Elenco blog personale

Visualizzazione post con etichetta centravanti. Mostra tutti i post
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lunedì 9 gennaio 2023

Un saluto a Roberto "Dinamite"

Raccontato dal soprannome, Roberto "Dinamite", classe 1954, storico e prolificissimo centravanti del Vasco da Gama, è stato uno dei massimi goleador della storia del Brasile, segnando a ripetizione tra gli anni '70 e '80. Nessuno come lui nella storia del campionato nazionale, nato nel 1971: 190 gol. Complessione robusta, il tiro tremendo che s'intuisce, ma anche tecnica raffinata: virtuoso del primo tocco, quello che nel calcio è il più importante, era solito superare il primo marcatore con un tunnel d'esterno. Mai riuscì ad essere stabilmente il centravanti della nazionale verdeoro, con la quale pure partecipò a due mondiali, nel 1978 - segnò un gol contro l'Austria e una doppietta contro la Polonia - e nel 1982, quando, anche per nostra fortuna, gli fu preferito l'evanescente Serginho. Più noto in patria che fuori, Roberto Dinamite ha avuto, come talvolta capita, riconoscimenti inferiori a quelli che avrebbe meritato.

giovedì 1 settembre 2022

Fenomenologia di Erling Haaland

Haaland come Greaves, a 22 anni.

L'ultimo capace di segnare così tanto a poco più di 22 anni, è stato Jimmy Greaves, asso inglese del Chelsea prima e del Tottenham poi, con una breve parentesi, nella stagione 1961/62, nel Milan, con cui segnò 9 gol in 10 partite: il che fa capire a quali medie realizzative viaggiasse. Ecco, Greaves, come Haaland oggi, a poco più di 22 anni, al termine della stagione 1962, aveva segnato oltre 180 gol, tra squadre di club e nazionale inglese. Ieri Haaland, con una tripletta, è salito a 9 gol in 5 giornate di Premier League* e sembra destinato ad abbattere ogni record realizzativo. Potrà riuscirci se, diversamente da Greaves, non avrà un declino precoce quanto precoce fu la sua ascesa. Se saprà essere anche longevo, Haaland potrà segnare 1.000 e più gol tra i professionisti. Greaves si fermò a poco più di 500. Comunque, tantissimi.

Le caratteristiche tecniche di Haaland

Alto 1,94 m, Haaland, già oggi il miglior calciatore della storia norvegese, pesa 94 kg. Affronta sistematicamente difensori meno alti e meno pesanti di lui che, a dispetto della formidabile complessione, è piuttosto rapido e sa scatenare una progressione irresistibile. Nella quale ricorda Adriano Leite Ribeiro, mancino come lui. Per il tiro tremendo, potentissimo, sia destro che di sinistro, ricorda invece un altro scandinavo, lo svedese Nordahl. Ma, Haaland domina anche nel gioco aereo, nel quale la statura aiuta ma non basta. Lui ha anche scelta di tempo, stacco imperioso e coraggio, come il tedesco anni '70/'80 Hrubesch. In più ha l'arroganza agonistica di Ibrahimovic: vuole sempre palla, vuole sempre battere a rete e ama altresì partecipare alla costruzione del gioco sulla trequarti, dove arretra alla ricerca di palloni. Anche nel City di Guardiola.

Haaland e la Norvegia.

Se Greaves, visto che abbiamo voluto stabilire questo raffronto iniziale, ebbe la possibilità di mettersi in mostra con l'Inghilterra, con la quale vinse il Mondiale del 1966, Haaland è norvegese e la Norvegia, nella sua storia, ha partecipato ad una sola fase finale degli Europei, nel 2000, e a due fasi finali dei Mondiali, nel 1938 e nel 1998. Ecco, la sfida che Haaland dovrà raccogliere sarà quella di trascinare un Paese con poca tradizione calcistica oltre i propri limiti storici.


* Aggiornamento del 5.9.2022: da ieri, 10 gol in sei partite di Premier per Haaland. Media impressionante.

Erling Haaland ai tempi del
Salisburgo



martedì 16 marzo 2021

Ritratto tecnico di Lautaro Martinez

Quando il nome di Lautaro Martinez fu accostato all'Inter, circa tre anni fa, pochi lo conoscevano. Decisi d'informarmi, guardai qualche video, ero incerto, fin quando m'imbattei in una dichiarazione di un campione tanto grande quanto schivo, Ardiles, centrocampista funambolico campione del mondo con l'Argentina nel 1978: ne parlava come di un grande attaccante, veloce, tecnico e grintoso. Mi bastò. Il parere dei calciatori sui calciatori - non sul calcio in assoluto, ma sui calciatori - per me è generalmente decisivo.

Lautaro, pian piano è andato confermando le belle parole che su di lui spese Ardiles. Ecco, ora che lo conosciamo tutti meglio, di Lautaro vorrei provare a tracciare un ritratto tecnico. Di statura ridotta - visti i tempi di marcantoni e lungagnoni -, Lautaro, a dispetto del suo 1,74 m, è un formidabile colpitore di testa. Per elevazione - ricorda il connazionale Aguero, ma anche il tedesco Riedle, o i cileni Zamorano e Salas, per restare in ambito nerazzurro, invece, Carletto Muraro -, coraggio, scelta di tempo e qualità d'impatto, è tra i migliori in circolazione. Per esempio è molto più forte, in questo fondamentale, di Lukaku, cui rende 16 cm, o, tornando indietro, di Adriano. Perché la statura non basta e conta sino ad un certo punto. Ha tecnica notevole Lautaro Martinez, nello stop, anche orientato, come si dice in covercianese, tanto che spesso gli basta per liberarsi del primo marcatore, ha dribbling stretto, scatto fulmineo e tiro secco, con entrambi i piedi. Tiro spesso eseguito di prima intenzione. Non brilla invece per freddezza in area, dove non sempre capitalizza le occasioni che gli capitino, sia perché sbaglia la scelta - e con l'esperienza potrà migliorare - sia perché il moto perpetuo e il sacrificio in copertura gli tolgono lucidità. Ha un grande temperamento e non teme il confronto fisico con avversari più massicci di lui. La sua forza maggiore è nelle gambe. A 23 anni e mezzo, è già uno dei migliori attaccanti del mondo.

giovedì 14 gennaio 2021

Mauro Icardi: 160 gol in carriera

Stagione travagliata per Mauro Icardi al Psg: fuori quasi tre mesi per infortunio. Nello spazio di pochi giorni, però, il centravanti argentino, per me tra i primi tre al mondo in area di rigore, è tornato al gol due volte. Prima in Ligue 1 poi nella finale di Supercoppa di Francia, conquistata ieri contro il Marsiglia. Al netto di una narrazione spesso forzatamente critica nei suoi confronti, Icardi ha vinto il quarto torneo con i parigini, segnando 24 gol in 41 partite. Restando ai numeri, che come sempre sono dalla parte di Icardi, ieri ha segnato il gol n. 160 da professionista. 

mercoledì 30 dicembre 2020

Pinamonti deve restare all'Inter

Pinamonti dovrebbe restare all'Inter. Anche se il mainstream nerazzurro lo vorrebbe altrove. È sottovalutato. A 21 anni e mezzo e con il vasto repertorio di cui dispone, ha tutto per diventare il centravanti del futuro. Mancini, che come tecnico considero fino ad un certo punto, ma il talento sa riconoscerlo, si è espresso da tempo in suo favore. Come fece per Zaniolo. Filippo Inzaghi, che nel ruolo qualcosa ha dimostrato, pare che lo voglia al Benevento. Ecco, di questi pareri, all'Inter, farebbero bene a tener conto. 

venerdì 18 settembre 2020

Pinamonti è da Inter, come Altobelli nel 1977

La competenza, questa sconosciuta. Molti tifosi dell'Inter, di quelli che stravedono per Conte e Marotta, avanzano dubbi sulle qualità di Pinamonti, che rientra dal Genoa. A costoro, voglio ricordare che, nel 1977, Mazzola, appena passato dal campo alla scrivania, andò a prendere dal Brescia Alessandro Altobelli, detto Spillo, che aveva fatto bene, nemmeno benissimo in serie B. Altobelli, avrebbe compiuto 22 anni a novembre di quell'anno, quale esperienza aveva di serie A e di grande squadra? Mazzola, però, sapeva di calcio. Altobelli divenne il centravanti titolare dell'Inter, per 11 stagioni consecutive, 466 partite e 209 gol, secondo solo a Meazza per reti nerazzurre. Ora, Pinamonti, 21 anni, è probabilmente meno forte di Altobelli, ma comunque ha forza fisica, tecnica notevole, difende bene il pallone, calcia con eguale efficacia con entrambi i piedi, ha già 10 gol in serie A e un curriculum ragguardevole con le giovanili. Arriva come quarta punta. Mi spiegate qual è il problema?

giovedì 2 luglio 2020

Giovanni Simeone: il mestiere del centravanti

Imporsi nel calcio professionistico, portandosi appresso un cognome importante come il suo, non dev'essere stato facile. Giovanni Simeone, figlio di Diego Simeone, già centrocampista assaltatore con più 100 presenze nella nazionale Argentina e da anni allenatore iconico dell'Atletico Madrid, non è un fuoriclasse. Non impressiona, non suggestiona e non ruba l'occhio. Ormai ha 25 anni e probabilmente resterà sempre ai margini delle cosiddette grandi squadre. Eppure è un centravanti di valore che, del centravanti, conosce regole, segreti e astuzie: il mestiere, insomma. A Cagliari, soprattutto con Zenga, che crede in lui, ha ritrovato con regolarità la via della rete. Contro il Bologna ha segnato il decimo gol in campionato, toccando la doppia cifra per la terza volta da quando gioca in Serie A: gli era già riuscito nei primi due anni a Firenze. Ha tutti i colpi. In nessuno eccelle, ma non ci sono punti deboli nel suo gioco. Segnerà ancora tanti gol.

martedì 30 giugno 2020

Destro e Pinamonti contro la Juve

Stasera, il Genoa, in piena lotta per non retrocedere, affronterà la Juve capolista. Partita dall'esito non scontato. La Juve continua a sembrarmi poco brillante, mentre il Genoa, sebbene in affanno, o forse proprio per questo, ha tutto da guadagnare da una partita contro pronostico.


Leggendo le probabili formazioni, l'attacco rossoblu dovrebbe essere guidato da Mattia Destro ed Andrea Pinamonti. Due attaccanti di scuola Inter, nei quali l'Inter ha creduto poco. Almeno in Destro, perché Pinamonti all'Inter potrebbe anche tornare. 


Ora, al netto di considerazioni già svolte sulla politica nerazzurra di allevare talenti per poi mandarli altrove, come se la formazione in casa fosse stata un limite, si tratta di due attaccanti molto forti. Destro, comunque autore di 70 gol in serie A, ha un poco sprecato il suo talento. Perché aveva tutto del bomber vero, dal tiro secco al gioco aereo, dalla forza fisica all'opportunismo in area di rigore. Commise l'errore di rifiutare, almeno così si disse, la convocazione ai mondiali brasiliani del 2014. Gli ultimi anni li ha giocati, a Bologna, sempre in chiaroscuro. Pinamonti, dal canto suo, ha solo 20 anni. E, oltre al valore atletico e tecnico, possiede anche una spiccata personalità. Non so quanto si possano integrare, perché sono due 9 classici. Però, saranno clienti scomodi per l'ingessata difesa bianconera. 

mercoledì 27 dicembre 2017

Harry Kane re del gol 2017, superato Messi

L'11 febbraio 2015, scrissi un rapido post su Harry Kane, giovane centravanti del Tottenham, che cominciava a far parlare di sé a suon di gol. Mi aveva impressionato la vastità del suo repertorio di attaccante e mi ero spinto a pronosticargli una carriera leggendaria. Due anni e mezzo dopo, Kane nella leggenda, sebbene abbia solo 24 anni, c'è già. Da allora, ha chiuso per tre volte, sopra i 20 gol in Premier League, ha conquistato due volte consecutive (2016/2017) il titolo di capocannoniere della massima serie inglese. E si avvia a ripetersi in questa stagione, già 18 gol in 18 partite. Nell'anno solare 2017, ha segnato 56 gol, due più di Messi, nonché 39 reti complessive in Premier League, tre più delle 36 che segnò Alan Shearer nel 1995. Scrissi, allora, che Harry Kane sarebbe diventato un fuoriclasse epocale. Ebbene, è già la sua epoca. E Russia 2018 sarà il suo mondiale.

mercoledì 7 giugno 2017

La leggenda di Hector Scarone

Le pochissime, sgranate, immagini di repertorio impediscono di restituire, a parole non si può fare, la grandezza di Hector Scarone, leggendario centravanti e poi mezzala, che vinse tutto con l'Uruguay, tra la fine degli anni '10 e gli anni '30. Meazza, che se ne intendeva, dichiarò di ritenerlo il più forte tra i giocatori da lui visti. Il re dei portieri, lo spagnolo Zamora, lo considerava il simbolo del calcio. Quattro Coppe America, due Olimpiadi, 1924 e 1928, ed il primo mondiale del 1930, tra i suoi allori con la nazionale albiceleste. Capocanniere assoluto, con 31 gol, prima di essere superato da un mestierante del gol come Forlan, grazie a tante presenze di più. Da quanto abbia potuto ricostruire, un Rooney ante litteram, per il fisico compatto, la forza e la precisione del tiro, l'implacabile stacco di testa. Più tecnico, più fantasioso, più imprevedibile. Giocò anche nell'Inter, ultratrentenne, e nel Palermo, regalando isolate prodezze. 

sabato 20 maggio 2017

Harry Kane fenomeno del gol

Quaterna al Leicester e Harry Kane sale a 26 gol in Premier League, dove scavalca quota 20 da tre stagioni consecutive. Numeri che non si vedevano oltremanica dai tempi del primo Alan Shearer. L'Europeo sotto tono dello scorso anno ha impedito a tanti di capire appieno la forza di questo centravanti totale. Lo scrissi due anni fa, Harry Kane farà epoca.

lunedì 22 agosto 2016

Borriello 80 gol in serie A

Con quello di oggi al Genoa, i gol di Marco Borriello in serie A sono 80. Non pochi ma, probabilmente,  la metà di quelli che un centravanti come lui, forte sia fisicamente che tecnicamente, avrebbe potuto realizzare. Ha buttato via almeno 3 o 4 stagioni, facendo panchina tra Milan e Roma.

domenica 20 dicembre 2015

Borriello 75 gol in serie A

Stava per guastare le vacanze alla folla bianconera. Poi, purtroppo, la rimonta che ha lasciato valore solo statistico al gol n. 75 in serie A di Marco Borriello: rete peraltro splendida per costruzione ed esecuzione. Un centravanti che, a questo punto della carriera, per il talento, avrebbe dovuto segnarne almeno 150. Alla fine, per tornare alla cronaca, la Juve ha battuto il Carpi 3-2.

venerdì 9 ottobre 2015

Lewandowski pallone d'oro 2015?

Potrebbe essere Lewandowski, centravanti polacco in forza al Bayern Monaco, ad interrompere la serie di palloni d'oro che, dal 2008, premiano ora Cristiano Ronaldo, tre volte, ora Messi, quattro volte. E non solo per il mucchio di gol che tra squadra di club e nazionale Lewandowski sta mettendo a segno in questo primo scorcio di stagione. Ma, perché il centravanti del Bayern è un giocatore completo, forte fisicamente eppure dotato di una tecnica sontuosa, paragonabile a quella di Van Basten. Con due o tre avversari addosso, Lewandoski non  allarga le braccia, ma si smarca con un repertorio di finte e di dribbling che lasciano di sasso i suoi marcatori. Spettacolare ed efficace. Oltre che vincente. A 27 anni, Lewandowski può legittimamente ambire ad un riconoscimento di prestigio come il pallone d'oro 2015. 

mercoledì 11 febbraio 2015

Harry Kane segnerà un'epoca: breve ritratto della nuova stella del Tottenham

Un centravanti si vede, si presente, si intuisce da molte cose. E soprattutto da come sa fermare un pallone, spalle alla porta, girarsi e tirare. Alcuni, anche piuttosto reputati, sono lenti come paracarri. Altri, magari guizzanti, danno il meglio soltanto faccia alla porta. Altri ancora, e non sono tanti, sanno invece, nello spazio di un secondo, eseguire un grande stop, voltarsi, mai dalla stessa parte, e battere a rete, con il destro oppure con il sinistro non importa. Ecco, questo Harry Kane, sorprendente centravanti del Tottenham, sa farlo benissimo. E da come lo fa sono indotto a pronosticargli una grandissima carriera. Alto poco meno di un metro e novanta, magro ma fortissimo, Kane, che compirà 22 anni a luglio ed è il faro della nazionale under 21 inglese, ma già in odore di nazionale maggiore, ha testa e tecnica, acume tattico e tiro secco. E tira con tutti e due i piedi. Adriano ha finito anzitempo la carriera non soltanto per gli eccessi lontano dal campo, come ha preteso la vulgata degli incompetenti, ma anche e soprattutto perché un centravanti con un solo piede non fa e non può fare strada, un centravanti che non sa smarcarsi senza palla non fa  e non può fare strada, un centravanti che non sa eseguire un terzo tempo per colpire di testa non fa e non può fare strada. Kane tutto questo lo sa fare. Come, per stare ad un suo coetaneo, sa farlo Icardi. Che però il meglio lo dà negli ultimi sedici metri. Kane, invece, sa prendere palla sulla trequarti, dribblare e calciare con grande precisione anche da fuori area. Nei movimenti, potrebbe ricordare Bobby Charlton, di cui è meno elegante anche perché più alto e meno tecnico, però il ruolo è quello lì, centravanti di manovra dal repertorio completo. In più, ha un grandissimo temperamento. Harry Kane diventerà un fuoriclasse epocale.

giovedì 15 gennaio 2015

L'Inter deve tenere Icardi

Il senso del gol non si può imparare. Non è un fondamentale. È una dote innata, cui entro certi limiti soltanto l'esperienza, con il carico di errori che si trascina, può supplire. Icardi ha il senso del gol. Si capisce da come gioca, soltanto in vista del gol, da come calcia, inquadrando sempre la porta, dalle scelte che fa, tutte orientate a liberarsi al tiro. Poi, ha anche le doti tecniche ed atletiche per dare materia e sostanza a questo talento. L'Inter non dovrebbe farsi sfuggire un centravanti così. Uno che può varcare la soglia dei 200 gol in nerazzurro, come Meazza, come Altobelli.

martedì 25 novembre 2014

Arrivederci ad Aurelio Milani, centravanti della Grande Inter

E' mancato Aurelio Milani, centravanti della Grande Inter di Helenio Herrera e di Angelo Moratti. Possente ed acrobatico, Milani fu anche capocannoniere, con la Fiorentina, a pari merito con Altafini, all'esito della stagione 1961-62. Giunse all'Inter nel 1963, in tempo per vivere le irripetibili avventure europee di una delle squadre più forti di sempre. Segnò un gol meraviglioso, al Prater di Vienna, nella finale di Coppa dei Campioni del 1964, contro il Real Madrid di Di Stefano e Puskas (gli altri due gol nerazzurri, nel 3-1 finale, furono del giovane Sandro Mazzola): Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. Che la terra gli sia lieve.

lunedì 13 ottobre 2014

Graziano Pellè 100 gol in carriera

Il gol segnato all'esordio con la nazionale italiana contro Malta è anche il gol n. 100 nella carriera di Graziano Pellè. Il dato significativo è che Pellè, 29 anni, ha segnato più della metà di questi 100 gol negli ultimi due anni. Nel dettaglio, 61 gol dalla fine dell'estate 2012 ad oggi.

Graziano Pellè gol all'esordio in nazionale: Italia 1 Malta 0

Gol all'esordio per Graziano Pellè con la maglia della nazionale nella trasferta di Malta, valida per le qualificazioni agli Europei 2016. E' una piccola soddisfazione, poiché sostengo da due anni che Graziano Pellè merita l'azzurro. Il centravanti pugliese, in forza al Southampton, ha qualità sempre più rare nel calcio moderno: fisico possente, da ariete d'area di rigore, ma anche tecnica di primissimo ordine. Ha impiegato parecchio tempo ad affermarsi, poiché ha 29 anni, ma il meglio della sua carriera deve ancora venire.

venerdì 3 ottobre 2014

Conte convoca Graziano Pellè: era ora.

Era ora. Graziano Pellè approda in nazionale, dopo essere stato il migliore centravanti italiano degli ultimi due anni. Parlo di centravanti puro, alto, possente, abituato a stazionare in area di rigore, sebbene anche provvisto di ottima tecnica. Prima al Feyenoord, ora al Southampton, Pellè ha segnato con un ritmo di quasi un gol a partita. Conte ha fatto bene a chiamarlo. Perché i giocatori come lui sono utilissimi contro squadre arroccate in difesa, grazie al gioco di sponda ed alla pericolosità sui palloni alti. Il tipo di attaccante che ci è mancato al mondiale. Che è stato Toni, che è oggi Pellè.