Il Psg, che parte con Mbappè in panchina, batte il Borussia Dortmund di Haaland e Sancho e Hummels - a pensarci il talento ai tedeschi non manca - e vola ai quarti di finale. Basta un 2-0 dopo l'1-2 dell'andata. E non era scontato, visto il cammino in Champions League dei francesi nelle ultime stagioni. L'Atletico Madrid espugna l'Anfield Road di Liverpool. Contro squadre chiuse, fatto noto, gli uomini di Klopp soffrono. Giocare senza un ariete, almeno da pescare in panchina - Firmino, che pura segna, non lo è - diventa un limite. Ma, soprattutto, senza il campo aperto, Salah e Manè diventano non dico ordinari ma certo più prevedibili. E Simeone il campo aperto non lo concede. Poi accade che Lllorente trovi due bei gol in una serata di grazia e che il Liverpool in porta si ritrovi Adrian e non l'infortunato Alisson. Tutto accade ai supplementari, ai quali il Liverpool arriva grazie al gol di Wijnaldum. E raddoppia subito con Firmino. Poi l'uno-due di Llorente e il sigillo di Morata. I campioni uscenti diventano i campioni usciti. Mai stato un ammiratore del gioco di Simeone. Però, sì un però c'è, Klopp non ha saputo e nemmeno voluto trovargli contromisure. Si è domandato perché l'Atletico giocasse così indietro con due linee, vicinissime, di quattro giocatori. Perchè? La risposta è nei risultati delle due partite.
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