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venerdì 16 luglio 2021

TdF 2021: a Libourne bis di Mohoric

Nella diciannovesima tappa del Tour de France 2021, da Mourenx a Libourne, va via una grande fuga, dalla quale emerge solitario Mohoric, che già si era annesso la settima frazione. Con le tre, per ora, tappe vinte da Pogacar sono cinque i successi sloveni in quest'edizione della Grande Boucle. Il gruppo della maglia gialla è arrivato dopo oltre venti minuti. 

mercoledì 9 settembre 2020

Il ciclismo e i Grandi Giri negli anni 2010/19: il dominio inglese

Il ciclismo non si sottrae all'eterna regola del mutamento. Come ebbi a scrivere in un post di qualche tempo, sono cambiate, non tutte, anche le Nazioni dominanti nel ciclismo. Tradizionalmente Italia, Francia e Belgio e, di rincalzo, Spagna, Svizzera, Olanda e Lussemburgo. Negli anni 2010, insomma dal 2010 al 2019, per stare al decennio appena trascorso, invito a dare uno sguardo ai vincitori delle tre grandi corse a tappe: Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana.

Tour de France:

2010: Andy Schleck (Lussemburgo)

2011: Cadel Evans (Australia)

2012: Bradley Wiggins (Regno Unito)

2013: Chris Froome (Regno Unito)

2014: Vincenzo Nibali (Italia)

2015: Chris Froome (Regno Unito)

2016: Chris Froome (Regno Unito)

2017: Chris Froome (Regno Unito)

2018: Geraint Thomas (Regno Unito)

2019: Egan Bernal (Colombia)

Giro d'Italia:

2010: Ivan Basso (Italia)

2011: Michele Scarponi (Italia)

2012: Ryder Hesjedal (Canada)

2013: Vincenzo Nibali (Italia)

2014: Nairo Quintana (Colombia)

2015: Alberto Contador (Spagna)

2016: Vincenzo Nibali (Italia)

2017: Tom Dumoulin (Italia)

2018: Chris Froome (Regno Unito)

2019: Richard Carapaz (Ecuador)

Vuelta a Espana:

2010: Vincenzo Nibali (Italia)

2011: Chris Froome (Regno Unito)

2012: Alberto Contador (Spagna)

2013: Chris Horner (U.S.A.)

2014: Alberto Contador (Spagna)

2015: Fabio Aru (Italia)

2016: Nairo Quintana (Colombia)

2017: Chris Froome (Regno Unito)

2018: Simon Yates (Regno Unito)

2019: Primoz Roglic (Slovenia)

Ci sono stati 10 successi del Regno Unito (7 di Froome, 1 a testa per Wiggins, Thomas e Simon Yates), 7 italiani (4 di Nibali e 1 a testa di Basso, Scarponi e Aru), 3 spagnoli (tutti di Contador), 3 colombiani (2 di Quintana, 1 di Bernal), infine 1 lussemburghese (Andy Schleck), 1 australiano (Evans), 1 U.S.A. (Horner), 1 canadese (Hesjedal), 1 olandese (Tom Dumoulin), 1 ecuadoriano (Carapaz), 1 sloveno (Roglic). Evans, Carapaz, Roglic e Hesjedal hanno colto i primi successi assoluti per i propri rispettivi Paesi, Australia, Ecuador, Slovenia e Canada. Il Regno Unito, con 10 successi e Froome mattatore, è stato il leader di maggioranza relativa del decennio, mentre la Colombia, che vantava un solo successo con Lucho Herrera alla Vuelta negli anni '80, è diventata una potenza nelle grandi gare a tappe. L'Italia ha tenuto, soprattutto grazie a Nibali. Non pervenuto il Belgio, che non vince - e nemmeno sale sul podio - dal successo di De Muynck al Giro del 1978, e la Francia, che ha ottenuto podi (con Peraud, Bardet e Pinot) ma non vittorie. La geografia del ciclismo è profondamente cambiata.

lunedì 16 settembre 2019

Vuelta a España 2019: le pagelle.

Ecco le pagelle della Vuelta a España 2019, la prima che parli sloveno, con il successo finale di Roglic ed il terzo posto di Pogacar.


  1. Roglic: 10. Vince da favorito. Al Giro d'Italia non gli era riuscito. In pochi anni di professionismo, lui che veniva dal salto con gli sci, Roglic regala alla Slovenia il primo grande giro della sua storia. Del resto, va forte dappertutto, di più a cronometro. Ha fondo e sta imparando a gestire sempre meglio lo sforzo. E tutto questo senza avere una grandissima squadra.
  2. Valverde: 9. Vince una tappa ed è secondo nella generale della Vuelta per la terza volta in carriera, piazzamento da sommare a tre terzi posti e alla vittoria del 2009: sette podi complessivi. E pensare che ha 39 anni. Ed è rimasto uno degli ultimi a correre da protagonista gara tappe, lunghe o brevi, e corse di un giorno. Unico.
  3. Pogacar: 9. Tre vittorie di tappa, terzo alla fine, 21 anni. Predestinato. Completa il miracolo sloveno di Roglic.
  4. Gilbert: 8,5. Due vittorie di tappa, a 37 anni la sua classe è sempre limpida. 
  5. Quintana: 6. Perché vince una tappa, nemmeno troppo adatta a lui. Perde, va in fuga, recupera, perde di nuovo. Il suo resta un grande curriculum, ma, ormai, un grande giro non può vincerlo. 

giovedì 23 maggio 2019

A Pinerolo trionfa Benedetti. Polanc maglia rosa

Giro d'Italia 2019, Cuneo-Pinerolo, 12^ tappa, 158 km



Non c'è una squadra che sappia tenere la corsa. Anche nella Cuneo-Pinerolo va via una fuga, che prende un vantaggio immenso. E che arriva al traguardo con otto minuti sugli appaiati Roglic e Nibali. La tappa va a Cesare Benedetti, che batte Caruso allo sprint. La maglia rosa passa dalle spalle di Valerio Conti a quelle dello sloveno Polanc, suo compagno di squadra all'UAE. I pretendenti al successo finale, al netto di trascurabili scaramucce, sono rimasti alla finestra.  Peraltro, il ritardo da Polanc, che fu undicesimo al Giro d'Italia del 2017, non è da trascurare. Polanc ha poco più di 4 minuti di vantaggio sul connazionale Roglic, poco meno di sei minuti su Nibali!

domenica 16 novembre 2014

Rooney 44 gol in nazionale, 280 gol in carriera

Ha 29 anni Rooney, sebbene sembri più vecchio per via di una carriera già molto lunga, cominciata prestissimo nell'Everton. Ha conosciuto periodi difficili, flessioni di rendimento che avevano indotto la critica a pronosticarne un rapido declino. Ed invece Rooney è ancora sugli scudi. In un ruolo diverso, perché ormai il centravanti non lo fa più. Almeno nel Manchester United, dove gioca alle spalle di Van Persie. Resta, però, decisivo grazie al suo eclettismo tattico, alla sua forza fisica modello Nordahl, alla sua tecnica da fantasista massiccio. Ieri, ha trasformato il rigore decisivo contro la Slovenia, salendo a quota 44 gol in nazionale. eguagliando una leggenda come Greaves. Davanti a lui, restano Lineker, 48 gol, e Bobby Charlton, 49 gol. In carriera, i gol di Rooney sono 280.