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martedì 20 febbraio 2024

Inter-Atletico Madrid 1-0: Arnautovic!

L'Inter ospita l'Atletico Madrid nell'andata degli ottavi di finale di Champions League. Nel giorno della scomparsa di uno dei suoi campioni più amati e più rappresentativi: Andreas Brehme.


La cronaca. 

Avversario di spessore l'Atletico. Inter più tinida del solito, con Mkhitaryan per una volta sotto tono e Calhanoglu impreciso. Anche Darmian soffre il confronto con Molina. Lautaro è in partita e tira appena può. Senza fortuna. Anche dopo una grande azione personale di Thuram, che, poco dopo si fa male calciando. Si va al riposo sullo 0-0. Nella ripresa, dentro Arnautovic per Thuram. Arnautovic sfiora subito il gol su cross di Dimarco. Poi ancora l'austriaco manda fuori di testa su cross di Barella. Occasione per l'Atletico. Inter un poco in affanno. Dentro Dumfries e Carlos Augusto per Darmian e Dimarco, autore di una prova modesta. Poi Arnautovic scambia con Lautaro e val tiro da due passi, ma sbaglia. L'Inter passa finalmente in vantaggio con Arnautovic, dopo che Oblak aveva salvato su Lautaro. Pathos finale, con Sommer che prende dei rischi al rilancio. Esce anche Lautaro per Sanchez. Vittoria risicata ma preziosa, in vista del difficilissimo ritorno a Madrid. 


La scomparsa di Andreas Brehme leggenda di Inter e Germania

Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Diaz, Matthaeus, Serena (Inter dei record, stagione 1988/89)

Un magnifico terzino sinistro, Andreas Brehme, tra i massimi interpreti del ruolo nella storia del calcio. Ma, era stato anche un formidabile mediano prima di arrivare all'Inter, con il più famoso Matthaeus, nell'estate del 1988. Era già un colonna della nazionale tedesca, anzi della Germania Ovest, perché il mondo era ancora, per poco, diviso in blocchi contrapposti. Non tutti lo conoscevano a fondo. Si fece apprezzare prestissimo e divenne una colonna di una squadra indimenticabile, capace di vincere il campionato con quattro giornate d'anticipo, stabilendo il record di punti nei campionati a 18 squadre e lasciando il Napoli di Maradona, Careca e Alemao a -11 e il Milan di Sacchi e degli olandesi a -12.

Inter 1988-89

Brehme, classe 1960, era un professore del gioco. Letteralmente ambidestro, aveva una sensibilità di tocco da centrocampista offensivo. I  suoi cross furono autentica manna per il capocannoniere Serena. Elegante, dalla falcata poderosa, abilissimo in scivolata. Attaccava e difendeva, con e senza palla, con naturalezza disarmante.

Andreas Brehme
con la maglia dell'Inter

Dinamismo, forza fisica e tecnica di primissimo ordine. E calma. Calma imperturbabile, tipica dei più forti. Nella finale dei mondiali di Italia '90, il capitano e compagno di squadra Lothar Matthaeus, rigorista designato, lasciò proprio a Brehme la responsabilità di calciare il rigore che avrebbe regalato ai tedeschi il loro terzo titolo mondiale. Aveva soltanto 63 anni. Che la terra gli sia lieve.

giovedì 29 agosto 2019

Sanchez e Biraghi all'Inter

Sanchez è un'incognita, professionista da più di dieci anni, più di cento partite con la nazionale cilena e le ultime due travagliate stagioni al Manchester United inducono a qualche dubbio sulla sua tenuta. Il talento, invece, non è in discussione. Rapidissimo, sebbene la sua velocità di punta sia diminuita, succede a chiunque dopo i 30 anni, virtuoso del dribbling, non mi pare adatto a far coppia con Lukaku. Non per tante partite. Poi, qualche buona combinazione in Inghilterra l'hanno fatta e potrebbero ripeterla in Italia. Nessuno dei due è un centravanti classico. Biraghi, altro rinforzo dell'Inter, torna a casa. Non è Facchetti, ci mancherebbe, non è Brehme, ci mancherebbe, ma è cresciuto all'Inter, ha un buon sinistro, attacca meglio di quanto difenda. Sarà più utile di Dalbert

lunedì 5 giugno 2017

Classifica dei primi dieci difensori goleador della storia del calcio

Provo a proporre una classifica, da aggiornare, dei primi dieci difensori goleador della storia del calcio, precisando che, alcuni di loro, hanno fatto la spola tra centrocampo e difesa. Per quanto siano stati, per lo più, difensori. Escludo il grandissimo Breitner, che, dopo alcuni anni da terzino sinistro, spese la più parte della carriera a centrocampo. E Sammer, che giocò a lungo a centrocampo, e fu poi libero alla tedesca.


  1. Ronald Koeman 253 gol
  2. Daniel Passarella 175 gol
  3. Fernando Hierro 156 gol
  4. Laurent Blanc 152 gol
  5. Roberto Carlos 122 gol
  6. Franz Beckenbauer 113 gol
  7. Sinisa Mihajlovic 106 gol
  8. Giacinto Facchetti 78 gol
  9. Andreas Brehme 73 gol
  10. John Terry 73 gol

venerdì 2 gennaio 2015

Podolski nerazzurro: è ufficiale

Torna un tedesco all'Inter: Podolski, attaccante mancino, 48 gol con la nazionale tedesca e dieci anni di carriera alle spalle. Farà bene.

lunedì 26 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 15^ puntata (Italia '90, vince la Germania Ovest)

Dopo 56 anni, l'Italia torna ad ospitare i mondiali dopo quelli, peraltro stravinti, del 1934. L'Italia di Vicini, reduce dalle semifinali agli Europei del 1988 in Germania Ovest, ha i gradi di favorita, assieme alla stessa Germania ed all'Olanda di Van Basten, Gullit e Rijkard. L'inzio, però, è stentato. Vittoria sofferta contro l'Austria. Vialli è travolto dalle attese, il suo compagno d'attacco Carnevale capisce cosa significhi giocare senza Maradona alle spalle e ci vuole il subentrato Schillaci a rompere il ghiaccio con un gol di testa. Ne segnerà altri cinque e diverrà il capocannoniere di Italia '90, dei mondiali delle notti magiche come recita il titolo di una gettonatissima canzone cantata da Bennato e dalla Nannini. Contro gli Usa, seconda partita del girone, Vialli sbaglia un rigore prima di infortunarsi più o meno diplomaticamente. L'Italia vince con uno strepitoso gol del suo regista Giannini davanti ad uno stadio Olimpico festante. Contro la Cecoslovacchia ancora Schillaci e, finalmente accantonato Vialli, Roberto Baggio il grande. Parte da sinistra, scambia con Giannini, salta due avversari, e calcia con finta sapiente sul palo del portiere. Il mondo scopre il talento purissimo di un genio assoluto del calcio: in lui, Brera rivede i guizzi di Meazza. L'Italia avanza anche agli ottavi, battuto l'Uruguay con gol di Schillaci e di Aldo Serena, ed ai quarti, superata l'Irlanda ancora con Schillaci. In semifinale, l'Italia lascia Roma per giocare a Napoli contro l'Argentina di Maradona, che di Napoli è il re, gli hanno intonato canzoni, dedicato statue e finisce che i tre quarti del pubblico tifino Argentina piuttosto che Italia. L'Albiceleste, tolto l'immenso Maradona è poca cosa. Si salvano Burruchaga, che non è più saettante come in Messico, il libero Ruggeri, e l'attaccante "belli capelli" Caniggia. Vicini rispolvera Vialli e lascia in panchina Baggio: errore sesquipedale. L'Italia va in vantaggio ancora con Schillaci, ma Caniggia pareggia nella ripresa. La vulgata incompetente vuole Zenga responsabile di quel gol ed addirittura dell'eliminazione che seguirà. Una volta per tutte, Caniggia indirizza di testa all'angolino appena dentro l'area piccola. Se anche Zenga non fosse uscito, la palla sarebbe probabilmente entrata comunque. Peraltro, Caniggia viene lasciato colpire dallo stopper Ferri e non viene contrastato dal libero Franco Baresi, tutti campionissimi, che con Bergomi, capitano, e Maldini terzino sinistro, formano la difesa più forte che una nazionale italiana abbia mai schierato. Quello è il primo gol che Zenga subisce ai mondiali, dopo un primato d'imbattibilità che ancora resiste nella Coppa del mondo di calcio. Detto questo il tempo per recuperare ci sarebbe, ma Vicini non riesce a trasmettere la giusta carica ai suoi. Seguono supplementari e rigori. L'Italia viene eliminata, come accadrà anche quattro ed otto anni dopo. Nell'altra semifinale, sempre ai rigori, passa la Germania Ovest, capitanata da Matthaeus contro l'Inghilterra di uno strepitoso Gascoigne. In finale, sarà un rigore di Brehme ad assegnare alla Germania Ovest il terzo mondiale della sua storia. Seconda l'Argentina di Maradona, terza l'Italia che batte l'Inghilterra nella finale per il terzo posto. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata, 14^ puntata)

venerdì 5 ottobre 2012

I dieci migliori terzini sinistri della storia

Veniamo ai dieci migliori terzini sinistri della storia (ora siamo ai primi 30, 03 maggio 2022). Sulla prima posizione, assegnata a Giacinto Facchetti, non ci possono essere dubbi. Il primo difensore - attaccante, si sarebbe poi detto fluidificante della storia, talmente efficace sotto porta che Brera scrisse per anni di vederlo attaccante ed una volta Herrera l'accontentò. Il suo gol al Liverpool in Coppa Campioni, i suoi dieci gol in un campionato di serie A, senza rigori e punizioni, ne testimoniano la grandezza. Secondo al pallone d'oro nel 1965 ci fu invidiato per anni da tutto il mondo. Sugli altri nomi, si potrà discutere, ma, c'è l'eccellenza del ruolo, da Nilton  Santos, a Brehme, da Roberto Carlos a Maldini. La prevalenza degli italiani è evidente. Inizialmente non citavo l'asso olandese Ruud Krol, solo perché l'avevo collocato in posizione eminente nella classifica dei migliori liberi. Stesso discorso per il brasiliano Junior, che compare anche nella classifica dei centrocampisti. Ho deciso di rimediare, essendo stato straordinario in entrambi i ruoli. Cosa ne pensate?
1. Facchetti
2. Maldini
3. Roberto Carlos
4. Brehme
5. Krol
6. Nilton Santos
7. Cabrini
8. Breitner
9. Maroso
10. Schnellinger
11. Camacho
12. Rava
13. Briegel
14. Lantos
15. De Vecchi
16. Lizarazu
17. Marcelo
18. Van Tiggelen
19. Branco
20. Rocca
21. Everaldo
22. Alaba
23. Van Bronckhorst
24. Tarantini
25. Chivu
26. 
Candela
27. Ray Wilson
28. Junior 
29. Jordi Alba
30. Andrew Robertson

giovedì 20 settembre 2012

Inter - Rubin Kazan: 2-2. Ennesima figuraccia a San Siro. Stramaccioni va esonerato

E Stramaccioni sarebbe un grande allenatore? Poche, pochissime idee, ma confuse. Schiera Jonathan sulla destra, miniatura estetica di Maicon, che vale 100 e passa volte meno di Maicon. Procura il rigore per il Rubin Kazan, Handanovic para, ma sulla respinta l'Inter va sotto. Squadra svagata, con due centrocampisti patetici come Cambiasso, immobile, e Saverio Zanetti, inconcludente come per larga parte della sua carriera. Coutinho prova a saltare chiunque. Ma, non è Zico. E mai lo sarà. Faticherebbe a giocare in una provinciale. Soltanto da Cassano arriva qualche giocata di classe, come quella che libera Cambiasso, che crossa dalla destra per il colpo di testa di Livaja, la sola nota positiva di una serata davvero storta. Pareggio. Guarin rileva Jonathan nella ripresa. Poi, entra Milito per Livaja. L'Inter è molto lunga sul campo. E rischia continuamente di andare sotto. E ci va, con Rondon, che taglia la difesa nerazzurra, ferma come quella del subbuteo. Stramaccioni finge concentrazione, come stesse capendo qualcosa della partita. Ennesima figuraccia a San Siro. Appena rimediata dal pareggio al volo di Nagatomo, uno che indegnamente tiene il ruolo che fu di Facchetti e di Brehme. L'Inter manca ancora la vittoria a San Siro. Stramaccioni andrebbe esonerato.

giovedì 3 maggio 2012

Il Newcastle di Santon batte il Chelsea 2-0

Grande vittoria in trasferta, colta dal Newcastle sul campo del lanciatissimo Chelsea, tanto da tornare a contendere al Tottenham il quarto posto, che qualifica ai preliminari di Champions League. Santon, ancora titolare, ha giocato una partita brillante sulla fascia sinistra. Sono certo, a questo punto, che Prandelli lo convocherà ai prossimi Europei. Per contro, l'Inter ieri sera ha alternato sulla fascia che fu di Facchetti e di Brehme e che avrebbe dovuto essere di Santon, prima Nagatomo e poi Faraoni: uno più scarso dell'altro. La sagacia di Branca!