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domenica 18 giugno 2023

La Spagna vince la Nations League 2023: battuta la Croazia ai rigori

Ai rigori e a oltranza, la Spagna vince la Nations League a spese di una buona Croazia. Terzo posto per l'Italia, che ha battuto 3-2 l'Olanda. Continuo a pensare, tuttavia, che Mancini abbia il suo tempo in nazionale. 


domenica 16 aprile 2023

Amstel Gold Race 2023: vince Pogacar

Pogacar ha qualcosa di Merckx. Parte favorito per una corsa e poi la vince. Dopo il successo al Giro delle Fiandre, arriva anche quello all'Amstel Gold Race. Dai muri alle côtes - 33 in quest'edizione nella classica del Limburgo -senza tradire difficoltà di adattamento. Pogacar resta da solo, con Pidcock e l'irlandese Healy, uno di cui sentiremo parlare ancora, all'inseguimento. Healy stacca Pidcock e accorcia il distacco da Pogacar. Che poi allunga di nuovo e trionfa, confermando una vocazione all'impresa che è il segno distintivo dei campioni epocali. Secondo Healy, come già alla Freccia del Brabante, terzo Pidcock. Ora, Pogacar proverà a vincere anche Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. E può riuscirci. 

venerdì 9 dicembre 2022

Olanda-Argentina 5-6 d.r.: Argentina in semifinale

Argentina avanti con Molina, nel primo tempo, e Messi, su rigore, nella ripresa. Nel tremendo, concitatissimo finale, è il subentrato Weghorst a segnare una clamorosa doppietta che trascina la partita ai supplementari. Il secondo dei suoi gol è frutto di uno schema eseguito alla perfezione. Il risultato non cambia, anche se l'Argentina va vicina al gol con Enzo Fernandez e Lautaro Martinez. Rigori. Vince l'Argentina. Rigore decisivo di Lautaro. 

sabato 3 dicembre 2022

Argentina-Australia 2-1: Messi, J. Alvarez

Strana squadra l'Australia. Regala due gol agli argentini, sì anche il primo di Messi, che arriva indisturbato a calciare nel mezzo dell'area avversaria. Tanto più quello di Julian Alvarez, dopo pasticcio di supponenza giochista del portiere australiano. Il gol che accorcia le distanze arriva tardi. E l'Argentina sbaglia  con il subentrato Lautaro,  innervosito dalla concorrenza di Alvarez, il terzo gol. Finisce 2-1 per la squadra di Scaloni, che affronterà l'Olanda ai quarti. E ci vorrà ben altro.

Olanda-Usa 3-1: Depay, Blind, Dumfries

Due assist e un gol di Dumfries nel successo, per 3-1, dell'Olanda contro gli Stati Uniti. La nazionale di Van Gaal vola ai quarti di finale di Qatar 2022.

martedì 29 novembre 2022

Ecuador-Senegal 1-2, Olanda-Qatar 2-0

Si qualifica l'Olanda Olanda, ancora a segno Gakpo contro il Qatar, che chiude mestamente a zero punti. Al secondo posto del girone, con passaporto per gli ottavi di Qatar 2022, il Senegal che batte 2-1 l'Ecuador.

venerdì 25 novembre 2022

Olanda-Ecuador 1-1: Gakpo, Valencia

Ancora Gakpo a segno per l'Olanda, con una gran conclusione di destro, che non lascia scampo al portiere dell'Ecuador. All'inizio della ripresa, per i sudamericani pareggia Valencia. Il risultato non cambia più.

lunedì 21 novembre 2022

Inghilterra-Iran 6-2, Senegal-Olanda 0-2

Debutto roboante per l'Inghilterra ai mondiali di Qatar 2022: sconfitto l'Iran con un tennistico 6-2. Curiosamente, è rimasto all'asciutto il capitano Harry Kane, pur autore di due assist e della solita intelligentissima partita. Doppietta di Saka e un gol a testa per Bellingham, Sterling e i subentrati Rashford e Grealish.  


L'Olanda batte il Senegal 2-0, con gol di Gakpo e di Klaassen, all'esito di un interminabile recupero.

lunedì 3 gennaio 2022

Pidcock dopo 7 Van Aert!

Forte questo Pidcock, già vincitore del Giro d'Italia under 23 nel 2020 e poi terzo uomo nel duello infinito tra Van Aert e Van der Poel nella passata stagione del ciclocross. In questa, con Van der Poel fermato dai dolori alla schiena, l'inglese sta provando a contenere lo strapotere di Van Aert. Ieri, dopo sette vittorie consecutive dell'asso belga, Pidcock ha vinto la prova di Coppa del Mondo di Hulst, in Olanda. Pare anche che Pidcock sarà al via del prossimo Giro d'Italia. E sono davvero curioso di capire come se la caverà. Classe e carattere non gli mancano.

domenica 18 aprile 2021

Amstel Gold Race 2021: vince Van Aert al fotofinish su Pidcock

Arrivo spettacolare di Van Aert, Pidcock e Schachmann. Parte Van Aert a 200 m dal traguardo, Pidcock rinviene. Giungono sostanzialmente appaiati. Al fotofinish, vince di niente Van Aert su Pidcock. Terzo Schachmann. 

lunedì 12 aprile 2021

Amstel Gold Race 2021: borsino favoriti. C'è anche Trentin

Dai muri alle cotes, senza passare dalle fatiche della Roubaix, rimandata ad ottobre. Domenica si correrà l'Amstel Gold Race, Olanda, Limburgo. E non ci sarà Mathieu Van der Poel, che ha capito di aver corso troppo negli ultimi mesi. Dovrà far tesoro di quest'esperienza negli anni a venire. Sarà lotta tra Alaphilippe e Van Aert, soprattutto. Ma sono molti i pretendenti al successo finale. Ecco il borsino dei favoriti, aggiornato dopo la Freccia del Brabante vinta da Pidcock, su Van Aert e Trentin.

  1. Alaphilippe *****
  2. Van Aert ****
  3. Matthews ***
  4. Pidcock ***
  5. Trentin ***
  6. Kwiatkowski ***
  7. Van Avermaet ***
  8. Roglic ***
  9. Hirschi ***
  10. Jungels **
  11. Colbrelli **



domenica 12 luglio 2020

È mancato Wim Suurbier, grande terzino di Ajax e Olanda

Uno dei migliori terzini destri della storia. Scuola Ajax, colonna della nazionale olandese seconda ai mondiali del 1974 e del 1978. Tecnica ragguardevole, molta, moltissima corsa, avanti e indietro sulla fascia destra, mentre sulla sinistra impazzava Krol, Wim Suurbier fu un simbolo del calcio totale anni '70. Che perde, con lui, un altro dei suoi maggiori ambasciatori. Terzino abilissimo nel cross: come già Djalma Santos e Carlos Alberto, prima di lui, come Manfred Kaltz e Cafu dopo di lui. 
File:Wim Suurbier en 1974.jpg - Wikimedia Commons
Wim Suurbier, Olanda

giovedì 5 marzo 2020

Pallone d'oro 1971: 1. Cruijff 2. S. Mazzola 3. Best. La storia

  • Nel 1971 il Pallone d'oro premiò, per la prima volta dalla sua istituzione, un calciatore olandese, il magnifico 10, che però giocava con il numero 14, dell'Ajax e della nazionale dei tulipani, Johann Cruijff. Classe 1947, atleta ed artista, a dispetto dei piedi piatti, che parevano non predire, quando era un ragazzo, una carriera ai livelli più alti. Magro ma forte, aveva corsa e tocco, superiori doti di coordinazione, tiro secco e preciso, il gusto della giocata imprevista, magari inedita, come il famigerato turn Cruijff, uno dei tanti dribbling da lui escogitati ed eseguiti, e visione di gioco e leadership naturale. Aveva un rivale per il ruolo di capo carismatico all'Ajax, Peter Keizer, centravanti massiccio ma tecnico, che gli avrebbe strappato la fascia di capitano, dopo elezioni dello spogliatoio, nel 1973, costringendo Cruijf, risentito per lesa maestà, la sua, a lasciare Amsterdam per Barcellona. Il calcio olandese, quando Cruijff fu premiato nel 1971, dopo la vittoria della Coppa dei Campioni contro il Panathinaikos, allenato, pensate un poco, da un certo Puskas, era in crescita da alcuni anni. E l'anno prima il Feyenoord di Rotterdam aveva vinto a propria volta la Coppa  dei Campioni contro il Celtic Glasgow di Jimmy Johnstone. Prove tecniche di calcio totale in corso da tempo, aiutate da un'eccezionale fioritura di talenti, forgiati da una scuola tecnica severissima e nozioni tattiche non nuove, ma rinnovate, intese alla migliore, costante occupazione dello spazio.
  • Al secondo posto, si piazzò Sandro Mazzola, già fulmineo attaccante della Grande Inter di Herrera, già superbo finalizzatore dei contropiede orchestrati da Suarez quando il calcio all'italiana si faceva scuola, che, dal 1967 si era messo ad agire da mezzala, più per seguire le orme affettive del padre Valentino, insuperato dieci del Torino anni '40,  facendo valere il tocco sapiente, il dribbling facilissimo, il tiro improvviso. Mentre contendeva a Cruijff il titolo di miglior giocatore continentale, stava guidando l'Inter di Invernizzi ad un'incredibile rimonta in campionato, assieme ad altri giovani reduci della Grande Inter come Facchetti, Burgnich, Corso e Jair. 
  • Al terzo posto, si classificò, George Best, magnifica ala del Manchester United, il quinto Beatle, un irregolare incline a mille eccessi fuori dal campo e un talento purissimo in campo, ala destra seconda solo a Garrincha, virtuoso del dribbling, tiro secco e preciso e anche stacco di testa in terzo tempo. A 26 anni fu, incredibile a dirsi, il suo canto del cigno.

sabato 25 gennaio 2020

È mancato Rob Rensenbrink

La grande Olanda del calcio totale perde un altro dei suoi alfieri. È mancato oggi Rob Rensenbrink, magnifica ala sinistra dell'Anderlecht e della nazionale oranje. Atletico,  resistente ma veloce, dal mancino ispirato e vellutato, maestro del gioco di suola, delle finte di corpo, delle accelerazioni micidiali. Un Giggs ante litteram. Rifinitore e goleador. Trascorse la maggior parte della carriera in Belgio, il che gli tolse quelle più vaste platee, che avrebbero potuto esaltarne il talento. Un palo gli tolse la gioia del mondiale nella finale del 1978 contro l'Argentina. Chiuse da vice capocannoniere, 5 gol come Cubillas, dietro Kempes. Un campione sottovalutato, un artista unico del dribbling.

lunedì 2 dicembre 2019

Il Pallone d'Oro 2019 lo merita Van Dijk

C'ha messo del tempo ad arrivare in alto, Virgil Van Dijk, colonna difensiva del Liverpool e della nazionale olandese. Ha iniziato nel Groningen, non nell'Ajax o nel Psv e nemmeno nel Feyenoord. Si è trasferito in Scozia, al Celtic Glasgow, poi è passato al Southampton. Ha esordito con l'Olanda a 24 anni. Prima di arrivare in una grande squadra come il Liverpool, per una cifra pazzesca, quando aveva già 26 anni compiuti. In due stagioni e mezzo è cresciuto moltissimo, ha vinto da protagonista la sesta Champions League dei Reds e stasera potrebbe, io dico dovrebbe, conquistare il Pallone d'Oro 2019. Formidabile nell'uno contro uno, non solo per la fisicità soverchiante, ma anche per la concentrazione assoluta e la lettura sempre attentissima delle finte degli attaccanti avversari. Di testa la prende sempre lui, anche nell'area avversaria. Non perde un contrasto. Domina tutte le sfide in campo aperto. Sa costruire il gioco, avendo ottimi fondamentali, ha carisma. Sì, Van Dijk è un grandissimo giocatore.
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Virgil Van Dijk

lunedì 10 giugno 2019

Il Portogallo ha vinto la Nations League 2019

Cristiano Ronaldo, l'attitudine a vincere i trofei internazionali, ce l'ha. Va al suo Portogallo, che supera l'Olanda con gol di Guedes, la prima edizione della Nations League. Ha scelto però lo scorso anno, una squadra, la Juve, che quell'attitudine non ce l'ha. La storia è importante. 

lunedì 5 novembre 2018

Van der Vaart si ritira

Talento mancino della terza generazione d'oro olandese, Rafael Van der Vaart, 35 anni, decide di appendere le scarpette al chiodo. Da qualche anno, la traiettoria della sua carriera era discendente. Eppure il talento messosi in luce nell'Ajax di Amsterdam, è stato a lungo il leader di quella pattuglia di talenti, Robben, Sneijder, Huntelaar e Van Persie, tutti nati tra il 1983 e il 1984, che sfiorò il successo ai mondiali sudafricani del 2010. Centrocampista offensivo completo, resistente e veloce, dal tiro secco e preciso. Baricentro basso, controllo pieno del pallone, sapeva reggere il confronto spalla a spalla con difensori più alti e più robusti di lui. Calciava le punizioni a foglia morta, saltava gli avversari con facilità, ma sapeva anche comandare il gioco offensivo con grande naturalezza. Ha brillato oltre che nell'Ajax, nell'Amburgo e nel Tottenham, con una parentesi, in chiaroscuro, nel Real Madrid. Ha vinto, in carriera, molto meno di quanto il suo talento gli avrebbe permesso. Chiude con 198 gol in carriera, proprio come Recoba: il talento mancino, tolto Maradona, per eccellenza.

Rafael Van der Vaart

venerdì 6 aprile 2018

Le nazioni del ciclismo: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo e Svizzera

Ho aggiornato il post, per il resto valido, con riflessioni sulle ultime tre stagioni. Qualcosa è cambiato (vedi sotto in verde).

I primi di febbraio, ho cominciato a pubblicare una classifica a punti, certo opinabile, ma formata secondo criteri tutto sommato neutri, dei migliori ciclisti della storia*. Quanto al rendimento. Ha stravinto Merckx, con vantaggio enorme su secondo e terzo, rispettivamente Hinault e Bartali. Figuriamoci gli altri, più staccati. Ripeto, classifica di rendimento, legata ai risultati. Perché, sarebbe stato assai più difficile graduare il talento. Ma, di certo, Pantani avrebbe scalato moltissime posizioni in classifica, nella quale sarebbero entrati alcuni pionieri, rimasti fuori perché, ai tempi loro, molte corse ancora non c'erano. Ma, nemmeno questo è il punto del post. Scorrendo la classifica, si è riproposto un vecchio tema. Le nazioni del ciclismo, della storia del ciclismo, sono, per lo più, sebbene qualcosa stia cambiando, sette. Curiosamente, ma è una mera coincidenza, cinque su sette, sono le stesse che diedero vita, alla CEE: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo, e Svizzera. L'Europa unita, progetto fallito, secondo me, nacque con la Germania, allora Ovest, in luogo della Spagna. La Svizzera, si sa, sta sempre per conto proprio. La Spagna, tornando al ciclismo, ha iniziato lentamente. Ha avuto il suo primo grande giro nazionale, soltanto nel 1935, laddove il Tour de France si corre dal 1903 ed il Giro d'Italia dal 1909. Ed i primi grandissimi campioni soltanto negli anni '50, con Bahamontes, formidabile scalatore, e Miguel Poblet, passista velocissimo, capace di ben figurare anche nelle gare a tappe. L'Italia aveva già avuto quattro campionissimi: Girardengo, Binda, Bartali e Coppi. E campioni della statura di Guerra e Magni, per tacere degli altri. Da nessuna parte, però, il ciclismo era diventato religione laica come in Belgio. Ed il Belgio aveva dato formidabili corridori da corse in linea, ma anche dominatori di grandi giri. Il primo a vincere tre Tour de France, fu, per esempio, il belga Thys. Eguagliato dal francese Bobet, soltanto a metà degli anni '50. Poi, venne, per i belgi, Merckx, che vinse tutto, dappertutto. Diciannove classiche monumento: 7 Milano-Sanremo, 2 Giri delle Fiandre, 3 Parigi-Roubaix, 5 Liegi-Bastogne-Liegi, 2 Giri di Lombardia. Primato assoluto. Soltanto altri due suoi connazionali, Van Looy e Roger De Vlaeminck seppero vincere almeno una volta tutte le classiche monumento. Ma, Merckx vinse anche 5 Tour de France, come prima di lui Anquetil, e dopo di lui Hinault ed Indurain, 5 Giri d'Italia, come prima di lui Binda e Coppi, e dopo di lui nessuno. Una Vuelta a Espana. E tre campionati del mondo. Nel "dopo Merckx", però, i belgi, se rimasero competitivi nelle grandi corse di un giorno, quasi sparirono nelle grandi corse a tappe. Dopo la vittoria di De Muynck al Giro del 1978, nessun belga ha più trionfato tra Giro, Vuelta e Tour. Mentre, gli spagnoli hanno cominciato a farla da padroni. Con Lejarreta e Delgado, poi, più di tutti, Indurain e Contador, sette grandi giri a testa, passando per Olano ed Heras, per Sastre e Valverde, uno che ha vinto moltissimo anche le corse di un giorno, come, in parte, aveva saputo fare Oscar Freire Gomez, tre mondiali, tre Milano-Sanremo. L'Italia, negli ultimi cento anni, è rimasta costante, tolti pochi periodi di basso profilo. In tutte le competizioni su strada. La Francia, per contro, almeno nelle grandi gare a tappe, ha conosciuto, con dieci anni di ritardo, le medesime difficoltà del Belgio. Dal 1985, ultimo successo di Bernard Hinault a Parigi, non ha più vinto il Tour. E, dopo di allora, due soli grandi giri: con Fignon, il Giro d'Italia 1989, con Jalabert la Vuelta a Espana 1995. Soltanto da qualche anno, con Bardet e Thibaut Pinot è tornata competitiva nei grandi giri, pur senza vincerli. Anche nelle corse di un giorno, i francesi, dopo il ritiro di Jalabert, hanno vinto pochissimo. Quasi niente. Tolta la Milano-Sanremo con Demare. Sicché, in questo momento, la nazione guida del ciclismo, è la Spagna. Ma, qualcosa si muove. Per l'Olanda, ad esempio. Con Tom Dumoulin. Uno che, fossimo nei primi anni '90, quando al Tour, ed in parte al Giro, c'erano cronometro lunghissime, partirebbe sempre per vincere i grandi giri. Per la Gran Bretagna, sembrava il caso eccezionale di Froome chiacchierato ma vincente come pochi, e Cavendish, tra i maggiori velocisti di sempre, 30 tappe al Tour. Ma, se consideriamo il successo di Wiggins al Tour del 2012 e quello di Geraint Thomas al Tour 2018, con Simon Yates, che doma le salite di Giro e Vuelta, qualcosa sta cambiando nella terra d'Albione. Sono tornati nelle retrovie gli USA, che da 30 anni, svanita l'illusione Armstrong, non hanno più trovato un campione come Greg LeMond, tre Tour e due campionati del mondo. E nelle retrovie resta la Svizzera, che, del resto, è sempre andata a fiammate. Prima delle guerra, solo Heinrich Suter si staccò dalla massa. Poi, l'epoca d'oro di Kubler e Koblet, a cavallo tra anni '40 e '50 . Un lungo riflusso, fino a Tony Rominger, 3 Vuelta e 1 Giro, ma anche secondo al Tour e classiche vinte, ed Alex Zulle. Poi negli ultimi quindici anni, Fabian Cancellara, dominatore delle classiche del pavé, 3 Fiandre e 3 Roubaix. Anche il Lussemburgo arranca. Eppure, Nicolas Frantz fu tra i più forti corridori degli anni '20. E Gaul è stato, con Bartali e Pantani, il miglior grimpeur della storia. Dopo il ritiro dei fratelli Schleck, però, non c'è un campione lussemburghese. Forse, ma rimane indecifrabile, Bob Jungels. La nazione che ha compiuto più progressi, dopo aver fatto per decenni le cose migliori nel ciclismo su pista, è la Germania. Che dovette aspettare, per un campione, Rudi Altig negli anni '60. Poi, Junkermann e Thurau. Ma, il corridore tedesco più forte resta Ullrich e, dopo di lui, un velocista capace di vincere 4 Sanremo come Zabel. Epperò, oggi, la Germania ha un plurivincitore come Greipel, il miglior velocista del mondo come Kittel ed un movimento solido. E' diventata una realtà l'Australia, che ha Matthews e Caleb Ewan, dopo aver avuto Cadel Evans, vincitore di Tour e campionato del mondo, e McEwen, velocista di rango. Mentre, negli anni '80, il primo grande corridore aussie, Phil Anderson, costituiva una continua sorpresa. Si sono aggiunte nazioni come la Russia ed il Kazakistan e l'Ucraina. E la Slovacchia del maggior talento contemporaneo, Peter Sagan, uno che nemmeno sa quanto sia forte. E, ma da 30 anni, cominciando con Lucho Herrera, arrivando a Quintana, i grandi scalatori colombiani. 

*Aggiornamento al 29 marzo 2021.

La Francia ha trovato in Alaphilippe, vincitore della Sanremo 2019 e del campionato del mondo 2020, un nuovo grande campione. Bernal è stato il primo colombiano a vincere il Tour, nel 2019. Gli inglesi, negli ultimi 9 anni, si sono annessi 11 vittorie nei grandi giri: 1 Wiggins (1 Tour), 7 Froome (4 Tour, 1 Giro, 2 Vuelta), 1 Geraint Thomas (1 Tour), 1 Geoghegan Hart (1 Giro, 2020), 1 Simon Yates (1 Vuelta). Nessuno ha saputo far meglio in questo lasso di tempo. Roglic (2 Vuelta e una Liegi) e Pogacar (1 Tour) hanno messo al centro della scena ciclistica la piccola Slovenia. Insomma, le nazioni del ciclismo non sono più soltanto sette.

*Aggiornamento del 06 aprile 2022: Roglic ha vinto anche la terza Vuelta nel 2021 e Pogacar il secondo Tour oltre alla Liegi e al Lombardia. In questo 2022, ai loro successi si è sommata l'affermazione di Mohoric alla Sanremo. Dominio sloveno.

* Sono stati classificati i primi 162 ciclisti della storia, fino ad ora. Guida l'Italia, con 48 corridori.
Italia: 48 corridori
Belgio: 27 corridori
Francia: 19 corridori
Spagna: 19 corridori
Olanda: 10 corridori
Svizzera: 7 corridori
Lussemburgo: 5 corridori
Germania: 5 corridori
Gran Bretagna: 3 corridori
Irlanda: 2 corridori
Australia: 2 corridori
Danimarca: 2 corridori
USA: 2 corridori
Portogallo, Slovacchia, Colombia, Russia, Kazakistan, Norvegia, Slovenia: 1 corridore

venerdì 17 novembre 2017

Storia dei mondiali di calcio: 21^ puntata (Quarto titolo per la Germania a Brasile 2014)


I mondiali del 2014 si disputano in Brasile, dopo 64 anni da quelli del 1950, che proprio i padroni di casa persero, in una partita drammatica contro l'Uruguay di Ghiggia e Schiaffino. L'Italia, allenata da Prandelli, è reduce da un ottimo Europeo, chiuso al secondo posto dietro la Spagna. Ma, delude. Dopo l'iniziale successo contro l'Inghilterra, firmato da Balotelli, s'incarta, con Costarica e Uruguay. E va fuori al primo turno. Molte polemiche della vecchia guardia, guidata da Buffon, peraltro tra i meno convincenti della spedizione azzurra. Parte bene l'Argentina, con Messi che segna quattro gol nel girone eliminatorio, salvo sparire nelle partite ad eliminazione diretta, vieppiù nella finale contro una grande Germania, che già aveva travolto, 7-1, mineirazo, i padroni di casa del Brasile, orfano di Neymar, azzoppato nei quarti contro la Colombia del capocannoniere, con sei reti, James Rodriguez. Delude la Spagna campione in carica, fuori al primo turno come l'Italia, con Diego Costa, brasiliano naturalizzato a forza, che resta a secco. Alla fine, prima la Germania delle tre mezze punte, tra cui spicca Thomas Muller, 5 gol nella manifestazione come quattro anni prima. Il gol in finale, ai supplementari, lo segna però il discontinuo Gotze. Per la Germania, sapientemente guidata da Low, si tratta del quarto titolo mondiale: raggiunta l'Italia. Seconda l'Argentina di Messi, che rimane distante dal Maradona, sublime trascinatore ai mondiali del 1986, terza l'Olanda di Sneijder e Van Persie, al canto del cigno, quarto il deluso e deludente Brasile. Il centravanti tedesco Miroslav Klose, due gol, di cui uno nella semifinale stravinta contro il Brasile, raggiunge quota 16 gol ai mondiali ( dopo i 5 nel 2002, i 5 nel 2006 ed i 4 nel 2010), diventando il capocannoniere di tutti i tempi, davanti a Luis Nazario da Lima, Ronaldo, fermo a 15. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata)

venerdì 6 maggio 2016

Tom #Dumoulin prima maglia rosa del Giro d'Italia 2016. Ottima prova di Nibali

Come da pronostico, è Tom Dumoulin ad aggiudicarsi la prima maglia rosa del Giro d'Italia 2016, volando i 9,8 km del cronoprologo di Apeldoorn, Olanda, in 11'03". Ottima prova di Nibali: guadagna 5" su Valverde e 21" su Landa, che si conferma a disagio contro il tempo. Ad occhio, Nibali è più in forma di quanto buona parte della stampa pensasse.