Le critiche a Balotelli sono sempre facilissime, in Italia. I più cantano nel coro. L'ha fatto anche Sacchi dopo la scialba prestazione del centravanti del Nizza in Italia-Polonia. Eppure Balotelli non ha giocato peggio di Bernardeschi, Pellegrini, Biraghi, Jorginho e via di seguito. Sacchi muove da un pregiudizio, così articolato:
a) il suo Milan avrebbe inventato il calcio moderno e giocato il calcio più offensivo e spettacolare della storia;
b) Balotelli è incapace di giocare con la squadra e per la squadra.
Confutatio:
1) il Milan di Sacchi, ricco di campioni, non solo i tre olandesi, ma Maldini e Baresi e Donadoni e Ancellotti, giocava un calcio prettamente difensivo, essendo il pressing alto, con l'aggiunta del fuorigioco sistematico, la quintessenza del gioco difensivo, i cui esiti, talora spettacolari, si verificavano, quasi per accidentem, per il valore degli interpreti e la sorpresa, iniziale, degli avversari;
1.1.) sorpresa, che durò più all'estero che in Italia, dove contromisure tattiche, e talora strategiche, furono presto trovate. Dopo lo scudetto, regalato dall'incomprensibile resa del Napoli, nel 1988, quel Milan, in Italia, non vinse più;
1.2.) Trasferiti in nazionale, i dogmi di Sacchi naufragarono a USA 1994, dove solo l'estro di Roberto Baggio evitò una precoce eliminazione, e ai successivi Europei inglesi del 1996: Italia fuori al primo turno. Gioco sempre, o quasi, brutto. Spesso improduttivo.
2.) Balotelli, che, certo, è un individualista, da attaccante esterno, con Mourinho, nonostante polemiche e relazioni difficili con i compagni di squadra, la squadra l'aiutava eccome. Non sempre, come contro il Barca in casa, ma l'aiutava. Altrimenti non avrebbe giocato: 8 e 9 gol nel 2008/2009 e nel 2009/10 in serie A, quando ancora non aveva compiuto 20 anni. Oggi, Balotelli è un centravanti, certo più prevedibile rispetto ai suoi esordi. Non ha mantenuto le attese, non tutte. Ma, in questa Italia, può giocare eccome. A patto di essere in condizione. E venerdì non lo era. Detto questo, Mancini fa benissimo a puntare su di lui. Anche perché, nel calcio, non contano soltanto le prestazioni, ma anche i colpi risolutivi. Quelli presenti nel repertorio di Balotelli e sconosciuti alla maggioranza degli altri azzurri. Tutto il resto è disputa ideologica.