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martedì 16 marzo 2021
Ritratto tecnico di Lautaro Martinez
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giovedì 23 maggio 2019
Inter-Empoli: partita "trappola"
Sta diventando una trappola Inter-Empoli, in programma domenica prossima al Meazza. L'Inter ha bisogno di vincere, per qualificarsi alla prossima Champions League, ma è reduce da prestazioni scadenti e risultati amari; l'Empoli ha bisogno di vincere, per restare in serie A, è molto meno forte, sulla carta, ma proviene da un periodo pieno di successi e prove convincenti. Spalletti andrà via e lo sa da mesi. La Curva Nord ha fatto un comunicato, nel quale preannuncia dure contestazioni nel caso, malaugurato, di sconfitta. Ma, anche il pareggio non basterebbe all'Inter. I giocatori attuali non hanno grande personalità, continua la fronda contro Icardi, Perisic non gli passa il pallone da mesi, il clima attorno all'Inter è surreale. Anche nel 2004, l'Inter di Zaccheroni, che sapeva di dover lasciare la panchina a Mancini, doveva battere l'Empoli all'ultima giornata. Anche allora i toscani lottavano non per finire in B. Partita tosta, l'Inter vinse 3-2. Doppietta del miglior Adriano di sempre, quello che poi avrebbe trascinato il Brasile alla conquista della Coppa America, e gol di Recoba su punizione. Quanto ci manca Recoba! Da quanti anni non segniamo su punizione! Perché certe partite, in condizioni ambientali difficili, sono i campioni a vincerle. Quelli che latitano nell'Inter di oggi. Eppure penso che, con Perisic in panchina, l'Inter contro l'Empoli vincerebbe.
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mercoledì 11 febbraio 2015
Harry Kane segnerà un'epoca: breve ritratto della nuova stella del Tottenham
Un centravanti si vede, si presente, si intuisce da molte cose. E soprattutto da come sa fermare un pallone, spalle alla porta, girarsi e tirare. Alcuni, anche piuttosto reputati, sono lenti come paracarri. Altri, magari guizzanti, danno il meglio soltanto faccia alla porta. Altri ancora, e non sono tanti, sanno invece, nello spazio di un secondo, eseguire un grande stop, voltarsi, mai dalla stessa parte, e battere a rete, con il destro oppure con il sinistro non importa. Ecco, questo Harry Kane, sorprendente centravanti del Tottenham, sa farlo benissimo. E da come lo fa sono indotto a pronosticargli una grandissima carriera. Alto poco meno di un metro e novanta, magro ma fortissimo, Kane, che compirà 22 anni a luglio ed è il faro della nazionale under 21 inglese, ma già in odore di nazionale maggiore, ha testa e tecnica, acume tattico e tiro secco. E tira con tutti e due i piedi. Adriano ha finito anzitempo la carriera non soltanto per gli eccessi lontano dal campo, come ha preteso la vulgata degli incompetenti, ma anche e soprattutto perché un centravanti con un solo piede non fa e non può fare strada, un centravanti che non sa smarcarsi senza palla non fa e non può fare strada, un centravanti che non sa eseguire un terzo tempo per colpire di testa non fa e non può fare strada. Kane tutto questo lo sa fare. Come, per stare ad un suo coetaneo, sa farlo Icardi. Che però il meglio lo dà negli ultimi sedici metri. Kane, invece, sa prendere palla sulla trequarti, dribblare e calciare con grande precisione anche da fuori area. Nei movimenti, potrebbe ricordare Bobby Charlton, di cui è meno elegante anche perché più alto e meno tecnico, però il ruolo è quello lì, centravanti di manovra dal repertorio completo. In più, ha un grandissimo temperamento. Harry Kane diventerà un fuoriclasse epocale.
venerdì 25 novembre 2011
Storia di Recoba: 9 (la semifinale di Champions e Zaccheroni)
Ronaldo lascia l'Inter di notte, a fine agosto, da campione del mondo con il Brasile, attratto dalle sirene madrilene. I tifosi nerrazzurri sono sgomenti: un'altra batosta dopo quella del 5 maggio 2002. Nello spazio di pochissimi mesi. Cuper resta al suo posto. L'Inter in campionato prova a contrastare la Juventus e culla a lungo ambizioni di scudetto, destinate però a sfumare con una decina di giornate di anticipo: alla fine sarà soltanto secondo posto. Recoba gioca più spesso da seconda punta, laddove la stagione precedente era stato spesso centrocampista di fascia sinistra: ruolo faticoso ed ingrato per lui, tanto più che alle spalle aveva Gresko. Ora, invece, stagione 2002/03, Cuper lascia Recoba appena più libero di giocare il proprio calcio. Recoba segna uno strepitoso gol contro la Roma nel girone di ritorno, ma, l'Inter, in vantaggio per 3-1, si fa rimontare fino al 3-3, che nasce da una palla persa da Morfeo, subentrato al posto di Recoba, fino ad allora migliore in campo. Il sunto della sua carriera: gli allenatori all'Inter hanno sempre fatto a gara a sostituirlo, per essere smentiti dal campo. Alla fine, per il Chino, saranno dodici i gol, 9 in campionato, 3 in Champions League, dove l'Inter viene eliminata dal Milan del fortunatissimo Ancelotti, con due pareggi, uno a reti bianche, nel quale Recoba mezzo infortunato sbaglia un gol quasi fatto, l'altro per 1-1, nel ritorno in casa, che costa la finale ai nerazzurri. Moratti, ormai, non ha più fiducia in Cuper, ma lo tiene comunque, salvo esonerarlo dopo poche partite della stagione successiva, facendo posto a Zaccheroni. Con il tecnico romagnolo, Recoba gioca spesso attaccante esterno, costretto a quei recuperi che gli sono così ostici: segna comunque 11 reti complessive, alcune bellissime. L'Inter, solo quarta in campionato, nonostante l'arrivo di Adriano dal Parma, che con Recoba si trova bene, cambia ancora direzione tecnica, è la volta di Roberto Mancini. La storia di Recoba all'Inter comincia a prendere i colori del crepuscolo. 9^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)
lunedì 21 novembre 2011
Decisivi Adriano e Recoba: come una volta
Nemmeno a farlo a posta, in Brasile ed Uruguay, due grandi giocatori che furono dell'Inter, ieri, hanno deciso le vittorie delle rispettive squadre, Corinthians e Nacional de Montevideo. E se Recoba ha 35 anni compiuti, saranno 36 il prossimo marzo, Adriano ne ha ancora 29, eppure ieri ha segnato dopo quasi un anno e mezzo di astinenza. C'è stato un tempo, tra il 2004 ed il 2007, ma, soprattutto nel 2004, in cui assieme furoreggivano nell'attacco nerazzurro. Ricordo una Juventus - Inter di Coppa Italia, a Torino, quando Adriano, appena ritornato da Parma, segnò una clamorosa doppietta su assist proprio del Chino. Sebbene entrambi mancini, s'intendevano con naturalezza. Poi, tutto fu vanificato, al ritorno, da una sconfitta culminata ai rigori. Le segnature di ieri, che rendono possibili gli scudetti delle loro squadre attuali, hanno in qualche modo riportato indietro le lancette del tempo. Certo è che l'Inter di fuoriclasse ne ha avuti nell'ultimo decennio. Oggi, purtroppo, ne ha molti di meno. O, forse, proprio non ne ha.
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