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martedì 23 giugno 2020

Storia dei mondiali di calcio: Russia 2018. Vince la Francia. 23^ puntata

Nel 2018, nella Russia di Putin, si disputa la 21^ edizione dei mondiali di calcio. L'Italia, com'era accaduto a quelli di Svezia del 1958, non c'è! 


Alla vigilia, tra le favorite sono indicate l'Argentina di Messi, Higuain, Aguero e Di Maria e il Brasile di Neymar, che però è reduce da lungo infortunio, e Gabriel Jesus. Un gradino sotto la Francia e la Spagna. Pochi pronostici saranno rispettati. 


Nei gironi eliminatori, nessuna grande sorpresa. La partita più avvincente è il derby iberico, con il Portogallo trascinato ad un rocambolesco pareggio, 3-3, da una tripletta di Cristiano Ronaldo. Impressiona il Belgio, che fa bottino pieno, mettendosi alle spalle l'Inghilterra di Harry Kane, autore di cinque gol in due partite.


L'Argentina esce agli ottavi di finale, sconfitta 4-3 dalla Francia, grazie ad una doppietta del diciannovenne Mbappé: un attaccante velocissimo e potente, che, da lontano, ricorda Ronaldo da Lima. Messi, con dispiacere dei suoi infaticabili laudatores, fallisce ancora l'obiettivo del mondiale: testa bassa, sguardo spaurito, in campo passeggia. Lontano anni luce del carisma impareggiabile di Maradona cui vorrebbero accostarlo. Il Brasile saluta la competizione ai quarti: sconfitta per 2-1 contro il Belgio di Hazard e De Bruyne, autore del gol decisivo. L'Inghilterra supera la Colombia: ancora un gol di Kane, su rigore, che gli varrà il titolo di capocannoniere della manifestazione.


In semifinale si ritrovano: Francia contro Belgio e Inghilterra contro Croazia. I croati, che hanno vinto due partite ai rigori, contro la Danimarca, agli ottavi, e la Russia, ai quarti, contano sul centrocampo meglio assortito del torneo: la regia bassa di Brozovic, il dinamismo tecnico di Rakitic e le rifiniture a tutto campo di Modric, forse la vera stella della manifestazione, e gli affondi di Perisic. Gli inglesi, secondo tradizione, arrivano stanchissimi e, del resto, mancano da una semifinale mondiale dal 1990. Vince la Croazia 2-1 ai supplementari, grazie ad un gol di Mandzukic. La Francia, invece, supera il Belgio con rete del difensore del Barca Umtiti.


In finale, parte forte la Croazia, con gran gol di Perisic, poi viene fuori la Francia che dilaga fino al 4-1, sigillato proprio da Mbappé. Alla fine quattro gol per lui e quattro per Griezmann, rifinitore elegante e spietato: entrambi girano intorno ad un centravanti classico come Giroud, formidabile di testa e nel gioco di sponda, che resta all'asciutto in tutto il mondiale. L'altra forza della Francia è stata il centrocampo, con Pogba, Matuidi e l'onnipresente Kanté.


Vince la Francia del pragmatico Deschamps, replicando il titolo del 1998, seconda la Croazia, terzo il Belgio, quarta l'Inghilterra.


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giovedì 17 maggio 2018

Storia dei mondiali di calcio: il leggendario Brasile 1982

Non vinse. Anzi, perse 3-2 contro gli azzurri, nella seconda partita di un formidabile secondo turno eliminatorio, che raggruppava, oltre al Brasile, l'Italia, per l'appunto, e l'Argentina campione del mondo in carica. Epperò, non si ha memoria di una squadra altrettanto bella e fantasiosa e ricca di talenti multiformi. Forse solo il Brasile del 1970, che aveva però una difesa più forte. Il Brasile del 1982, che vide infrangersi contro una grandissima Italia i propri sogni di gloria, annoverava tra le proprie fila il genio calcistico di Zico, il più rapido ed acrobatico numero 10 che mai si sia visto. Le sue punizioni, segnò così contro la Scozia, erano calci di rigori. La corsa elegante di Junior, costretto da esigenze di copione a recitare da terzino sinistro, lui che era un 10 a propria volta. La sapienza strategica di Falcao, il comandante del gioco, destro e sinistro, testa sempre alta, tiro secco. Il mancino tonante di Eder, che alternava conclusioni violentissime a tocchi morbidi. La falcata regale di Socrates, il capitano neghittoso, il virtuoso del colpo di tacco e del gioco di prima. Basti dire che il meno tecnico, a centrocampo, era Cerezo. Un altro fenomeno. Il pallone, accarezzato da questi maestri del gioco, viaggiava velocissimo, da destra a sinistra, a fiammate. Ecco gli 11, di 15, gol più belli, che quel Brasile, allenato da Telé Santana, segnò al Mundial spagnolo del 1982.

mercoledì 16 maggio 2018

Storia dei mondiali di calcio: Teofilo Cubillas, l'asso del Perù

Uno dei tiri più potenti e precisi mai ammirati sui campi calcio, aveva Teofilo Cubillas, asso del Perù che impressionò ai mondiali messicani del 1970. Cubillas segnò cinque gol in quella manifestazione, per ripetersi, con altre cinque reti, ai mondiali argentini del 1978. Fu tra i migliori giocatori del mondo di quella decade, un fantasista di centrocampo, che le cronache del tempo esaltavano per la sagacia tattica, quasi superiore all'enorme bagaglio tecnico. Comandava il gioco offensivo, senza troppo concedere alla platea. Dribbling e finte ma senza eccessi, mai un tocco di più, la giocata sensazionale sempre annodata alle esigenze della partita. Poi quel tiro, eseguito quasi da fermo. Conclusioni tremende e millimetriche. La squadra della sua carriera fu l'Alianza Lima, ma portò il suo calcio anche in Europa, prima al Basilea, poi al Porto, dove segnò a ripetizione, prima di rientrare in patria. Dieci gol ai mondiali, si diceva. Ecco la sua prodezza, su punizione, contro la Scozia, ad Argentina 1978.

lunedì 14 maggio 2018

Russia 2018. Harry Kane capocannoniere dei mondiali?

Negli ultimi tre anni in Premier League: 25, 29 e 30 gol. Solo che stavolta, dopo due titoli consecutivi di capocannoniere, la palma del miglior goleador è andata a Salah, 32 reti con il Liverpool. Cionondimeno, Harry Kane, centravanti del Tottenham e della nazionale inglese, si è confermato cannoniere di razza. Ai prossimi mondiali di Russia 2018, Kane è tra i più seri candidati alla conquista del titolo di capocannoniere.

martedì 8 maggio 2018

Mondiali di calcio: i grandi che non li hanno giocati o li hanno giocati male

Si tratta della massima competizione calcistica. Eppure, i mondiali di calcio, dal 1930 ad oggi, per mille ragioni, sono stati mancati da alcuni grandissimi calciatori. Altri, pur titolari di una reputazione calcistica di primissimo ordine, hanno steccato proprio lì, sul palco pallonaro più solenne. Eccone due brevi liste.

Mai ai mondiali:

1. Alfredo Di Stefano.

Alfredo Di Stefano, argentino, classe 1926, era già un fenomeno negli anni '40. Nel River Plate della mitica maquina. Epperò i mondiali del 1946 non ci furono. Nel 1950, quando, scomparso tragicamente Valentino Mazzola, contendeva a Puskas il titolo di miglior giocatore del mondo, l'Argentina si rifiutò di partecipare ai mondiali brasiliani. Emigrò. Saltò i mondiali svizzeri del 1954, approdò al Real Madrid, che, più di tutti, contribuì a rendere la squadra di club migliore di sempre, divenne cittadino spagnolo. Ma, la Spagna, come l'Italia, mancò la qualificazione a Svezia '58. Nel 1962, un infortunio gli tolse i mondiali cileni. Da molti considerato il miglior giocatore di sempre, Di Stefano finì la carriera senza giocare un mondiale.

2. Valentino Mazzola.

Valentino Mazzola, mitico capitano del Grande Torino, avrebbe già fatto faville, si fossero mai giocati, ai mondiali del '42. Ma, la guerra li impedì. Stesso discorso, a guerra ormai finita, per quelli del '46. Ai tempi Mazzola, assieme a Pedernera del River Plate, era il numero uno al mondo. A quelli del '50 il destino non lo fece arrivare.

3. Laszlo Kubala.

Lazslo Kubala cambiò tre nazionalità nella sua carriera. Cecoslavacco, ungherese, spagnolo riuscì ad essere. Colonna del Barcellona. Centrocampista totale, un fisico da pugile innestato su piedi d'artista. La Spagna mancò le qualificazioni sia nel 1954 sia nel 1958. I mondiali di calcio persero le prestazioni di un mito.

4. George Best.

Il quinto Beatle, il più talentuoso asso d'oltremanica, la leggenda del Manchester United, il re del dribbling e della dolce vita, George Best, nacque nordirlandese. E non un giocò un solo mondiale. Un'ingiustizia sportiva enorme.

Ryan Giggs.

L'ala sinistra del Manchester United di Alex Ferguson. La tecnica, il tiro, la corsa. Ryan Giggs ha pagato la scelta di giocare con il Galles. Che pure partecipò ai mondiali del 1958. Avrebbe potuto giocare con l'Inghilterra. Che, con lui in campo, forse avrebbe vinto un altro titolo dopo quello del 1966. Andò diversamente.

I giocatori che fallirono ai mondiali:

1. Marco Van Basten.

Ad Italia '90, fu l'ombra del campione che pure era, dopo aver impressionato agli europei di due anni prima. Marco Van Basten rimase a secco. Olanda fuori agli ottavi. Nel 1994, un terribile infortunio, che poi avrebbe posto fine alla sua carriera, lo tenne fuori dai giochi.

2. Zlatan Ibrahimovic.

Ai mondiali del 2006, rimase a secco con la Svezia. Non si qualificò ai mondiali successivi del 2010 e del 2014. non giocherà a Russia 2018.



mercoledì 2 maggio 2018

Russia 2018: la ventesima edizione dei mondiali di calcio. Gli otto gironi eliminatori

L'Italia non ci sarà. Come non ci fu, in Svezia, nel 1958. Ai prossimi mondiali di calcio di Russia 2018 mancherà la nazionale italiana. Ecco gli otto gironi eliminatori. Non mi sorprenderei, se l'Argentina di Messi uscisse al primo turno. Croazia ed Islanda sono due avversari scomodi.


  • Gruppo A: Russia, Uruguay, Egitto, Arabia Saudita
  • Gruppo B: Portogallo, Spagna, Iran, Marocco
  • Gruppo C: Francia, Perù, Danimarca, Australia
  • Gruppo D: Argentina, Croazia, Islanda, Nigeria
  • Gruppo E: Brasile, Svizzera, Costarica, Serbia
  • Gruppo F: Germania, Messico, Svezia, Corea del Sud
  • Gruppo G: Belgio, Inghilterra, Tunisia, Panama

  • Gruppo H: Polonia, Colombia, Senegal, Giappone

venerdì 17 novembre 2017

Storia dei mondiali di calcio: 21^ puntata (Quarto titolo per la Germania a Brasile 2014)


I mondiali del 2014 si disputano in Brasile, dopo 64 anni da quelli del 1950, che proprio i padroni di casa persero, in una partita drammatica contro l'Uruguay di Ghiggia e Schiaffino. L'Italia, allenata da Prandelli, è reduce da un ottimo Europeo, chiuso al secondo posto dietro la Spagna. Ma, delude. Dopo l'iniziale successo contro l'Inghilterra, firmato da Balotelli, s'incarta, con Costarica e Uruguay. E va fuori al primo turno. Molte polemiche della vecchia guardia, guidata da Buffon, peraltro tra i meno convincenti della spedizione azzurra. Parte bene l'Argentina, con Messi che segna quattro gol nel girone eliminatorio, salvo sparire nelle partite ad eliminazione diretta, vieppiù nella finale contro una grande Germania, che già aveva travolto, 7-1, mineirazo, i padroni di casa del Brasile, orfano di Neymar, azzoppato nei quarti contro la Colombia del capocannoniere, con sei reti, James Rodriguez. Delude la Spagna campione in carica, fuori al primo turno come l'Italia, con Diego Costa, brasiliano naturalizzato a forza, che resta a secco. Alla fine, prima la Germania delle tre mezze punte, tra cui spicca Thomas Muller, 5 gol nella manifestazione come quattro anni prima. Il gol in finale, ai supplementari, lo segna però il discontinuo Gotze. Per la Germania, sapientemente guidata da Low, si tratta del quarto titolo mondiale: raggiunta l'Italia. Seconda l'Argentina di Messi, che rimane distante dal Maradona, sublime trascinatore ai mondiali del 1986, terza l'Olanda di Sneijder e Van Persie, al canto del cigno, quarto il deluso e deludente Brasile. Il centravanti tedesco Miroslav Klose, due gol, di cui uno nella semifinale stravinta contro il Brasile, raggiunge quota 16 gol ai mondiali ( dopo i 5 nel 2002, i 5 nel 2006 ed i 4 nel 2010), diventando il capocannoniere di tutti i tempi, davanti a Luis Nazario da Lima, Ronaldo, fermo a 15. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata)

mercoledì 11 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 20^ puntata (2010, in Sudafrica trionfa la Spagna)

Innumerevoli successi con le squadre di club. Nessuno con la nazionale, tolto l'Europeo del 1964. Fino al 2008, quando, eliminata l'Italia di Donadoni ai quarti dal dischetto, la Spagna rivince il titolo europeo, acquista sicurezza, conta su una generazione irripetibile di campioni, su un centrocampo stellare e trionfa ai mondiali del 2010 in Sudafrica. Dove l'Italia con un Lippi di ritorno rimedia schiaffi e pernacchie uscendo al primo turno. Imbarazzante. Lippi lascia a casa Totti, Cassano e Balotelli. Quando si dice la lungimiranza. A casa! Molti pensano che possa essere il mondiale di Messi, che però non è Maradona, che a quei mondiali guida l'Argentina. La Germania travolge la rappresentativa Albiceleste 4-0. I tedeschi, innervati dal talento del giovane Muller, che, con Podolski ed Ozil, agisce alle spalle del centravanti Klose, si fermano in semifinale, come l'Uruguay del fortunatissimo Tabarez. La finale è Spagna contro Olanda. Gli olandesi sperano di vincere quel titolo sfuggito per un soffio nel 1974 e nel 1978. E ci vanno ancora vicinissimi. Ma, Robben, che forma un trio delle meraviglie con Sneijder e Van der Vaart, sbaglia due gol clamorosi davanti a Casillas. Ai supplementari, il fantastico centrocampo spagnolo formato da assi come Xavi, Iniesta e Xabi Alonso prende il sopravvento. E' un gol di Iniesta a decidere la vittoria del mondiale per la Spagna, mai andata prima oltre il quarto posto del 1950. Prima la Spagna, seconda l'Olanda, terza la Germania, quarto l'Uruguay. Capocannonieri Thomas Muller, autore di cinque gol, come Forlan, Sneijder e Villa. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata, 19^ puntata)

martedì 10 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 19^ puntata (2006, in Germania quarto trionfo dell'Italia)

Mentre infuria la bufera di calciopoli e si squarcia un velo di ipocrisia per anni tenuto su anche da una stampa troppo accomodante, la nazionale italiana parte per la Germania, che ospita i mondiali del 2006, con poche certezze e molte paure. Prime fra tutte quelli dei giocatori della Juve, come Cannavaro e Zambrotta, in cerca disperata di nuovo contratto e di nuova sistemazione, atteso che la Juve è destinata alla serie B. Motivazioni suppletive a quelle tipicamente sportive che svolgeranno un ruolo nel successo degli azzurri. Assieme ad un sorteggio benevolo, dal girone fino ai quarti, dove si batte l'Ucraina dopo aver battuto agli ottavi la resistibile Australia soltanto con rigore trasformato dal subentrato Totti. In semifinale, è Grosso, ai supplementari, a sbloccare il risultato con una conclusione mancina ad effetto. Il terzino, in procinto di trasferirsi all'Inter, vive un mese magico, come lo vive Materazzi alla fine capocannoniere azzurro assieme a Toni. L'Italia va in finale, dove trova la Francia, che nel frattempo si è sbarazzata del Brasile di Ronaldo, Ronaldinho, Kakà ed Adriano, troppi galli dentro un pollaio dove pochi sono disposti a faticare. Zidane è in stato di grazia, assai più che nel mondiale casalingo del 1998. Pronti via, Materazzi stende Henry, rigore di Zidane. Francia avanti. Materazzi, però, pareggia di testa con stacco imperioso. Partita dura, che la Francia gioca meglio, senza tuttavia passare in vantaggio. Si va ai supplementari. Zidane sfotte Materazzi che gli risponde in modo rusticano. Zidane, che è più rusticano di lui, lo stende con una testata. Zidane espulso. Sarà l'ultima partita della carriera. Rigori. L'Italia, stavolta, non sbaglia. L'ultima trasformazione è di Grosso. Italia campione del mondo per la quarta volta. Seconda la Francia. Terza la Germania del capocannoniere Klose, cinque reti per lui. Quarto il Portogallo. Pochi i meriti di Lippi: è la vittoria di una grande generazione di calciatori, da Totti a Nesta a Pirlo, passando per Inzaghi, Del Piero, Cannavaro e via di questo passo. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata, 18^ puntata)

domenica 8 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio. 18^ puntata (2002, in Corea del Sud e Giappone trionfa il Brasile)

Due terribili infortuni, due anni senza giocare, quelli del 2002 furono i mondiali della resurrezione calcistica di Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo, il miglior centravanti della storia. Capocannoniere di quella stramba edizione dei mondiali d'oriente, tra Giappone e Corea del Sud. L'Italia di Trapattoni, che lasciò colpevolmente a casa Roberto Baggio, dopo un girone stentato uscì agli ottavi contro i coreani, tra mille polemiche per via dello scandaloso arbitraggio casalingo di Moreno. Ma, ancora si ricorda un erroraccio di Vieri sotto misura, e Maldini immobile sullo stacco di testa di Ahn, che pure gli cedeva parecchi centimetri. Delusero Francia ed Argentina, fuori addirittura al primo turno.Impressionò lo strapotere atletico della Germania guidata dal grande Ballack e da un giovane centravanti che avrebbe conquistato, è accaduto ieri, il primato di reti in nazionale: Klose. Si arrese soltanto in finale al Brasile di Scolari. Un errore di respinta di Kahn su tiro di Rivaldo permise il gol Ronaldo, che raddoppiò di lì a poco con un superbo rasoterra incrociato: otto reti e titolo di capocannoniere per l'asso brasiliano. Quinto titolo mondiale per il Brasile, Germania seconda, Turchia terza e rivelazione del torneo, Corea del Sud quarta, dopo aver buttato fuori ingiustamente prima l'Italia e poi la Spagna di Raul. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata, 17^ puntata)

martedì 3 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 17^ puntata (1998, la Francia vince in casa)

Una fortuna sfacciata permise alla Francia di conquistare i mondiali casalinghi del 1998. Golden gol contro il Paraguay, eliminazione dell'Italia ai rigori, sbagliò Di Biagio centrando la traversa, doppietta di Thuram in semifinale contro la Croazia, vittoria sul Brasile frastornato dalla crisi epilettica di Ronaldo poco prima dell'inizio della partita. Zidane, fino ad allora più comparsa che primo attore, segnò una doppietta di testa, non la sua specialità, facendo dimenticare un'espulsione e due giornate di squalifica rimediate nel corso del torneo. Che avrebbe dovuto laureare Ronaldo, allora il migliore al mondo. L'asso brasiliano si rifece quattro anni dopo. Quanto all'Italia, Cesare Maldini commise un grave errore puntando su Del Piero, che non stava in piedi, e facendo partire dalla panchina Roberto Baggio nei quarti di finale contro la Francia. Chi sta bene, subito in campo: regola semplice che fu ignorata. Senza dimenticare che, in termini assoluti, Baggio è stato ed era anche allora più forte di Del Piero. Vieri, dominatore nelle partite del girone, al momento decisivo s'incartò. Ha segnato 9 gol ai mondiali, come Paolo Rossi e come lo stesso Baggio. Cinque li fece appunto a Francia '98. Ma, due solo di questi in partite ad eliminazione diretta, sempre agli ottavi. Non è un dettaglio. Due i gol più belli in quel mondiale. Tutti e due contro l'Argentina: agli ottavi, quello di Owen,  tre avversari saltati, tagliando il campo dal centro verso destra e tiro incrociato alla sinistra del portiere, ai quarti quello di Bergkamp, con stop al volo, dribbling a seguire su Ayala ed esterno d'autore. Alla fine, davanti al pubblico amico, vince la Francia, secondo il Brasile, terza la Croazia, quarta l'Olanda. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata)

giovedì 29 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 16^ puntata (1994, negli Stati Uniti vince il Brasile)

Uno dei più sopravvalutati allenatori della storia del calcio, Arrigo Sacchi, è il commissario tecnico della nazionale italiana ai mondiali del 1994, organizzati per la prima volta dagli USA. Le partite, perché si possano seguire la sera in Europa, si giocano ad orari assurdi, le dodici o le quindici, in condizioni climatiche estreme, per caldo ed umidità. Sacchi, integralista del gioco più difensivo mai concepito, quello a zona, non convoca attaccanti di valore, un po' perché il ruolo è in crisi, un po' per una certa sua ostinazione. I centravanti sono Casiraghi, che qualche gol lo segna in genere, e Massaro, che centravanti non è, ma che nel Milan più ricco di sempre gioca pure in mezzo all'area, tanto palloni gli arrivano. Il girone eliminatorio, con tanto di sconfitta all'esordio contro l'Irlanda, è un pianto. Vittoria sofferta contro la Norvegia e pareggio con il Messico. Roberto Baggio appare sottotono, la squadra, a cominciare dal portiere Pagliuca non brilla. Sotto di un gol agli ottavi, cui l'Italia si qualifica come miglior terza!, allo scadere Baggio pareggia. Nei supplementari, su rigore, raddoppia. Si ripete ai quarti con la Spagna, fino alla sublime doppietta in semifinale contro la Bulgaria di Stoichkov. E' un momento d'oro per il calcio dell'est. Anche la Romania del fantasista Hagi figura bene e raggiunge i quarti di finale. Anche perché elimina a sorpresa l'Argentina, dopo la squalifica di Maradona, trovato positivo all'efedrina, sostanza dimagrante. Peccato, perché l'Albiceleste era avviata alla conquista del titolo. Maradona giostrava dietro Batistuta, Caniggia e Balbo, mentre alle sue spalle il centrocampo viveva degli assalti di Simeone e della geniale regia di Redondo. In finale, l'Italia trova il Brasile. Squadra tutto sommato modesta, nella quale prevale la sostanza una volta tanto. Centrocampo robusto con Dunga e Mazinho, le sgroppate di Branco sulla sinistra. Il genio abita in attacco, però, con due piccoletti dai piedi fatati come Romario e Bebeto. Baggio gioca nonostante una contrattura rimediata contro la Bulgaria: è l'ombra di se stesso. Gioca anche Franco Baresi, tornato dopo l'infortunio al menisco nella partita inaugurale. Finisce in parità, anche dopo i supplementari. Ai rigori, sbagliano Baresi, Massaro e persino uno stanchissimo Baggio. Il Brasile, per la quarta volta nella sua storia, è campione del mondo. Italia seconda, grazie a Baggio e ad una sfacciata fortuna, Svezia terza, Bulgaria quarta. Stoichkov ed il carneade russo Salenko sono capocannonieri con sei reti. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata, 15^ puntata)

lunedì 26 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 15^ puntata (Italia '90, vince la Germania Ovest)

Dopo 56 anni, l'Italia torna ad ospitare i mondiali dopo quelli, peraltro stravinti, del 1934. L'Italia di Vicini, reduce dalle semifinali agli Europei del 1988 in Germania Ovest, ha i gradi di favorita, assieme alla stessa Germania ed all'Olanda di Van Basten, Gullit e Rijkard. L'inzio, però, è stentato. Vittoria sofferta contro l'Austria. Vialli è travolto dalle attese, il suo compagno d'attacco Carnevale capisce cosa significhi giocare senza Maradona alle spalle e ci vuole il subentrato Schillaci a rompere il ghiaccio con un gol di testa. Ne segnerà altri cinque e diverrà il capocannoniere di Italia '90, dei mondiali delle notti magiche come recita il titolo di una gettonatissima canzone cantata da Bennato e dalla Nannini. Contro gli Usa, seconda partita del girone, Vialli sbaglia un rigore prima di infortunarsi più o meno diplomaticamente. L'Italia vince con uno strepitoso gol del suo regista Giannini davanti ad uno stadio Olimpico festante. Contro la Cecoslovacchia ancora Schillaci e, finalmente accantonato Vialli, Roberto Baggio il grande. Parte da sinistra, scambia con Giannini, salta due avversari, e calcia con finta sapiente sul palo del portiere. Il mondo scopre il talento purissimo di un genio assoluto del calcio: in lui, Brera rivede i guizzi di Meazza. L'Italia avanza anche agli ottavi, battuto l'Uruguay con gol di Schillaci e di Aldo Serena, ed ai quarti, superata l'Irlanda ancora con Schillaci. In semifinale, l'Italia lascia Roma per giocare a Napoli contro l'Argentina di Maradona, che di Napoli è il re, gli hanno intonato canzoni, dedicato statue e finisce che i tre quarti del pubblico tifino Argentina piuttosto che Italia. L'Albiceleste, tolto l'immenso Maradona è poca cosa. Si salvano Burruchaga, che non è più saettante come in Messico, il libero Ruggeri, e l'attaccante "belli capelli" Caniggia. Vicini rispolvera Vialli e lascia in panchina Baggio: errore sesquipedale. L'Italia va in vantaggio ancora con Schillaci, ma Caniggia pareggia nella ripresa. La vulgata incompetente vuole Zenga responsabile di quel gol ed addirittura dell'eliminazione che seguirà. Una volta per tutte, Caniggia indirizza di testa all'angolino appena dentro l'area piccola. Se anche Zenga non fosse uscito, la palla sarebbe probabilmente entrata comunque. Peraltro, Caniggia viene lasciato colpire dallo stopper Ferri e non viene contrastato dal libero Franco Baresi, tutti campionissimi, che con Bergomi, capitano, e Maldini terzino sinistro, formano la difesa più forte che una nazionale italiana abbia mai schierato. Quello è il primo gol che Zenga subisce ai mondiali, dopo un primato d'imbattibilità che ancora resiste nella Coppa del mondo di calcio. Detto questo il tempo per recuperare ci sarebbe, ma Vicini non riesce a trasmettere la giusta carica ai suoi. Seguono supplementari e rigori. L'Italia viene eliminata, come accadrà anche quattro ed otto anni dopo. Nell'altra semifinale, sempre ai rigori, passa la Germania Ovest, capitanata da Matthaeus contro l'Inghilterra di uno strepitoso Gascoigne. In finale, sarà un rigore di Brehme ad assegnare alla Germania Ovest il terzo mondiale della sua storia. Seconda l'Argentina di Maradona, terza l'Italia che batte l'Inghilterra nella finale per il terzo posto. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata, 14^ puntata)

giovedì 22 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 14^ puntata (1986, in Messico trionfa l'Argentina di Maradona)

Mai visto un giocatore del genere. Il Maradona ammirato ai mondiali messicani del 1986 è stato l'apice, il vertice, l'acme del gioco del calcio. Il suo sinistro da fiaba ha trasformato una pattuglia di onesti calciatori in una squadra capace di vincere i campionati del mondo. Bilardo lo promuove capitano e gli lascia tutta la libertà di giocare come vuole. Il suo secondo gol contro l'Inghilterra, tutte le figure del tango eseguite in una corsa armoniosa ed ineluttabile, tra avversari frastornati, verso la porta d'Albione, è il più bello di sempre. La doppietta al Belgio di Scifo, in semifinale, è strepitosa. Eppure Maradona gioca la sua miglior partita agli ottavi, contro gli storici rivali di un coriaceo Uruguay, guidato da Francescoli ed Alzamendi: dieci, quindici, forse venti volte, Maradona parte palla al piede, ne salta uno, due, tre e lo stendono. Periodicamente. Poi il gol arriva da Pasculli. In finale, partita ricca di colpi di scena contro gli irriducibili tedeschi. Passa l'Argentina con Brown, raddoppia Valdano. Poi, però, nella ripresa, accorcia le distanze Rummenigge e pareggia Voeller. Maradona, francobollato per tutta la gara da Matthaus, s'inventa un varco per la corsa di Burrachaga al tramonto della partita. Gol e vittoria: secondo mondiale per l'Argentina. Per il resto, l'Italia di Bearzot esce agli ottavi contro la Francia di Platini. Troppa riconoscenza per i reduci del 1982. Si salva Altobelli, quattro reti per lui, splendida quella all'esordio contro la Bulgaria. Infelice la scelta di Galli, a lungo in ballottaggio con Tancredi. Con Zenga in porta, sarebbe andata diversamente. L'inglese Lineker, sei gol, diventa capocannoniere.(1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata, 12^ puntata, 13^ puntata)

mercoledì 21 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 13^ puntata (1982, al Mundial di Spagna vince l'Italia, il mito di Pablito)

Vigilia funestata da polemiche interminabili. Gli azzurri di Bearzot vengono attaccati dalla stampa nazionale unanime, ma anche da dirigenti, osservatori, tifosi. A Bearzot si rimprovera di aver lasciato a casa Beccalossi, che a dire il vero avrebbe meritato la convocazione di più agli Europei del 1980, e soprattutto il capocannoniere Pruzzo. Sicché il Mundial di Spagna, anno di grazia 1982, non comincia sotto i migliori auspici. Nel girone eliminatorio di Vigo, arrivano tre brutti pareggi, contro Perù, Polonia e Camerun ed una stentatissima qualificazione al girone successivo, che ci vede opposti ai campioni del mondo uscenti dell'Argentina, nella quale già brilla la stella dell'immenso Maradona, ed ai fantastici giocolieri del Brasile di Santana: un centrocampo strepitoso, dove Falcao comanda il gioco, Cerezo galoppa, Junior muove dalla fascia sinistra, Zico segna, Socrates inventa ed Eder calcia a velocità mai viste. Un tripudio di tecnica, di eleganza. Una squadra che pare destinata a raccogliere l'eredità di quella del 1970. A sorpresa, l'Italia batte l'Argentina, con gol di Tardelli e Cabrini, mentre Rossi, rientrato dopo una lunga squalifica dovuta allo scandalo scommesse del 1980, seguita a stentare, attirandosi gli strali della critica. Contro il Brasile, cui basterebbe un pareggio, per accedere alle semifinali, Rossi però si ridesta dal lungo letargo e segna un tripletta destinata a mutare il corso della storia del mondiale e della sua carriera. A nulla valgono, per i supponenti brasiliani, che non accettano di giocare per il pareggio, le bellissime reti di Socrates e di Falcao. Esordisce al mondiale in quella storica partita Beppe Bergomi, 18 anni e mezzo, che prende il posto dell'acciaccato Collovati. Non uscirà più di squadra fino alla fine. In semifinale, una doppietta di Rossi estromette la Polonia, cui manca l'asso Boniek. Nell'altra semifinale, i tedeschi battono ai rigori, dopo una strepitosa rimonta la Francia di Platini e Giresse. Decisivo l'ingresso dell'infortunato Rummenigge, che segna il suo quinto gol. Rummenigge e Rossi, alla vigilia della finale tra Germania Ovest ed Italia guidano la classifica cannonieri con cinque reti. In finale, Bergomi, che gioca al posto dell'infortunato Antognoni, con cambio di modulo deciso da Bearzot, marca Rummenigge, reduce dalla conquista di due palloni d'oro consecutivi. La mossa si rivelerà decisiva. Bruno Conti, ala destra imprendibile, furoreggia dappertutto, ha tecnica brasiliana e concretezza europea. Sarà il miglior giocatore del mondiale. Atterrato in area a metà del primo tempo, rigore per l'Italia, che Cabrini calcia a lato del palo alla sinistra di Schumacher. Nella ripresa, però, l'Italia passa con Rossi, sei gol e capocannoniere del torneo, raddoppia con un gol da urlo, urlo vero, di Tardelli, dopo scambio in area tra l'immenso libero Scirea ed il giovane Bergomi, segno che l'Italia attaccava a pieno organico. E dilaga con una prodezza di Altobelli. Per i tedeschi arriverà poi il gol della bandiera di Breitner. Italia campione del mondo per la terza volta: 1934, 1938, 1982. Il capitano Zoff alza la coppa. E' un trionfo. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata, 12^ puntata, 13^ puntata, 14^ puntata)

lunedì 19 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 11^ puntata (1974, la Germania Ovest trionfa in casa, fuori l'Italia al primo turno)

Una lunga imbattibilità di Zoff, vittorie in serie contro grandi avversarie, l'Italia si avvia ai mondiali del 1974, ospitati dalla Germania Ovest, con i gradi di favorita. Sarà una disfatta, figlia di divisioni interne, le solite tra Rivera e Mazzola, ma anche figlia del tramonto di una generazione. Riva, dopo tanti infortuni, ha perso scatto e potenza. Il centravanti della Lazio campione d'Italia, invece, il possente Chinaglia perde le staffe e litiga con Valcareggi davanti alle televisioni di tutto il mondo. Clima teso, la Polonia sorpresa di quell'edizione dei mondiali, ci elimina al primo turno. Tutti pronosticano una vittoria dell'Olanda delle meraviglie, la cosiddetta "arancia meccanica" dal titolo dello sconvolgente film di Kubrick del 1971, calcio totale, tanti eclettici che si scambiano ruoli e posizioni, corsa, tecnica raffinata, ma anche forza ed acume tattico, Cruijff, Neeskens, Krol. Quell'Olanda è talmente forte che costringe i brasiliani campioni uscenti a picchiare per tutta la partita, difficile da credersi ma accadde proprio questo. In finale, l'Olanda sfida i padroni di casa. Una fittissima rete di passaggi dopo il fischio d'inizio, poi, palla a Cruijff, che dribbla in accelerazione uno, due, tre tedeschi e viene atterrato in area. Rigore, fucilata di Neeskens e Sepp Maier è battuto. I tedeschi accusano il colpo ma sono sempre quelli descritti da Tacito: fingono e credono. Fingono di essere più forti degli olandesi e ci credono fino a ribaltare il risultato. Pareggio su rigore di Breitner, terzino sinistro dal tiro violento, che poi passerà a centrocampo il resto della carriera, ed il solito gol del solito Gerd Muller. Franz Beckenbauer può alzare la coppa. Germania Ovest per la seconda volta campione del mondo. Lato, ala della Polona che giunge a sorpresa terza, è capocannoniere con sette reti: uno dei giocatori rivelazione della manifestazione, assieme ai connazionali Deyna e Szarmach, autori di 3 e 5 gol. Si distingue anche il longilineo centravanti svedese Edstrom, che segna 4 reti.  (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata)

sabato 17 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 10^ puntata (1970, in Messico vince il Brasile, Italia seconda)

Altro che quattro, quattro, due, disponibilità al sacrificio, culto ossessivo del gruppo, diagonali, fuorigioco e sciocchezze assortite sul tema. Il Brasile del 1970, la più straordinaria squadra della storia del calcio, mai avrebbe visto la luce in questi tempi. Dopo la cocente delusione del 1966, il Brasile aveva in testa un solo obiettivo, vincere i campionati del mondo del 1970, organizzati dal Messico. Che già aveva accolto le Olimpiadi del 1968. Una singolare coincidenza voleva che ci fossero contemporaneamente cinque straordinari numeri dieci nel campionato verdeoro. Un qualunque allenatore di scuola sacchiana ne avrebbe fatto giocare uno soltanto. Zagallo, nel frattempo divenuto commissario tecnico, osò invece schierarli tutti assieme. Il dieci, con tutte le conseguenze del ruolo, cadde, noblesse oblige, sulle spalle di Pelé. Tostao si adattò come centravanti, Gerson arretrò in cabina di regia, Jarzinho andò all'ala destra, Rivelino all'ala sinistra. Un magnifico assieme di artisti del pallone, dribbling, tiro, giocate di prima. Quelli che nelle squadre di club erano tenori chiamati al do di petto, seppero cantare in coro come mai prima. L'Italia, campione d'Europa in carica, aveva tante stelle, da Mazzola e Rivera, chiamati dopo i quarti ad una sciocca staffetta, a Riva e Boninsegna, che nel Cagliari fino ad un anno prima bisticciavano e che in quell'estate trovarono una grande intesa, da Facchetti, a De Sisti, a Burgnich a Domenghini. In semifinale, contro la Germania Ovest, la partita era vinta allo scadere dei tempi regolamentari. Fu un gol di Schnellinger su dormita della difesa azzura a riaprire i giochi. Mazzola era uscito alla fine del primo tempo. Al suo posto Rivera. Nei supplementari colpi di scena a ripetizione, errori, gol, rimonte, fino al gol decisivo di Rivera per un 4-3 finale rimasto leggendario. Festa in tutta Italia e tricolori sventolanti nelle piazze: era la prima volta nel dopoguerra. Nell'altra semifinale, il Brasile ebbe ragione dell'Uruguay. In finale, il Brasile passò con un folgorante colpo di testa di Pelé, pareggio di Boninsegna. Dopo un'ora di gioco, l'Italia aveva tenuto botta. Poi, i brasiliani dilagarono. Gerson dalla distanza, Jarzinho con un diagonale dei suoi, infine il capitano verdeoro Carlos Alberto, all'esito di un'azione magistralmente diretta da Pelé. Terzo mondiale per il Brasile, che si aggiudicò definitivamente la Coppa Rimet. Capocanniere del torneo, il centravanti tedesco Gerd Muller, un torello implacabile in area di rigore, autore di dieci gol. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata)

giovedì 15 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 8^ puntata (1962, bis del Brasile in Cile)

Tocca al Cile ospitare l'edizione dei mondiali di calcio del 1962. L'Italia vive l'ebbrezza del cosiddetto "miracolo economico", con un benessere che si diffonde, anche a discapito della tradizionale ruralità. Crescono i centri urbani, aumentano le autovetture, gli elettrodomestici smettono di essere un vezzo delle classi più abbienti. L'Italia cresce al 7% ogni anno. Trovare lavoro, specialmente al nord, è davvero facile. Nel mondo del calcio, girano parecchie centinaia di milioni, nel campionato ci sono moltissimi stranieri e la solita colonia di oriundi, che finiscono dritti in nazionale. Fior di campioni, da Altafini a Sivori. Saranno loro, più di altri, a deludere in Cile. Dove un arbitraggio casalingo contro lo stesso Cile, il rendimento dei detti oriundi ed una conduzione tecnica condizionata da troppi consiglieri esterni, ci costeranno l'ennesima eliminazione al primo turno. Impressiona la Cecoslovacchia del leggendario portiere Schrojf e della mezzapunta Masopust, che quell'anno, primo giocatore dell'Est Europeo, sarà insignito del pallone d'oro. C'è l'Urss di Jaschin, forse il miglior portiere della storia, reduce dalla vittoria dei campionati europei del 1960. Ma, la squadra da battere, resta il Brasile campione uscente. Ci sono i soliti Didì, Vavà, Zagallo e, soprattutto, Garrincha, l'ala destra più grande di sempre, all'apice della forma. Pelé, invece, si infortuna presto. Ma il Brasile è talmente forte da arrivare in fondo alla manifestazione anche con il suo sostituto, Amarildo, che poi verrà in Italia. In finale, i brasiliani battono 3-1 la Cecoslovacchia e raggiungono Italia ed Uruguay a quota due vittorie mondiali. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata,8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata)

mercoledì 14 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 7^ puntata (1958, trionfa il Brasile di Pelé in Svezia)

Il peggior decennio della storia della nazionale italiana termina con l'esclusione del mondiale di Svezia del 1958. Ci inguaia una sconfitta contro l'Irlanda del Nord del leggendario portiere Harry Gregg. Qualificazione mancata, un'onta sportiva che dopo di allora non si  ripeterà più [fino ai mondiali di Russia 2018, aggiornamento]. Mancano i campioni in Italia e ci sono troppi oriundi, che entrano ed escono dalla rappresentativa azzurra: il risultato è una disfatta. In Svezia, il mondo scopre la stella di Pelé, classe 1940.  Un numero dieci di classe purissima, che dribbla, calcia con entrambi i piedi, salta altissimo, insomma si presenta come l'incarnazione del motto olimpico "altius, citius, fortius", applicato al gioco del calcio, che Pelé interpreta con una straordinaria naturalezza. Assieme a lui, il tecnico verdeoro, di schiette origini italiane, Vicente Italo Feola, schiera prima Altafini, poi Vavà da centravanti, Garrincha all'ala destra, Didì, superbo regista mancino, e Zagallo ala sinistra di raccordo, il più acuto tatticamente. Ci sono poi anche due terzini che attaccano come ali, Djalma Santos a destra e Nilton Santos a sinistra. Una squadra formidabile, cui soltanto il Brasile del 1970 si potrà accostare. E' una lunga cavalcata verso la finale, contrappuntata da episodi boccaceschi: gli sprovveduti brasiliani finiscono impaniati nelle reti delle disinvolte svedesi. Ne nasceranno incidenti e scandali. Compreso un processo di accertamento di paternità a carico dell'ingenuo Garrincha, l'asso dalla gamba più corta, che fa sempre la stessa finta, punta a sinistra e dribbla a destra. E nessuno sa fermarlo. In finale il Brasile affronta la Svezia, favorita dal fatto di ospitare la manifestazione, ma, comunque piena di campioni, che, per la più parte, giocano nel campionato italiano, dal grande Liedholm, colonna del Milan, allo scapricciato, geniale, Skoglund, asso dell'Inter. Il Brasile vince 5-2, con doppietta di Pelé (ecco la rete più bella), per tutti già il migliore giocatore del mondo. Per i brasiliani si tratta del primo mondiale vinto. La Francia del talentuoso Kopa e del capocannoniere Fontaine, tredici gol!, supera la Germania Ovest di Rahn nella finale per il terzo e il quarto posto. Uno dei giocatori che più impressionano durante la manifestazione iridata è la piccola ala destra argentina Omar Corbatta, che ha, quasi, la facilità di dribbling del rivale brasiliano Garrincha. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

martedì 13 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 6^ puntata (1954, vince la Germania Ovest in Svizzera)

Si torna in Europa, in nome di un'alternanza con il Sudamerica cui si derogherà parecchie volte. I mondiali del 1954 si disputano in Svizzera, paese neutrale per eccellenza, che non ha conosciuto i lutti della seconda guerra mondiale e sperimenta un benessere assai diffuso, tanto da attrarre una massa di emigranti dalla Spagna, dal Portogallo e, soprattutto, dalla stessa Italia. Quella azzurra, a metà anni '50, per tante ragioni, è una generazione povera di talenti. Finirà con un'eliminazione ancora al primo turno, cui contribuisce anche la confusione ai vertici federali. La grande favorita è l'Ungheria di Puskas, che gioca un calcio rivoluzionario. Nell'anno precedente, il 1953, ha impartito lezioni memorabili a tutti, Inghilterra compresa, mortificata nel tempio laico di Wimbledon per la prima volta nella sua storia. Puskas, mezzala mancina dal tiro potentissimo e precisissimo, con la palla che finisce accanto ai pali, quasi sempre senza alzarsi, è il leader tecnico di un gruppo irripetibile, nel quale si distinguono Kocsis, mezzala destra dalla strepitosa elevazione, alla fine capocannoniere con 11 reti, ed il centravanti finto, Hidegkuti, un rifinitore d'attacco che attira a centrocampo lo stopper avversario e libera lo spazio per i compagni di reparto. I fuoriclasse, nell'Ungheria, sono moltissimi, versatili. Grandi atleti e grandi giocolieri, calciano d'esterno come pochi ancora sanno fare e, soprattutto, sono autentici virtuosi del tiro dalla distanza. Quello che non praticano i brasiliani, sconfitti anzitempo. I verdeoro faranno tesoro della lezione ed importeranno maestri magiari per perfezionare il fondamentale del tiro propriamente dopo il mondiale del 1954. In finale la grande Ungheria perde a sorpresa contro la Germania Ovest, che rimonta grazie all'estro del poderoso Rahn, ma, soprattutto per via della scarsa vena di Puskas, che è infortunato e si spegne dopo aver segnato la rete del vantaggio. Sospetti di doping, piuttosto fondati, si addenseranno da subito sulla prestazione dei teutonici. Ma, alla fine, vincono loro. Terza finisce l'Austria, tornata ai fasti degli anni '30, mentre quarto arriva l'Uruguay del magnifico Schiaffino. (1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata)