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venerdì 22 maggio 2020

In morte di Gigi Simoni. La sua Inter fu amatissima

Del personaggio non aveva la vocazione né l'attitudine né la costante ispirazione. Tutto in lui, dal modo di parlare, sempre pacato al tono degli abiti, rimandava al curato di campagna. Eppure Luigi Simoni, detto Gigi, nato a Crevalcore il 22 gennaio 1939, divenne, malgré lui, il simbolo della più grande ingiustizia avvenuta su un campo di calcio, popolarissimo a causa di quella sciagurata primavera calcistica del 1998, quando, alla guida dell'Inter di Massimo Moratti e sua e di Beppe Bergomi e di Ronaldo, si vide strappare uno scudetto strameritato. E il modo ancor m'offende.

Simoni aveva masticato calcio sin da piccolo. Ed era stato calciatore di buon livello. Ala destra. Nel Mantova e nel Napoli e poi nel Torino. Persino nella Juve, per curioso scherzo del destino, chiudendo infine la carriera nel Genoa.
File:Luigi Simoni - Genoa 1893 1973-74.jpg - Wikipedia
Gigi Simoni con la maglia
del Genoa

Proprio con i rossoblu aveva intrapreso la carriera di allenatore, guidando Il Grifone a due promozioni dalla B alla A e a cinque salvezze nella massima serie, tra la metà dei '70 e la metà degli '80. Poi, era entrato in un cono d'ombra, allenando per lo più tra i cadetti, fino al ritorno al grande calcio, riportando la Cremonese in serie A e tenendocela tre anni. Nel 1996, l'approdo al Napoli. Bei risultati che convincono Moratti a regalargli la panchina dell'Inter, mentre ancora vi siede Hodgson

Nel 1997, Simoni è il tecnico dell'Inter. E dovrà allenare il miglior giocatore del mondo, Ronaldo. E con lui, davanti, Djorkaeff, Zamorano, ma anche Branca e Ganz, che presto cambieranno aria, e il giovanissimo Recoba. E ci sarebbe anche Kanu, reduce da un'operazione al cuore. Simoni è serio e preparato, abituato a suscitare il meglio dai suoi giocatori. Tra i quali ha voluto Diego Simeone, combattente argentino del centrocampo, e Moriero, ala com'era ala lui da giocatore. Restituisce a Bergomi un posto da titolare e lo vuole libero: decisione che regalerà al capitano nerazzurro il suo quarto mondiale, dopo l'esilio deciso da Sacchi.


File:FC Inter 1997-98 - Ronaldo e Luigi Simoni.jpg - Wikipedia
Gigi Simoni con Luiz Nazario da Lima, Ronaldo
Il problema è che, al netto di Ronaldo e delle attese, l'Inter stenta all'inizio. E voci di esonero si propagano ad agosto. Sarà Recoba, con il suo sinistro tonitruante, a salvare la panchina di Simoni contro il Brescia, rovesciando lo svantaggio firmato da Hubner. E tutto questo mentre tutti attendevano l'esordio con goleada di Ronaldo. Che si sblocca però la giornata successiva contro il Bologna. La squadra si compatta e diventa l'avversaria massima della Juve di Lippi. Contro cui Simoni vince all'andata. Fuga di Ronaldo sulla destra e tocco in rete di Djorkaeff a porta vuota. L'Inter si avvia a conquistare il suo quattordicesimo scudetto, rispettando la cadenza temporale dell'ultimo trentennio, uno ogni nove anni, nel 1971, nel 1980, nel 1989 e 1998. Invece no. La più maldestra, bizzarra, pacchiana e comica serie di errori arbitrali che io ricordi, toglie punti all'Inter, per darli alla Juve. Mi costerebbe troppo elencarli tutti. Certo che il gol annullato all'Empoli contro la Juve, con la palla dentro di un metro, e il celeberrimo atterramento di Ronaldo da parte di Iuliano, nella decisiva Juve-Inter del ritorno, si stagliano sugli altri per ineffabilità. In quell'ultimo caso, Simoni, il garbatissimo, elegantissimo Simoni, trascinato dallo sdegno, che è il contrario dell'ira ed invece il marchio del candore, entrò in campo, dicendo: vergogna. Fu espulso. L'Inter perse lo scudetto, conquistò la Coppa Uefa a Parigi, contro la Lazio, con un perentorio 3-0.

L'anno dopo Simoni ebbe da gestire un attacco pieno di stelle: a Ronaldo e Djiorkaeff e Zamorano e Recoba si aggiunsero Pirlo, allora trequartista, e Ventola, e sua maestà Roberto Baggio. Forse troppo. Farli giocare tutti assieme non si poteva e non si sarebbe potuto. L'Inter in Coppa dei Campioni perde nettamente all'andata al Bernabeu. Al ritorno, però, con doppietta del subentrato Baggio, il Real Madrid campione uscente viene regolato 3-1, qualificandosi ai quarti di finale. L'Inter vince anche la domenica in campionato. E Moratti, mentre Simoni ritira un premio come miglior allenatore della passata stagione, lo esonera. Perché? Mai capito, mai davvero spiegato. Moratti, anni dopo confesserà l'errore. Simoni venne poi sempre rimpianto dai tifosi nerazzurri. Per la signorilità, sì e senz'altro, per le vittorie, colte e sfumate, per l'ingiustizia del suo allontanamento, per i torti di un sistema che aveva mostrato la sua faccia feroce e ridicola proprio nel 1998. Sì, per tutto questo. Ma, anche perché seppe dare vita ad una squadra amata come poche altre nella storia dell'Inter. Per me, seconda solo a quella del 1989. Sì, ho amato l'Inter di Simoni più dell'Inter del triplete. E mi pare, nel ricordare Simoni, che non ci sia da aggiungere altro.

P.S.: andate a rivedere i minuti finali della vittoria in Coppa Uefa contro la Lazio. Sentirete Pizzul e il coro che dal Parco dei Principi si leva ritmato e solenne, accompagnando le battute finali di quel trionfo: Gigi Simoni, Gigi Simoni, Gigi Simoni...

mercoledì 4 gennaio 2017

Tottenham-Chelsea 2-0: Alli sulle tracce di Gerrard e Lampard

Interrotta da Alli, fuoriclasse sulle tracce di Gerrard e Lampard, la serie di vittorie del Chelsea di Conte. Vince il Tottenham 2-0, doppietta di Alli, manco a dirlo, uno che contrasta come un difensore,  segna come un attaccante e gioca a tutto campo, forte di una tecnica da rifinitore. E ha ancora 20 anni. Come Hodgson sia riuscito a non conquistare l'Europeo con Alli e Wilshere e Dier e Kane, per tacere degli altri, non è un mistero. Hodgson è un allenatore più che mediocre: tutto qua.

lunedì 20 giugno 2016

#Hodgson frena l'Inghilterra. Galles primo nel girone

Hodgson riesce nell'impresa di far chiudere la migliore Inghilterra degli ultimi 20 anni al secondo posto del girone, vinto dal Galles di un grande Bale. Gli inglesi sbattono contro il muro alzato dalla Slovacchia. Un mucchio di cambi, tanta tecnica e tanta forza fisica. Ma il solito schema di Hodgson: la confusione. 

giovedì 16 giugno 2016

Inghilterra 2 Galles 1: Bale, Vardy, Sturridge

Chi l'avrebbe detto?! Hodgson indovina i cambi, così Vardy e Sturridge rimontano il vantaggio gallese, scaturito dalla solita punizione di Gareth Bale, e regalano all'Inghilterra il primo successo di questi Europei 2016. Per il resto, Sterling è leggero e fumoso. Hodgson dovrebbe far giocare Kane e Vardy, con Rooney alle loro spalle. Confermo che l'Inghilterra, se diretta in modo appena razionale, può vincere gli Europei.

sabato 11 giugno 2016

Inghilterra fermata dalla Russia, vince il Galles di Bale

Hodgson quanto sa di calcio? Poco, ho sempre pensato. S'inventa Rooney regista, sia pure avanzato, con due ali di ruolo come Lallana, scolastico, e Sterling, troppo veloce per riuscire anche preciso anche al cross. E così resta fuori il genio di Wilshere, il solo che saprebbe far girare la squadra. Kane lotta come un leone, ma la difesa russa tiene. Fino al gol su punizione di Dier, nella ripresa. Cui replica una solenne zuccata di Berezutski. Pari e primo posto solitario nel girone per il Galles di Bale, a segno su punizione, che supera la Slovacchia 2-1. Il cammino degli inglesi, che pure avrebbero la squadra per vincere, si complica parecchio.

martedì 7 giugno 2016

Europei (#Euro2016): Inghilterra favorita

Fra pochi giorni cominceranno gli Europei di calcio. Indico favorita l'Inghilterra. Ha la miglior coppia di attaccanti: Kane e Vardy. Il che conta moltissimo in un torneo così breve. Ma anche un notevole centrocampo con il talento puro di Wilshere e la forza dirompente di Alli. Solidità e compattezza. Il limite è rappresentato dal tecnico Hodgson.

domenica 15 giugno 2014

Italia - Inghilterra 2-1: Marchisio, Sturridge e Balotelli. Le pagelle degli azzurri

Esordio fortunato e vincente per l'Italia a Brasile 2014. Battuta l'Inghilterra, schierata con il tipico schema di Hodgson, a casaccio, che tuttavia aveva attaccanti ed ali di rapidità, forza e tecnica. Chiellini, ad esempio, è uscito schiantato dal confronto sia con Sturridge che con Sterling. Brutta anche la prova di Paletta e, difensivamente, di Darmian. Grande, come al solito nei momenti topici, Balotelli, che si è distinto con Marchisio e Candreva per la bella prova. De Rossi, Pirlo e Verratti, tutti assieme, non servono. Ecco le pagelle degli azzurri.
Sirigu: 6. Esordio mondiale teso ma tutto sommato efficace, attento sui tiri da fuori degli inglesi. Emozionato
Darmian: 5,5. Media tra la fase offensiva, da 7, e quella difensiva, da 4. Abbandona la sua zona quando Rooney s'invola e serve il pallone per il pareggio di Sturridge. Arrembante
Barzagli: 6. gioca con esperienza, non brilla ma neppure sfigura. Attento
Paletta: 4. Nemmeno l'avrei convocato. Per sua fortuna gli inglesi girano spesso lontano dall'area azzurra. Inadeguato
Chiellini: 4. Peggiore in campo. Lentissimo, lo saltano tutti. Sopravvalutato 
Candreva: 7,5. Questa volta cerca meno la conclusione e di più la giocata, il cross, per i compagni. Corre moltissimo e lo fa con giudizio. Bellissima finta e traversone per il gol di Balotelli. Maturato
De Rossi: 5,5. Cammina per il campo, nessuna giocata di rilievo. Sfiatato
Pirlo: 5. Regia lenta e poco ispirata. Invecchiato
Verratti: 6. Tecnica di primissimo ordine la sua. Può fare di meglio. Rivedibile
Marchisio: 7,5. Bel gol dalla distanza e solito movimento senza palla, che lo rende unico nello statico centrocampo azzurro. Determinante
Balotelli: 8. Gol splendido per posizionamento e coordinazione. Movimento su tutto il fronte d'attacco, forza e tecnica. Dominante

sabato 14 giugno 2014

Inghilterra - Italia: chi vince? Favorita l'Inghilterra, che ha tutto a favore tranne Hodgson

Basterà Hodgson a far vincere l'Italia? La sensazione è che l'Inghilterra sia più forte. Sebbene la stampa specializzata sia portata a ritenere il contrario. L'Italia ha una difesa scadente, sia nei singoli che nell'assieme. Laddove gli inglesi hanno attaccanti, da Sturridge a Rooney, fino all'ala Sterling, capaci di grandi giocate. Balotelli come punta unica e senza l'assistenza del genio irregolare di Cassano è destinato a soffrire le marcature dei difensori avversari, soprattutto del possente Cahill. A centrocampo il piccolo trotto di Pirlo e De Rossi costringerà Verratti ad un gioco non suo. Perché Verratti si esalta con compagni disposti alla corsa senza palla ed allo smarcamento. Nella nazionale che Prandelli si appresta a schierare, invece, tutti vogliono il pallone tra i piedi, con la sola eccezione di Marchisio, che però mi sembra piuttosto sfiatato. Pirlo cincischia, De Rossi boccheggia, Candreva tira appena può, due o tre metri sopra la traversa. Un errore rinunciare a Cassano. Per queste ragioni, vedo gli inglesi favoriti. Unico motivo di speranza è che il tecnico d'Albione è Hodgson. Uno che di calcio sa davvero poco. Le speranze azzurre, e non è un paradosso, sono tutte riposte in lui. Oppure in Cassano, se mai dovesse entrare.

mercoledì 14 novembre 2012

Ibrahimovic segna quattro gol all'Inghilterra

Clamorosa quaterna di Zlatan Ibrahimovic, mai così decisivo con la casacca della nazionale svedese. Abbattuta l'Inghilterra di uno degli allenatori più sopravvalutati al mondo, Roy Hodgson, quello che mandò via Roberto Carlos per Pistone. La Svezia ha vinto per 4-2 e, udite, udite, Ibrahimovic ha segnato quattro gol. Prova straordinaria del centravanti del Psg, destinata a rimanere negli annali. Per le statistiche è la seconda quaterna di Ibrahimovic con la nazionale: segnò quattro reti anche contro Malta nel 2004, in una partita di qualificazione ai mondiali del 2006. Ora, Ibra è terzo nella classifica dei goleador della nazionale svedese, dietro Rydell, 49 gol, e Nordahl, 43, dopo aver superato e staccato Henrik Larsson, fermo a 37. Ultimo dato, Ibrahimovic è salito a 291 gol in carriera. Quota 300 è vicina.

martedì 5 giugno 2012

Chi vincerà gli Europei 2012? Il borsino delle nazionali favorite

Europei 2012 alle porte. Chi li vincerà? Dalla nascita della competizione, sono state numerose le sorprese. Dalla vittoria della Cecoslovacchia nel 1976 a quella della Danimarca nel 1992 fino al successo della Grecia nel 2004. Per tante ragioni, non ultima i maggiori quarti di nobiltà dei mondiali, gli europei di calcio si sottraggono più di altre competizioni a pronostici affidabili, poiché spesso giocati da nazionali ringiovanite o sperimentali. Ma, proviamo comunque a fare qualche previsione. La Spagna, campione in carica, d'Europa e del mondo, parte favorita secondo la stampa unanime: noblesse oblige.  Ma, davanti molto dipenderà dalle condizioni di Torres: un attaccante prolifico in tornei così brevi è decisivo. Senza dimenticare gli acciacchi dei centrocampisti del Barca. La Germania difficilmente sbaglia un colpo ed è la mia favorita: scommetto che Thomas Muller incanterà come fece in Sudafrica nel 2010. Poi, l'Olanda, che ha l'attacco più forte, Van Persie, con Huntelaar pronto a rilevarlo, supportato da Van der Vaart, Sneijder e Robben. Peccato che il resto della squadra non sia all'altezza del reparto avanzato. L'Inghilterra è acciaccata ed Hodgson è lontanissimo dall'essere un bravo allenatore. Da scoprire la Francia, tecnicamente tra le nazionali migliori al via. Il Portogallo è una buona squadra, ma manca come al solito il centravanti goleador, sicché il peso dei gol sarà tutto sulle spalle di Cristiano Ronaldo, reduce da una stagione lunga e logorante con il Real Madrid. Poi, c'è l'Italia. Come scritto altre volte, Prandelli ha sbagliato alcune scelte. Come Borini per Destro, Abate per Santon e Di Natale per Totti. La squadra mi pare carente in punto di personalità. Merce tanto rara quanto preziosa durante certi eventi internazionali. Quasi tutto dipenderà dalla forma di Balotelli e, subito dopo, da quella di Cassano. Stiamo a vedere. Segue borsino delle nazionali favorite.
Germania *****
Spagna ****
Olanda ****
Francia ***
Italia **
Portogallo **
Inghilterra *

mercoledì 28 marzo 2012

Stramaccioni deve "panchinare" Zanetti e Cambiasso

Stramaccioni deve fare di testa sua. Non ascoltare le elegie di Moratti in favore di Zanetti e Cambiasso e spedire i due anziani argentini in panchina. Senza se e senza ma. Moratti deve smetterla di difendere questi senatori imbolsiti, che sono di ostacolo alla necessaria rifondazione della squadra. Insomma, Stramaccioni è chiamato a rappresentare il nuovo corso. Non può lasciarsi condizionare dalle paturnie dei clan interni. Peraltro, per conto mio, Zanetti andava cacciato dall'Inter nel 1997, finale di Coppa Uefa, poi persa ai rigori. Si ribellò alla sostituzione decisa da Hodgson. E non perché avesse allora contestato Hodgson, ma perché al suo posto entrava Berti, non il primo venuto. Zanetti pensa a se stesso, ha sempre pensato a se stesso. A 39 anni, a quanto pare, ancora percepisce un ingaggio di 3 milioni di euro. Se ne torni in Argentina!