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venerdì 25 febbraio 2022

L'Italia del calcio piccola in Europa

Considero il campionato di Serie A in crisi da almeno due lustri. I nove scudetti consecutivi della Juve, dal 2011 al 2020, ne sono stati inconfondibili cartine di tornasole. Come gli oltre 200 gol nella massima divisione di Antonio Di Natale - bravo, tecnico, ma fino a un certo punto -, come il titolo di capocannoniere vinto da Toni, a pari merito con Icardi, a 38 anni. Era il 2015. Anche la messe di reti mietuta da Immobile, che in una gradautoria dei migliori centranti della storia della Lazio non va oltre la settima/ottava posizione, ci offre uno spaccato della modestia della Serie A. E cito questi dati, solo per comodità e facilità d'impressione, dacché ce ne sarebbero molti altri. Dopo il successo dell'Inter in Champions League nel 2010, nessuna squadra italiana si è più aggiudicata un trofeo continentale. E ci sono state appena tre finali raggiunte e perse: dalla Juve, in Champions, nel 2015 e nel 2017, dall'Inter in Europa League, nel 2020. L'ultimo turno di coppe, concluso dalla triste sconfitta casalinga del Napoli contro il Barcellona meno competitivo degli ultimi 20 anni, è indicativo di uno stato di salute non brillante del calcio italiano. E dimostra come la nazionale di Mancini abbia vinto l'Europeo anche con il soccorso della fortuna e per una combinazione circostanze che tanti hanno voluto sottovalutare. Il calcio italiano, come l'avevamo conosciuto ed esportato, esiste ancora? Da noi, oggi, si difende male, come reparti e come singoli. Ecco, prima la capacità di saper difendere, di riuscire a contenere gli avversari e, sì, anche di speculare callidamente sul loro gioco e le debolezze di quello, era la cifra del calcio nostrano. Imperniato sulla copertura ma anche sugli uno contro uno e la tecnica appresa sui campetti polverosi o per strada. La copertura è saltata. Gli uno contro uno si vedono ancora nell'Atalanta, nel Verona, nel Torino, in parte nella Fiorentina. Ma, l'equilibrio che le squadre italiane di un tempo è un ricordo sfumato. E in Europa siamo drammaticamente dietro Inghilterra, Spagna e Germania. E valiamo grosso modo l'Olanda e il Portogallo. E non ci sono soltanto ragioni economiche dietro la diminuita competitività. Non abbiamo più grandi difese, non abbiamo più grandi difensori, non abbiamo più grandi numeri 10. Non abbiamo più una nostra identità e, di conseguenza, una nostra forza propria. E, giustamente, non vinciamo più in Europa. A meno di sorprendenti inversioni di tendenza.

martedì 22 febbraio 2022

Serie A 21/22: il punto dopo la 26^ giornata

Nessuno vince in testa alla classifica e il Milan, costretto al pareggio da una rianimata Salernitana, conserva il primato. Il Napoli, infatti, perde a Cagliari - i sardi sono altra squadra rispetto a quella arrancante di qualche settimana fa - e l'Inter è sconfitta in casa dal Sassuolo: sbaglia formazione Inzaghi, continua a non parare Handanovic, la stanchezza si avverte e, diciamo anche questo, Berardi, Scamacca e Raspadori sono un tridente di tutto rispetto, avanguardia di una squadra che aveva già battuto fuori casa Milan e Juve. L'Inter continua ad avere una partita in meno. Lo scudetto si deciderà nelle ultimissime giornate. Se non nell'ultima.

Finisce 1-1 il derby tra Juve e Toro, con l'atteso ritorno al gol di Belotti. La Fiorentina batte tra le polemiche l'Atalanta, con gol di Piatek che, per ora, non fa rimpiangere Vlahovic. Pareggi tra Udinese e Lazio e Venezia e Genoa.

La Samp supera l'Empoli con doppietta di Quagliarella, il Bologna batte lo Spezia con doppietta di Arnautovic, un altro di quelli che in carriera ha raccolto la metà di quel che avrebbe potuto.

domenica 20 febbraio 2022

Inter-Sassuolo 0-2. Disastro nerazzurro

Dopo il pareggio del Milan a Salerno, l'Inter affronta il Sassuolo con la possibilità, vincendo, di riprendersi la vetta solitaria della classifica. Non sarà facile.

La cronaca. 

Primo tempo disastroso dell'Inter. Barella, stasera inguardabile, è travolto dal centrocampo del Sassuolo. Palla persa da Calhanoglu, ma forse c'è una spinta irregolare di Berardi, e tiretto scolastico di Raspadori. Restando in piedi, Handanovic lo fermerebbe di piatto. Invece no. Si tuffa e prende un gol imbarazzante, sotto le gambe. Poco dopo, Barella sbaglia ancora, dalla trequarti cross per Scamacca, dimenticato da Perisic e Dimarco e Sassuolo avanti di due reti. Consigli poi nega il gol a un colpo di testa di Skriniar e ad un bel tiro di Gagliardini. Intervallo. Nella ripresa, dentro Dumfries e Dzeko per Darmian e Gagliardini. Sanchez opera da trequartista. L'Inter non trova nemmeno il gol della speranza. Consigli para quel che deve, Lautaro, che ho sempre difeso, è impalpabile, Perisic stanco, Calhanoglu e Dimarco gareggiano in imprecisione al cross. Il Sassuolo in contropiede potrebbe segnare il terzo gol. Sconfitta amarissima e meritata. La penso sempre allo stesso modo: "safety first". Sarebbe stato meglio, visto come stiamo, iniziare con un solo attaccante e giocare più coperti. Barella non può giocare davanti alla difesa. E si sapeva che Berardi avrebbe pressato Calhanoglu. Meglio schierare da quella parte Gagliardini. Il portiere, quello, ci manca da anni. Ma ultimamente prende un gol ogni due tiri. A maggior ragione, la prudenza sarebbe stata necessaria. Anziché insistere con i soliti triangoli in mezzo al campo, senza la rapidità e il senso della posizione di Brozovic. Ultimamente, peraltro, pure lui appannato. 


mercoledì 16 febbraio 2022

Inter-Liverpool 0-2

L'Inter ospita il Liverpool nell'andata degli ottavi di finale della Champions League 2021/22. I Reds sono favoriti e possiedono una maggiore qualità media, ma l'Inter, se avrà il meglio da tutti i propri titolari - mancherà Barella, squalificato - avrà le sue possibilità. Sia di vincere questa sera. Sia di passare il turno. Servirà un'impresa, in ogni caso.

La cronaca. L'ingresso di Sanchez segna l'inizio della fine. Il Liverpool prende campo e segna rapidamente con Firmino, di testa - mentre Handanovic non capisce la direzione e si tuffa in ritardo - e Salah, dopo tocco oratoriale di De Vrij. In quest'occasione, more solito, Handanovic resta immobile come un monaco stilita. Il Liverpool vince 2-0 e nemmeno sa come. Perché se nel primo tempo aveva fatto qualcosa di più, nella prima mezz'ora del secondo, l'Inter aveva dominato. Senza tuttavia trovare la rete. Qualche cross impreciso di Perisic, peraltro autore di una prova superba, qualche intervento provvidenziale di Van Dijk, due scelte sbagliate di Dzeko, che passa invece di tirare. Tutto questo ha reso sterile il predominio nerazzurro interrotto dall'ingresso da Sanchez. È andata male. Pessima la prova di Brozovic. Male nel finale De Vrij. Brillante Calhanoglu e, più di lui, da anni non lo vedevo così, Vidal. Qualificazione compromessa. Restano solo le speranze del tifoso. 

martedì 15 febbraio 2022

Sofia Goggia argento a Pechino nella discesa libera. Bronzo per la Delago

Distorsione al ginocchio, lesione legamentosa, problemi al perone. Altri avrebbero faticato a stare in piedi. Sofia Goggia ha conquistato l'argento alle Olimpiadi di Pechino, dopo l'oro di quattro anni fa. Nella discesa libera. È stata più di un'impresa. L'oro è andato all'elvetica Suter, il bronzo all'altra azzurra Nadia Delago.

lunedì 14 febbraio 2022

Serie A 21/22: il punto dopo la 25^ giornata

Sorpasso in vetta del Milan ai danni dell'Inter, che deve tuttavia ancora recuperare la partita con il Bologna. I rossoneri battono la Samp con precoce gol di Leao, i nerazzurri pareggiano, in rimonta, contro il Napoli. Si entra nella fase calda del campionato e se, come ho scritto tante volte, l'Inter resta favorita, per tutti gli impegni che si profilano all'orizzonte, Milan e Napoli hanno le loro possibilità di conquistare lo scudetto

Deve considerarsi invece terminata l'immaginaria rimonta della Juve, sospinta dalla stampa bisognosa di consenso: il pareggio contro l'Atalanta conferma la Juve nel ruolo di aspirante al quarto posto. 

Vince la Lazio, pareggia, nel recupero, la Roma con il Sassuolo. Largo successo del Verona sull'Udinese.

Da segnalare, i gol di Pinamonti, al nono centro in campionato come il più celebrato Scamacca, nel pareggio tra Empoli e un Cagliari in ripresa, e di Mattia Destro e Federico Bonazzoli, nel pareggio tra Genoa e Salernitana. Tutti attaccanti di scuola Inter, tutti più forti di Caicedo, che pure ha fatto bene negli anni passati.

sabato 12 febbraio 2022

Napoli-Inter 1-1

Partita importantissima sia per l'Inter che per il Napoli, crocevia del campionato e della stagione. Nel Napoli, torna titolare Koulibaly, reduce dal successo in Coppa d'Africa.

La cronaca.

Rigore per il Napoli, dopo uno scomposto intervento di De Vrij su Osimhen. Insigne lo trasforma. Zielinski sfiora il gol poco dopo, fermato dal palo alla destra di Handanovic. L'Inter prova a palleggiare, ma sulla trequarti si smarrisce. Intervallo. All'inizio della ripresa, cross di Lautaro da destra, Dzeko di testa colpisce male, rimbalzo su Di Lorenzo e palla di nuovo a Dzeko, che, con un gran destro da posizione defilata, batte Ospina.  Complice anche la traversa. Il risultato non cambia più. Inter più padrona del campo e Napoli - bravo davvero Lobotka nel mezzo - pronto a ripartire. Sotto tono Brozovic, che perde due brutti palloni per giochicchiare, tanto che gli unici lanci decenti li fa Dimarco. De Vrij è fuori fase. Capisco che si possa soffrire Osimhen, ma aveva patito anche Giroud ed Henry del Venezia. Dumfries, poi, ha tanta corsa e tanta voglia. Ma abbandona spesso la posizione, mentre la sua tecnica di base resta mediocre. Il 3-5-2 di Inzaghi, per finire, andrebbe corretto ogni tanto. Almeno a partita in corso. L'ortodossia tattica alla lunga è un limite. Dimenticavo: Koulibaly è il miglior difensore della serie A. 

venerdì 11 febbraio 2022

Coppa Italia: in semifinale Inter-Milan, Juve-Fiorentina

L'Inter ha battuto facilmente la Roma, la Fiorentina ha confermato la modestia del rendimento atalantino in casa, il Milan ha travolto la Lazio, la Juve ha battuto nel finale il Sassuolo, che l'aveva tenuta a bada a fino a quando Berardi ha giocato. Ecco le semifinali (ci saranno andata e ritorno) della Coppa Italia 2022.


Inter - Milan

Juventus - Fiorentina 

giovedì 10 febbraio 2022

Coppa Italia 1982: il terzo trionfo dell'Inter

Fu l'ultimo anno di Eugenio Bersellini alla guida tecnica dell'Inter: in un lustro, con lui in panchina, vennero due Coppe Italia (1978 e, appunto, 1982) e lo storico scudetto del 1980, il dodicesimo della storia nerazzurra. In campionato, nella stagione 1981-82, l'Inter giunse quinta, a 11 punti dalla Juve campione d'Italia per la ventesima volta, dopo un duello innervato da polemiche durissime con la Fiorentina di Antognoni e Graziani. In Coppa Italia, invece, l'Inter, dopo aver vinto il girone eliminatorio, superò la Roma ai quarti di finale, il Catanzaro in semifinale, e il Torino in finale, giocata pure quella su due turni. All'andata, al Meazza, gol della vittoria di Aldo Serena, al ritorno pareggio con reti di Cuttone per i granata e Altobelli per l'Inter. Fu, quella sollevata dal capitano Graziano Bini, la terza Coppa Italia conquistata dall'Inter nella sua storia.

Graziano Bini

Altobelli risultò, con 9 gol, anche il capocannoniere della manifestazione, di cui è, ancora oggi, il massimo goleador assoluto, con 56 gol in 95 partite. Primato destinato a rimanere imbattuto anche per la formula attuale della Coppa Italia, che prevede non più di cinque partite a stagione per le squadre migliori. All'epoca, invece, se ne dovevano giocare, per vincere, almeno il doppio.

martedì 8 febbraio 2022

Inter-Roma 2-0: Dzeko, Sanchez. Inter in semifinale di Coppa Italia

Quarti di finale di Coppa Italia, stadio Meazza in San Siro. L'Inter ospita la Roma di Mourinho, che per la prima volta sfida la squadra che gli ha regalato e cui ha regalato la stagione più straordinaria della sua carriera. I nerazzurri devono riscattare la rimonta subita nel derby.

La cronaca. 

Inter subito in vantaggio con Dzeko che segna con un bellissimo destro al volo dopo cross mancino di Perisic. Arrivano altre tre occasioni per i nerazzurri. Dopo venti minuti, la Roma si riprende. Occasione per Zaniolo, para di piede Handanovic. A fine primo tempo, infortunio alla caviglia per Bastoni. Intervallo. Nella ripresa, squadre più lunghe in campo. L'Inter raddoppia con una gran conclusione da fuori area di Sanchez. Esce Dzeko per Lautaro. Escono anche Perisic, Barella e Vidal per Dumfries, Vecino e Calhanoglu. L'Inter va in semifinale di Coppa Italia. Detto questo, ancora un lungo applauso a José Mourinho. 

Serie A 21/22: il punto dopo la 24^ giornata

Il derby va al Milan, dopo una partita a lungo dominata dall'Inter e decisa prima dai cambi sbagliati da Inzaghi che dalla doppietta di Giroud. Non parlerei di campionato riaperto, perché mai era stato chiuso. L'Inter resta favorita, è più forte, ma non nettamente più forte come nella seconda parte della passata stagione. Continua a vincere il Napoli, che ritrova Osimhen, a segno, al centro dell'attacco. Vince la Lazio a Firenze, pareggia la Roma in casa con il Genoa: Mourinho protesta per il trattamento riservato a Zaniolo. La Juve batte il Verona orfano di Simeone e Caprari con gol dei nuovi arrivati Vlahovic, gran giocatore, e Zakaria. L'Atalanta continua a perdere punti in casa e viene superata dal Cagliari, che spera nella salvezza. Ampio successo della Sampdoria contro il Sassuolo. L'Udinese batte il Torino nel finale. Pareggio a reti inviolate tra Bologna ed Empoli, mentre finisce 2-2 tra Salernitana e Spezia, con due grandi gol su punizione di Verdi. Delle partite da recuperare, ancora nessuna notizia.

sabato 5 febbraio 2022

Inter-Milan 1-2. Perdono Inzaghi, Sanchez e Handanovic

Inter: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro. 

Milan: Maignan; Calabria, Kalulu, Romagnoli, T. Hernandez; Tonali, Bennacer; Saelemaekers, Kessie, Leao; Giroud. 

La cronaca. 

Dopo dieci  minuti, l'Inter sfiora il gol: sinistro di Brozovic deviato e parata d'istinto di Maignan. Al 25', un tiro di Barella, servito da Lautaro, esce di poco. Due minuti dopo, Lautaro libera Dumfries a centro area: tiro forte ma centrale che esalta Maignan. Inter in vantaggio con Perisic che calcia di sinistro al volo su angolo di Calhanoglu. Intervallo. Ripresa di controllo iniziale per l'Inter. Rovina tutto Inzaghi con i soliti cambi, sempre gli stessi. Fuori un grande Lautaro per Sanchez, che poco dopo viene scaraventato a terra dopo contrasto di gioco, il Milan riparte, gol di Giroud con Skriniar a fissare il vuoto. Più avanti palla in area a Giroud, che scherza De Vrij e calcia senza forza.  Solo che Handanovic si tuffa tardi e non tiene la palla: il milionesimo errore della sua carriera nerazzurra. Il Milan è stato ordinato, l'Inter ha sciupato troppo, Maignan vale due volte Handanovic. Inzaghi i cambi non sa farli. Sapete perché è uscito Perisic? Perché doveva togliere l'ammonito Calhanoglu- lui gli ammoniti li toglie sempre - e allora gli serviva Dimarco per battere gli angoli. Forse Giroud ha commesso un intervento irregolare su Sanchez. Che però ha fatto un tocco in più, un tocco di troppo. Ci casca sempre. E i campioni si vedono dal tocco in meno, non dal tocco in più. Lautaro difende palla cento volte meglio del cileno. Inzaghi questo lo sa? Che strategia è la sua nei cambi, che tutto possono prevedere? Inaccettabile. Perché l'Inter è più forte del Milan. Eppure ha perso. 

venerdì 4 febbraio 2022

Jacobs 6"51 nei 60 m a Berlino

Rientro vincente del campione olimpico Marcell Jacobs, che vince nei 60 m indoor a Berlino. Tempo di tutto rispetto: 6"51.

giovedì 3 febbraio 2022

Il calcio degli anni '40: da Valentino Mazzola a Pedernera

La decade meno ricordata nella storia del calcio del secolo scorso è quella che va dal 1940 al 1949. Per tante ragioni, a cominciare dalla Seconda Guerra Mondiale, sì, scritta con le maiuscole, che funestò il primo lustro di quell'epoca: era iniziata nel 1939. Tanto che non si disputarono i mondiali del 1942, mentre infuriava il conflitto, e neppure quelli del 1946, quando la ricostruzione era appena cominciata e l'Italia era dopo poco, e tra mille polemiche, divenuta una Repubblica. 

E fu una sfortuna che a grandi, grandissimi giocatori fu sottratta la possibilità di mostrare il proprio talento in una competizione planetaria.

Tre squadre si distinsero in mezzo a tutte le altre: il River Plate, il Torino, la Honved. L'Argentina, come tutto il Sud America, ebbe la fortuna di rimanere fuori dal conflitto. A Buenos Aires, fiorì una generazione irripetibile di fuoriclasse, tutti accasati al River Plate. Quella squadra strappava applausi a scena aperta e mostrava automatismi di gioco così collaudati, da sembrare una macchina, una maquina. Il favoloso centravanti Pedernera, che molti considerarono a lungo il miglior giocatore di sempre - la pensava a questo modo anche Di Stefano, che gli avrebbe tolto il posto di titolare al River nel 1946 -, Labruna, Loustau, Moreno e Munoz erano i cinque dell'attacco formidabile di quella squadra irripetibile.

Adolfo Pedernera


Nello stesso torno di tempo, il presidente del Torino Ferruccio Novo, era il 1942, ingaggiava dal Venezia una promettente coppia di mezzali, Valentino Mazzola e Loik, che avrebbero costituito l'ossatura del Grande Torino, una squadra che smise di vincere, dopo cinque campionati consecutivi, con la pausa da guerra tra il 1943 e il 1945, solo per il tragico schianto di Superga, di ritorno da una trasferta in Portogallo. Il Grande Torino fu, in Italia e in Europa, quello che il River Plate rappresentò in Argentina e in Sud America. Valentino Mazzola, capitano eccelso, uomo ovunque sul campo, antesignano di Di Stefano e di Cruijff, e insuperato trascinatore, fu l'antagonista di Pedernera per il titolo di migliore del suo tempo. La fine tragica di quel Toro il 4 maggio del 1949 consegnò la squadra alla leggenda.

Il Grande Torino


Subito dopo la guerra, in Ungheria, a Budapest, mentre gli artigli dell'URSS avvinghiavano la vita politica magiara, si affermava la Honved, dell'ala sinistra Puskas, un mancino dal tiro potentissimo e dal tocco felpato, dalla progressione irresistibile e dal gol facilissimo, asso tra gli assi. Attorno a lui, fioriva una squadra magnifica, che si sarebbe trasferita di peso nella nazionale ungherese, capace di stupire il mondo nei primi anni '50.

Il campionato italiano, sospeso nella sua espressione nazionale tra il '43 e il 45', fu vinto dall'Inter orfana di Meazza nel 1940, dal Bologna nel 1941, dalla Roma di Amadeo Amadei - primo titolo assoluto - nel 1942, poi dal Torino (1943, 1946, 1947, 1948, 1949).

Nel 1948 lasciò la guida tecnica della nazionale italiana Vittorio Pozzo, che aveva guidato gli azzurri alla vittoria dei mondiali del 1934 e del 1938 nonché delle Olimpiadi di Berlino del 1936. Fatali gli furono le sconfitte contro l'Inghilterra (4-0 a Torino) di Mortensen, autore di un gol sopravvalutato e Stanley Matthews, e contro la Danimarca (5-3 alle Olimpiadi di Londra, in agosto) del poderoso centravanti Praest, che un anno dopo sarebbe approdato alla Juve. Quelle Olimpiadi, le avrebbe poi vinte la Svezia di Gren, Liedholm e Nordahl, autore di tre gol in finale contro la Jugoslavia. Tutti e tre sarebbero approdati in serie A, al Milan. 

Si chiudeva, invece, per gli azzurri, un'era ricca di successi e se ne preparava un'altra, avarissima di soddisfazioni. La ricordata scomparsa degli assi del Grande Torino l'anno dopo si sarebbe combinata con le difficoltà di una generazione, nata a cavallo degli anni '30, fortemente penalizzata dalle ristrettezze, persino alimentari, degli anni di guerra. Negli anni '50, in serie A, con poche eccezioni, avrebbero furoreggiato gli assi stranieri, specialmente nordeuropei, e nessun successo internazionale avrebbe arriso alla nazionale italiana addirittura sino al 1968.



Lautaro goleador con l'Argentina

Due partite, due gol, entrambi decisivi. Lautaro Martinez ha confermato la sua caratura di grande goleador con la maglia dell'Argentina, firmando le reti del successo dell'Albiceleste contro il Cile e la Colombia, durante le qualificazioni ai mondiali di Qatar 2022. Il centravanti nerazzurro è così arrivato a 19 gol in 37 partite con la sua nazionale. Gol che pesano parecchio più dei gol facili che si segnano nella decaduta e decadente Serie A italiana degli ultimi quindici anni. 

domenica 30 gennaio 2022

Gli urletti di Nadal

Tutti parleranno di epica rimonta, del ventunesimo Slam et similia. Io mi limito ad osservare che gli urletti di Nadal sono più fastidiosi di quelli di Monica Seles. Per tacere di tutto il tempo che impiega a servire. Snervante. Mi ha disturbato la sua vittoria (che è soprattutto una sconfitta di Medvedev)? Sì, moltissimo. Come sempre. 

venerdì 28 gennaio 2022

Australian Open 2022: finale Medvedev-Nadal

Sarà tra Medvedev e Nadal la finale degli Australian Open 2022. Entrambi hanno battuto i rispettivi avversari, Tsitsipas e Berrettini, in quattro set. Considero favorito per il successo finale Medvedev. O, comunque, tifo per lui.

martedì 25 gennaio 2022

Berrettini in semifinale agli Australian Open 2022. Battuto Monfils in 5 set

Quarti di finale degli Australian Open 2022, Matteo Berrettini affronta il francese Monfils, che ha dieci anni più di lui. Berrettini si aggiudica i primi due set 6-4, 6-4 e le semifinali paiono a portata di mano. Monfils, tuttavia, non ha la minima intenzione di gettare la spugna. E vince il terzo set 6-3. Il francese ricava più punti di Berrettini dalla seconda di servizio, vero limite odierno dell'azzurro, oltre a quello consueto degli spostamenti laterali, sempre laboriosi per uno con la sua stazza. Il copione del quarto set è il medesimo, con Monfils avanti e giochi interminabili come il nono: il francese si aggiudica il set ancora per 6-3. Si va al quinto. Partita anche di nervi. Soprattutto di nervi. E Berrettini vince subito sul servizio avversario. Tiene il proprio servizio e sale 2-0. Poi un nuovo break e il servizio tenuto nel quarto gioco, chiuso da un magnifico dritto incrociato. Berrettini avanti 4-0. Monfils conquista il primo game del suo quinto set. Si gioca da tre ore e quaranta minuti. Berrettini sale 5-1, Monfils torna a servire bene: 5-2 per l'azzurro che può servire per il match. E vince Berrettini, trasformando il terzo match-point. Una grande prova di maturità. Va in semifinale agli Australian Open 2022. E potrebbe vincere il torneo. 

lunedì 24 gennaio 2022

Serie A: il punto dopo la 23^ giornata. L'Inter allunga

Lo scialbo pareggio tra Milan e Juve permette all'Inter di allungare in testa alla classifica, confermando quanto prezioso sia stato il gol firmato allo scadere da Dzeko contro il Venezia. Tra le inseguitrici, più dei rossoneri in vistoso rallentamento, sembra accreditarsi il Napoli, che ha una rosa vasta come quella dell'Inter. Dopo la sosta, l'Inter affronterà prima il Milan e poi il Napoli, partendo da un vantaggio attuale di quattro punti e una partita in meno. Bella vittoria della Roma sul campo dell'Empoli, con Abraham  sugli scudi e Sergio Oliveira subito leader del centrocampo giallorosso, al secondo gol in due partite. Pareggio tra Lazio e Atalanta. Vittoria importante dello Spezia, nel derby ligure, contro la Samp. Il Verona supera il Bologna, pareggio tra Genoa e Udinese, Torino e Sassuolo, Cagliari e Fiorentina. Si legge che Vlahovic, ieri assente, sarebbe in predicato di lasciare subito i viola per la Juve. Come già Bernardeschi prima e Chiesa poi. Non sono più i tempi di Roberto Baggio. Che era ben altro giocatore, peraltro. Una citazione per due beniamini di questo blog a segno ieri: Pinamonti e Bonazzoli, rispettivamente autori dell'ottavo e quarto gol del proprio campionato. L'Inter cerca un rinforzo davanti e si discute di Caicedo e Salcedo. Pinamonti e Bonazzoli sono tanto più forti di Salcedo e anagraficamente da preferire a Caicedo, pur bravo. Resteranno all'Empoli e alla Salernitana.

sabato 22 gennaio 2022

Inter-Venezia: 2-1. Dzeko!

Allarme Covid rientrato, la partita si gioca regolarmente. Inter con la formazione titolare. 

La cronaca.

Il calcio è un gioco semplice. Basta il centravanti francese Henry, fisico da granatiere a tenere in scacco la retroguardia nerazzurra. Nessuno, nemmeno Skriniar, riesce a contrastarlo con efficacia. E proprio Henry porta in vantaggio il Venezia con un perentorio stacco di testa. La palla è centrale, ma Handanovic fraintende la traiettoria e compie l'ennesimo errore. Niente di nuovo sotto il sole. Pareggia Barella alla fine del primo tempo, dopo respinta avversaria su tiro al volo di Perisic, servito da un tenace Darmian. Nella ripresa Inter in avanti e Venezia arroccato in difesa, pronto a rilanciare su Henry, che di testa la prende sempre. Inzaghi cambia. Alla fine il gol del vittoria arriva su cross del subentrato Dumfries, che Dzeko trasforma in rete con un gran colpo di testa. Tre punti pesantissimi per l'Inter, dopo una partita giocata a ritmi troppo compassati. Giù di tono Perisic e Brozovic. Dopo la sosta, viste le avversarie in programma, l'Inter avrà bisogno di fare di più. Nettamente di più.