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giovedì 28 ottobre 2021

Il punto dopo la 10^ giornata di Serie A 21/22. Il crollo della juve

  • Ieri sera ancora sentivo ripetere come una stanca cantilena che il gioco difensivo non paga e che bisogna sempre arrembare, una sorta di memento audere semper, che non mi convince minimamente. La Juve ha perso con il Sassuolo perché è una squadra da mezza classifica, va bene va da classifica medio-alta, ma non di più. Ha perso per questa ragione, ma anche perché ha ripudiato per una sera quella tattica accorta, che era la sola ad acconciarsi al suo attuale livello e alle sue attuali capacità. Ed Allegri, nelle ultime partite, aveva ricavato il massimo proprio così, con gioco prudente e di rimessa, da una squadra priva di grandi campioni e soprattutto di quel grandissimo goleador, Cristiano Ronaldo, che l'aveva tenuta a galla negli ultimi anni. Ieri, Allegri ha voluto una formazione più offensiva, con Chiesa e Alex Sandro esterni: Chiesa quel ruolo non può farlo, non lo regge. L'ala sì, l'esterno a tutto campo no. Si tratta di un ruolo usurante, anche da un punto di vista mentale. Che richiede applicazione costante. Il Sassuolo ha giocato meglio e la Juve ha preso gol alla fine. In contropiede!
  • Vittoria dell'Inter a Empoli, con tante riserve in campo capaci di disimpegnarsi con autorevolezza: vittoria importante. Nelle prossime tre partite: contro Udinese, Milan e Napoli, i nerazzurri si giocheranno il campionato.
  • Altrettanto importante è stato il successo esterno della Roma a Cagliari: Mourinho ha un undici di livello, senza ricambi all'altezza. Ma quegli undici sono dalla sua parte. Ha vinto anche la Lazio contro la Fiorentina, grazie a Pedro, il pupillo tattico di Sarri, che, questa volta, ha schierato Luis Alberto dall'inizio.
  • Il Napoli batte 3-0 il Bologna e riaggancia il Milan in testa alla classifica. I rossoneri, nell'anticipo di martedì, avevano avuto ragione del Toro con un gol di Giroud e molta fortuna.
  • Vittoria della Salernitana contro il Venezia e dell'Atalanta sul campo della Samp (sempre gran giocatore Zapata). Pareggi tra Spezia e Genoa e tra Udinese e Verona.


mercoledì 27 ottobre 2021

Empoli-Inter 0-2: D'Ambrosio, Dimarco

Empoli-Inter è già una partita decisiva. L'Inter, prima di giocarla, è a 10 punti da un Milan più fortunato che bravo, che però ha avuto il merito d'ingaggiare un grande centravanti classico come Giroud. I nerazzurri non possono perdere altro terreno. L'attacco dell'Empoli sarà guidato da un ex: Pinamonti. Uno che, come Bonazzoli della Salernitana, avrei visto bene in rosa al posto di Sanchez, che dovrebbe partire titolare questa sera. 

La cronaca. 

Inizio non facile per i nerazzurri, con Brozovic marcato stretto. Il vantaggio arriva da una combinazione tra Sanchez e D'Ambrosio, che raccoglie di testa un calibrato suggerimento del cileno. L'Inter raddoppia a metà ripresa con Dimarco, servito da Lautaro. Un quarto d'ora prima era stato espulso Ricci per intervento scorretto ai danni di Barella. Il risultato non cambia più. 

lunedì 25 ottobre 2021

George Best: ritratto

Whenever possible, give the ball to George Best (Matt Busby)

Nella frase succitata c'è tutta la storia di George Best, scapricciato e scapigliato talento, tra i massimi della storia del calcio, nordirlandese di estro tipicamente sudamericano, che ridisegnò il football britannico negli anni '60 e che, nel 1972, a 26 anni, già declinava, ostaggio di una vita abbandonata agli eccessi. Sì, perché George Best, e sia detto con il maggior affetto possibile, non possedeva una sola delle virtù tipiche del calciatore modello. Ed aveva un rapporto di dipendenza dalla bottiglia che ne avrebbe affrettato il ritiro dai campi e poi il congedo da questo modo.

Nei cantieri di Belfast lavoravano un sacco di tipi tosti e d'estate si teneva un campionato di calcio in un posto chiamato <<il pollaio>> (George Best, Baldini & Castoldi, 2002)

Cresciuto a Belfast, in una famiglia poco abbiente, il giovane George imparò a giocare per strada, in campetti di fortuna, senza erba, immaginandosi stella dei Wolverampton Wanderers (campioni d'Inghilterra nel 1954 e poi ancora nel 1958 e nel 1959). Aveva classe purissima che non sfuggì agli osservatori e fece il grande salto. Era il luglio del 1961, quando lasciò l'Irlanda del Nord per l'Inghilterra. Quando, due anni più tardi, irruppe da protagonista sulla scena del massimo campionato inglese, anno 1963, con la maglia rossa del Manchester United di Matt Busby e del sopravvissuto alla tragedia di Monaco di Baviera, Bobby Charlton, fu un terremoto. Paragonabile a quello che si verificò, contamporaneamente, nella musica leggera, quando i Beatles, che erano di Liverpool, cominciarono a riscuotere successo. Best giocava all'ala. Ala destra. Veloce, rapidissimo, dribbling fulmineo, ma anche cross tesi e calibrati, tiro secco e, a dispetto di una statura regolare, grande stacco di testa, spesso eseguito con terzo tempo. E finte e tunnel, accelerazioni e sterzate, tutto un repertorio da prestigiatore che, sommato al look sbarazzino, alla battuta mordace e all'aria da conquistatore scanzonato, lo rese anche insostituibile personaggio da copertina. Il quinto Beatle.

Se fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé (George Best)

In quel Manchester, che avrebbe vinto il campionato inglese nel 1965 e nel 1967 e la prima storica Coppa dei Campioni nel 1968, oltre all'inglese Charlton, centravanti arretrato e manovriero, c'era lo scozzese Denis Law, mezzala dal tiro tremendo e dalla progressione irresistibile, oltre a molti altri calciatori di personalità. Ma, presto, il faro tecnico della squadra divenne Best, il migliore non solo di nome, quello cui affidare la partita nei momenti solenni, quello delle giocate impossibili, il solista a vocazione anarchica che, con spregio della logica, riusciva a guidare e ad esaltare il collettivo. Non c'erano punti deboli nel suo gioco. All'occorrenza contrastava con durezza e riconquistava il pallone.

Il giocatore perfetto. Può evitare il tackle, entrare duro, accarezzare la palla con entrambi i piedi, passarla corta o lunga, senza sbagliare. (Denis Law)

Nel 1968, il Pallone d'Oro fu assegnato a lui, icona e simbolo di un anno pazzo e iconograficamente rivoluzionario. Giocò per tutta la vita come faceva da ragazzo per le strade di Belfast. Sfidando gli avversari in una ripetizione ossessiva di uno contro uno, dai quali riusciva inesorabilmente palla al piede, la porta sempre più vicina. Non se sono più nati di George Best. Né, penso, potranno nascere nelle scuole calcio contemporanee. L'arte, anche quella calcistica, s'apprende in strada. Per strada. Sempre che uno abbia il talento. E quello di Best era purissimo.

Il punto dopo la 9^ giornata di Serie A 21/22

Napoli e Milan appaiate in testa alla classifica con 25 punti. Ma, se il Milan ha avuto la meglio in modo fortunoso di un Bologna ridotto in nove e pagato dazio all'immobilità di Ibrahimovic, il Napoli ha tenuto bene il campo contro la Roma di Mourinho, strappando un prezioso pareggio ed offrendo l'ennesimo saggio di solidità.

Stesso risultato del derby d'Italia tra Inter e Juve, decisa da un rigore discutibilissimo dato ai bianconeri, che ha pareggiato il gol di Dzeko. Simone Inzaghi ha di nuovo sbagliato i cambi, vanificando il predominio nerazzurro durato più di un'ora. Allegri, dal canto suo, sta ricavando il massimo da questa Juve. Prudenza, attesa e capitalizzazione della buona panchina offensiva.

Tonfo biancoceleste a Verona, dove Giovanni Simeone ha messo a segno una quaterna. Se Sarri non fosse Sarri, sarebbe già in discussione. Già contro l'Inter la Lazio aveva vinto solo per i demeriti di Inzaghi. E non si può lasciare in panchina Luis Alberto.

Successo esterno dell'Empoli sulla Salernitana con doppietta di Pinamonti, che è centravanti di qualità e che all'Inter sarebbe stato più utile di Sanchez. Vittorie anche per Torino, Salernitana e Sassuolo, con Berardi sempre sugli scudi.

domenica 24 ottobre 2021

Inter-Juve: 1-1. Disastro di Dumfries e Inzaghi

Torna il derby d'Italia. Inter con Darmian e Perisic sulle fasce e Calhanoglu a centrocampo. Nella Juve gioca Kulusevski, con Chiesa in panchina. 

La cronaca. 

Handanovic rischia la papera su tiro di Morata. Infortunio a Bernardeschi, sostituito da Bentancur. L'Inter va in vantaggio al 18' con Dzeko, che raccoglie il pallone respinto dalla traversa colpita da un gran tiro di Calhanoglu. Il risultato non cambia fino all'intervallo. Nella ripresa, Inter sempre padrona del gioco. Al 60', esce Calhanoglu per Gagliardini. Spreca un bel contropiede Perisic. Nella Juve escono Cuadrado e Kulusevski per Chiesa e Dybala. Che su punizione evidenzia ancora i limiti di Handanovic. Escono Lautaro e Perisic per Sanchez e Dumfries. Che commette intervento da rigore. Scoordinato e scomposto. Dybala segna. Pareggio. Cambi sbagliati di nuovo da Simone Inzaghi. Dumfries ha tecnica da serie C. Handanovic la reattività tipica del dopo lavoro. Partita gettata via dall'Inter. Non ci giro intorno. Ci sono i vincenti e i perdenti. Simone Inzaghi non è un vincente. Perché togliere Perisic, migliore in campo, far cambiare fascia a Darmian e schierare Dumfries? Perché? Certe partite vanno chiuse. E invece non è successo con l'Atalanta.  Si è perso male con la Lazio, oggi travolta dal Verona. Sette punti di ritardo da Milan e Napoli. Dipendesse da me e solo da me, Dumfries fuori rosa per manifesta inadeguatezza tecnica. Inzaghi esonerato. Inutile perdere tempo. Spero, tuttavia, di sbagliare. Prendo sempre malissimo le partite con la Juve. Anche perché, a dirla tutta, l'arbitro a due passi aveva giudicato ininfluente l'intervento dell'olandese a palla ormai lontana. E, insomma, il protocollo VAR...boh! Ho visto di peggio in passato comunque per scandalizzarmi e Dumfries resta modestissimo. E Inzaghi non ha ancora vinto uno scontro diretto. 

venerdì 22 ottobre 2021

Torino-Genoa: 3-2

Toro avanti con Sanabria al 14'. Raddoppio granata con un mancino di Pobega, che sta confermando quanto di buono mostrato la scorsa stagione nello Spezia. Nella ripresa il Genoa accorcia le distanze con il solito Destro, il Torino allunga ancora con Brekalo, Caicedo, alla prima rete in rossoblu, fissa il punteggio sul 3-2 finale. 

La storia di Paul Van Himst: leggenda del calcio belga

Tra i massimi campioni di calcio degli anni '60 ( e dei primi anni '70), ci fu il belga Paul Van Himst, dieci elegantissimo, che coniugava un fisico atletico con movenze felpate e tecnica sudamericana, che presto gli valsero il soprannome di Pelé bianco. Andate a rivedere le sgranate immagini di repertorio, osservatelo giocare contro l'Italia o la Germania Ovest con la maglia della sua nazionale (81 partite e 30 gol): Van Himst aveva un tocco superiore ed un uso magiaro dell'esterno destro, che raramente si sono osservati nella storia del calcio. Gol e assist e una regia di movimento lungo tutto il fronte offensivo. Servito spesso spalle alla porta, sapeva girarsi evitando l'intervento avversario grazie al primo controllo, che è il sale del gioco del calcio, eseguito con una naturalezza che non si allena. O c'è, naturalmente, o mai ci sarà. Van Himst fu icona e bandiera dell'Anderlecht di Sinibaldi, una sorta di Guardiola ante litteram, che fece incetta di titoli nel campionato belga, e della nazionale del Belgio. Giunse, quando aveva ancora 22 anni, quarto nella classifica del Pallone d'Oro del 1965, dietro Eusebio, Facchetti e Luisito Suarez e davanti a Bobby Charlton, cui pure somigliava per stile di gioco. E fu penalizzato, Van Himst, quanto ai ricoscimenti che avrebbe potuto conseguire e che mancò, dalla militanza in una squadra sì forte ma con poca caratura internazionale. Quella sarebbe arrivata più tardi. Recitò, proprio al fianco di Pelé, nel fortunatissimo film "Fuga per la vittoria".

giovedì 21 ottobre 2021

Domenica Inter-Juve

La partita, il derby d'Italia, si presenta da sé e non richiede chissà quale affresco. Starei di più sul lato tattico, questa volta. Inter e Juve hanno bisogno dei tre punti per restare in corsa per lo scudetto. Per la Juve, più dietro in classifica, sarà l'ultima chiamata. Per l'Inter la penultima, ma siamo lì. Come si giocherà? Juve indietro, pronta a ripartire con Chiesa e Cuadrado, uno che ora dribblando ora cadendo, fa sempre la differenza contro i nerazzurri, l'Inter proponendo gioco, nello stile scelto da Simone Inzaghi. Chi vincerà? Chi avrà saputo sfruttare al meglio le debolezze dell'avversario. Molto dipenderà dall'Inter, che considero più forte. Dovrà evitare giocate troppo rischiose in mezzo al campo, che potrebbero innescare le ripartenze avversarie. Non c'è un difensore nerazzurro che possa pareggiare la velocità di Chiesa, ad esempio, e nemmeno  quella di Morata. Con una gestione più attenta e meno frenetica del possesso palla, l'Inter, alla lunga, stante la maggior qualità, dovrebbe avere la meglio.

Cristiano Ronaldo: 800 gol in carriera!

Con quello segnato ieri all'Atalanta, n. 138 in Champions League (record), sono 800, sì proprio cifra tonda, ottocento, i gol in carriera di Cristiano Ronaldo. Il maggior goleador della storia del calcio. Ai 680 gol realizzati con squadre di club (Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid, Juve, di nuovo Manchester United), devono aggiungersi i 115 gol con la nazionale maggiore del Portogallo nonché i 3 e i 2 gol segnati, rispettivamente, con under 21 e nazionale olimpica portoghese: anche questi ultimi gol sono stati siglati in competizioni professionistiche o comunque aperte ai professionisti e vanno conteggiati. 

Champions League 21/22: la 3^ giornata

La terza giornata di Champions League ha visto il successo quanto alle italiane di Inter e Juve e la sconfitta di Milan e Atalanta. Se l'Inter ha fatto il proprio dovere contro lo Sheriff, la Juve ha infilato l'ennesimo 1-0 di scuola allegriana, mostrando comunque una solidità nuova, confermata dal punteggio pieno nel girone. Il Milan, che però ha gli avversari più ostici, resta a zero punti dopo la sconfitta con il Porto. L'Atalanta ha sfiorato l'impresa a Manchester e ha perso per il gol n. 138 in Champions League di Cristiano Ronaldo. Intramontabile. 

Da segnalare il primo successo del Barca, le affermazioni perentorie del Bayern Monaco, 4-0 in casa del Benfica, del Chelsea, 4-0 al Malmoe, e dell'Ajax, tornato competitivo come tre anni fa: 4-0 casalingo al Borussia Dortmund. La maggiore impressione continua a farla il Liverpool d Klopp, corsaro sull'ostico campo dell'Atletico Madrid di Simeone.

martedì 19 ottobre 2021

Inter-Sheriff: 3-1. De Vrij!

Al Meazza, ore 21:00, l'Inter sfida la sorpresa e capolista provvisoria del girone D della Champions League 2021/22, lo Sheriff. I nerazzurri, per conservare speranze di qualificazione agli ottavi, hanno bisogno assoluto di vincere.

La cronaca.

Inter con Vidal e Dimarco dal primo minuto. Tiene il timone della gara e trova il vantaggio con una bella volée mancina di Dzeko su spizzata di Vidal. Nella ripresa pareggia subito lo Sheriff con bella punizione di Thill. Entra Bastoni per Dimarco. L'Inter si ributta in avanti. Ha due occasioni, con Perisic e Dumfries, fino al gol di Vidal. Più avanti giocata tutta olandese dopo angolo di Perisic: sponda di testa di Dumfries, fino ad allora molto impreciso, e tiro al volo di De Vrij. È il terzo gol nerazzurro. Escono Vidal, decisivo, e Dzeko, bravo, per Gagliardini e Sanchez. Vittoria meritata, che avrebbe potuto assumere anche dimensioni più cospicue. Partita notevolissima di Perisic. Instancabile dominatore della fascia mancina. Detto questo, l'Inter forza troppe giocate. Sarebbe meglio, ogni tanto, qualche passaggio di alleggerimento in più. Concede, ora come ora, tante facili ripartenze. E Dumfries e Skriniar sono spesso troppo avanti. Inzaghi deve lavorarci. 


lunedì 18 ottobre 2021

Il punto dopo l'8^ giornata di Serie A 21/22

Napoli a punteggio pieno, dopo il successo contro il Toro firmato dal solito Osimhen, che così rimedia anche all'ennesimo rigore fallito da Insigne. Gli azzurri sono davvero solidi, per quanto io mantenga il pregiudizio verso le capacità di Spalletti di guidarli al successo finale.

Segue il Milan, che batte il Verona in rimonta, all'esito di una partita che sarebbe eufemistico definire fortunata, risolta da un autogol scaligero davvero imbarazzante. Non credo che il Milan potrà ricevere all'infinito l'assistenza della buona sorte. A ritmi elevati, i rossoneri fanno tanta fatica.

L'Inter è terza, subisce troppi gol ma soprattutto ne realizza pochi in relazione alla mole di gioco prodotta. Capitalizza con difficoltà. Contro la Lazio, non ha trovato il secondo gol e poi ha perso, nel modo bizzarro che sappiamo. Poi, va riconosciuta anche la forza della Lazio, che, per dire, si è concessa il privilegio di Luis Alberto inizialmente in panchina.

Vince ancora la Juve di Allegri, battendo 1-0 la Roma di Mourinho. Ed è il massimo che questa Juve, priva di grande qualità, possa fare. Non mi pare, tuttavia, che possa rientrare nella corsa per lo scudetto. Con un altro allenatore, la Juve, questa Juve, avrebbe probabilmente la metà dei punti.

L'ennesima sconfitta della Salernitana, questa volta contro lo Spezia, costa la panchina a Castori, rimpiazzato da Colantuono. Largo successo dell'Atalanta a Empoli, pareggio tra Genoa e Sassuolo. A segno ancora Destro: il suo gol di testa al Sassuolo andrebbe mostrato nelle scuole calcio. Mancini dovrebbe pensare a lui in vista della partita contro la Svizzera.

sabato 16 ottobre 2021

Lazio-Inter: 1-3

Lautaro, appena rientrato dall'Argentina, parte dalla panchina. Al suo posto Perisic, con Dimarco a sinistra. L'Inter passa presto in vantaggio (13') con rigore proprio di Perisic, concesso per uno sgambetto ai danni di Barella. La partita si mantiene vivace e, tutto sommato, equilibrata. Handanovic para su Basic, Reina su Perisic. Intervallo. Ad inizio ripresa, Inter all'attacco ma senza precisione. Poi tocco di mano di Bastoni e rigore per la Lazio. Segna Immobile. Escono Gagliardini, un frastornato Bastoni e Perisic per Vecino, Dumfries e Correa. Poi anche Dzeko per Lautaro. Ed è proprio Lautaro a sprecare in contropiede. Riparte la Lazio, con Dimarco a terra. Inter gravemente sbilanciata. Felipe Anderson non si ferma. Palla a Immobile, mezza parata di Handanovic e ribattuta dello stesso Anderson. Parapiglia inutile dopo. La Lazio sale sul 3-1. Tutto grazie all'ingenuità di Bastoni, che ha mutato il corso della partita. Felipe Anderson non sarà invece degnato di commenti. 

venerdì 15 ottobre 2021

Sudamerica: segnano ancora Lautaro e Gabigol

Nella notte italiana, Argentina e Brasile hanno vinto, contro Perù e Uruguay, le rispettive partite di qualificazione ai mondiali del Qatar 2022. A segno, Lautaro Martinez, per la formazione albiceleste, e, assieme a Neymar e Rafinha, Gabigol, sottovalutato ai tempi della sua esperienza nerazzurra. Goleador quanto mai efficace nel campionato brasiliano e in Copa Libertadores, ora Gabriel Barbosa, in arte Gabigol, sta dimostrando di meritare il ruolo di centravanti titolare della nazionale brasiliana. Quanto a Lautaro, 17 gol in 33 partite con l'Argentina, siamo di fronte a uno dei migliori attaccanti del mondo. Negli ultimi due anni ha completato la sua maturazione di campione. 

I migliori ciclisti australiani della storia

Propongo una classifica a punti dei migliori ciclisti australiani della storia. Guida Cadel Evans. Classifica in corso di aggiornamento aggiornata al 18 marzo 2024.

  • Tour de France:                                            


 1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti                          

    • Giro d'Italia:


    1. 300 punti 2. 150 punti 3. 100 punti 4. 80 punti 5. 70 punti 6. 60 punti 7. 50 punti 8. 40 punti 9. 30 punti 10. 20 punti    



    • Vuelta a Espana:



    1. 200 punti 2. 100 punti 3. 80 punti 4. 70 punti 5. 60 punti 6. 50 punti 7. 40 punti 8. 30 punti 9. 20 punti 10. 10 punti    



    • Campionato del mondo:



    1. 100 punti 2. 70  punti 3. 60 punti 4. 50 punti 5. 40 punti 6. 30 punti 7. 20 punti 8. 10 punti 9. 8 punti 10. punti    



    • Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:

    1. 60 punti 2. 54 punti 3. 48 punti 4. 42 punti 5. 36 punti 6. 30 punti 7. 24 punti 8. 18 punti 9. 12 punti 10. 6 punti      


    • Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Classica di Amburgo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):


    1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti



    • Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Giro di Germania, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia):


    1. 40 punti

    • Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Klasica Primavera, Gran Premio Cantone Argovia, Down Under Classic):


    
    1. 30 punti


    • Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)

    • Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour, Uae Tour, Giro di Sicilia, Giro della California) 
    1. 25 punti
    • Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):


    per ogni vittoria al Tour: 15 punti
    per ogni vittoria al Giro: 12 punti
    per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti



    1. Cadel Evans (Australia): 2.087 punti (2001-2015): 1.000 punti al Tour de France (una volta primo, due volte secondo, una volta quarto, una volta settimo, una volta ottavo), 210 punti al Giro d'Italia (una volta terzo, una volta quinto, una volta ottavo), 150 punti alla Vuelta a Espana (una volta terzo, una volta quarto), 140 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta quinto), 102 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta quarto, una volta quinto, una volta settimo), 78 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto, una volta sesto, una volta decimo), 90 punti alla Freccia Vallone (una volta primo, una volta secondo), 80 punti al Giro di Romandia (due volte primo), 50 punti al Giro dell'Austria (due volte primo), 40 punti alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali (una volta primo), 40 punti alla Tirreno-Adriatico (una volta primo), 40 punti al Criterium International (una volta primo), 40 punti al Giro del Trentino (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour de France (una vittoria di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro d'Italia (una vittoria di tappa)

    2. Phil Anderson (Australia): 1.452 punti (1980-1994): 330 punti al Tour de France (due volte quinto, una volta nono, due volte decimo), 50 punti al Giro d'Italia (una volta settimo), 8 punti al campionato del mondo (una volta nono), 24 punti alla Milano-Sanremo (una volta settimo), 120 punti al Giro delle Fiandre (due volte secondo, una volta nono), 180 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta secondo, una volta terzo, una volta quarto, una volta settimo, una volta nono), 66 punti al Giro di Lombardia (una volta terzo, una volta ottavo), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 50 punti al Campionato di Zurigo (una volta primo), 90 punti alla Parigi-Tours (una volta primo, una vota secondo), 80 punti al Giro del Mediterraneo (due volte primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 40 punti al Giro di Danimarca (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 40 punti alla Settimana ciclistica internazionale (una volta primo), 80 punti al Giro di Gran Bretagna (due volte primo) 25 punti alla Settimana Catalana (una volta primo), 25 punti al Giro dell'Irlanda (una volta primo), 30 punti alla H3 Harelbeke (una volta primo), 30 punti alla Milano-Torino (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa)

    3. Robbie McEwen (Australia): 856 punti (1996-2012): 110 punti al campionato del mondo (una volta secondo, una volta quinto), 60 punti al campionato australiano (due volte primo), 42 punti alla Milano-Sanremo (una volta quarto), 50 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo), 150 punti alla Parigi-Bruxelles (cinque volte primo), 30 punti allo Scheldeprijs (una volta primo), 60 punti alla Down Under Classic (due volte primo), 30 punti alla Attraverso le Fiandre (una volta primo), 180 punti per vittorie di tappa al Tour (dodici vittorie di tappa), 144 punti per vittorie di tappa al Giro (dodici vittorie di tappa)

    4. Michael Matthews (Australia): 717 punti (2011-): 200 punti al campionato del mondo (una volta secondo, una volta terzo, una volta quarto, una volta settimo), 20 punti al campionato australiano (una volta secondo), 246 punti alla Milano-Sanremo (una volta secondo, due volte terzo, una volta quarto, una volta sesto, una volta settimo), 30 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo), 42 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quarto), 30 punti al Gran Premio di Montreal (una volta primo), 50 punti alla Vuelta alla Rioja (due volte primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    5. Richie Porte (Australia): 695 punti (2010): 250 punti al Tour de France (una volta terzo, una volta quinto), 50 punti al Giro d'Italia (una volta settimo), 20 punti al campionato australiano (due volte terzo), 60 punti al Giro della Svizzera (una volta primo), 80 punti alla Parigi-Nizza (due volte primo), 40 punti al Giro di Catalogna (una volta primo), 40 punti al Giro del Trentino (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia  (una volta primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 25 punti al Giro dell'Algarve (una volta primo), 50 punti al Tour Down Under (due volte primo) [carriera ancora in corso]

    6. Simon Gerrans (Australia): 683 punti (2005-2018): 105 punti al campionato del mondo (una volta secondo, una volta sesto, una volta decimo),  90 punti al campionato australiano (due volte primo, una volta secondo, una volta terzo),  60 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo), 96 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta sesto, una volta decimo), 90 punti all'Amstel Gold Race (tre volte terzo), 30 punti alla Classica di Amburgo (una volta terzo), 100 punti al Tour Down Under (quattro volte primo), 30 punti al Gran Premio Industria, Commercio e Artigianato (una volta primo), 30 punti al Gran Premio di Montreal (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    7. Stuart O'Grady (Australia): 627 punti (1995-2013): 80 punti al campionato del mondo (una volta quarto, una volta sesto), 50 punti al campionato australiano (una volta primo, una volta secondo), 132 punti alla Milano-Sanremo (una volta terzo, una volta quarto, una volta quinto, una volta decimo), 54 punti al Giro delle Fiandre (una volta terzo, una volta decimo), 96 punti alla Parigi-Roubaix (una volta primo, una volta quinto), 50 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo), 60 punti alla Parigi-Tours (due volte terzo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 50 punti al Tour Down Under (due volte primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa)

    8. Jai Hindley (Australia): 569 punti (2018-  ): 70 punti al Tour de France (una volta settimo), 450 punti al Giro d'Italia (una volta primo, una volta secondo), 10 punti alla Vuelta a Espana (una volta decimo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    9. Michael Rogers (Australia): 408 punti (2001-2016): 50 punti al Tour de France (una volta nono), 60 punti al Giro d'Italia (una volta sesto), 20 punti al campionato australiano (una volta secondo), 54 punti al Giro della Svizzera (una volta secondo), 40 punti al Giro del Belgio (una volta primo), 40 punti al Giro di Germania (una volta primo), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 25 punti alla Route du Sud (una volta primo), 25 punti al Giro della California (una volta primo), 25 punti al Tour Down Under (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa)

    10. Caleb Ewan (Australia): 404 punti (2015-): 114 punti alla Milano-Sanremo (due volte secondo, una volta decimo), 90 punti alla Classica di Amburgo (una volta primo, una volta secondo), 30 punti allo Scheldeprijs (una volta primo), 25 punti alla Vuelta alla Rioja (una volta primo), 75 punti per vittorie di tappa al Tour (cinque vittorie di tappa), 60 punti per vittorie di tappa al Giro (cinque vittorie di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa) [carriera ancora in corso]





    mercoledì 13 ottobre 2021

    I migliori ciclisti danesi della storia: comanda Vingegaard

    Propongo una classifica dei migliori ciclisti danesi della storia. Guida, dopo il Tour appena finito, Jonas Vingegaard. Classifica aggiornata al 22 luglio 2024.


    • Tour de France:                                            


     1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti                          

      • Giro d'Italia:


      1. 300 punti 2. 150 punti 3. 100 punti 4. 80 punti 5. 70 punti 6. 60 punti 7. 50 punti 8. 40 punti 9. 30 punti 10. 20 punti    



      • Vuelta a Espana:



      1. 200 punti 2. 100 punti 3. 80 punti 4. 70 punti 5. 60 punti 6. 50 punti 7. 40 punti 8. 30 punti 9. 20 punti 10. 10 punti    



      • Campionato del mondo:



      1. 100 punti 2. 70  punti 3. 60 punti 4. 50 punti 5. 40 punti 6. 30 punti 7. 20 punti 8. 10 punti 9. 8 punti 10. punti    



      • Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:

      1. 60 punti 2. 54 punti 3. 48 punti 4. 42 punti 5. 36 punti 6. 30 punti 7. 24 punti 8. 18 punti 9. 12 punti 10. 6 punti      


      • Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):


      1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti



      • Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia):


      1. 40 punti

      • Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia, Down Under Classic):


      
      1. 30 punti


      • Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)

      • Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour, Uae Tour, Giro di Sicilia, Giro della California) 
      1. 25 punti
      • Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):


      per ogni vittoria al Tour: 15 punti
      per ogni vittoria al Giro: 12 punti
      per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti



      1. Jonas Vingegaard (Danimarca): 1.490 punti (2019-): 900 punti al Tour de France (due volte primo, una volta secondo), 100 punti alla Vuelta a Espana (una volta secondo), 40 punti alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali (una volta primo),40 punti al Giro dei Paesi Baschi (una volta primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 40 punti alla Tirreno-Adriatico (una volta primo), 50 punti al Gran Camino (due volte primo), 60 punti per vittorie di tappa al Tour (quattro vittorie di tappa), 20 punti alla Vuelta (due vittorie di tappa)  [carriera ancora in corso]

      2. Rolf Sorensen (Danimarca): 1.474 punti (1986-2002):  56 punti al campionato del mondo (una volta sesto, una volta ottavo, due volte nono),  50 punti al campionato danese (una volta primo, due volte terzo), 156 punti alla Milano-Sanremo (una volta secondo, una volta quinto, due volte ottavo, una volta nono, tre volte decimo),  234 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta terzo, due volte quarto, una volta sesto, una volta nono), 66 punti alla Parigi-Roubaix (due volte sesto, una volta decimo), 156 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta terzo, due volte ottavo, una volta nono), 114 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto, due volte quinto), 50 punti alla Parigi-Tours (una volta primo), 40 punti al Campionato di Zurigo (una volta secondo), 40 punti alle Olimpiadi (una volta secondo), 80 punti alla Tirreno-Adriatico (due volte primo), 80 punti al Giro dei Paesi Bassi (due volte primo), 40 punti al Giro di Danimarca (una volta primo), 30 punti al Gran Premio Città di Camaiore (una volta primo), 60 punti alla Coppa Bernocchi (due volte primo), 60 punti al Trofeo Laigueglia (due volte primo), 60 punti alla Parigi-Bruxelles (due volte primo), 30 punti alla Milano-Torino (una volta primo), 30 punti al Trofeo Matteotti (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa)

      3. Byarne Riis (Danimarca): 1.049 punti (1986-1999): 670 punti al Tour de France (una volta primo, una volta terzo, una volta quinto, una volta settimo), 24 punti al Giro di Lombardia (una volta settimo), 51 punti al campionato del mondo (una volta sesto, due volte nono, una volta decimo), 100 punti al campionato danese (tre volte primo, una volta secondo), 50 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo), 40 punti al Giro di Danimarca (una volta primo), 30 punti alla Coppa Sabatini (una volta primo), 60 punti per vittorie di tappa al Tour de France (quattro vittorie di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro d'Italia (due vittorie di tappa)

      4. Jakob Fuglsang (Danimarca): 904 punti (2006-): 70 punti al Tour de France (una volta settimo), 60 punti al Giro d'Italia (una volta sesto), 10 punti alla Vuelta a Espana (una volta decimo), 40 punti al campionato del mondo (una volta quinto), 78 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta nono, una volta decimo), 144 punti al Giro di Lombardia (una volta primo, due volte quarto), 102 punti al Giro della Svizzera (una volta secondo, una volta terzo), 30 punti all'Amstel Gold Race (una volta terzo), 120 punti al Giro di Danimarca (tre volte primo), 40 punti alle Olimpiadi (una volta secondo), 80 punti al Giro del Delfinato (due volte primo), 80 punti al Giro dell'Andalusia (due volte primo), 40 punti al Giro dell'Austria (una volta primo), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa) [carriera ancora in corso]

      5. Mads Pedersen (Danimarca): 696 punti (2015-): 150 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta quarto), 30 punti al campionato danese (una volta primo), 102 punti alla Milano-Sanremo (una volta quarto, due volte sesto), 120 punti al Giro delle Fiandre (una volta secondo, una volta terzo, una volta ottavo), 42 punti alla Parigi-Roubaix (una volta quarto), 100 punti alla Gand-Wevelgem (due volte primo), 80 punti al Giro di Danimarca (due volte primo), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

      6. Michel Valgren (Danimarca): 422 punti (2014-): 110 punti al campionato del mondo (una volta terzo, una volta sesto, una volta settimo), 50 punti al campionato danese (una volta primo, una volta secondo), 42 punti al Giro delle Fiandre (una volta quarto), 90 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo, una volta secondo), 40 punti al Giro di Danimarca (una volta primo), 30 punti alla Het Volk (una volta primo), 30 punti al Giro di Toscana (una volta primo), 30 punti alla Coppa Sabatini (una volta primo) [carriera ancora in corso]




      Classifiche per nazioni dei migliori ciclisti della storia

      Per comodità di consultazione, raduno le classifiche aggiornate per nazioni, quelle principali di questo sport, dei migliori ciclisti della storia. La soglia di rilevanza, per entrare nelle rispettive classifiche, è di 400 punti. Soglia arbitraria, per carità, ma, alla luce dei risultati, affidabile.

      I migliori ciclisti italiani.

      I migliori ciclisti francesi.

      I migliori ciclisti belgi.

      I migliori ciclisti spagnoli.

      I migliori ciclisti svizzeri.

      I migliori ciclisti olandesi.

      I migliori ciclisti lussemburghesi.

      I migliori ciclisti tedeschi.

      I migliori ciclisti britannici.

      I migliori ciclisti colombiani. 

      I migliori ciclisti australiani. 

      I migliori ciclisti danesi.

      martedì 12 ottobre 2021

      La stagione ciclistica 2021: il regno di Pogacar

      Possiamo ritenere conclusa la stagione ciclistica 2021, sebbene manchi ancora qualche corsa. Diventa possibile un bilancio. Lo sloveno Tadej Pogacar sta riscrivendo la storia del ciclismo. Ha conquistato, oltre al secondo Tour de France consecutivo, vinto con un vantaggio che non era così ampio dai tempi del succeso di Jan Ullrich nel 1997, anche due classiche monumento, come la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia. Cose di cui era capace Merckx nei primissimi anni '70. E Pogacar, 23 anni, si è mostrato anche più precoce del fuoriclasse belga. Il ciclista dell'anno è senza dubbio lui. Il connazionale Roglic, fallito l'assalto al Tour, ha però vinto la Vuelta. E per la terza volta consecutiva. Le Olimpiadi a cronometro, il Giro dell'Emilia e la Milano-Torino hanno arricchito il suo palmares. La Slovenia continua a trainare il movimento a dispetto dei due milioni di abitanti. E va ricordato anche Mohoric, vincitore di due tappe al Tour. La grande rivalità tra il belga Van Aert e l'olandese Van der Poel ha fruttato poco a entrambi, sfiancati anche dalle energie spese in inverno nel cross. Credo che in futuro dovranno rivedere, nel senso di ridimensionare, i loro impegni, se vorrano vincere su strada tutto quello che il loro talento permetterebbe. Resta comunque la grande impressione di Van der Poel in maglia gialla al Tour. Tour che un giorno Van Aert, secondo me, potrebbe anche vincere. Quest'anno c'è arrivato debilitato. Da segnalare la vittoria del belga Stuyven alla Milano-Sanremo, del danese Asgreen al Giro delle Fiandre, proprio davanti a Van der Poel e quella, magnifica e inaspettata, di Colbrelli alla Parigi-Roubaix, nell'edizione forse più dura che ricordi. Colbrelli, anche campione italiano ed europeo quest'anno, ha conquistato la dimensione internazionale che gli era sempre mancata. Al Giro d'Italia successo meritato di Egan Bernal, davanti a Damiano Caruso, sorprendente secondo dopo una vita spesa nel ruolo di gregario di lusso. Nelle corse a tappe, con il tramonto di Nibali, l'Italia ha poco da spendere. Mi chiedo se Ganna, straordinario contro il tempo, in strada e su pista, campione olimpico e mondiale, potrebbe nello spazio di due o tre anni provare a far classifica. Io penso di sì. C'è stato il ritorno da protagonista delle volate di Mark Cavendish, classe 1985, salito a 34 vittorie parziali al Tour. Come Merckx. Anche se Merckx vinceva dappertutto. Comprese cinque edizioni finali del Tour. Alaphilippe si è confermato campione del mondo. Resta il campione più spettacolare del ciclismo attuale, a parer mio. E quello che conduce meglio la bicicletta. Evenepoel, per finire, è tornato da un infortunio che avrebbe chiuso la carriera di molti altri. In pianura è un drago. In salita ha sofferto. Ma, ha vinto un mucchio di brevi corse a tappe. Resta forte la curiosità intorno a lui e alla carriera che potrà avere.

      domenica 10 ottobre 2021

      Spagna-Francia 1-2: la Francia vince la Nations League 2021

      È la Francia a succedere al Portogallo nell'albo d'oro della Nations League. Battuta la Spagna per 2-1 in finale. Gol in rimonta di Benzema e Mbappé. Terza è finita l'Italia, che, nel pomeriggio, ha sconfitto il Belgio nella finale di consolazione. Gran gol di Barella e rigore di Berardi nel successo azzurro. 

      sabato 9 ottobre 2021

      Giro di Lombardia 2021: vince Pogacar. Masnada secondo

      La stagione ciclistica 2021 si avvia al termine. Oggi, la classica delle foglie morte, il Giro di Lombardia, da Como a Bergamo. Lunghe fasi di studio. Nei primi km della salita verso il Passo di Ganda, a sorpresa, si stacca Remco Evenepoel, mentre Nibali esce in avanscoperta. Contrattacca Pogacar, a circa 35 km dal traguardo, e fa il vuoto. Alaphilippe guida l'inseguimento in discesa, dipingendo magnifiche traiettorie. Ma è il compagno di squadra del France campione del mondo, Masnada, ad avvantaggiarsi rispetto agli altri inseguitori di Pogacar, fino a raggiungerlo a 15 km dall'arrivo. Restano da soli. Masnada non dà cambi al vincitore degli ultimi due Tour de France. Nella volata a due, secondo pronostico, trionfa Pogacar. Che fa suo, in questo luminoso 2021, il Lombardia dopo la Liegi e il Tour. Masnada, comunque bravissimo, secondo. Terzo Adam Yates, quarto Roglic. Quinto Valverde, 41 anni! Sesto Alaphilippe, che era, a mio parere, il più forte in corsa.