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martedì 21 giugno 2016

#Spagna o #Croazia? Ottavi durissimi per l'Italia

Pari dopo il primo tempo, tra Spagna e Croazia. Come che vada a finire, saranno ottavi durissimi per l'Italia di Conte. Sono entrambe più forti. E di parecchio. Così vediamo quanto è decisivo Buffon. Di cui ho ancora nella mente i patetici proclami dopo l'eliminazione al primo turno agli ultimi mondiali. Già che c'è potrebbe tagliarsi la barba. Dimostra 50 anni.

venerdì 17 giugno 2016

#Morata affonda la Turchia

La Spagna travolge la Turchia 3-0. Doppietta di Morata meritevole di menzione in un Europeo in cui, finora, i centravanti hanno stentato parecchio.

lunedì 7 luglio 2014

In morte di Alfredo Di Stefano. La leggenda della "saeta rubia"

La leggenda della "saeta rubia", al secolo Alfredo Di Stefano, argentino naturalizzato spagnolo, ma di schiette origini italiane, non è finita. Con la scomparsa di uno dei maggiori campioni della storia del calcio, si presenta semmai l'occasione di ricordarne la straordinaria carriera. Dei successi, innumerevoli, tanti hanno già scritto e soprassiedo, troppo essendo noti. Quel che mi preme ricordare è che Di Stefano è stato il prototipo del calciatore universale, che sposava alla tecnica sopraffina, tuttavia lontana da guizzi e ghirigori, una complessione da quattrocentista, un fisico statuario, specialmente ai tempi suoi, che gli valse il soprannome di "saeta rubia", freccia bionda, ma anche di "el aleman", il tedesco, perché biondo, poi i capelli si diradarono, e forte come un germanico. E poi era resistente, tatticamente acutissimo, formidabile al momento di battere a rete. E vinceva i contrasti e serviva i compagni. Un centravanti a tutto campo. Un comandante in campo, cui tutti dovevano obbedienza calcistica. E chi, come Didì al Real Madrid, non si piegava, doveva cambiare aria. Prima di lui, per la verità, a livelli non meno eccelsi, si era espresso Valentino Mazzola, strapotente mezzala sinistra del Grande Torino, strappato alla vita anzitempo a Superga. Poi, con minor intensità, Bobby Charlton. Infine, Cruijff, meno possente di Di Stefano, ma tanto più veloce. Un solo neo nella carriera di Di Stefano, nessuna partecipazione ai mondiali. Né con la maglia dell'Argentina né con quella della Spagna. Sicché il suo nome resta indissolubilmente legato a quello del Real Madrid delle prime cinque consecutive Coppe dei Campioni. La leggenda della "saeta rubia" continua.

giovedì 19 giugno 2014

Pernacchia al tiqui taca. Spagna fuori dal mondiale brasiliano

Lo riconosco, Olanda e Cile sono tra le squadre migliori ammirate al mondiale brasiliano, ma ciò non toglie che il tiqui taca sia finito. Finito con tanto di pernacchia di commiato. Gli spagnoli hanno fatto il loro tempo. Come ho sempre sostenuto, il segreto del loro gioco non era tanto la tecnica o la disposizione tattica, ma, piuttosto il ritmo, i tempi di gioco. A quei ritmi, quelli  altissimi che tutti ricordano, gli spagnoli non perdevano un pallone e, comunque, lo recuperavano sempre rapidamente: un moto perpetuo di tutti i giocatori. Calato il ritmo, sono emersi tutti i loro limiti. La scarsa attitudine al tiro da fuori, la mediocrità dei difensori nell'uno contro uno. L'incapacità di trovare la rete con cross dalle fasce. Fuori al primo turno la Spagna che fu campione di tutto. Era ora. Sipario. E pernacchia. Inevitabile contrappasso di tanta supponenza.

mercoledì 11 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 20^ puntata (2010, in Sudafrica trionfa la Spagna)

Innumerevoli successi con le squadre di club. Nessuno con la nazionale, tolto l'Europeo del 1964. Fino al 2008, quando, eliminata l'Italia di Donadoni ai quarti dal dischetto, la Spagna rivince il titolo europeo, acquista sicurezza, conta su una generazione irripetibile di campioni, su un centrocampo stellare e trionfa ai mondiali del 2010 in Sudafrica. Dove l'Italia con un Lippi di ritorno rimedia schiaffi e pernacchie uscendo al primo turno. Imbarazzante. Lippi lascia a casa Totti, Cassano e Balotelli. Quando si dice la lungimiranza. A casa! Molti pensano che possa essere il mondiale di Messi, che però non è Maradona, che a quei mondiali guida l'Argentina. La Germania travolge la rappresentativa Albiceleste 4-0. I tedeschi, innervati dal talento del giovane Muller, che, con Podolski ed Ozil, agisce alle spalle del centravanti Klose, si fermano in semifinale, come l'Uruguay del fortunatissimo Tabarez. La finale è Spagna contro Olanda. Gli olandesi sperano di vincere quel titolo sfuggito per un soffio nel 1974 e nel 1978. E ci vanno ancora vicinissimi. Ma, Robben, che forma un trio delle meraviglie con Sneijder e Van der Vaart, sbaglia due gol clamorosi davanti a Casillas. Ai supplementari, il fantastico centrocampo spagnolo formato da assi come Xavi, Iniesta e Xabi Alonso prende il sopravvento. E' un gol di Iniesta a decidere la vittoria del mondiale per la Spagna, mai andata prima oltre il quarto posto del 1950. Prima la Spagna, seconda l'Olanda, terza la Germania, quarto l'Uruguay. Capocannonieri Thomas Muller, autore di cinque gol, come Forlan, Sneijder e Villa. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata, 19^ puntata)

domenica 8 giugno 2014

Roland Garros 2014: Nadal batte Djokovic in rimonta. E' il nono successo del re degli arrotini

Arrota che ti passa. Al confronto di Nadal, Borg, primo grande arrotino vincente della storia del tennis, era un campione di tocco, Vilas un eroe dello stile. Conviene fare sport in Spagna, il paese della cuccagna. Perché direte voi? Perché sì. Fra l'altro, anche perché dalle 23 alle 7 del mattino, nessuno può subire controlli antidoping. Che c'entra questo con Nadal. Niente, beninteso, niente. Comunque, fuori dalla Spagna va diversamente. Questa Spagna che vince sempre, dappertutto. Ora, il sospetto è un brutto affare, che generalmente merita biasimo. Ma, vorrei capire come Nadal possa avere il fisico che ha, quei deltoidi che nemmeno Tyson, quella muscolatura che nemmeno un sollevatore di pesi bulgaro a metà degli anni '80. Poi, vorrei anche capire perché Nadal subisca tanti infortuni, specialmente a fine stagione. Perché si sia distinto in tante, rumorose, polemiche contro la Wada e le pretese ingerenze di questa nella vita degli atleti. Insomma, vorrei capire un sacco di cose. Ma, credo che non ne capirò alcuna. Per la cronaca, Nadal ha battuto Djokovic in rimonta nella finale del Roland Garros 2014. Nono titolo per lui sulla terra rossa di Parigi. Così è se vi pare. 

giovedì 6 marzo 2014

La piccola Italia di Prandelli viene sovrastata dalla Spagna. Il risultato di 1-0 va stretto agli spagnoli

Quelli toccano il pallone con un'arte che in Italia è stata dimenticata, persino i difensori spagnoli potrebbero impartire lezioni di palleggio ai nostri centrocampisti, lenti, leziosi e prevedibili. E Prandelli, con questa insopportabile vocazione deamicisiana, ha deciso che no, Cassano non può andare ai mondiali. Così capita che, assente pure Balotelli, si faccia la figura rimediata ieri sera a Madrid. Che la Spagna vinca per 1-0, potendo segnare tanti gol di più. Si è salvato soltanto Cerci tra gli azzurri, uno che ha talento vero. Per il resto, un pianto. Osvaldo, poi, perché dovrebbe giocare con l'Italia? Lo vedo benissimo come attore di fotoromanzi o protagonista di qualche reality, ma da centravanti della nazionale è inadeguato piuttosto che no. Dimenticavo: ma, Pirlo cosa aspetta a radersi la barba? Poiché la sostanza latita, almeno si potrebbe salvare la forma. Totti e Cassano debbono esserci ai mondiali. Altrimenti, si rischia un'altra eliminazione al primo turno. Basta con i comprimari, ce ne sono già abbastanza al governo. Altro che i valori del gruppo!

giovedì 13 febbraio 2014

Callejon è un fuoriclasse, gioca con la semplicità di Raul

La grande sorpresa della stagione porta il nome di Callejon. Fortemente voluto da Benitez, l'asso spagnolo, del resto e non per caso proveniente dal Real Madrid, ha saputo adattarsi immediatamente alla realtà del calcio italiano. E tanti hanno cominciato a capire come fosse fondato il giudizio, dato ai suoi esordi, che lo voleva erede tecnico di Raul Gonzalez Blanco. Intendiamoci, Raul è mancino, laddove Callejon è destro, Raul giocava più centralmente, in appoggio diretto alla prima punta, mentre Callejon riesce meglio muovendo dall'esterno, soprattutto, Raul è stato capitano ed icona del Real Madrid, dove Callejon ha recitato da comprimario, Raul è stato capitano e simbolo della nazionale spagnola prima che cominciasse a vincere tutto, mentre Callejon ancora attende una convocazione con le furie rosse. Tuttavia, Callejon gioca con la stessa, naturale e disarmante, semplicità di Raul. Con la medesima, acutissima, sagacia tattica. E dimostra una pressoché identica capacità di realizzazione, che si spiega con le doti tecniche e con l'attitudine a rimanere freddo sotto porta. Insomma, Callejon è un fuoriclasse, maturato magari tardi, visto che ha appena compiuto 27 anni, ma chi vide in lui, fatte le debite proporzioni, un novello Raul, non sbagliò poi di molto. Di certo, il Napoli con Callejon, a segno anche ieri nel successo contro la Roma in semifinale di Coppa Italia, ha fatto un grande affare. Per adesso, in 33 partite, Callejon ha segnato 14 gol.

lunedì 26 agosto 2013

Vuelta 2013: Nibali in rosso alla seconda tappa

Vincenzo Nibali ha già indossato la maglia rossa, simbolo del primato in classifica generale, alla Vuelta 2013. Ieri, sull'Alto do Monte da Groba a Baiona, Galizia, il campione siciliano è arrivato tra i primi in una tappa battagliata, conquistata da Nicolas Roche, figlio d'arte del celebre Stephen Roche, vincitore di Giro, Tour e campionato del mondo nel 1987. Buona prova anche di Ivan Basso, 36 primavere. Quanto a Nibali, che alla Vuelta si impose a sorpresa nel 2010, si prepara un corsa  difficile: è il favorito e non fa alcunché per nasconderlo.

lunedì 1 luglio 2013

Neymar è più forte di Messi

Lo scrivo da anni, posso confermarlo dopo la netta vittoria del Brasile sulla Spagna, nella Confederations Cup 2013. Nella notte italiana, è parso evidente che Neymar è, in questo momento, il più forte giocatore del mondo. E va da sé che Neymar è più forte di Messi. L'asso brasiliano non soltanto ha un dribbling funambolico, ma anche una fantasia, che non appartiene al calcio lineare e spartano di Messi. E, poi, diversamente da Messi che sempre imbrocchisce quando indossa la maglia dell'Argentina, Neymar è leader anche nel Brasile. Questa Confederations Cup, chiusa con quattro gol uno più bello dell'altro, ha consacrato il valore internazionale di Neymar. Soltanto, al suo posto, non sarei andato al Barcellona. Messi è calcisticamente molto egoista, tanto che nel tempo ha fatto fuori, Ronaldinho, Eto'o, Ibrahimovic. Neymar, già autore di 165 gol in carriera, dovrà lottare per farsi rispettare in campo.
Aggiornamento del 13 giugno 2014: dopo la doppietta, sia pure fortunata, nel debutto mondiali di ieri contro la Croazia, mi debbo ripetere. Neymar è più forte di Messi. Ha una varietà di colpi e di giocare sconosciuta all'asso argentino. E, quel che più conta, sa gestire la pressione che invece Messi ha sempre sofferto con l'Argentina.

giovedì 27 giugno 2013

Spagna - Italia 7-6 dopo i rigori. Errore decisivo di Bonucci. Sarà Spagna - Brasile la finale di Confederations Cup 2013

Partita sorprendente dell'Italia di Prandelli, che inchioda a lungo la Spagna ai propri limiti, rinsecchendo le fonti del gioco iberico. Per novanta minuti, se si escluda una grandissima giocata di Torres, la porta di Buffon non corre rischi. Nei supplementari, palo di Giaccherini, palo di Xavi su respinta incerta di Buffon. La Spagna, più fresca, chiude in attacco. Poi, rigori. I primi cinque sono tutti trasformati, dall'una e dall'altra parte. Si va ad oltranza. Montolivo non tradisce. E' Bonucci che sbaglia. La Spagna segna. Finisce 7-6 per loro. La finale sarà Spagna - Brasile. All'Italia, al di là di tutto, è mancata la giocata decisiva negli ultimi venti metri. Bisognava chiudere nei tempi regolamentari. E schierare dopo un centravanti di ruolo, non Giovinco, con il suo fisico da lanciatore di coriandoli.

martedì 11 dicembre 2012

Messi 86 gol: fermate la Liga!

Quanti peana innalzati a Lionello Messi per questi, certo sbalorditivi, 86 gol stagionali. Più degli 85 messi a segno da Gerd Muller nel lontano 1972. Il paragone tra i due calciatori non mi interessa e non credo interessi in senso assoluto. Ho letto, con sgomento, che Gerd Muller nel calcio di oggi non segnerebbe tanto e che Messi, nel calcio di ieri, segnerebbe anche di più. Questa mi pare una grossa sciocchezza. Grossa davvero. Piuttosto, andrebbe fermata la Liga. Nella quale, complice l'allegria ubriaca di parecchie difese e fasi difensive, l'asso argentino ha segnato la molta parte dei suoi gol. Si pensi che la scorsa stagione, Messi ha segnato 50 gol nella Liga e che nell'attuale è già a 23, una cifra che in Bundesliga oppure in Premier League, di solito basta a vincere il titolo di capocannoniere. Sempre nella stagione passata, per dire delle difese di burro di Spagna, Cristiano Ronaldo, al massimo 31 gol in Premier, fu secondo dopo Messi con 45 reti, l'anno prima, sempre nell'allegra terra di Spagna, il portoghese si era fermato a 40. Roba da campionato scozzese anni '90 o da campionato bulgaro anni '80. Altro che scarpa d'oro. I gol segnati in Spagna dovrebbero essere considerati come quelli segnati nei campionati minori d'Europa. Poi, resta inteso, Messi è fortissimo. Ha battuto Gerd Muller, va bene. Ricordo solo che il tedesco vanta 14 gol in due mondiali. Messi, invece, uno solo. Sempre in due mondiali. Rifletterei sopra questo dato. Voglio vedere Messi in squadra diversa dal Barca ed in un campionato meno sbilanciato e tatticamente misero di quello spagnolo.

domenica 1 luglio 2012

La Spagna travolge e mortifica l'Italia 4-0. Prandelli fa scelte sconclusionate ed arriva la disfatta. Le pagelle degli azzurri

Mai vista una finale come questa. Una disfatta senza precedenti, una figuraccia epocale, che giunge, peraltro, inaspettata dopo un Europeo incoraggiante. Prandelli, uno che in carriera ha fatto, e farà, gli stessi risultati di Ranieri, vincere mai!, sbaglia tutte le scelte possibili. Il pingue Chiellini, scherzato da Fabregas in occasione del primo, bellissimo, gol di Silva. Chiellini lascia dopo 20 minuti, perché l'ha schierato? Mistero. Jordi Alba un quarto d'ora dopo fa il 2-0, servito da Xavi, che stasera oscura Pirlo, timido ai limiti dell'imbarazzo come De Rossi. Nella ripresa esce Cassano ed entra Di Natale, che spreca una buona occasione. Poi, esce Montolivo, il migliore dei nostri centrocampisti, per far posto a Thiago Motta. Che, ma guarda un poco!, si fa male, cambi finiti, Prandelli si accarezza il mento per darsi un tono, prendiamo anche il 3-0 di Torres, subentrato a Fabregas ed il 4-0 di Mata, subentrato ad Iniesta. Cala il sipario sugli Europei e cala nel modo peggiore. Spagna invencible armada vince gli Europei per la terza volta, la seconda consecutiva, con l'intermezzo clamoroso del mondiale sudafricano. Applausi ad un gruppo storico che va oltre la Germania Ovest dei metà anni '70.
Buffon 5: personalità da scolaro il primo giorno di elementari. Spaurito
Chiellini 3: non sta in piedi ed esce dopo venti minuti. Immobile
Balzaretti 5,5: entra per Chiellini e fa meglio, ma, niente che meriti di essere ricordato. Modesto
Barzagli 5: fa quello che può e non è molto contro avversari tecnici e brevilinei. Impacciato
Bonucci 5:  come Barzagli. Impacciato
De Rossi 5: in interdizione resta forte, ma per la regia si ripassi le lezioni di Giuseppe Giannini. Mediano
Montolivo 6: non avrebbe dovuto uscire, gioca con personalità. Maturo
Pirlo 4: incontra dei professori e torna studente, non gli riesce una giocata che sia una. Ridimensionato
Marchisio 3: ha giocato? Perché non me ne sono accorto. Non pervenuto
Cassano 6: sostituzione prematura, ma era comunque sulle gambe. Stanco
Balotelli 6: tende a strafare, ma, lotta e recupera palloni, riceve pochissima assistenza dai compagni. Abbandonato
Di Natale 5: sbaglia come contro la Germania una comoda occasione da rete. Inadeguato e provinciale.
Thiago Motta s.v.: si fa male subito. Sfortunato
Prandelli 4: nessuna strategia prima della partita, nessuna tattica durante. Impreparato

mercoledì 27 giugno 2012

Euro 2012: Spagna in finale, Portogallo battuto ai rigori

Derby iberico nella prima semifinale di Euro 2012, partita equilibrata, le gambe di Xavi hanno smesso di girare e la Spagna fatica a trovare la via della rete. Il tempo è passato anche per il formidabile metronomo del Barca. In tutta la gara, un'occasione per parte, Cristiano Ronaldo per il Portogallo, sinistro alto, ed Iniesta per la Spagna, da due passi, con intervento prodigioso di Rui Patricio. Del Bosque sbaglia a lasciare Torres in panchina, le furie rosse non vedono la porta. Supplementari, reti ancora inviolate, si va ai rigori. Rigore decisivo di Fabregas, gol, vince la Spagna, che vola in finale, dopo la vittoria ad Euro 2008 e quella ai mondiali del 2010. Eguagliata la Germania Ovest tra il 1972 ed il 1976. Il successo spagnolo in finale andrebbe anche oltre quella Germania, che perse gli Europei del 1976 ad opera della Cecoslovacchia.

lunedì 18 giugno 2012

Italia - Irlanda, Spagna - Croazia: cappuccino con biscotto?

Il paese del cappuccino, l'Italia, ha paura del "biscotto" che potrebbe confezionare l'improvvisata pasticceria iberico-croata. Insomma, un pareggio, magari ricco di reti, tra Spagna e Croazia renderebbe vana una vittoria dell'Italia contro l'Irlanda di Trapattoni. Messa in questi termini, la situazione è scoraggiante. Non tutto dipende da noi. Peraltro, poveri di fuoriclasse. L'unico, Balotelli, dovrebbe partire dalla panchina. Eppure, sono i fuoriclasse, si pensi alla doppietta di ieri del fantasmagorico Cristiano Ronaldo, a decidere le sfide più impervie. Ad ogni modo, prendiamoci il cappuccino, allegoricamente la vittoria con l'Irlanda, che non è scontata. Sperando che non ci siano biscotti: quelli si servono con il té. Cui, peraltro, preferisco il karkadé. Che si beveva in Italia ai tempi di Meazza.

domenica 10 giugno 2012

Italia - Spagna: 1-1. Le pagelle degli azzurri

Buffon 7: attento per tutta la partita, incolpevole sul gol di Fabregas, salva il risultato con un'uscita coraggiosa su Torres. Sicuro
Maggio 6: un altro giocatore rispetto alla gara con la Russia, reattivo, lucido, pimpante, spesso, però, arrivato sul fondo non sa che fare. Generoso
Giaccherini 5: non salta l'uomo neppure per sbaglio, fallisce passaggi semplici, difende, ma questa non è colpa sua, con affanno, sebbene lodevole per l'impegno. Inadeguato
Chiellini 6,5: con i "piccoletti" spagnoli dovrebbe soffrire e soffre, ma gioca una partita caparbia, va spesso in anticipo, domina nel gioco aereo. Gladiatore
Bonucci 6: meno sicuro di Chiellini, fa la sua parte, Iniesta gli va via, ma non so oggi chi potrebbe tenerlo. Tiene alla distanza. Efficace
De Rossi 7: dirige la difesa con piglio deciso, comincia tutte le azioni azzurre e contrasta quelle avversarie con interventi acrobatici, spesso in scivolata. Condottiero
Thiago Motta 6: palla al piede è un professore, sfiora il gol con un grande colpo di testa, sul quale si esalta Casillas, qualche volta, però, ritarda il contropiede. Sapiente
Pirlo 7: meriterebbe qualcosa di meno, perché impiega più di mezz'ora ad entrare in partita. Si riscatta con accelerazione, dribbling e assist per il gol di Di Natale. Ispirato
Marchisio 6,5: elegante e coriaceo allo stesso tempo, una grande azione solitaria nel finale, conclusa con un tiro fiacco. Non è Tardelli, insomma, ma è forte. Elegante
Cassano 6: con tutto quello che ha passato, di più non avrebbe potuto fare. Salta l'uomo un paio di volte. E' destinato a crescere. Intermittente
Balotelli 6: se stesse tranquillo, non ce ne sarebbe per nessuno. Sbaglia un gol, che altre volte avrebbe segnato, ma aiuta la squadra catturando e difendendo palloni. Atteso
Di Natale 7: mi ha sorpreso, grandissima esecuzione al momento del gol, perché la tecnica non è acqua. Glaciale.
Giovinco 6,5: cerca di mettersi in evidenza e ci riesce con molta corsa ed un assist ragguardevole per Di Natale. Genietto
Nocerino s.v.: gioca gli ultimi minuti. Ingiudicabile.
Prandelli 7: imparata la lezione di Mourinho. Squadra raccolta e contropiede. Saggio

Euro 2012: Italia - Spagna finisce 1-1. Buon debutto degli azzurri

Buon debutto degli azzurri di Prandelli, che sono andati oltre le migliori aspettative contro gli spagnoli, maestri insuperabili del palleggio. De Rossi ha governato la difesa con sapienza e tenacia, Pirlo davanti a lui ha stentato di più, ma ha saputo con una grande giocata mettere il subentrato Di Natale davanti a Casillas per il gol del vantaggio italiano. Vantaggio durato poco, perché una strepitosa combinazione Iniesta -Silva - Fabregas, onnipresente sul fronte offensivo, ha generato il meritato pareggio degli spagnoli. Da rivedere Cassano, perché ancora lontano dalla migliore condizione, e Balotelli, che ha sentito molto l'impegno. Brutta prova di Giaccherini, inadeguato alla ribalta europea. Per il resto, tutti hanno meritato un'ampia sufficienza. La Spagna, sul tramonto della partita, avrebbe potuto vincere: clamorosi due errori di Torres. Ad ogni modo, è stato un buon esordio. Le partite che restano nel girone saranno entrambe difficili. Specialmente quella con l'Irlanda di Trapattoni. Ma, francamente, credevo che fossimo messi peggio.

martedì 5 giugno 2012

Chi vincerà gli Europei 2012? Il borsino delle nazionali favorite

Europei 2012 alle porte. Chi li vincerà? Dalla nascita della competizione, sono state numerose le sorprese. Dalla vittoria della Cecoslovacchia nel 1976 a quella della Danimarca nel 1992 fino al successo della Grecia nel 2004. Per tante ragioni, non ultima i maggiori quarti di nobiltà dei mondiali, gli europei di calcio si sottraggono più di altre competizioni a pronostici affidabili, poiché spesso giocati da nazionali ringiovanite o sperimentali. Ma, proviamo comunque a fare qualche previsione. La Spagna, campione in carica, d'Europa e del mondo, parte favorita secondo la stampa unanime: noblesse oblige.  Ma, davanti molto dipenderà dalle condizioni di Torres: un attaccante prolifico in tornei così brevi è decisivo. Senza dimenticare gli acciacchi dei centrocampisti del Barca. La Germania difficilmente sbaglia un colpo ed è la mia favorita: scommetto che Thomas Muller incanterà come fece in Sudafrica nel 2010. Poi, l'Olanda, che ha l'attacco più forte, Van Persie, con Huntelaar pronto a rilevarlo, supportato da Van der Vaart, Sneijder e Robben. Peccato che il resto della squadra non sia all'altezza del reparto avanzato. L'Inghilterra è acciaccata ed Hodgson è lontanissimo dall'essere un bravo allenatore. Da scoprire la Francia, tecnicamente tra le nazionali migliori al via. Il Portogallo è una buona squadra, ma manca come al solito il centravanti goleador, sicché il peso dei gol sarà tutto sulle spalle di Cristiano Ronaldo, reduce da una stagione lunga e logorante con il Real Madrid. Poi, c'è l'Italia. Come scritto altre volte, Prandelli ha sbagliato alcune scelte. Come Borini per Destro, Abate per Santon e Di Natale per Totti. La squadra mi pare carente in punto di personalità. Merce tanto rara quanto preziosa durante certi eventi internazionali. Quasi tutto dipenderà dalla forma di Balotelli e, subito dopo, da quella di Cassano. Stiamo a vedere. Segue borsino delle nazionali favorite.
Germania *****
Spagna ****
Olanda ****
Francia ***
Italia **
Portogallo **
Inghilterra *

martedì 17 aprile 2012

Bayern Monaco batte Real Madrid 2-1: Ribery, Ozil, Gomez. Mourinho perde l'andata di semifinale di Champions

Davvero fortissimo il Bayern Monaco che schiera le due ali più forti del mondo, Robben, a destra, e Ribery, a sinistra: dell'estroso francese il gol del vantaggio tedesco. Il Real gioca d'attesa, sovrastato a centrocampo, dove Luis Gustavo, peraltro fallosissimo, domina la scena e Kroos dirige con sapienza assieme a Schweinsteiger. Cristiano Ronaldo, come spesso gli accade nelle partite salienti, gioca a nascondersi, sottraendosi alla lotta, sebbene subisca entrate durissime non sanzionate da un arbitro davvero inadeguato. Pareggia Ozil, ma i tedeschi fanno sempre la partita. Mourinho corre ai ripari, ma, i suoi non corrono come i nerazzurri nel 2010, non tornano, non raddoppiano, tanto che da una volata sulla fascia di Lahm salta fuori il gol di Gomez, fino ad allora impreciso. Manca troppo poco per recuperare. Finisce 2-1 per il Bayern. Il Real Madrid dovrà dare tutto nel ritorno in Spagna. Mourinho dev'essere molto scontento. Il Real, oggi, non sembrava una sua squadra. Troppo molle.

lunedì 20 febbraio 2012

Raul: 426 gol in carriera. Andrà ad Euro 2012

Oggi, tutti scrivono dei 400 gol ufficiali di Raul Gonzalez Blanco in carriera, ieri a segno in Bundesliga nella rotonda vittoria dello Shalke 04. A me ne risultano, invece, 426, dei quali 372 con squadre di club e 54 con le nazionali, under 21, olimpica  e maggiore di Spagna. E' il cannoniere più prolifico ancora in attività. E può, ragionevolmente, puntare al traguardo dei 500 in carriera. Perché Raul, che solo a giugno compirà 35 anni, ha conservato una freschezza atletica invidiabile e sa segnare in tutti modi. Ora, mi chiedo, con Villa infortunato ancora a lungo, con Torres che non segna neppure a porta vuota, come si potrà non convocare Raul agli Europei prossimi venturi?