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venerdì 11 novembre 2022

Il punto dopo la 14^ di Serie A 22/23

Il Napoli non si ferma. Batte anche l'Empoli in casa con un 2-0 meno meritato del solito, ma dimostrativo di una forza mentale notevole e di una consepevolezza ormai raggiunta di mezzi e possibilità.


Rallenta il Milan e non mi stupisce. Lo stupore, non ancora svanito, è semmai legato allo scudetto vinto lo scorso anno. Basta una buona Cremonese a inchiodare i rossoneri al pareggio.


La Roma pareggia contro il Sassuolo per 1-1: belli i gol, di Abraham prima e di Pinamonti poi. La Lazio si issa al terzo posto della classifica di Serie A, superando di misura il Monza.


L'Inter travolge il Bologna 6-1, dopo lo svantaggio iniziale: sarebbe la vera antagonista del Napoli, se non soffrisse inspiegabili cadute di concentrazione.


La Juve espugna il campo del Verona, cosa non poi difficile in questa stagione. Ma ha la miglior difesa del campionato. E su questa difesa, meglio su questa fase difensiva, Allegri ha costruito il rientro dei bianconeri in posizioni tra le candidate a un posto Champions. 


Vittorie per Torino e Fiorentina contro Sampdoria e Salernitana. Pareggio tra Spezia e Udinese e sorprendente sconfitta dell'Atalanta a Lecce. 

Manca una sola giornata alla sosta lunga per i mondiali in Qatar.

domenica 6 novembre 2022

Juve-Inter 2-0: Inzaghi perde la quinta in A

Con il Napoli che corre e il Milan che fa punti, nonostante il fiato corto, Inter e Juve hanno quanto mai bisogno dei tre punti. Derby d'Italia decisivo per continuare a nutrire vaghe ambizioni di scudetto. 

La cronaca.

Inter prudente, Juve di più. Un mancino di Lautaro esce di poco. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. Nella ripresa, Dumfries sbaglia a porta vuota su tiro-cross di Barella. Che più tardi viene aggirato da Kostic: contropiede fino al gol di Rabiot. Inzaghi avvia, tardi, una girandola di cambi da cui scaturisce il secondo gol bianconero. Disastrosa la fascia destra nerazzurra, con Barella, Dumfries e Skriniar che regalano una serie imbarazzante di errori tecnici e di posizionamento. Inzaghi raccoglie la quinta sconfitta in campionato. Questa, contro una Juve davvero modesta, è stata la più impietosa. Mi dispiace doverlo riconoscere, ma oggi brutta partita anche di Lautaro. Stremato da tante partite anche a causa del fallimentare ritorno di Lukaku. E Dzeko, che ha mancato un facile gol di testa, non ha fatto meglio stasera. Chi esce peggio di tutti da questa deprimente sconfitta è Inzaghi. Ha perso tutti gli scontri diretti in campionato. E no  può essere una mera coincidenza. Tutti sotto tono, comunque. Si salva solo Calhanoglu.

martedì 25 ottobre 2022

Champions: Juve eliminata

La Juve è fuori dalla Champions League dopo la sconfitta di Lisbona per 4-3. Il passivo avrebbe potuto essere ben più severo, se i lusitani non avessero sprecato cinque o sei nitidissime occasioni da rete. Per i bianconeri è una disfatta. Annunciata.

lunedì 24 ottobre 2022

Serie A 22/23: il punto dopo l'11^ giornata. Il Napoli corre

Una prodezza atletica e balistica di Osimhen dona al Napoli il successo esterno sulla Roma, brava a difendere ma inesistente sul piano offensivo. Da Zaniolo, poi, sarebbe lecito attendersi di più. Gli azzurri di Spalletti restano al vertice della classifica, allungando sull'Atalanta, sconfitta in casa da un'ottima Lazio: l'assenza di Immobile, sulla carta pesantissima, nemmeno si è notata.


In questo momento - ma non siamo ancora ad un terzo del campionato - Napoli e Lazio, nell'ordine, sono le due principali candidate al titolo. 


Il Milan passeggia contro il Monza: Diaz segna due gol tanto belli quanto imbarazzanti per la svagata e poco combattiva difesa brianzola. La Juve segna quattro gol contro l'Empoli ma restano molti dubbi sulla sua tenuta di lungo periodo. 


L'Inter espugna il campo della Fiorentina all'ultimo secondo e dentro un vortice di polemiche. Dico la mia: il rigore su Bonaventura, che aveva già calciato fuori, non c'era. Dimarco, che ha colpito Bonaventura in modo davvero scomposto, andava espulso. Nel complesso, l'Inter ha meritato il successo, messo in pericolo da una fase difensiva insufficiente dall'inizio della stagione.


Successo esterno del Toro a Udine, propiziato da un gol di Pellegri; vittoria casalinga del Bologna - torna al gol il capocannoniere Arnautovic - sul Lecce e della Salernitana sullo Spezia. In serata, Cremonese-Sampdoria e Sassuolo-Verona. 

martedì 18 ottobre 2022

Serie A 22/23: il punto dopo la 10^ giornata

Napoli ancora solo in vetta, pur avendo concesso due gol evitabili al Bologna. Decide il gol del rientrante Osimhen, ma è sempre Kvaratskhelia a fare la differenza. Punta sistematicamente l'avversario, invece di cedere il pallone indietro, come si vede fare sempre più spesso sui campi moderni. Poi, lo salta anche, l'avversario, perché ha tecnica notevole e una straordinaria forza nelle gambe. Ma resta fondamentale che lo punti. Profumo di calcio antico, efficacissimo. Giocatore unico nel campionato italiano e non solo. 


Il Milan passa a Verona con una massiccia dose di fortuna - nihil sub sole novi - e con gli scaligeri, che lottano per non retrocedere, che si fanno infilare in contropiede al tramonto della gara, anziché difendere un prezioso pareggio. 


L'Atalanta batte il Sassuolo di misura e si conferma la seconda forza della Serie A.


La Juve vince contro il Toro, che un derby non lo porta a casa da un'eternità sportiva: successo di misura per i bianconeri, sembrati più concentrati e meno rassegnati. La mollezza dell'avversario, tuttavia, non consente di dire di più.


L'Inter supera la Salernitana, confermando i progressi di un gruppo che, quindici giorni fa, sembrava allo sbando. Sì, sì, era una questione di testa.


Pareggio tra Lazio, che perde Immobile per infortunio, e la solita, solida Udinese di questa stagione; la Roma espugna il campo della Sampdoria con un rigore di Pellegrini.


L'Empoli batte il Monza, pareggio tra Spezia e Cremonese e tra Lecce e Fiorentina.

martedì 11 ottobre 2022

Il punto dopo la 9^ giornata di Serie A: Napoli in testa

Resta al comando il Napoli, che, d'altra parte, aveva avuto un inizio folgorante anche durante lo scorso campionato, salvo poi subire un acuto crollo di rendimento. La sensazione è che ora, invece, gli azzurri possano durare sino al termine della stagione. Il che non vuol dire che ci riescano necessariamente, ma ne hanno senz'altro la possibilità. La rosa è migliorata ed è forse la più completa della Serie A: è un privilegio poter fare entrare dalla panchina, a turno, Raspadori o Simeone, per esempio.


Terza vittoria consecutiva per 4-0 della Lazio di Sarri, che pratica un calcio piacevole, nel quale anche Vecino, sempre altelenante all'Inter, diventa un prezioso interprete, messo a proprio agio da uno spartito ormai mandato a memoria. Milinkovic-Savic continua ad offrire grandissime prestazioni e Luis Alberto parte addirittura dalla panchina.


Il Milan batte la Juve, con il secondo gol, quello di Diaz, che fotografa il momento sportivamente drammatico dei bianconeri. Bonucci non può più giocare, ormai è fermo. Vlahovic mostra la corda di una personalità non soverchiante, per adoperare un eufemismo, il centrocampo, nel suo complesso, ha poca qualità e meno visione. Allegri non riesce a tirar fuori di più da questo gruppo, cui continuano a mancare Chiesa e Pogba e nel quale il solo Di Maria ha la caratura tecnica e tattica per fare la differenza. Stagione già compromessa, a meno di imprevedibili sorprese.


L'Inter batte il Sassuolo: giocando più coperta, difende meglio e rischia meno. Decisiva la doppietta di Dzeko. La Roma supera a fatica il Lecce, ma perde Dybala, infortunatosi calciando un rigore!


La Salernitana batte il Verona, il Monza supera lo Spezia. Finisce in pareggio lo scontro al vertice tra Udinese e Atalanta, come quello tra le pericolanti Sampdoria - debutto come tecnico di Stankovic - e Bologna. 


Il gol della giornata lo segna, in rovesciata, Mattia Destro, nel pareggio che l'Empoli strappa sul campo del Torino.

giovedì 6 ottobre 2022

Il Napoli europeo di Spalletti

Ha vinto l'Inter, ha stravinto il Napoli, ha straperso il Milan, ha vinto la Juve. Questo il bilancio della terza giornata delle italiane in Champions League. L'Inter ha compiuto un'impresa, non solo per il valore dell'avversario, ma soprattutto per il periodo difficile che stava e sta attraversando. La Juve ha rispettato il pronostico contro il Maccabi Haifa. Il Milan, che forse non ha il gioco europeo che gli riconosce Sacchi, ha perso 3-0 sul campo del Chelsea: mai in partita i rossoneri. E il passivo avrebbe potuto essere più pesante. Straordinario il successo esterno del Napoli sull'Ajax. Gli azzurri di Spalletti sono tutti in forma. I nuovi, da Raspadori a Kvaratskhelia, stanno facendo meglio dei loro predecessori. Ho sempre considerato Spalletti un piazzato di successo e non un vincente. Ora, più che mai ha la squadra per vincere. Non solo per giocare bene. Lobotka regista di valore, poi, è un merito tutto suo.

lunedì 3 ottobre 2022

Il punto dopo l'8^ giornata di Serie A 22/23

Napoli e Atalanta in testa, all'esito di partite diverse. Gli azzurri giocano un calcio brillante, tutti sembrano migliorati, a cominciare da Anguissa, autore di una doppietta, che ieri è parso Rijkaard. Kvaratskhelia, invece, somiglia sopratutto a sé, ha qualità notevoli e, specialmente la consapevolezza di possederle. I bergamaschi, invece, hanno avuto ragione della Fiorentina con un solo gol e la conferma di una fase difensiva inappuntabile.


Il Milan supera l'Empoli negli ultimi minuti, con audacia, sfrontatezza, buona sorte e Leao, che, in spazi aperti, ma non solo, pare immarcabile.


Torna al successo la Juve contro il Bologna, la Lazio supera agevolmente lo Spezia, con Milinkovic-Savic sugli scudi.


Pareggio tra Lecce e Cremonese. Il Sassuolo dilaga contro la Salernitana, mentre il Monza, illuminato dalla regia di Sensi, espugna il campo della Sampdoria, provocando l'ennesimo esonero in carriera di Giampaolo. 


L'Inter spreca il vantaggio iniziale contro la Roma e perde la quarta partita in campionato. Un disastro, che ha responsabilità della società, quasi assente, dell'allenatore, in confusione, e dei calciatori, tutti preocuppati più di sé stessi che delle sorti della squadra. Non sarà facile venir fuori da questa crisi.


Stasera, l'Udinese gioca contro il Verona per il secondo posto in classifica.

lunedì 19 settembre 2022

Il punto sulla Serie A dopo la 7^ giornata: Napoli e Atalanta in testa

Napoli e Atalanta in testa alla classifica dopo 7 giornate di Serie A, arrivandoci in modo diverso. Gli azzurri di Spalletti con un gioco brillante, tanta qualità tecnica sparsa per il campo e la conferma di una campagna di rafforzamento di rara intelligenza. Il limite di questa squadra resta, lo so, è un mio pregiudizio, la conduzione di Spalletti, eccellente per un piazzamento nobile, meno sicura per la vittoria. Il successo di ieri sul Milan, che senza Leao perde la metà del suo potenziale offensivo, è stato comunque importantissimo. I bergamaschi, invece, giocano meno bene, ma con più pragmatismo, da provinciali, insomma. Il che, dal mio punto di vista, è un complimento. E hanno anche fortuna, ora. Ieri, la Roma avrebbe potuto segnare 5, 6 gol. E invece no.


Crisi per Inter e Juve. Mi pare più grave quella bianconera, non per i due punti di differenza in classifica, ma perché la Juve attuale mi pare che più di così non potrebbe fare. Manca freschezza atletica e personalità in molti interpreti. Senza Pogba, comunque declinante, Di Maria, 35 primavere, e Chiesa, lungodegente, i limiti della rosa sono evidenti. E non c'è più Dybala, che considero sempre minore di Recoba, ma che qualche invenzione sapeva regalarla. Allegri, secondo me, sbagliò a tornare lo scorso anno. L'ambiente non ha fiducia in lui. E forse dovrebbe dimettersi, ma non penso che lo farà, anche perché sa che, con questi giocatori, prima dei ritorni dei ridetti Pogba e Chiesa, si potrebbe far poco di più.


L'Inter sta pagando moltissimo l'assenza di Lukaku. Con il belga, potrà giocare più raccolta e ripartire. I giocatori che ha vanno schierati così. Inzaghi ha sbagliato molto: la girandola difensiva di ieri è stata assurda. Ritrovando una guida meno nervosa, continuo a pensare che si possa tornare competitivi. Però, può ancora succedere di tutto. Dipenderà dalla testa. Potrà andare ancora benissimo o malissimo. La volatilità societaria, che i giocatori meno coinvolti emotivamente avvertono, non aiuta. Detto questo, l'Udinese è davvero forte e poche squadre avranno punti facili in Friuli.


Continua a sprofondare la Samp, battuta nel derby ligure dallo Spezia. La Lazio ha ragione della Cremonese, grazie ai soliti Immobile e Milinkovic-Savic. Il Torino perde dal Sassuolo, la Fiorentina ritrova la vittoria contro il Verona.


Citazione per Giovanni Simeone. Attaccante vero - il gol di ieri al Milan è quanto mai significativo delle sue qualità - che tanti continuano a sottovalutare. 

mercoledì 14 settembre 2022

Juve-Benfica 1-2: disfatta bianconera

Una piccola Juve perde in casa contro il Benfica. Al gol iniziale di Milik replicano Joao Mario, su rigore, e Neres. Bravi i portoghesi, dimessi i bianconeri, che avrebbero potuto rimediare un passivo più pesante. Zero punti dopo due partite di Champions per la Juve di Allegri, difeso soprattutto dal suo contratto. 

martedì 13 settembre 2022

Il punto dopo la 6^ di Serie A 22/23: polemiche sul Var

Polemiche a non finire sul gol annullato alla Juve nel recupero della partita con la Salernitana. Pare che, da immagini non trasmesse al Var, Candreva tenesse in gioco Bonucci. E allora il gol di Milik andava convalidato. Come aveva fatto l'arbitro in un primo tempo. L'errore c'è stato. Quel che sorprende è la cagnara organizzata dalla stampa nazionale, invece silente quando Pjanic non fu espulso in Inter-Juve del 2018 o quando Cuadrado, nel 2021, ottenne un rigore per aver lui, sì lui, scalciato Perisic. E cito due degli infiniti episodi che hanno favorito la Juve nella storia recente e meno recente della Serie A. Insomma, l'errore c'è, ma il racconto di quest'errore sta diventando eccessivo, smodato e fastidioso. Resta poi la brutta prestazione della Juve, a lungo dominata dalla Salernitana. Il pareggio ha riflettuto quanto visto in campo.


Frena l'Atalanta, fermata dalla Cremonese. Che ottiene il secondo punto, mentre il Monza, che pareggia a Lecce, il primo. L'Inter vince a fatica contro il Torino, anche, per una volta, grazie alle parate di Handanovic. Il Milan, in 10 per l'espulsione di Leao, supera di misura una Samp sempre più in crisi.


La Lazio batte il Verona, mentre la Roma, con Dybala ancora a segno, espugna il campo dell'Empoli. Il Bologna del capocannoniere Arnautovic batte la Fiorentina, che paga le fatiche di Coppa, mentre l'Udinese, forse la squadra più in forma della Serie A, vince per 3-1 sul campo del Sassuolo. Vittoria, infine, di misura del Napoli contro lo Spezia: decide un gol di Raspadori.


Dopo sei giornate di campionato, Napoli, Atalanta e Milan guidano la classifica con 14 punti.

martedì 6 settembre 2022

Atalanta capolista: il punto dopo la 5^ di Serie A 22/23

Il successo esterno sul campo del Monza, sfiduciato ultimo della classe, regala all'Atalanta di Gasperini il primato solitario in classifica. Un avvenimento storico, che premia il gioco più pragmatico e meno spensierato scelto dagli orobici dopo la passata stagione, che sembrava averne ridimensionato aspettative e ambizioni. Questa la notizia più importante della 5^ giornata di Serie A.


Il derby meneghino è andato al Milan, più per la fiacchezza dell'opposizione nerazzurra che per meriti propri. L'Inter di Inzaghi, 8 gol subiti in 5 partite, deve ritrovare concentrazione e compattezza.


Continua la navigazione a vista della Juve di Allegri, fortunata a strappare un pareggio sul campo della Fiorentina. Gioco involuto e assenze pesanti: si è saputo ieri che Pogba rientrerà soltanto a gennaio.


Rovinosa caduta della Roma contro l'Udinese, squadra molto forte fisicamente e ben messa in campo.


Il Napoli ha battuto fuori casa la Lazio e merita una citazione la prova del georgiano Kvaratskhelia. Cognome difficile, ma classe limpidissima: si vede che il suo calcio, tanto più efficace perché audace e sbarazzino, si è affinato per strada, la scuola migliore e meno cara del talento.


Il Torino batte il Lecce di misura, come fa il Verona con la Sampdoria. Pareggio tra Salernitana ed Empoli, tra Cremonese e Sassuolo nonché tra Spezia e Bologna, nel quale brilla sempre la stella di Arnautovic, mai così forte e decisivo in carriera. I mezzi li ha sempre avuti.


Non ho ancora visto, quanto alla lotta per il titolo, una squadra davvero superiore alle altre. Prevale l'incertezza. Oltre ad una certa, diffusa, mediocrità.

giovedì 25 agosto 2022

UCL draw: Inter, Bayern Monaco, Barcellona, Viktoria Plzen

Sorteggio sulla carta poco benevolo per l'Inter, che dovrà vedersela con Bayern Monaco, Barcellona e Viktoria Plzen. Non sarà facile l'accesso agli ottavi. Probabile un testa a testa con il Barca. Anche se Inzaghi nelle Coppe ha numeri importanti. Napoli con Liverpool, Ajax e Rangers Glasgow. Altro girone impegnativo. La Juve affronterà Psg, Benfica e Maccabi Haifa. Concreto il rischio di terzo posto per gli uomini di Allegri. Il Milan, la squadra più debole tra le italiane in Champions, ha pescato il miglior sorteggio con Chelsea, Salisburgo e Dinamo Zagabria. 

martedì 26 luglio 2022

Il calcio degli anni '80: Maradona, Zico, Rummenigge, Platini, Falcao, Matthaus, Gullit, Van Basten, Francescoli, Careca...

Gli anni '80 furono anni calcisticamente straordinari e gli ultimi autenticamente liberi dai durissimi condizionamenti dei mercati televesivi, che, dopo, avrebbero preso il sopravvento e mutato la geografia e la storia dell'arte della pelota.

Nel 1980, alla vigilia dei campionati europei che si sarebbero tenuti proprio in Italia, deflagra da noi lo scandalo del calcio scommesse, una vicenda mai abbastanza chiarita, che conosce evitabili eccessi di spettacolarizzazione con tanto di calciatori arrestati in campo alla fine delle partite. Lo sfregio all'immagine del movimento nazionale è profondo. Seguono processi e squalifiche, che coinvolgono anche campioni di fama riconosciuta come Bruno Giordano e Paolo Rossi, che si professerà sempre innocente. 

Gli Europei, si diceva. Vince la Germania Ovest, perché c'è anche e ancora la Germania Est il più fedele alleato dell'URSS, Berlino è divisa da un muro che è simbolo e monito della guerra fredda, la cortina di ferro è ancora attualissima.

I tedeschi, dell'Ovest, sono guidati dal formidabile Karl-Heinz Rummenigge, possente ma tecnico ed acrobatico attaccante del Bayern Monaco, dalla progressione irresistibile. Attorno a lui, molti altri campioni, da Breitner a Stielike, da Hrubesch, centravanti colossale che sembra uscito da un'opera di Wagner, fino al giovane, superbo Bernd Schuster, mezzala ambidestra dalla tecnica sudamericana, la corsa poderosa e una sapienza calcistica da veterano. In finale, i tedeschi battono il Belgio. L'Italia ripete invece il quarto posto ottenuto ai mondiali d'Argentina del 1978, non senza rimpianti. 

Riaprono, dopo la serrata decisa nel 1966, le frontiere calcistiche. Ogni squadra italiana di Serie A potrà tesserare un calciatore straniero. Uno soltanto, per il momento. All'Inter, arriva il raziocinante regista austriaco Prohaska, alla Juve il mancino irlandese Brady, al Milan nessuno, perché i rossoneri sono retrocessi per via del calcio-scommesse. Ma, sono Napoli e Roma ad accogliere i due campioni migliori. L'asso olandese Krol, va sotto il Vesuvio. Già magnifico terzino sinistro, si reinventa libero di regia. Alla Roma, arriva invece il brasiliano Paulo Roberto Falcao, alto, biondo, elegante egli pure, ha corsa leggera, tiro secco, perentorio stacco di testa, diventa l'anima della squadra, che condurrà, nel 1983, alla conquista del secondo storico scudetto, sotto la guida di Liedohlm, assieme a Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei, Ancelotti, Pruzzo

Nel 1980, lo scudetto va all'Inter di Bersellini, che abbina la classe di un centravanti moderno ante litteram come Altobelli all'estro scapricciato di Evaristo Beccalossi e con loro Muraro, Oriali, Marini, il libero e capitano Graziano Bini e Bordon, costretto alla panchina in nazionale da Dino Zoff, che ha già 38 anni e sta per vivere un straordinario tramonto di carriera. Nel 1981 e nel 1982, il campionato va invece alla Juve di Trapattoni, che costituirà l'ossatura dell'Italia campione del mondo nel 1982: Zoff, appunto, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli. E non senza polemiche della Roma, che è seconda nel 1981, e della Fiorentina, che è seconda nel 1982. 

E il 1982 è l'anno dei Mondiali di Spagna. Una squadra è favorita rispetto a tutte le altre, il Brasile di Tele Santana, che raduna una pattuglia di fuoriclasse straordinari con due soli punti deboli, il portiere e il centravanti, il lungagnone Serginho, che viene preferito a Roberto Dinamite, mentre il giovane Careca è fermato da un infortunio. Il centrocampo di quel Brasile è irripetibile: la regia arretrata di Falcao, la corsa elegante di Cerezo, i tocchi magici del leader della democracia corinthiana, Socrates, virtuoso del colpo di tacco, le progressioni e il mancino atomico di Eder, i dribbling e le rasoiate del numero 10, il Pelè bianco, Zico. Senza dimenticare che il terzino sinistro, Leo Junior ha piedi più che da centrocampista. 


Poi, c'è l'Argentina campione del mondo in carica, capitanata da Passarella, che con Scirea e Krol è il miglior libero del mondo, il tedesco Stielike viene dopo di loro, con Kempes e Ardiles e lui, il più grande di sempre, anche se non ancora tutti lo riconoscono, Diego Armando Maradona. L'Italia è dietro nel pronostico, ma quel mondiale lo vince, in mezzo a mille polemiche, battendo nel secondo girone eliminatorio proprio Argentina e Brasile. Dopo 44 anni, l'Italia è, per la terza volta, campione del mondo. Rossi è capocannoniere con 6 gol, tre al Brasile, due alla Polonia in semifinale, uno alla Germania Ovest in finale. Bruno Conti, ala destra di piede mancino, autentico regista laterale dell'Italia è il miglior giocatore della manifestazione. L'urlo di Tardelli, per il secondo gol della finale, l'esultanza sugli spalti del Presidente Pertini e Zoff con la coppa fanno il giro del mondo. 

Dino Zoff con la Coppa del Mondo 1982

E il campionato italiano di Serie A è il miglior campionato del mondo. I grandi campioni vengono tutti in Italia. Nel 1984, alla vigilia dello storico scudetto del Verona di Bagnoli, in serie A sono pronti a giocare: Maradona, nel Napoli, Zico all'Udinese, Falcao e Cerezo, nella Roma, Rummenigge e Brady, nell'Inter, Platini e Boniek, nella Juve, Socrates e Passarella nella Fiorentina, Briegel ed Elkjaer nel Verona. Ma ci sono anche Junior, nel Torino, Hateley nel Milan, Michael Laudrup nella Lazio. Una straordinaria, mai vista, parata di stelle. Si fa prima a contare i pochi assi del pallone che non ci sono: Francescoli, Lineker, Schuster, Brian Robson. I migliori sono tutti da noi.

Karl Heinze Rummenigge
con la maglia dell'Inter

L'Italia, dopo la sbornia dei festeggiamenti del 1982, complice uno svecchiamento della squadra cui Bearzot non procede per umana riconoscenza verso i suoi campioni, fallisce le qualificazioni a Euro 1984. In Francia, vincono i padroni di casa, trascinati da Michel Platini, capocannoniere con 9 gol e vertice del quadrilatero magico del centrocampo transalpino, formato anche da Fernandez, Tigana e Giresse. Il calcio definito dai medesimi francesi, con qualche concessione alla propria grandeur, calcio champagne. In finale, i francesi battono la Spagna. In quegli Europei, che noi guardiamo da casa, si mette in mostra il talento ancora poco irreggimentato del danese Michael Laudrup e quello del belga Vincenzo Scifo.

A destare grande sensazione è sopratutto la Danimarca di Laudrup, per il gioco spumeggiante dove forza fisica, coraggio e qualità tecnica trovano una sintesi quasi perfetta. Nasce la Danish Dynamite: Morten Olsen, LerbyFrank Arnesen, l'ala inarrestabile dell'Ajax,  l'indomabile attaccante Preben Larsen Elkjaer e Michael Laudrup danno spettacolo. Solo il rigore sbagliato da Elkjaer contro la Spagna, in semifinale, ferma la corsa lanciatissima dei Vichinghi del pallone.

Nel 1986, tornano i Mondiali. Toccherebbe, nella logica dell'alternanza, al Sudamerica. E precisamente alla Colombia. Ma, ai colombiani, alle prese con terribili problemi interni, non riesce di organizzare una competizione così risonante e complessa. E così, dopo appena 16 anni, si torna in Messico, per celebrare l'apoteosi del massimo genio calcistico apparso sulla terra a miracol mostrare: Diego Armando Maradona. Guiderà una squadra modesta, dentro la quale a stento brillano stelle minori come Ruggeri e Burruchaga e Valdano, a un trionfo inaspettato. Cinque gol, tra i quali due, il più beffardo e il più bello di sempre agli inglesi, già nemici in una recente guerra da operetta eppure sentitissima per il possesso delle Malvinas o Falkland, davanti alle coste argentine. Gli inglesi della Tatcher, tre anni prima vincono con le armi, Maradona, a Mexico '86, vendica la storia con il pallone, che pare prolungamento e sublimazione del suo stesso corpo di atleta tarchiato e compatto. Si ripeterà con una favolosa doppietta al Belgio in semifinale, e lanciando Burruchaga verso la rete del vittorioso 3-2 contro la Germania Ovest in finale. Capocannoniere del torneo, Gary Lineker, 6 gol. L'Italia esce agli ottavi contro la Francia di Platini. Bearzot affonda con il suo gruppo storico. Della spedizione azzurra si salvano in pochi, di più Altobelli, quattro gol più un autogol provocato. 

In Europa, nelle competizioni per club, dominano inizialmente le squadre inglesi. La Coppa dei Campioni va al Nottingham Forest nel 1980, all'Aston Villa nel 1982, al Liverpool nel 1981 e nel 1984. Nel 1983, vince l'Amburgo, con gol dalla distanza di Magath, negando alla Juve il primo successo in una competizione ancora mai vinta. Il successo per gli uomini del Trap giunge nel 1985, dopo i tragici scontri dell'Heysel di Bruxelles, dove si scatena la violenza cieca degli hooligans del Liverpool: 39 morti e immagini raccapriccianti. La Juve, in un clima surreale, vince 1-0 ma c'è poco da festeggiare. Si tratta del canto del cigno della Juve del Trap, illuminata dall'estro di Platini, tre volte consecutive capocannoniere in Serie A (1983, 1984 e 1985) e vincitore di altrettanti Palloni d'Oro.

Il 10 francese gioca un calcio fantasioso. Salva le caviglie, cedendo il pallone sempre un momento prima di subire il contrasto avversario. Gioca tanto di prima e segna punizioni meravigliose.

Michel Platini
con la maglia della Juve

Le squadre inglesi vengono squalificate dalle competizioni internazionali per cinque anni. Finisce così un dominio inziato nel 1977. E si apre la strada a successi inaspettati in Coppa dei Campioni: Steaua Bucarest nel 1986, ai rigori sul Barca, Porto nel 1987, Psv Eindhoven nel 1988. L'anno dopo, tocca al Milan di Sacchi, che ha il vento della critica in poppa. Rischia di uscire contro la Stella Rossa di Belgrado: si salva per la nebbia. Sempre nel 1989, c'è anche il successo in Coppa Uefa del Napoli di Maradona. Che aveva già vinto uno storico primo scudetto nel 1987 e si sarebbe ripetuto tre anni dopo, all'alba del nuovo decennio.

Maradona con
la maglia del Napoli

Nel 1988, in Germania, sempre Ovest, si disputano gli Europei. L'Italia, passata da due anni nelle mani di Azeglio Vicini, è forte. Difesa di ferro con Zenga, il miglior portiere del mondo del momento, Bergomi, capitano, Ferri, Franco Baresi e un giovane Paolo Maldini. Davanti Vialli, che brilla solo contro la Spagna, e Mancini, che gioca titolare, anche se Altobelli è ancora un centravanti migliore di lui. E poi Giannini in regia e Donadoni all'ala destra. Gli azzurri escono in semifinale contro l'URSS del calcio robotico del colonnello Valerij Lobanowski. Che in finale perderà contro l'Olanda di Gullit, numero dieci rossonero, e Van Basten, da poco tornato da un infortunio, tanto che lo scudetto con il Milan l'ha visto poco in campo. Van Basten parte inizialmente dalla panchina: gioca il manovriero Bosman. La partita d'esordio, proprio contro l'URSS, gli olandesi la perdono. Poi, entra contro l'Inghilterra, nella seconda partita del girone: tre gol! Sarà il capocannoniere della manifestazione e vincerà il primo di tre palloni d'oro. Il suo gol al volo, da posizione defilata a incrociare sul palo lontano - permesso anche da una fasciatura rigida sulla fragile caviglia destra - è splendido.

Marco Van Basten
con la maglia del Milan

Dasaev è battuto. Zenga, un gol così, però, nemmeno bendato avrebbe potuto prenderlo.

Walter Zenga 
con la maglia dell'Inter
e il trofeo di miglior portiere del mondo

Proprio Zenga difenderà la porta dell'Inter, innervata dai tedeschi Matthaus e Brehme, nell'ultimo campionato del decennio, che i nerazzurri, allenati dal Trap, venuto a Milano nel 1986, si aggiudicheranno con una sfilza di record e sei giornate d'anticipo. Il Napoli di Maradona, Careca e Alemao finisce a 11 punti, il Milan di Gullit, Rijkaard e Van Basten a 12: si assegnano ancora due punti per vittoria. Il calcio all'italiana di Trapattoni, quello con le marcature a uomo e il libero, s'impone sulla zona sacchiana.

Il campionato di Serie A resta altamente competitivo. In 10 anni, dal 1980 al 1989, vincono lo scudetto sei squadre diverse: quattro la Juve (1981, 1982, 1984, 1986), due l'Inter (1980, 1989), uno la Roma (1983), uno il Verona (1985), uno il Napoli (1987), uno il Milan (1988).

Nel decennio, si disputano tre edizioni della Coppa America. Le prime due sono vinte dall'Uruguay di Enzo Francescoli. Nel 1983, la Celeste vince davanti al Brasile, nel 1987, davanti al Cile. Nel 1989, vince il Brasile di Romario e Bebeto, superando proprio l'Uruguay. 


 Per approfondire:

lunedì 23 maggio 2022

La Serie A torna 20 anni indietro: diario della 38^ giornata

Come il 5 maggio 2002. I gol che prese l'Udinese, nel primo quarto d'ora, dalla Juve, segnarono uno dei punti più bassi della storia del calcio italiano. I tre che il Sassuolo ha preso ieri dal Milan, in 36', dentro un caleidoscopio imbarazzante di errori e di assist all'avversario, hanno riportato indietro di 20 anni le lancette della storia. Questo lo dobbiamo dire, perché è sotto gli occhi di tutti. Poi, possiamo anche parlare di calcio giocato. Quello per esempio dell'Udinese, che, senza obiettivi propri, ha giocato a Salerno una partita intensa e vinto 4-0. Quello per esempio del Venezia, che ultimo e già retrocesso ha costretto il Cagliari al pareggio, trascinandolo con sé in Serie B. E così è rimasta in A la Salernitana, che, al netto dell'atto finale, ha compiuto una piccola impresa grazie alla competenza di Sabatini e alla conduzione del bravo Nicola. Per il resto, scudetto al Milan, dopo uno slalom speciale in cui gli ostacoli si sono magicamente dissolti nelle ultime 5 partite. Non dico che non abbia meriti. Li ha. Ma, insomma, per trovare una squadra meno forte tra le vincitrici del titolo, bisogna risalire ad un altro Milan, quello di Zaccheroni 1998/99. L'Inter ha perso troppi punti, soprattutto tre in un derby, quello di ritorno, che Inzaghi avrebbe potuto gestire meglio. Discreto il terzo posto del Napoli, che però non era di certo inferiore al Milan. Deludente quarto posto della Juve. Lazio quinta e Roma sesta, in fondo in linea con le ambizioni estive. Le sorprese della stagione sono state, tolte le partite finali contro il Milan, Fiorentina e Verona. Cala il sipario sulla Serie A 2021/22. E mi pare che sia un bene. Potrei dilungarmi e aggiungere altre osservazioni, avanzare altri dubbi, perché ancora non mi spiego tante cose, ma siccome la pazienza è ai limiti storici e voglio conservarmi continente, mi fermo qui.

mercoledì 11 maggio 2022

Juve-Inter: 2-4. Trionfo nerazzurro. L'Inter vince la Coppa Italia 2022

La sfida più classica del calcio italiano, per assegnare la Coppa Italia 2022: Juve contro Inter. A Roma, dove si affronteranno, è atteso un grande pubblico. Allegri cerca il trofeo che allieverebbe la sofferenza di una stagione avarissima di soddisfazioni. Inzaghi punta il secondo trofeo, dopo la Supercoppa Italiana conquistata all'esito di un altro derby d'Italia, con l'obiettivo ulteriore di uno scudetto che sembra sfumare, ma è ancora astrattamente possibile.

La cronaca. 

Inter presto in vantaggio con un gran tiro a giro di Barella, che termina sul palo alla sinistra di Perin. La Juve cerca il pareggio e lo sfiora con Vlahovic che costringe Handanovic ad un grande intervento. S'infortuna Danilo, rilevato da Morata. Intervallo. Alex Sandro pareggia con la complicità di Handanovic con un tiro da fuori. Inter subito in avanti, frenetica e scomposta e subisce in contropiede il gol di Vlahovic. Inzaghi  cambia. Fuori D'Ambrosio e Darmian e Dzeko, dentro Dimarco, Dumfries e Correa. L'Inter prende campo e colleziona angoli. Rigore su Lautaro che prende posizione tra De Ligt e il subentrato Bonucci.  Calhanoglu trasforma magistralmente all'incrocio. Inzaghi cambia ancora: dentro Vidal e Sanchez per Calhanoglu e Lautaro. Non sono d'accordo, ma tant'è. Si va ai supplementari. De Ligt atterra De Vrij: il Var richiama l'arbitro. Rigore. Perisic trasforma di destro. Poco dopo, con un mancino favoloso all'incrocio, Perisic chiude i conti. L'Inter vince la Coppa Italia 2022, l'ottava della sua storia. Bravo Inzaghi. 



lunedì 2 maggio 2022

Il punto dopo la 35^ di Serie A: vincono Inter e Milan

Il Milan resta in testa alla classifica, sebbene sia l'Inter ad avere il miglior attacco e la miglior difesa. Tanto hanno contato le due vittorie colte in extremis dai rossoneri, contro la Lazio, errore di Acerbi, ieri contro la Fiorentina, errore di Terracciano. L'Inter, che dal canto suo paga la disfatta di Bologna, espugna il campo dell'Udinese, con la solita sofferenza finale, figlia di una cattiva gestione del doppio vantaggio. Tutto può ancora succedere, ma la strada del Milan sembra più facile. Se la fortuna durerà. 

La Juve, doppietta di Bonucci, supera il Venezia e si assicura la qualificazione alla Champions, come il Napoli che travolge il Sassuolo: la squadra di Spalletti è quella che deve avere i maggiori rimpianti.

La Lazio batte lo Spezia dopo una partita rocambolesca, con un gol Acerbi in fuorigioco, la Roma pareggia con il Bologna. Il Torino, tripletta di Belotti, espugna il campo dell'Empoli, il Verona quello del pericolante Cagliari. Questa sera, l'Atalanta ospita la Salernitana che crede ancora nella salvezza.

martedì 26 aprile 2022

Il punto dopo la 34^ di serie A: serrata lotta per lo scudetto

Continuna la sfida scudetto tra Inter e Milan. I nerazzurri battono agevolmente la Roma di Mourinho, accolto con grande affetto nello stadio dei suoi trionfi. La squadra di Inzaghi ha ritrovato fiducia e la miglior condizione di molti dei suoi, a cominciare da Lautaro. Il Milan ha battuto in rimonta la Lazio, dopo una partita che i biancocelesti hanno giocato davvero male nel secondo tempo. E con poco, pochissimo, mordente. Mi è parso poi irregolare il gol di Tonali, ma tant'è. Lo scudetto si assegnerà, ho sempre pensato, nell'ultima giornata.

Il Napoli (Spalletti si piazza ma non vince) getta via il successo a Empoli e perde 3-2, grazie anche alla doppietta di un centravanti vero come Pinamonti: 12 gol stagionali per lui e nessuna ragione per preferigli Scamacca. La Juve batte di misura il Sassuolo: gioca male ma vince e la qualificazione Champions, ormai, non può sfuggirle.

Importante, in chiave salvezza, il successo interno della Salernitana sulla Fiorentina: decide Federico Bonazzoli, che, ripeto da anni, è un talento vero. Il Genoa batte il Cagliari, l'Atalanta espugna il campo del Venezia. Pareggi tra Verona e Sampdoria e tra Bologna e Udinese.

martedì 19 aprile 2022

Il punto dopo la 33^ giornata di Serie A

Pare restringersi a Milan e Inter, di scena questa sera nella semifinale di ritorno della Coppa Italia, la lotta per lo scudetto, dopo il pareggio interno del Napoli contro la Roma. Ieri sera, Spalletti, che ho sempre pensato non avrebbe portato lo scudetto agli azzurri, ha sostituito Osimhen, ma anche Insigne, trasmettendo alla sua squadra in vantaggio un messaggio di prudenza se non di paura. Fece lo stesso, nel 2018, in una Inter-Juve, togliendo Icardi: l'Inter vinceva 2-1 e perse 3-2 negli ultimi minuti. Ieri, il Napoli ha subìto il pareggio di El Shaarawi. Con i giallorossi che attaccavano a pieno organico, senza più il timore dei contropiede di Osimhen. E sì, è anche da questi particolari che si valuta un allenatore. Anche bravo, perché Spalletti conosce il mestiere. Ma, è un piazzato, non un vincente.

Il Milan ha battuto comodamente il Genoa, dopo che l'Inter aveva superato lo Spezia, anche grazie alla ritrovata vena del subentrato Lautaro. Lo scudetto resterà a Milano. Vedo l'Inter leggermente favorita, ma, come ho scritto molte volte, a questo punto della stagione conta la testa quanto le gambe e quanto il talento.

La Juve pareggia nel recupero contro il Bologna (bello il gol di Arnautovic) rimasto in nove e conferma tutti i limiti osservati nei mesi passati. Tuttavia, il quarto posto dovrebbe essere al sicuro.

L'Udinese travolge 4-1 l'Empoli (ma voglio segnalare il gol n. 10 di Pinamonti), il Cagliari coglie tre punti preziosi contro il Sassuolo. La Salernitana espugna il campo di una Sampdoria, che rischia ora davvero la retrocessione. La Fiorentina supera il Venezia, pareggiano Lazio e Torino, mentre il Verona passa a Bergamo contro l'Atalanta meno forte dell'ultimo lustro. 

lunedì 11 aprile 2022

Diario della 32^ giornata di Serie A 21/22

1. Rallentano Milan e Napoli.

La sconfitta interna del Napoli con la Fiorentina e il pareggio esterno del Milan contro il Torino confermano la caratura non vincente di Spalletti e di Pioli. Poche storie. Il Napoli avrebbe - ma forse, ormai, dovrà dirsi avrebbe avuto - la rosa per vincere il titolo: due giocatori per ruolo e lunga abitudine assieme. Epperò, quando Spalletti accende gli animi in settimana, i suoi giocatori non rispondo all'appello la domenica. Si disuniscono e perdono. E più spesso succede in casa. Quanto al Milan, aveva la strada spianata e, se può capirsi la mezza battuta d'arresto nella capitale sabauda, meno si spiega il passo falso della scorsa settimana contro il Bologna. In due giornate, i rossoneri hanno lasciato per strada quattro punti. Non so se siano troppi, lo scopriremo a fine maggio, ma sono tanti. Sapete come la penso: è la sindrome di Cuper. Si va vicini alla vittoria finale, ma non si vince.

2. L'Inter si rilancia. La Juve vince di misura

Bella partita contro il Verona, anche se il dominio espresso nella prima ora di gioco produce solo due gol in cambio di un cospicuo dispendio di energie. Però, l'Inter si sta ritrovando ed acquista maggiore importanza il preziosissimo successo sulla Juve di otto giorni fa. Senza il quale, ora sarebbe la squadra di Allegri a lottare per un titolo, che si assegnerà con poco più di 80 punti: i bianconeri, ieri vincitori a fatica sul Cagliari, possono arrivare al massimo a 80.

3. Successi per Roma e Lazio. Il caso "Immobile".

La Roma, reduce dalla trasferta di Conference League, vince in rimonta - è da sempre la specialità di Mourinho - sulla Salernitana. Soffre tanto ma resta quinta. La Lazio, sesta in classifica, maramaldeggia sul pericolonate Genoa con tripletta di Immobile: 179 gol in serie A e una media realizzativa di 0,72 gol a partita in campionato con la Lazio, che cozza con la timidissima media di 0,27 gol a partita con la nazionale. Il che significa che, sì, alla Lazio è servito meglio e può giocare il calcio, più di profondità, che predilige, ma anche che le difese della Serie A sono generalmente un colabrodo e che Immobile, in nazionale, si smarrisce anche per conto proprio, perché una differenza di 0,45 gol a partita, si spiega e deve spiegarsi anche così.

4. Media classifica e zona retrocessione.

Il Sassuolo supera l'Atalanta, che vive la peggior stagione da diversi anni a questa parte, pagando un dazio non trascurabile alle fatiche europee. Pareggio a reti bianche tra Empoli e Spezia, mentre l'Udinese vince sul campo del Venezia. Questa sera, il Bologna riceve la Sampdoria, bisognosa di punti.