Nel 1968, Vittorio Adorni aveva già 31 anni. Due anni dopo avrebbe smesso con il ciclismo. Restava un corridore molto competitivo e correva nella stessa squadra del campionissimo per eccellenza, già lo era o stava per diventarlo, il belga Eddy Merckx. Adorni in quel 1968, l'anno delle contestazioni che sconvolsero e cambiarono per sempre la storia d'Italia, era stato quinto alla Vuelta e secondo al Giro, proprio dietro a Merckx. Era già stato protagonisti ai mondiali: nel 1964, in Francia, Sallanches, era giunto secondo, allo sprint, dietro all'olandese Janssen e davanti al beniamino di casa Poulidor. Ai mondiali di Imola 1968, Adorni non era indicato tra i favoriti. L'italia si affidava piuttosto a Gimondi per contenere lo strapotere di Merckx. Ma, sorretto da una straordinaria condizione, Adorni andò presto in fuga con i migliori e, poi, per conto proprio, compiendo un'impresa solitaria che gli permise di vincere il campionato del mondo con 9'50" sul belga Van Springel e 10'18" sul compagno di nazionale Michele Dancelli e poi arrivarono Bitossi, Taccone e Gimondi. I 90 km di fuga solinga di Adorni sono una delle pagine più belle del ciclismo moderno. Poche volte la nazionale italiana di ciclismo su strada è stata così forte: cinque azzurri tra i primi sei classificati. Dopo 52 anni, domenica 27 settembre, il mondiale torna ad Imola!
Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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venerdì 25 settembre 2020
mercoledì 23 settembre 2020
I migliori ciclisti britannici della storia: comanda Froome
Propongo una classifica a punti dei migliori ciclisti britannici della storia. Primo è risultato, per distacco, il grande Chris Froome. Classifica aggiornata al 21 ottobre 2024.
- Tour de France:
1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti
- Giro d'Italia:
- Vuelta a Espana:
- Campionato del mondo:
- Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:
- Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):
1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti
- Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia, UAE Tour):
1. 40 punti
- Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia):
- Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)
- Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour)
- Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):
per ogni vittoria al Tour: 15 punti
per ogni vittoria al Giro: 12 punti
per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti
martedì 22 settembre 2020
Mondiali di ciclismo Imola 2020: i favoriti
Domenica 27 settembre 2020, sul durissimo percorso di Imola, si svolgeranno i mondiali di ciclismo su strada. Avvantaggiati, almeno sulla carta, i corridori usciti dal Tour de France, anche quelli con poca esperienza ma molto coraggio come Hirsci e Kragh Andersen. C'è un favorito principe, secondo me: Alaphilippe. Poi, Van Aert, che però ha lavorato tantissimo per Roglic al Tour. L'Italia si affida a Nibali e ad Ulissi, ma ha poche speranze. Ecco il borsino dei favoriti.
- Alaphilippe *****
- Van Aert ****
- Fuglsang ***
- Pogacar ***
- Roglic **
- Hirschi **
- Van der Poel **
- Kragh Andersen **
- Nibali *
- Kwiatkowski *
lunedì 21 settembre 2020
Giro d'Italia 2020: i favoriti, da Nibali a Thomas a Simon Yates
Giro d'Italia autunnale, l'ossimoro c'è, ma va così. Ecco il borsino dei favoriti. Mancherà, purtroppo, l'asso belga Evenepoel, ancora infortunato. Nibali vorrebbe il tris, di contro c'è la regola non scritta del ciclismo: nessuno, compiuti i 35 anni, ha mai vinto un Grande Giro, con l'eccezione di Horner ,ultraquarantenne!, alla Vuelta 2013, dove precedette proprio Nibali. Che va per i 36. Anche Thomas e Kruijswijk non sono di primo pelo: 34 anni il gallese, 33 anni l'olandese.
Simon Yates ****- Vincenzo Nibali ***
- Geraint Thomas ***
- Steven Kruijswijk ***
- Rafael Majka **
Alexander Vlasov *- Jakob Fuglsang *
- Zakarin *
Toud de France 2020: le pagelle. Da Pogacar a Van Aert
Il Tour de France 2020 è finito in gloria per il giovane sloveno Tadej Pogacar, dato tra i favoriti alla vigilia, anche da chi scrive, ma non in posizione eminente. Altri erano ben più accreditati di lui. E invece è giunto il suo successo, meritato e illustrato dalla conquista di tre tappe, dalla corsa solitaria contro squadre più solide e attrezzate e da un coraggio, quasi guascone, che ha impressionato. Ora sono cominciate le chiacchiere sui suoi mentori, a cominciare dallo svizzero Gianetti. Che dire? Per me è un talento autentico. Spero di non sbagliare. Ecco le pagelle della Grande Boucle.
- Pogacar: voto 10 cum laude. Per quanto detto sopra, ha vinto in modo netto e spettacolare.
- Roglic: voto 7,5. Scortato da una vera e propria corazzata, tanto che nelle salite difficili aveva tre o quattro compagni, qualche volta cinque, fino agli ultimi 3 km, il giorno della cronometro aveva nel volto il segno della sconfitta. Tirato, ombroso. Non ha retto la pressione. Troppo grave il ritardo da Pogacar a la Planche Des Belles Filles.
- Richie Porte: voto 8. Tanta sfortuna in precedenti corse a tappe, l'australiano ha corso bene e suggellato, grazie ad una bella cronometro, il primo podio in un Grande Giro. Meglio tardi che mai.
- Thibaut Pinot: voto 6. Di stima e d'affetto, perché è dal 2012 che lo considero predestinato alla vittoria del Tour. Come al Giro 2018 e al Tour 2019, la sfortuna si accanisce su di lui. Cade a Nizza e poi è un calvario. Ma porta a termine la corsa, chiudendo ventinovesimo. Tenace.
- Sagan: voto 4,5. Gli sfugge la maglia verde, peraltro sopravvalutata. Non vince un solo sprint. Farebbe bene a perdere peso e a tornare l'improvvisatore che conoscevamo. Deve rigenerarsi.
- Sam Bennett: voto 7. l'irlandese, a quasi 30 anni, con Caleb Ewan, è un velocista di grande affidabilità. Maturato.
- Wout Van Aert: voto 9. Ha tirato in montagna per Roglic in modo impressionante. Ha vinto due volate in modo imperiale. E prima aveva conquistato Strade Bianche e Sanremo. Comincio a pensare che potrebbe lottare anche per vincere un Grande Giro, l'asso belga. Dominante.
- Damiano Caruso: voto 7. Con il decimo posto in questo Tour, Caruso, può dire di essere arrivato tra i primi 10 della generale in tutti i tre Grandi Giri. Costante.
- Mikel Landa: voto 6,5. Tutti a tirare per lui e lui si stacca. Questa è l'immagine del campione iberico, perché campione lo è. Ha più classe di tanti altri, ma non sa trasformarla in risultati. Il quarto posto è un contentino.
Ricominciata la Serie A
Ricominciata la Serie A di calcio. Senza grandi sorprese, per ora, con il Milan che giocherà fra qualche ora, e l'Inter che salta il primo turno: recupererà più avanti. La Juve di Pirlo, che la stampa nazionale tratta alla stregua di un taumaturgo, ha avuto facilmente ragione di una Samp dimessa, avversario troppo arrendevole per trarne conclusioni. Vittoria del Napoli, che in avanti è forte. Vittoria della Fiorentina, pareggio per la Roma. Troppo brevi le vacanze. Ancora fresco il ricordo del campionato terminato il 3 agosto. Sono tempi insoliti e bisogna rassegnarcisi. Il calciomercato è tuttora aperto. Insomma, non è che ci si capisca granché.
domenica 20 settembre 2020
TDF 2020: a Parigi vince Sam Bennett
Ancora fortissima l'impressione lasciata dalla rimonta nella cronometro di Planche Des Belles Filles, che ieri ha permesso a Pogacar di conquistare la maglia gialla e vince il Tour de France 2020 a quasi 22 anni: il più giovane della storia dopo il francese Cornet che, nel 1904, si aggiudicò la seconda edizione della Grande Boucle a nemmeno 20 anni. Oggi passerella finale a Parigi, con tradizionale arrivo sugli Champs Elysees.
La cronaca.
sabato 19 settembre 2020
Pogacar ha vinto il Tour de France 2020. Impresa del ventunenne sloveno a La Planche des Belles Filles
Ventesima e penultima tappa del Tour de France 2020, da Lure a La Planche Des Belles Filles, cronometro individuale di 36,2 km, gli ultimi sei in costante ascesa. Roglic, a meno di sorprese clamorose, metterà il sigillo sul suo primo Tour.
venerdì 18 settembre 2020
Pinamonti è da Inter, come Altobelli nel 1977
La competenza, questa sconosciuta. Molti tifosi dell'Inter, di quelli che stravedono per Conte e Marotta, avanzano dubbi sulle qualità di Pinamonti, che rientra dal Genoa. A costoro, voglio ricordare che, nel 1977, Mazzola, appena passato dal campo alla scrivania, andò a prendere dal Brescia Alessandro Altobelli, detto Spillo, che aveva fatto bene, nemmeno benissimo in serie B. Altobelli, avrebbe compiuto 22 anni a novembre di quell'anno, quale esperienza aveva di serie A e di grande squadra? Mazzola, però, sapeva di calcio. Altobelli divenne il centravanti titolare dell'Inter, per 11 stagioni consecutive, 466 partite e 209 gol, secondo solo a Meazza per reti nerazzurre. Ora, Pinamonti, 21 anni, è probabilmente meno forte di Altobelli, ma comunque ha forza fisica, tecnica notevole, difende bene il pallone, calcia con eguale efficacia con entrambi i piedi, ha già 10 gol in serie A e un curriculum ragguardevole con le giovanili. Arriva come quarta punta. Mi spiegate qual è il problema?
Il ciclismo che non mi piace: da Indurain a Roglic
Squadre organizzatissime, ritmi asfissianti fino agli ultimi km delle salite più impervie, gregari che vanno forte come capitani. A me, questo ciclismo, non piace. Non mi piaceva da ragazzo, quando Philippot ed Armand de Las Cuevas tiravano il gruppo per Indurain, capitano della Banesto, non mi piaceva quando il team Sky cannibalizzava la corsa con Wiggins e Froome. Froome, l'ho rivalutato al Giro del 2018, quando ebbe il coraggio di una fuga audacissima e ribaltò la classifica. Per venire all'oggi, no, non mi piace la Jumbo-Visma. E il suo modo di correre. Ed il modo di correre degli avversari. Nella tappa del Col de la Loze, nessuno che abbia avuto il coraggio di attaccare sulla Madeleine, rischiando la crisi personale, ma anche di far saltare il banco. Pochissimi corridori di personalità in gruppo e i pochi che ce l'avrebbero, penso a Valverde, non hanno più l'età e le gambe necessarie.
Non c'è più, almeno nelle grandi corse a tappe, l'uno contro uno tra i migliori. Non pretendo Bartali contro Coppi o Robic contro Bobet o Anquetil contro Poulidor o Merckx contro Gimondi o Saronni contro Moser o LeMond contro Fignon, ma, insomma, possibile che un campione come Tom Dumoulin, solo 30 anni, primo e secondo al Giro, secondo al Tour, debba rassegnarsi a fare il gregario a Roglic, che, fino a 5 anni fa, praticava un altro sport? Se poi ci si mettono anche gli organizzatori, con salite come il Col de la Loze, la noia è assicurata.
Voglio dire un'altra cosa. Va bene tutto. Perché va bene tutto. Però, io resto sempre sbalordito di fronte a violenti salti di rendimento. Da una stagione all'altra. Del presente non voglio parlare, invito però a guardare le carriere dei grandi del passato. E a fare un raffronto. Si può migliorare, non trasformarsi. E faccio un solo esempio: Riis, corridore danese a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Fece una vita da gregario, da buon gregario. Passato professionista nel 1986, vinse 5/6 corse in 7 anni. Poi, d'improvviso, nel 1993, fu quinto al Tour, a 29 anni, poi terzo a 31 e infine primo a 33! Quando, nel 1996, interruppe l'egemonia quinquennale di Indurain. Mi parve assurdo. Mi sembrò impossibile. Fu necessario aspettare più di 20 anni e la sua confessione perché si sapesse che era stato il doping a rendere possibile quella favolosa metamorfosi. Ora, questo è un singolo caso, dal quale non è che si possa argomentare granché. Però, la penso come Carl Lewis, i progressi troppo repentini, nello sport, in qualunque sport, sono sospetti. Leciti, fino a prova contraria, possibili, secondo natura, ma sospetti. Un conto è maturare. Un conto è passare da un trentesimo a un primo posto. C'è di solito un'ora di mezzo. Su! E un'ultima considerazione. Il talento, nello sport, quando ci sia, salta subito all'occhio. E sulla precocità del vero talento ho già scritto parecchie volte.
Tour de France 2020: a Champagnole bis di Kragh Andersen
Diciannovesima tappa del Tour de France 2020, da Bourg-en-Bresse a Champagnole, 166,5 km. Probabile volata, ma anche probabile fuga.
Duplantis supera Bubka: 6,15 m all'aperto al Golden Gala
Lo svedese Duplantis aveva già scavalcato, in febbraio, i 6,18 m. Primato del mondo indoor. Importante, per carità. Ma, l'atletica leggera, la vera atletica, è all'aperto. E, outdoor, il primato del mondo del salto con l'asta apparteneva ancora al leggendario Sergej Bubka, prima Urss poi Ucraina. Ebbene, ieri sera, al Golden Gala di Roma, Duplantis ha scavalcato l'asticella a 6,15 m, un centimetro oltre i 6,14 m del record del mondo di Bubka datato 1994, ottenuto sempre in Italia, al Sestriere.
giovedì 17 settembre 2020
Golden Gala 2020: Tortu, Warholm, Duplantis
Golden Gala 2020, Stadio Olimpico di Roma, tappa della Diamond League. Grande giornata di atletica leggera nell'anno, l'ineffabile 2020, che avrebbe dovuto celebrare le seconde Olimpiadi di Tokyo. L'Italia seguirà lo sprint di Tortu, e di Jacobs, sui 100 m. Ma, la stella della riunione, va beh, diciamo pure meeting, sarà il norvegese Warholm, che da tempo ha messo nel mirino il primato del mondo dei 400 hs di Kevin Young, quel mitico 46"72 di Barcellona 1992. Da segnalare anche la presenza, nel salto con l'asta, di Duplantis, primatista del mondo con 6,18 m al coperto.
TDF 2020: vince Kwiatkowski, che arriva assieme a Carapaz
A cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, i tifosi dell'Arsenal intonavano spesso un coro: "Boring, boring, Arsenal", per protestare, con britannico sense oh humour, per la monotonia del calcio proposto dai propri beniamini. Beh, il Tour di quest'anno, che avevo molto sopravvalutato sulla carta, faccio ammenda, è altrettanto e più noioso. Strada immensa ieri, per arrivare sul Col de la Loze. No, non mi è piaciuta. Né la strada né il modo in cui i corridori l'hanno affrontata.
Oggi diciottesima tappa del Tour de France 2020 da Meribel a La Roche-Sur-Foron, 175 km, due GPM di 1^ categoria e uno hors categorie ed incomprensibile arrivo in discesa. O meglio comprensibile. Gli organizzatori pensavano che Alaphilippe sarebbe tornato a giocarsi la classifica del Tour! Sono anni che disegnano i percorsi a misura di corridori francesi, con esiti sconfortanti. Su quanto potrà succedere nella tappa odierna, non so che dire. Aspettiamo. I gregari di Roglic, anche se uno di loro si chiama Tom Dumoulin e si può capire, vanno più forte dei capitani delle altre squadre!
mercoledì 16 settembre 2020
TDF 2020: sul Col de la Loze vince Miguel Angel Lopez. Secondo Roglic
Diciassettesima tappa del Tour de France 2020, da Grenoble al Col de la Loze, per 170 km. Alpi, due Gran Premi della montagna hors categorie: Col de la Madeleine e il finale Col de la Loze, rispettivamente di 17,1 e 21,5 km e mezzo. Ora, la Jumbo-Visma è fortissima, però lo spazio per attaccare c'è. E chi volesse far saltare il banco, potrebbe provarci già sulla Madeleine.
martedì 15 settembre 2020
TDF 2020: a Villard-De-Lans vince Kamna
Sedicesima tappa del Tour de France 2020, da La Tour-Du-Pi a Villard-De-Lans. Frazione di montagna con Gpm di prima categoria sul Montée de Saint-Nizier-du-Moucherotte, che termina a 21 km dal traguardo ed arrivo comunque in salita. Solo un attacco da lontano, ma servirebbero gambe e personalità, potrebbe mettere in difficoltà la Jumbo-Visma di Roglic.
lunedì 14 settembre 2020
Tirreno-Adriatico 2020: ha vinto Simon Yates
Mentre il gemello Adam lotta per la classifica generale al Tour de France, Simon Yates si è aggiudicato oggi la Tirreno-Adriatico 2020, resistendo nella cronometro di San Benedetto del Tronto agli assalti di Geraint Thomas. Vincitore di giornata il fortissimo, contro il tempo, Ganna. Simon Yates e Thomas saranno al via del Giro d'Italia e tra i grandi favoriti per il successo finale.
domenica 13 settembre 2020
TDF 2020: sul Grand Colombier bis di Pogacar
Quindicesima tappa del Tour de France 2020, da Lione al Grand Colombier, sul Massiccio del Giura. La Jumbo-Visma della maglia gialla Roglic pare inattaccabile come la Banesto di Indurain nei primi anni '90. Oggi, però, spazio per attaccare ci sarebbe. Due Gran Premi della montagna di prima categoria prima della lunga ascesa al Grand Colombier, hors categorie. Ci proverà Pogacar. Gli altri, colombiani in testa, cosa faranno?
La cronaca.
La fuga va via. Ma tutti sanno che non arriverà. Il Grand Colombiere fa paura e così nessuno attacca seriamente prima. Ammesso che si possa, perché Roglic ha cinque compagni con sé! Sul Grand Colombier il primo a staccarsi è Quintana, poi tocca a Bernal, che prende un'autentica cotta. Le gambe non girano ma il suo volto racconta tutto il peso delle aspettative di un popolo intero. Un peso difficile da sostenere. Lode ad Adam Yates, che scatta, quando Roglic ha ancora con sé George Bennet, Tom Dumoulin e Kuss. Lo riprendono. È una corsa ad eliminazione quando passa in testa Dumoulin: ritmo impressionante fino all'ultimo km. Roglic, che forse esagera, vorrebbe anche il successo di tappa, che va però al connazionale sloveno Pogacar, più agile e veloce allo sprint: giovane, bravo e audace. Corre da solo, Pogacar, e merita tutti gli applausi.
sabato 12 settembre 2020
TDF 2020: a Lione vince Kragh Andersen
Quattordicesima tappa del Tour de France 2020, da Clermont-Ferrand a Lione, uno degli arrivi più tradizionali della Grande Boucle.
La cronaca.
Gruppo a lungo compatto in attesa degli ultimi due gran premi della montagna, entrambi di quarta categoria, non lontani dal traguardo. Roglic, mi si lasci dire, ha tutte le fortune: una squadra fortissima, che nemmeno deve tirare il gruppo in pianura, visto che lo fa Bora-Hansgrohe di Peter Sagan. Che nemmeno oggi vince. Attacchi e contrattacchi nel finale. Fuochi d'artificio ma il colpo risolutivo è del danese Kragh Andersen, che scappa a 3 km dal traguardo. Secondo Mezgec, terzo Consonni. Piazzati anche Trentin e Colbrelli. Domani si sale sul Massiccio del Giura: Gran Colombier.
venerdì 11 settembre 2020
TDF 2020: a Puy Mary vince Daniel Martínez
Tredicesima tappa del Tour de France 2020, con arrivo in quota sul Massiccio Centrale. Fuga. Tra gli attaccanti di giornata, restano appaiati Daniel Martínez e Kamna lungo la durissima ascesa di Puy Mary. Vince Daniel Martínez. Dietro solo Pogacar prova ad insidiare la maglia gialla di Roglic. I due sloveni arrivano assieme, mentre cede Bernal e, più di lui, cedono Guillaume Martin e Bardet. Roglic sempre maglia gialla, con 44" su Pogacar e 59" su Bernal.
P.S.: la caduta di metà tappa, una delle moltissime di questo Tour, oltre al ritiro immediato di Mollema, provoca anche l'abbandono, dopo il traguardo, di Bardet.