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venerdì 18 settembre 2020
mercoledì 1 luglio 2020
Inter-Brescia: 6-0
Tre punti obbligatori, questa sera, contro il Brescia ultimo in classifica. L'Inter non ha alternative alla vittoria. Ed uno sguardo, appena ridato al calendario, aumenta il rimpianto per lo sciagurato pareggio allo scadere contro il Sassuolo. Si dirà: la Lazio non molla. Vero. Ma, giocherà contro il Milan senza Immobile e Caicedo. Si aggiungerà che la Juve è in ripresa, che Dybala segna gol decisivi e che Cristiano Ronaldo - al tiro è sempre il migliore in circolazione - è Cristiano Ronaldo. Vero. Ma affronterà in serie un Toro disperato, Milan e Atalanta. L'Inter, con più attenzione e meno errori gratuiti, avrebbe ancora potuto essere in corsa per il titolo. E penso che abbia il dover di giocare pensando di esserlo ancora. Persino contro l'evidenza della classifica. Nei chilometri finali della Milano-Sanremo 1992, nessuno, a parte Kelly, pensava che Argentin potesse perdere una corsa ormai sua. Vinse Kelly.
La cronaca.
L'Inter schiera: Handanovic, D'Ambrosio, De Vrij, Bastoni, Moses, Barella, Borja Valero, Gagliardini, Young, Lautaro, Sanchez.
Partita dominata dai nerazzurri. Anche perché il Brescia di più non può. Moses mostra di essere più duttile e più efficace e più incisivo di Candreva. Il centrocampo a tre è più solido. Si gioca sotto ritmo, il che agevola il compito di Borja Valero. Segnano Young, Sanchez su rigore e D'Ambrosio nel primo tempo; Gagliardini e i subentrati Eriksen e Candreva nella ripresa. Vittoria dovuta ma nettissima. Ancora una prova opaca, però, per un indolente Lautaro Martinez.
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lunedì 9 dicembre 2019
Serie A 2019/20: il punto dopo la 15^ giornata. Juve sconfitta dalla Lazio. Che gran giocatore è Luis Alberto!
Arriva sul campo della Lazio la prima sconfitta della Juve di Sarri. Sconfitta molte altre volte, in questa serie A, evitata con fortuna, nei minuti finali. Per di più, la Lazio, che s'inserisce nella lotta per il titolo, è in salute e ha grandi giocatori: su tutti, Luis Alberto, dalla limpida visione di gioco, cui unisce una tecnica sopraffina: lo spagnolo, stranamente poco considerato dalla nazionale di casa sua, alterna una conduzione rapida e lineare a uno o due tocchi a giocate molto ardite e, soprattutto, sempre funzionali alle caratteristiche dei compagni. L'Inter, fermata sul pareggio dalla Roma al Meazza, allunga di un punto in testa alla classifica. Continua la crisi del Napoli, che strappa un solo punto a Udine, nonostante la clausura del ritiro. Pareggia il Cagliari contro il Sassuolo. Il Milan batte il Bologna in trasferta e rifiata. Successo esterno anche per il Brescia, di nuovo affidato a Corini dopo la disastrosa conduzione di Grosso, sul campo della Spal: segna Balotelli. Un gol facile ma decisivo. Il Torino supera 2-1 la Fiorentina. La panchina di Montella traballa. Da quando è tornato a Firenze, ha raccolto davvero pochissimo.
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domenica 8 dicembre 2019
Balotelli 50 gol in A, 168 in carriera
Torna al gol Balotelli, nel successo del Brescia contro la Spal. Per Balotelli si è trattato del gol n. 50 in serie A, nonché del gol n. 168 in carriera.
martedì 29 ottobre 2019
Brescia-Inter: 1-2. Lautaro, Lukaku, Skriniar (aut.)
Decima giornata della serie A 2019/20. Alle ore 21:00 l'Inter sfida il Brescia, fuori casa. Nel primo tempo, Brescia coperto e Tonali timido. Lautaro Martinez firma il vantaggio nerazzurro con un tiro dalla distanza, reso imparabile da una deviazione. Nella ripresa, Brescia aggressivo e Inter in difficoltà. Lukaku trova un gran gol, da fuori, nel miglior momento degli avversari. Come detto altre volte, il belga è più forte negli spazi aperti che in area. Il Brescia non molla. Sfiora il gol con Balotelli e lo trova dopo una caparbia percussione di Bisoli: autogol di Skriniar. Brozovic è sparito dal campo. Biraghi prende il posto di Asamoah, mentre Esposito rileva Lukaku. L'Inter vince alla fine, dopo aver sofferto moltissimo. Tardivi i cambi di Conte. La squadra è molto stanca. Urge il rientro di Sensi.
lunedì 13 febbraio 2017
I 50 anni di Roberto Baggio. Cinque ragioni per ricordarlo
Il più grande giocatore della storia del calcio italiano, dopo Meazza e prima di Totti. Roberto Baggio, artista prima che calciatore, compirà 50 anni il prossimo 18 febbraio. Ecco cinque ragioni per ricordarlo e celebrarlo.
- Il dribbling: un fondamentale, che non si allena o che si allena poco. Baggio ne è stato un virtuoso naturale. Grazie alla sapienza innata del tocco, alla padronanza del palleggio, alle finte di corpo ed allo scatto fulmineo. Aveva non solo il primo, ma anche il secondo ed il terzo, qualche volta il quarto dribbling. Come oggi solo Messi. E prima di lui, Meazza, Di Stefano, Garrincha, Pelé, Sivori, Sandro Mazzola, Cruijff, Best, Zico e poi Ronaldo, il brasiliano. Me ne dimentico pochi.
- Il senso del gol: 318 gol da professionista, sesto italiano assoluto, dopo Piola, 364 gol, Del Piero, 346 gol, Meazza 338 gol, Totti, 323 gol e Toni, 322 gol. Roberto Baggio ha segnato in tutti i modi, persino di testa ogni tanto, grazie alla precisione chirurgica del tiro, spesso eseguito in anticipo, prendendo il portiere in contropiede. Di destro e di sinistro, in area e fuori dall'area, quasi mai di forza, sempre con eleganza. E tanti gol nelle occasioni solenni, 9 ai mondiali, come Paolo Rossi e Vieri, il quale ultimo, però, segnò solo un gol, contro la Norvegia nel '98, nelle gare ad eliminazione diretta. Baggio, invece, trascinò letteralmente la triste Italia di Sacchi alla finale di Usa '94, perduta ai rigori contro il Brasile. L'errore di Baggio dal dischetto, un dispetto di un destino saragattianamente cinico e baro, fece il giro del mondo. Ma, senza di lui, quell'avventura azzurra sarebbe terminata molto prima.
- Il gioco contro tempo: fateci caso, la maggior parte dei calciatori, approssimandosi la porta, accelera, aumenta la frequenza dei passi, si fa frenetica. Baggio, no. Alla vista del portiere, più spesso, rallentava. Aspettava il difensore farglisi sotto e poi, dribbling a rientrare, con il destro od il sinistro, e tiro all'angolo con il piede opposto. Questo incedere caracollante, quasi esitante ed invece colmo di forza consapevole, a Brera, che lo vide nei primi anni di carriera, ricordava il grande Meazza.
- L'invidia degli allenatori: sebbene Baggio non avesse il piglio del comando, per tutta la carriera, e forse con la sola eccezione di Mazzone al Brescia, fu sofferto moltissimo dagli allenatori. Su tutti Lippi, che lo mandò via dalla Juve e gli preferì persino Russo all'Inter, e Capello, che lo sostituiva con immancabile puntualità. Ma, anche Ulivieri a Bologna, dove Baggio risorse, 22 gol all'esito di un campionato che lo condusse al suo terzo mondiale, quello di Francia '98. E perché? Perché Baggio, asso naturale, riusciva, quasi senza volerlo, a dimostrare la superiorità del singolo sul gruppo, dell'estro sullo spartito, dell'assolo sulla sinfonia, del guizzo sulla tattica. Sacchi, che ne trasse immensi benefici in nazionale, ancora oggi, trova modo e maniera di punzecchiare Baggio. E solo perché costui si era opposto alla monacazione forzata nei suoi schemi.
- L'individualismo ai tempi della mistica del gruppo: Gramsci scrisse che "i più non esistono fuori dell'organizzazione". E tutto sommato è vero. Ecco, Roberto Baggio nel novero dei più non c'è stato e non poteva starci. E' sopravvissuto alla più grande e più inutile rivoluzione della storia del calcio. Quella cominciata proprio da Sacchi, perché il calcio totale olandese era ben altro, come ben altro era stata la meravigliosa Ungheria di Puskas. Giocava da solo Baggio, il che non significa che non servisse assist meravigliosi ai compagni o che non ne ricevesse. Ma, insomma, non rincorreva gli avversari, non ripiegava, come si dice malamente da qualche lustro a questa parte. Non andava a tempo. Epperò decideva. Ha cambiato molte squadre in carriera, diventando il beniamino di tutte le tifoserie. Egregio, perché fuori dal gregge. Un campione senza tempo.
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domenica 30 settembre 2012
Giro d'Italia 2013: partenza il 4 maggio da Napoli, arrivo il 26 maggio a Brescia. Farà tappa sul Galibier e sulle Tre Cime di Lavaredo. Più di novanta chilometri a cronometro
Varato il percorso del Giro d'Italia 2013. La carovana partirà da Napoli il 4 maggio ed arriverà a Brescia il 26 maggio, 21 tappe e due giorni di riposo. Sconfinamento in Francia, per l'arrivo in salita sul mitico Col du Galibier. Torna, poi, un altro arrivo leggendario quello delle Tre Cime di Lavaredo: nel 1968 vinse il giovane Eddy Merckx, che conquistò la maglia rosa e la portò fino a Milano. Nel 1974, sempre sulle Tre Cime di Lavaredo, Merckx soffrì l'attacco del giovane Baronchelli. Tappa allo spagnolo Fuente e crisi del campionissimo belga, che alla fine fece suo il Giro con soli 12" proprio su Baronchelli. Tre le prove a cronometro: una cronometro a squadre nel suggestivo percorso di Ischia, terza tappa, una lunga cronometro individuale pianeggiante, 55,5 Km, ottava tappa, ed una cronoscalata di poco meno di 20 km, diciottesima tappa. Insomma, oltre 90 km si correranno contro il tempo. Favoriti? Se fosse confermata la sua partecipazione, il favorito sarebbe, com'è ovvio, Alberto Contador. Il più forte in salita ed uno dei più forti a cronometro. Ci sarà Andy Schleck? Nibali faticherà a salire sul podio.
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mercoledì 2 novembre 2011
Storia di Recoba: 4 (la prodezza di Empoli)
Dopo il proverbiale esordio con il Brescia, comincia il purgatorio di Recoba. L'Inter ha in rosa il miglior attaccante del mondo, Ronaldo e, poi, Kanu, reduce da un delicato intervento chiururgico, che nell'Ajax s'era mostrato fortissimo, e Zamorano, già capoconnoniere della Liga con il Real Madrid, e Branca e Ganz e Djorkaeff, talentuoso attaccante di movimento della Francia che si appresta a vincere tutto. Per di più, esplode Moriero, ala destra che spesso Simoni impiega come attaccante esterno. Insomma, la concorrenza è forte e per il talento umbratile del Chino, riottoso a consegne tattiche stringenti, pare che ci sia posto soprattutto in panchina. Alcuni pensano che con Ronaldo formerebbe una coppia formidabile, ma sono in minoranza. Recoba segna un gol in Coppa Italia, in campionato vede poco il campo. Alla fine, per lui solo otto presenze e tre gol. Il terzo di questi, dopo la doppietta contro il Brescia, Recoba lo segna ad Empoli. Prodezza alla Maradona, appena dopo la linea di metà campo, il Chino vede il portiere fuori dei pali, abbassa la testa e, senza rincorsa, spedisce il pallone sotto l'incrocio, pallonetto di cinquanta e passa metri : una traiettoria sbalorditiva. L'Inter perderà, ingiustamente, il campionato con la Juve e vincerà la Coppa Uefa contro la Lazio. La prima stagione italiana d Recoba va in archivio: nessuno dubita del suo talento, ma molti, chissà perché, cominciano a diffondere il sospetto che il Chino non sia un giocatore decisivo. 4^ puntata (cfr. 1^ puntata; 2^ puntata; 3^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata).
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