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giovedì 17 dicembre 2015

Montella quarta sconfitta in cinque partite: vince il Milan e vola ai quarti di Coppa Italia

Che errore avere esonerato Zenga! Montella infila la quarta sconfitta in cinque partite, l'altra è finita in pareggio. A Marassi, ottavi di Coppa Italia, il Milan vince 2-0, con gol di Niang e Bacca. Ferrero si sarà pentito di aver sostituito Zenga con Montella alla guida della Sampdoria?

domenica 6 dicembre 2015

Montella zero punti dopo tre partite, torna Zenga? Ferrero nervosissimo in tribuna

Infausto l'esonero di Zenga, che stava guidando la Sampdoria ad un onorevole campionato di mezza classifica. Il subentrato Montella ha perso, e male, tre partite su tre. Quella odierno contro il Sassuolo è stata vera e propria disfatta. Ed ora la Sampdoria naviga nelle acque limacciose della zona retrocessione. Ferrero ha preso una cantonata. Nervosissimo ha fatto avanti e indietro dalla tribuna: farà mea culpa pubblicamente? Stasera Montella o si dimette o viene esonerato. Che torni Zenga? Cassano ha corso più oggi che negli ultimi cinque anni. Montella è stato scelta anche per accontentare lui, che con Zenga giocava poco. 

sabato 28 novembre 2015

Montella zero punti in due partite: che errore l'esonero di Zenga

Milan batte Sampdoria 4 - 1. Montella resta a zero punti dopo due partite. Nessuna scossa, anzi. La Sampdoria ha sbagliato ad esonerare Zenga. I fatti si incaricheranno di dimostrarlo. 

domenica 22 novembre 2015

Montella sconfitto all'esordio: prevedibile e previsto

Svolta tecnica, grande allenatore, Cassano contento, Ferrero pure. Avrà vinto allora la Sampdoria? No, no, sconfitta contro l'Udinese. Però vuoi mettere Montella con Zenga! Sì meglio Zenga e senza dubbio.

venerdì 13 novembre 2015

Buffon (#Buffon) sopravvalutato: ha subito 142 gol in 170 partite in nazionale. Zenga miglior portiere della storia della nazionale italiana

Altri tre gol stasera contro il Belgio, peraltro forte, e Buffon vede salire a 126 gol il bottino delle reti subite in nazionale, alla media non edificante di 0,82 a partita. Zenga, ne subì appena 21 in 58 partite, alla media di appena 0,36 gol a partita. Sempre in nazionale. Senza farla troppo lunga, a nessuno sorge il dubbio che Buffon sia sopravvalutato? #Buffonritirati
Tornando alla nazionale italiana, considerati i portieri che abbiano messo assieme almeno 20 presenze, Zenga risulta di gran lunga il meno battuto. Segue classifica:

  1. Zenga 0,36 gol a partita: 21 gol subiti in 58 partite
  2. Toldo 0,53 gol a partita: 15 gol subiti in 28 partite 
  3. Peruzzi 0,54 gol a partita: 17 gol subiti in 31 partite 
  4. Pagliuca 0,69 gol a partita: 27 gol subiti in 39 partite
  5. Zoff 0,75 gol a partita: 84 gol subiti in 112 partite
  6. Albertosi 0,79 gol a partita: 27 gol subiti in 34 partite
  7. Buffon 0,84 gol a partita: 142 gol subiti in 170 partite
  8. Bordon 0,90 gol a partita: 20 gol subiti in 22 partite
  9. Olivieri 1,16 gol a partita: 28 gol subiti in 24 partite
  10. Combi 1,38 gol a partita: 65 gol subiti in 47 partite

*Aggiornamento del 23 novembre 2015: cambia poco, ma Buffon contro la Romania ha subito un altro gol, sicché aggiorno il titolo del post e la classifica di conseguenza.
*Aggiorammento del 06 ottobre 2016: papera clamorosa contro la Spagna e Buffon sale a 137 gol subiti in 164 partite. Questa sì che è stata un'uscita a vuoto, altro che quella di Zenga contro Caniggia ad Italia '90.
*Aggiornamento del 12 ottobre 2016: i due gol beccati dalla Macedonia portano Buffon a 139 gol subìti in 165 partite.
*Aggiornamento del 04 settembre 2017: grave errore sulla punizione di Isco, nel 3-0 rimediato dall'Italia al Bernabeu contro la Spagna, Buffon, che ha mostrato molte altre incertezze, ha subito 142 gol in 170 partite.

lunedì 9 novembre 2015

Esonerato Zenga? Sarebbe un errore grottesco

Perché mai esonerare Zenga? Ci sarebbe un vertice, dice la stampa che sa, va beh, il linguaggio militare ricorre spesso nel periodare dei militi esenti. Ma, vertice di che? Per decidere che? Per esonerare Zenga, che pure, come allenatore della Sampdoria sta facendo bene la sua parte. Non mi pare, soprattutto tra difesa e centrocampo, che possa contare su grandi interpreti. Non mi pare che i 16 punti raccolti finora in campionato siano pochi. Però, al vertice, vogliono esonerarlo. Fini intenditori, strateghi? Il vertice del non senso. 

domenica 4 ottobre 2015

Sampdoria - Inter: 1-1. A Muriel risponde Perisic

Primo tempo equilibrato, ma è la Sampdoria ad andare più vicina alla rete con Correa, provvisto di grandi mezzi tecnici e di altrettanta velocità. Guarin e Kondogbia, bravo nello stretto in fase di possesso, fanno poco filtro, cosicché il contropiede blucerchiato è sempre insidioso. Muriel segna e potrebbe raddoppiare a più riprese: troppo veloce il colombiano. Icardi assente dal gioco fin quando su palla buttata in mezzo da Santon prima tira poi serve Perisic sul secondo palo e gol del pareggio. Il risultato non cambia. Bravo Zenga, la sua squadra gioca bene. L'Inter ritrova, per ora, la testa della classifica.

sabato 3 ottobre 2015

Zenga contro Mancini: ecco Sampdoria - Inter

Entrambe reduci da una sconfitta, Sampdoria ed Inter si sfidano questo pomeriggio in una partita quanto mai incerta. Sia Zenga che Mancini affronteranno il loro passato. Probabile esordio di Cassano dal primo minuto. 

lunedì 24 agosto 2015

Falsa partenza di Juve, Milan e Napoli

La Juve è più debole e la sconfitta rimediata contro l'Udinese aggiunge poco all'idea che il lungo dominio bianconero sia ormai finito. Pirlo, Vidal e Tevez non sono stati sostituiti e non erano sostituibili. Cuadrado, in arrivo, conferirà più imprevedibilità alla fase offensiva, forse verrà anche qualche altro rinforzo. Cosi com'è, però, questa Juve non è granché. Il Milan travolto a Firenze, torna ad affidarsi a Balotelli. Che per essere forte è forte, si tratta di capire quanta voglia avrà di rimettersi in gioco, appoggiandosi alla solida esperienza di Mihailovic. Allenare in una grande piazza è più difficile e Sarri lo sta imparando a proprie spese. Il Napoli ha perso male contro il Sassuolo. Bene la Lazio, che da anni si rinforza spendendo poco, e la Sampdoria di Zenga, che meriterebbe maggior considerazione di quanta ne abbia ricevuto fino ad ora.

sabato 22 agosto 2015

Parte la serie A 2015/2016

E' di nuovo campionato. Parte fra poco la serie A 2015/16, con l'anticipo Verona - Roma, nella quale ultima, per la prima volta, Totti ha un ruolo di comprimario, per quanto di lusso. Ma, vedrete che alla fine giocherà parecchio. La Juve, via Vidal, Pirlo e Tevez, mi pare indebolita. Mandzukic non mi pare decisivo, mentre Dybala è destinato ad una grande carriera. Sicché la Roma si è avvicinata ai bianconeri, lo scudetto se lo giocheranno loro. Il Milan di Mihailovic farà da terzo incomodo. Poi, lotta aperta a Napoli, Lazio, Fiorentina ed Inter, privata del suo maggior talento, Kovacic. Sono curioso di vedere cosa combinerà la Sampdoria del condottiero Zenga, che proverà a rilanciare il talento bizzoso ma indiscutibile di Cassano. 

lunedì 29 giugno 2015

Zenga, Cassano e Balotelli

Magari non succederà. Però, la possibilità che Cassano e Balotelli si accasino alla Sampdoria allenata da Walter Zenga merita una riflessione. Cassano e Balotelli sono due noti dissipatori di talento, che pure possiedono in abbondanza, la vera causa della loro prodigalità. Due temperamenti difficili, più solare il primo, più ombroso il secondo. Entrambi refrattari alle regole, se c'è un allenatore che saprebbe cavare il meglio dalla loro scorbutica incostanza, questi è Zenga. Campione grandissimo e sopra le righe, condottiero e uomo di mondo. Zenga, Cassano e Balotelli, se mai sarà, sarebbe una scommessa vincente. Stiamo a vedere.

martedì 28 aprile 2015

Walter Zenga compie 55 anni: la leggenda di un portiere inimitabile

Nessuno, da quando seguo il calcio, ha mai mostrato identica reattività tra i pali, identica plasticità nei tuffi, identica, innaturale, forza nel colpo di reni. Uno dei più straordinari portieri della storia del calcio, bandiera nerazzurra, Walter Zenga compie oggi 55 anni. Dovrebbe trovarsi sulla panchina dell'Inter. Dove siede invece Mancini. Pettinarsi continuamente pare che sia importante nel calcio di oggi.

martedì 25 novembre 2014

Zenga non sbagliò sul gol di Caniggia ad Italia '90

Storia della colonna infame sportiva. Ecco, avrebbe dovuto essere questo il titolo più o meno manzoniano del post. Ma, insomma, per semplificare, si dirà che Zenga non sbagliò nelle semifinali mondiali del 1990 contro l'Argentina, che il gol di Caniggia fu un errore di squadra e dei difensori e non di Zenga. Donadoni, sfiatato, perde palla goffamente sulla trequarti avversaria, anzi propriamente la regala. Parte un contropiede manovrato dell'Argentina, palla a Maradona metà campo, triangolo, palla a Troglio, cross e palla, strana, bizzarra, soprattutto bassa, bassa come Caniggia, vicino all'area piccola, Ferri non interviene, Baresi nemmeno, se Zenga restasse in porta, la zuccata di Caniggia verso il palo lontano finirebbe in porta comunque. Zenga esce, ma la palla è bassa, bassa come Caniggia. E la palla finisce in porta. Ci sarebbe finita comunque. Eppure la storia verrà raccontata così: errore di Zenga, Italia eliminata. Non si parlerà invece di un contropiede che mai sarebbe dovuto partire, di un centrocampo azzurro che non contrasta gli argentini, di Baresi e Ferri che nemmeno riescono ad assestare una spallata di gioco a Caniggia. Né si parlerà degli errori precedenti di Vialli, paragonabili soltanto a quelli di Del Piero ad Euro 2000 contro la Francia. Non si parlerà dei rigori oratoriali calciati da Serena e Donadoni. Non si parlerà dei cambi sbagliati da Vicini, che tira fuori un rigorista scelto come Giannini, che esclude dall'inizio un Berti in grande forma, per schierare De Agostini che si pesta i piedi con Maldini. Di tutto questo non si parlerà. Perché c'è il capro espiatorio. Zenga. E la sua uscita improvvida. Che improvvida fu. Ma, soltanto per lui. Quella palla, bassa come Caniggia, finita sulla testa di Caniggia, che era basso come quella palla, in porta ci sarebbe finita comunque, anche se Zenga non fosse uscito. Uno studio appena scientifico di quella traiettoria lo dimostrerebbe. Storia di una colonna infame sportiva. Zenga non sbagliò. Non fu sua la colpa se la nazionale italiana più forte degli ultimi 40 anni, dopo quella del 1982, mai sconfitta nei tempi regolamentari, non vinse quel mondiale delle notti magiche.

venerdì 14 novembre 2014

Clamorosa svolta all'Inter: via subito Mazzarri, arriva Mancini, che ha battuto la concorrenza di Zenga. Mancini in panchina nel derby

Manca l'annuncio ufficiale. Sicché si tratta ancora di notizia ufficiosa, di indiscrezione, di rumor. Tuttavia, pare proprio che l'avventura di Mazzarri all'Inter sia finita. Torna Roberto Mancini, dopo il burrascoso addio del 2008. Nel derby sulla panchina dell'Inter ci sarà Mancini. Che avrebbe battuto la concorrenza di Walter Zenga, in lizza fino all'ultimo per la sostituzione di Mazzarri. Peccato, perché Zenga avrebbe meritato più di tutti quel posto così congeniale alla sua storia, al suo carisma ed alla sua anima di condottiero. Dico subito e chiaro che quella di Mancini non mi pare una grande trovata. Ha vinto quando l'Inter era troppo più forte delle altre in Italia, fallendo sempre in Europa. Non so perché Thohir si sia deciso così improvvisamente. Mazzarri aveva fatto il suo tempo, Mancini, però, non mi sembra la soluzione per uscire dalla crisi. Spero, ca va sans dire, di sbagliarmi. E, comunque, io tifavo per Zenga.
* Aggiornamento: è arrivata anche l'ufficialità, con comunicato apparso sul sito dell'Inter, soltanto però circa l'esonero di Mazzarri. La seduta di allenamento del pomeriggio sarà affidata a Beppe Baresi.

lunedì 6 ottobre 2014

Inter: via Mazzarri. Ci vuole Zenga

I risultati sono pessimi ed è un fatto noto. Tuttavia, la ragione per la quale Mazzarri va esonerato è da ricercare nella maschera rassegnata che il tecnico toscano ha mostrato in campo e dopo la partita, davanti alle telecamere. Non sa più, e l'ha persino ammesso, cosa fare, come raddrizzare la situazione, come riprendere le redini di una squadra impaurita, stanca, seduta. Le dichiarazioni di Mazzarri di ieri sera sono la prova che occorre un cambio immediato nella guida tecnica della squadra. Che sembrava solida fino ad otto giorni fa e che ora rischia di precipitare in classifica. Non so dire cosa possa essere accaduto. Ma, la crisi è aperta. E Mazzarri, apparso davvero provato, non è in grado di uscirne. Esonerato Mazzarri, si pensi finalmente ad un tecnico di grande personalità. Io faccio il solito nome: Zenga. Con i limiti tecnici che ci sono, perché ci sono, il carattere può fare la differenza. Thohir, invece, mi pare che abbia le idee confuse e ragiona di rinforzi a gennaio, di un altro centrocampista di qualità da affiancare a Kovacic ed Hernanes. No, già i due faticano a giocare assieme, occorre semmai un centrocampista dinamico, considerato che Medel, che secondo me è forte, tiene soprattutto la posizione, e che M'Vila è lentissimo. Il centrocampo andrebbe innervato con un assaltatore alla Nainggolan.

venerdì 13 giugno 2014

La Spagna si squaglia. Vittoria dell'Olanda per 5-1

Doppietta di Van Persie, doppietta di Robben, 5-1 alla fine ed il punteggio avrebbe persino potuto essere più pesante per gli spagnoli, cui nessun contributo ha recato la forzata naturalizzazione del brasiliano Diego Costa, "O Ramarro". Una batosta per l'albagia spagnola. La fine del mito iberico che era divenuto insopportabile negli ultimi anni. Al fraseggio stanco degli avversari, l'Olanda ha risposto con lanci precisi ed accelerazioni fulminanti. Altro che gioco, possesso ed intensità. Di questo lasciamo che siano Sacchi e Pistocchi a parlare. Una curiosità: il primo gol di Van Persie ha messo fine all'imbattibilità mondiale di Casillas, cominciata nelle ultime partite del mondiale 2010, dopo 443 minuti. Resiste, perciò, il primato di Walter Zenga, imbattuto per 517 minuti ad Italia '90.

lunedì 26 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 15^ puntata (Italia '90, vince la Germania Ovest)

Dopo 56 anni, l'Italia torna ad ospitare i mondiali dopo quelli, peraltro stravinti, del 1934. L'Italia di Vicini, reduce dalle semifinali agli Europei del 1988 in Germania Ovest, ha i gradi di favorita, assieme alla stessa Germania ed all'Olanda di Van Basten, Gullit e Rijkard. L'inzio, però, è stentato. Vittoria sofferta contro l'Austria. Vialli è travolto dalle attese, il suo compagno d'attacco Carnevale capisce cosa significhi giocare senza Maradona alle spalle e ci vuole il subentrato Schillaci a rompere il ghiaccio con un gol di testa. Ne segnerà altri cinque e diverrà il capocannoniere di Italia '90, dei mondiali delle notti magiche come recita il titolo di una gettonatissima canzone cantata da Bennato e dalla Nannini. Contro gli Usa, seconda partita del girone, Vialli sbaglia un rigore prima di infortunarsi più o meno diplomaticamente. L'Italia vince con uno strepitoso gol del suo regista Giannini davanti ad uno stadio Olimpico festante. Contro la Cecoslovacchia ancora Schillaci e, finalmente accantonato Vialli, Roberto Baggio il grande. Parte da sinistra, scambia con Giannini, salta due avversari, e calcia con finta sapiente sul palo del portiere. Il mondo scopre il talento purissimo di un genio assoluto del calcio: in lui, Brera rivede i guizzi di Meazza. L'Italia avanza anche agli ottavi, battuto l'Uruguay con gol di Schillaci e di Aldo Serena, ed ai quarti, superata l'Irlanda ancora con Schillaci. In semifinale, l'Italia lascia Roma per giocare a Napoli contro l'Argentina di Maradona, che di Napoli è il re, gli hanno intonato canzoni, dedicato statue e finisce che i tre quarti del pubblico tifino Argentina piuttosto che Italia. L'Albiceleste, tolto l'immenso Maradona è poca cosa. Si salvano Burruchaga, che non è più saettante come in Messico, il libero Ruggeri, e l'attaccante "belli capelli" Caniggia. Vicini rispolvera Vialli e lascia in panchina Baggio: errore sesquipedale. L'Italia va in vantaggio ancora con Schillaci, ma Caniggia pareggia nella ripresa. La vulgata incompetente vuole Zenga responsabile di quel gol ed addirittura dell'eliminazione che seguirà. Una volta per tutte, Caniggia indirizza di testa all'angolino appena dentro l'area piccola. Se anche Zenga non fosse uscito, la palla sarebbe probabilmente entrata comunque. Peraltro, Caniggia viene lasciato colpire dallo stopper Ferri e non viene contrastato dal libero Franco Baresi, tutti campionissimi, che con Bergomi, capitano, e Maldini terzino sinistro, formano la difesa più forte che una nazionale italiana abbia mai schierato. Quello è il primo gol che Zenga subisce ai mondiali, dopo un primato d'imbattibilità che ancora resiste nella Coppa del mondo di calcio. Detto questo il tempo per recuperare ci sarebbe, ma Vicini non riesce a trasmettere la giusta carica ai suoi. Seguono supplementari e rigori. L'Italia viene eliminata, come accadrà anche quattro ed otto anni dopo. Nell'altra semifinale, sempre ai rigori, passa la Germania Ovest, capitanata da Matthaeus contro l'Inghilterra di uno strepitoso Gascoigne. In finale, sarà un rigore di Brehme ad assegnare alla Germania Ovest il terzo mondiale della sua storia. Seconda l'Argentina di Maradona, terza l'Italia che batte l'Inghilterra nella finale per il terzo posto. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata, 14^ puntata)

lunedì 20 maggio 2013

Moratti sta decidendo: via Stramaccioni, arriva Mazzarri. O Zenga

La figuraccia contro l'Udinese, e quando mai l'Inter aveva preso cinque gol al Meazza!, pare abbia vinto la riluttanza di Moratti. Stramaccioni via dall'Inter, è questione di ore. Con Mazzarri in pole position per la panchina nerazzurra. L'ex tecnico del Napoli ha competenza, esperienza e carisma per guidare la rifondazione. I tifosi interisti, però, con molte ragioni, sognano il ritorno di Walter Zenga, simbolo dell'Inter quanto altri mai. Si vedrà. Ora, ciò che importa è che Stramaccioni, che ha portato l'Inter ad uno dei punti più bassi della sua storia, vada via. Esonero subito!

mercoledì 15 maggio 2013

Mazzarri è meglio di Stramaccioni. Almeno 500 allenatori italiani farebbero meglio di Stramaccioni.

Magari Mazzarri all'Inter. Non incarna il mio ideale di allenatore, come Mourinho o come, per altre ragioni, Zenga. Ma, insomma, non c'è confronto, per esperienza, conoscenza del gioco, strategia, tattica e carisma. Mazzarri vince di dieci biciclette, la dico così, perché si sta correndo il Giro d'Italia. Insomma, venga Mazzarri, venga Zenga. Venga uno dei tanti bravi allenatori italiani. Se ne vada Stramaccioni. Primatista di sconfitte nerazzurre: 15 in campionato in questa balorda stagione. Moratti decida presto!

lunedì 29 aprile 2013

Stramaccioni esonerato? Inter sconfitta anche a Palermo, dove salta il tendine d'Achille di Zanetti

Goffa respinta di Silvestre, che rinverdisce la tradizione dei fratelli Paganin e di Sorondo, la palla arriva appena fuori dell'area ed Ilicic, più libero che mai, beffa Handanovic con un sinistro piazzato. La partita dell'Inter finisce qui. Dopo dieci minuti dal via. Poi, si fa male Saverio Zanetti, rottura del tendine d'Achille per lui, e tutti a piangere. Ora, intendiamoci bene, dispiace per il capitano dell'Inter, ma che si debba parlare di un suo ritorno in campo, questo mi pare troppo. Alla soglia dei 40 anni, dopo cinque scudetti, 4 sul campo, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Champions ed un mondiale per club, il primato di presenze in maglia nerazzurra, non sarebbe arrivata l'ora di dire basta? Il brutto incidente di ieri è anche figlio di un'usura atletica, che in tanti avevamo notato. Prenda atto Zanetti del tempo che è passato, anche perché "fata volentes ducunt, nolentes trahunt". Bisogna voltare pagina, Zanetti può passare al ruolo dirigenziale, Stramaccioni, invece, che merita da mesi l'esonero, può cominciare a cercarsi un'altra squadra. La sua Inter pratica un calcio bruttissimo e, come dimostra la tredicesima sconfitta maturata ieri in campionato, assai poco redditizio. Ha fallito tutti gli obiettivi della stagione. Stramaccioni esonerato! Arrivi Zenga!