Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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domenica 14 luglio 2024
mercoledì 10 luglio 2024
Europei 2024: Olanda-Inghilterra 1-2
Seconda semifinale degli Europei 2024 tra Olanda e Inghilterra, per scoprire chi, domenica prossima, sfiderà la Spagna in finale. In vantaggio dopo 7 minuti l'Olanda: Xavi Simons soffia un pallone a Rice, avanza e calci con precisione. L'Inghilterra pareggia grazie a un rigore procurato e trasferimento da Harry Kane. Dumfries coglie una traversa, Foden un pallo. Partita bella, che cala di ritmo nella ripresa. Allo scadere decide un gran diagonale di Watkins, subentrato a Kane. A rivederla, davvero troppo blanda la marcatura di De Vrij. Vince l'Inghilterra alla seconda finale europea consecutiva. Con la Spagna sfida durissima.
martedì 9 luglio 2024
Europei 2024: Spagna-Francia 2-1
Prima semifinale degli Europei 2024, questa sera, alle ore 21:00. Noi, come nel '500, saremo meri spettatori. Franza o Spagna purché se magna. Vince la Spagna 2-1, rimontando il vantaggio iniziale di Kolo Muani. Pareggia Lamine Yamal, con gran conclusione mancina, raddoppia Dani Olmo. La Francia è sterile nella ripresa. Mbappé largamente insufficiente. Spagna in finale.
domenica 9 luglio 2023
Tributo a Luisito Suarez eroe della Grande Inter
Quando, nel 1961, approdò all'Inter di Angelo Moratti, per riabbracciare Helenio Herrera, che lo aveva già allenato al Barcellona, Luis Suarez Miramontes era Pallone d'oro in carica (a oggi l'unico mai conquistato da un calciatore spagnolo). Vinto nel 1960, davanti al leggendario Puskas e al centravanti tedesco Uwe Seeler. Era l'Italia del terzo Governo Fanfani, monocolore democristiano, con l'appoggio esterno dei partiti laici minori e la benevolenza parlamentare di monarchici e socialisti: prove tecniche di centrosinistra. Miracolo economico al suo apice. Spensieratezza diffusa e una fiducia assoluta e ingenua in un progresso, che pareva immancabile. Ai jukebox suonano "Nata per me" di Celentano, "Let's twist again" di Peppino di Capri e "Legata a un granello di sabbia" di Nico Fidenco. Degli afflitti di Manchester - i Beatles - ancora nessuna premonizione. Paragonate il testo della canzone di Fidenco a She Loves you (yeah, yeah, yeah) di un anno dopo e capirete come tutto stesse per saltare in aria. L'Inter non vince lo scudetto dal 1954, l'ultimo della presidenza Masseroni. Moratti ha scelto Herrera un anno prima per riportare i colori nerazzurri al successo che manca da troppo tempo. Il tecnico argentino è un giramondo, a suo modo colto, che capisce prima degli altri l'importanza di una preparazione atletica adeguata allo sforzo e ai gesti del calcio. Sa adattarsi e si adatta. Arrivato a Milano con la fama di allenatore spregiudicato, alla ricerca di tanti gol, scopre il catenaccio e lo porta alla perfezione. Anche narrativa, perché Herrera è un affabulatore - per i detrattori un imbonitore di piazza - e un narratore eclettico e seduttivo. Allena la mente dei calciatori. Li motiva e li esalta fino alla trasfigurazione agonistica. Gli manca ancora un leader tecnico, perché quello caratteriale all'Inter c'è già ed è Armando Picchi. Il libero!
Luisito Suarez |
E così chiede e ottiene l'ingaggio di Suarez, classe 1935, dieci e stella del Barcellona e della Spagna. Un regista a tutto campo, duro nei contrasti, intenso nella corsa, tatticamente onniveggente, tecnicamente superbo. I suoi lanci per 40, 50, anche 60 metri, innescano i contropiede micidiali e proverbiali di Mazzola e di Jair. I suoi cambi di campo suggeriscono le discese mai viste di Facchetti. I suoi filtranti attivano il genio sonnolento di Mariolino Corso. Il marchio di fabbrica di quella che diventerà la Grande Inter: laboratorio di un calcio rapidissimo e verticale che si arrampica sul tetto del mondo. Un'icona degli anni '60. Tre scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali. Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin (Tagnin), Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò (Milani, Domenghini), Suarez, Corso: formazione appresa da mio padre e mai più scordata. Squadra immortale, che gira tutta intorno a Suarez. Fantasioso direttore d'orchestra, capace di valorizzarne tutti i solisti. Un moltiplicatore di talento. Luisito Suarez. Mancato oggi a 88 anni. Ma resterà per sempre. La terra gli sia lieve.
venerdì 16 giugno 2023
Spagna-Italia 2-1. Mancini non vince più
Vive ancora di rendita sulla fortunosa vittoria dell'Europeo del 2021. Ma, non vince più alla guida della nazionale italiana, Roberto Mancini. Incredibilmente rimasto in sella dopo la mancata qualificazione agli ultimi mondiali. Per carità, tra gli azzurri non ci sono fuoriclasse. Ma, dopo una simile bocciatura, la guida tecnica andava cambiata. Invece no. Ieri, ennesima sconfitta, per 2-1, contro la Spagna, nelle semifinali di Nations League. Ma, tanto Mancini non si dimetterà, non avendolo fatto dopo la mancata qualificazione a Qatar 2022.
martedì 6 dicembre 2022
Portogallo-Svizzera 6-1
Il Portogallo travolge la Svizzera con punteggio tennistico: 6-1. Tripletta Gonçalo Ramos che, a sorpresa, ha sostituito Cristiano Ronaldo al centro dell'attacco lusitano. Ai quarti di Qatar 2022, il Portogallo affronterà il Marocco, che ha eliminato la Spagna.
Marocco-Spagna 3-0 d.r.: Marocco ai quarti. Bounou eroico
Supplementari e rigori anche tra Marocco e Spagna. Gli spagnoli falliscono tutte le conclusioni dal dischetto. Hakimi segna il rigore decisivo, ma l'eroe di giornata è il compagno di squadra Bounou, portiere del Siviglia, che ipnotizza gli avversari. Marocco ai quarti di finale di Qatar 2022. Impresa più che storica. E meritata.
giovedì 1 dicembre 2022
Eliminata la Germania, Giappone agli ottavi
Il successo per 4-2 contro la Costarica non evita alla Germania una dolorosa eliminazione. Agli ottavi va i Giappone, che vince il girone E battendo la Spagna. Il secondo gol giapponese, tuttavia, era vistosamente irregolare. Errore grossolano della direzione arbitrale e di chi ha rivisto le immagini. I nipponici affronteranno la Croazia, mentre gli spagnoli se la vedranno con il Marocco. Mi pare che agli spagnoli, perdendo, sia andata meglio. Mi pare.
mercoledì 23 novembre 2022
Spagna-Costa Rica 7-0. Belgio-Canada 1-0
Tocco ravvicinato di Dani Olmo, mancino resistibile di Asensio e rigore di Ferran Torres per il 3-0 con cui la Spagna chiude il primo tempo contro la Costa Rica. Segnano tutti gli attaccanti iberici, nessuno di loro è un centravanti. Nella ripresa, la Spagna dilaga: segna ancora Ferran Torres, oltre a Gavi, Soler e Morata. Serata da dimenticare per la Costa Rica e per Keylor Navas.
Il Belgio, ancora privo di Lukaku, batte il Canada 1-0: decide Batshuayi. Se Eden Hazard continuerà così, recuperando la miglior condizione, il Belgio potrà lottare per il titolo.
giovedì 17 novembre 2022
Qatar 2022: presentazione, gironi, pronostici
Domenica 20 novembre prenderà il via il campionato del mondo in Qatar, il primo autunnale nella storia del calcio. Scelta infelice, legata soltanto al grande moloch contemporaneo: il denaro.
L'Italia non ci sarà, per la seconda volta consecutiva. Argentina e Brasile proveranno ad annettersi un titolo che una squadra sudamericana non conquista dal 2022, quando ad imporsi furono i verdeoro del capocannoniere Ronaldo da Lima.
Sarà l'ultimo confronto, a questi livelli, tra Messi e Cristiano Ronaldo, che giocheranno il loro quinto mondiale, dopo aver debuttato a Germania 2006.
Tra le squadre europee, i favori del pronostico sono per la Francia di Benzema* e l'Inghilterra di Harry Kane. Ma, la storia tedesca nelle grandi competizioni impedisce di sottovalutare la Germania. Un gradino sotto il Portogallo e la Spagna.
Qualche sorpresa potrà esserci. Forse già a partire dai gironi. Uno, in particolare è molto duro: nel gruppo G, il Brasile dovrà vedersela con la Svizzera, il Camerun e la Serbia di Milinkovic-Savic, Tadic, Jovic, Vlahovic. Non facili anche il gruppo E ed il gruppo H. Di seguito, gli otto gironi eliminatori.
* 20 novembre 2022: tegola sulla Francia. Benzema salta il mondiale per infortunio muscolare.
Gruppo A
Qatar |
Ecuador |
Senegal |
Olanda |
Inghilterra |
Iran |
Stati Uniti |
Galles |
Argentina |
Arabia Saudita |
Messico |
Polonia |
Francia |
Australia |
Danimarca |
Tunisia |
Spagna |
Costa Rica |
Germania |
Giappone |
Belgio |
Canada |
Marocco |
Croazia |
Brasile |
Serbia |
Svizzera |
Camerun |
Portogallo |
Ghana |
Uruguay |
Corea del Sud |
domenica 10 ottobre 2021
Spagna-Francia 1-2: la Francia vince la Nations League 2021
È la Francia a succedere al Portogallo nell'albo d'oro della Nations League. Battuta la Spagna per 2-1 in finale. Gol in rimonta di Benzema e Mbappé. Terza è finita l'Italia, che, nel pomeriggio, ha sconfitto il Belgio nella finale di consolazione. Gran gol di Barella e rigore di Berardi nel successo azzurro.
giovedì 7 ottobre 2021
Belgio-Francia: 2-3
Stasera, ore 20:45, seconda semifinale di Nations League. Si affronteranno, in un mezzo derby, Francia e Belgio. La vincente raggiungerà la Spagna, vittoriosa sull'Italia, in finale.
Vince la Francia all'esito di una partita vibrante, che prova come la vittora italiana allo scorso Europeo sia stata anche il frutto di una combinazione di circostanze fortunate e irripetibili. Bravi e fortunati gli azzurri, perché Belgio e soprattutto Francia erano squadre più forti.
mercoledì 6 ottobre 2021
Italia-Spagna 1-2: Ferran Torres (2), Pellegrini
Finisce dopo 37 partite l'imbattibilità dell'Italia di Mancini. Che schiera, nella semifinale di Nations League contro la Spagna, una squadra priva di senso. Di chiara vocazione guardioliana. Con Bernardeschi centravanti. Spagnoli più freschi e precisi e reattivi. Doppietta di Ferran Torres e Bonucci espulso. Nella ripresa, tanti cambi. Entra Pellegrini che avrebbe dovuto giocare dal principio, essendo il più in forma degli azzurri. È proprio lui, a 7 minuti dal 90°, ad accorciare le distanze, dopo un salvataggio di Donnarumma su Marcos Alonso. Ora, con la Spagna di Luis Enrique avevamo sofferto anche all'Europeo, vincendo solo ai rigori. Questa sera, invece, è stata una disfatta. Nessuna idea di gioco. Italia dominata. Da avversari per lo più giovani e inesperti, eppure costantemente padroni del campo. Mi è tornata in mente la finale di Euro 2012. Allora fu espulso Chiellini. Oggi Bonucci. Siamo sempre lì.
martedì 6 luglio 2021
Italia-Spagna: 5-3 dopo rigori. Finale!
Prima semifinale degli Europei 2021: a Wembley, si affronteranno Italia e Spagna.
La cronaca.
La Spagna gioca la miglior partita del suo Europeo, assumendo il comando del gioco e rendendo la vita difficilissima ad in centrocampo, il nostro, meno abituato a difendere. Pedri illumina e Olmo è sempre pericolo. E irritante per la condotta. Zero a zero dopo il primo tempo. Nella ripresa, è un contropiede ispirato da un ottimo Insigne a portare infine Chiesa alla conclusione vincente. Berardi, entrato per Immobile, sbaglia due gol facili. La Spagna non crolla e trova molti passaggi filtranti. Su uno di questi, a vuoto Bonucci e Chiellini, il subentrato Morata pareggia. Supplementari. L'Italia è stanchissima. Molti giocatori sulle gambe. Nel secondo tempo supplementare, entra Bernardeschi per Chiesa. Il risultato non cambia: si va ai rigori. Locatelli: parato. Dani Olmo: alto. Belotti: gol. Gerard Moreno: gol. Bonucci: gol. Alcantara: gol. Bernardeschi: gol. Morata: parato. Jorginho: gol. È finale! Mancini ha fatto molti errori e sbagliato quasi tutti i cambi. Insomma, ha avuto fortuna. Ma, va bene così. Sarà la quarta finale europea per l'Italia. Dopo la vittoria del 1968, due sconfitte: nel 2000 e nel 2012. Affronteremo Inghilterra o Danimarca. Quindi, l'Inghilterra.
lunedì 7 giugno 2021
Europei 2020 (2021): chi vincerà? Inghilterra
Confermo il pronostico che feci, sbagliando, prima dei mondiali di Russia 2018. E dico che i prossimi Europei, detti 2020 per affetto al brand, ma sono Europei 2021, li vincerà l'Inghilterra di Harry Kane, a patto che il centravanti attualmente in forza al Tottenham sia in condizione. Perché gli inglesi, tolto il portiere, hanno una difesa solida, eccellente nei terzini, un centrocampo di qualità e un attacco ricco di alternative, con Sancho, Foden, Rashford oltre a Kane. Nel pronostico, seguono Francia, una corazzata, e Portogallo. Poi, il Belgio. Quindi, Germania, Spagna e Italia. Senza dimenticare che gli Europei hanno riservato sorprese mai sperimentate ai mondiali: vittorie per l'URSS nel 1960, per la Cecoslovacchia, che però aveva due finali mondiali alle spalle, nel 1976, Danimarca nel 1992, Grecia nel 2004.
*Avevo inizialmente dimenticato, nei pronostici, il Belgio. Dimenticanza grossolana.
venerdì 22 gennaio 2021
Tour de France 1988: Pedro Delgado
Il primo fu Federico Bahamontes, nel 1959, seguito da Luis Ocana, nel 1973, il terzo corridore spagnolo capace di vincere il Tour de France fu invece Pedro Delgado, classe 1960, magnifico scalatore, che si difendeva benissimo sul passo, al punto di riuscire a vincere anche gare contro il tempo. Delgado vinse nel 1988. Dopo che Hinault si era ritirato da due anni e mentre ancora durava la convalescenza di Greg LeMond, reduce da un terribile incidente di caccia. Fignon, invece, suo coetaneo, sarebbe tornato davvero competitivo in una grande corsa a tappe l'anno dopo. Roche, dopo la tripletta Giro, Tour e campionato del mondo, si era concesso un anno sabbatico. Si preparava un ricambio generazionale, c'era, potrebbe dirsi, un vuoto di potere, era quello il momento di vincere, per Delgado. E Delgado quel momento lo colse. D'altra parte, era già stato secondo, dietro l'incredibile Roche del 1987, l'anno prima, vantava un successo più numerosi piazzamenti alla Vuelta a Espana e un mese e mezzo prima aveva chiuso ottavo il Giro d'Italia conquistato da Hampsten, quello della tempesta del Gavia. La prima maglia gialla, al Tour del 1988, andò al velocista italiano Guido Bontempi. Poi al canadese Bauer, quindi fu appannaggio di tre ciclisti olandesi: Van Vliet, Lubberding e Nijdam. Fino all'arrivo sull'Alpe d'Huez, cima mitica domata da un altro olandese con doti di grande arrampicatore, Steven Rooks, che precedette il compagno di squadra e connazionale Theunisse: quel giorno, Delgado, terzo di giornata a 17", si vestì di giallo, per mantenere il simbolo del primato sino alla fine. Il giorno dopo vinse la cronometro di Villard de Lans, portando il suo vantaggio su Rooks, secondo nella generale, a 2'47". Rimase il suo unico successo parziale, ma continuò a guadagnare sugli inseguitori in classifica, tanto che a Parigi vinse con 7'13" su Rooks, secondo, e con 9'58" sul colombiano Parra. Se non si fosse presentato in ritardo al cronoprologo del Tour del 1989, quello vinto da LeMond su Fignon per soli 8" - ritardo mai spiegato e mai chiarito, quello di Delgado - avrebbe potuto vincerne due di Tour. Nelle grandi corse a tappe, invece, gli sarebbe toccato di trionfare ancora alla Vuelta del 1989. Nella sua squadra, la Reynolds, poi Banesto, stava crescendo Miguel Indurain, vincitore dei futuri Tour dal 1991 al 1995 consecutivamente. Indurain, però, il Tour del 1988 lo concluse soltanto al quarantasettesimo posto. Il coetaneo Gianni Bugno, fu sessantaduesimo nella generale, ma destò grande impressione vincendo la tappa di Limoges.
mercoledì 9 settembre 2020
Il ciclismo e i Grandi Giri negli anni 2010/19: il dominio inglese
Il ciclismo non si sottrae all'eterna regola del mutamento. Come ebbi a scrivere in un post di qualche tempo, sono cambiate, non tutte, anche le Nazioni dominanti nel ciclismo. Tradizionalmente Italia, Francia e Belgio e, di rincalzo, Spagna, Svizzera, Olanda e Lussemburgo. Negli anni 2010, insomma dal 2010 al 2019, per stare al decennio appena trascorso, invito a dare uno sguardo ai vincitori delle tre grandi corse a tappe: Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana.
Tour de France:
2010: Andy Schleck (Lussemburgo)
2011: Cadel Evans (Australia)
2012: Bradley Wiggins (Regno Unito)
2013: Chris Froome (Regno Unito)
2014: Vincenzo Nibali (Italia)
2015: Chris Froome (Regno Unito)
2016: Chris Froome (Regno Unito)
2017: Chris Froome (Regno Unito)
2018: Geraint Thomas (Regno Unito)
2019: Egan Bernal (Colombia)
Giro d'Italia:
2010: Ivan Basso (Italia)
2011: Michele Scarponi (Italia)
2012: Ryder Hesjedal (Canada)
2013: Vincenzo Nibali (Italia)
2014: Nairo Quintana (Colombia)
2015: Alberto Contador (Spagna)
2016: Vincenzo Nibali (Italia)
2017: Tom Dumoulin (Italia)
2018: Chris Froome (Regno Unito)
2019: Richard Carapaz (Ecuador)
Vuelta a Espana:
2010: Vincenzo Nibali (Italia)
2011: Chris Froome (Regno Unito)
2012: Alberto Contador (Spagna)
2013: Chris Horner (U.S.A.)
2014: Alberto Contador (Spagna)
2015: Fabio Aru (Italia)
2016: Nairo Quintana (Colombia)
2017: Chris Froome (Regno Unito)
2018: Simon Yates (Regno Unito)
2019: Primoz Roglic (Slovenia)
Ci sono stati 10 successi del Regno Unito (7 di Froome, 1 a testa per Wiggins, Thomas e Simon Yates), 7 italiani (4 di Nibali e 1 a testa di Basso, Scarponi e Aru), 3 spagnoli (tutti di Contador), 3 colombiani (2 di Quintana, 1 di Bernal), infine 1 lussemburghese (Andy Schleck), 1 australiano (Evans), 1 U.S.A. (Horner), 1 canadese (Hesjedal), 1 olandese (Tom Dumoulin), 1 ecuadoriano (Carapaz), 1 sloveno (Roglic). Evans, Carapaz, Roglic e Hesjedal hanno colto i primi successi assoluti per i propri rispettivi Paesi, Australia, Ecuador, Slovenia e Canada. Il Regno Unito, con 10 successi e Froome mattatore, è stato il leader di maggioranza relativa del decennio, mentre la Colombia, che vantava un solo successo con Lucho Herrera alla Vuelta negli anni '80, è diventata una potenza nelle grandi gare a tappe. L'Italia ha tenuto, soprattutto grazie a Nibali. Non pervenuto il Belgio, che non vince - e nemmeno sale sul podio - dal successo di De Muynck al Giro del 1978, e la Francia, che ha ottenuto podi (con Peraud, Bardet e Pinot) ma non vittorie. La geografia del ciclismo è profondamente cambiata.
domenica 1 luglio 2018
Russia ai quarti dopo i rigori, Spagna eliminata
venerdì 15 giugno 2018
Tripletta di Cristiano Ronaldo: Portogallo-Spagna 3-3
venerdì 6 aprile 2018
Le nazioni del ciclismo: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo e Svizzera
Ho aggiornato il post, per il resto valido, con riflessioni sulle ultime tre stagioni. Qualcosa è cambiato (vedi sotto in verde).
I primi di febbraio, ho cominciato a pubblicare una classifica a punti, certo opinabile, ma formata secondo criteri tutto sommato neutri, dei migliori ciclisti della storia*. Quanto al rendimento. Ha stravinto Merckx, con vantaggio enorme su secondo e terzo, rispettivamente Hinault e Bartali. Figuriamoci gli altri, più staccati. Ripeto, classifica di rendimento, legata ai risultati. Perché, sarebbe stato assai più difficile graduare il talento. Ma, di certo, Pantani avrebbe scalato moltissime posizioni in classifica, nella quale sarebbero entrati alcuni pionieri, rimasti fuori perché, ai tempi loro, molte corse ancora non c'erano. Ma, nemmeno questo è il punto del post. Scorrendo la classifica, si è riproposto un vecchio tema. Le nazioni del ciclismo, della storia del ciclismo, sono, per lo più, sebbene qualcosa stia cambiando, sette. Curiosamente, ma è una mera coincidenza, cinque su sette, sono le stesse che diedero vita, alla CEE: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo, e Svizzera. L'Europa unita, progetto fallito, secondo me, nacque con la Germania, allora Ovest, in luogo della Spagna. La Svizzera, si sa, sta sempre per conto proprio. La Spagna, tornando al ciclismo, ha iniziato lentamente. Ha avuto il suo primo grande giro nazionale, soltanto nel 1935, laddove il Tour de France si corre dal 1903 ed il Giro d'Italia dal 1909. Ed i primi grandissimi campioni soltanto negli anni '50, con Bahamontes, formidabile scalatore, e Miguel Poblet, passista velocissimo, capace di ben figurare anche nelle gare a tappe. L'Italia aveva già avuto quattro campionissimi: Girardengo, Binda, Bartali e Coppi. E campioni della statura di Guerra e Magni, per tacere degli altri. Da nessuna parte, però, il ciclismo era diventato religione laica come in Belgio. Ed il Belgio aveva dato formidabili corridori da corse in linea, ma anche dominatori di grandi giri. Il primo a vincere tre Tour de France, fu, per esempio, il belga Thys. Eguagliato dal francese Bobet, soltanto a metà degli anni '50. Poi, venne, per i belgi, Merckx, che vinse tutto, dappertutto. Diciannove classiche monumento: 7 Milano-Sanremo, 2 Giri delle Fiandre, 3 Parigi-Roubaix, 5 Liegi-Bastogne-Liegi, 2 Giri di Lombardia. Primato assoluto. Soltanto altri due suoi connazionali, Van Looy e Roger De Vlaeminck seppero vincere almeno una volta tutte le classiche monumento. Ma, Merckx vinse anche 5 Tour de France, come prima di lui Anquetil, e dopo di lui Hinault ed Indurain, 5 Giri d'Italia, come prima di lui Binda e Coppi, e dopo di lui nessuno. Una Vuelta a Espana. E tre campionati del mondo. Nel "dopo Merckx", però, i belgi, se rimasero competitivi nelle grandi corse di un giorno, quasi sparirono nelle grandi corse a tappe. Dopo la vittoria di De Muynck al Giro del 1978, nessun belga ha più trionfato tra Giro, Vuelta e Tour. Mentre, gli spagnoli hanno cominciato a farla da padroni. Con Lejarreta e Delgado, poi, più di tutti, Indurain e Contador, sette grandi giri a testa, passando per Olano ed Heras, per Sastre e Valverde, uno che ha vinto moltissimo anche le corse di un giorno, come, in parte, aveva saputo fare Oscar Freire Gomez, tre mondiali, tre Milano-Sanremo. L'Italia, negli ultimi cento anni, è rimasta costante, tolti pochi periodi di basso profilo. In tutte le competizioni su strada. La Francia, per contro, almeno nelle grandi gare a tappe, ha conosciuto, con dieci anni di ritardo, le medesime difficoltà del Belgio. Dal 1985, ultimo successo di Bernard Hinault a Parigi, non ha più vinto il Tour. E, dopo di allora, due soli grandi giri: con Fignon, il Giro d'Italia 1989, con Jalabert la Vuelta a Espana 1995. Soltanto da qualche anno, con Bardet e Thibaut Pinot è tornata competitiva nei grandi giri, pur senza vincerli. Anche nelle corse di un giorno, i francesi, dopo il ritiro di Jalabert, hanno vinto pochissimo. Quasi niente. Tolta la Milano-Sanremo con Demare. Sicché, in questo momento, la nazione guida del ciclismo, è la Spagna. Ma, qualcosa si muove. Per l'Olanda, ad esempio. Con Tom Dumoulin. Uno che, fossimo nei primi anni '90, quando al Tour, ed in parte al Giro, c'erano cronometro lunghissime, partirebbe sempre per vincere i grandi giri. Per la Gran Bretagna, sembrava il caso eccezionale di Froome chiacchierato ma vincente come pochi, e Cavendish, tra i maggiori velocisti di sempre, 30 tappe al Tour. Ma, se consideriamo il successo di Wiggins al Tour del 2012 e quello di Geraint Thomas al Tour 2018, con Simon Yates, che doma le salite di Giro e Vuelta, qualcosa sta cambiando nella terra d'Albione. Sono tornati nelle retrovie gli USA, che da 30 anni, svanita l'illusione Armstrong, non hanno più trovato un campione come Greg LeMond, tre Tour e due campionati del mondo. E nelle retrovie resta la Svizzera, che, del resto, è sempre andata a fiammate. Prima delle guerra, solo Heinrich Suter si staccò dalla massa. Poi, l'epoca d'oro di Kubler e Koblet, a cavallo tra anni '40 e '50 . Un lungo riflusso, fino a Tony Rominger, 3 Vuelta e 1 Giro, ma anche secondo al Tour e classiche vinte, ed Alex Zulle. Poi negli ultimi quindici anni, Fabian Cancellara, dominatore delle classiche del pavé, 3 Fiandre e 3 Roubaix. Anche il Lussemburgo arranca. Eppure, Nicolas Frantz fu tra i più forti corridori degli anni '20. E Gaul è stato, con Bartali e Pantani, il miglior grimpeur della storia. Dopo il ritiro dei fratelli Schleck, però, non c'è un campione lussemburghese. Forse, ma rimane indecifrabile, Bob Jungels. La nazione che ha compiuto più progressi, dopo aver fatto per decenni le cose migliori nel ciclismo su pista, è la Germania. Che dovette aspettare, per un campione, Rudi Altig negli anni '60. Poi, Junkermann e Thurau. Ma, il corridore tedesco più forte resta Ullrich e, dopo di lui, un velocista capace di vincere 4 Sanremo come Zabel. Epperò, oggi, la Germania ha un plurivincitore come Greipel, il miglior velocista del mondo come Kittel ed un movimento solido. E' diventata una realtà l'Australia, che ha Matthews e Caleb Ewan, dopo aver avuto Cadel Evans, vincitore di Tour e campionato del mondo, e McEwen, velocista di rango. Mentre, negli anni '80, il primo grande corridore aussie, Phil Anderson, costituiva una continua sorpresa. Si sono aggiunte nazioni come la Russia ed il Kazakistan e l'Ucraina. E la Slovacchia del maggior talento contemporaneo, Peter Sagan, uno che nemmeno sa quanto sia forte. E, ma da 30 anni, cominciando con Lucho Herrera, arrivando a Quintana, i grandi scalatori colombiani.
*Aggiornamento al 29 marzo 2021.
La Francia ha trovato in Alaphilippe, vincitore della Sanremo 2019 e del campionato del mondo 2020, un nuovo grande campione. Bernal è stato il primo colombiano a vincere il Tour, nel 2019. Gli inglesi, negli ultimi 9 anni, si sono annessi 11 vittorie nei grandi giri: 1 Wiggins (1 Tour), 7 Froome (4 Tour, 1 Giro, 2 Vuelta), 1 Geraint Thomas (1 Tour), 1 Geoghegan Hart (1 Giro, 2020), 1 Simon Yates (1 Vuelta). Nessuno ha saputo far meglio in questo lasso di tempo. Roglic (2 Vuelta e una Liegi) e Pogacar (1 Tour) hanno messo al centro della scena ciclistica la piccola Slovenia. Insomma, le nazioni del ciclismo non sono più soltanto sette.
*Aggiornamento del 06 aprile 2022: Roglic ha vinto anche la terza Vuelta nel 2021 e Pogacar il secondo Tour oltre alla Liegi e al Lombardia. In questo 2022, ai loro successi si è sommata l'affermazione di Mohoric alla Sanremo. Dominio sloveno.
* Sono stati classificati i primi 162 ciclisti della storia, fino ad ora. Guida l'Italia, con 48 corridori.Italia: 48 corridori
Belgio: 27 corridori
Francia: 19 corridori
Spagna: 19 corridori
Olanda: 10 corridori
Svizzera: 7 corridori
Lussemburgo: 5 corridori
Germania: 5 corridori
Gran Bretagna: 3 corridori
Irlanda: 2 corridori
Australia: 2 corridori
Danimarca: 2 corridori
USA: 2 corridori
Portogallo, Slovacchia, Colombia, Russia, Kazakistan, Norvegia, Slovenia: 1 corridore