Blog di critica, storia e statistica sportiva fondato l'11 maggio 2009: calcio, ciclismo, atletica leggera, tennis ...
Elenco blog personale
venerdì 2 dicembre 2022
Saluto ad Ercole Baldini
mercoledì 21 ottobre 2020
A Madonna di Campiglio: vince O'Connor. Per il resto, molta noia
Diciassettesima tappa del Giro d'Italia 2020, da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio. Riparte l'assalto alla maglia rosa del portoghese Almeida, che deve difendere 17" di vantaggio su Kelderman e molto di più sugli più immediati inseguitori. Con tre Gpm di prima categoria: Forcella Valbona, Monte Bondone - ascesa resa mitica dalla tappa da tregenda vinta Gaul nel Giro del 1956 - e quella finale a Madonna di Campiglio: 203 km. Molti aspettano la crisi secca di Almeida, preannunciata domenica e smentita ieri. Se Nibali avesse le gambe giuste, oggi, dovrebbe provare ad attaccare già sul Monte Bondone.
La cronaca.
Va via la fuga. Il che significa già tanto. Vince l'australiano O'Connor, che riscatta il secondo posto di ieri. Nessuno dà battaglia alla maglia rosa di Almeida, che arriva fresco e relativamente riposato a Madonna di Campiglio. Una tappa sprecata dai suoi rivali. I quali, però, occorre pensare, forse non avevano le gambe per attaccare. E la preoccupazione di difendere o migliorare i piazzamenti ha pesato. Non darei troppa importanza alla querelle interna alla Sunweb. Sì, Hindley ha fatto uno scatto e ha chiuso Kelderman. Ma, nessuno dei due ne aveva abbastanza, secondo me, per staccare davvero il portoghese. Poi, qualche gelosia fa parte della storia del ciclismo.
martedì 19 maggio 2020
I migliori scalatori del ciclismo: grimpeur e passisti scalatori
- Gino Bartali (Italia)
- Charly Gaul (Lussemburgo)
- Marco Pantani (Italia)
- Federico Bahamontes (Spagna)
- Lucien Van Impe (Belgio)
- José Manuel Fuente (Spagna)
- Julio Jimenez Munoz (Spagna)
- Lucho Herrera (Colombia)
- Vicente Trueba(Spagna)
- Nairo Quintana (Colombia)
- Raymond Poulidor (Francia)
- Alejandro Valverde (Spagna)
- Thibaut Pinot (Francia)
- Roberto Heras (Spagna)
- René Vietto (Francia)
- Richard Virenque (Francia)
- Claudio Chiappucci (Italia)
- Joaquim Rodriguez (Spagna)
- Steven Rooks (Olanda)
- Imerio Massignan (Italia)
- Fausto Coppi (Italia)
- Eddy Merckx (Belgio)
- Bernard Hinault (Francia)
- Alfredo Binda (Italia)
- Alberto Contador (Spagna)
- Chris Froome (Inghilterra)
- Luison Bobet (Francia)
- Felice Gimondi (Italia)
- Luis Ocana (Spagna)
- Pedro Delgado (Spagna)
- Gianni Bugno (Italia)
- Laurent Fignon (Francia)
- Greg LeMond (USA)
- Miguel Indurain (Spagna)
- Jacques Anquetil (Francia)
- Costante Girardengo (Italia)
- Joop Zootemelk (Italia)
- Vincenzo Nibali (Italia)
- Bernard Thevenet (Francia)
- Tony Rominger (Svizzera)
lunedì 4 maggio 2020
Giro d'Italia 1994: Berzin, Pantani, Indurain
Indurain, Berzin, Pantani al Giro 1994 |
giovedì 19 aprile 2018
I migliori ciclisti lussemburghesi della storia
- Tour de France:
1. 350 punti 2. 200 punti 3. 150 punti 4. 120 5. 100 6. 80 punti 7. 70 8. 60 punti 9. 50 punti 10. 40 punti
- Giro d'Italia:
- Vuelta a Espana:
- Campionato del mondo:
- Classiche "monumento" (Milano - Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Giro di Lombardia) e Giro della Svizzera:
- Campionato nazionale, Classiche internazionali (Freccia Vallone, Amstel Gold Race, Clasica di San Sebastian, Campionato di Zurigo, Parigi - Tours, Gand - Wevelgem, Olimpiadi):
1. 50 punti 2. 40 punti 3. 30 punti
- Brevi corse a tappe di maggior prestigio (Tirreno - Adriatico, Parigi - Nizza, Giro del Delfinato, Midi Libre, Giro di Romandia, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Trentino, Bicicletta Basca, Vuelta a Burgos, Giro di Catalogna, Giro del Mediterraneo, Giro del Belgio, Vuelta a Murcia, Vuelta a Levante -Comunità Valenciana-, Giro di Danimarca, Criterium International, Giro di Gran Bretagna, Settimana Ciclistica Lombarda, Giro di Aragona, Giro della Comunità Valenciana, Giro dell'Algarve, Tour du Haut Var, Giro del Lussemburgo, Quattro Giorni di Dunkerque, Giro dell'Andalusia):
1. 40 punti
- Classiche del calendario italiano e classiche minori del calendario internazionale (Tre Valli Varesine, Coppa Agostoni, Coppa Bernocchi, Milano - Torino, Giro del Veneto, Giro del Piemonte, Giro del Friuli, Giro dell'Appennino, Giro del Lazio, Giro dell'Emilia, Trofeo Matteotti, Gran Premio Industria e Commercio, Giro di Toscana, Gran Premio Città di Camaiore, Coppa Sabatini, Trofeo Laigueglia, Coppa Placci, Gran Premio Beghelli, Strade Bianche, E3 Harelbeke, Freccia del Brabante, Het Volk, Gran Premio di Francoforte, Scheldeprijs, Gran Premio di Vallonia, Gran Premio Primavera, Gren Premio di Montreal, Primus Classic, Attraverso le Fiandre, Ronde Van Limburg, Gran Premio Cantone Argovia):
- Campionati nazionali minori (1. 30 punti, 2. 20 punti, 3. 10 punti)
- Brevi corse a tappe e *corse di un giorno di minor prestigio (Giro di Slovenia, Giro della Repubblica Ceca, Giro di Sardegna, Route du Sud, Giro dell'Algarve, Giro dell'Irlanda, Giro delle Asturie, Settimana Catalana, *Escalada a Montjuic, * Vuelta a la Rioja, Giro dell'Austria, Giro del Qatar, Giro del Portogallo, Tour Down Under, Vuelta a Colombia, Giro di Polonia, Eneco Tour)
- Vittorie di tappa nei grandi giri nazionali (Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana):
per ogni vittoria al Tour: 15 punti
per ogni vittoria al Giro: 12 punti
per ogni vittoria alla Vuelta: 10 punti
2. Charly Gaul (Lussemburgo): 2.402 punti (1953-1962): 700 punti al Tour de France (una volta primo, due volte terzo, una volta nono), 960 punti al Giro d'Italia (due volte primo, due volte terzo, due volte quarto), 110 punti al campionato del mondo (una volta terzo, una volta sesto, una volta settimo), 230 punti punti al campionato lussemburghese (sei volte primo, due volte secondo, una volta terzo), 120 punti al Giro del Lussemburgo (due volte primo), 150 punti per vittorie di tappa al Tour de France (dieci vittorie di tappa), 132 punti per vittorie di tappa al Giro d'Italia (undici vittorie di tappa)
4. Andy Schleck (Lussemburgo): 1.267 punti: 750 punti al Tour de France (una volta primo, due volte secondo), 150 punti al Giro d'Italia (una volta secondo), 100 punti al campionato lussemburghese (una volta primo, due volte secondo, tre volte terzo), 180 punti alla Liegi-Bastogne-Liegi (una volta primo, una volta terzo, una volta quarto, una volta sesto), 42 punti al Giro di Lombardia (una volta quarto), 45 punti per vittorie di tappa al Tour (tre vittorie di tappa)
venerdì 6 aprile 2018
Le nazioni del ciclismo: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo e Svizzera
Ho aggiornato il post, per il resto valido, con riflessioni sulle ultime tre stagioni. Qualcosa è cambiato (vedi sotto in verde).
I primi di febbraio, ho cominciato a pubblicare una classifica a punti, certo opinabile, ma formata secondo criteri tutto sommato neutri, dei migliori ciclisti della storia*. Quanto al rendimento. Ha stravinto Merckx, con vantaggio enorme su secondo e terzo, rispettivamente Hinault e Bartali. Figuriamoci gli altri, più staccati. Ripeto, classifica di rendimento, legata ai risultati. Perché, sarebbe stato assai più difficile graduare il talento. Ma, di certo, Pantani avrebbe scalato moltissime posizioni in classifica, nella quale sarebbero entrati alcuni pionieri, rimasti fuori perché, ai tempi loro, molte corse ancora non c'erano. Ma, nemmeno questo è il punto del post. Scorrendo la classifica, si è riproposto un vecchio tema. Le nazioni del ciclismo, della storia del ciclismo, sono, per lo più, sebbene qualcosa stia cambiando, sette. Curiosamente, ma è una mera coincidenza, cinque su sette, sono le stesse che diedero vita, alla CEE: Italia, Francia, Belgio, Spagna, Olanda, Lussemburgo, e Svizzera. L'Europa unita, progetto fallito, secondo me, nacque con la Germania, allora Ovest, in luogo della Spagna. La Svizzera, si sa, sta sempre per conto proprio. La Spagna, tornando al ciclismo, ha iniziato lentamente. Ha avuto il suo primo grande giro nazionale, soltanto nel 1935, laddove il Tour de France si corre dal 1903 ed il Giro d'Italia dal 1909. Ed i primi grandissimi campioni soltanto negli anni '50, con Bahamontes, formidabile scalatore, e Miguel Poblet, passista velocissimo, capace di ben figurare anche nelle gare a tappe. L'Italia aveva già avuto quattro campionissimi: Girardengo, Binda, Bartali e Coppi. E campioni della statura di Guerra e Magni, per tacere degli altri. Da nessuna parte, però, il ciclismo era diventato religione laica come in Belgio. Ed il Belgio aveva dato formidabili corridori da corse in linea, ma anche dominatori di grandi giri. Il primo a vincere tre Tour de France, fu, per esempio, il belga Thys. Eguagliato dal francese Bobet, soltanto a metà degli anni '50. Poi, venne, per i belgi, Merckx, che vinse tutto, dappertutto. Diciannove classiche monumento: 7 Milano-Sanremo, 2 Giri delle Fiandre, 3 Parigi-Roubaix, 5 Liegi-Bastogne-Liegi, 2 Giri di Lombardia. Primato assoluto. Soltanto altri due suoi connazionali, Van Looy e Roger De Vlaeminck seppero vincere almeno una volta tutte le classiche monumento. Ma, Merckx vinse anche 5 Tour de France, come prima di lui Anquetil, e dopo di lui Hinault ed Indurain, 5 Giri d'Italia, come prima di lui Binda e Coppi, e dopo di lui nessuno. Una Vuelta a Espana. E tre campionati del mondo. Nel "dopo Merckx", però, i belgi, se rimasero competitivi nelle grandi corse di un giorno, quasi sparirono nelle grandi corse a tappe. Dopo la vittoria di De Muynck al Giro del 1978, nessun belga ha più trionfato tra Giro, Vuelta e Tour. Mentre, gli spagnoli hanno cominciato a farla da padroni. Con Lejarreta e Delgado, poi, più di tutti, Indurain e Contador, sette grandi giri a testa, passando per Olano ed Heras, per Sastre e Valverde, uno che ha vinto moltissimo anche le corse di un giorno, come, in parte, aveva saputo fare Oscar Freire Gomez, tre mondiali, tre Milano-Sanremo. L'Italia, negli ultimi cento anni, è rimasta costante, tolti pochi periodi di basso profilo. In tutte le competizioni su strada. La Francia, per contro, almeno nelle grandi gare a tappe, ha conosciuto, con dieci anni di ritardo, le medesime difficoltà del Belgio. Dal 1985, ultimo successo di Bernard Hinault a Parigi, non ha più vinto il Tour. E, dopo di allora, due soli grandi giri: con Fignon, il Giro d'Italia 1989, con Jalabert la Vuelta a Espana 1995. Soltanto da qualche anno, con Bardet e Thibaut Pinot è tornata competitiva nei grandi giri, pur senza vincerli. Anche nelle corse di un giorno, i francesi, dopo il ritiro di Jalabert, hanno vinto pochissimo. Quasi niente. Tolta la Milano-Sanremo con Demare. Sicché, in questo momento, la nazione guida del ciclismo, è la Spagna. Ma, qualcosa si muove. Per l'Olanda, ad esempio. Con Tom Dumoulin. Uno che, fossimo nei primi anni '90, quando al Tour, ed in parte al Giro, c'erano cronometro lunghissime, partirebbe sempre per vincere i grandi giri. Per la Gran Bretagna, sembrava il caso eccezionale di Froome chiacchierato ma vincente come pochi, e Cavendish, tra i maggiori velocisti di sempre, 30 tappe al Tour. Ma, se consideriamo il successo di Wiggins al Tour del 2012 e quello di Geraint Thomas al Tour 2018, con Simon Yates, che doma le salite di Giro e Vuelta, qualcosa sta cambiando nella terra d'Albione. Sono tornati nelle retrovie gli USA, che da 30 anni, svanita l'illusione Armstrong, non hanno più trovato un campione come Greg LeMond, tre Tour e due campionati del mondo. E nelle retrovie resta la Svizzera, che, del resto, è sempre andata a fiammate. Prima delle guerra, solo Heinrich Suter si staccò dalla massa. Poi, l'epoca d'oro di Kubler e Koblet, a cavallo tra anni '40 e '50 . Un lungo riflusso, fino a Tony Rominger, 3 Vuelta e 1 Giro, ma anche secondo al Tour e classiche vinte, ed Alex Zulle. Poi negli ultimi quindici anni, Fabian Cancellara, dominatore delle classiche del pavé, 3 Fiandre e 3 Roubaix. Anche il Lussemburgo arranca. Eppure, Nicolas Frantz fu tra i più forti corridori degli anni '20. E Gaul è stato, con Bartali e Pantani, il miglior grimpeur della storia. Dopo il ritiro dei fratelli Schleck, però, non c'è un campione lussemburghese. Forse, ma rimane indecifrabile, Bob Jungels. La nazione che ha compiuto più progressi, dopo aver fatto per decenni le cose migliori nel ciclismo su pista, è la Germania. Che dovette aspettare, per un campione, Rudi Altig negli anni '60. Poi, Junkermann e Thurau. Ma, il corridore tedesco più forte resta Ullrich e, dopo di lui, un velocista capace di vincere 4 Sanremo come Zabel. Epperò, oggi, la Germania ha un plurivincitore come Greipel, il miglior velocista del mondo come Kittel ed un movimento solido. E' diventata una realtà l'Australia, che ha Matthews e Caleb Ewan, dopo aver avuto Cadel Evans, vincitore di Tour e campionato del mondo, e McEwen, velocista di rango. Mentre, negli anni '80, il primo grande corridore aussie, Phil Anderson, costituiva una continua sorpresa. Si sono aggiunte nazioni come la Russia ed il Kazakistan e l'Ucraina. E la Slovacchia del maggior talento contemporaneo, Peter Sagan, uno che nemmeno sa quanto sia forte. E, ma da 30 anni, cominciando con Lucho Herrera, arrivando a Quintana, i grandi scalatori colombiani.
*Aggiornamento al 29 marzo 2021.
La Francia ha trovato in Alaphilippe, vincitore della Sanremo 2019 e del campionato del mondo 2020, un nuovo grande campione. Bernal è stato il primo colombiano a vincere il Tour, nel 2019. Gli inglesi, negli ultimi 9 anni, si sono annessi 11 vittorie nei grandi giri: 1 Wiggins (1 Tour), 7 Froome (4 Tour, 1 Giro, 2 Vuelta), 1 Geraint Thomas (1 Tour), 1 Geoghegan Hart (1 Giro, 2020), 1 Simon Yates (1 Vuelta). Nessuno ha saputo far meglio in questo lasso di tempo. Roglic (2 Vuelta e una Liegi) e Pogacar (1 Tour) hanno messo al centro della scena ciclistica la piccola Slovenia. Insomma, le nazioni del ciclismo non sono più soltanto sette.
*Aggiornamento del 06 aprile 2022: Roglic ha vinto anche la terza Vuelta nel 2021 e Pogacar il secondo Tour oltre alla Liegi e al Lombardia. In questo 2022, ai loro successi si è sommata l'affermazione di Mohoric alla Sanremo. Dominio sloveno.
* Sono stati classificati i primi 162 ciclisti della storia, fino ad ora. Guida l'Italia, con 48 corridori.Italia: 48 corridori
Belgio: 27 corridori
Francia: 19 corridori
Spagna: 19 corridori
Olanda: 10 corridori
Svizzera: 7 corridori
Lussemburgo: 5 corridori
Germania: 5 corridori
Gran Bretagna: 3 corridori
Irlanda: 2 corridori
Australia: 2 corridori
Danimarca: 2 corridori
USA: 2 corridori
Portogallo, Slovacchia, Colombia, Russia, Kazakistan, Norvegia, Slovenia: 1 corridore