 settembre 2012

Ronaldo: 118 kg il peso raggiunto dal più forte centravanti di tutti i tempi

Come abbia potuto Ronaldo acquistare un peso da supermassimo, 118 kg, è un mistero che va oltre lo sport. Si è ritirato, lo sappiamo, ha smesso di allenarsi, sappiamo anche questo, ha sempre avuto una tendenza alla pinguedine, ci risiamo, è noto. Ma, insomma 118 kg lo rendono più simile ad un frequentatore abituale di fast food, che ad un atleta, sia pure un ex atleta. Ora, pare che voglia perdere i chili in eccesso, una quarantina, ne pesava 79 quando arrivò all'Inter nel 1997, partecipando ad un reality in Brasile. Quanto è triste il viale del tramonto del più forte centravanti di tutti i tempi. Perché Ronaldo è stato davvero il più forte! A suffragio della memoria delle sue gesta, guardate questo video.

mercoledì 20 giugno 2012

Euro 2012: dieci buone ragioni per battere l'Inghilterra

Abbiamo avuto il verdetto: sarà l'Inghilterra a contendere all'Italia l'accesso alle semifinali. Qui di seguito un elenco, semiserio, di dieci buone ragioni, storiche, metastoriche, politiche e calcistiche a mente delle quali è necessario che l'Italia batta l'Inghilterra.
1. Gli inglesi, quando Cesare attraversò la Manica, vivevano la gran parte del tempo sugli alberi, mangiavano la carne cruda ed erano organizzati in comuni, plurale di "la comune", di moralità molto disordinata, non sapevano scrivere, non sapevano leggere, a stento conoscevano il fuoco. Per imparare la civiltà hanno dovuto aspettare l'opera infaticabile dei missionari cristiani.
2. Gli inglesi hanno sempre patito il complesso di Roma. Ricordate Enrico VIII Tudor?
3. Gli inglesi si sono ingeriti, troppo, nelle vicende politiche nostrane, padri di quella sentina del vizio che è la massoneria, hanno esportato i loro ideali decadenti in mezzo mondo, foraggiato Garibaldi, tenuto in scacco la Marina del Regno di Napoli. E tutto questo per bassi interessi economici e politici.
4. Mangiano malissimo.
5. I loro bagni sono privi di bidé.
6. Danno sui loro pessimi tabloid un'immagine non veritiera dell'Italia, in nome di un complesso di superiorità che non ha ragione di esistere.
7. Sui loro quotidiani reputati seri esprimono giudizi taglienti sulla nostra politica, che controllano, sulla nostra economia, che controllano e via di questo passo. Pensino agli affari loro. Troppa birra fa male.
8. Avranno anche inventato il calcio, ma, l'hanno sempre giocato malissimo.
9. Sono già sicuri di vincere, sicché una sconfitta brucerebbe moltissimo.
10. A livello di nazionale, hanno vinto, con gol sospetto, soltanto il mondiale di casa. Non possiamo averne paura, tanto più che li allena Roy Hodgson, uno che non volle Ronaldo e mandò via Roberto Carlos, ma dai!

giovedì 10 maggio 2012

Nesta saluta la serie A: è stato uno dei migliori difensori di sempre

Nesta, ai tempi della Lazio, era un fenomeno autentico. Un fuoriclasse della difesa, capace di reggere il confronto con Beckenbauer e Moore. Testa alta, rapidità, forza fisica, tempi esatti d'intervento, tecnica, avvicinava la perfezione. Vicino a lui, persino un Mihailovic appesantito con tanto di pappagorgia, sembrava un asso. Perché Nesta faceva reparto da solo, entrava in scivolata, rigorosamente sul pallone, che intercettava, si rialzava e partiva palla al piede, una finta, avversario disorientato e lancio. Gli infortuni ne hanno limitato il rendimento in nazionale, altissimo solo ad Euro 2000. Dopo la Lazio, di cui è stato capitano e bandiera, il Milan, raccogliendo successi sempre, da biancoceleste e da rossonero. A 36 anni, lascia il Milan e la serie A e merita i complimenti per la saggezza di farsi da parte prima che sia tardi, lasciando intatto il ricordo del grandissimo campione che è stato. In tanti anni, l'ho visto davvero in difficoltà soltanto con il primo Ronaldo nonché, in un famoso derby perso dalla Lazio, con Montella.

lunedì 30 aprile 2012

Roy Hodgson ct inglese: storia semiseria di un allenatore fortunatissimo

I successi di Roy Hodgson sono tutti vichinghi, come il suo cognome del resto. Normanno. Quattro titoli nazionali in Svezia. Premetto che mi è cordialmente antipatico. Allenava il Malmo che estromise l'Inter dalla Coppa dei Campioni nel 1989: difficile da credere a parecchi lustri di distanza. Allenatore della Svizzera, della Finlandia. Poi, l'Inter. Chissà perché? Agli albori della presidenza Moratti. Non ricordo una sua invenzione tattica, ma soltanto un italiano faticoso e faticato, strascinato, tirato via. Tutto inglese, insomma. La finale persa ai rigori con lo Shalke 04. Se ne andò nel 1997, proprio dopo la scoppola europea. Tornò nel 1999, esperienza del tutto dimenticabile. Poi se ne andò a vincere in Danimarca, bella forza, al Copenaghen. E poi tanti altri incarichi, persino il Liverpool. Sempre mediocri i risultati. E così Roy Hodgson diventa, alla vigilia degli Europei, commissario tecnico della nazionale inglese. Con quel profilo da Mr. Bean appena uscito da un pub. Sarà all'altezza? Ne dubito, ma, la fortuna in carriera non gli è mancata. Gli interisti lo seguiranno con immutatata gratitudine, per non aver voluto Ronaldo nel 1996 e per aver preferito, quello stesso anno, Pistone a Roberto Carlos!!! Roy Hodgson: un finissimo intenditore di calcio! Ma, dai!

mercoledì 21 marzo 2012

La media gol di Messi. Che non è il più forte di sempre. Maradona era di un'altra categoria

Numeri iperbolici quelli di Messi. Dopo la tripletta di ieri sera, i gol con il Barcellona sono 234, sicché Messi, 25 anni a giugno, diventa il più grande goleador della storia del Barca. Notevole, assolutamente notevole. Se non fosse che si ricomincia con la solita storia dei confronti con i grandi del passato, che, a detta dei lodatori del tempo presente, Messi avrebbe già superato. Non sono d'accordo. Perché si trascura di considerare il fattore "Barca". Senza perdersi in troppe disquisizioni, cito qualche numero significativo. Messi, nel Barcellona più forte di sempre, segna con una straordinaria media, 0,75 nella Liga, 0,76 in Champions. Con la casacca dell'Argentina, però, mistero apparente del calcio, la sua media si normalizza ed anzi precipita a 0,32, poco meno di un gol ogni tre partite. Ci sarà un motivo? Perché dev'esserci. Ne converrete. Lo 0,32 con l'Argentina, peraltro, è il frutto del rapporto tra le 64 partite giocate, una quantità statisticamente affidabile, ed i 22 gol segnati. Qual è il vero Messi? Quello del Barca, fenomenale, oppure quello con la maglia albiceleste, forte, ma meno di tanti altri? Probabilmente, la risposta esatta sta nel mezzo. Sicché Messi è fortissimo, nessun dubbio, ma Maradona resta di un'altra categoria.
Aggiungo che Ronaldo, nonostante i terribili infortuni patiti in carriera, ha chiuso l'attività agonistica con una media di 0,68 gol a partita, 442 reti in 644 partite: media superiore a quella mantenuta fino ad ora da Messi di 0,64 gol partita, frutto del rapporto tra le 416 partite giocate ed i 269 gol segnati.
* Aggiornamento dell'8 maggio 2012: Messi è arrivato, ad una giornata dalla fine, a 50 gol nella Liga, davvero troppo perché si possa ancora considerare attendibile il campionato spagnolo, nel quale Cristiano Ronaldo è comunque a 45. Cifre iperboliche. Basti pensare che proprio Cristiano Ronaldo, in Premier League, si è fermato al massimo a 31.
*Aggiornamento dell'11 dicembre 2012: gli 86 gol stagionali di Messi sono un'enormità. Battuto il primato di Gerd Muller: 85 gol nel 1972. Il punto, però, è un altro, richiamando quanto scritto sopra, nella Liga Messi segna troppo, perché nella Liga, in assoluto, si segna troppo. Chiarisco meglio il mio pensiero in nuovo post che segnalo: "Messi 86 gol: fermate la Liga!".
*Aggiornamento dell'8 giugno 2013: ieri Messi ha giocato l'ennesima partita a bassissima intensità con l'Argentina, nella sfida terminata a reti bianche contro la Colombia. Segnalo, al riguardo, un nuovo post:  "La media gol di Messi, strepitosa con il Barca precipita con l'argentina".
*Aggiornamento del 28 luglio 2021: torno a questo post dopo più di otto anni. Messi ha continuato a segnare a raffica con il Barca ed anzi la sua media è cresciuta a 0,86 gol a partita. Come ha continuato a faticare con l'Argentina: 0,50 gol a partita, ad oggi, meglio di prima, ma nettamente peggio che in blaugrana. Ha fallito la finale mondiale del 2014 e le finali di Coppa America 2015  e 2016, vincendo, ma ai rigori, quella del 2021. La mia idea su di lui non è mutata.

venerdì 16 marzo 2012

I dieci calciatori più forti di sempre: Maradona, Pelé, Cruijff, Meazza, Di Stefano, Puskas, Ronaldo, Messi, Rummenigge, Eusebio

E' una delle passioni degli amanti del calcio, formare graduatorie dei migliori giocatori della storia del calcio. Così, improvviso una mia classifica, che tiene conto del talento individuale, dei successi personali e di squadra, della capacità di incidere in un'epoca e di lasciare un'impronta del proprio passaggio sui campi di calcio. Molti non saranno d'accordo, ed è inevitabile. Valga la classifica che segue come provocazione.
1. Maradona              6. Puskas
2. Pelé                        7. Ronaldo
3. Cruijff                   8. Messi
4. Meazza                  9. Rummenigge
5. Di Stefano           10. Eusebio
Cosa ne pensate? Avete graduatorie alternative da proporre?

lunedì 27 febbraio 2012

Juve: colpo gobbo a Milano. Pareggio tra le polemiche. Ranieri va esonerato

Milan ancora in testa, per un punto, ma la Juve deve recuperare una partita. Sabato sera, un errore inaccettabile priva i rossoneri del gol del 2-0, che avrebbe decretato la sconfitta della Juve, capace di recuperare nel finale con Matri. Muntari aveva segnato, ma Buffon smanaccia la palla, oltre la linea per tutti, ad eccezione della terna arbitrale. Come nel '98, ad Empoli, fece Peruzzi. Allora, era l'Inter a contendere lo scudetto ai bianconeri. E sappiamo tutti come andò a finire, con Iuliano che abbattè Ronaldo in area, ma, il rigore, pochi secondi dopo fu assegnato alla Juve. Siamo alle solite. La Roma si scioglie a Bergamo, priva di De Rossi, spedito in tribuna da Luis Enrique: non mi è parsa una grande idea. Splendida, comunque, la tripletta di Denis. Il Genoa trema in casa, salvato dalla doppietta di Palacio. La Lazio, per mezzo del solito Klose, torna alla vittoria. Vincono anche il Lecce di Cosmi ed il Catania di Montella, una delle squadre più in forma del momento, che, domenica renderà visita, manco a dirlo, all'Inter. Che è, purtroppo, la squadra messa peggio ora come ora. Ranieri, per domenica, si sarà schiodato da quella panchina. Sia esonerato subito.

giovedì 23 febbraio 2012

Ranieri si dovrebbe dimettere

Ranieri si dovrebbe dimettere. Anzi, avrebbe dovuto rendere le dimissioni già ieri sera, dopo la sconfitta rimediata a Marsiglia, all'esito di una partita rinunciataria contro avversari piuttosto scarsi, i più scarsi tra quelli approdati agli ottavi di Champions League. Ha rispolverato Zarate, in evidente ritardo di condizione, anche perché non gioca mai. E Forlan, schierato punta unica in spazi vastissimi, nei quali avrebbe potuto brillare il primo Ronaldo oppure l'Eto'o della scorsa stagione, ma, non Forlan, che è una seconda punta e che non ha lo scatto bruciante necessario a fare la differenza. Per di più, entrato Ayew D., che nessuno riusciva a contrastare, avrebbe dovuto mandare in campo Ranocchia, abile se non altro nel gioco aereo. Insomma, Ranieri ha sbagliato tutto il possibile, sia nella strategia di gara, sia nella tattica a partita in corso. Si dimetta. Vogliamo Zenga al suo posto. L'Inter merita di più.

giovedì 29 dicembre 2011

Riquelme più forte di Zidane

Ritengo che Riquelme sia stato, per quanto ancora in attività, più forte di Zidane. Per lo meno, nel palleggio, nel quale pure l'asso francese ha raggiunto vertici toccati da pochi. Tuttavia, Riquelme, fresco vincitore del quinto titolo argentino con il Boca Juniors, ha mostrato un tale numero di giocate, da riuscire superiore allo stesso Zidane. L'accostamento ha un senso e per il ruolo, due rifinitori a tutto campo, e per il passo, nessuno dei due particolarmente veloce, e per la complessione, entrambi alti più di un metro ed ottanta e tutto tranne che smilzi. Si dirà: Zidane ha vinto di più. E' vero. Quel mondiale, cui molto contribuì il malore di Ronaldo, pesa, ma non si deve sottovalutare l'Olimpiade vinta da Riquelme. E se Zidane ha conquistato una Champions, Riquelme risponde con tre Coppe Libertadores. Palla al piede, infine, grandissimi entrambi, una leggera preferenza va, per me, a Riquelme. Quello che ho visto fare a lui, con tre avversari addosso, neppure Zidane l'ha mai fatto. Guardare per credere. Che ne pensate?

venerdì 25 novembre 2011

Storia di Recoba: 9 (la semifinale di Champions e Zaccheroni)

Ronaldo lascia l'Inter di notte, a fine agosto, da campione del mondo con il Brasile, attratto dalle sirene madrilene. I tifosi nerrazzurri sono sgomenti: un'altra batosta dopo quella del 5 maggio 2002. Nello spazio di pochissimi mesi. Cuper resta al suo posto. L'Inter in campionato prova a contrastare la Juventus e culla a lungo ambizioni di scudetto, destinate però a sfumare con una decina di giornate di anticipo: alla fine sarà soltanto secondo posto. Recoba gioca più spesso da seconda punta, laddove la stagione precedente era stato spesso centrocampista di fascia sinistra: ruolo faticoso ed ingrato per lui, tanto più che alle spalle aveva Gresko. Ora, invece, stagione 2002/03, Cuper lascia Recoba appena più libero di giocare il proprio calcio. Recoba segna uno strepitoso gol contro la Roma nel girone di ritorno, ma, l'Inter, in vantaggio per 3-1, si fa rimontare fino al 3-3, che nasce da una palla persa da Morfeo, subentrato al posto di Recoba, fino ad allora migliore in campo. Il sunto della sua carriera: gli allenatori all'Inter hanno sempre fatto a gara a sostituirlo, per essere smentiti dal campo. Alla fine, per il Chino, saranno dodici i gol, 9 in campionato, 3 in Champions League, dove l'Inter viene eliminata dal Milan del fortunatissimo Ancelotti, con due pareggi, uno a reti bianche, nel quale Recoba mezzo infortunato sbaglia un gol quasi fatto, l'altro per 1-1, nel ritorno in casa, che costa la finale ai nerazzurri. Moratti, ormai, non ha più fiducia in Cuper, ma lo tiene comunque, salvo esonerarlo dopo poche partite della stagione successiva, facendo posto a Zaccheroni. Con il tecnico romagnolo, Recoba gioca spesso attaccante esterno, costretto a quei recuperi che gli sono così ostici: segna comunque 11 reti complessive, alcune bellissime. L'Inter, solo quarta in campionato, nonostante l'arrivo di Adriano dal Parma, che con Recoba si trova bene, cambia ancora direzione tecnica, è la volta di Roberto Mancini. La storia di Recoba all'Inter comincia a prendere i colori del crepuscolo. 9^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

martedì 22 novembre 2011

Storia di Recoba: 8. (il 5 maggio 2002)

La stagione 2001/2002 nasce sotto buoni auspici, Ronaldo ritorna dal gravissimo infortunio, sebbene Cuper usi troppa prudenza nel fargli rivedere il campo, Vieri accusa problemi muscolari, sicchè all'inizio l'attacco dell'Inter si affida a Kallon e Ventola. L'Inter contende la testa della classifica al sorprendente Chievo, Ronaldo torna al gol contro il Brescia, pochi giorni dopo viene a mancare il grande Peppino Prisco. Alla fine, termina la squalifica di Recoba, che contribuisce alla cavalcata nerazzurra verso uno scudetto che manca dal 1989. Recoba segna una doppietta memorabile contro il Lecce, uno dei due gol è una meraviglia, palla ricevuta nella propria metà e 60 metri palla al piede, avversari saltati e portiere battuto. Arriva la sfida scudetto con la Roma al Meazza: è l'apoteosi di Recoba, doppietta ed assist per Vieri nel 3-1 finale. Poi, l'Inter rallenta, la Juve, che sembrava in disarmo comincia a vincere a ripetizione. La penultima di campionato, l'Inter ha un punto di vantaggio e sfida il Piacenza, segna Cordoba, pareggiano gli emiliani, Recoba, su punizione riaccende le speranze scudetto, subito imitato da Ronaldo. Arriva il fatidico 5 maggio 2002, la Juventus passa in vantaggio ad Udine molto presto, l'Inter deve vincere. Segna due volte, sempre su angolo di Recoba, con Vieri e Di Biagio, ma viene ripresa e battuta 4-2. Una tragedia sportiva. E' la maggior delusione della carriera di Recoba, che, di quello scudetto meritato e sfumato sul filo di lana, sarebbe stato l'eroe. Ai mondiali che si tengono di lì a poco in  Giappone e Corea del Sud, Recoba, che segna un gol, sconta anche l'eliminazione al primo turno dell'Uruguay. 8^ puntata (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 9^ puntata).