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giovedì 15 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 8^ puntata (1962, bis del Brasile in Cile)

Tocca al Cile ospitare l'edizione dei mondiali di calcio del 1962. L'Italia vive l'ebbrezza del cosiddetto "miracolo economico", con un benessere che si diffonde, anche a discapito della tradizionale ruralità. Crescono i centri urbani, aumentano le autovetture, gli elettrodomestici smettono di essere un vezzo delle classi più abbienti. L'Italia cresce al 7% ogni anno. Trovare lavoro, specialmente al nord, è davvero facile. Nel mondo del calcio, girano parecchie centinaia di milioni, nel campionato ci sono moltissimi stranieri e la solita colonia di oriundi, che finiscono dritti in nazionale. Fior di campioni, da Altafini a Sivori. Saranno loro, più di altri, a deludere in Cile. Dove un arbitraggio casalingo contro lo stesso Cile, il rendimento dei detti oriundi ed una conduzione tecnica condizionata da troppi consiglieri esterni, ci costeranno l'ennesima eliminazione al primo turno. Impressiona la Cecoslovacchia del leggendario portiere Schrojf e della mezzapunta Masopust, che quell'anno, primo giocatore dell'Est Europeo, sarà insignito del pallone d'oro. C'è l'Urss di Jaschin, forse il miglior portiere della storia, reduce dalla vittoria dei campionati europei del 1960. Ma, la squadra da battere, resta il Brasile campione uscente. Ci sono i soliti Didì, Vavà, Zagallo e, soprattutto, Garrincha, l'ala destra più grande di sempre, all'apice della forma. Pelé, invece, si infortuna presto. Ma il Brasile è talmente forte da arrivare in fondo alla manifestazione anche con il suo sostituto, Amarildo, che poi verrà in Italia. In finale, i brasiliani battono 3-1 la Cecoslovacchia e raggiungono Italia ed Uruguay a quota due vittorie mondiali. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata,8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata)

mercoledì 14 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 7^ puntata (1958, trionfa il Brasile di Pelé in Svezia)

Il peggior decennio della storia della nazionale italiana termina con l'esclusione del mondiale di Svezia del 1958. Ci inguaia una sconfitta contro l'Irlanda del Nord del leggendario portiere Harry Gregg. Qualificazione mancata, un'onta sportiva che dopo di allora non si  ripeterà più [fino ai mondiali di Russia 2018, aggiornamento]. Mancano i campioni in Italia e ci sono troppi oriundi, che entrano ed escono dalla rappresentativa azzurra: il risultato è una disfatta. In Svezia, il mondo scopre la stella di Pelé, classe 1940.  Un numero dieci di classe purissima, che dribbla, calcia con entrambi i piedi, salta altissimo, insomma si presenta come l'incarnazione del motto olimpico "altius, citius, fortius", applicato al gioco del calcio, che Pelé interpreta con una straordinaria naturalezza. Assieme a lui, il tecnico verdeoro, di schiette origini italiane, Vicente Italo Feola, schiera prima Altafini, poi Vavà da centravanti, Garrincha all'ala destra, Didì, superbo regista mancino, e Zagallo ala sinistra di raccordo, il più acuto tatticamente. Ci sono poi anche due terzini che attaccano come ali, Djalma Santos a destra e Nilton Santos a sinistra. Una squadra formidabile, cui soltanto il Brasile del 1970 si potrà accostare. E' una lunga cavalcata verso la finale, contrappuntata da episodi boccaceschi: gli sprovveduti brasiliani finiscono impaniati nelle reti delle disinvolte svedesi. Ne nasceranno incidenti e scandali. Compreso un processo di accertamento di paternità a carico dell'ingenuo Garrincha, l'asso dalla gamba più corta, che fa sempre la stessa finta, punta a sinistra e dribbla a destra. E nessuno sa fermarlo. In finale il Brasile affronta la Svezia, favorita dal fatto di ospitare la manifestazione, ma, comunque piena di campioni, che, per la più parte, giocano nel campionato italiano, dal grande Liedholm, colonna del Milan, allo scapricciato, geniale, Skoglund, asso dell'Inter. Il Brasile vince 5-2, con doppietta di Pelé (ecco la rete più bella), per tutti già il migliore giocatore del mondo. Per i brasiliani si tratta del primo mondiale vinto. La Francia del talentuoso Kopa e del capocannoniere Fontaine, tredici gol!, supera la Germania Ovest di Rahn nella finale per il terzo e il quarto posto. Uno dei giocatori che più impressionano durante la manifestazione iridata è la piccola ala destra argentina Omar Corbatta, che ha, quasi, la facilità di dribbling del rivale brasiliano Garrincha. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)