Il Tour de France 2020, nell'ottava tappa, con Adam Yates maglia gialla, si arrampica sui Pirenei. Frazione non lunga, 141 km da Cazères-sur-Garonne a Loudenvielle, con tre gran premi della montagna, uno hors categorie, il Port de Balès e due di prima categoria, l'ultimo dei quali, il mitico Col-de Peyresourde sarà scollinato a 11,5 km dal traguardo. Poi discesa e falsopiano.
La cronaca.
Sto ancora cercando di assorbire il contraccolpo provocato dall'ennesima crisi di Thibau Pinot. Di nuovo vittima della malasorte: i postumi della caduta di una settimana fa gli causano una dura crisi nella prima tappa pirenaica e il naufragio al trentesimo posto in classifica a quasi 19' minuti da Adam Yates, che tiene la maglia gialla. Non si può non parteggiare per Pinot, bisognerebbe non aver cuore. Al Tour, in modo particolare, sembra Ulisse contro Poseidone, costantemente alle prese con forze ostili e soverchianti. Tutto congiura contro di lui. Antidivo per eccellenza, fuoriclasse naturale, schivo e, sì, sfortunato. Per il resto, Roglic è da qualche anno un peso massimo nelle corse a tappe, ma non ha il colpo del Ko. Che possiede il suo giovane connazionale Pogacar, che recupera buona parte del ritardo accusato ieri. Si salva così Bernal, apparso non brillante. Mentre cedono Tom Dumoulin e Alaphilippe. Dietro Yates e Roglic, c'è Guillaume Martin in classifica generale, davanti a Bardet e quattro colombiani quattro: Bernal, Quintana, Lopez e Uran. Domani ancora Pirenei. Vincitore di giornata il bravo francese Peters, superstite della fuga.