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lunedì 18 marzo 2024

Il racconto della 29^ giornata di Serie A 23/24

L'Inter pareggia, subendo la rimonta del Napoli: i nerazzurri accusano stanchezza, anche mentale, dopo l'evitabile eliminazione in Champions League, ma hanno comunque 14 punti di vantaggio sul Milan, vittorioso a Verona, che stacca la Juve.


I bianconeri, fermati sullo 0-0 in casa dal Genoa, hanno raccolto appena 7 punti nelle ultime 8 partite e il nervosismo di Allegri testimonia la sfiducia di una squadra, che ora mostra tanti limiti prima nascosti dai risultati.


La Roma di De Rossi, ancora con Pellegrini sugli scudi, batte il Sassuolo: il dopo Sarri della Lazio comincia con il successo esterno a Frosinone.


Il Monza - a segno ancora Daniel Maldini - batte il Cagliari, il Bologna vince a Empoli, continuando a inseguire la qualificazione alla prossima Champions.


Successi esterni per il Lecce a Salerno e per il Torino a Udine. Rinviata Atalanta-Fiorentina.

martedì 18 ottobre 2022

Serie A 22/23: il punto dopo la 10^ giornata

Napoli ancora solo in vetta, pur avendo concesso due gol evitabili al Bologna. Decide il gol del rientrante Osimhen, ma è sempre Kvaratskhelia a fare la differenza. Punta sistematicamente l'avversario, invece di cedere il pallone indietro, come si vede fare sempre più spesso sui campi moderni. Poi, lo salta anche, l'avversario, perché ha tecnica notevole e una straordinaria forza nelle gambe. Ma resta fondamentale che lo punti. Profumo di calcio antico, efficacissimo. Giocatore unico nel campionato italiano e non solo. 


Il Milan passa a Verona con una massiccia dose di fortuna - nihil sub sole novi - e con gli scaligeri, che lottano per non retrocedere, che si fanno infilare in contropiede al tramonto della gara, anziché difendere un prezioso pareggio. 


L'Atalanta batte il Sassuolo di misura e si conferma la seconda forza della Serie A.


La Juve vince contro il Toro, che un derby non lo porta a casa da un'eternità sportiva: successo di misura per i bianconeri, sembrati più concentrati e meno rassegnati. La mollezza dell'avversario, tuttavia, non consente di dire di più.


L'Inter supera la Salernitana, confermando i progressi di un gruppo che, quindici giorni fa, sembrava allo sbando. Sì, sì, era una questione di testa.


Pareggio tra Lazio, che perde Immobile per infortunio, e la solita, solida Udinese di questa stagione; la Roma espugna il campo della Sampdoria con un rigore di Pellegrini.


L'Empoli batte il Monza, pareggio tra Spezia e Cremonese e tra Lecce e Fiorentina.

giovedì 24 marzo 2022

Italia-Macedonia 0-1. Fallimento! Mancini ha sbagliato tutto

Battere la Macedonia - per esteso, la Macedonia del Nord - per contendere al Portogallo ( o alla Turchia) l'accesso ai mondiali in Qatar. Questo si propone l'Italia di Mancini. 

La cronaca. 

Nonostante la modestia tecnica degli avversari, l'Italia fatica a creare occasioni da rete. La più importante delle quali nasce infatti da un errore macedone: Berardi calcia debolmente a porta vuota e spreca. Il risultato non cambia. Intervallo. Nella ripresa, è ancora Berardi a sfiorare il gol, servito da Verratti. Mentre Immobile corre a vuoto. Sotto tono anche Barella. Esce Insigne, entra Raspadori. Più tardi escono Barella e Immobile per Tonali e Pellegrini. Poi entrano Chiellini e Joao Pedro per Mancini e Berardi. Perché? Mezzo contropiede macedone frutta il gol di Trajkovski che ci lascia per la seconda volta consecutiva fuori dai mondiali. Tiro anche forte, sì, piazzato, sul palo lontano. Ma, Donnarumma, posizionato male (suo antico limite), parte tardi e non c'arriva. Un fallimento più che epocale. Pessima la gestione di Mancini questa sera. Dalla formazione iniziale- insistere su Immobile non ha pagato - al caos dei cambi. Con Balotelli, comunque, avremmo vinto e sfidato il Portogallo. E Mancini, tutto sommato, lo sapeva. Poi, c'ha ripensato. Peccato. Perché il calcio è fatto anche di colpi e di giocate impreviste. E Balotelli, che pure ha dissipato parte cospicua del suo talento, è capace degli uni e delle altre. Certo, con il Portogallo difficilmente sarebbe bastato. Ma, contro la Macedonia del Nord, beh, penso di sì. Come sarebbe bastato Zaniolo. Scamacca. Forse persino Belotti, mentre si rincorreva un gol che avremmo invece finito per subire. Tanti cross per Raspadori! L'approccio alla gara è stato, come si vede, tutto sgrammaticato. Un trionfo d'improvvisazione, impastata con un nervosismo che le telecamere hanno ripreso fin dai primi minuti: segno di paura, presentimento di sconfitta. Tutta la fortuna, davvero troppa, sperimentata all'Europeo è svanita. In un feroce e spietato contrappasso. Una generazione sta crescendo senza vedere l'Italia ai mondiali. È la sconfitta di un movimento e anche della sua stampa. Quella che voleva Jorginho, Jorginho!, pallone d'oro. Guardate come non rincorre sull'azione del gol macedone! Dopo una gara di nulla, di passaggi orizzontali o all'indietro, mai più di 3 o 4 metri. Il pallone d'oro avrebbero voluto dargli. Ma, l'avete visto Modric contro il Psg in Champions? Ecco, quello è un fuoriclasse. Jorginho, in altri tempi, avrebbe fatto panchina in una provinciale della Serie A. L'Italia manca i mondiali per la terza volta nella sua storia. E questa è la peggiore. 



lunedì 21 marzo 2022

Serie A 21/22: il punto dopo la 30^ giornata. Vincono Milan e Napoli. Derby alla Roma

Il Milan continua la sua serie di successi striminziti, che tuttavia gli stanno assicurando la vetta della classifica e i favori del pronostico. I rossoneri, ammesso che a qualcuno sia possibile, hanno il destino nelle loro mani. Tiene il Napoli, che si aggrappa al talento scapigliato di Osimhen, rimontando l'Udinese.

L'Inter s'impantana contro la Fiorentina e raccoglie un pareggio che profuma di resa. Vengono a galla tutti i limiti di Simone Inzaghi, a cominciare da quello che considero più grave: l'aziendalismo. Inzaghi è una persona perbene, che ha resistito per anni alla corte parsimoniosa di Lotito, dove ha imparato a fare di necessità virtù. Però la tifoseria dell'Inter è fiera, spesso orgogliosa, sempre insofferente. E indocile. Ha memoria di un grande passato. Aveva appena riassaporato le delizie del successo e al ridimensionamento - che la società pratica - non saprà rassegnarsi. All'Inter, essere aziendalisti, non basta. E non è tutto. Perché, nonostante il ridimensionamento da lui accettato - andato via Lukaku in estate, l'Inter avrebbe potuto avere facilmente Vlahovic! -, Inzaghi ha avuto la sua parte nel crollo recente della squadra. Cambi sballati, poca personalità - Sanchez lo fa entrare come se fosse costretto e il cileno starebbe benissimo in panchina - fedeltà giapponese al 3 -5-2, che era pure di Conte, senza però la voglia matta di vincere di Conte. Con il quale - lo scrivo io che con Conte sono sempre stato rigorosamente critico - 7 punti in 7 partite non sarebbero arrivati. Ne sarebbero arrivati almeno il doppio. Quelli che mancano sono responsabilità almeno parziale di Inzaghi. Perché le motivazioni di una squadra passano dall'allenatore, la tensione in partita passa dall'allenatore, la  concentrazione sull'obiettivo anche. E quando serva, si cambia. Negli uomini e nel modulo.

Come dimostrato dalla Roma che ha stravinto il derby con una Lazio arrendevole. Il vantaggio precoce ha aiutato i giallorossi ma Mourinho, che al bel gioco bada poco, ma a tutto il resto sì, ha operato scelte precise, tenuto fuori Zaniolo, motivato il gruppo e persino calmato il tifo durante l'incontro, mostrando quell'attenzione ai dettagli che rappresenta la vera dote dei grandi condottieri. Bellissimo il gol finale su punizione di Pellegrini.

La Juve vince senza grande fatica contro la Salernitana: a segno Dybala, che andrà via a fine stagione, e Vlahovic.

Il Sassuolo travolge lo Spezia - Berardi meriterebbe di lottare per grandi traguardi -, il Genoa batte il Torino e si conferma in ripresa. Vittorie esterne per Atalanta e Sampdoria su Bologna e Venezia. Pareggio senza grandi apprensioni tra Empoli e Verona.

Ora la pausa per le nazionali. L'Italia di Mancini, prima con la Macedonia, poi, se andasse bene, con Portogallo o Turchia, giocherà per un posto ai mondiali del Qatar. Mancarli, dopo quelli di Russia 2018, sarebbe un fallimento sportivamente colossale.



lunedì 10 gennaio 2022

Serie A 21/22: il punto dopo la 21^ giornata

Torna in testa alla classifica l'Inter, che doma una Lazio prudente e attendista, dopo una partita non facile. Il Milan batte il Venezia con apparente facilità e un paio di cospicui errori arbitrali a favore. Tutti a lodare il caos organizzato di Pioli, mentre a me pare che la miglior risorsa del Milan sia Tonali, centrocampista completo e di stampo inglese: rincorre tutti, tenendo sempre la posizione più utile alla squadra, affronta e vince un mucchio di contrasti. Detto questo, i rossoneri non possono vincere il titolo. Il Napoli batte la Samp con un gran gol di Petagna e tiene la terza piazza, davanti all'Atalanta che dilaga a Udine. La Juve risale al quinto posto, approfittando delle amnesie della Roma, che prima domina per oltre un'ora e poi regala tre gol ai bianconeri nel finale, sbagliando anche un rigore con Pellegrini. Manca personalità tra i giallorossi. Mourinho ce l'ha, ma sta in panchina. Lo Spezia batte il Genoa, in crisi tecnica dall'arrivo di Shevchenko. La Salernitana passa sorprendentemente a Verona, mentre il Sassuolo travolge l'Empoli. Scamacca, molto lodato, ha sì gran fisico, ma non mi pare un campione. Diversamente da Raspadori, che ha qualcosa di Aguero, nel tocco, nel tiro secco e nel dribbling stretto, e da Berardi, sempre più maturo, ormai vero regista di laterale. Stasera, Torino-Fiorentina, domani Cagliari-Bologna.

mercoledì 6 ottobre 2021

Italia-Spagna 1-2: Ferran Torres (2), Pellegrini

Finisce dopo 37 partite l'imbattibilità dell'Italia di Mancini. Che schiera, nella semifinale di Nations League contro la Spagna, una squadra priva di senso. Di chiara vocazione guardioliana. Con Bernardeschi centravanti. Spagnoli più freschi e precisi e reattivi. Doppietta di Ferran Torres e Bonucci espulso. Nella ripresa, tanti cambi. Entra Pellegrini che avrebbe dovuto giocare dal principio, essendo il più in forma degli azzurri. È proprio lui, a 7 minuti dal 90°, ad accorciare le distanze, dopo un salvataggio di Donnarumma su Marcos Alonso. Ora, con la Spagna di Luis Enrique avevamo sofferto anche all'Europeo, vincendo solo ai rigori. Questa sera, invece, è stata una disfatta. Nessuna idea di gioco. Italia dominata. Da avversari per lo più giovani e inesperti, eppure costantemente padroni del campo. Mi è tornata in mente la finale di Euro 2012. Allora fu espulso Chiellini. Oggi  Bonucci. Siamo sempre lì. 

domenica 10 gennaio 2021

Roma-Inter: 2-2. Vidal e Conte frenano l'Inter

Partita decisiva all'insopportabile orario delle 12:30 di domenica. La Roma ospita l'Inter, obbligata a vincere dopo il solito rigoroso successo di ieri sera del Milan. Ma, la Roma è, con l'Atalanta, la squadra più in salute del campionato. 

La cronaca: l'Inter va sotto, gol di Pellegrini, pareggia e passa in vantaggio, con Skriniar e Hakimi - sempre più goleador aggiunto - e viene raggiunta a quattro minuti dallo scadere da Mancini. Pessimo l'ingresso di Vidal, il cui liscio si associa alla vasta collezione di errori stagionali. Un punto sul campo della Roma sarebbe stato anche buono, senza la brutta sconfitta rimediata in settimana dalla Samp. Conte anche oggi ha sbagliato i cambi. La sua insistenza su Vidal diventa sempre meno comprensibile. Al netto di questo, all'Inter ha fallito quasi tutte le partite decisive. Purtroppo. 

lunedì 7 novembre 2016

Pioli all'Inter raccomandato dalla stampa. Ci sarebbe voluto Zenga

Pioli all'Inter. Raccomandato dalla stampa più che dai suoi meriti. Classe 1965, carriera di basso profilo, da calciatore gregario ad allenatore di provincia. Fino al salto alla Lazio. Buona la prima stagione, pessima la seconda. Gli si affida una grande tradizionale del calcio italiano come l'Inter. E non si capisce perché. Eppure si sono sprecati gli elogi per Pioli. Uno che quando parla induce sonnolenza. E' stato preferito, tra gli altri, a Zenga, cui la stampa specializzata, notoriamente modestissima, e gli invasati da tastiera, segno della decadenza dei tempi, hanno rimproverato fallimenti mai avvenuti. Perché dei campionati arabi, mi rifiuto di parlare. Quello non è calcio. Per il resto, Zenga ha vinto lo scudetto con la Steaua Bucarest, già vincitrice di una Coppa dei Campioni nel 1986, uno scudetto ed una coppa nazionale con la Stella Rossa di Belgrado, dove il tifo è formidabile ed il pubblico esigente, già vincitrice di una Coppa dei Campioni nel 1991. Ha ottenuto una salvezza comoda con il Catania, stagione 2008/09. E' stato esonerato ingiustamente da Zamparini al Palermo, nonostante 17 punti in 12 partite e la vittoria sulla Juve per 2-0. E' stato esonerato ingiustamente da Ferrero lo scorso anno alla Samp, nonostante 16 punti in 12 partite. Senza dimenticare che il successore Montella ha tenuto, poi, una media punti inferiore, evitando la retrocessione solo grazie alla bella partenza di Zenga, che aveva persino trasformato Eder in un goleador. Epperò Zenga è passato per un allenatore scadente, sebbene in carriera abbia un 43,5 % di vittorie, contro il 36% di vittorie di Pioli. Non pretendo che il calcio sia trattato come il basket americano, dove le statistiche sono dominanti. Tuttavia, le analisi, senza i numeri, sono sciocche, figlie di pregiudizi e del tutto inattendibili. Zenga ha pagato l'avversione di Moratti, che ancora conta nell'Inter, verso i campioni dell'era Pellegrini. Ed il carattere impervio, che gli ha fatto mancare amicizie influenti. Moltissimo mi hanno deluso tanti tifosi nerazzurri. Che hanno dimenticato Zenga oppure non l'hanno conosciuto da giocatore. Sentenziando come degli aruspici di Roma antica. Ora, tocca a Pioli. Spero di sbagliarmi, ma penso che sia stato un errore scegliere lui.

mercoledì 8 aprile 2015

Inter: torna Moratti? (#tornamoratti?)

Indiscrezione, già peraltro smentita. Resta comunque circolante la voce che vorrebbe Massimo Moratti deciso a riprendersi la quota di maggioranza dell'Inter, magari aiutato da Ernesto Pellegrini, già presidente dal 1984 al 1995, e Tronchetti Provera. La sensazione è che Moratti voglia tornare a decidere in prima persona, limitando però l'impegno economico. Andrebbe anche bene, per quanto mi riguarda. Deve comunque andarsene Mancini (#Mancinivattene). Detto questo, sarà vero? #tornaMoratti?

mercoledì 31 luglio 2013

Pellegrini d'argento nei 200 sl ai Mondiali di Barcellona, vince la Franklin

Fantastica rimonta negli ultimi 50 metri di Federica Pellegrini, che per un soffio non vince i 200 sl liberi ai mondiali di nuoto di Barcellona 2013. Nella sua gara, la Pellegrini va a medaglia nel quinto mondiale consecutivo, ma, dopo gli utlimi due ori, deve accontentarsi dell'argento dietro l'americana Franklin. Non avrebbe dovuto gareggiare nello stile libero per dedicarsi al dorso, stando ai programmi della vigilia, sicché quest'argento è un risultato straordinario oltre che la prova di una grandissima longevità agonistica, atteso che la Pellegrini è sulla breccia da Atene 2004!

martedì 30 luglio 2013

Federica Pellegrini in finale con il miglior tempo nei 200 sl

Pare finalmente uscita dalle spire vorticose del gossip Federica Pellegrini, la più grande campionessa italiana del nuoto di tutti i tempi. Amori sbocciati e finiti, narrati e spiati, la Pellegrini torna protagonista in vasca e centra, con il miglior tempo, la finale ai mondiali di nuoto in corso di svolgimento a Barcellona: nei 200 sl, la sua gara, dopo la terribile delusione sofferta alle Olimpiadi di Londra 2012. In finale, domani 31 luglio, ore 18:32, la Pellegrini può tornare sul tetto del mondo. E, cominciando da chi scrive, nessuno l'avrebbe detto, nessuno l'aveva detto, alla vigilia della competizione. Anche perché la Pellegrini, allo scopo di scacciare tensioni soverchianti, pareva decisa a gareggiare nei 200 dorso. Scommetto che questa notte sarà lunga per la Pellegrini: un successo domani sarebbe il capolavoro della sua carriera.

lunedì 30 luglio 2012

Olimpiadi di Londra 2012: Pellegrini bocciata sui 400 sl

Solenne bocciatura per Federica Pellegrini. Apparsa giù di corda sin dalle batterie, la campionessa veneziana ha rimediato soltanto un quinto posto nella finale olimpica dei 400 sl, distanza a lungo dominata. Dopo la sbornia di successi degli ultimi anni, la resa della Pellegrini è parsa ineluttabile. Nuove nuotatrice, più veloci e più resistenti e più affamate di successi, si sono affacciate alla ribalta. Difficile pensare che non sia cominciato il lento ma inesorabile declino della Pellegrini, sempre più capricciosa ed insofferente, forse troppo condizionata da una celebrità che ha pochissimi riscontri nello sport. Quanto meno, nel suo sport. Ora, i 200 sl, che la videro trionfatrice a Pechino, a Roma e poi ancora. Da questa gara sapremo di più.

venerdì 11 maggio 2012

Milan: via anche Gattuso

Dopo Nesta, lascia anche Gattuso, a seguito di un colloquio con Galliani. Gattuso, dopo Ambrosini, vantava tra i rossoneri la maggior anzianità di servizio. La notizia è clamorosa e contrasta con tutta la storia del Milan berlusconiano, i cui alfieri si sono sempre ritirati con la maglia del Milan sulle spalle. Qualcosa è cambiato. Forse ha inciso la politica societaria di rinnovare i contratti agli ultratrentenni anno per anno, come faceva negli ultimi anni Pellegrini all'Inter. Forse, è il segno di una rifondazione incipiente. Di certo, è la fine di un'epoca.

giovedì 13 ottobre 2011

Chi ha ragione: Petrucci o la Pellegrini?

Olimpiadi di Londra del 2012, manca meno di un anno. E l'Italia riesce a polemizzare sul nulla, quando si dice il talento! Si parla della contesa a distanza tra il presidente del Coni Petrucci, che vorrebbe Federica Pellegrini portabandiera azzurra, e la stessa Pellegrini, che non vuol saperne di portare il tricolore per sette e passa ore, due giorni prima delle qualificazioni. Che dire? Portare la bandiera è un onore. Chi abbia qualche confidenza con il mondo militare, ad esempio, sa che la bandiera del reggimento va difesa sino all'estremo sacrificio, perché è simbolo e superiore gerarchico, sì proprio la bandiera, al tempo stesso. Nel caso di specie, però, si può capire la Pellegrini, che ha l'occasione di consegnarsi alla leggenda: vincendo, peraltro, darebbe all'Italia più lustro che non guidando la spedizione degli atleti azzurri. Se ha bisogno di concentrarsi e di non disperdere energie sull'altare del protocollo, è comprensibile che voglia cedere l'onore. Lo stesso Petrucci, indicandola, però, ne ha semplicemente ed autorevolmente riconosciuto il ruolo di stella dello sport nazionale. Insomma, hanno tutti e due ragione in astratto. Ma, tutti e due torto in concreto, perché avrebbero potuto parlarne in privato e non a mezzo stampa.