Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
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domenica 1 agosto 2021
venerdì 22 giugno 2018
Tortu batte il record di Mennea: 9"99 sui 100 a Madrid
Dopo quasi 39 anni, cade il primato italiano dei 100 metri, quel 10"01 stabilito alle Universiadi di Città del Messico nel 1979, dal leggendario Pietro Mennea. Filippo Tortu, stasera, a Madrid, ha corso i 100 piani in 9"99, abbattendo anche la soglia psicologica dei 10" netti. Terzo bianco europeo a riuscirci, dopo il francese Lemaitre, 9"92 nel 2011, e l'azero naturalizzato turco, Gulyev, 9"97 lo scorso anno. Siamo, con Tortu, 20 anni, di fronte ad un fenomeno della velocità, i cui margini di crescita sono ancora vastissimi. Migliorando l'uscita dai blocchi, potrebbe presto avvicinarsi a 9"90. La sua progressione è strepitosa. La falcata ampia e fluida. Corre decontratto. Fuoriclasse predestinato.
venerdì 15 giugno 2018
Tripletta di Cristiano Ronaldo: Portogallo-Spagna 3-3
A segno in quattro mondiali consecutivi: 2006, 2010, 2014 e 2018. Ma, se nelle precedenti edizioni, Cristiano Ronaldo aveva segnato un gol per mondiale, stasera, partita d'esordio a Russia 2018, contro la Spagna, Cristiano Ronaldo ha segnato una tripletta leggendaria. Su rigore, tiro da fuori con papera di De Gea, e punizione mirabolante allo scadere. Per il 3-3 finale tra la Spagna ed il suo Portogallo. Derby iberico scoppiettante. Cristiano Ronaldo campione irreale. E capocannoniere provvisorio del mondiale. Con la tripletta segnata stasera, Cristiano Ronaldo sale a 84 gol con la nazionale maggiore portoghese nonché a 662 gol in carriera! Tolto Maradona, irraggiungibile sotto ogni aspetto mai visto un calciatore alzare così tanto il livello della propria squadra. Al talento naturale, Cristiano Ronaldo ha abbinato la stessa feroce applicazione mostrata da Larry Bird nel basket e da Pietro Mennea nell'atletica. Una dedizione proverbiale, che fa di Cristiano Ronaldo un eroe alfieriano.
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giovedì 31 maggio 2018
Golden Gala 2018: Tortu terzo nei 100 m
Terzo in 10"04, Tortu nei 100 m del Golden Gala 2018, appena andati in scena all'Olimpico di Roma. È stato preceduto solo da Baker, che ha corso in 9"93 e dal francese Vicaut. Ha fatto anche meglio di Coleman. Resiste ancora il primato di Pietro Mennea. Ma, Tortu ha confermato di essere destinato ad un ruolo di protagonista, nella velocità, nei prossimi dieci anni.
Golden Gala 2018: attesa per Tortu sui 100 m
Dopo il tempo fatto registrare a Savona, 10"03, a due centesimi dal primato nazionale di Pietro Mennea, Filippo Tortu è atteso questa sera, a Roma, Golden Gala 2018, ad una grande prova sui 100 m, che confermi il suo straordinario stato di forma. Considerato il valore dei partecipanti, da Coleman a Baker, Tortu potrebbe anche scendere sotto la soglia dei 10". Tra i velocisti cosiddetti bianchi, l'impresa è riuscita solo al francese Lemaitre, fino ad ora.
mercoledì 23 maggio 2018
Tortu insegue Mennea: 10"03 a Savona sui 100
Il primato italiano resta a Mennea, quel 10"01, fatto registrare alle Universiadi di Città del Messico 1979. Dove Mennea, nel mezzo giro di pista, fece addirittura il record del mondo in 19"72. Epperò, il tempo odierno di Filippo Tortu, sui 100 piani, a Savona, è straordinario: 10"03, al livello del mare. Si era già capito lo scorso anno, ora possiamo confermarlo: l'atletica leggera azzurra ha trovato, in Tortu, nato il 15 giugno del 1998, un campione destinato a fare epoca. Già dai prossimi europei.
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giovedì 8 giugno 2017
Golden Gala 2017: Tortu è il nuovo Mennea
Ha chiuso quarto nei 200 m del Golden Gala 2017 il diciottenne velocista italiano Tortu, che già aveva impressionato in questa stagione con il clamoroso 10"15 sui 100. Primato personale stasera sul mezzo giro di pista, in 20"34, che gli garantirà la partecipazione ai prossimi mondiali di Londra: ha ceduto un poco negli ultimi 50 metri, ma, con il tempo, imparerà a distribuire meglio le energie durante la gara. Per la cronaca, al primo ed al secondo posto finiscono De Grasse e Lemaitre, rispettivamente argento e bronzo sui 200 m a Rio de Janeiro, dietro l'innarrivabile Bolt. Con Tortu, abbiamo finalmente l'erede di Mennea. E di Berruti, che Tortu più ancora ricorda, per l'ampiezza della falcata e l'eleganza all'ingresso e all'uscita della curva.
venerdì 18 marzo 2016
Storia #Olimpiadi: #LosAngeles1984. #CarlLewis il figlio del vento vince quattro ori come Owens nel 1936. Oro per Cova nei 10.000 m e per i fratelli Abbagnale nel "due con" di canottaggio
Le Olimpiadi tornano, nel 1984, a Los Angeles, dove si erano già disputate nel 1932: allora, l'Italia, con 12 ori ed altrettanti argenti e bronzi, aveva conquistato uno storico, mai più ripetuto secondo posto nel medagliere, dietro gli Stati Uniti. Che vincono, manco a dirlo, anche nel 1984, anche perché l'Urss resta a casa, ricambiando il boicottaggio subito ai giochi di Mosca 1980, seconda a sorpresa è la Romania, terza la Germania Ovest, mentre l'Italia guadagna un ottimo quinto posto, assommando 14 ori, 6 argenti e 12 bronzi. L'eroe della manifestazione è Carl Lewis, straordinario velocista e lunghista, che ripete i quattro ori quattro conquistati dal connazionale Jesse Owens a Berlino 1936: 100 m (9"99), 200 m (19"80, record olimpico), salto in lungo (8,54 m) e staffetta 4x100 (37"83, record mondiale). Lewis è alto e potente, elegante ed elastico, ha caviglie d'acciaio ed una naturale coordinazione, che gli otterrà il soprannome di "figlio del vento". Nei 200 m, Lewis incrocia Mennea, il primatista mondiale e campione olimpico in carica, che ha già 32 anni, molti per la velocità, soprattutto ai tempi, che chiude settimo in finale. Sara Simeoni, invece, d'oro come Mennea a Mosca, supera comunque i 2 m nel salto in alto e vince la medaglia d'argento. C'è, poi, quanto all'Italia, l'incredibile oro di Alberto Cova nei 10.000 m, che segue l'oro agli Europei del 1982 e l'oro ai primi mondiali di Helsinki nel 1983: una tripletta leggendaria. Dal mezzofondo, 1.500 m arriva anche l'oro di Gabriella Dorio. Le Olimpiadi di Los Angeles registrano anche il secondo oro di Sebastian Coe, in una tiratissima finale dei 1.500 m con i connazionali Ovett e Cram, come l'oro della nazionale di basket Usa, nella quale brilla la stella di un giovane Michael Jordan. Per l'Italia, c'è anche il primo oro olimpico nel canottaggio, categoria due con, dei fratelli Abbagnale con Peppino di Capua: è il principio di una leggenda sportiva immortalata nelle indimenticabili telecronache di Gianpiero Galeazzi (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata, 18^ puntata, 19^ puntata, 20^ puntata)
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giovedì 17 marzo 2016
Storia delle #Olimpiadi: #Mosca1980. #Mennea e #Simeoni d'oro. La rivalità tra Coe ed Ovett
Olimpiadi di Mosca 1980, quelle del boicottaggio. Dopo l'invasione dell'Afghanistan, gli Stati Uniti sono i capofila di una nutrita lista di paesi che boicottano i giochi moscoviti. L'Italia, a lungo indecisa se partecipare o meno, alla fine va, con qualche se e qualche ma, comunque va, gareggiando sotto la bandiera olimpica. Nel medagliere domina, manco a dirlo, l'Urss, davanti alla chiacchierata Germania Est ed alla Bulgaria, che pure al doping ricorre eccome. L'Italia, dal canto suo, giunge, per le molte assenze, quinta nel medagliere, assommando 8 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Vince, finalmente, l'oro sui 200 m, il primatista mondiale, straordinario il 19"72 delle Universiadi dell'anno prima, il grandissimo Pietro Mennea, 20 anni dopo il Berruti di Roma 1960. Muove dall'ottava corsia e compie una rimonta prodigiosa, superando nell'imminenza del traguardo il gallese Wells, già vittorioso sui 100. Una vittoria memorabile. Come quella che ottiene nel salto in alto Sara Simeoni. Dall'atletica, per l'Italia, giunge anche un'altra gioia: Sandro Damilano conquista l'oro nella 20 km di marcia, rinnovando una grande tradizione di successi azzurri. Nel mezzofondo veloce, si registra un nuovo capitolo della grande rivalità tra gli inglesi Coe ed Ovett, il primo favorito sugli 800 m, vince nei 1.500 m, la gara prediletta dal secondo, che invece trionfa sugli 800. Il miglior pugile della manifestazione è l'italiano Patrizio Oliva, che conquista l'oro nella categoria superleggeri. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata, 18^ puntata, 19^ puntata, 20^ puntata, 21^ puntata, 22^ puntata, 23^ puntata)
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mercoledì 16 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Montreal1976. La delusione di Mennea (19^ puntata)
Nel 1976 le Olimpiadi si tengono a Montreal, in Canada. L'Urss di Breznev domina il medagliere, precedendo la Germania Est, che ricorre, ma si scoprirà anni dopo, ad un uso sistematico del doping, ed agli Stati Uniti. C'è il boicottaggio della manifestazione da parte di molte nazioni africane. L'Italia continua nella sua parabola discendente, si classifica al quattordicesimo posto nel medagliere, assommando due ori, sette argenti e quattro bronzi. Klaus Dibiasi ottiene un leggendario terzo oro consecutivo, dopo quelli di Città del Messico e di Monaco, nei tuffi, piattaforma dai 10 m: è una delle pochissime soddisfazioni che toccano agli azzurri. Delude Pietro Mennea, che paga dazio alla responsabilità di favorito nei 200 m. Ottiene solo il quarto posto. Ma, saprà riscattarsi in modo straordinario. La sola medaglia per l'Italia, nell'atletica leggera, è quella d'argento conquistata da Sara Simeoni nel salto in alto: è l'inizio di una grande carriera per la Simeoni, che vincerà l'oro a Mosca 1980 e l'argento a Los Angeles 1984. Per restare all'atletica, nei 400 hs c'è la vittoria dello statunitense Edwin Moses, un prodigioso atleta che dominerà il decennio a venire, restando imbattuto tra il 1977 ed il 1987: Moses stabilisce il primato del mondo, correndo in 47"64. Fa qualcosa di ancora più grande, il cubano Juantorena, che, per la prima ed una volta nella storia dei giochi olimpici, vince sui 400 piani e sugli 800, l'ultima gara della velocità e la prima del mezzofondo: la sua falcata prodigiosa annichilisce gli avversari. Regina delle Olimpiadi è la ginnasta rumena Nadia Comaneci, che vince tre medaglie d'oro e vede assegnarsi numerosi "10" dalla giuria, comunicando un'idea di perfezione. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata, 18^ puntata)
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martedì 15 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Monaco1972 (Monaco di Baviera 1972). Il trionfo di Mark Spitz, bronzo per Mennea sui 200 m (18^ puntata)
Le Olimpiadi sbarcano a Monaco di Baviera nel 1972 e vengono funestate da un terribile attacco terroristico: anche il tempio dello sport viene profanato. I giochi di Monaco di Baviera rivelano al mondo il talento straordinario del nuotatore statunitense Mark Spitz, che conquista 7 medaglie d'oro in sette gare, stabilendo altrettanti primati del mondo. Solo trentasei anni dopo, Michael Phelps, a Pechino 2008, saprà fare meglio, conquistando otto ori. Nel medagliere, torna a vincere l'Urss, seguita dagli Stati Uniti e dalla sorprendente Germania dell'Est, di cui solo molti anni dopo si scoprirà il ricorso sistematico al doping di stato, che continuerà fino a Seul 1988. L'Italia, che vive un periodo di grave recessione economica e sperimenta gli inizi di un decennio cupissimo sul piano politico e sociale, fa appena meglio che a Città del Messico ed ottiene il decimo posto, assommando 5 ori, 3 argenti e 10 bronzi. Nell'atletica leggera, la sorpresa più grande viene dalla velocità, con il sovietico Valerij Borzov che vince i 100 ed i 200 m, dopo un lunghissimo dominio di atleti di colore in entrambe le specialità. Sui 200 m, l'Italia ottiene una medaglia di bronzo, con un giovane velocista di Barletta, che vive da asceta presso la Scuola Nazionale di atletica leggera del Coni di Formia, Pietro Mennea: diventerà uno dei maggiori campioni della velocità di sempre. Nel fondo, c'è da registrare la doppietta sui 5.000 e sui 10.000 m del finlandese Viren, che si ripeterà quattro anni dopo a Montreal, facendo rivivere la grande tradizione finnica di Kolemainen e di Nurmi. Nel pugilato, categoria peso massimo, c'è il primo oro di un giovane colosso cubano dal grande avvenire, Teofilo Stevenson. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata, 17^ puntata)
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lunedì 14 marzo 2016
Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Messico1968. Hines, Smith, Beamon e Fosbury riscrivono la storia dell'atletica leggera (17^ puntata)
Forse la più straordinaria edizione della storia delle Olimpiadi, quella di Città del Messico del 1968, anno cruciale nella storia del mondo occidentale, trapunto da contestazioni studentesche e rivoluzioni culturali, più o meno indotte, di cui ancora oggi, a 46 anni di distanza, è difficile calcolare portata e conseguenze. A Città del Messico, questo è certo, si riscrive la storia dello sport e, soprattutto, la storia dell'atletica leggera. Complice l'altura e l'aria rarefatta, Città del Messico, si trova a 2.420 m. sul livello del mare, fioccano i primati del mondo, nelle gare di corsa e nei salti. Jimmy Hines, statunitense, abbatte la soglia psicologica dei 10" nei 100 m, correndo in 9"95, un primato che resisterà per tre lustri. Nei 200 m, c'è lo straordinario 19"83 di Tommie Smith, che passerà alla storia per il capo chino ed il pugno guantato di nero durante la premiazione, assieme al connazionale John Carlos: protesta clamorosa, nel segno del black power, contro le discriminazioni razziali nella società americana. Sarà Pietro Mennea, alle Universiadi del 1979 proprio a Città del Messico, a battere questo record con un clamoroso 19"72. Bob Beamon vola a 9 metri e 90 nel salto in lungo, un balzo prodigioso, che strabilia tutti gli spettatori ed i commentatori dell'epoca. Ci vorrà una gara memorabile ai mondiali di Tokyo del 1991 per far meglio: Mike Powell volerà a 9,95 m, mentre Carl Lewis, il più grande lunghista della storia, si fermerà a 9,91 m. Nel salto in alto, Fosbury s'inventa un nuovo modo di valicare l'asticella, che porterà il suo nome. Dopo decenni di salti ventrali, Fosbury, dopo una rincorsa di otto passi, salta di schiena, superando l'asticella prima con il tronco e poi con le gambe, richiamate in caduta. I puristi protestano, ma l'invenzione di Fosbury è clamorosa. Dopo di allora, superata qualche resistenza, tutti salteranno, e saltano ancora oggi, come lui. Il pesista Al Oerter, manco a dirlo, vince il suo quarto oro olimpico consecutivo. L'Italia ottiene soltanto un bronzo con Eddie Ottoz nei 110 m ad ostacoli. E, più in generale, segna un grave passo indietro, dopo i risultati brillanti delle ultime edizioni: raccoglie appena 16 medaglie, 3 ori, 4 argenti e 9 bronzi, e precipita al tredicesimo posto nel medagliere, dominato dagli Stati Uniti, davanti all'Urss ed al Giappone, ormai potenza economica mondiale. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata, 10^ puntata, 11^ puntata, 12^ puntata, 13^puntata, 14^ puntata, 15^ puntata, 16^ puntata)
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giovedì 5 giugno 2014
Golden Gala 2014: sui 200 m Howe sfida Lemaitre
Stasera il Golden Gala 2014, allo stadio Olimpico di Roma, quarta tappa della Diamond League. La manifestazione è dedicata alla memoria di Pietro Mennea. E propriamente nei 200 m, la gara per eccellenza del velocista di Barletta, tornerà a correre Howe, dopo il calvario di infortuni che ne hanno condizionato il rendimento nelle ultime stagioni. Howe, che ha raccolto i migliori risultati nel salto in lungo, proverà a rilanciarsi sul mezzo giro di pista, dove ha un primato di 20"28 vecchio ormai di dieci anni. Sulla sua strada il favorito Lemaitre. L'asso francese, che volò in 19"80 a Daegu, a detta di molti, avrebbe nelle gambe il 19"72 di Mennea, stabilito alle Universiadi di Città del Messico del 1979, che rimase primato del mondo per 17 anni e che è ancora primato europeo. Comunque vada a finire, sarà una notte di grande atletica.
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lunedì 3 giugno 2013
Golden Gala 2013: la stella è Bolt nel ricordo di Pietro Mennea
Giovedì sei giugno 2013, torna in Italia la grande atletica. Golden Gala, Roma, tappa della Diamond League. Ai blocchi di partenza dei 100 m, ci sarà l'asso giamaicano Usain Bolt, primatista mondiale di 100, 200 e staffetta 4x100. Bolt, che lo scorso anno a Roma vinse con un tempo ragguardevole, 9"76, in questa stagione appare in ritardo di condizione. Nell'unica apparizione ufficiale, ha corso in 10"09, un tempo da allenamento blando per lui. Sicché, la gara di giovedì sera, ore 21:30, sarà l'occasione per saggiare i progressi della sua forma in vista dei prossimi mondiali. E per tributare il dovuto omaggio a Pietro Mennea, simbolo della velocità azzurra e mondiale scomparso da pochi mesi. A Mennea è dedicata l'intera manifestazione. Tornando alla gara dei 100 piani, Bolt dovrà vedersela soprattutto con se stesso e con Gatlin, oro ad Atene 2004 e bronzo a Londra 2012, laddove Frater e Rodgers sembrano destinati a contendersi il terzo gradino del podio.
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giovedì 21 marzo 2013
In morte di Pietro Mennea, campionissimo della velocità
Non sapevo che stesse male, sicché la notizia della sua morte mi ha lasciato spiazzato. Il più grande campione della velocità azzurra, Pietro Mennea da Barletta, è stato per oltre dieci anni il simbolo della nostra atletica leggera. Sebbene non avesse il fisico del predestinato, Mennea seppe affinare l'innata velocità con allenamenti mirati e straordinariamente intensi, sotto la tutela tecnica di Vittori. Nel centro della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia, Mennea seppe costruire, giorno dopo giorno, ripetuta dopo ripetuta, scatto dopo scatto, una carriera leggendaria. La cura maniacale nei dettagli ne fece un asso sia sui 100 m che, specialmente, sui 200 m, dove fu medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Monaco del 1972, facendosi conoscere in tutto il mondo. Cominciò allora una rivalità spettacolare con il sovietico Valerij Borzov, sapendo tener testa ai velocisti americani che avevano da Tokio '64 cominciato a dominare il settore. A Montreal '76, ci si aspettava l'exploit, che invece mancò: nessuna medaglia olimpica. Che sarebbe invece arrivata, e d'oro, sui 200 m alle Olimpiadi di Mosca 1980, quando Mennea, partito in una corsia poco favorevole da letteratura, l'ottava, seppe realizzare una strepitosa rimonta, in curva, il fondamentale in cui eccelleva, completandola sul rettilineo finale. L'apogeo di una carriera, raggiunto dopo aver già stabilito il fantastico primato del mondo sulla distanza alle Universiadi di Città del Messico l'anno prima, nel 1979: un record storico che fece strabuzzare gli occhi a tutti gli osservatori: 19"72. Un tempo capace di resistere agli assalti di grandissimi campioni, a cominciare da Carl Lewis, per oltre tre lustri. Fu battuto, dopo diciassette anni, da Michael Johnson alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Mennea divenne un mito, un simbolo, un'icona, l'esempio della classe sposata al lavoro incessante. Si ritirò due volte e due volte tornò in pista, troppo innamorato del tartan, degli allenamenti e delle competizioni, fino all'addio definitivo datato 1988 quando aveva ormai 36 anni. E' stato campione europeo sui 100 e sui 200. E' ancora primatista italiano in entrambe le specialità, 19"72, si ripete sui 200 m, 10"01 sui 100 piani. Sui 200, per la verità, è anche primatista europeo. Fu pure uno straordinario staffettista, tanto da guidare il quartetto azzurro alla medaglia d'argento dietro gli Usa ai primi Mondiali di Helsinki del 1983, assime a Tilli, Simionato e Pavoni. Che la terra gli sia lieve.
giovedì 9 agosto 2012
Olimpiadi di Londra: stasera finale dei 200 m. Favorito Bolt su Blake e Lemaitre
La finale regina della velocità sarà pure quella dei 100 m piani, ma i 200 possiedono un fascino, a mio modo di vedere, anche superiore. Perché non è più velocità pura, reattività, forza esplosiva. Insomma, siamo ancora in presenza di uno sforzo anaerobico, e tuttavia conta sempre di più la tecnica di corsa, soprattutto in curva e comincia a contare la gestione dello sforzo: una ventina di secondi, stasera meno, sono pochi ma non pochissimi. Pietro Mennea, a lungo primatista del mondo, allenato da un genio come Vittori, era maestro nel modo di affrontare la curva, uscendo senza scomporsi sul rettilineo finale. In quel tratto, nel quale ci vuole niente a perdere l'abbrivio e perfino ad invadere la corsia avversaria, una leggenda come Carl Lewis aveva il suo tallone d'Achille e, per questa ragione, fu soltanto argento a Seoul '88 dopo l'oro di Los Angeles '84. Ora, venendo alla finale di stasera, nessuno è forte quanto Bolt, nessuno corre bene, con perfetta distribuzione dello sforzo, come il francese Lemaitre. Fra di loro, c'è l'altro giamaicano Blake, assistito da una condizione di forma straordinaria. Il mio pronostico è: oro Bolt, argento Blake, bronzo Lemaitre. Lemaitre, però, che ha disertato i 100 per concentrarsi su questa gara, potrebbe compiere l'impresa che nessuno si aspetta.
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