Si può perdere. Ma, c'è modo e modo. Anche l'Inter di Mourinho perse a Bergamo, campo tradizionalmente ostile. Mourinho, però, che possedeva un coraggio sconosciuto agli altri, e questo è il segreto della sua differenza, reagì con forza. Mise in panchina Chivu e Maxwell e diede fiducia al debuttante Santon. Ora, quella di ieri, per 4-1, ma il passivo avrebbe potuto assumere dimensioni più sconfortanti, è stata sconfitta anche peggiore. Il problema è come reagirà Spalletti. Lo scorso anno, dopo il 5-0 al Chievo, cominciarono due mesi senza vittorie, dall'Udinese in poi. E l'Inter era in testa al campionato. Quest'anno, l'Inter ha iniziato malissimo, si è ripresa, sette vittoria consecutive fino alla battuta d'arresto contro gli orobici. Che avrebbe potuto starci, ma non così, non in quel modo. Squadra sfilacciata, atteggiamento molle, confusione nelle scelte e sul campo. E i punti di ritardo dalla Juve sono già nove. Come reagirà Spalletti? Conta solo questo. Perché l'Inter, negli ultimi anni, alle prime difficoltà, si è sciolta come neve al sole. Spalletti, la scorsa stagione, nonostante prove imbarazzanti, tenne Perisic sempre in campo. Sta continuando ad operare allo stesso modo. Sebbene, in panchina, ci sia Lautaro Martinez. Le tre punte non sono un dogma!
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