Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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venerdì 13 maggio 2022
Giro d'Italia 2022: a Potenza vince Bouwman
mercoledì 28 luglio 2021
Tokyo 2021: Roglic oro nella crono. Ganna 5°
Delusione relativa per Filippo Ganna. La cronometro olimpica di oggi aveva un livello di concorrenti che solo in qualche grande giro del passato. Mai vista ad un mondiale, per esempio. E il percorso - nemmeno un metro di pianura - non lo favoriva di certo. E le prove opache dei due assi belgi, Van Aert ed Evenepoel dimostrano la difficoltà del tracciato. Ha vinto Primoz Roglic, davanti a Tom Dumoulin, suo compagno di squadra alla Jumbo Visma, da poco uscito da un periodo di isolamento e riflessione. Terzo l'australiano Dennis. Solo sesto Van Aert, il grande favorito della vigilia.
giovedì 15 ottobre 2020
Roglic trionfa alla Vuelta a Espana 2020: percorso, cronaca e classifiche (20 ottobre - 8 novembre)
Tutto sulla Vuelta a Espana 2020: qui sotto la presentazione della corsa con i favoriti della vigilia. Subito dopo, le singole tappe, la cronaca sommaria, la classifica aggiornata.
Mentre infuria il Covid, dal 20 ottobre all'8 novembre si disputerà, almeno dovrebbe disputarsi, la Vuelta a Espana 2020. Solo 18 tappe invece delle solite ventuno, anche perché un conto è correre tra fine agosto e settembre, un altro con due mesi di ritardo. Farà più freddo, come stanno sperimentando i corridori presenti al Giro. Propongo il solito borsino dei favoriti. Diverse le incognite, nell'Ineos chi sarà il capitano: il vincitore del Giro 2019 Carapaz o il grande Chris Froome, che però dal grave infortunio non ha più avuto risultati di rilievo? E nella Jumbo-Visma: Roglic o Tom Dumoulin? Ci sarà anche Thibaut Pinot, che partirà a fari spenti, dopo il doloroso ritiro al Tour.
- Tom Dumoulin ***
- Chris Froome ***
- Primoz Roglic ***
- Richard Carapaz ***
- Enric Mas **
- Guillaume Martin *
- Thibaut Pinot *
Il percorso (20 ottobre/8 novembre 2020) è quello tipico della Vuelta. Per scalatori, con una sola cronometro, a lungo pianeggiante ma con salita finale. La sesta tappa, con Portalet, Aubisque e il finale Tourmalet, e la dodicesima, con arrivo sull'Angliru dovrebbero risultare decisive più delle altre. [Cliccate sulle singole tappe, per leggerne il resoconto di giornata]
1^ tappa: Irun - Arate.Eibar 173 km
2^ tappa: Pamplona - Lekunberri 151,6 km
3^ tappa: Lodosa - La Laguna Negra.Vinuesa 166,1 km
4^ tappa: Garray.Numancia - Ejea De Los Caballeros 191,7 km
5^ tappa: Huesca - Sabinanigo 184,4 km
6^ tappa: Biescas - Sallent de Gallego 146,4 km
Riposo (26 ottobre)
7^ tappa: Vitoria-Gasteiz - Villanueva de Valdegovia 159,7 km
8^ tappa: Logrono - Alto de Moncalvillo 164 km
9^ tappa: B.M. Cid Campeador - Aguilar de Campoo 157,7 km
10^ tappa: Castro Urdiales - Suances 185 km
11^ tappa: Villaciosa - Alto De La Farrapona 170 km
12^ tappa: La Pola Llaviana - Alto De L'Angliru 109,4 km
Riposo (2 novembre)
13^ tappa: Muros - Mirador De Ezaro 33,7 km [cronom.]
14^ tappa: Lugo - Ourense 207,4 km
15^ tappa: Mos - Puebla De Sanabria 230,8 km
16^ tappa: Salamanca - Ciudad Rodrigo 162 km
17^ tappa: Sequeros - Alto De La Covatilla 178,2 km
18^ tappa: Hipodromo De La Zarzuela - Madrid 124,2 km
La cronaca.
Prima tappa al vincitore della passata edizione, Primoz Roglic, che vince con un contropiede sull'Alto de Arrate. Secondo Carapaz. Nella seconda frazione, a Lekunberri, vince Marc Soler in solitaria, secondo Roglic in maglia rossa! Nella terza tappa, con arrivo in salita a La Laguna Negra, sprint tra i primi tre della generale. Vince Daniel Martin su Roglic e Carapaz. Nella quarta tappa, primo arrivo in volata e nuovo successo di un irlandese, dopo Martin: vince Sam Bennet. La quinta tappa, a Sabananigo è vinta dal belga Tim Wellens. La sesta, che si conclude a Sallent de Gallego e non sul Tourmalet, va in scena la prima crisi di Roglic, che va forte dal Tour. Vince Izaguirre, mentre la maglia rossa passa sulle spalle di Carapaz. Primo giorno di riposo. La settima tappa è vinta da Woods, all'esito di una fuga alimentata dall'intramontabile Valverde, terzo al traguardo. L'ottava tappa approda ancora in salita, sul traguardo inedito dell'Alto de Moncalvillo. Scintille tra i primi della generale: vince Roglic con affondo decisivo nell'ultimo km, che non lascia scampo a Carapaz, secondo di giornata, terzo Daniel Martin. Carapaz ha ora13" di vantaggio su Roglic. Nona tappa in volata e successo del tedesco Ackermann. Nella decima tappa, che arriva a Suances, Roglic cala il tris e si riprende la maglia rossa. L'undicesima tappa sorride alla Francia con la vittoria del giovane Gaudu. Nella dodicesima frazione, trionfo britannico con Hugh John Carty, Carapaz prende 10" a Roglic e si riveste di rosso. Secondo giorno di riposo. Nella tredicesima tappa, a cronometro, da Muros a Mirador de Ezaro, Roglic cala il poker e si riprende la maglia rossa da Carapaz. Corsa sempre molto aperta. La quattordicesima tappa vede arrivare una fuga, che premia, con il secondo successo di quest'edizione della Vuelta, il belga Tim Wellens. Nella quindicesima tappa, a Puebla de Sanabria, ai confini con il nord del Portogallo, terzo arrivo in volata e successo del belga Philipsen su Ackermann. La sedicesima tappa celebra il successo del danese Magnus Cort Nielsen, che precede Roglic: lo sloveno aumenta così di 6" il suo vantaggio di Carapaz e Carty, prima della tappa decisiva. Sull'Alto de la Covatilla, traguardo della penultima tappa, va in scena una piccola crisi di Roglic. Che però tiene duro, conservando un vantaggio di 24" su Carapaz e di 47" su Carty. La Vuelta 2020 è sua, come quella del 2019. Fondamentali i tanti abbuoni conquistati. Il successo di giornata va al francese Gaudu. A Madrid si conclude la Vuelta con il successo in volata, il terzo, di Ackermann.
La classifica finale.
1. Primoz Roglic (SLO) a2. Richard Carapaz (ECU) a 24"
3. Hugh John Carty (R.U.) a 1'15"
4. Daniel Martin (IRL) a 2'43"
5. Enric Mas (SPA) a 3'36"
6. Wouter Poels (OLA) a 7'16"
7. David De La Cruz (SPA) a 7'35"
8. David Gaudu (FRA) a 7'45"
9. Felix Grossschartner (AUT) a 8'15"
10. Alejandro Valverde (SPA) a 9'34"
venerdì 18 settembre 2020
Il ciclismo che non mi piace: da Indurain a Roglic
Squadre organizzatissime, ritmi asfissianti fino agli ultimi km delle salite più impervie, gregari che vanno forte come capitani. A me, questo ciclismo, non piace. Non mi piaceva da ragazzo, quando Philippot ed Armand de Las Cuevas tiravano il gruppo per Indurain, capitano della Banesto, non mi piaceva quando il team Sky cannibalizzava la corsa con Wiggins e Froome. Froome, l'ho rivalutato al Giro del 2018, quando ebbe il coraggio di una fuga audacissima e ribaltò la classifica. Per venire all'oggi, no, non mi piace la Jumbo-Visma. E il suo modo di correre. Ed il modo di correre degli avversari. Nella tappa del Col de la Loze, nessuno che abbia avuto il coraggio di attaccare sulla Madeleine, rischiando la crisi personale, ma anche di far saltare il banco. Pochissimi corridori di personalità in gruppo e i pochi che ce l'avrebbero, penso a Valverde, non hanno più l'età e le gambe necessarie.
Non c'è più, almeno nelle grandi corse a tappe, l'uno contro uno tra i migliori. Non pretendo Bartali contro Coppi o Robic contro Bobet o Anquetil contro Poulidor o Merckx contro Gimondi o Saronni contro Moser o LeMond contro Fignon, ma, insomma, possibile che un campione come Tom Dumoulin, solo 30 anni, primo e secondo al Giro, secondo al Tour, debba rassegnarsi a fare il gregario a Roglic, che, fino a 5 anni fa, praticava un altro sport? Se poi ci si mettono anche gli organizzatori, con salite come il Col de la Loze, la noia è assicurata.
Voglio dire un'altra cosa. Va bene tutto. Perché va bene tutto. Però, io resto sempre sbalordito di fronte a violenti salti di rendimento. Da una stagione all'altra. Del presente non voglio parlare, invito però a guardare le carriere dei grandi del passato. E a fare un raffronto. Si può migliorare, non trasformarsi. E faccio un solo esempio: Riis, corridore danese a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Fece una vita da gregario, da buon gregario. Passato professionista nel 1986, vinse 5/6 corse in 7 anni. Poi, d'improvviso, nel 1993, fu quinto al Tour, a 29 anni, poi terzo a 31 e infine primo a 33! Quando, nel 1996, interruppe l'egemonia quinquennale di Indurain. Mi parve assurdo. Mi sembrò impossibile. Fu necessario aspettare più di 20 anni e la sua confessione perché si sapesse che era stato il doping a rendere possibile quella favolosa metamorfosi. Ora, questo è un singolo caso, dal quale non è che si possa argomentare granché. Però, la penso come Carl Lewis, i progressi troppo repentini, nello sport, in qualunque sport, sono sospetti. Leciti, fino a prova contraria, possibili, secondo natura, ma sospetti. Un conto è maturare. Un conto è passare da un trentesimo a un primo posto. C'è di solito un'ora di mezzo. Su! E un'ultima considerazione. Il talento, nello sport, quando ci sia, salta subito all'occhio. E sulla precocità del vero talento ho già scritto parecchie volte.
domenica 13 settembre 2020
TDF 2020: sul Grand Colombier bis di Pogacar
Quindicesima tappa del Tour de France 2020, da Lione al Grand Colombier, sul Massiccio del Giura. La Jumbo-Visma della maglia gialla Roglic pare inattaccabile come la Banesto di Indurain nei primi anni '90. Oggi, però, spazio per attaccare ci sarebbe. Due Gran Premi della montagna di prima categoria prima della lunga ascesa al Grand Colombier, hors categorie. Ci proverà Pogacar. Gli altri, colombiani in testa, cosa faranno?
La cronaca.
La fuga va via. Ma tutti sanno che non arriverà. Il Grand Colombiere fa paura e così nessuno attacca seriamente prima. Ammesso che si possa, perché Roglic ha cinque compagni con sé! Sul Grand Colombier il primo a staccarsi è Quintana, poi tocca a Bernal, che prende un'autentica cotta. Le gambe non girano ma il suo volto racconta tutto il peso delle aspettative di un popolo intero. Un peso difficile da sostenere. Lode ad Adam Yates, che scatta, quando Roglic ha ancora con sé George Bennet, Tom Dumoulin e Kuss. Lo riprendono. È una corsa ad eliminazione quando passa in testa Dumoulin: ritmo impressionante fino all'ultimo km. Roglic, che forse esagera, vorrebbe anche il successo di tappa, che va però al connazionale sloveno Pogacar, più agile e veloce allo sprint: giovane, bravo e audace. Corre da solo, Pogacar, e merita tutti gli applausi.
venerdì 25 ottobre 2019
Giro d'Italia 2020: il percorso. Quasi 60 km a cronometro
Mi piace il nuovo percorso del Giro d'Italia 2020. Mi pare più equilibrato che negli anni passati. Intanto, tornano protagoniste le cronometro, non come nei primi anni '90, quando il Giro scimmiottava il Tour, esagerando nei km contro il tempo. Ce ne saranno tre. E decisiva potrebbe risultare l'ultima di poco più di 16 km, con arrivo finale a Milano. Dovesse tornare quello di due anni fa, il favorito d'obbligo sarebbe Tom Dumoulin. Cinque arrivi in salita e molte tappe vallonate, per fondisti, attaccanti di giornata e finisseur. Partenza dall'Ungheria. Due giorni di riposo il 18 e il 25 maggio.
Ecco le 21 tappe:
- Budapest - Budapest 8,6 km⏰
- Budapest - Gyor 195 km
- Szekesfehervar - Nagykanizsa 204 km
- Monreale - Agrigento 136 km
- Enna - Etna (Piana Provenzana) 150 km
- Catania - Villafranca Tirrena 138 km
- Mileto - Camigliatello Silano 223 km
- Castrovillari - Brindisi 216 km
- Giovinazzo - Vieste 198 km
- San Salvo - Tortoreto Lido 212 km
- Porto Sant'Elpidio - Rimini 181 km
- Cesenatico - Cesenatico 205 km
- Cervia - Monselice 190 km
- Conegliano - Valdobbiadene 33,7 km⏰
- Base aerea Rivolto - Piancavallo 183 km
- Udine - San Daniele del Friuli 228 km
- Bassano del Grappa - Madonna di Campiglio 202 km
- Pinzolo - Laghi di Cancano 209 km
- Morbegno - Asti 251 km
- Alba - Sestriere 200 km
- Cernusco sul Naviglio - Milano 16,5 km⏰
mercoledì 15 maggio 2019
Frascati-Terracina: bis di Ackermann. Si ritira Tom Dumoulin
Tappa breve, che inizia in discesa e finisce pianeggiante, per soli 140 km. Arrivo predestinato ad una volata di gruppo. Elia Viviani, dopo la retrocessione sofferta l'altro ieri, con vittoria assegnata a Gaviria, va in cerca del primo successo in questo Giro d'Italia. Giornata da tregenda, pioggia battente lungo tutto il percorso. Si ritira prestissimo Tom Dumoulin, malconcio per la brutta caduta di ieri: grave perdita per il Giro. La tappa termina in volata secondo pronostico, ma Viviani non fa lo sprint. Che vince di nuovo il campione nazionale tedesco Ackermann su Gaviria.
sabato 11 maggio 2019
Giro d'Italia 2019: Roglic maglia rosa
venerdì 10 maggio 2019
Giro d'Italia 2019: 1^ tappa (Bologna-Bologna). Favoriti Dumoulin e Roglic
venerdì 26 aprile 2019
Giro d'Italia 2019: i favoriti. Restano 3 tappe
*Aggiornamento del 03 maggio 2019: Valverde non sarà al via del Giro.
*Aggiornamento del 15 maggio 2019: costretto al ritiro il primo favorito del Giro, Tom Dumoulin.
*Aggiornamento del 25 maggio 2019:avevo dimenticato Carapaz, nonostante il quarto posto dello scorso anno. Rimedio, aggiornando il borsino.
- Roglic ****
- Nibali ***
- Landa ***
- Carapaz ***
- Simon Yates **
- Majka **
- Mollema **
- Miguel Angel Lopez *
- Bob Jungels *
- Zakarin *
venerdì 8 marzo 2019
Parata di stelle alla Tirreno-Adriatico 2019
venerdì 2 novembre 2018
Giro d'Italia 2019: il percorso
domenica 30 settembre 2018
Innsbruck 2018: trionfa Valverde. L'Embatido è campione del mondo
sabato 28 luglio 2018
Geraint Thomas ha vinto il Tour de France 2018. Secondo Tom Dumoulin, terzo Froome, quarto Roglic
venerdì 27 luglio 2018
A Laruns trionfa Primoz Roglic, che scalza Froome dal podio
mercoledì 18 luglio 2018
Geraint Thomas in giallo, Froome stacca Nibali
giovedì 12 luglio 2018
Sul Mur de Bretagne trionfa Daniel Martin
mercoledì 27 giugno 2018
Tour de France 2018: i favoriti. Froome cerca il quinto successo. Che farà Nibali?
Aggiornamento del 02 luglio 2018: il Tour pare che non voglia Froome al via! La decisione dovrà arrivare, va da sé, prima di sabato!!
Aggiornamento del 02 luglio 2018, ore 11:20: come non detto, Froome assolto. Con buona pace dei francesi, sabato sarà al via del Tour de France. Per vincerlo.
- Froome ****
- Quintana ***
- Bardet ***
- Tom Dumoulin **
- Nibali **
- Adam Yates **
- Landa **
- Porte *
- Daniel Martin *
- Barguil *
- Valverde *
- Mollema *
- Majka *
lunedì 28 maggio 2018
Giro d'Italia 2018: le pagelle, da Froome a Viviani
- FROOME: 10. Ha vinto con merito, attingendo a risorse strategiche, che molti gli credevano estranee. La fuga cominciata sul colle delle Finestre e condotta termine dopo più di 80 km ha avvicinato Froome alla simpatia di tanti appassionati di ciclismo. Non solo calcolo.
- TOM DUMOULIN: 9. Avesse fatto, ed avrebbe potuto, meglio contro il tempo, Tom Dumoulin avrebbe conquistato il secondo Giro d'Italia consecutivo. La piazza d'onore vale comunque molto e conferma la solidità di un corridore destinato ad essere protagonista delle corse a tappe nel prossimo lustro. Granitico.
- ARU: 4. Preparazione sbagliata, probabilmente. Ma, anche cedimento psicologico. Se cade la convinzione, le gambe non vanno più. Spaesato.
- CARAPAZ: 8. Primo ecuadoriano a vincere una tappa al Giro, in uno sport, il ciclismo, in cui non si improvvisa. Quarto nella generale. Grimpeur.
- MIGUEL ANGEL LOPEZ: 7,5. Che abbia qualità, non c'è dubbio. Ma, ci vuole anche coraggio in bicicletta. E non sempre si può correre per il piazzamento. Attendista.
- THIBAUT PINOT: 5,5. Resta il corridore che preferisco. Ma, sempre sotto la soglia delle sue possibilità. Senza il problema di salute, avrebbe finito sul podio. Entrato in forma troppo presto, ha dominato il Tour of the Alps, mai brillante in questo Giro. Svuotato.
- POZZOVIVO: 7. Ennesimo piazzamento nei primi dieci della generale. Sempre presente. Bravo, a sorpresa, contro il tempo. Ha fatto la sua parte. Encomiabile.
- SIMON YATES: 8,5. Tre tappe vinte, più di dieci giorni in maglia rosa. Uno scalatore puro, ma poco attento alla gestione delle energie. Sopra i 200 km, mi pare che accusi un poco. Del resto, viene dalla pista. Audace.
- VIVIANI: 6. Quattro vittorie sono poche, attesa la bassa qualità della concorrenza. E la vittoria a Roma di Sam Bennet gli abbassa ancora il voto.