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mercoledì 17 novembre 2021

Giro d'Italia 2022: percorso e partecipanti

Si annuncia un Giro d'Italia difficilissimo quello del 2022, con partenza da Budapest in Ungheria e arrivo spettacolare, contro il tempo, all'Arena di Verona. Quella conclusiva sarà la seconda di due crono, per complessivi 26,3 km contro il tempo: poco. Penalizzati i grandi passisti. Sei  le tappe di montagna. Sei gli arrivi in salita. Senza che ci sia coincidenza esatta tra le une e gli altri. Per esempio, la tappa dell'Aprica, di alta montagna, si chiude dopo una discesa di sei km. La prima tappa ungherese, piatta, si chiude con ascesa impegnativa. Ecco il dettaglio delle tappe, intervallate, da tre e non due giorni di riposo a causa della partenza magiara. 

  • 1^ 6 maggio Budapest - Visegrad 195 km
  • 2^ 7 maggio Budapest - Budapest 9,2 km🕔
  • 3^ 8 maggio Kaposvar - Balontofured 201 km
  • 10 maggio primo giorno di riposo
  • 4^ 10 maggio Avola - Etna (rif. Sapienza) 166 km
  • 5^ 11 maggio Catania - Messina 162 km
  • 6^ 12 maggio Palmi - Scalea 192 km
  • 7^ 13 maggio Diamante - Potenza 198 km
  • 8^ 14 maggio Napoli - Napoli 149 km
  • 9^ 15 maggio Isernia - Blockhaus 187 km
  • 16 maggio secondo giorno di riposo
  • 10^ 17 maggio Pescara - Jesi 194 km
  • 11^ 18 maggio Sant'Arcangelo di Romagna - Reggio Emilia 201 km
  • 12^ 19 maggio Parma - Genova 186 km
  • 13^ 20 maggio Sanremo - Cuneo 157 km
  • 14^ 21 maggio Santena - Torino 153 km
  • 15^ 22 maggio Rivarolo Canavese - Cogne 177 km
  • 23 maggio terzo e ultimo giorno di riposo
  • 16^ 24 maggio Salò - Aprica 200 km
  • 17^ 25 maggio Ponte di Legno - Lavarone 165 km
  • 18^ 26 maggio Borgo Valsugana - Treviso 146 km
  • 19^ 27 maggio Marano Lagunare - Santuario di Castelmonte 178 km
  • 20^ 28 maggio Belluno - Marmolada (Passo Fedaia) 167 km
  • 21^ 29 maggio Verona - Verona 17,1 km🕔 

Non si sa ancora, invece, chi parteciperà alla corsa rosa. Pogacar, Roglic e Bernal, i tre fari del ciclismo attuale nelle corse a tappe, andranno al Tour, a quanto pare. Potrebbero esserci i francesi Bardet e Thibaut Pinot, finalmente restituito all'agonismo dopo molta sfortuna. Forse, l'altro francese Gaudu, ottavo all'ultima Vuelta. Ma, anche Carapaz, vincitore nel 2019, Hart, vincitore nel 2020, almeno uno dei gemelli Yates. Forse Evenepoel, che vorrà scoprire se i grandi giri siano davvero alla sua portata. Io penso di sì. Ne sapremo di più nei primi mesi del 2022.

Aggiornamento del 03 gennaio 2022: Evenepoel pare proprio che non sarà al via del Giro e che correrà invece la Vuelta. Dovrebbe esserci Thomas Pidcock, il predestinato inglese che spopola anche nel ciclocross e che la corsa rosa l'ha già vinta, categoria under 23, nel 2020.

martedì 16 novembre 2021

Riflessioni sull'Italia di Mancini e gli spareggi: quanto conta la fortuna?

La cronaca ha le sue esigenze, è spesso sbrigativa, frequentemente cinica e generalmente smemorata. Ora, venendo all'Italia di Mancini, finita nel purgatorio degli spareggi dopo aver impattato due volte con la Svizzera ma anche una volta con la Bulgaria e, ieri, con la modestissima Irlanda del Nord, credo sia giusto ricordare il successo estivo all'Europeo. Che resterà negli annali e i cui meriti vanno riconosciuti anche, e prima di tutti, a Mancini. Tuttavia, quel successo era stato celebrato con troppa enfasi ed omettendo la parte, cospicua, che pure vi aveva svolto la fortuna. Contro la Spagna e l'Inghilterra, in modo particolare. Chiunque abbia il ricordo degli ultimi 40 anni di calcio, sa quanto meno fortunata sia stata l'Italia di Vicini, la più forte dopo quella del 1982, nel 1990 - e il tecnico commise la sua parte di errori nella semifinale con l'Argentina - e quanta buona sorta abbia avuto invece l'Italia di Sacchi nel 1994 e, almeno in finale, l'Italia di Lippi nel 2006. E questo per dire che in uno sport collettivo come il calcio, dentro una competizione breve in modo particolare, per vincere la bravura può non bastare. E sovente non basta. Ecco, tutto ciò nella narrazione di Euro 2020 è mancato. Si è straparlato di calcio arioso, di dominio del campo. La verità è che contro gli avversari più forti l'Italia ha sofferto tanto e vinto ai rigori. Dopo l'estate, quella stessa Italia ha mostrato la corda di limiti già evidenziati agli Europei, senza più il soccorso della buona sorte. Lo scadimento di forma di alcuni giocatori, l'insistenza di Mancini su altri, Jorginho, che da sempre considero sopravvalutato, e la riluttanza a proporre una trama di gioco diversa hanno fatto il resto. Il miglior azzurro, prima che s'infortunasse, era stato Spinazzola. Uno che faceva la cosa più antica e più difficile e più utile. Dribblava. E scardinava così le difese avversarie. Non sono state trovate - e nemmeno cercate - alternative a quella fonte di gioco. Mancava un centravanti forte e manca ancora. Non possono esserlo Scamacca o Raspadori, spesso riserve nel Sassuolo. Forse avrebbe meritato un'occasione un grande mestierante del gol come Destro. Barella è stanchissimo, anche nell'Inter è giù di condizione da un mese e più. Ecco, su tutto questo, Mancini avrebbe potuto lavorare meglio. Non so cosa sarebbe cambiato. Ma sarebbe la valsa la pena di provarci, rinunciando all'inutile e stucchevole fraseggio dal basso, ai mille tocchi sulla trequarti, aumentando e qualche volta forzando le conclusioni dalla distanza. Detto questo - per concludere - l'Italia non è improvvisamente diventata mediocre. Semplicemente, non era uno squadrone quando ha vinto l'Europeo. Ma possedeva una fiducia persino esagerata nei propri mezzi, non eccelsi. Ieri, sulla trequarti, la palla veniva sempre passata indietro, segno di paura e di scarsa personalità, soprattutto di sfiducia. Per superare gli spareggi e andare ai mondiali in Qatar, l'Italia dovrà impegnarsi a fondo, trovare alternative in uomini e schemi, ritrovare uno straccio di convizione e, sì, avere anche fortuna.

lunedì 15 novembre 2021

Harry Kane come Lineker: 48 gol con l'Inghilterra

L'Inghilterra travolge 10-0 San Marino, trascinata dalla quaterna del suo centravanti e capitano, Harry Kane, che sale a 48 gol in nazionale, eguagliato Gary Lineker. Ora ha nel mirino Bobby Charlton, 49 gol con l'Inghilterra, e il primatista assoluto Rooney, non lontano a quota 53 gol.

Il lungo ritiro di Valentino Rossi

Sebbene interista come me, ammetto di aver avuto poca simpatia sportiva per Valentino Rossi, ritiratosi ieri a quasi 42 anni, tra gli osanna, i peana e gli evviva della stampa tutta, compatta e unanime. Preferivo, ai tempi dei suoi esordi, il pulitissimo stile di guida di Biaggi e, più ancora, l'irruenza spontanea di Capirossi. Non mi piaceva il suo stile di guida, non mi piacevano certe sue reazioni, certe sue espressioni, i festeggiamenti chiassosi e roboanti dopo le vittorie, e, soprattutto, quell'agonismo perenne, quel desiderio inesausto di affermazione. D'altra parte, non entro nel merito tecnico, troppo evidente essendo stata la sua caratura di campione e il palmares non ammettendo dubbi. Però, ecco, visto che si sta parlando anche del personaggio e non solo del pilota, a me il personaggio non era simpatico. Il pilota, poi, mi pare che si sia ritirato con 4 o 5 anni di ritardo: l'ultimo Gran Premio lo vinse in Olanda nel 2017! 

Irlanda del Nord-Italia: 0-0. Spareggi!

Stasera Irlanda del Nord-Italia, ultima partita di qualificazione ai prossimi mondiali del Qatar. Italia in testa per differenza reti nel proprio girone, a pari punti con la Svizzera che ospiterà la Bulgaria. Partita sulla carta non difficile, nelle file degli avversari non ci sono campioni. Ma nemmeno ce n'erano il 15 gennaio 1958, quando a Belfast gli azzurri persero 2-1 e rimasero esclusi dai mondiali svedesi di quello stesso anno. E invece ce n'erano nell'Italia, imbottita di oriundi di molta classe, da Schiaffino a Ghiggia, da Montuori a Dino Da Costa, che segnò l'inutile gol della bandiera. Fu un disastro sportivo quella sconfitta, che divenne proverbiale. Sarebbe accaduto di nuovo, eliminati però dalla Svezia, negli spareggi del 2017, che ci sbarrarono le porte dei mondiali di Russia 2018. Non siamo ancora all'atto finale. Se gli elvetici dovessero superarci nel computo delle reti, ci resterebbero gli spareggi. Fa solo impressione che la squadra campione d'Europa si trovi in questa situazione. Impressione, poi, fino ad un certo punto, quando si consideri il successo estivo figlio anche della buona sorte e non soltanto del merito. Stiamo a vedere. 

La cronaca.

Irlanda del Nord arroccata in difesa e Italia alla ricerca vana di un pertugio. Quanto manca un centravanti, forte, di ruolo! Il primo tempo, noiosissimo, finisce a reti inviolate. Il risultato non cambia nella ripresa, sebbene Mancini provi, inutilmente, a stravolgere la squadra. Di grazia, poi, cosa sperava di ottenere dall'ingresso di Bernardeschi? Perché Bernardeschi gioca in nazionale? Il pareggio, dopo una partita pessima sul piano del gioco e del carattere, contro una squadra che faticherebbe nella nostra Serie B, condanna l'Italia agli spareggi. Sperando che ci vada meglio dell'ultima volta.

venerdì 12 novembre 2021

Kane come Greaves: 44 gol con l'Inghilterra

Con la tripletta di questa sera all'Albania, Harry Kane si issa a 44 gol con la nazionale inglese e raggiunge il grande Greaves, campione del mondo nel 1966 e sei volte capocannoniere del massimo campionato inglese. Il record assoluto di Rooney, 53 gol con l'Inghilterra, è più vicino. 

Italia-Svizzera 1-1. Jorginho sbaglia il rigore della qualificazione

Italia contratta. Shaquiri marca a uomo Jorginho, che replica le brutte prestazioni delle ultime partite con la nazionale. Da un contrattacco di Okafor, palla a Widmer che segna un gran gol. Italia lenta e imprecisa. Si contano tanti errori di misura nei passaggi. Il pareggio arriva da schema su punizione dalla trequarti: Insigne serve per il gol di testa di Di Lorenzo. Si va al riposo sul risultato di 1-1. Nella ripresa, prevalenza territoriale azzurra, ma gli elvetici non cedono, tutti a protezione di un eccellente Sommer. Allo scadere, Jorginho sbaglia clamorosamente l'ennesimo rigore. L'Italia resta prima assieme alla Svizzera. Qualificazione rimandata all'ultima partita del girone in Irlanda del Nord.

lunedì 8 novembre 2021

Il punto dopo la 12^ giornata di serie A 21/22. Pareggiano le prime tre

Tutto invariato in testa alla classifica. Il Verona di un ottimo Simeone ferma il Napoli, che da qualche partita fatica a segnare. Mi pare che siano state prese le contromisure a Osimhen

Pareggio nel derby tra Milan e Inter, che spreca un rigore e almeno altre tre comode occasioni con Lautaro, Barella - errore gigantesco il suo - e Vidal. Il Milan, sotto ritmo, si normalizza. L'Inter paga la mancanza di un'alternativa a Dzeko. Con Zapata al posto di Correa, ora i nerazzurri sarebbero comodamente in testa.

Al quarto posto, c'è l'Atalanta, nella quale brilla sempre proprio Zapata. Uno che, non a caso, ha sormontato quota 100 gol in Serie A. Vince in trasferta il Bologna di Arnautovic, un altro di quei giocatori che in carriera ha fatto la metà di quel che avrebbe potuto. 

La Juve ha la meglio sulla Fiorentina, solo quando i viola restano in dieci. I bianconeri continuano a sembrarmi sostanzialmente sfiduciati. Sarà un campionato duro per loro.

Successo interno facile della Lazio contro la Salernitana: da quando Sarri fa giocare titolare Luis Alberto, il gioco scorre. E non è un caso. La Roma inciampa sul campo del Venezia. Non ho capito dall'inizio alcune scelte di Mourinho. Perché rinunciare a Pedro, gran giocatore, che sta facendo le fortune della Lazio? Perché non reintegrare Santon, che ha l'esperienza che manca a molti difensori giallorossi? Il bilancio tecnico è deficitario.

L'Udinese batte il Sassuolo 3-2, lo Spezia supera di misura il Torino, pareggiano Empoli e Genoa, ora affidato Shevchenko.

domenica 7 novembre 2021

Milan-Inter: 1-1

L'Inter ha bisogno di vincere per fermare la fortunosa fuga rossonera. 

L'Inter passa in vantaggio con un rigore che Calhanoglu, motivatissimo, si procura e trasforma. Da una punizione regalata da Barella e calciata da Tonali, autogol goffo di De Vrij. Poi lancio di Lautaro per Darmian, che entra in area e viene atterrato da Ballo-Tourè. Secondo rigore per l'Inter, che Lautaro però sbaglia. Barella sbaglia un gol clamoroso, con mezza porta vuota, dopo grande assalto a sinistra di Bastoni. Poco dopo Lautaro commette un altro grave errore, calciando a lato da dentro l'area. Appena è calata la pressione del Milan, l'Inter è venuta fuori. Intervallo. Nella ripresa, predominio nerazzurro. Tanti calci d'angolo non sfruttati. Esce Barella, infortunato e dopo una brutta partita, per Vidal. Che sbaglia due conclusioni dentro l'area poco dopo. Esce Dzeko, stremato, sostituito da Correa. Dumfries rileva Darmian. Poi Dimarco e Sanchez subentrano a Bastoni e Lautaro. Ritorno di fiamma del Milan negli ultimi minuti di gara. Palo di Saelemaekers, con Kessie che sulla respinta manda fuori. Finisce 1-1. Simone Inzaghi continua a non vincere gli scontri diretti. 

mercoledì 3 novembre 2021

Sheriff-Inter: 1-3. Brozovic, Skriniar, Sanchez

Tiraspol, Transnistria. L'Inter rende visita allo Sheriff, già battuto al Meazza due settimana fa. Vittoria necessaria per risalire la classifica del girone D della Champions League

La cronaca. L'Inter parte con Vidal e Dimarco titolari. Sheriff sempre con tutti gli uomini dietro la linea della palla. L'Inter comanda il gioco, prende un palo con Lautaro e sfiora il gol con Dzeko. Nella ripresa, dentro Dumfries per Darmian. Segna Brozovic, al 54', dopo bel dribbling. Merito anche a Vidal che lo serve dopo grande percussione centrale. Esce Dimarco per Perisic. L'Inter raddoppia con Skriniar, che ribadisce in rete un pallone respinto dal portiere avversario, dopo colpo di testa di De Vrij su angolo di Brozovic. Entrano a dieci minuti dal novantesimo, per Dzeko e Lautaro, Correa e Sanchez. Che trova subito in contropiede il gol del 3-0 per i nerazzurri. Allo scadere, lo Sheriff accorcia le distanze con un colpo di testa di Traorè. L'Inter sale a 7 punti in classifica e scavalca lo Sheriff. Migliore in campo Vidal: gestione magnifica del pressing.

Conte al Tottenham, Cristiano Ronaldo 140 gol in Champions

Sarà Antonio Conte il sostituto di Nuno Espirito Santo sulla panchina del Tottenham. Potrebbe essere la scelta giusta, se non altro perché la squadra londinese sta raccogliendo, da un anno e mezzo almeno, assai meno di quanto il talento diffuso nella sua rosa consentirebbe. Gruppo poco coeso o difetto di motivazioni o entrambi? A questo dovrebbe rimediare Conte. Che ha un gioco che poco mi piace ma che sa essere redditizio, soprattutto nei campionati, e molta ortodossia tattica, ma, gli va altresì riconosciuto, sa definire la fisionomia di una squadra e motivare un gruppo sfiduciato. Credo che farà bene.

Come bene, anzi benissimo, sta facendo Cristiano Ronaldo nella sua seconda esperienza al Manchester United. Dove fa quello che sa fare meglio, il goleador. Perché si coordina e calcia meglio degli altri, con anticipo e precisione. I due gol di ieri contro l'Atalanta, n. 139 e 140 in Champions League, sono la dimostrazione patente della sua unicità nel rapporto con la rete. La cerca e la trova con naturalezza disarmante. Giostrando da centravanti, può durare ancora tre o quattro anni ad alti livelli.

Il punto dopo la 11^ giornata di Serie A 21/22: fuga di Napoli e Milan

Il rendimento di Napoli e Milan, dieci vittorie e un pareggio dopo undici partite, resta davvero sorprendente e straordinario e spiega il ragguardevole vantaggio sulla terza, l'Inter, distante sette punti. Va anche detto che il successo esterno dei rossoneri sul campo della Roma è stato favorito da un paio di vistosi errori arbitrali. Domenica prossima il derby di Milano potrebbe riaprire o chiudere i giochi per l'Inter.

Per la Juve sono già chiusi in campionato, dove ha meno della metà dei punti delle due capolista: netta la sconfitta contro il Verona. La rosa bianconera ha dei limiti, che, tuttavia, sono meno evidenti in Champions, dove ci sono state quattro vittorie su quattro, l'ultima ieri sera contro lo Zenit. Credo sia anche una questione di motivazioni. Il campionato è andato da tempo e i giocatori lo sanno.

Tripletta di Vlahovic nel 3-0 della Fiorentina sullo Spezia. Il Bologna batte il Cagliari, sempre più in difficoltà. Importante il successo corsaro dell'Empoli contro il Sassuolo: ancora a segno Pinamonti.

lunedì 1 novembre 2021

Tottenham: esonerato Nuno Espirito Santo

Non c'è pace a Londra, sponda Tottenham. Dopo la sconfitta subita ieri dal Manchester United, questa mattina l'annuncio, ormai atteso, dell'esonero del tecnico portoghese Nuno Espirito Santo. Si parla di Antonio Conte come possibile sostituto. 

domenica 31 ottobre 2021

Inter-Udinese 2-0: doppietta di Correa

È una doppietta di Correa, che replica quella di fine agosto a Verona, a regalare all'Inter il successo contro l'Udinese. Vittoria importante, al netto di qualche sofferenza finale legata soprattutto all'imprecisione nei disimpegni di Skriniar. Partita decisa nel secondo tempo, dopo che nel primo l'Inter aveva faticato non poco. Da sottolineare la bella prova di Ranocchia al centro della difesa. Gioca poco, ma, quando è chiamato in causa, lo fa bene. 

sabato 30 ottobre 2021

Verona-Juve 2-1: Allegri non basta più

Mancano 27 partite. Ma difficilmente la Juve, sconfitta dal Verona dopo aver perso con il Sassuolo, potrà raddrizzare questo campionato. Lo scudetto mai è stato alla sua portata, ma ora anche la qualificazione alla prossima Champions appare difficile. Difesa stagionata, centrocampo di poca qualità e attacco non più sorretto da Cristiano Ronaldo. Allegri conosce il mestiere. Ma prima che iniziasse la stagione avevo un dubbio: sarebbe riuscito a far risultato senza la squadra più forte?Partendo in pole position, aveva sempre guidato bene la squadra, come facevano Prost in Formula Uno e Biaggi nel motomondiale. Ma quest'anno, partiva dalla seconda, terza fila: non era e non è la stessa cosa. Sta faticando anche lui. Tanto. Sembrava aver trovato la quadra con partite di rimessa. Ora, non gli riesce più.  Oggi, nel primo tempo, il Verona - doppietta di uno scatenato Giovanni Simeone - ha letteralmente dominato. La Juve era spenta. Atteggiamento rassegnato. Che non può non mettersi in conto anche al tecnico. Se non fosse difeso dal suo ingaggio e dalle giravolte tecniche degli ultimi anni sulla panchina bianconera, stasera sarebbe in discussione. Credo che Allegri abbia sbagliato a tornare alla Juve.

giovedì 28 ottobre 2021

Il punto dopo la 10^ giornata di Serie A 21/22. Il crollo della juve

  • Ieri sera ancora sentivo ripetere come una stanca cantilena che il gioco difensivo non paga e che bisogna sempre arrembare, una sorta di memento audere semper, che non mi convince minimamente. La Juve ha perso con il Sassuolo perché è una squadra da mezza classifica, va bene va da classifica medio-alta, ma non di più. Ha perso per questa ragione, ma anche perché ha ripudiato per una sera quella tattica accorta, che era la sola ad acconciarsi al suo attuale livello e alle sue attuali capacità. Ed Allegri, nelle ultime partite, aveva ricavato il massimo proprio così, con gioco prudente e di rimessa, da una squadra priva di grandi campioni e soprattutto di quel grandissimo goleador, Cristiano Ronaldo, che l'aveva tenuta a galla negli ultimi anni. Ieri, Allegri ha voluto una formazione più offensiva, con Chiesa e Alex Sandro esterni: Chiesa quel ruolo non può farlo, non lo regge. L'ala sì, l'esterno a tutto campo no. Si tratta di un ruolo usurante, anche da un punto di vista mentale. Che richiede applicazione costante. Il Sassuolo ha giocato meglio e la Juve ha preso gol alla fine. In contropiede!
  • Vittoria dell'Inter a Empoli, con tante riserve in campo capaci di disimpegnarsi con autorevolezza: vittoria importante. Nelle prossime tre partite: contro Udinese, Milan e Napoli, i nerazzurri si giocheranno il campionato.
  • Altrettanto importante è stato il successo esterno della Roma a Cagliari: Mourinho ha un undici di livello, senza ricambi all'altezza. Ma quegli undici sono dalla sua parte. Ha vinto anche la Lazio contro la Fiorentina, grazie a Pedro, il pupillo tattico di Sarri, che, questa volta, ha schierato Luis Alberto dall'inizio.
  • Il Napoli batte 3-0 il Bologna e riaggancia il Milan in testa alla classifica. I rossoneri, nell'anticipo di martedì, avevano avuto ragione del Toro con un gol di Giroud e molta fortuna.
  • Vittoria della Salernitana contro il Venezia e dell'Atalanta sul campo della Samp (sempre gran giocatore Zapata). Pareggi tra Spezia e Genoa e tra Udinese e Verona.


mercoledì 27 ottobre 2021

Empoli-Inter 0-2: D'Ambrosio, Dimarco

Empoli-Inter è già una partita decisiva. L'Inter, prima di giocarla, è a 10 punti da un Milan più fortunato che bravo, che però ha avuto il merito d'ingaggiare un grande centravanti classico come Giroud. I nerazzurri non possono perdere altro terreno. L'attacco dell'Empoli sarà guidato da un ex: Pinamonti. Uno che, come Bonazzoli della Salernitana, avrei visto bene in rosa al posto di Sanchez, che dovrebbe partire titolare questa sera. 

La cronaca. 

Inizio non facile per i nerazzurri, con Brozovic marcato stretto. Il vantaggio arriva da una combinazione tra Sanchez e D'Ambrosio, che raccoglie di testa un calibrato suggerimento del cileno. L'Inter raddoppia a metà ripresa con Dimarco, servito da Lautaro. Un quarto d'ora prima era stato espulso Ricci per intervento scorretto ai danni di Barella. Il risultato non cambia più. 

lunedì 25 ottobre 2021

George Best: ritratto

Whenever possible, give the ball to George Best (Matt Busby)

Nella frase succitata c'è tutta la storia di George Best, scapricciato e scapigliato talento, tra i massimi della storia del calcio, nordirlandese di estro tipicamente sudamericano, che ridisegnò il football britannico negli anni '60 e che, nel 1972, a 26 anni, già declinava, ostaggio di una vita abbandonata agli eccessi. Sì, perché George Best, e sia detto con il maggior affetto possibile, non possedeva una sola delle virtù tipiche del calciatore modello. Ed aveva un rapporto di dipendenza dalla bottiglia che ne avrebbe affrettato il ritiro dai campi e poi il congedo da questo modo.

Nei cantieri di Belfast lavoravano un sacco di tipi tosti e d'estate si teneva un campionato di calcio in un posto chiamato <<il pollaio>> (George Best, Baldini & Castoldi, 2002)

Cresciuto a Belfast, in una famiglia poco abbiente, il giovane George imparò a giocare per strada, in campetti di fortuna, senza erba, immaginandosi stella dei Wolverampton Wanderers (campioni d'Inghilterra nel 1954 e poi ancora nel 1958 e nel 1959). Aveva classe purissima che non sfuggì agli osservatori e fece il grande salto. Era il luglio del 1961, quando lasciò l'Irlanda del Nord per l'Inghilterra. Quando, due anni più tardi, irruppe da protagonista sulla scena del massimo campionato inglese, anno 1963, con la maglia rossa del Manchester United di Matt Busby e del sopravvissuto alla tragedia di Monaco di Baviera, Bobby Charlton, fu un terremoto. Paragonabile a quello che si verificò, contamporaneamente, nella musica leggera, quando i Beatles, che erano di Liverpool, cominciarono a riscuotere successo. Best giocava all'ala. Ala destra. Veloce, rapidissimo, dribbling fulmineo, ma anche cross tesi e calibrati, tiro secco e, a dispetto di una statura regolare, grande stacco di testa, spesso eseguito con terzo tempo. E finte e tunnel, accelerazioni e sterzate, tutto un repertorio da prestigiatore che, sommato al look sbarazzino, alla battuta mordace e all'aria da conquistatore scanzonato, lo rese anche insostituibile personaggio da copertina. Il quinto Beatle.

Se fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé (George Best)

In quel Manchester, che avrebbe vinto il campionato inglese nel 1965 e nel 1967 e la prima storica Coppa dei Campioni nel 1968, oltre all'inglese Charlton, centravanti arretrato e manovriero, c'era lo scozzese Denis Law, mezzala dal tiro tremendo e dalla progressione irresistibile, oltre a molti altri calciatori di personalità. Ma, presto, il faro tecnico della squadra divenne Best, il migliore non solo di nome, quello cui affidare la partita nei momenti solenni, quello delle giocate impossibili, il solista a vocazione anarchica che, con spregio della logica, riusciva a guidare e ad esaltare il collettivo. Non c'erano punti deboli nel suo gioco. All'occorrenza contrastava con durezza e riconquistava il pallone.

Il giocatore perfetto. Può evitare il tackle, entrare duro, accarezzare la palla con entrambi i piedi, passarla corta o lunga, senza sbagliare. (Denis Law)

Nel 1968, il Pallone d'Oro fu assegnato a lui, icona e simbolo di un anno pazzo e iconograficamente rivoluzionario. Giocò per tutta la vita come faceva da ragazzo per le strade di Belfast. Sfidando gli avversari in una ripetizione ossessiva di uno contro uno, dai quali riusciva inesorabilmente palla al piede, la porta sempre più vicina. Non se sono più nati di George Best. Né, penso, potranno nascere nelle scuole calcio contemporanee. L'arte, anche quella calcistica, s'apprende in strada. Per strada. Sempre che uno abbia il talento. E quello di Best era purissimo.

Il punto dopo la 9^ giornata di Serie A 21/22

Napoli e Milan appaiate in testa alla classifica con 25 punti. Ma, se il Milan ha avuto la meglio in modo fortunoso di un Bologna ridotto in nove e pagato dazio all'immobilità di Ibrahimovic, il Napoli ha tenuto bene il campo contro la Roma di Mourinho, strappando un prezioso pareggio ed offrendo l'ennesimo saggio di solidità.

Stesso risultato del derby d'Italia tra Inter e Juve, decisa da un rigore discutibilissimo dato ai bianconeri, che ha pareggiato il gol di Dzeko. Simone Inzaghi ha di nuovo sbagliato i cambi, vanificando il predominio nerazzurro durato più di un'ora. Allegri, dal canto suo, sta ricavando il massimo da questa Juve. Prudenza, attesa e capitalizzazione della buona panchina offensiva.

Tonfo biancoceleste a Verona, dove Giovanni Simeone ha messo a segno una quaterna. Se Sarri non fosse Sarri, sarebbe già in discussione. Già contro l'Inter la Lazio aveva vinto solo per i demeriti di Inzaghi. E non si può lasciare in panchina Luis Alberto.

Successo esterno dell'Empoli sulla Salernitana con doppietta di Pinamonti, che è centravanti di qualità e che all'Inter sarebbe stato più utile di Sanchez. Vittorie anche per Torino, Salernitana e Sassuolo, con Berardi sempre sugli scudi.

domenica 24 ottobre 2021

Inter-Juve: 1-1. Disastro di Dumfries e Inzaghi

Torna il derby d'Italia. Inter con Darmian e Perisic sulle fasce e Calhanoglu a centrocampo. Nella Juve gioca Kulusevski, con Chiesa in panchina. 

La cronaca. 

Handanovic rischia la papera su tiro di Morata. Infortunio a Bernardeschi, sostituito da Bentancur. L'Inter va in vantaggio al 18' con Dzeko, che raccoglie il pallone respinto dalla traversa colpita da un gran tiro di Calhanoglu. Il risultato non cambia fino all'intervallo. Nella ripresa, Inter sempre padrona del gioco. Al 60', esce Calhanoglu per Gagliardini. Spreca un bel contropiede Perisic. Nella Juve escono Cuadrado e Kulusevski per Chiesa e Dybala. Che su punizione evidenzia ancora i limiti di Handanovic. Escono Lautaro e Perisic per Sanchez e Dumfries. Che commette intervento da rigore. Scoordinato e scomposto. Dybala segna. Pareggio. Cambi sbagliati di nuovo da Simone Inzaghi. Dumfries ha tecnica da serie C. Handanovic la reattività tipica del dopo lavoro. Partita gettata via dall'Inter. Non ci giro intorno. Ci sono i vincenti e i perdenti. Simone Inzaghi non è un vincente. Perché togliere Perisic, migliore in campo, far cambiare fascia a Darmian e schierare Dumfries? Perché? Certe partite vanno chiuse. E invece non è successo con l'Atalanta.  Si è perso male con la Lazio, oggi travolta dal Verona. Sette punti di ritardo da Milan e Napoli. Dipendesse da me e solo da me, Dumfries fuori rosa per manifesta inadeguatezza tecnica. Inzaghi esonerato. Inutile perdere tempo. Spero, tuttavia, di sbagliare. Prendo sempre malissimo le partite con la Juve. Anche perché, a dirla tutta, l'arbitro a due passi aveva giudicato ininfluente l'intervento dell'olandese a palla ormai lontana. E, insomma, il protocollo VAR...boh! Ho visto di peggio in passato comunque per scandalizzarmi e Dumfries resta modestissimo. E Inzaghi non ha ancora vinto uno scontro diretto.