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giovedì 16 aprile 2020

C'era una volta Giuseppe Saronni: 3^ puntata (1984-1990)

Molti poi scrissero che il motore di Saronni era andato fuori giri per prevalere su Visentini nel Giro del 1983. Non credo. Anche perché Saronni vinse con più di un minuto di vantaggio. Certo, soffrendo e stringendo i denti, ma, in bicicletta, chi non lo fa? Ad ogni modo, dopo, vennero due anni di reflusso agonistico, due piazzamenti intorno al quindicesimo posto al Giro sia nel 1984, quando ci fu la sorprendente resurrezione di Moser - che fece suoi primato dell'ora, Sanremo e, per la prima e unica volta, il Giro - sia nel 1985. A 28 anni, Saronni era declinante. C'entrava, di più, a mio parere, la precocità della sua affermazione, l'intensità delle sue stagioni - Saronni si dedicava anche al cross d'inverno - e, forse, una certa sazietà. Nel 1986, il canto del cigno. Tornò competitivo al Giro. Secondo, proprio dietro Visentini e davanti a Moser! E ci fu anche il terzo posto ai mondiali di Colorado Springs, vinti da Argentin, davanti a LeMond. Nel 1987, tardi, troppo tardi e con poca voglia, Saronni si decise a correre il Tour, che avrebbe poi vinto Stephen Roche in stato di grazia. Nessuna tappa e ritiro. Resta il Tour de France il vuoto più grande nella carriera altrimenti straordinaria di Saronni. Di lì in avanti, successi radi, sempre più regista della propria squadra, sempre più lontano dal clamore, dalle interviste. Nel 1988, poi, si ritira il grande rivale Moser. Saronni lascia, a soli 33 anni, nel settembre del 1990. A conti fatti, Saronni ha segnato un'epoca, così la sua rivalità con Moser, degna di quelle tra Girardengo e Belloni, Binda e Guerra, Baldini e Nencini, Gimondi e Motta e, dopo, Bugno e Chiappucci. Anzi, diciamo la verità, la rivalità Saronni-Moser regge il confronto anche con la rivalità Bartali-Coppi. Lo perde, questo confronto, ma lo regge. Anche se, ca va sans dire, Bartali e Coppi sono stati più forti, incommensurabilmente più forti. Però, la divisione simmetrica del tifo che ci fu tra bartaliani e coppiani si rivide solo, 30 anni dopo, tra saronniani e moseriani. E poi mai più. (1^ puntata, 2^ puntata)

giovedì 5 settembre 2013

Nibali torna in rosso alla Vuelta 2013, secondo Nicolas Roche, terzo Valverde

Esce di scena l'attempato Horner dopo la cronometro di Tarazona, undicesima tappa della Vuelta di Spagna 2013. L'asso siciliano è giunto quarto, dopo la locomotiva Cancellara, favorito della vigilia, Tony Martin, altro specialista delle prove contro il tempo, ed il sorprendente Pozzovivo. Tanto è bastato perché Nibali riconquistasse la maglia rossa di leader della classifica generale. Dietro di lui, Nicolas Roche, figlio del grande Stephen Roche, dominatore assoluto della stagione 1987 (Giro, Tour e campionato del mondo in linea), e lo spagnolo Valverde. Nibali è il candidato più serio al successo finale, che replicherebbe quello colto nel 2010.

lunedì 26 agosto 2013

Vuelta 2013: Nibali in rosso alla seconda tappa

Vincenzo Nibali ha già indossato la maglia rossa, simbolo del primato in classifica generale, alla Vuelta 2013. Ieri, sull'Alto do Monte da Groba a Baiona, Galizia, il campione siciliano è arrivato tra i primi in una tappa battagliata, conquistata da Nicolas Roche, figlio d'arte del celebre Stephen Roche, vincitore di Giro, Tour e campionato del mondo nel 1987. Buona prova anche di Ivan Basso, 36 primavere. Quanto a Nibali, che alla Vuelta si impose a sorpresa nel 2010, si prepara un corsa  difficile: è il favorito e non fa alcunché per nasconderlo.