Elenco blog personale

sabato 26 settembre 2020

Inter-Fiorentina 4-3. Rimonta di sofferenza. Tanti errori di Conte

Debutto stagionale per l'Inter, stasera,  contro la Fiorentina.  Conte tiene Skriniar in panchina non potendo rinunciare alla tecnica raffinata di D'Ambrosio ( a scanso di equivoci,  il mio è un sarcasmo). Sulle fasce, Perisic a destra e Young a sinistra. Anzi no, il contrario. E Hakimi? Almeno c'è Eriksen. Dopo tre minuti, Fiorentina in vantaggio con Kouamé. Lautaro pareggia allo scadere e ad inizio ripresa propizia l'autogol di Ceccherini. Pareggia Castrovilli per i viola. L'ispiratore è un grandissimo Ribery, che ha 37 anni ma ne dimostra dieci di meno. Poi, sempre il francese serve Chiesa per il 2-3. Inter sofferente e Conte cambia tutto il centrocampo. Pareggia Lukaku, che prima aveva sbagliato almeno tre gol. E addirittura, allo scadere, D'Ambrosio, che aveva propiziato due gol viola, firma il contro sorpasso. L'Inter vince 4-3, nonostante gli errori vistosi di Conte. Fase difensiva pessima. Male i 3 centrali, l'attempato Kolarov, il modesto D'Ambrosio e Bastoni nel mezzo: non può e non sa guidare il reparto. Prova scialba di Lukaku e dei due croati e mi fermo, perché si sono salvati in pochi. Si è vinto e va bene così. Ma ha potuto più il braccetto di Iachini, che ha tolto Chiesa e Ribery delle confuse alchimie tattiche contiane. Positivo l'ingresso di Sanchez, che mette il suo talento nei due ultimi gol dell'Inter. Ecco, da uomo assist il cileno può ancora dire la sua.


venerdì 25 settembre 2020

Imola 2020: Filippo Ganna oro a cronometro! Battuto Van Aert

Grandissima impresa per il ciclismo italiano ad Imola, sede dei mondiali di ciclismo 2020. L'azzurro Filippo Ganna ha da poco conquistato l'oro nella prova a cronometro, precedendo l'asso belga Van Aert di 26" e l'elvetico Kung di 29".

Si tratta del terzo successo stagionale per Filippo Ganna, dopo il campionato italiano di specialità e la cronometro della Tirreno-Adriatico. Ganna ha solo 24 anni e mi domando che corridore potrà diventare. Potrà vincere un Grande Giro? Certo è un colosso di 1,93 m per 86 kg, ma ricordo che Wiggins, pure in origine pistard e grande contro le lancette, non era poi tanto più piccolo: 1,90 m per 83 kg. E nel 2012 vinse il Tour. Presto per rispondere, probabilmente. Di certo, Ganna è un cronoman naturale, compostissimo in sella e capace di potenza assoluta.

La straordinarietà dell'impresa di Ganna risalta scorrendo l'albo d'oro. Il mondiale a cronometro si corre dal 1994 e mai un azzurro aveva conquistato l'oro. Quanto è forte Ganna? Si può paragonare, nell'esercizio contro il tempo, a Baldini o Moser? Il tempo dirà. Ma mi pare proprio di sì. Anzi, forse, vista l'impressione di forza che lascia, Filippo Ganna andrebbe accostato a Learco Guerra, che la stampa immaginifica degli anni '30 ribattezzò "La locomotiva umana".

Imola 1968: l'impresa mondiale di Vittorio Adorni

Nel 1968, Vittorio Adorni aveva già 31 anni. Due anni dopo avrebbe smesso con il ciclismo. Restava un corridore molto competitivo e correva nella stessa squadra del campionissimo per eccellenza, già lo era o stava per diventarlo, il belga Eddy Merckx. Adorni in quel 1968, l'anno delle contestazioni che sconvolsero e cambiarono per sempre la storia d'Italia, era stato quinto alla Vuelta e secondo al Giro, proprio dietro a Merckx. Era già stato protagonisti ai mondiali: nel 1964, in Francia, Sallanches, era giunto secondo, allo sprint, dietro all'olandese Janssen e davanti al beniamino di casa Poulidor. Ai mondiali di Imola 1968, Adorni non era indicato tra i favoriti. L'italia si affidava piuttosto a Gimondi per contenere lo strapotere di Merckx. Ma, sorretto da una straordinaria condizione, Adorni andò presto in fuga con i migliori e, poi, per conto proprio, compiendo un'impresa solitaria che gli permise di vincere il campionato del mondo con 9'50" sul belga Van Springel e 10'18" sul compagno di nazionale Michele Dancelli e poi arrivarono Bitossi, Taccone e Gimondi. I 90 km di fuga solinga di Adorni sono una delle pagine più belle del ciclismo moderno. Poche volte la nazionale italiana di ciclismo su strada è stata così forte: cinque azzurri tra i primi sei classificati. Dopo 52 anni, domenica 27 settembre, il mondiale torna ad Imola!

mercoledì 23 settembre 2020

I migliori ciclisti britannici della storia: comanda Froome

Propongo una classifica a punti dei migliori ciclisti britannici della storia. Primo è risultato, per distacco, il grande Chris Froome. Classifica aggiornata al 15 aprile 2024.

  • Tour de France:                                            


 1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti                 

    • Giro d'Italia:


    1. 300 punti 2. 150 punti 3. 100 punti 4. 80 punti 5. 70 punti 6. 60 punti 7. 50 punti 8. 40 punti 9. 30 punti 10. 20 punti    



    • Vuelta a Espana:



    1. 200 punti 2. 100 punti 3. 80 punti 4. 70 punti 5. 60 punti 6. 50 punti 7. 40 punti 8. 30 punti 9. 20 punti 10. 10 punti    



    • Campionato del mondo:



    1. 100 punti 2. 70  punti 3. 60 punti 4. 50 punti 5. 40 punti 6. 30 punti 7. 20 punti 8. 10 punti 9. 8 punti 10. punti    



    • Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:

    1. 60 punti 2. 54 punti 3. 48 punti 4. 42 punti 5. 36 punti 6. 30 punti 7. 24 punti 8. 18 punti 9. 12 punti 10. 6 punti      


    • Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):


    1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti



    • Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia, UAE Tour):


    1. 40 punti

    • Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia):


    
    1. 30 punti


    • Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)

    • Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour) 
    1. 25 punti
    • Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):


    per ogni vittoria al Tour: 15 punti
    per ogni vittoria al Giro: 12 punti
    per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti

    1. Chris Froome (Gran Bretagna): 3.129 punti (2007-): 1.720 punti al Tour de France (quattro volte primo, una volta secondo, una volta quarto), 300 punti al Giro d'Italia (una volta primo), 670 punti alla Vuelta a Espana (due volte primo, due volte secondo, una volta quarto), 40 punti al Criterium International (una volta primo), 80 punti al Giro di Romandia (due volte primo), 120 punti al Giro del Delfinato (tre volte primo), 40 punti al Giro dell'Andalusia (una volta primo), 105 punti per vittorie di tappa al Tour de France (sette vittorie di tappa), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa), 50 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (cinque vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    2. Geraint Thomas (Gran Bretagna): 1.312 punti (2007-): 700 punti al Tour de France (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo), 150 punti al Giro d'Italia (una volta secondo), 60 punti al campionato britannico (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo), 18 punti al Giro delle Fiandre (una volta ottavo), 24 punti alla Parigi-Roubaix (una volta settimo), 60 punti al Giro della Svizzera (una volta primo), 80 punti al Giro dell'Algarve (due volte primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 40 punti al Tour of the Alps (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 30 punti all'E3 Harelbeke (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    3. Mark Cavendish (Gran Bretagna): 1.292 punti (2007-): 170 punti al campionato del mondo (una volta primo, una volta secondo), 100 punti al campionato britannico (due volte primo, due volte secondo) 108 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo, una volta quinto una volta nono), 90 punti alla Scheldeprijs (tre volte primo), 30 punti alla Milano-Torino (una volta primo), 50 punti al Giro del Qatar (due volte primo), 510 punti per vittorie di tappa al Tour (trentaquattro vittorie di tappa), 204 punti per vittorie di tappa al Giro (diciassette vittorie di tappa), 30 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (tre vittorie di tappa)[carriera ancora in corso]

    4. Robert Millar (Gran Bretagna): 1.058 punti (1980-1995): 160 punti al Tour de France (una volta quarto, una volta decimo),  150 punti al Giro d'italia (una volta secondo), 250 punti alla Vuelta a Espana (due volte secondo, una volta sesto), 35 punti al campionato del mondo (una volta sesto, una volta decimo),  30 punti al campionato britannico (una volta primo), 96 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta terzo, una volta quinto, una volta nono), 42 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto), 108 punti al Giro della Svizzera (due volte secondo), 40 punti al Giro della Catalogna (una volta primo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 40 punti al Giro del Delfinato (una volta primo), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa), 10 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (una vittoria di tappa)

    5. Bradley Wiggins (Gran Bretagna): 844 punti (2001-2016): 500 punti al Tour de France (una volta primo, una volta terzo), 100 punti alla Vuelta a Espana (una volta secondo), 30 punti al campionato britannico (una volta primo), 12 punti alla Parigi-Roubaix (una volta nono), 80 punti al Giro del Delfinato (due volte primo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 12 punti per vittorie di tappa al Giro (una vittoria di tappa)

    6. Simon Yates (Gran Bretagna): 828 punti (2014-): 190 punti al Tour de France (una volta quarto, una volta settimo), 140 punti al Giro d'Italia (una volta terzo, una volta ottavo), 250 punti alla Vuelta a Espana (una volta primo, una volta sesto), 10 punti al campionato britannico (una volta terzo), 36 punti al Giro di Lombardia (una volta quinto), 40 punti alla Tirreno-Adriatico (una volta primo), 40 punti al Tour of the Alps (una volta primo), 30 punti per vittorie di tappa al Tour (due vittorie di tappa), 72 punti per vittorie di tappa al Giro (sei vittorie di tappa), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    7. Tom Simpson (Gran Bretagna): 760 punti (1959-1967): 80 punti al Tour de France (una volta sesto), 208 punti al campionato del mondo (una volta primo, due volte quarto, una volta nono), 60 punti alla Milano-Sanremo (una volta primo), 144 punti al Giro delle Fiandre (una volta primo, una volta terzo, una volta quinto), 66 punti alla Parigi-Roubaix (una volta sesto, una volta ottavo, una volta nono, una volta decimo), 6 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta decimo), 66 punti al Giro di Lombardia (una volta primo, una volta decimo), 30 punti alla Freccia Vallone (una volta terzo), 40 punti alla Parigi-Tours (una volta secondo), 40 punti alla Parigi-Nizza (una volta primo), 20 punti per vittorie di tappa alla Vuelta (due vittorie di tappa)

    8. Adam Yates (Gran Bretagna): 735 punti (2014-): 360 punti al Tour de France (una volta terzo, una volta quarto, una volta nono, una volta decimo), 30 punti al Giro d'Italia (una volta nono), 70 punti alla Vuelta a Espana (una volta quarto), 60 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta quarto, una volta ottavo), 30 punti al Giro di Lombardia (una volta sesto), 50 punti alla Clasica di San Sebastian (una volta primo), 40 punti all'UAE Tour (una volta primo), 40 punti al Giro di Catalogna (una volta primo), 40 punti al Giro di Germania (una volta primo), 40 punti al Giro di Romandia (una volta primo), 60 punti al Gran Premio Industria e Artigianato (due volte primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa) [carriera ancora in corso]

    9. Maximilian Sciandri (Gran Bretagna): 670 punti (1989-2004): 90 punti alla Milano-Sanremo (una volta terzo, una volta quarto), 72 punti al Giro delle Fiandre (una volta quinto, una volta settimo, una volta nono), 60 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta quinto, una volta settimo), 72 punti al Giro di Lombardia (una volta terzo, una volta settimo), 50 punti alla Leeds International Classic (una volta primo), 30 punti al Campionato di Zurigo (una volta terzo), 30 punti alle Olimpiadi (una volta terzo), 40 punti al Giro del Lussemburgo (una volta primo), 40 punti al Giro di Gran Bretagna volta primo), 60 punti al Giro di Romagna (due volte primo), 30 punti alla Coppa Placci (una volta primo), 30 punti al Giro del Veneto (una volta primo), 30 punti al Giro del Lazio (una volta primo), 36 punti per vittorie di tappa al Giro (tre vittorie di tappa)


    10. Tao Geoghegan Hart (Gran Bretagna): 364 punti (2017-): 300 punti al Giro d'Italia (una volta primo), 40 punti al Tour of the Alps (una volta primo), 24 punti per vittorie di tappa al Giro (due vittorie di tappa) [carriera ancora in corso]

    11. Thomas Pidcock (Gran Bretagna): 275 punti (2021-): 30 punti al campionato del mondo (una volta primo), 60 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta secondo, una volta decimo), 120 punti all'Amstel Gold Race (una volta primo, una volta secondo, una volta terzo), 30 punti alla Freccia del Brabante (una volta primo), 30 punti alle Strade Bianche (una volta primo), 15 punti per vittorie di tappa al Tour (una vittoria di tappa) [carriera ancora in corso]


    martedì 22 settembre 2020

    Mondiali di ciclismo Imola 2020: i favoriti

    Domenica 27 settembre 2020, sul durissimo percorso di Imola, si svolgeranno i mondiali di ciclismo su strada. Avvantaggiati, almeno sulla carta, i corridori usciti dal Tour de France, anche quelli con poca esperienza ma molto coraggio come Hirsci e Kragh Andersen. C'è un favorito principe, secondo me: Alaphilippe. Poi, Van Aert, che però ha lavorato tantissimo per Roglic al Tour. L'Italia si affida a Nibali e ad Ulissi, ma ha poche speranze. Ecco il borsino dei favoriti.

    1. Alaphilippe *****
    2. Van Aert ****
    3. Fuglsang ***
    4. Pogacar ***
    5. Roglic **
    6. Hirschi **
    7. Van der Poel **
    8. Kragh Andersen **
    9. Nibali *
    10. Kwiatkowski *

    lunedì 21 settembre 2020

    Giro d'Italia 2020: i favoriti, da Nibali a Thomas a Simon Yates

    Giro d'Italia autunnale, l'ossimoro c'è, ma va così. Ecco il borsino dei favoriti. Mancherà, purtroppo, l'asso belga Evenepoel, ancora infortunato. Nibali vorrebbe il tris, di contro c'è la regola non scritta del ciclismo: nessuno, compiuti i 35 anni, ha mai vinto un Grande Giro, con l'eccezione di Horner ,ultraquarantenne!, alla Vuelta 2013, dove precedette proprio Nibali. Che va per i 36. Anche Thomas e Kruijswijk non sono di primo pelo: 34 anni il gallese, 33 anni l'olandese. 

    1. Simon Yates ****
    2. Vincenzo Nibali ***
    3. Geraint Thomas ***
    4. Steven Kruijswijk ***
    5. Rafael Majka **
    6. Alexander Vlasov *
    7. Jakob Fuglsang *
    8. Zakarin *

    Toud de France 2020: le pagelle. Da Pogacar a Van Aert

    Il Tour de France 2020 è finito in gloria per il giovane sloveno Tadej Pogacar, dato tra i favoriti alla vigilia, anche da chi scrive, ma non in posizione eminente. Altri erano ben più accreditati di lui. E invece è giunto il suo successo, meritato e illustrato dalla conquista di tre tappe, dalla corsa solitaria contro squadre più solide e attrezzate e da un coraggio, quasi guascone, che ha impressionato. Ora sono cominciate le chiacchiere sui suoi mentori, a cominciare dallo svizzero Gianetti. Che dire? Per me è un talento autentico. Spero di non sbagliare. Ecco le pagelle della Grande Boucle.

    • Pogacar: voto 10 cum laude. Per quanto detto sopra, ha vinto in modo netto e spettacolare.
    • Roglic: voto 7,5. Scortato da una vera e propria corazzata, tanto che nelle salite difficili aveva tre o quattro compagni, qualche volta cinque, fino agli ultimi 3 km, il giorno della cronometro aveva nel volto il segno della sconfitta. Tirato, ombroso. Non ha retto la pressione. Troppo grave il ritardo da Pogacar a la Planche Des Belles Filles.
    • Richie Porte: voto 8. Tanta sfortuna in precedenti corse a tappe, l'australiano ha corso bene e suggellato, grazie ad una bella cronometro, il primo podio in un Grande Giro. Meglio tardi che mai.
    • Thibaut Pinot: voto 6. Di stima e d'affetto, perché è dal 2012 che lo considero predestinato alla vittoria del Tour. Come al Giro 2018 e al Tour 2019, la sfortuna si accanisce su di lui. Cade a Nizza e poi è un calvario. Ma porta a termine la corsa, chiudendo ventinovesimo. Tenace.
    • Sagan: voto 4,5. Gli sfugge la maglia verde, peraltro sopravvalutata. Non vince un solo sprint. Farebbe bene a perdere peso e a tornare l'improvvisatore che conoscevamo. Deve rigenerarsi.
    • Sam Bennett: voto 7. l'irlandese, a quasi 30 anni, con Caleb Ewan, è un velocista di grande affidabilità. Maturato.
    • Wout Van Aert: voto 9. Ha tirato in montagna per Roglic in modo impressionante. Ha vinto due volate in modo imperiale. E prima aveva conquistato Strade Bianche e Sanremo. Comincio a pensare che potrebbe lottare anche per vincere un Grande Giro, l'asso belga. Dominante.
    • Damiano Caruso: voto 7. Con il decimo posto in questo Tour, Caruso, può dire di essere arrivato tra i primi 10 della generale in tutti i tre Grandi Giri. Costante.
    • Mikel Landa: voto 6,5. Tutti a tirare per lui e lui si stacca. Questa è l'immagine del campione iberico, perché campione lo è. Ha più classe di tanti altri, ma non sa trasformarla in risultati. Il quarto posto è un contentino. 


    Ricominciata la Serie A

    Ricominciata la Serie A di calcio. Senza grandi sorprese, per ora, con il Milan che giocherà fra qualche ora, e l'Inter che salta il primo turno: recupererà più avanti. La Juve di Pirlo, che la stampa nazionale tratta alla stregua di un taumaturgo, ha avuto facilmente ragione di una Samp dimessa, avversario troppo arrendevole per trarne conclusioni. Vittoria del Napoli, che in avanti è forte. Vittoria della Fiorentina, pareggio per la Roma. Troppo brevi le vacanze. Ancora fresco il ricordo del campionato terminato il 3 agosto. Sono tempi insoliti e bisogna rassegnarcisi. Il calciomercato è tuttora aperto. Insomma, non è che ci si capisca granché.

    domenica 20 settembre 2020

    TDF 2020: a Parigi vince Sam Bennett

    Ancora fortissima l'impressione lasciata dalla rimonta nella cronometro di Planche Des Belles Filles, che ieri ha permesso a Pogacar di conquistare la maglia gialla e vince il Tour de France 2020 a quasi 22 anni: il più giovane della storia dopo il francese Cornet che, nel 1904, si aggiudicò la seconda edizione della Grande Boucle a nemmeno 20 anni. Oggi passerella finale a Parigi, con tradizionale arrivo sugli Champs Elysees.

    La cronaca. 

    Volata di rito e successo delle ruote più veloci, quelle dell'irlandese Sam Bennet, che precede Pedersen e Sagan, rimasto all'asciutto in questo Tour de France. Poi, il tripudio per la maglia gialla finale di Pogacar.


    sabato 19 settembre 2020

    Pogacar ha vinto il Tour de France 2020. Impresa del ventunenne sloveno a La Planche des Belles Filles

    Ventesima e penultima tappa del Tour de France 2020, da Lure a La Planche Des Belles Filles, cronometro individuale di 36,2 km, gli ultimi sei in costante ascesa. Roglic, a meno di sorprese clamorose, metterà il sigillo sul suo primo Tour.

    La cronaca.
    Epilogo straordinario di una corsa che avevo giudicato noiosa. Il ventunenne sloveno Tadej Pogacar riscrive la storia del ciclismo moderno, spodesta il connazionale Roglic e conquista la maglia gialla dopo una cronometro letteralmente volata ad oltre 38 km/h. Un trionfo inaspettato e spettacolare. Un colpo di teatro. Roglic crolla e giunge stravolto al traguardo. Pogacar, al terzo successo di tappa in questo Tour, ha meritato il trionfo. Ha osato, ha corso da solo contro la corazzata Jumbo-Visma. Che ha anche sbagliato capitano. Tom Dumoulin è più forte di Roglic. Alla fine ha vinto il talento purissimo di Pogacar, secondo Roglic, terzo Richie Porte, al primo podio della carriera in una grande corsa a tappe. Decimo Damiano Caruso: bravo, avendo dovuto tirare per Landa.

    venerdì 18 settembre 2020

    Pinamonti è da Inter, come Altobelli nel 1977

    La competenza, questa sconosciuta. Molti tifosi dell'Inter, di quelli che stravedono per Conte e Marotta, avanzano dubbi sulle qualità di Pinamonti, che rientra dal Genoa. A costoro, voglio ricordare che, nel 1977, Mazzola, appena passato dal campo alla scrivania, andò a prendere dal Brescia Alessandro Altobelli, detto Spillo, che aveva fatto bene, nemmeno benissimo in serie B. Altobelli, avrebbe compiuto 22 anni a novembre di quell'anno, quale esperienza aveva di serie A e di grande squadra? Mazzola, però, sapeva di calcio. Altobelli divenne il centravanti titolare dell'Inter, per 11 stagioni consecutive, 466 partite e 209 gol, secondo solo a Meazza per reti nerazzurre. Ora, Pinamonti, 21 anni, è probabilmente meno forte di Altobelli, ma comunque ha forza fisica, tecnica notevole, difende bene il pallone, calcia con eguale efficacia con entrambi i piedi, ha già 10 gol in serie A e un curriculum ragguardevole con le giovanili. Arriva come quarta punta. Mi spiegate qual è il problema?

    Il ciclismo che non mi piace: da Indurain a Roglic

    Squadre organizzatissime, ritmi asfissianti fino agli ultimi km delle salite più impervie, gregari che vanno forte come capitani. A me, questo ciclismo, non piace. Non mi piaceva da ragazzo, quando Philippot ed Armand de Las Cuevas tiravano il gruppo per Indurain, capitano della Banesto, non mi piaceva quando il team Sky cannibalizzava la corsa con Wiggins e Froome. Froome, l'ho rivalutato al Giro del 2018, quando ebbe il coraggio di una fuga audacissima e ribaltò la classifica. Per venire all'oggi, no, non mi piace la Jumbo-Visma. E il suo modo di correre. Ed il modo di correre degli avversari. Nella tappa del Col de la Loze, nessuno che abbia avuto il coraggio di attaccare sulla Madeleine, rischiando la crisi personale, ma anche di far saltare il banco. Pochissimi corridori di personalità in gruppo e i pochi che ce l'avrebbero, penso a Valverde, non hanno più l'età e le gambe necessarie. 

    Non c'è più, almeno nelle grandi corse a tappe, l'uno contro uno tra i migliori. Non pretendo Bartali contro Coppi o Robic contro Bobet o Anquetil contro Poulidor o Merckx contro Gimondi o Saronni contro Moser o LeMond contro Fignon, ma, insomma, possibile che un campione come Tom Dumoulin, solo 30 anni, primo e secondo al Giro, secondo al Tour, debba rassegnarsi a fare il gregario a Roglic, che, fino a 5 anni fa, praticava un altro sport? Se poi ci si mettono anche gli organizzatori, con salite come il Col de la Loze, la noia è assicurata. 

    Voglio dire un'altra cosa. Va bene tutto. Perché va bene tutto. Però, io resto sempre sbalordito di fronte a violenti salti di rendimento. Da una stagione all'altra. Del presente non voglio parlare, invito però a guardare le carriere dei grandi del passato. E a fare un raffronto. Si può migliorare, non trasformarsi. E faccio un solo esempio: Riis, corridore danese a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Fece una vita da gregario, da buon gregario. Passato professionista nel 1986, vinse 5/6 corse in 7 anni. Poi, d'improvviso, nel 1993, fu quinto al Tour, a 29 anni, poi terzo a 31 e infine primo a 33! Quando, nel 1996, interruppe l'egemonia quinquennale di Indurain. Mi parve assurdo. Mi sembrò impossibile. Fu necessario aspettare più di 20 anni e la sua confessione perché si sapesse che era stato il doping a rendere possibile quella favolosa metamorfosi. Ora, questo è un singolo caso, dal quale non è che si possa argomentare granché. Però, la penso come Carl Lewis, i progressi troppo repentini, nello sport, in qualunque sport, sono sospetti. Leciti, fino a prova contraria, possibili, secondo natura, ma sospetti. Un conto è maturare. Un conto è passare da un trentesimo a un primo posto. C'è di solito un'ora di mezzo. Su! E un'ultima considerazione. Il talento, nello sport, quando ci sia, salta subito all'occhio. E sulla precocità del vero talento ho già scritto parecchie volte.

    Tour de France 2020: a Champagnole bis di Kragh Andersen

    Diciannovesima tappa del Tour de France 2020, da Bourg-en-Bresse a Champagnole, 166,5 km. Probabile volata, ma anche probabile fuga. 

    La cronaca. 
    Fuga.  Restano davanti in 12. Prova a scappare Matteo Trentin a 16 km dal traguardo. Lo riprendono Sagan e Sam  Bennet. In contropiede parte il danese Kragh Andersen, che fa il vuoto e tiene sino all'arrivo, replicando il successo di Lione.

    Duplantis supera Bubka: 6,15 m all'aperto al Golden Gala

    Lo svedese Duplantis aveva già scavalcato, in febbraio, i 6,18 m. Primato del mondo indoor. Importante, per carità. Ma, l'atletica leggera, la vera atletica, è all'aperto. E, outdoor, il primato del mondo del salto con l'asta apparteneva ancora al leggendario Sergej Bubka, prima Urss poi Ucraina. Ebbene, ieri sera, al Golden Gala di Roma, Duplantis ha scavalcato l'asticella a 6,15 m, un centimetro oltre i 6,14 m del record del mondo di Bubka datato 1994, ottenuto sempre in Italia, al Sestriere. 

    giovedì 17 settembre 2020

    Golden Gala 2020: Tortu, Warholm, Duplantis

    Golden Gala 2020, Stadio Olimpico di Roma, tappa della Diamond League. Grande giornata di atletica leggera nell'anno, l'ineffabile 2020, che avrebbe dovuto celebrare le seconde Olimpiadi di Tokyo. L'Italia seguirà lo sprint di Tortu, e di Jacobs, sui 100 m. Ma, la stella della riunione, va beh, diciamo pure meeting, sarà il norvegese Warholm, che da tempo ha messo nel mirino il primato del mondo dei 400 hs di Kevin Young, quel mitico 46"72 di Barcellona 1992. Da segnalare anche la presenza, nel salto con l'asta, di Duplantis, primatista del mondo con 6,18 m al coperto.


    TDF 2020: vince Kwiatkowski, che arriva assieme a Carapaz

    A cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, i tifosi dell'Arsenal intonavano spesso un coro: "Boring, boring, Arsenal", per protestare, con britannico sense oh humour, per la monotonia del calcio proposto dai propri beniamini. Beh, il Tour di quest'anno, che avevo molto sopravvalutato sulla carta, faccio ammenda, è altrettanto e più noioso. Strada immensa ieri, per arrivare sul Col de la Loze. No, non mi è piaciuta. Né la strada né il modo in cui i corridori l'hanno affrontata.

    Oggi diciottesima tappa del Tour de France 2020 da Meribel a La Roche-Sur-Foron, 175 km, due GPM di 1^ categoria e uno hors categorie ed incomprensibile arrivo in discesa. O meglio comprensibile. Gli organizzatori pensavano che Alaphilippe sarebbe tornato a giocarsi la classifica del Tour! Sono anni che disegnano i percorsi a misura di corridori francesi, con esiti sconfortanti. Su quanto potrà succedere nella tappa odierna, non so che dire. Aspettiamo. I gregari di Roglic, anche se uno di loro si chiama Tom Dumoulin e si può capire, vanno più forte dei capitani delle altre squadre!

    La cronaca.
    Nessun terremoto in classifica, se non che si attardano Adam Yates e Rigoberto Uran. Davanti, in fuga, restano due uomini dell'Ineos, Carapaz e Kwiatkowski. Arrivano abbracciati sul traguardo. Vince, per millimetri, Kwiatkowski.

    mercoledì 16 settembre 2020

    TDF 2020: sul Col de la Loze vince Miguel Angel Lopez. Secondo Roglic

    Diciassettesima tappa del Tour de France 2020, da Grenoble al Col de la Loze, per 170 km. Alpi, due Gran Premi della montagna hors categorie: Col de la Madeleine e il finale Col de la Loze, rispettivamente di 17,1 e 21,5 km e mezzo. Ora, la Jumbo-Visma è fortissima, però lo spazio per attaccare c'è. E chi volesse far saltare il banco, potrebbe provarci già sulla Madeleine. 

    La cronaca.
    Egan Bernal al Tour 2019
    La prima notizia è il ritiro, prima del via, di Egan Bernal, attardato in classifica, demoralizzato e, a quanto dice, sofferente per il mal di schiena. La strategia del team Ineos è stata sin qui fallimentare. Non è da meno, quanto ad inconcludenza, quella dello spagnolo Landa, che fa tirare la sua squadra prima sul Col de la Madeleine e poi sull'interminabile Col de la Loze, salvo staccarsi nel momento solenne della corsa! Davanti l'ultimo superstite della fuga di giornata, Carapaz, ripreso a 3 km dal traguardo. Restano Roglic, Kuss, Lopez, Pogacar e Porte. Quanto va forte Kuss! Resta solo Miguel Angel Lopez, Roglic e Kuss staccano Pogacar, innervosito da tifosi troppo disinvolti assiepati sulla strada, che avrei transennato ben prima. Cede anche Kuss nell'ultimo km. Vince Lopez, secondo Roglic a 15", terzo Pogacar a 30", che paga dazio a nervosismo, comprensibile per quanto detto, ed inesperienza. Il Tour è sempre più saldamente nelle mani di Roglic, Lopez risale al terzo posto nella generale.

    martedì 15 settembre 2020

    TDF 2020: a Villard-De-Lans vince Kamna

    Sedicesima tappa del Tour de France 2020, da La Tour-Du-Pi a Villard-De-Lans. Frazione di montagna con Gpm di prima categoria sul Montée de Saint-Nizier-du-Moucherotte, che termina a 21 km dal traguardo ed arrivo comunque in salita. Solo un attacco da lontano, ma servirebbero gambe e personalità, potrebbe mettere in difficoltà la Jumbo-Visma di Roglic.

    La cronaca.
    Va via una fuga con nomi importanti, da Alaphilippe a Carapaz a Pierre Rolland. Ci sono anche gli italiani Oss, Bettiol e Trentin. Vince alla fine il tenace tedesco Kamna, secondo Carapaz. Tra i migliori scaramucce a beneficio di telecamera negli ultimi due km. Domani tappone alpino e vediamo se qualcosa succederà in un Tour, che, francamente, sta prendendo una piega soporifera.

    lunedì 14 settembre 2020

    Tirreno-Adriatico 2020: ha vinto Simon Yates

    Mentre il gemello Adam lotta per la classifica generale al Tour de France, Simon Yates si è aggiudicato oggi la Tirreno-Adriatico 2020, resistendo nella cronometro di San Benedetto del Tronto agli assalti di Geraint Thomas. Vincitore di giornata il fortissimo, contro il tempo, Ganna. Simon Yates e Thomas saranno al via del Giro d'Italia e tra i grandi favoriti per il successo finale.

    domenica 13 settembre 2020

    TDF 2020: sul Grand Colombier bis di Pogacar

    Quindicesima tappa del Tour de France 2020, da Lione al Grand Colombier, sul Massiccio del Giura. La Jumbo-Visma della maglia gialla Roglic pare inattaccabile come la Banesto di Indurain nei primi anni '90. Oggi, però, spazio per attaccare ci sarebbe. Due Gran Premi della montagna di prima categoria prima della lunga ascesa al Grand Colombier, hors categorie. Ci proverà Pogacar. Gli altri, colombiani in testa, cosa faranno?

    La cronaca.

    La fuga va via. Ma tutti sanno che non arriverà. Il Grand Colombiere fa paura e così nessuno attacca seriamente prima. Ammesso che si possa, perché Roglic ha cinque compagni con sé! Sul Grand Colombier il primo a staccarsi è Quintana, poi tocca a Bernal, che prende un'autentica cotta. Le gambe non girano ma il suo volto racconta tutto il peso delle aspettative di un popolo intero. Un peso difficile da sostenere. Lode ad Adam Yates, che scatta,  quando Roglic ha ancora con sé George Bennet, Tom Dumoulin e Kuss. Lo riprendono. È una corsa ad eliminazione quando passa in testa Dumoulin: ritmo impressionante fino all'ultimo km. Roglic, che forse esagera, vorrebbe anche il successo di tappa, che va però al connazionale sloveno Pogacar, più agile e veloce allo sprint: giovane, bravo e audace. Corre da solo, Pogacar, e merita tutti gli applausi.