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lunedì 27 luglio 2020

Storia breve della Serie A, che non è più competitiva

La Serie A, a girone unico, vede la luce nella stagione 1929/30. Esaurita da un lustro la tirannia del Genoa sul calcio italiano, nei primi decenni ancora sport elitario, parentesi quasi esotica nel contesto delle polisportive ginnastiche dell'epoca, comincia a rappresentare la crescente passione degli italiani per uno sport che di lì a poco diventerà di massa. E sarà, assieme al ciclismo, vero sport nazionale.

Fin da subito, il campionato italiano unificato è competitivo, non tutti possono vincere, ma possono vincere in tanti.

Anni '30: 5 scudetti della Juve, consecutivi ('31, '32, '33, '34, '35), 3 del Bologna, "lo squadrone che tremare il mondo fa", 2 dell'Inter, che porta il nome di Ambrosiana-Inter.

Anni '40: due titoli non si assegnano, perché l'Italia è occupata e divisa. RSI al Nord, Regno d'Italia al Sud. Comunque: 5 scudetti del Grande Torino, consecutivi (43', '46, '47, '48, '49), 1 dell'Inter ('40), 1 del Bologna ('41), 1, il primo, della Roma ('42). Vincono quattro squadre diverse.

Anni '50: è il decennio del Milan, che vince uno scudetto nel 1951, dopo 44 dall'ultimo, conquistato nel 1907. Nel dettaglio 4 scudetti del Milan ('51, '55, '57, '59), 3 della Juve ('50, '52, '58), 2 dell'Inter ('53, '54), 1 della Fiorentina ('56). Vincono quattro squadre diverse.

Anni '60: è il decennio della Grande Inter, che domina in Italia, in Europa e nel mondo. Ma anche il Milan vince in Europa. Quanto ai titoli nazionali: 3 scudetti dell'Inter ('63, '65, '66), 3 della Juve ('60, '61, '67), 2 del Milan ('62, '68), 1 del Bologna ('64), 1 della Fiorentina ('69). Vincono cinque squadre. Campionato molto competitivo cui fanno da specchio 4 Coppe dei Campioni e un Campionato Europeo, nel 1968, per l'Italia. Sarà un caso?

Anni '70: la Juve aumenta il suo vantaggio, ma vincono in tanti. Nel dettaglio: 5 scudetti della Juve ('72, '73, '75, '77, '78), 1, il primo e unico, del Cagliari ('70), 1 dell'Inter ('71), 1, il primo, della Lazio ('74), 1 del Torino ('76), 1 del Milan ('79). Vincono in sei!

Anni '80: il campionato italiano ospita, tutti assieme, i migliori giocatori del mondo. Alla vigilia della stagione 1984/85, in Serie A giocano, a parte i grandi italiani campioni del mondo in Spagna, Maradona, Rummenigge, Platini, Zico, Socrates, Falcao, Junior, Elkjaer, Briegel, Laudrup, Cerezo...Quanto ai titoli: 4 scudetti della Juve ('81, '82, '84, '86), 2 dell'Inter ('80, '89), 1, 1 della Roma ('83), 1, il primo e unico, del Verona ('85), 1, il primo storico, del Napoli ('87), 1 del Milan ('88). Vincono in sei! L'Italia vince il Mondiale 82, fa le semifinali agli Europei 1988 e conquista 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa.

Anni '90: nasce la Premier League e tanti campioni scelgono anche la Spagna, la Serie A non è più il centro del mondo, ma i più forti sono ancora, per lo più, qui. Quanto ai titoli: 5 scudetti del Milan ('92, '93, '94, '96, '99), 3 della Juve ('95, '97, '98), 1 del Napoli ('90), 1, il primo e unico, della Sampdoria ('91).

Anni 2000: lo scandalo di calciopoli toglie una finta innocenza alla Serie A, che comincia a marginalizzarsi, pur mantenendo, come si dice in statica, molta della forza acquisita. Lo scudetto del 2005, revocato alla Juve, non è assegnato, per il resto: 4 scudetti dell'Inter, consecutivi, (2006, 2007, 2008, 2009), 2 della Juve (2002, 2003), 1 della Lazio (2000), 1 della Roma (2001), 1 del Milan (2004). L'Italia vince due Champions con il Milan e, con dosi cospicue di fortuna, il Mondiale del 2006.

Anni 2010: il declino, che solo agli sprovveduti sembra improvviso, è inarrestabile. La Juve acquisisce potenza economica e politica senza precedenti. Inter e Milan passano di mano due volte. Il fair play finanziario cristallizza ed acuisce un divario ancora oggi da colmare. E così: 8 scudetti, consecutivi!!!, della Juve (2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019), 1 dell'Inter, nell'anno magico del triplete (2010), 1 del Milan (2011).

Anni 2020: siamo all'inizio, tutto insolito, lo stop forzato per la pandemia Covid, ma lo scudetto, il nono consecutivo, va ancora alla Juve. L'Italia non vince una Coppa Europea dal 2010, la Champions dell'Inter di Mourinho. Colleziona due eliminazioni al primo turno ai mondiali (2010 e 2014) e addirittura non si qualifica a Russia 2018. Unica eccezione il secondo posto agli Europei del 2012. Sarò un caso? No, non lo è. Credo che quello appena toccato sia il punto più basso della Serie A.

venerdì 8 novembre 2019

La modestia del campionato italiano si vede in Europa. Italia settima nel ranking stagionale delle coppe europee

La nazionale italiana di calcio è uscita al primo turno ai mondiali del 2010, al primo turno ai mondiali del 2014, non si è qualificata ai mondiali del 2018. Nelle competizioni europee per club, le squadre italiane non vincono da più di nove anni. L'ultimo successo è la Champions, con la quale l'Inter completò il triplete nel 2010. E qualcuno ancora conserva dei dubbi circa la mediocrità generale del calcio italiano e del suo campionato di serie A? Gli ultimi tre giorni hanno visto perdere, in Europa, Inter, Lazio e Roma, pareggiare il Napoli e l'Atalanta, vincere la Juve, allo scadere. Nel ranking provvisorio delle coppe europee 2019/20, l'Italia è al settimo posto continentale: dopo Inghilterra, Spagna, Olanda, Germania, Scozia e Portogallo! Siamo poco competitivi. E tanto al netto della fioritura di qualche isolato talento, Zaniolo su tutti. Il livello della serie A è modesto e il dominio della Juve, che dura da 8 anni e rischia di estendersi indefinitamente, ne è la prova indiretta. 

mercoledì 16 ottobre 2019

Cosa c'entra Mancini con Pozzo?

Nove vittorie consecutive alla guida della nazionale italiana. Per Mancini, dopo il successo di ieri sera contro il tremendo Liechtenstein, come, 80 anni fa, per Vittorio Pozzo. Di questo, incredibile dictu, si è scritto e parlato in queste ore. Si può? Mancini, per carità, ha chiarito che di Pozzo gli interessano altri record, come i due mondiali e le Olimpiadi. Però, sotto sotto, è contento, avendo di sé un'opinione notevole. Mi ripeto: Mancini è stato un calciatore molto forte e complessivamente sottovalutato, per contro è un allenatore solo discreto e tanto sopravvalutato quanto benvoluto, dalla sorte e dalla stampa. Il suo curriculum europeo con squadre di club è modestissimo. Quanto alla nazionale italiana, vedremo cosa saprà fare. Ricordiamolo, però, che le 9 vittorie consecutive di Pozzo passarono per il mondiale di Francia del 1938, vinto, quello di Meazza capitano e grand peintre du football, come furono costretti a riconoscere i francesi. Altro che il girone di qualificazione ad un Europeo, quello del 2020, a 24 squadre!

lunedì 10 settembre 2018

Elezeviro: Sacchi e Balotelli

Le critiche a Balotelli sono sempre facilissime, in Italia. I più cantano nel coro. L'ha fatto anche Sacchi dopo la scialba prestazione del centravanti del Nizza in Italia-Polonia. Eppure Balotelli non ha giocato peggio di Bernardeschi, Pellegrini, Biraghi, Jorginho e via di seguito. Sacchi muove da un pregiudizio, così articolato:
a) il suo Milan avrebbe inventato il calcio moderno e giocato il calcio più offensivo e spettacolare della storia; 
b) Balotelli è incapace di giocare con la squadra e per la squadra.
Confutatio:
1) il Milan di Sacchi, ricco di campioni, non solo i tre olandesi, ma Maldini e Baresi e Donadoni e Ancellotti, giocava un calcio prettamente difensivo, essendo il pressing alto, con l'aggiunta del fuorigioco sistematico, la quintessenza del gioco difensivo, i cui esiti, talora spettacolari, si verificavano, quasi per accidentem, per il valore degli interpreti e la sorpresa, iniziale, degli avversari;
1.1.) sorpresa, che durò più all'estero che in Italia, dove contromisure tattiche, e talora strategiche, furono presto trovate. Dopo lo scudetto, regalato dall'incomprensibile resa del Napoli, nel 1988, quel Milan, in Italia, non vinse più;
1.2.) Trasferiti in nazionale, i dogmi di Sacchi naufragarono a USA 1994, dove solo l'estro di Roberto Baggio evitò una precoce eliminazione, e ai successivi Europei inglesi del 1996: Italia fuori al primo turno. Gioco sempre, o quasi, brutto. Spesso improduttivo.
2.) Balotelli, che, certo, è un individualista, da attaccante esterno, con Mourinho, nonostante polemiche e relazioni difficili con i compagni di squadra, la squadra l'aiutava eccome. Non sempre, come contro il Barca in casa, ma l'aiutava. Altrimenti non avrebbe giocato: 8 e 9 gol nel 2008/2009 e nel 2009/10 in serie A, quando ancora non aveva compiuto 20 anni. Oggi, Balotelli è un centravanti, certo più prevedibile rispetto ai suoi esordi. Non ha mantenuto le attese, non tutte. Ma, in questa Italia, può giocare eccome. A patto di essere in condizione. E venerdì non lo era. Detto questo, Mancini fa benissimo a puntare su di lui. Anche perché, nel calcio, non contano soltanto le prestazioni, ma anche i colpi risolutivi. Quelli presenti nel repertorio di Balotelli e sconosciuti alla maggioranza degli altri azzurri. Tutto il resto è disputa ideologica.

lunedì 28 maggio 2018

Italia - Arabia Saudita 2-1: a segno Balotelli e Belotti nella prima nazionale firmata Mancini

Zappacosta? Mille volte meglio Santon. Però gioca Zappacosta e prendiamo gol anche dall'Arabia Saudita. Nazionale azzurra modesta, la qualità media è bassa. Mancini lo sa. Perciò ha richiamato Balotelli. Che in campo cammina. Ma, inquadrata la porta, due volte su tre segna. È successo anche stasera. Italia batte Arabia Saudita 2-1. L'altro gol azzurro è stato di Belotti.

lunedì 5 settembre 2016

#Ventura è all'altezza della nazionale?

Di calcio sa. E l'esperienza in panchina, sia pure non di primissimo piano, quando si escluda il Torino, c'è l'ha. Epperò mi pare che soffra troppo critiche e battute. Ha addirittura denunciato un accerchiamento mediatico, che non vedo ancora. Insomma, sarà, è, all'altezza della nazionale? Qualche dubbio comincio ad averlo. Già le dichiarazioni su Berardi mi erano sembrate intempestive. Poi, le ultime, alla vigilia del primo impegno ufficiale, hanno rafforzato il dubbio che Ventura regga poco la pressione, da sempre associata al ruolo di commissario tecnico della nazionale.

giovedì 5 maggio 2016

Totti agli Europei: Conte riflette (#TottiallEuropeo)

Nazionale di poca qualità. Poca esperienza, bassa cifra tecnica, ridotta caratura internazionale. Le ultime giornate di campionato offrono a Conte un Totti in grande spolvero. Porterebbe, Totti, classe immensa, grandissima qualità balistica, lucidissima visione di gioco, esperienza unica. Ed entusiasmo, tra i compagni di squadra ed i tifosi. A partita in corso, sarebbe un'arma, tecnica, tattica e psicologica, cui sarebbe irragionevole rinunciare. Conte pare che ci stia riflettendo. Totti merita di andare agli Europei 2016. La nazionale italiana ne ha bisogno. #TottiallEuropeo

martedì 15 marzo 2016

#Zenga per il dopo #Conte in nazionale!

Conte lascerà la nazionale dopo gli Europei. Si sapeva e va bene così. Al suo posto, il candidato ideale alla panchina della nazionale italiana sarebbe Zenga, è Zenga. Grande passato azzurro, grande esperienza internazionale, carisma unico. Zenga in nazionale, Tavecchio dovrebbe pensarci.

domenica 13 marzo 2016

#Pellè torna al gol: 125 gol in carriera. Agli Europei ci sarà

Oltre tre mesi di digiuno, prima della liberatoria doppietta rifilata ieri allo Stoke City per Graziano Pellè, che Conte ha scelto come  centravanti della nazionale italiana da da un anno e mezzo. Pellè ha segnato 8 gol in quest'edizione della Premier League nonché 11 in stagione con il Southampton. In carriera, invece, i gol di Pellè sono 125. 

mercoledì 17 giugno 2015

La piccola Italia di Conte

Una generazione così scarsa di talenti fa tornare alla mente l'Italia degli anni '50, uscita stremata dalla guerra e privata tragicamente dei campioni del Grande Torino, cui non servì, calcisticamente, il contributo dei cosiddetti oriundi: fuori al primo turno dei mondiali nel 1950 e nel 1954 e nemmeno qualificata ai mondiali del 1958. L'Italia di Conte, per tornare al presente, è davvero pochissima cosa. Una compagine di onesti mestieranti, trapunta dal segno distintivo della mediocrità. Con qualche eccezione, nel senso che Buffon è stato un grande portiere, Pirlo è stato un grande regista, Candreva è un centrocampista di spessore, Pellè avrebbe meritato miglior carriera, Darmian ha qualità, quando attacca. Detto questo, poca cosa. De Sciglio è uno dei terzini meno forti che ricordi. Ranocchia sbaglia appoggi che nemmeno in terza categoria. El Shaararawi, con buona pace dei sacchisti, per correre, corre, ma il calcio si gioca altrimenti: vada a rivedersi come giocava ai tempi suoi, partendo dall'ala sinistra, Vincenzo D'Amico, che non correva, ma giocava in modo meraviglioso. Bonucci, poi, è bravo a lodarsi: a proposito, dopo le coraggiosissime critiche a Prandelli, maramaldeggiando dopo un anno, ma chi lo marcava, dandogli due metri, Godin in Brasile? La sconfitta di ieri sera contro un Portogallo non al meglio, Cristiano Ronaldo in vacanza e Nani in panchina, è stata eloquente come una filippica di Demostene. Quest'Italia è scarsa. 

lunedì 10 novembre 2014

Conte va al recupero di Balotelli

Inizio disastroso di stagione con il Liverpool per Balotelli. Un solo gol, in Champions, una caterva di errori di misura, la lateralità nel progetto tattico di Rodgers, Balotelli torna in nazionale dopo la delusione dei mondiali brasiliani. Conte, d'evidenza, vuole recuperarlo. E magari anche, dovesse riuscire nell'impresa, rivendicare i meriti di avere restituito al calcio un campione assai bizzoso e discontinuo. Ma, di campione si tratta ed è questa la ragione per la quale Conte, pragmatico ed al tempo stesso ambizioso, punta su Balotelli e sul suo desiderio di riscatto. Stiamo a vedere. Un effetto è già stato ottenuto: lo stupore della critica sportiva italiana. Nessuno aveva previsto il rientro in azzurro di Balotelli.

lunedì 13 ottobre 2014

Graziano Pellè 100 gol in carriera

Il gol segnato all'esordio con la nazionale italiana contro Malta è anche il gol n. 100 nella carriera di Graziano Pellè. Il dato significativo è che Pellè, 29 anni, ha segnato più della metà di questi 100 gol negli ultimi due anni. Nel dettaglio, 61 gol dalla fine dell'estate 2012 ad oggi.

venerdì 3 ottobre 2014

Conte convoca Graziano Pellè: era ora.

Era ora. Graziano Pellè approda in nazionale, dopo essere stato il migliore centravanti italiano degli ultimi due anni. Parlo di centravanti puro, alto, possente, abituato a stazionare in area di rigore, sebbene anche provvisto di ottima tecnica. Prima al Feyenoord, ora al Southampton, Pellè ha segnato con un ritmo di quasi un gol a partita. Conte ha fatto bene a chiamarlo. Perché i giocatori come lui sono utilissimi contro squadre arroccate in difesa, grazie al gioco di sponda ed alla pericolosità sui palloni alti. Il tipo di attaccante che ci è mancato al mondiale. Che è stato Toni, che è oggi Pellè.

martedì 15 luglio 2014

Rottura clamorosa: Conte lascia la Juve. Scelta coraggiosa

Conte ha avuto il coraggio che mancò a Benitez, all'Inter, nell'estate del 2010. E' andato via, con uno strappo, quando ha capito che la campagna di rinnovamento della Juventus avrebbe indebolito piuttosto che rinforzare la rosa di giocatori a sua disposizione. E' probabile che nella decisione abbia inciso la possibilità di accasarsi altrove, ancora immatura alla fine del campionato e diventata più concreta negli ultimi giorni. Si parla, infatti, anche della nazionale italiana per Conte. La scelta di tempo, ad ogni modo, è stata indovinata. Tutti i tifosi bianconeri, da quello che ho potuto constatare, si sono schierati dalla parte del tecnico, rimproverando alla società di aver puntato su giocatori di seconda fascia, accettando la corte per i campioni sotto contratto come Vidal. Conte va via da vincitore. Non sarà facile trovare un sostituto alla sua altezza e con il suo temperamento. Juve spiazzata. Conte ha fatto bene. Difficilmente avrebbe potuto vincere ancora con tanti calciatori logori ed usurati. A Torino, lo rimpiangeranno.

mercoledì 4 giugno 2014

La coppia Pirlo - Verratti non funziona

Pirlo e Verratti sono due registi, per niente complementari. Che senso ha schierarli assieme? Nessuno, come la scialba partita contro il Lussemburgo si è incaricata di dimostrare. Anche De Rossi, poi, ama dirigere la manovra. Mi domando chi corra senza palla, chi si smarchi. La riposta è sempre la stessa: nessuno. Con l'eccezione di Marchisio, che tuttavia denuncia gravi limiti nella protezione del pallone. Un centrocampo così affollato al centro è inutile. Come sono inutili due terzini scarsi nel fondamentale del cross, come Abate e De Sciglio. Meglio una difesa a tre, con De Rossi in mezzo a due difensori puri. Uno tra Pirlo e Verratti, per conto mio Verratti. E davanti Cassano sempre titolare per lanciare Balotelli. O  Prandelli si avvia a scelte ragionevoli o non si passa il primo turno del mondiale.

lunedì 2 giugno 2014

Prandelli sceglie Insigne e taglia Destro e Giuseppe Rossi dai 23 per Brasile 2014

Su Giuseppe Rossi non avevo grandi dubbi: troppi gravi infortuni negli ultimi anni per pensare che potesse giocare anche il mondiale. Certi movimenti, certi contrasti non sono possibili durante la convalescenza. Più sorprendente, sicché, è stata l'esclusione di Destro, che ha lasciato il posto ad Insigne, reduce da una stagione poco brillante sotto il profilo delle realizzazioni. Penso, a questo punto, che Prandelli abbia voluto il fantasista napoletano come primo cambio di Cassano e per le sue qualità nel dribbling, fondamentale sempre meno forte nel calcio moderno. Per il resto, la nazionale è quella che è. L'infortunio di Montolivo darà spazio ad Aquilani più che a Verratti, che gioca nello stesso ruolo di Pirlo. Mi aspetto moltissimo da Cassano, come da Balotelli. Passare il primo turno, ad ogni modo, sarà difficile.

martedì 20 maggio 2014

Brasile 2014: tutti gli errori di Prandelli. Al caldo prevale la tecnica, altro che corsa e forza

Mi domando chi siano i consulenti di Prandelli. Eppure qualche nozione elementare di atletica dovrebbe essere a disposizione della guida tecnica azzurra. Sostenere che in Brasile, in presenza di grande caldo e di altrettanta umidità, servano corsa e forza, equivale a misconoscere i dati di base dell'atletica. In simili condizioni di clima, prevale, semmai, la tecnica. Con il caldo, le prestazioni si abbassano, la corsa, come la reattività, si riduce, anche la forza si fa meno esplosiva. I ritmi diventano più lenti, cosicché a fare la differenza, in uno sport con la palla, com'è il calcio, conta più di tutto la qualità tecnica degli interpreti. Possibile che nessuno abbia imparato la lezione di Usa '94. Furono i brevilinei Bebeto e Romario, uno che neppure possedeva il concetto di corsa, a farla da padroni. Come Roberto Baggio. Contrariamente a quanto sostenuto da Prandelli, l'esperienza conterà moltissimo, intesa come capacità di gestire lo sforzo nel corso di una partita, ma anche come capacità di organizzare il gioco, che non potrà vivere di assalti e di continui rovesciamenti di fronte. Prevarrà l'attesa. E con l'attesa prevarranno i colpi inaspettati, le giocate impreviste, i tiri da lontano. Prandelli, che per lo meno ha puntato su Cassano, avrebbe dovuto convocare anche Totti. Come Tabarez avrebbe dovuto convocare Recoba. Altro che Forlan! Hodgson, invece, Lampard e Gerrard li ha chiamati.

mercoledì 14 maggio 2014

Prandelli ne convoca 31: dentro Giuseppe Rossi, fuori Gilardino

Gilardino esce dal giro della nazionale. Scelta appropriata quella di Prandelli, dacché il centravanti del Genoa non mi pare più in grado di fare la differenza ai livelli più alti. Toni, invece, escluso dal ct azzurro, avrebbe fatto comodo eccome. Dominante nel gioco aereo e nella protezione del pallone, in certi frangenti sarebbe risultato utilissimo. Resto del parere, invece, che Giuseppe Rossi non possa riprendersi per il mondiale. Questa convocazione nei 30, anzi 31, non credo sarà seguita da quella definitiva dei 23 che si giocheranno la coppa del mondo in Brasile. So di essere in minoranza, ma, Totti l'avrei portato. Magari rinunciando ad un centrocampista. Le scelte che meno mi hanno persuaso, tuttavia, riguardano i terzini. I due del Milan, Abate e De Sciglio, oltre ad essere modesti in termini assoluti, sono anche reduci da una pessima stagione. Perché Santon, sempre titolare al Newcastle, è stato ignorato? Fossi in Prandelli, giocherei con la difesa a tre, Barzagli, Chiellini e De Rossi arretrato a dirigere il reparto. Per valorizzare il centrocampo che, tutto sommato, di qualità ne ha parecchia. Davanti, punterei sul tridente Balotelli, Cerci, Cassano. Con Destro ed Immobile pronti a subentrare a partita in corso.

mercoledì 27 novembre 2013

Balotelli torna al gol nel successo milanista a Glasgow. Per Balotelli 94 gol in carriera

Troppe polemiche su Balotelli, alle quali, peraltro, egli stesso contribuisce con atteggiamenti che appaiono guasconi, mentre, a mio modo di vedere, sono piuttosto figli di una grande timidezza appena mascherata. Anche in questa stagione poco esaltante, i numeri di Balotelli, tornato al gol ieri sera in Champions a Glasgow, sono tuttavia confortanti: 15 partite e 6 gol, alla media, da attaccante di valore, di 0,4 gol a partita. Simpatico o meno che sia alla pubblica opinione, rimane il più forte centravanti italiano, dal cui estro molto dipenderanno le sorti della nazionale ai prossimi mondiali brasiliani. Per la cronaca, Balotelli, che ha compiuto 23 anni lo scorso mese di agosto, è arrivato a segnare 94 gol in carriera. Basta confrontare il suo rendimento con quello di alcuni grandi calciatori del passato, per capire che pochissimi avevano fatto lo stesso o di più alla sua età.

martedì 15 ottobre 2013

Italia bloccata dall'Armenia al San Paolo. Balotelli 12 gol in nazionale

Brutta difesa quella azzurra osservata questa sera al San Paolo. L'Armenia avrebbe potuto segnare più dei due gol fatti. Che, sommati, ai due siglati da Bendtner, fanno un numero preoccupante in due partite. Nel gioco aereo, l'Italia stenta e dire che Bonucci ed Astori bassi non sono: questione di organizzazione, di concentrazione e di scelta di tempo. Qualche bella giocata di Insigne, che però nel fondamentale del tiro resta molto carente, soprattutto quando non può piazzarlo. Troppa fiacchezza. Calciasse meglio, sarebbe un fuoriclasse autentico. Qual è invece Balotelli, al gol n. 12 in nazionale. Se escludiamo Meazza, nessun altro azzurro, alla sua età, 23 anni, aveva segnato tanto. Almeno mi pare. Quasi dimenticavo: l'Italia, mancata la vittoria con l'Armenia, non sarà testa di serie ai prossimi mondiali brasiliani. Cammino in salita.