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martedì 10 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 19^ puntata (2006, in Germania quarto trionfo dell'Italia)

Mentre infuria la bufera di calciopoli e si squarcia un velo di ipocrisia per anni tenuto su anche da una stampa troppo accomodante, la nazionale italiana parte per la Germania, che ospita i mondiali del 2006, con poche certezze e molte paure. Prime fra tutte quelli dei giocatori della Juve, come Cannavaro e Zambrotta, in cerca disperata di nuovo contratto e di nuova sistemazione, atteso che la Juve è destinata alla serie B. Motivazioni suppletive a quelle tipicamente sportive che svolgeranno un ruolo nel successo degli azzurri. Assieme ad un sorteggio benevolo, dal girone fino ai quarti, dove si batte l'Ucraina dopo aver battuto agli ottavi la resistibile Australia soltanto con rigore trasformato dal subentrato Totti. In semifinale, è Grosso, ai supplementari, a sbloccare il risultato con una conclusione mancina ad effetto. Il terzino, in procinto di trasferirsi all'Inter, vive un mese magico, come lo vive Materazzi alla fine capocannoniere azzurro assieme a Toni. L'Italia va in finale, dove trova la Francia, che nel frattempo si è sbarazzata del Brasile di Ronaldo, Ronaldinho, Kakà ed Adriano, troppi galli dentro un pollaio dove pochi sono disposti a faticare. Zidane è in stato di grazia, assai più che nel mondiale casalingo del 1998. Pronti via, Materazzi stende Henry, rigore di Zidane. Francia avanti. Materazzi, però, pareggia di testa con stacco imperioso. Partita dura, che la Francia gioca meglio, senza tuttavia passare in vantaggio. Si va ai supplementari. Zidane sfotte Materazzi che gli risponde in modo rusticano. Zidane, che è più rusticano di lui, lo stende con una testata. Zidane espulso. Sarà l'ultima partita della carriera. Rigori. L'Italia, stavolta, non sbaglia. L'ultima trasformazione è di Grosso. Italia campione del mondo per la quarta volta. Seconda la Francia. Terza la Germania del capocannoniere Klose, cinque reti per lui. Quarto il Portogallo. Pochi i meriti di Lippi: è la vittoria di una grande generazione di calciatori, da Totti a Nesta a Pirlo, passando per Inzaghi, Del Piero, Cannavaro e via di questo passo. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata, 18^ puntata)

giovedì 1 marzo 2012

Il posto di Ibrahimovic nella storia del calcio

Non sarà stato il gol di ieri in amichevole con la Svezia a cambiare la carriera internazionale di Ibrahimovic, sempre letale nei campionati, meno decisivo con la Svezia e nelle Coppe Europee. Almeno fino a due, tre anni fa. Qualcosa, ora, mi pare che stia cambiando. In Champions, nelle ultime tre stagioni, ha segnato con regolarità, mai oltre la soglia degli ottavi di finale, ma i suoi complessivi 31 gol europei sono il segno di una presenza non più trascurabile. Con la Svezia, invece, i suoi gol sono 29: sesto marcatore nella storia del suo paese. Niente di straordinario, ma, insomma, anche qui un progresso c'è stato. Vedremo ai prossimi Europei, competizione nella quale Ibra ha sempre fatto bene: 2 gol nel 2004, 2 gol nel 2008. Davvero inconsistente Ibrahimovic è stato solo ai mondiali: una sola partecipazione, nel 2006, e nessun gol. Curiosamente proprio come il giocatore cui molti l'hanno, in parte a torto, paragonato, Van Basten. Che giocò solo Italia '90. E non segnò. Da qui al 2014, capiremo quale posto merita realmente Ibrahimovic nella storia del calcio.