Il Psg, che parte con Mbappè in panchina, batte il Borussia Dortmund di Haaland e Sancho e Hummels - a pensarci il talento ai tedeschi non manca - e vola ai quarti di finale. Basta un 2-0 dopo l'1-2 dell'andata. E non era scontato, visto il cammino in Champions League dei francesi nelle ultime stagioni. L'Atletico Madrid espugna l'Anfield Road di Liverpool. Contro squadre chiuse, fatto noto, gli uomini di Klopp soffrono. Giocare senza un ariete, almeno da pescare in panchina - Firmino, che pura segna, non lo è - diventa un limite. Ma, soprattutto, senza il campo aperto, Salah e Manè diventano non dico ordinari ma certo più prevedibili. E Simeone il campo aperto non lo concede. Poi accade che Lllorente trovi due bei gol in una serata di grazia e che il Liverpool in porta si ritrovi Adrian e non l'infortunato Alisson. Tutto accade ai supplementari, ai quali il Liverpool arriva grazie al gol di Wijnaldum. E raddoppia subito con Firmino. Poi l'uno-due di Llorente e il sigillo di Morata. I campioni uscenti diventano i campioni usciti. Mai stato un ammiratore del gioco di Simeone. Però, sì un però c'è, Klopp non ha saputo e nemmeno voluto trovargli contromisure. Si è domandato perché l'Atletico giocasse così indietro con due linee, vicinissime, di quattro giocatori. Perchè? La risposta è nei risultati delle due partite.
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giovedì 12 marzo 2020
Psg e Atletico Madrid ai quarti di Champions League
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martedì 7 maggio 2019
Liverpool-Barca 4-0: Origi (2), Wijnaldum (2). Liverpool in finale
Anfield Road
Liverpool-Barcellona 4-0.
Liverpool-Barcellona 4-0.
La Kop soggioga il Barcellona di uno spaurito Messi. Origi trova un vantaggio precoce. Il Liverpool ci crede. La rimonta si compie con una doppietta di Wijnaldum, entrato per sostituire il terzino sinistro Robertson!. Da un angolo battuto con astuzia, mentre la difesa blaugrana dorme, Origi trova il secondo gol personale. Liverpool sul 4-0. Barcellona annichilito. Partita enorme del capitano dei Reds, Henderson. Il capolavoro di Klopp. Certe imprese non sono figlie del caso. Ma, del coraggio, che è la prima dote del tecnico tedesco. Uno che non solo sa di calcio, ma che ama il calcio e lo vive con una spensieratezza encomiabile. Ha condotto i suoi giocatori ad un'impresa più che leggendaria, contro tutti, beh, non proprio tutti, i pronostici, nonostante le assenze di Firmino e di Salah. Mai visto qualcosa di simile. Seconda finale consecutiva per il Liverpool, la nona della sua fantastica storia. Messi ne esce di nuovo ridimensionato. Non accostatelo più a Maradona: sarebbe blasfemia calcistica.
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