Nel 1968, Vittorio Adorni aveva già 31 anni. Due anni dopo avrebbe smesso con il ciclismo. Restava un corridore molto competitivo e correva nella stessa squadra del campionissimo per eccellenza, già lo era o stava per diventarlo, il belga Eddy Merckx. Adorni in quel 1968, l'anno delle contestazioni che sconvolsero e cambiarono per sempre la storia d'Italia, era stato quinto alla Vuelta e secondo al Giro, proprio dietro a Merckx. Era già stato protagonisti ai mondiali: nel 1964, in Francia, Sallanches, era giunto secondo, allo sprint, dietro all'olandese Janssen e davanti al beniamino di casa Poulidor. Ai mondiali di Imola 1968, Adorni non era indicato tra i favoriti. L'italia si affidava piuttosto a Gimondi per contenere lo strapotere di Merckx. Ma, sorretto da una straordinaria condizione, Adorni andò presto in fuga con i migliori e, poi, per conto proprio, compiendo un'impresa solitaria che gli permise di vincere il campionato del mondo con 9'50" sul belga Van Springel e 10'18" sul compagno di nazionale Michele Dancelli e poi arrivarono Bitossi, Taccone e Gimondi. I 90 km di fuga solinga di Adorni sono una delle pagine più belle del ciclismo moderno. Poche volte la nazionale italiana di ciclismo su strada è stata così forte: cinque azzurri tra i primi sei classificati. Dopo 52 anni, domenica 27 settembre, il mondiale torna ad Imola!
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