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giovedì 3 febbraio 2022

Il calcio degli anni '40: da Valentino Mazzola a Pedernera

La decade meno ricordata nella storia del calcio del secolo scorso è quella che va dal 1940 al 1949. Per tante ragioni, a cominciare dalla Seconda Guerra Mondiale, sì, scritta con le maiuscole, che funestò il primo lustro di quell'epoca: era iniziata nel 1939. Tanto che non si disputarono i mondiali del 1942, mentre infuriava il conflitto, e neppure quelli del 1946, quando la ricostruzione era appena cominciata e l'Italia era dopo poco, e tra mille polemiche, divenuta una Repubblica. 

E fu una sfortuna che a grandi, grandissimi giocatori fu sottratta la possibilità di mostrare il proprio talento in una competizione planetaria.

Tre squadre si distinsero in mezzo a tutte le altre: il River Plate, il Torino, la Honved. L'Argentina, come tutto il Sud America, ebbe la fortuna di rimanere fuori dal conflitto. A Buenos Aires, fiorì una generazione irripetibile di fuoriclasse, tutti accasati al River Plate. Quella squadra strappava applausi a scena aperta e mostrava automatismi di gioco così collaudati, da sembrare una macchina, una maquina. Il favoloso centravanti Pedernera, che molti considerarono a lungo il miglior giocatore di sempre - la pensava a questo modo anche Di Stefano, che gli avrebbe tolto il posto di titolare al River nel 1946 -, Labruna, Loustau, Moreno e Munoz erano i cinque dell'attacco formidabile di quella squadra irripetibile.

Adolfo Pedernera


Nello stesso torno di tempo, il presidente del Torino Ferruccio Novo, era il 1942, ingaggiava dal Venezia una promettente coppia di mezzali, Valentino Mazzola e Loik, che avrebbero costituito l'ossatura del Grande Torino, una squadra che smise di vincere, dopo cinque campionati consecutivi, con la pausa da guerra tra il 1943 e il 1945, solo per il tragico schianto di Superga, di ritorno da una trasferta in Portogallo. Il Grande Torino fu, in Italia e in Europa, quello che il River Plate rappresentò in Argentina e in Sud America. Valentino Mazzola, capitano eccelso, uomo ovunque sul campo, antesignano di Di Stefano e di Cruijff, e insuperato trascinatore, fu l'antagonista di Pedernera per il titolo di migliore del suo tempo. La fine tragica di quel Toro il 4 maggio del 1949 consegnò la squadra alla leggenda.

Il Grande Torino


Subito dopo la guerra, in Ungheria, a Budapest, mentre gli artigli dell'URSS avvinghiavano la vita politica magiara, si affermava la Honved, dell'ala sinistra Puskas, un mancino dal tiro potentissimo e dal tocco felpato, dalla progressione irresistibile e dal gol facilissimo, asso tra gli assi. Attorno a lui, fioriva una squadra magnifica, che si sarebbe trasferita di peso nella nazionale ungherese, capace di stupire il mondo nei primi anni '50.

Il campionato italiano, sospeso nella sua espressione nazionale tra il '43 e il 45', fu vinto dall'Inter orfana di Meazza nel 1940, dal Bologna nel 1941, dalla Roma di Amadeo Amadei - primo titolo assoluto - nel 1942, poi dal Torino (1943, 1946, 1947, 1948, 1949).

Nel 1948 lasciò la guida tecnica della nazionale italiana Vittorio Pozzo, che aveva guidato gli azzurri alla vittoria dei mondiali del 1934 e del 1938 nonché delle Olimpiadi di Berlino del 1936. Fatali gli furono le sconfitte contro l'Inghilterra (4-0 a Torino) di Mortensen, autore di un gol sopravvalutato e Stanley Matthews, e contro la Danimarca (5-3 alle Olimpiadi di Londra, in agosto) del poderoso centravanti Praest, che un anno dopo sarebbe approdato alla Juve. Quelle Olimpiadi, le avrebbe poi vinte la Svezia di Gren, Liedholm e Nordahl, autore di tre gol in finale contro la Jugoslavia. Tutti e tre sarebbero approdati in serie A, al Milan. 

Si chiudeva, invece, per gli azzurri, un'era ricca di successi e se ne preparava un'altra, avarissima di soddisfazioni. La ricordata scomparsa degli assi del Grande Torino l'anno dopo si sarebbe combinata con le difficoltà di una generazione, nata a cavallo degli anni '30, fortemente penalizzata dalle ristrettezze, persino alimentari, degli anni di guerra. Negli anni '50, in serie A, con poche eccezioni, avrebbero furoreggiato gli assi stranieri, specialmente nordeuropei, e nessun successo internazionale avrebbe arriso alla nazionale italiana addirittura sino al 1968.



mercoledì 1 aprile 2020

Chi era Giorgio Chinaglia

Un centravanti immarcabile, nelle giornate di grazia, per un rapporto peso/potenza, per indulgere al linguaggio del ciclismo, che ha avuto pochi riscontri nella storia del calcio. Giorgio Chinaglia - cresciuto calcisticamente in Galles, svezzato nell'Internapoli, eroe ineguagliato del primo scudetto della Lazio, stagione 1973/74, 24 gol e capocannoniere, meteora in nazionale e pioniere dominatore del calcio a stelle e strisce nei Cosmos di New York - da un punto di vista tecnico, non andava oltre la sufficienza. Tuttavia, spalle alle porta, non c'era modo di portargli via un pallone. Perentorio nel gioco aereo, aveva tiro violento, secco e preciso. Ma la sua vera forza era la progressione, quando s'ingobbiva palla al piede e travolgeva ogni ostacolo. Come Nordahl negli anni '50, come, ma meno, Vieri, tra i '90 e '00. Chinaglia fu discusso e controverso, leader di una delle due fazioni in cui la Lazio del saggio Maestrelli era spaccata in settimana, salvo poi, in campo, compattarsi e vincere. E, in campo, Chinaglia diventava il condottiero di tutta la squadra. Delle sue imprese e dei suoi errori hanno scritto in tanti. Una cosa però, al netto del suo valore grande di calciatore cui ho accennato sopra, va ricordata. Amava visceralmente il calcio Chinaglia. Proprio nel 1974, incise una canzone dei fratelli De Angelis, gli autori di tutte le musiche dei film di Bud Spencer e Terence Hill, per capirci. S'intitolava: I'm football crazy! Ecco, in quel titolo, c'è tutta la storia d'amore di Chinaglia con il calcio.
File:Giorgio Chinaglia Nazionale.jpg - Wikimedia Commons
Giorgio Chinaglia

giovedì 9 novembre 2017

Svezia-Italia: breve storia del calcio svedese

La Svezia contenderà all'Italia l'accesso ai mondiali di Russia 2018. Che squadra è e che storia ha avuto? Partiamo dal fondo. La nazionale di calcio svedese ha un blasone sovradimensionato rispetto al proprio movimento calcistico. Perchè? Ieri, Mario Sconcerti, ricordando l'epopea degli svedesi sbarcati in Italia alla fine degli anni '40, ha dato una spiegazione, non priva di valide suggestioni, e meritevole di essere condivisa. Fino ad un certo punto. Gli svedesi erano stati risparmiati dal conflitto mondiale appena finito, è vero. E potevano contare su di un benessere economico, che si traduceva in atleti più alti, più robusti, più forti. Perché meglio alimentati e meglio allenati. Sì, anche questo è vero. Ma, non basta. Perché la Svezia, che vinse le Olimpiadi del 1948, che fu terza ai mondiali brasiliani del 50 e che, alla fine del ciclo d'oro, fu secondo dietro il Brasile di Pelè, Didì, Vavà e Garrincha ai mondiali di casa del 1958, aveva già dato prova di competitività. Ai mondiali francesi del 1938, quando la guerra non era ancora cominciata, gli svedesi avevano raggiunto le semifinali. Cedendo alla grande Ungheria di Sarosi. Finirono quarti, battuti nella finale per il terzo posto dal Brasile di Leonidas. Eppoi, va ricordato, la Svezia sarebbe arrivata di nuovo terza ai mondiali americani del 1994, con giocatori come Brolin e Kennet Anderson, che in Italia conosciamo bene. Per essere un paese di appena dieci milioni di abitanti, con un clima ostile ed estremo nei 2/3 delle sue regioni, dove il calcio è sì praticato ma non lo sport nazionale, questi risultati sono comunque notevoli. Che spiegazione dare? Quella più persuasiva, a mio modo di vedere, va ricercata nel culto dell'educazione fisica, che in Svezia si pratica da oltre un secolo. Basti pensare che il quadro, detto, appunto, svedese e la spalliera, sono due attrezzi fondamentali nell'educazione fisica, che proprio in Svezia sono stati escogitati. Ecco: l'educazione fisica per tutti, praticata nelle scuole, è forse la migliore risposta alla domanda. I calciatori svedesi sono sempre stati grandissimi atleti. Il che faceva tutta la differenza, quando altri, quasi tutti, nel calcio, non si allenavano a dovere ed i calciatori avevano, per lo più, petti incavati e cosce ipertrofiche. Si tenga presente che la preparazione atletica, in Italia, cominciò ad acquistare basi più solide solo con l'avvento di Herrera. Prima di lui, la preparazione si basava, pressoché esclusivamente, sulla corsa lunga. Con il tempo, l'importanza di una seria preparazione atletica e l'utilità di allenare muscoli e doti elastiche è stata capita anche altrove. E la superiorità atletica svedese ha perso quell'unicità decisiva. Provate a confrontare la struttura atletica di Liedholm con quella dei centrocampisti italiani degli anni '50. La differenza salta all'occhio. Poi, la Svezia ha avuto anche calciatori di vero talento. Perché il calcio è anche, e soprattutto, almeno a parer mio, tecnica. Nonché estro, fantasia. Skoglund, per esempio, aveva tecnica, estro e fantasia sudamericani. Sebbene svedese. La Svezia di oggi, per rispondere al primo quesito, è squadra sempre solida atleticamente. Non ha campioni assoluti, dopo che Ibrahimovic si è fatto da parte. Ma, è solida. I suoi giocatori sono grandi atleti. Come sempre. L'Italia farà fatica. Perché quella di Ventura non ha il talento diffuso di altre nazionali italiane del passato. E perché la Svezia, s'è detto, il suo blasone ce l'ha. Non vale il nostro, ma ce l'ha.

sabato 14 maggio 2016

#Higuain 36 gol supera Nordahl: record assoluto

Superato il Nordahl della stagione 1949/50. Higuain si è issato a 36 gol in campionato nella serata che ha regalato al Napoli il secondo posto e la qualificazione diretta alla prossima Champions League. Straordinario goleador Higuain.

mercoledì 3 febbraio 2016

Higuain (#Higuain) 23 gol in 23 partite: strepitoso

Gol del vantaggio per il Napoli sul campo della Lazio e Gonzalo Higuain si issa a 23 gol in 23 partite: nessuno come lui in serie A negli ultimi 50 anni. Vacilla anche il primato di gol nella serie A con venti squadre, che appartiene a Nordahl, autore di 35 gol nella lontana stagione 1949/50.

domenica 31 gennaio 2016

Higuain (#Higuain) 22 gol in 22 partite: il miglior centravanti al mondo

Segna sempre Higuain,  pareggia il gol dell'empolese Paredes, e sale a 22 reti in altrettante partite di campionato. E siamo ancora nel primo tempo. Era dai tempi di Angelillo e, prima ancora, di Nordahl che un attaccante non segnava a questi ritmi in serie A. Oggi Higuain è il miglior centravanti del mondo. Più decisivo di Ibrahimovic e di Lewandowski, di Suarez e di Aguero.

domenica 16 novembre 2014

Rooney 44 gol in nazionale, 280 gol in carriera

Ha 29 anni Rooney, sebbene sembri più vecchio per via di una carriera già molto lunga, cominciata prestissimo nell'Everton. Ha conosciuto periodi difficili, flessioni di rendimento che avevano indotto la critica a pronosticarne un rapido declino. Ed invece Rooney è ancora sugli scudi. In un ruolo diverso, perché ormai il centravanti non lo fa più. Almeno nel Manchester United, dove gioca alle spalle di Van Persie. Resta, però, decisivo grazie al suo eclettismo tattico, alla sua forza fisica modello Nordahl, alla sua tecnica da fantasista massiccio. Ieri, ha trasformato il rigore decisivo contro la Slovenia, salendo a quota 44 gol in nazionale. eguagliando una leggenda come Greaves. Davanti a lui, restano Lineker, 48 gol, e Bobby Charlton, 49 gol. In carriera, i gol di Rooney sono 280.

domenica 17 marzo 2013

Totti 226 gol in A, superato Nordahl. Per Totti 296 gol in carriera.

Totti arriva a 226 gol in serie A contro il Parma, bersaglio prediletto di una carriera leggendaria. Con la rete di oggi, il capitano giallorosso diventa secondo assoluto dietro Piola, 274 reti, nella classifica dei marcatori della serie A a girone unico. In carriera, i gol di Totti sono 296. Tra i cannonieri italiani di tutti i tempi in tutte le competizioni, Totti per adesso è settimo, dietro il solito Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

sabato 16 febbraio 2013

Totti 224 gol in serie A, 294 in carriera

Fantastica conclusione contro la Juventus e gol n. 224 in serie A per Francesco Totti: un solo tiro che vale un intero trattato di balistica, la palla viaggia così veloce che Buffon si tuffa quando la rete è già gravida.  Nordahl, a 225 gol nella massima serie italiana, è ora letteralmente ad un passo per il capitano della Roma. Nella speciale classifica dei marcatori italiani di ogni tempo in tutte le competizioni, Totti, giunto a 294 gol complessivi, è preceduto da Piola, 364, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

sabato 2 febbraio 2013

Totti 223 gol in serie A, 293 in carriera

Nella disfatta casalinga con il Cagliari, che forse avvicina l'esonero di Zeman, Totti ha segnato, palla toccatagli su punizione e tiro rasoterra sul palo del portiere, il gol n. 223 in serie A. Nordahl dista due sole lunghezze ormai. In carriera, i gol del capitano giallorosso sono 293, preceduto nella speciale classifica dei cannonieri italiani di ogni tempo da Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

domenica 20 gennaio 2013

Totti 222 gol in serie A

Gol dal dischetto per Totti in Roma - Inter. Settima rete in campionato, gol n. 222 in serie A, Nordahl ormai è vicinissimo a 225, mentre resta ancora lontano Piola a 274. Per il capitano giallorosso, si tratta del gol n. 292 in carriera. Nella speciale classifica dei bomber italiani, è preceduto dal solito Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315, Altobelli, 298.

sabato 8 dicembre 2012

Totti 221 gol in serie A, 291 in carriera.

Con Totti non si fa a tempo ad aggiornare le statistiche che bisogna subito farlo di nuovo. Contro la Fiorentina prima arriva il gol n. 220 poi il gol n. 221 per Francesco Totti in serie A. Il capitano giallorosso si avvicina a grandi passi a Nordahl, secondo assoluto con 225 reti. Resta ancora lontano il primatista Piola, autore di 274 reti nella massima serie. Per Totti, si tratta del gol n. 291 in carriera. Nella speciale classifica dei marcatori italiani in tutte le competizioni, lo precedono il solito Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

Totti 220 gol in serie A, 290 in carriera

Quello segnato contro la Fiorentina è il gol n. 220 per Francesco Totti in serie A. Si avvicina a grandi passi a Nordahl, secondo assoluto con 225 reti. Resta ancora lontano il primatista Piola, autore di 274 reti nella massima serie. Per Totti, si tratta del gol n. 290 in carriera. Nella speciale classifica dei marcatori italiani in tutte le competizioni, lo precedono il solito Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

mercoledì 14 novembre 2012

Ibrahimovic segna quattro gol all'Inghilterra

Clamorosa quaterna di Zlatan Ibrahimovic, mai così decisivo con la casacca della nazionale svedese. Abbattuta l'Inghilterra di uno degli allenatori più sopravvalutati al mondo, Roy Hodgson, quello che mandò via Roberto Carlos per Pistone. La Svezia ha vinto per 4-2 e, udite, udite, Ibrahimovic ha segnato quattro gol. Prova straordinaria del centravanti del Psg, destinata a rimanere negli annali. Per le statistiche è la seconda quaterna di Ibrahimovic con la nazionale: segnò quattro reti anche contro Malta nel 2004, in una partita di qualificazione ai mondiali del 2006. Ora, Ibra è terzo nella classifica dei goleador della nazionale svedese, dietro Rydell, 49 gol, e Nordahl, 43, dopo aver superato e staccato Henrik Larsson, fermo a 37. Ultimo dato, Ibrahimovic è salito a 291 gol in carriera. Quota 300 è vicina.

domenica 4 novembre 2012

Totti 219 gol in A, 289 in carriera

Quello segnato di testa contro il Palermo è il gol n. 219 di Francesco Totti in serie A, Nordahl, secondo assoluto della speciale classifica, dista soltanto sei lunghezze a 225 reti. Resta lontano Piola a 274. In carriera, per il capitano giallorosso, i gol sono 289. Meglio di lui, per ora, hanno fatto il solito Piola, capofila dei cannonieri italiani con 364 gol, Meazza, 338, Del Piero, 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315, ed Altobelli, 298. Quelli di Totti sono numeri sempre più straordinari. Anche perché la sua carriera è destinata a durare ancora a lungo.

giovedì 18 ottobre 2012

I dieci migliori centravanti della storia

Passiamo ai dieci migliori centravanti della storia del calcio. Pure in questo caso, non è facile assimilare calciatori tra loro diversi, tenendo nel debito conto l'attitudine di parecchi campioni a mutare ruolo nel corso della carriera, Meazza fu un immenso centravanti, come lo fu Di Stefano, ma poi scelsero, eccellendovi, altre zone di campo. Meazza è tra le mezze ali, Di Stefano ho voluto inserirlo tra i centravanti, perché sebbene uomo ovunque, il gol era la sua ossessione. Hidegkuti fu un grande centravanti arretrato, ma, alla resa dei conti, era sostanzialmente un regista offensivo, come il primo Michael Laudrup, che pure indossava sempre il numero 9. Nessuno dei due è stato preso in considerazione per questa graduatoria. Segue la classifica, che è difficile, così, ai soliti primi dieci, aggiungo anche i secondi. Cosa ne pensate?
*Aggiornamento del 9 maggio 2024: estendo la classifica ai settantasei migliori centravanti della storia.

  1. Ronaldo                                     
  2. Di Stefano
  3. Eusebio
  4. Van Basten
  5. Pedernera
  6. Romario
  7. Gerd Muller
  8. Greaves
  9. Piola
  10. Batistuta
  11. Ademir
  12. Nordahl
  13. Tostao
  14. Kempes
  15. Leonidas
  16. Bobby Charlton
  17. Altobelli
  18. Dixie Dean
  19. Harry Kane
  20. Gary Lineker
  21. Sarosi
  22. Arsenio Erico
  23. Bican
  24. Careca
  25. Paolo Rossi
  26. Ibrahimovic
  27. Uwe Seeler
  28. Aguero
  29. Van Nistelrooy
  30. Shearer
  31. Lewandowski
  32. Benzema
  33. Vieri
  34. Klose
  35. Sindelar
  36. Luis Suarez
  37. Fritz Walter
  38. Krankl
  39. Van Persie
  40. Dixie Dean
  41. Hugo Sanchez
  42. Roberto "Dinamite"
  43. Boninsegna
  44. Adriano
  45. Santillana
  46. John Charles
  47. Atilio Garcia
  48. Drogba
  49. Weah
  50. Michael Owen
  51. Eto'o
  52. Bettega
  53. Voeller
  54. Klinsmann
  55. Crespo
  56. Rooney
  57. Cavani
  58. Diego Milito
  59. Trezeguet
  60. Fernando Torres
  61. Luis Artime
  62. Angelillo
  63. Higuain
  64. Giordano
  65. F. Inzaghi
  66. Icardi
  67. Papin
  68. Lukaku
  69. John Hansen (Danimarca)
  70. Hrubesch
  71. Toni
  72. Lacombe
  73. Pruzzo
  74. Bierhoff
  75. Makaay
  76. Julio Cruz
  77. Jan Wright


mercoledì 26 settembre 2012

Totti leggendario: 216 gol in serie A. Raggiunti Meazza ed Altafini. Gol n. 286 in carriera

Primo gol stagionale, contro la Sampdoria, per Francesco Totti, un gol leggendario, che permette al capitano giallorosso di eguagliare il primato di reti in serie A di Giuseppe Meazza e di José Altafini: 216 gol. Terzo posto nella graduatoria dei cannonieri di tutti i tempi nella massima serie, dopo Piola, 274 gol, e Nordahl, 225 gol. Si tratta del gol n. 286 da professionista. Numeri straordinari, che raccontano la dimensione di fuoriclasse assoluto del capitano della Roma. Tra i calciatori italiani, considerate tutte le competizioni, occupa il settimo posto, assieme a Vialli, dietro Piola (364 gol), Meazza (338 gol), Del Piero (321 gol), Roberto Baggio (318 gol), Filippo Inzaghi (315 gol) ed Altobelli (298 gol). Totti progredirà ancora in tutte queste classifiche.

lunedì 7 maggio 2012

Totti: 215 gol in 500 partite di serie A

Con la doppietta realizzata contro il Catania, Francesco Totti ha toccato quota 215 gol in serie A, in 500 partite. Tra i cannonieri della massima serie resta quinto, dietro Piola, 274 gol ,Nordahl, 225 gol, e Meazza ed Altafini, 216 gol: insomma, il terzo gradino del podio dista ormai per il capitano giallorosso una sola rete. In carriera, i gol di Totti sono 285 in 710 partite, sicché, in assoluto, occupa il settimo posto tra i marcatori italiani di sempre, dietro Piola, 364 gol, Meazza, 338 gol, Del Piero, 320 gol, Roberto Baggio, 318 gol, Inzaghi 315 gol, Altobelli, 298 gol e Vialli, 286 gol. Totti ha un contratto fino al 2014: scommetto che scalerà ancora tante posizioni in entrambe le speciali classifiche.

martedì 3 aprile 2012

La crisi di Totti

Per la prima volta dal 2003, Francesco Totti rischia di chiudere la stagione senza raggiungere la doppia cifra in serie A, dove ha messo a segno 211 gol, quinto di ogni tempo dopo Piola (274), Nordahl (225), Meazza (216) ed Altafini (216). Il miglior realizzatore dei primi dieci anni del nuovo secolo, conosce la peggiore crisi realizzativa di una strepitosa carriera. Perché? Molte colpe sono da assegnare a Luis Enrique, che gli ha sottratto il ruolo di centravanti di manovra, nel quale le proverbiali doti balistiche del capitano della Roma si erano esaltate. Per altro verso, la squadra non asseconda il gioco di Totti, spesso costretto a ricevere il pallone spalle alla porta. Infine, anche per via di qualche infortunio, Totti non è riuscito in questa stagione a trovare una condizione atletica accettabile. Tuttavia, scommetto che da qui alla fine Totti ritroverà la via della rete con continuità.

lunedì 23 gennaio 2012

Totti re di Roma: 211 gol in serie A con la stessa maglia

Totti ha superato Nordahl. Per i gol segnati in serie A con la stessa maglia, quella della Roma manco a dirlo: 211 gol contro i 210 che il poderoso centravanti svedese seppe realizzare con la divisa del Milan. E pensare che Totti, per tanti anni, non ha giocato da prima punta, trequartista con Mazzone, attaccante esterno, partendo da sinistra, con Zeman, trequartista o seconda punta con Capello. La svolta realizzativa ci fu nella stagione 2005/06 con Spalletti, che decise di spostarlo in avanti per una serie di infortuni nel reparto avanzato. Da quel momento, le medie realizzative di Totti s'impennarono vertiginosamente. Prima di Spalletti, fino al 2005, 311 partite in serie A e 110 gol, media di 0,35 reti a partita. Dopo Spalletti, dal 2005 ad oggi, 175 partite in serie A e 101 gol, media di 0,57 gol a partita. Un progresso evidentissimo. Dove può arrivare Totti, ora? Acciufferà Altafini e l'immenso Meazza a 216 gol in A, di nuovo Noradhl, a 225 gol complessivi. Poi, resterà Piola a 274 reti nella massima serie. Totti non lo dice, ma, il suo vero traguardo è il primato di Piola, che dista 63 reti per l'aggancio, una di più per il sorpasso. Può farcela prima di smettere? Scommetto di sì.