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venerdì 17 maggio 2024

La Juve e Allegri

La sfuriata di Allegri tiene banco dappertutto: in televisione, alla radio, sui giornali, nel web e nei bar. Che abbia esagerato, non ci sono dubbi. Ma, il punto che mi interessa è un altro. Come va valutato il suo lavoro negli ultimi tre anni? Quanto vale come allenatore? Io penso che la sua carriera sia stata abbastanza fortunata. Calciatore non di prima fascia, ha avuto presto l'occasione di allenare un Milan forte, vincendo uno scudetto e perdendone un altro. Poi, ha sostituito Conte in una Juve che aveva un vantaggio competitivo inestimabile, dipeso dalla crisi finanziaria e societaria contemporanea delle rivali tradizionali, Inter e Milan. E ha vinto cinque scudetti di fila più altri trofei e raggiunto due finali di Champions League. Quando lo mandarono via nel 2019, l'illusione era quella di un calcio brioso, che Allegri non offriva e nemmeno desiderava. Lo richiamarono due anni dopo e Allegri, tra crisi, difficoltà e ridimensionamento, ha portato un solo trofeo, la Coppa Italia, e qualificazioni alla Champions. Non tanto, nemmeno poco.


Detto questo, torno alle domande.


Allegri negli ultimi tre anni ha fatto discretamente, non benissimo, ma discretamente, soprattutto la passata stagione, quando un'altra guida tecnica, meno esperta e decisa della sua, sarebbe crollata nella bufera delle penalizzazioni e delle dimissioni. La sua Juve ha giocato spesso male, ma è anche vero che aveva un centrocampo tra i meno talentuosi della Serie A. Quanto invece al suo spessore tecnico in assoluto, io penso che lui vada paragonato al Prost della Formula Uno o al Biaggi della Moto 250. Con la macchina o la moto migliore loro vincevano sempre, facendo gara di testa. Sapevano arrivare tranquilli al successo. Questa è stata la grande abilità di Allegri. Un'abilità non scontata e non di tutti, intendiamoci. Negli ultimi tre anni, però, non aveva più la macchina o la moto migliore, per restare in metafora. E Allegri non è il Brian Clough del Nottingham Forest o il Mourinho del Porto. Allegri ricorda un poco Capello: uno che con la rosa migliore generalmente vince. Solo che Capello ha un altro stile, è più riflessivo e diplomatico. Dimenticavo: anche il celebratissimo Guardiola ha bisogno della squadra più forte per vincere. In provincia non lo vedrete mai allenare. Ma, questo, la stampa amica e adorante non lo ricorda e finge di non saperlo. 

mercoledì 17 aprile 2024

Manchester City - Real Madrid 4-5 (d.c.r.)

Vantaggio precoce del Real Madrid con Rodrygo. Comincia il lungo assedio del Manchester City alla ricerca del pareggio, che giunge solo nella fase finale della ripresa con un grande De Bruyne. Si va ai supplementari. Poi ai rigori. Comincia il City. Julian Alvarez segna. Modric sbaglia. Bernardo Silva sbaglia: brutto tiro centrale. Bellingham segna. Kovacic sbaglia. Lucas Vasquez segna. Foden segna. Nacho segna. Ederson segna. Rudiger segna. Il Real Madrid vola in semifinale, dove affronterà il Bayern Monaco che ha avuto ragione dell'Arsenal. La solita fortuna di Ancelotti, la solita supponenza tattica di Guardiola, che non ha saputo sfruttare Haaland. 

mercoledì 10 aprile 2024

Guardiola sopravvalutato come Sacchi

Sopravvalutato a suo tempo Sacchi, sopravvalutato oggi e da anni Guardiola. Successi, i loro, ottenuti soltanto grazie a grandi giocatori e vantaggi competitivi così evidenti, da non meritare particolari spiegazioni. Non hanno innovato il calcio. Né hanno proposto un calcio offensivo. Sacchi puntava su pressing e fuorigioco, architravi di un calcio ultradifensivo. Guardiola su palleggio a ritmi da siesta agostana e riconquista immediata del pallone perso, insomma, più gegenpressing che pressing. Guardiola, in più, vuol cambiar ruolo ai calciatori, con risultati generalmente modesti. Gvardiol, per stare alla sfida di ieri con il Real Madrid, da terzino rende assai meno che da stopper e il suo gol da fuori, a capirne qualcosa, è stata pure fortuna. Stones mezzala potrà sembrare forte a Guardiola e ai suoi aedi, ma non è una grande idea: corre tanto, recupera palloni, ma non ha guizzi né invenzioni. Ieri sera il City andava a 2 km/h, così piano che ha permesso una grande partita in interdizione ad un giocatore spremuto da mille battaglie come Kroos. Haaland è stato abbandonato in avanti, mai servito con un cross e mi domando che senso abbia avuto farlo giocare, per ignorarne e così mortificarne le caratteristiche prevalenti. Il Real Madrid ha giocato un passabile calcio di rimessa, eppure ha segnato tre gol e avrebbe potuto segnarne altri, infilandosi nelle larghe maglie della difesa del City. Non so se Guardiola, come taluni osservano, abbia reinventato il calcio. Ove fosse successo, l'avrebbe reinventato maluccio.

sabato 10 giugno 2023

Onore all'Inter! Manchester City - Inter 1-0

Finale di Champions League 2023. L'Inter, per la sesta volta nella sua storia, va a caccia del massimo trofeo continentale, dopo aver vinto nel 1964 e nel 1965, perso nel 1967 e nel 1972, vinto ancora nel 2010. Il Manchester City di Guardiola gode dei favori del pronostico, in virtù di un calcio più collaudato e di una rosa stellare, costata almeno cinque volte quella dell'Inter di Simone di Inzaghi.  


Le formazioni: 


Manchester City: Ederson; Aké, Stoner, Dias, Akanji; Rodri; Bernardo Silva, Gündoghan, De Bruyne, Grealish, Haaland.


Inter: Onana; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Dimarco; Dzeko, Lautaro. 


La cronaca. Inter con personalità nei primi minuti. Poi viene fuori la caratura tecnica del City. Bernardo Silva sfiora il gol  con un tiro a giro. Salva, poi, Onana su Haaland, servito da De Bruyne, che più tardi esce per Foden. L'Inter potrebbe gestire meglio due ripartenze con Barella, che prova a sorprendere Ederson da lontano, e Dumfries che si addormenta. L'errore di Barella, intriso di egoismo e vanagloria, costerà carissimo. Lautaro era libero verso Ederson fuori posizione. Si va al riposo sullo 0-0. Lautaro si procura un'occasione e poi sbaglia, senza passare a Lukaku,  però marcato da due avversari. Più tardi segna Rodri, dopo la solita serpentina di Bernardo Silva. L'Inter non si rassegna. E coglie la traversa con Dimarco. Che poi la riprende ma è il subentrato Lukaku a schermare la porta del City. Lo stesso Lukaku, libero a centro area, tira di testa addosso a Ederson. L'Inter ci prova sino alla fine con Gosens. Vince il City. Senza merito. Perché l'Inter avrebbe meritato, anzi aveva meritato almeno i supplementari. È andata così e dobbiamo accetarlo. Ci vorrà tempo, ma dovremo accettarlo. Onore a tutti i giocatori nerazzurri. Onore a Simone Inzaghi. Onore ai tifosi nerazzurri vicini alla squadra per tutta la stagione. Ora, però, non venitemi a parlare del sopravvalutato Guardiola. Ha vinto e, se anche volesse, non saprebbe spiegare come. La Champions League va, per la prima volta, al Manchester City. Ma chiunque abbia visto la partita, ricorderà anche come. Sipario. Non sull'Inter.


mercoledì 15 febbraio 2023

Il solito sopravvalutato Psg

Sconfitto in casa dal Bayern Monaco, il Psg conferma antichi limiti europei e dimostra come una squadra forte non si costruisca collezionando figurine rare e costose, ma scegliendo calciatori tanto forti quanto capaci di coesistere e di valorizzarsi a vicenda. Anche studiare la storia del calcio potrebbe risultare utile. Didì, un fuoriclasse campione del mondo con il Brasile del 1958 - e poi ancora nel 1962 -, arrivò al Real Madrid nel 1959. Ma faticò a convivere con tutti gli assi che già vi svafillavano da anni. In particolare non legò con il sommo Alfredo Di Stefano, che pretendeva il comando del gioco, cui pure Didì ambiva. Dopo una sola stagione, Didì andò via. Detto questo, per carità, la qualificazione ai quarti di Champions League resta possibile per i parigini. Ma se teniamo conto di quanto hanno speso negli ultimi anni, i loro risultati internazionali non possono giudicarsi altrimenti che fallimentari. Come, per ora, quelli del Manchester City di Guardiola. Quanto a Donnarumma, per anni ho scritto, quasi da solo, che era sopravvalutato. Ha giocato un grande Europeo nel 2021 e resta un ottimo portiere, ma non ha compiuto alcun miglioramento nei fondamentali del ruolo. Nei quali ha carenze evidenti. Ci mette troppo ad andare a terra, per esempio. Il gol che ha subìto ieri da Coman è solo l'ultimo di molti dello stesso tipo. 

giovedì 1 settembre 2022

Fenomenologia di Erling Haaland

Haaland come Greaves, a 22 anni.

L'ultimo capace di segnare così tanto a poco più di 22 anni, è stato Jimmy Greaves, asso inglese del Chelsea prima e del Tottenham poi, con una breve parentesi, nella stagione 1961/62, nel Milan, con cui segnò 9 gol in 10 partite: il che fa capire a quali medie realizzative viaggiasse. Ecco, Greaves, come Haaland oggi, a poco più di 22 anni, al termine della stagione 1962, aveva segnato oltre 180 gol, tra squadre di club e nazionale inglese. Ieri Haaland, con una tripletta, è salito a 9 gol in 5 giornate di Premier League* e sembra destinato ad abbattere ogni record realizzativo. Potrà riuscirci se, diversamente da Greaves, non avrà un declino precoce quanto precoce fu la sua ascesa. Se saprà essere anche longevo, Haaland potrà segnare 1.000 e più gol tra i professionisti. Greaves si fermò a poco più di 500. Comunque, tantissimi.

Le caratteristiche tecniche di Haaland

Alto 1,94 m, Haaland, già oggi il miglior calciatore della storia norvegese, pesa 94 kg. Affronta sistematicamente difensori meno alti e meno pesanti di lui che, a dispetto della formidabile complessione, è piuttosto rapido e sa scatenare una progressione irresistibile. Nella quale ricorda Adriano Leite Ribeiro, mancino come lui. Per il tiro tremendo, potentissimo, sia destro che di sinistro, ricorda invece un altro scandinavo, lo svedese Nordahl. Ma, Haaland domina anche nel gioco aereo, nel quale la statura aiuta ma non basta. Lui ha anche scelta di tempo, stacco imperioso e coraggio, come il tedesco anni '70/'80 Hrubesch. In più ha l'arroganza agonistica di Ibrahimovic: vuole sempre palla, vuole sempre battere a rete e ama altresì partecipare alla costruzione del gioco sulla trequarti, dove arretra alla ricerca di palloni. Anche nel City di Guardiola.

Haaland e la Norvegia.

Se Greaves, visto che abbiamo voluto stabilire questo raffronto iniziale, ebbe la possibilità di mettersi in mostra con l'Inghilterra, con la quale vinse il Mondiale del 1966, Haaland è norvegese e la Norvegia, nella sua storia, ha partecipato ad una sola fase finale degli Europei, nel 2000, e a due fasi finali dei Mondiali, nel 1938 e nel 1998. Ecco, la sfida che Haaland dovrà raccogliere sarà quella di trascinare un Paese con poca tradizione calcistica oltre i propri limiti storici.


* Aggiornamento del 5.9.2022: da ieri, 10 gol in sei partite di Premier per Haaland. Media impressionante.

Erling Haaland ai tempi del
Salisburgo



mercoledì 4 maggio 2022

Real Madrid - Manchester City 3-1. Real in finale

Ritorno della semifinale di Champions League tra Real Madrid e Manchester City. Il gioco, che stimo sempre sopravvalutato, di Guardiola contro il miedo escenico del Santiago Bernabeu e il pragmatismo, spesso coadiuvato dalla buona sorte, di Ancelotti. E poi tanti grandi giocatori, da Benzema a De Bruyne, in tutte e due le squadre. Si parte dal 4-3 dell'andata in favore degli inglesi. 

La partita si sblocca solo al 73', quando Mahrez sorprende Courtois sul suo palo. Ancelotti cambia e proprio dal subentrato Rodrygo salta fuori una clamorosa doppietta in extremis che manda le due squadre ai supplementari, incendiando di passione il Bernabeu. Poco prima il City era andato vicino al gol due volte con Grealish. Dopo pochi minuti del primo tempo supplementare, Benzema si procura e trasforma il rigore del 3-1. Che più tardi esce per Ceballos. Giganteggia Camavinga. Foden impegna Courtois di testa, Fernandinho non riesce a ribadire in rete. Secondo tempo supplementare. Il risultato non cambia. Guardiola ancora in finale. Real Madrid in finale per la diciassettesima volta. Sfiderà il Liverpool. 

martedì 26 aprile 2022

Manchester City - Real Madrid 4-3. Benzema!

Prima semifinale d'andata della Champions League 21/22: il Real Madrid di Ancelotti rende visita al Manchester City di Guardiola. Sfida che si annuncia brillante e che resta aperta a ogni pronostico. Ma, se dovessi scommettere due lire, al netto di come andrà stasera, penso che il turno lo passerà il Real. Vediamo. 

La cronaca. 

Subito in vantaggio il City con De Bruyne che raccoglie di testa un cross delizioso di Marhez. Approfittando di un pasticcio di Alaba, raddoppia Gabriel Jesus. La partita pare segnata. E la qualificazione anche. Ma al 33' accorcia Benzema per il Real: 13 gol in Champions come Lewandowski. Nella ripresa, allunga il City con Foden, ma dopo due minuti i madrileni replicano con Vinicius. Al 74', Bernardo Silva trova il 4-2. Benzema, cucchiaio su rigore, fissa il punteggio sul 4-3: 14 gol in questa Champions, scavalcato Lewandowski. La qualificazione si deciderà al ritorno al Bernabeu. Vedo sempre il Real favorito.

mercoledì 13 aprile 2022

Passano Man City e Liverpool

Ultima giornata del ritorno dei quarti di finale di Champions League. Il Liverpool, forte del 3-1 esterno dell'andata, ospita il Benfica, l'Atletico Madrid, sconfitto 1-0 a Manchester, riceve invece il City di Guardiola. 

Passa il Manchester City dopo una partita combattuta e lunghissimo recupero seguito all'espulsione di Felipe, con Atletico Madrid autore di un secondo tempo più coraggioso del solito, fallendo almeno quattro gol e costringendo gli inglesi in difesa. Avanza anche il Liverpool, che si concede un rocambolesco quanto innocuo 3-3 casalingo con il Benfica. In semifinale, Real Madrid contro City e Liverpool contro Villareal. 

lunedì 11 aprile 2022

Il calcio di Guardiola è sopravvalutato

Considero, non da oggi, sopravvalutato il calcio proposto da Guardiola. Che invece apprezzavo tanto da calciatore. Anche quando nessuno più lo cercava e fu Mazzone, raro intenditore, a volerlo con sé. Provo a spiegarmi.

1. Guardiola non ha inventato il tiki-taka.

Ricevere il pallone e passarlo e poi di nuovo, sino allo sfinimento degli avversari, nell'attesa di trovare un varco, premesso che non mi pare un gran modo di giocare al calcio, non è un'invenzione di Guardiola. E nemmeno di Aragones, c.t. della Spagna dal 2004 al 2008. Gli spagnoli hanno spesso giocato così, con fitte trame di passaggi. E i portoghesi anche. Il Portogallo di Figo, Rui Costa e Joao Pinto giocava così. Solo che aveva più dribbling, soprattutto con Figo e Pinto. Passarsi la palla, per muovere gli avversari e costringerli a concedere spazi era tipico - altro sport, stessi risultati - anche dell'Olimpia Milano di Dan Peterson. Le vittorie che sono arrivate attraverso questo modo di giocare sono dipese dalla qualità degli interpreti. La Spagna campione d'Europa nel 2008, aveva un centrocampo con Xavi, Iniesta e Xabi Alonso! Il Barca di Guardiola, oltre a Xavi e Iniesta aveva Busquets e, davanti, Messi e Eto'o il primo anno. Per tacere degli altri, tutti giocatori dalla tecnica raffinata. 

2. Guardiola è un difensivista mascherato.

Come Sacchi, Guardiola fa del pressing alto la sua regola aurea. L'ha dichiarato mille volte: vuole riconquistare il pallone vicino all'area avversaria. Questo non è sempre possibile. E spesso le squadre di Guardiola sono state fulminate in contropiede. La maggiore abilità di Guardiola è quella comunicativa. Il suo sguardo spiritato, ieratico, da padre del deserto, ha fatto breccia nella stampa internazionale, che poco ha evidenziato i mercati faraonici cui Guardiola ha costretto le sue società. Eppure Bayern Monaco e City non hanno vinto la Champions con lui, fermo ai due successi con il Barca, ottenuti grazie all'irripetibile generazione di calciatori di quel Barca.

3. Guardiola allena per dimostrarsi bravo.

Guardiola cambia tanto, cambia sempre. Ruoli dei suoi giocatori, distanze tra i reparti. Cambia per dimostrare di essere bravo. Come Sacchi, per fare un esempio, nell'Europeo del 1996: Italia fuori al primo turno. Perché vuole intestare a sé ogni vittoria. Perché vuole la sua firma in calce a ogni successo. Ma, il successo, pur con i migliori giocatori che lui continuamente richiede - e che qualche volta mortifica - non sempre arriva. Con lui, un talento pure come Grealish deve giocare pochi minuti spalle alla porta. Il centravanti non lo vuole, s'è inventato la storia dello spazio come centravanti. E gli hanno creduto! Ha perso la finale di Champions contro il Chelsea lo scorso anno, facendo passare Tuchel, che non lo è, per un grande allenatore.

4. Manchester City-Liverpool non è stata una grande partita.

Tanti non saranno d'accordo, ma la gara di ieri sera a me non è piaciuta. Ho vista tanta confusione. Qualità tecnica diffusa, ma tanta confusione. E verticalità solo nel Liverpool di Klopp. Molti cross per nessuno del City: succede, senza un nove di ruolo. E quello di Cancelo che ha portato al gol di Gabriel Jesus, più che un'invenzione del terzino portoghese, è stato un fuorigioco sbagliato dai Reds. Insomma, non dico che Guardiola non sia bravo - anzi è stato bravissimo a edificare il proprio mito - ma non ha inventato alcunché. Il suo è un gioco, come dicevo in premessa, di difesa altissima, sostanzialmente monocorde, interpretato da grandi giocatori e, tutto sommato, non abbastanza vincente in rapporto alle spese di mercato.


martedì 5 aprile 2022

Benfica-Liverpool 1-3, Manchester City-Atletico Madrid 1-0

Ritorna la Champions League. Nell'andata dei quarti di finale, questa sera, il Benfica ospita il Liverpool, mentre il Manchester City di Guardiola riceve l'Atletico Madrid di Simeone. 

Benfica-Liverpool 1-2:  Konaté (L), Nuñez (B), Mané (L), Diaz (L)

Troppo Liverpool per il Benfica. La squadra di Klopp ipoteca il passaggio del turno.


Manchester City-Atletico Madrid 1-0: De Bruyne (MC)

Il City passa con un gol del solito De Bruyne, il miglior centrocampista del mondo. Guardiola ad un certo punto ha fatto entrare Foden, Gabriel Jesus e Grealish, per me fortissimo. Così è facile.

giovedì 16 dicembre 2021

Aguero lascia il calcio. Il ritiro di un campione

Aritmia cardiaca e ritiro anticipato dalla scena del calcio agonistico per Aguero. Uno dei migliori centravanti degli ultimi 20 anni. Compatto, gambe fortissime, tecnico come e più di un 10 autentico, e, a dispetto dei 172 cm di statura, formidabile nel gioco aereo. Opportunista, virtuoso del dribbling, scatto secco e tiro potente. Soltanto gli infortuni e la miopia tecnica di Guardiola ne hanno limitato il rendimento negli ultimi anni. Nessuno ha segnato quanto l'asso argentino nel Manchester City, nessuno ha la sua media gol/minuti giocati in Premier League, dove ha lasciato da quarto marcatore assoluto con 184 reti, dopo Shearer, Rooney e Andy Cole. Genero di Maradona, ne aveva sposato la figlia Giannina, salvo poi separarsene, parlava, senza la medesima sapienza e il medesimo genio, va da sé, la stessa lingua calcistica del massimo calciatore di sempre. Non cosa da poco. Per ritrovare un centravanti così tecnico e non particolarmente alto, bisogna risalire a Romario, al Tostao del Brasile '70, ché altrimenti giostrava da 10, o al Meazza dell'Inter anni '30, ché in nazionale Meazza agiva da mezzala. Insomma, fuoriclasse senza se e senza ma. Aguero lascia a 33 anni, con una carriera straordinaria alle spalle, attraversata da lampi di classe purissima e giocate rimaste storiche (vedasi il gol che regalò lo scudetto al Manchester City di Mancini). Gli è mancato solo il mondiale. Per qualche infortunio suo e i noti limiti di carisma e personalità del quasi coetaneo Messi. E la Champions League, a causa dell'ego di Guardiola.

giovedì 30 settembre 2021

Champions League: 2^ giornata

Una piccola squadra moldava e nemmeno propriamente moldava, dacché fa base a Tiraspol in Transnistria, repubblica proclamatasi indipendente ma non riconosciuta dalla comunità delle Nazioni, ha terremotato il girone D della Champions League. Due successi contro Shakhtar e Real Madrid, al Bernabeu, per lo Sheriff. Pronostici sovvertiti e primo posto provvisorio. L'Inter, che nelle ultime 14 partite di Champions ne ha vinte solo 3, ha cinque punti in meno. E dovrà affrontare lo Sheriff nelle prossime due gare di Champions. 

La Juve vince, pur senza brillare, con difesa e contropiede e Chiesa, anche aiutata dal sopravvalutato tecnico del Chelsea, Tuchel, e da un Lukaku imbolsito. Il centravanti belga non sa fare reparto da solo. Era stato, nei due anni all'Inter, pur conservando limiti nelle gare importanti, aiutato dalla partenership di Lautaro. Non l'ha capito. Ieri, Lukaku è stato il peggiore in campo.

Il Barcellona invece precipita: zero punti nel proprio girone dopo due partite e indizi di crisi non reversibile. Non in questa stagione. Ieri sera il Benfica ha letteralmente dominato.

Zero punti anche per il Milan, che, però, ha giocato meglio contro Liverpool prima e Atletico Madrid poi. I rossoneri non si qualificheranno, ma tengono bene il campo.

Vittoria facile per l'Atalanta. 

Nessuno sembra forte, in quest'edizione della Champions League, quanto il Bayern Monaco, che, nello stesso girone del Barca, ha travolto la Dinamo Kiev: mattatore il solito Lewandowski.

Vince infine il Psg il "derby dei ricchi" contro il Manchester City di Guardiola. Molti si sono esaltati per il primo gol parigino di Messi, certo bello da vedere. Ma, la fase difensiva del City è stata imbarazzante: guardate i riflessi filmati. Tutti fuori posizione e due del City che rientrano camminando. Il "guardiolismo".

venerdì 27 agosto 2021

Cristiano Ronaldo via dalla Juve: fa bene

Il capocannoniere di sempre della Champions League nella squadra con minor vocazione europea. Fu un errore dell'asso portoghese andare alla Juve. Tre anni e 90 milioni dopo, Cr7 l'ha capito. E se ne va. Al City di Guardiola. Che ultimamente le Champions è bravo a perderle. Comunque sempre meglio della Juve. Magari non sembra, ma la mia è una valutazione meramente tecnica e storica. *Aggiornamento del 27 agosto 2021: non al City, sempre a Manchester, ma allo United. Che lasciò nel 2009 per trasferirsi a Madrid. Proprio non sopportava più l'idea di giocare per la Juve, Cristiano Ronaldo. 

sabato 29 maggio 2021

Manchester City-Chelsea 0-1: Havertz

È un gol dell'asso tedesco Havertz a regalare al Chelsea la Champions League contro il Manchester City del sopravvalutato Guardiola. Che schiera una formazione iniziale priva di senso. Quando imparerà che il centravanti serve? Ha fatto spendere alle sue squadre, negli ultimi dieci anni, vagonate di soldi, ma la Champions League non l'ha più vinta. Il subentrato Kovacic, grande giocatore, si è annesso la sua quarta Champions League, dopo le tre conquistate con il Real Madrid. Il doppio di quelle vinte dalla Juve. Sempre per la cronaca. 

martedì 4 maggio 2021

Manchester City - PSG: 2-0. Mahrez (2)

Stasera, Manchester, ore 21:00 in Italia, andrà in scena la semifinale di ritorno tra Manchester City e PSG. Inglesi favoriti dal 2-1 esterno dell'andata. Guardiola non ha più giocato una finale di Champions League, da quando ha lasciato il Barcellona. Sebbene abbia allenato, poi, Bayern Monaco e, appunto, Manchester City. Sebbene gli siano state permesse campagne acquisti multimilionarie. Sebbene seguiti ad essere considerato il miglior allenatore del mondo. Nella gara d'andata, i due gol inglesi furono il frutto di due errori individuali del PSG. Mbappé non è detto che giochi. 

La cronaca. 

Mbappé non ce la fa, gioca Icardi, costantemente ignorato da Neymar e Di Maria, che si ostinano a tirare addosso agli avversari. Passa il City in contropiede: segna Mahrez. Che raddoppia nella ripresa subito dopo l'uscita di Icardi. City in finale. Pochettino, Neymar e Di Maria, anche espulso, sono i responsabili dell'eliminazione del PSG. Non si è visto il gran gioco di Guardiola che i suoi pretoriani gli attribuiscono. Anzi: difesa e contropiede, con Fernandinho novello Furino. Ma, tanto è bastato. Mi ha deluso moltissimo Neymar, di cui pure ho sempre apprezzato il talento. Ha giocato in modo egoista e immaturo. Da perdente. Ha perso.



martedì 9 aprile 2019

Tottenham-Manchester City 1-0: Son

Champions League: quarti di finale


Vittoria del Tottenham sul celebrato Manchester City di Guardiola: perché si veste, con tutti i soldi che guadagna, come un pastore armeno? Con tutto il rispetto per i pastori armeni, beninteso. Decide un gol del sudcoreano Son: ce l'avesse l'Inter un'ala del genere! Uscito anzitempo Harry Kane, vittima di un pestone.  Qualificazione aperta. Ma ogni sconfitta del tiki-taka, per me, è una vittoria.

giovedì 18 gennaio 2018

Ronaldinho si ritira: la sua carriera in 10 punti

Ronaldinho lascia il calcio. E ci sta, classe 1980, 38 anni da compiere, da un paio di lustri l'asso brasiliano aveva fatto un passo laterale rispetto al grande calcio, lampi di classe e prodezze distillati con crescente parsimonia. Epperò è stato uno dei migliori giocatori della storia, un 10 straordinario. Provo a raccontare la sua carriera, condita da 331 gol ed un'infinità di assist meravigliosi, in dieci punti.


  1. Forte da subito, si rivela durante la Coppa America del 1999, che il Brasile, con Ronaldo e Rivaldo e Roberto Carlos, vince. Ronaldinho resta ancora al Gremio, in patria, per una stagione.
  2. Nel 2001 approda al Psg. E non si può dire che brilli sempre. In un campionato, peraltro, non troppo competitivo. La leggenda vuole che i parigini insistano per avere Recoba in cambio di Ronaldinho. Non è così. O meglio, a Parigi Recoba è stimato. Ma, Moratti li vorrbbe entrambi, assieme. E' Cuper, all'esito della stagione 2002/03, a rifiutare Ronaldinho. Pare che dica: "dove lo metto?". Cuper verrà esonerato pochi mesi dopo. Ronaldinho finisce al Barcellona.
  3. Nel mezzo, ai mondiali nippo-coreani del 2002, Ronaldinho si laurea campione del mondo, segna due gol. Ronaldo è capocannoniere con 8 gol, Rivaldo ne segna 5. Ronaldinho parte da destra, posizione che ama poco.
  4. Nel 2003, si diceva, arriva al Barca. Ed esplode. E' un dieci atipico. Un fantasista laterale. Che parte da sinistra e si accentra. Scattante, inarrestabile in progressione, dribbling fulmineo, declinato in mille varianti, con l'eccellenza dell'elastico. Raggiunge l'apice del rendimento in un clasico autunnale del 2005: doppietta al Bernabeu, che deve tributargli un omaggio innaturale.
  5. Nel 2006, regala la seconda Champions della storia al Barcellona, ma, ai mondiali di Germania delude, coinvolto nel fallimento del quadrilatero: Ronaldo, Adriano, Ronaldinho, appunto, e Kakà. Si salva solo Ronaldo.
  6. Comincia, a 26 anni, un lento declino. Più agonistico che altro. Nel 2008 lascia il Barca, perché Guardiola vuole talenti applicati ai suoi schemi e perché è già esploso Messi, ed approda al Milan.
  7. In Italia, la classe è inalterata, ma in campo cammina. Il meglio lo fa da fermo, perché il suo piede destro ha una sensibilità unica.
  8. Perde dopo un poco la nazionale. Negli ultimi sette anni, cambia spesso squadra. Gli assolo non mancano. Ma, il calcio che conta si allontana.
  9. Il Ronaldinho degli anni 2003-2006 regge il confronto con tutti i migliori giocatori del mondo di sempre. Il suo repertorio di dribbling e di finte, unito ad una notevole complessione atletica nei periodi di miglior forma, ha pochi, pochissimi, riscontri.
  10. Ha fatto grandi cose in carriera. Ma, la sua carriera ad alti livelli, soprattutto osservata in rapporto al talento, è durata troppo poco.

domenica 11 dicembre 2016

Lezione di Ranieri a Guardiola: Leicester-Manchester City 4-2. Tripletta di Vardy

Perde il possesso palla e perdono i miliardi. Il Leicester di Ranieri batte 4-2 il Manchester City di Guardiola. Tripletta di Vardy e buonanotte ai soloni del bel gioco fine a se stesso.

giovedì 7 maggio 2015

Messi sopravvalutato: tutti gli errori di Guardiola e del Bayern

Boateng ha commesso un errore da dilettante, il campo stava finendo, basta indietreggiare ancora, magari proteggendo un'uscita cauta di Neuer, invece ha abboccato ad una mezza finta e perso l'equilibrio. Altro che gran gol di Messi. Detto questo, gli infortunati del Bayern Monaco erano tanti ed in ruoli chiave, Ribery e Robben non sono sostituibili, non soltanto per qualità tecniche, ma anche per carisma e personalità. Però, Guardiola c'ha messo del suo. Lahm a centrocampo è uno spreco. Veloce e reattivo, era il solo ad avere il passo per contrastare efficacemente Messi. Guardiola, però, non ama le marcature fisse. Ed ecco il risultato. Quanto meno, partendo Messi largo a destra, avrebbe potuto schierare Lahm da terzino sinistro. L'argentino avrebbe sofferto, c'è da scommetterci. Con la difesa del Bayern, alta, slegata e modesta nei singoli interpreti, avrebbe affondato anche Alvarez, sì, quello dell'Inter attualmente in prestito oltremanica.