Elenco blog personale

sabato 16 novembre 2019

Atp Finals2019: Tsitsipas-Federer: 6-3, 6-4

Prima semifinale delle Atp Finals 2019, tra il greco Tsitsipas e Roger Federer.
Ha vinto Tsitsipas 6-3, 6-4. In finale, il greco se la vedrà con Thiem, che considero favorito.

venerdì 15 novembre 2019

Harry Kane, 32 gol, è il 6° cannoniere della nazionale inglese

Con la tripletta rifilata ieri al Montenegro, nel pantagruelico successo inglese per 7-0, Harry Kane è salito a 31 gol con l'Inghilterra, in 44 partite, così diventando il sesto marcatore più prolifico nella storia della nazionale d'Albione, dopo Rooney, 53 gol, Bobby Charlton, 49 gol, Lineker, 48 gol, Greaves, 44 gol e Owen, 40 gol. Impressionante la media tenuta da Kane nelle ultime 5 partite con l'Inghiltera: 9 gol. E tutto questo mentre la sua squadra di club, il Tottenham vive il peggior inizio di stagione da molti anni a questa parte.
* Aggiornamento del 18 novembre 2019: a segno anche nel 4-0 con il quale l'Inghilterra ha battuto il Kosovo, Kane sale a 32 gol con la nazionale in 45 partite, alla media di 0,71 gol a partita.

giovedì 14 novembre 2019

Atp Finals: Djokovic-Federer: 4-6, 3-6

Dopo l'incredibile finale di Wimbledon 2019, chiusa con un mai visto tie-break sul 12-12 al quinto, e la vittoria di nervi di Djokovic su un Federer che aveva sprecato due punti dell'incontro, oggi, sul veloce indoor di Londra, Atp Finals 2019, va di nuovo in scena la sfida tra Djokovic e Federer. Avendo entrambi perso da Thiem, mai così brillante, si giocano un posto in semifinale.
La cronaca: stravince Federer 6-4, 6-3. Djokovic eliminato, Federer, sorretto dal servizio dei tempi migliori,  vola in semifinale. Non batteva Djokovic da quattro anni!

Ricordo di Raymond Poulidor

La scomparsa, ieri, di Raymond Poulidor, simbolo ed icona del ciclismo, non soltanto francese, ha riacceso la memoria di un'epoca che sembra oggi molto distante. Poulidor, classe 1936, seppe attraversare, in diciassette anni di carriera, due generazioni ciclistiche. Rivaleggiò a lungo con il principesco Anquetil, forse il più grande passista e cronoman della storia del ciclismo, e poi con "le cannibale" belga Merckx, certamente il più forte ciclista della storia. Due che seppero vincere cinque Tour de France, mentre Poulidor, otto volte sul podio, non poté mai gustare il trionfo finale alla Grande Boucle. Che un incidente gli tolse nel fatidico 1968, quando per lui sembrava fatta. Di qui la fama di eterno secondo, complici anche i quattro podi senza successi al campionato del mondo e la malchance che gli impedì sempre di vestire la maglia gialla. Onore invece toccato anche a molti ciclisti anonimi, magari all'esito di una fuga "bidone". Eppure era un corridore solidissimo, Poulidor, capace di vincere eccome: conquistò la Vuelta a Espana nel 1964, la Milano-Sanremo nel 1961, la Freccia Vallone nel 1963, un mucchio di brevi corse a tappe, sette frazioni dell'amatissimo Tour. Il suo rapporto con i tifosi francesi divenne simbiotico. E, ciò che più conta, rimase inalterato nel corso del tempo. Si era ritirato nel 1977, ma era ancora popolare come quando correva. Merito suo e della sua strepitosa e letteraria carriera, certo nobilitata anche dalle sconfitte alla Ettore, e merito dei francesi, che, al netto di molti difetti, hanno della storia, specialmente della propria storia, una nozione e un sentimento superiori ai nostri.

martedì 12 novembre 2019

World Tour Finals: Federer-Berrettini: 7-6, 6-3

World Tour Finals 2019: Federer-Berrettini: 7-6, 6-3
Già partita da dentro o fuori. Oggi, ore 15:00, Londra, Roger Federer e Matteo Berrettini, entrambi sconfitti all'esordio, da Thiem e Djokovic, cercheranno il primo successo al Masters di fine anno, per conservare speranze di qualificazione. Nell'unico precedente, a Wimbledon 2019, Federer stravinse. 
La cronaca: serve più prime di Federer, Berrettini, nel primo set, sebbene ne ricavi percentualmente meno punti. Arriva sino al tie-break, che perde 7-2. Nel secondo set, Federer sale in cattedra e chiude 6-3.

lunedì 11 novembre 2019

Chi era Paul "Gazza" Gascoigne

Nasce, nel maggio del 1967, a Gateshead, nord dell'Inghilterra, a poche miglia dal Vallum Adriani, Paul Gascoigne, detto "Gazza", il più geniale, incontrollato, bizzarro ed artistico calciatore della sua generazione. Uno che ha disseminato la sua carriera, pure contrappuntata da successi e prodezze, di rimpianti e delusioni come pochi altri nella storia del calcio. Un precoce rapporto di dipendenza dalla bottiglia ne ha minato, sul campo, il rendimento, che pure ha saputo attingere soglie vietate a tutti gli altri. Che giocatore era Gascoigne? Era inglese, certo e fino in fondo, una mezzala potente ma agile, che affondava con durezza i contrasti, si esaltava nella battaglia della terra di mezzo, sguazzava nel fango provocato dalle piogge copiose d'Albione già a metà degli anni '80. Ma aveva, altresì,  estro sudamericano, tecnica insolita, un'indipendenza di gambe alla Tomba dello slalom speciale, che gli permetteva d'insinuarsi e sgusciare tra due, tre quattro avversari. E un cambio di passo mai più osservato. La capacità di accelerare rabbiosamente, a scarti progressivi, anche tre volte nel corso della stessa azione. Immarcabile. La stessa centralità del gioco di un Kubala o di un Bochini, ma con più forza del primo, che era pure granitico, e più classe del secondo, che pure era sontuoso. Allenandosi poco e male, sbronzandosi sempre, gli ho visto fare delle giocate pazzesche. L'Inghilterra, sempre parca di affermazioni nelle grandi competizioni internazionali, dopo la vittoria del mondiale casalingo del 1966, cui seguì il terzo posto del 1968 agli Europei d'Italia, alzò la testa altre due volte, sempre guidata da Gascoigne: quarto posto a Italia '90, semifinali agli Europei di casa del 1996. Sempre perdendo in semifinale, sempre dalla Germania, prima Ovest poi riunificata, sempre ai rigori. Fu un grande errore non portare Gascoigne, che stava vivendo una seconda giovinezza ai Rangers Glasgow, a Francia '98. Gascoigne fu frenato nella sua corsa al titolo di miglior giocatore del mondo da un terribile infortunio. Prima di arrivare alla Lazio, voluto da Calleri. In Italia, si vide poco del suo talento. Eppure, ricordo una sfida di Coppa Italia contro il Torino, quando partiva palla al piede, pur zavorrato dalla pancia del bevitore, dava la sensazione, maradoniana, di poter fare qualunque cosa. Si fece male di nuovo, andò in Scozia, come dicevo. Poi, si ritirò. Sregolatissimo ma fortissimo. Quanto a talento, secondo a pochi. Davvero pochi. 

Serie A 2019/20: il punto dopo la 12^ giornata


  • Serie A 2019/20, 12^ giornata.
  • Vince la Juve contro un Milan volenteroso ma scolastico. I rossoneri hanno buoni palleggiatori, da Bennacer a Chalanoglu a Bonaventura, ma manca il Piatek dello scorso anno. Troppi tiri dalla distanza, tiri da 0-0, non bastano ad annettersi una partita, che decide una prodezza di Dybala, subentrato allo scontento Cristiano Ronaldo
  • L'Inter segue la Juve ad un punto, grazie al successo contro il Verona firmato da Barella.
  • Pareggiano Napoli, in piena crisi tecnica ed ambientale, e Atalanta, fermata dalla Samp del pragmatico Ranieri.
  • Crolla la Roma a Parma, mentre la Lazio batte il Lecce, con Immobile che sale a 14 gol in classifica marcatori.
  • Si rianima il Toro contro il Brescia: doppietta di Belotti su rigore nel rotondo 4-0 finale per i granata.
  • Un grande Cagliari, ispirato da un Nainggolan in stato di grazia, travolge la Fiorentina e si issa al terzo posto della classifica. Mi aveva impressionato già alla seconda giornata, il Cagliari, quando aveva perduto di misura contro l'Inter.

sabato 9 novembre 2019

Inter-Verona: 2-1. Verre, Vecino, Barella

Una brutta Inter va sotto dopo venti minuti: segna Verre per il Verona su rigore, provocato da una goffa uscita del sopravvalutato Handanovic. L'Inter si butta all'attacco. Sfiora il gol con un diagonale mancino di Lukaku. Brozovic scheggia la traversa. Secondo tempo di sofferenza. È Barella con meraviglioso gol a giro a regalare la vittoria all'Inter. Il 3-5-2 continua a convincermi poco. E troppa distanza tra i reparti. Una certa stanchezza generale ha svolto un ruolo non trascurabile. Fatto sta che il Verona ha spesso azionato contropiede pericolosi. I tre punti sono stati provvidenziali prima della pausa per le nazionali.

venerdì 8 novembre 2019

La modestia del campionato italiano si vede in Europa. Italia settima nel ranking stagionale delle coppe europee

La nazionale italiana di calcio è uscita al primo turno ai mondiali del 2010, al primo turno ai mondiali del 2014, non si è qualificata ai mondiali del 2018. Nelle competizioni europee per club, le squadre italiane non vincono da più di nove anni. L'ultimo successo è la Champions, con la quale l'Inter completò il triplete nel 2010. E qualcuno ancora conserva dei dubbi circa la mediocrità generale del calcio italiano e del suo campionato di serie A? Gli ultimi tre giorni hanno visto perdere, in Europa, Inter, Lazio e Roma, pareggiare il Napoli e l'Atalanta, vincere la Juve, allo scadere. Nel ranking provvisorio delle coppe europee 2019/20, l'Italia è al settimo posto continentale: dopo Inghilterra, Spagna, Olanda, Germania, Scozia e Portogallo! Siamo poco competitivi. E tanto al netto della fioritura di qualche isolato talento, Zaniolo su tutti. Il livello della serie A è modesto e il dominio della Juve, che dura da 8 anni e rischia di estendersi indefinitamente, ne è la prova indiretta. 

L'incompetenza dei guru dei social

Molte chiacchiere, moltissimi seguaci, mille sentenze al giorno. I guru dei social, di twitter in particolare, si esercitano, ogni giorno, a dispensare la loro manna d'incompetenza. Volendo limitare il campo d'indagine allo sport e, segnatamente, al calcio, alcuni di loro si fanno fedeli interpreti di una linea societaria. E la difendono, anche a dispetto dell'evidenza. Potendo contare su un manipolo di sostenitori immancabili, non sempre consapevoli, spesso poco informati, talora poco avveduti. Non discutono, di solito non ne sono capaci, non argomentano, sarebbe troppo faticoso e nemo ad impossibilia tenetur. Fiutano l'aria e con l'astuzia degli imbonitori di piazza danno i loro verdetti. A prescindere dai fatti. 

martedì 5 novembre 2019

Borussia Dortmund-Inter: 3-2. Inter rimontata

Champions League. Signal Iduna Park. Ore 21:00
Sfida delicata, sul difficilissimo campo del Borussia Dortmund. L'Inter ha bisogno di vincere o, se non altro, di non perdere, per coltivare speranze di qualificazione agli ottavi di finale.
Inter subito in vantaggio con azione personale di Lautaro Martinez. Il Borussia gioca bene ma lascia grandi spazi dietro. Di cui non approfittano Brozovic e Lukaku. A tre minuti dal termine del primo tempo, Brozovic prende palla nella sua trequarti, va via a due avversari, passa a Lautaro che serve Candreva libero, palla indietro all'accorrente Vecino. Diagonale e gol. Azione spettacolare che sembrerebbe preannunciare grande impresa. Invece no. All'inizio della ripresa, L'Inter si presenta svagata e disunita. Ed ancora con la solita, pesante difesa a tre, sebbene i tedeschi giochino senza una punta di ruolo! Giocano, però, corrono, triangolano. Accorcia Hakimi : 1-2. Biraghi soffre moltissimo, con l'Inter che indietreggia troppo e Conte che tarda a cambiare. Brandt pareggia dopo pasticcio combinato da Candreva, che sbaglia una rimessa laterale, e Brozovic che non stoppa e si fa rubare il pallone. Conte si decide. Dentro Lazaro e Sensi per Biraghi e Vecino. Poi toglie anche Lukaku, che in Europa questo è, e mette Politano e non Esposito. Politano si fa male, resta in campo per onor di firma, e l'Inter becca il terzo gol, il secondo da Hakimi. Tutto molto imbarazzante, anche al netto di una certa sfortuna. La storia europea di Conte riassunta in pochi minuti. Una squadra organizzata e consapevole dei propri mezzi non viene rimontata con due gol di vantaggio. Detto questo, la rosa ha delle lacune. E la colpa è della dirigenza.


Serie A 2019/20: il punto dopo l'11^ giornata


  • Undicesima giornata della serie A 2019/20.
  • Continua il testa a testa tra Juve e Inter. I bianconeri, che continuano a giocare piuttosto male, vincono il derby della Mole con gol di De Ligt, l'Inter rimonta il Bologna con doppietta di Lukaku.
  • Prezioso successo della Roma sul Napoli meno competitivo, almeno in campionato, degli ultimi anni. Sugli scudi Zaniolo, autore di un gol splendido, un prodigio di coordinazione, tutto di caviglia, somigliante, mutatis mutandis, a certi passanti tutti di polso di Roger Federer.
  • La Lazio vince in casa del Milan, guidata dal capocannoniere Immobile e ispirata dal miglior rifinitore della serie A, Luis Alberto.
  • Importante il successo esterno della Sampdoria, gol di Caprari, sul campo della Spal.
  • Ancora più importante quello del Cagliari, ora quinto in classifica, sul campo dell'Atalanta: i sardi hanno un centrocampo di grande qualità.
  • Il derby del Lago di Garda va al Verona, che batte il Brescia. Inutile, sebbene molto bello, il gol di Balotelli.

sabato 2 novembre 2019

Bologna-Inter: 1-2. Soriano, Lukaku (2)

Parte bene il Bologna. Nell'Inter, Brozovic fatica a illuminare il gioco. I nerazzurri hanno comunque due occasioni da rete con Lautaro Martinez e Lukaku. Si va al riposo sullo 0-0. Nella ripresa, squadre bloccate. Fino al gol rossoblu di Soriano, aiutato dal solito tuffo goffo di Handanovic. L'Inter pareggia e vince con due gol di Lukaku, il secondo su rigore per fallo, peraltro evitabile, su un caparbio Lautaro. Buona prova di Lazaro a destra. Per l'Inter, sono tre punti molto importanti.  Anche perché il Bologna è squadra solida. 

giovedì 31 ottobre 2019

Serie A 2019/20: il punto dopo la 10^ giornata


  • Decima giornata della serie A 2019/20.
  • Juve fortunatissima. Batte allo spirare della partita il Genoa del bravissimo Thiago Motta, con un rigore, piuttosto dubbio, trasformato dal solito Cristiano Ronaldo. Che sopporta la tensione meglio degli altri, c'è poco da fare. Prima, c'era stata un'espulsione immeritata ai danni del Genoa cui era seguita, ma solo nel finale, la sacrosanta espulsione di un modesto Rabiot. Grande prova di Schone, regista acutissimo di un Genoa che ha lungamente irretito la squadra di Sarri.
  • L'Inter resta ad un punto dalla Juve, grazie al sofferto successo contro il Brescia. La squadra è stanca. Ma, compatta.
  • La Lazio travolge il Torino di Mazzarri: il capocannoniere Immobile, doppietta per lui, sale a 12 gol in campionato, 99 con la maglia della Lazio.
  • Largo successo della Roma, rimasta presto in dieci, sul campo dell'Udinese. Gran gol iniziale di Zaniolo. E prova brillante di Santon. I giallorossi, pur decimati dagli infortuni, stanno risalendo la china. 
  • La partita del giorno, tra Napoli e Atalanta, finisce in pareggio. Il Napoli reclama un rigore, che resta dubbio, su Llorente. Aveva giocato meglio e avrebbe meritato di battere i bergamaschi. Ha sprecato troppo sotto porta, però.
  • Stasera, il Milan ospita la Spal.

mercoledì 30 ottobre 2019

I 59 anni di Diego Armando Maradona: il re del calcio

Gianni Brera, che aveva una predilezione per i grandi atleti prestati al calcio, rimase talmente ammirato da Diego Armando Maradona, che pure era basso, tarchiato e tracagnotto e perciò lontanissimo dal suo modello di calciatore, da inventare, per lui, l'ossimorico appellativo di divino scorfano. Sì, perché il calcio giocato, anzi dipinto da Maradona, era sul serio metafisico. Altri grandi, alcuni grandissimi, calciatori vi erano stati prima di lui e sarebbero venuti dopo, ma nessuno ha saputo elevare il calcio ai livelli attinti da Maradona. Mai visto un pallone così obbediente come quello calciato da Maradona. La punizione a due in aera contro la Juve di Tacconi è, forse, il manifesto più rappresentativo del sovrano artista argentino: la barriera a due passi, nessuna rincorsa, una carezza al pallone, che si solleva oltre gli avversari, sebbene non ci sia lo spazio. Una traiettoria inspiegabile, che va oltre Newton e le sue leggi. Sembra il paradosso del calabrone, che per la sua morfologia non potrebbe volare, ma non lo sa e allora vola lo stesso. Così quel pallone che Maradona, solo lui avrebbe potuto, spedisce nel set. Meazza era stato formidabile, le grand peintre du football, lo ribattezzarono i francesi, Di Stefano il primo calciatore totale, anzi il secondo, dopo Valentino Mazzola, Pelé un elegantissimo fuoriclasse dal repertorio completo, Cruijff un prodigio di velocità applicata alla tecnica. Ronaldo da Lima era andato oltre Cruijff e le gesta di Cristiano Ronaldo e Messi sono ancora sotto gli occhi di tutti. Eppure Maradona è stato di più. Nessuno, infatti, come lui ha saputo trasformare squadre tutto sommato modeste in compagini capaci di vittorie epocali. L'Argentina campione del mondo del 1986, il Napoli del primo storico scudetto. Il genio calcistico maradoniano moltiplicava, metafisicamente, le energie e le capacità dei compagni di squadra. E rendeva possibile l'impossibile. Per questa ragione è stato il più forte di tutti.

martedì 29 ottobre 2019

Brescia-Inter: 1-2. Lautaro, Lukaku, Skriniar (aut.)

Decima giornata della serie A 2019/20. Alle ore 21:00 l'Inter sfida il Brescia, fuori casa. Nel primo tempo, Brescia coperto e Tonali timido. Lautaro Martinez firma il vantaggio nerazzurro con un tiro dalla distanza, reso imparabile da una deviazione. Nella ripresa, Brescia aggressivo e Inter in difficoltà. Lukaku trova un gran gol, da fuori, nel miglior momento degli avversari. Come detto altre volte, il belga è più forte negli spazi aperti che in area. Il Brescia non molla. Sfiora il gol con Balotelli e lo trova dopo una caparbia percussione di Bisoli: autogol di Skriniar. Brozovic è sparito dal campo. Biraghi prende il posto di Asamoah, mentre Esposito rileva Lukaku. L'Inter vince alla fine, dopo aver sofferto moltissimo. Tardivi i cambi di Conte. La squadra è molto stanca. Urge il rientro di Sensi.

lunedì 28 ottobre 2019

Perché il Milan rischia la B

Potrebbe retrocedere il Milan? Sarebbe la terza volta nella sua storia. Credo che sia stato un errore esonerare Giampaolo, cui potrebbe rimproverarsi soltanto una comunicazione poco brillante.  Almeno aveva un'idea di calcio. Per il resto, è la squadra rossonera ad essere poco attrezzata per questo campionato. Troppi presunti trequartisti, con qualche talento e tanta indisciplina tattica. Nessun vero fuoriclasse. Nessun trascinatore. Per di più, Pioli, che ricordo protagonista all'Inter di un crollo dopo l'inizio incoraggiante, non mi pare minimamente adatto a risollevare un ambiente, quello rossonero, già molto depresso. E veniamo alla domanda iniziale. La risposta, la mia intendo, è sì. E non per maramaldeggiare come potrebbe suggerire il mio tifo per l'Inter di fronte alle difficoltà dei rivali cittadini. Sì, perché il Milan ha molte lacune. Piatek segna con il contagocce e non c'è più Cutrone, che qualche gol lo faceva ed aveva, da solo, una grinta che i giocatori attuali non possiedono tutti assieme. Perché il centrocampo non ha guida: Biglia, ormai, in campo passeggia. Perché la difesa è lenta e svagata. Ma, soprattutto perché il Milan non era partito per salvarsi. La frustrazione delle ambizioni iniziali può appesantire il cammino dei milanisti, che mostrano già molta paura di sbagliare. E la paura di sbagliare è già un principio di errore. In conclusione, allo stato attuale, la retrocessione per il Milan è ancora un'ipotesi, non poi tanto remota, però. E non sarà facile giocare con la paura, con lo spettro, con il ricordo della serie B.

L'epoca d'oro del tennis italiano: Berrettini n. 9, Fognini n. 12 del circuito Atp

Tornano gli anni '70? Sul piano della storia politica, economica e sociale sarebbe tutt'altro che auspicabile, per l'Italia. Da un punto di vista tennistico, invece, è un augurio. E, quasi, una certezza. Dopo Fognini, attualmente n. 12, anche Berrettini viene ammesso in questo 2019 tra i primi dieci giocatori del mondo. Da oggi, è il n. 9 del circuito Atp. Un premio all'alto rendimento stagionale, culminato con la semifinale agli Us Open. Giocherà, come Fognini, a Parigi-Bercy, con vista sul Masters di Londra. Senza dimenticare le prime affermazioni del giovane Sinner. Il tennis italiano non era così competitivo dagli anni '70, quelli di Panatta, Bertolucci e Barazzutti.

Serie A 2019/20: il punto dopo la 9^ giornata


  • Pareggi per Juve, Inter e Napoli. Contro Lecce, Parma e Spal. Delude, più di tutti, il Napoli di Ancelotti, che mi pare destinato, secondo la storia del tecnico emiliano, a far meglio in Europa che in campionato.
  • Corre solo l'Atalanta tra le prime della classe, grazie al fragoroso successo, 7-1, contro l'Udinese di un bravo Okaka. La squadra di Gasperini, così a disagio in Champions League, in serie A se la gioca con tutti. E la provocazione lanciata da Sconcerti sul Corsera, con l'invito a provare a vincere lo scudetto, è tutt'altro che peregrina. Di certo, i bergamaschi, che hanno indovinato l'ingaggio di Muriel, 8 gol in 7 partite, possono confermare il terzo posto della passata stagione.
  • Vince la Roma, contro lo spento Milan di Pioli: sugli scudi Zaniolo, trequartista di enorme talento. Una sorta di Ballack mancino, con meno colpo di testa, ma miglior progressione. 
  • Successo anche per la Lazio sul campo non facile della Fiorentina. Immobile segna ancora e consolida il primato in classifica cannonieri.
  • Da segnalare l'esordio vittorioso di Thiago Motta con il Genoa. Era un professore in campo, mi pare destinato a diventarlo anche sulla panchina.
  • Pareggio tra Torino e Cagliari: i sardi formano, l'ho scritto già molte volte, una squadra molto solida.

domenica 27 ottobre 2019

Basilea 2019: Federer vince il 10^ titolo, il n. 103 Atp

Swiss Indoors, Basilea 2019
Battuto agilmente in due set il promettente australiano De Minaur (6-2, 6-2) e Federer si annette il decimo titolo a Basilea, in quindici il finali, il numero 103 nel circuito Atp: è a -6 dai 109 del primatista Connors. L'asso elvetico del tennis eguaglia, nel torneo di casa, il primato dei 10 successi, già raggiunti sull'erba di Halle.