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lunedì 6 dicembre 2021

La rivalità tra Inter e Real Madrid

Si tratta di una delle partite di maggior fascino del calcio europeo. Di una rivalità sbocciata nel maggio del 1964 quando, al Prater di Vienna, Milani e Sandro Mazzola, firmarono le reti dello storico primo successo dell'Inter in Coppa dei Campioni, battendo il Real Madrid di Gento e Santamaria, di Alfredo Di Stefano e Puskas. Nacque quella sera la Grande Inter.

Inter-Real Madrid
27 maggio 1964

Nel 1966 i nerazzurri e i blancos s'incrociano di nuovo nella massima competizione continentale. I madrileni vincono nella semifinale d'andata con gol di Pirri. Al ritorno, vantaggio di Amancio pareggiato da Facchetti. Il Real va in finale, che poi vincerà: sarà il sesto alloro. L'anno dopo, di nuovo di fronte, ai quarti di finale, ed è l'Inter a passare il turno. In finale, i nerazzurri, senza Suarez e Corso, saranno sconfitti a sorpresa dal Celtic Glasgow.

Nel 1981, mentre il calcio europeo parla diffusamente inglese, Inter e Real Madrid si ritrovano in semifinale di Coppa dei Campioni. Entrambe sentono il bisogno di rinnovare gli antichi fasti dopo anni di anonimato europeo. All'andata, la squadra di Bersellini perde 2-0 al Bernabeu: gol di Santillana, centravanti che diverrà un totem negativo per i nerazzurri, e Juanito. Al ritorno, il capitano Graziano Bini segna il gol della vittoria, che non vale però il passaggio del turno. Il Real sarà sconfitto in finale dal Liverpool.

Inter e Real Madrid si sfidano altre tre volte nei successivi quattro anni: nel 1983 in Coppa delle Coppe, nel 1985 e nel 1986 nelle semifinali di Coppa Uefa. Passa sempre il Real, segna sempre Santillana. Nel 1985 al Bernabeu, Bergomi viene colpito da una monetina piovuta dagli spalti e lascia il campo nel primo tempo. Il Real ribalta il 2-0 dell'andata e vince 3-0. Il potere politico del Real impedisce la vittoria a tavolino per i nerazzurri. L'anno dopo, Altobelli e Rummenigge vengono massacrati dai difensori avversari, ma l'unico espulso, per reazione, sarà Mandorlini. Finisce 3-1 a Madrid, replica del 3-1 per l'Inter al Meazza. Si va ai supplementari. Segna Santillana, finisce 5-1 per il Real.


Bisogna aspettare la doppietta di Roberto Baggio, girone eliminatorio della Champions League, nell'autunno del 1998, per assistere ad un successo significativo dell'Inter sul Real. Le ultime tre sfide, tra 2020 e 2021, sempre nelle fasi a gironi della Champions, le ha vinte il Real. L'Inter va domani al Bernabeu nelle migliori condizioni possibili, per inseguire un successo che manca da 23 anni. In diciotto confronti, fino ad ora, 7 sono state le vittorie dell'Inter, 9 le vittorie del Real Madrid, due i pareggi. Non so come andrà a finire il prossimo, ma l'Inter dell'ultimo mese non credo che soffrirà il miedo escenico, come ebbe a definirlo Jorge Valdano, del Santiago Bernabeu.

lunedì 22 novembre 2021

Finestra sull'Europa del calcio

Facciamo il punto sui principali campionati europei. 

Premier League. 

Il Chelsea di Tuchel, un tecnico che ho sempre apprezzato pochissimo, per la verità, guida la classifica su Manchester United e Liverpool, trascinato, quest'ultimo, dal capocannoniere provvisorio Salah. Il Tottenham allenato da Conte risale al settimo posto, mentre Harry Kane, inarrestabile in nazionale, è ancora fermo a quota 1 gol. Lui che ha vinto tre volte la classifica marcatori.

Liga.

Il Real Madrid di Zidane guida la classifica, davanti alla sorprendente Real Sociedad, squadra giovane e brillante. Il Barcellona ha dieci punti di ritardo dalla vetta. Benzema è capocannoniere provvisorio, 10 gol, seguito dal compagno di squadra Vinicius, che sembra aver terminato il processo di maturazione. 

Bundesliga.

Classico testa a testa tra il Bayern Monaco, capolista, di Lewandowski, già 14 gol, e il Borussia Dortmund di Haaland, nove reti. Regna l'equilibrio.

Ligue 1.

Il Psg è già in fuga, con nove punti di vantaggio sul Nizza, dopo 14 giornate. Messi, senza impressionare, è più dentro la squadra parigina, destinata a vincere il campionato con molte giornate d'anticipo. Il capocannoniere provvisorio è il canadese del Lille, David.

Serie A. 

Il campionato più equilibrato degli ultimi anni, in Italia, vede una corsa a tre tra Napoli, Milan e Inter, risalita a -4 dalle prime due. Guidano la classifica marcatori Immobile e Vlahovic.

Eredivisie.

Testa a testa tra le tre grandi tradizionali in Olanda: Ajax e Psv Eindhoven, 30 punti, e Feyenoord, 28, che ha una partita da recuperare. Capocannoniere provvisorio, il centravanti dei Lancieri, Haller.


giovedì 30 settembre 2021

Champions League: 2^ giornata

Una piccola squadra moldava e nemmeno propriamente moldava, dacché fa base a Tiraspol in Transnistria, repubblica proclamatasi indipendente ma non riconosciuta dalla comunità delle Nazioni, ha terremotato il girone D della Champions League. Due successi contro Shakhtar e Real Madrid, al Bernabeu, per lo Sheriff. Pronostici sovvertiti e primo posto provvisorio. L'Inter, che nelle ultime 14 partite di Champions ne ha vinte solo 3, ha cinque punti in meno. E dovrà affrontare lo Sheriff nelle prossime due gare di Champions. 

La Juve vince, pur senza brillare, con difesa e contropiede e Chiesa, anche aiutata dal sopravvalutato tecnico del Chelsea, Tuchel, e da un Lukaku imbolsito. Il centravanti belga non sa fare reparto da solo. Era stato, nei due anni all'Inter, pur conservando limiti nelle gare importanti, aiutato dalla partenership di Lautaro. Non l'ha capito. Ieri, Lukaku è stato il peggiore in campo.

Il Barcellona invece precipita: zero punti nel proprio girone dopo due partite e indizi di crisi non reversibile. Non in questa stagione. Ieri sera il Benfica ha letteralmente dominato.

Zero punti anche per il Milan, che, però, ha giocato meglio contro Liverpool prima e Atletico Madrid poi. I rossoneri non si qualificheranno, ma tengono bene il campo.

Vittoria facile per l'Atalanta. 

Nessuno sembra forte, in quest'edizione della Champions League, quanto il Bayern Monaco, che, nello stesso girone del Barca, ha travolto la Dinamo Kiev: mattatore il solito Lewandowski.

Vince infine il Psg il "derby dei ricchi" contro il Manchester City di Guardiola. Molti si sono esaltati per il primo gol parigino di Messi, certo bello da vedere. Ma, la fase difensiva del City è stata imbarazzante: guardate i riflessi filmati. Tutti fuori posizione e due del City che rientrano camminando. Il "guardiolismo".

mercoledì 15 settembre 2021

Inter-Real Madrid: 0-1. Rodrygo

Partita mai banale, sebbene la posta in palio sia relativa. La scelta dei gironi ha tolto fascino persino a sfide leggendarie. E Inter-Real Madrid è stata sfida leggendaria. A partire dalla vittoria nerazzurra al Prater di Vienna nella finale di Coppa dei Campioni del 1964, quando Sandro Mazzola mostrò al mondo intero di essere degno erede del grande Valentino. Ad ogni modo, stasera si replica, al Meazza. Pronostico aperto. L'Inter sta ancora cercando un nuovo equilibrio, il Real, ora allenato da Ancelotti, è forte ma non fortissimo. Vediamo.

La cronaca.

L'Inter parte meglio del Real. Perisic è in giornata, cosa che in stagione non gli era ancora capitata. Curtois si oppone a Lautaro nel primo tempo e a Dzeko ad inizio ripresa. Anche Brozovic sfiora il gol. Perisic cala e viene sostituito da Dimarco. Entra anche Dumfries per Darmian. Poi, Correa per Lautaro e Vidal per Calhanoglu, sotto tono come contro la Samp. Scende il ritmo della gara. A sette minuti dalla fine entra Vecino per Barella. All'89', la beffa: segna Rodrygo di sinistro, assistito da Camavinga. Non capisco perché Simone Inzaghi abbia tolto Lautaro e non lo sfiatato Dzeko. Non capisco perché abbia sostituito Barella. Sconfitta amara, che Skriniar, migliore dei nerazzurri, ha reso meno pesante. Il buon primo tempo non consola. Anzi.

giovedì 26 agosto 2021

Sorteggi UCL: Inter, Real Madrid, Shakhtar, Sheriff

Tutto sommato, un buon sorteggio per l'Inter. Che ritrova il Real Madrid nel girone di Champions League sorteggiato oggi. Poi lo Shakhtar di De Zerbi e la matricola moldava Sheriff. Si può e si deve andare agli ottavi. Durissimo il ritorno in Champions del Milan, che dovrà vedersela con Atletico Madrid, Liverpool e Porto. La Juve affronterà i campioni in carica del Chelsea e poi Zenit e Malmoe: le trasferte in Russia e Svezia non saranno agevoli. Infine, l'Atalanta se la vedrà con Manchester United, Villareal e Young Boys: potrebbe passare. 

martedì 1 giugno 2021

Ancelotti torna al Real Madrid

È tornato al Real Madrid, Carlo Ancelotti. Il ricordo della decima Champions vinta con lui in panchina deve avere agito potentemente sulla decisione di Florentino Perez.

mercoledì 14 aprile 2021

Real Madrid e Manchester City in semifinale

Real Madrid e Manchester City eliminano, rispettivamente, Liverpool e Borussia Dortmund. Nelle semifinali di Champions, il Real affronterà il Chelsea, mentre il City, in una sfida ad altissimo quoziente di spettacolarità, se la vedrà con il Psg. Ultima notazione: Kevin De Bruyne è un giocatore favoloso. Ha qualcosa di Kubala e qualcosa di Schuster, qualcosa di Riquelme e qualcosa di Gerrard: vale a dire forza fisica e continuità, dribbling verticale e visione illuminata, tocco raffinato e progressione. Il miglior centrocampista del mondo, oggi.

venerdì 19 marzo 2021

Quarti di Champions: Bayern Monaco-Psg, Real Madrid-Liverpool, Porto-Chelsea, Manchester City-Borussia Dortmund

Sorteggiati i quarti di finale di Champions League. I campioni in carica del Bayern Monaco affronteranno il Psg di Mbappé nella rivincita anticipata della finale dello scorso anno. Sfida ricca di fascino e di storia europea tra Real Madrid e Liverpool. La vincitrice tra City e Dortmund affronterà una tra Bayern e Psg, così la vincitrice della sfida tra Porto e Chelsea, in semifinale, incrocerà Liverpool o Real.


  • Manchester City - Borussia Dortmund
  • Bayern Monaco - PSG
  • Porto - Chelsea 
  • Real Madrid - Liverpool

giovedì 18 marzo 2021

Champions: la solita Italexit

Succede da anni, qualche volta dopo, sì, ma succede da anni. Ad un certo punto della Champions League, c'è l'Italexit. Resta inteso poi, che l'eliminazione dell'Inter, addirittura quarta nel suo girone, sia stata pesante, come, quasi allo stesso modo, quella della Juve contro il Porto: i bianconeri hanno un monte ingaggi spropositato e Cristiano Ronaldo eppure, come lo scorso anno contro il Lione, sono stati eliminati da un avversario pacificamente più debole. Diverso il discorso per Atalanta e Lazio, uscite contro due squadre più blasonate e più ricche tecnicamente come Real Madrid e Bayern Monaco. Resta, tuttavia, la difficoltà internazionale del calcio italiano. L'ultimo titolo europeo rimane la Champions League dell'Inter del 2010. Anche la nazionale è reduce da due eliminazioni al primo turno ai mondiali (2010 e 2014) e persino dalla mancata qualificazione a quelli russi del 2018. E non ne farei, come certi pretesi esperti, una questione di ritmo. Che sarebbe più basso nelle nostre squadre e in serie A. Non è quello o non è tanto quello il problema. Che considero invece tecnico. La qualità offensiva latita, il dribbling è uno sconosciuto, il tiro da fuori una rarità. Il calcio italiano oggi è un calcio minore. Come gli capitò di essere negli anni '50. Succede, può succedere. Speriamo che non duri. Dalla mediocrità degli anni '50 si uscì attraverso una rivoluzione tattica, il perfezionamento del calcio di rimessa poi detto all'italiana, e con la fioritura, quella mai prevedibile, di campioni assoluti come Rivera, Facchetti, Mazzola, Riva. Campioni di quel livello - tolto, potenzialmente, il solo Zaniolo - non se ne intravedono oggi, pur essendoci giovani buoni calciatori; tatticamente, invece, non riconosco grandi novità. Giochiamo come gli altri, in Europa. Solo che loro lo fanno meglio. E con interpreti mediamente migliori. E perdiamo.

mercoledì 24 febbraio 2021

Atalanta - Real Madrid: 0-1. Mendy

Espulsione ai danni di Freuler, severa, ma non scandalosa come ho letto su Twitter. Che poi i direttori di gara usino una certa benevolenza nei confronti del Real Madrid, beh, questo è risaputo. E si osserva per tutta la gara. L'Atalanta, pur in dieci, tiene il campo, ma deve presto rinunciare anche a Zapata. Molti gli assenti anche tra i madrileni, del resto. A quattro minuti dallo scadere, Mendy, mancino, calcia di destro a giro da fuori area e porta in vantaggio il Real Madrid. Il ritorno sarà difficilissimo per i bergamaschi. La squadra di Zidane non è brillante, ma porta a casa una vittoria preziosa. E il loro portiere, Curtois, è rimasto inoperoso.

mercoledì 9 dicembre 2020

Inter-Shakhtar: 0-0. Conte ha fallito

Può succedere tutto: Inter agli ottavi di Champions; Inter in Europa League; Inter fuori dall'Europa. 

La cronaca. 

Shakhtar davvero modesto. Difende e nemmeno bene. Ma tanto basta a complicare la vita dell'Intrer, sempre a disagio contro squadre chiuse. Una volée destra di Lautaro, finita sulla traversa, è l'unica grande occasione del primo tempo. Netta ma sterile supremazia territoriale nerazzurra. Si va al riposo sullo 0-0. Nella ripresa Lukaku esalta solo il portiere avversario nella classica parata alla Pagliuca, con tuffo successivo alla respinta. Per il resto, il belga, sempre sotto tono nelle sfide davvero decisive, si fa notare per la respinta, in fuorigioco, di un colpo di testa di Sanchez, altrimenti destinato al gol. Conte ha un curriculum europeo disastroso, che si arricchisce di un nuovo, imbarazzante capitolo. In sei partite del girone, l'Inter ne ha vinta una soltanto. Quello di Conte è un fallimento. Senza discussioni. Un gol sarebbe servito, uno solo. E lui sempre con tre difensori contro nessun attaccante, sempre con lo stucchevole fraseggio dal basso. Eriksen sempre in campo allo scadere. Un fallimento. L'Inter, con lui, sa giocare solo di rimessa. Appena gli altri si chiudono, non ha idee. Peraltro, la qualificazione non è sfumata solo stasera. Per tre mesi, l'Inter ha viaggiato alla media di due gol subiti a partita. Ora, questo problema pare risolto. Ma ne restano due enormi. Quello della monotematicità del gioco,  spesso innocuo contro squadre coperte e quello dell'incapacità di vincere gli scontri diretti. Durante la sua gestione, li ha falliti  pressoché tutti. La Champions League dell'Inter termina con un desolante ultimo posto nel girone. Fuori dall'Europa. Come al solito, dopo la gara, Conte ha evitato d'intestarsi qualsivoglia responsabilità. Andrebbe subito esonerato anche per questo. 




mercoledì 25 novembre 2020

Inter-Real Madrid: 0-2. Via Conte!

Quarta partita del Girone B della Champions League 2020/21. L'Inter, attualmente ultima a 2 punti, ospita il Real Madrid in una delle più classiche e affascinanti sfide del calcio europeo. Nessuna delle due squadre è in salute. E se dell'Inter si è già scritto molto, il Real giocherà anche senza il capitano e totem Sergio Ramos, Benzema e Valverde. Assenze pesanti, soprattutto la prima. Poi, per carità, potrebbe svegliarsi dal lungo letargo Hazard, mai sé stesso con i Blancos fino ad ora, tanto per chiarire che il Real Madrid ha comunque una rosa di primissimo ordine. Conte non può fallire. Non vincere equivarrebbe ad una nuova eliminazione dalla Champions.

La cronaca.

Un disastro il primo tempo. Sconfessato Conte e il suo calcio. Vidal, inseguito sebbene vecchio, calcisticamente, di 33 anni, perché creduto decisivo, si fa espellere come un esordiente. Nel primo tempo, con l'Inter già in svantaggio a causa di un rigore provocato dalla foga di Barella e trasformato da Hazard, opportunamente resuscitato per l'occasione. Il Real Madrid domina a centrocampo, dove Modric e Kroos tengono un corso accelerato di gioco del calcio. L'Inter è assente. Nella ripresa, entrano D'Ambrosio e Perisic per Bastoni e Lautaro. Ma segna Rodrygo, solo sulla fascia sinistra madrilena. Dov'era D'Ambrosio? Eriksen entra a cinque minuti dal termine per Lukaku: le raffinate strategie di Conte. Che deve andarsene. La sua esperienza nerazzurra è stata fallimentare. Non ha una vinto una sfida importante che sia una. Le quattro partite di Champions dell'Inter senza vittorie, in questa stagione, sono un triste primato tutto suo. 



lunedì 23 novembre 2020

Inter-Real Madrid: la partita della svolta!

Può, e dovrebbe, essere la partita della svolta. Inter-Real Madrid, mercoledì 25 novembre, Champions League, è il primo grande crocevia stagionale per i nerazzurri allenati da Conte. Tecnico sempre più abbarbicato al proprio credo tattico, sebbene i migliori risultati l'Inter li abbia colti in rimonta, lanciandosi in assalti di poco criterio ma di grande efficacia, una volta abbandonata la fedeltà agli schemi rigidissimi di Conte. Il cui curriculum europeo è notoriamente scarno. Vincere contro il Real Madrid, falcidiato da numerose, provvidenziali, assenze è non solo possibile ma doveroso. Per accedere agli ottavi della Champions, che l'Inter manca dal 2011, per restituire fiducia ad un ambiente in costante fibrillazione e per dare una svolta ad una stagione che chiudere senza trofei sarebbe fallimentare. Una partita decisiva, da non sbagliare. 

lunedì 16 novembre 2020

Il calcio degli anni '50: da Di Stefano a Kubala, da Puskas e Pelé

Il calcio riprese, in Europa, molto lentamente dopo la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. Dalla fine degli anni '40 e nei primi anni '50 ci fu una perentoria affermazione del football nordico, svedese e danese, che non ha eguali nella storia. Forse perché la Svezia era rimasta fuori dal conflitto e la Danimarca ne era uscita prestissimo. La Svezia di Nordahl, Gren e Liedholm vinse l'oro alle Olimpiadi di Londra del 1948 e, senza di loro, perché ormai professionisti con il Milan - gli svedesi avevano una concezione solo dilettantistica del calcio - giunse terza ai mondiali del 1950 in Brasile.

Il Mondiale brasiliano fu complicato. Il secondo in Sudamerica, dopo quello uruguaiano del 1930. E lo stesso vincitore. L'Uruguay del divino dieci Schiaffino, tecnico ma tenace, artista del dribbling ma essenziale, il primo, pare, ad usare con sistematicità il tackle in scivolata, con gli arbitri che gli fischiavano sempre fallo.

Juan Alberto Schiaffino


Lui e Ghiggia firmarono il 2-1 nella finale, che era solo l'ultima partita di un girone conclusivo, che gettò nella disperazione milioni di brasiliani. Il calcio era già la loro religione laica, come lo è il ciclismo per il Belgio. L'Italia, orfana dei campionissimi del Toro scomparsi a Superga, vi ottenne una dolente eliminazione al primo turno. Come i superbi maestri inglesi: disertati i precedenti mondiali per ritenuta superiorità, vennero buttati fuori dagli ex coloni degli Stati Uniti, che stavano al calcio, come gli inglesi al buon cibo. Il magnifico centravanti brasiliano Ademir, nove gol e capocannoniere, dovette contentarsi del secondo posto. E, con lui, Zizinho. Uno del calibro di Pelé o, almeno di Zico, penalizzato dall'assenza di vere riprese televisive. Lo stesso destino di Meazza e Sindelar, di Leonidas e dello stesso Valentino Mazzola.

Zizinho


In Italia, dominavano Inter, Juve e, grazie agli svedesi più, dopo, lo stesso Schiaffino, il Milan. Che vinse nel 1951 uno scudetto dopo 44 anni! L'Inter aveva un formidabile trio d'attacco: il brevilineo e scattista Lorenzi, il fantasioso mancino svedese Skoglund e l'apolide Nyers, dalla progressione implacabile e dal tiro micidiale. Con Foni, due scudetti consecutivi nel '53 e nel '54. Squadra raccolta, difesa e contropiede. E Blason libero, ruolo e definizione che avrebbero avuto larghissima fortuna nel decennio successivo. Nella seconda metà degli anni '50, divenne una potenza calcistica anche la Fiorentina del portiere Sarti, dell'ala brasiliana Julinho, dell'attaccante argentino Montuori. Nel 1956 fu scudetto e, l'anno dopo, finale di Coppa dei Campioni, contro il Real Madrid di Santiago Bernabeu, illuminato dal massimo Alfredo Di Stefano.

Di Stefano, classe 1926, era il successore calcistico di Valentino Mazzola. Più alto e più attaccante, ma come il capitano del Grande Torino, uomo ovunque, che contrastava, dirigeva il gioco e lo concludeva. Un asso carismatico, che aveva difeso i colori della nazionale argentina, poi di quella colombiana e che avrebbe giocato anche con la Spagna. 
Alfredo Di Stefano

Nel 1958, l'avrebbe raggiunto un altro fenomeno calcistico, l'ungherese Ferenc Puskas, totem della Grande Ungheria che perse d'un soffio i mondiali del 1954. L'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956 aveva spinto molti grandi giocatori della miglior squadra magiara, la Honved, che si trovavano in trasferta, a non rientrare in patria. Tra questi Puskas, che, prima del Real, avrebbe scontato due anni d'inattività forzata, preso oltre dieci chili e giocato altri otto anni, limitando il suo raggio d'azione, pronto ad innescare il suo tremendo sinistro. Le ultime due, delle cinque Coppe dei Campioni consecutive del Real Madrid, avrebbero portato anche la sua firma.
Ferenc Puskas

Si diceva del mondiale del 1954, che si disputò in Svizzera. L'Ungheria vi arrivava da grande favorita. Dopo aver stravinto - nei paesi dell'Est erano tutti dilettanti - le Olimpiadi di Helsinki del 1952. Nel novembre del 1953, Puskas, mezzala sinistra, Kocsis, mezzala destra, e Hidegkuti, centravanti arretrato di altissima sapienza calcistica, avevano inflitto un perentorio 6-3 agli inglesi a Wembley. Poco dopo avevano tramortito gli avversari increduli con un 7-1 casalingo. In Svizzera, però, complice anche un infortunio di Puskas, che giocò menomato la finale, pur segnando il gol del vantaggio, s'impose la Germania Ovest, 2-1. E fu il centravanti tedesco Fritz Walter a sollevare la Coppa. I magiari, che erano stati grandissimi già negli anni '30, con Sarosi tra i pochi a contendere a Meazza il titolo di miglior giocatore del mondo, giocavano un calcio mai visto. Palla soprattutto a terra, terzini che attaccavano, e tiravano tutti da fuori. Il tiro all'ungherese, d'esterno piede, divenne proverbiale. I brasiliani, che a quel mondiale fallirono, decisero d'ingaggiare tecnici magiari per insegnare ai propri giocolieri il tiro dalla lunga e media distanza: non si poteva, capirono, entrare sempre in porta con la palla. Fu una delle premesse del successo verdeoro ai mondiali di Svezia del 1958.

Quei mondiali, quelli di Svezia 1958, l'Italia non li giocò proprio, come poi le sarebbe successo con gli ultimi di Russia 2018. Vinse il Brasile allenato da Vicente Italo Feola - il nome ne dice le origini - che schierava un attacco atomico - l'atomica era l'ossessione di quegli anni - con Garrincha, Didì, Vavà, Pelé e Zagallo. E se quest'ultimo tornava, ogni tanto, gli altri molto meno. E i terzini Djalma Santos e Nilton Santos attaccavano come ali aggiunte. Un trionfo, che rivelò al mondo l'estro impareggiabile di un Pelé non ancora diciottenne. Fu battuta la Svezia padrona di casa in finale, con gli stagionati, ma fortissimi, Liedholm e Skoglund ancora in campo. Capocannoniere, 13 gol!, Fontaine, attaccante francese d'origini non francesi, come la mezzala Kopa. E come, dopo, Platini, Zidane, Henry, Mbappé.

Il caso volle che Di Stefano non giocasse nemmeno un mondiale. Come lui Kubala, straordinario centrocampista del Barcellona, ungherese che debuttò con la nazionale cecoslovacca, migrò in quella ungherese e concluse in quella spagnola. Aveva un fisico, Kubala, che sarebbe ancora oggi dominante e un controllo di palla che si rivide in Zidane e Riquelme.
Laszlo Kubala

Lui, il detto Di Stefano e Valentino Mazzola sono stati i più forti campioni a non aver, non per loro colpa, disputato un solo mondiale in carriera.

martedì 3 novembre 2020

Real Madrid - Inter 3-2: Conte al capolinea

Fase difensiva nerazzurra imbarazzante. Vidal che perde palloni in serie sulla sua trequarti campo, Hakimi che regala palla a Benzema  che scherza con Handanovic uscito a caccia di farfalle. Primo gol madrileno. Replicato da Sergio Ramos, che stacca indisturbato perché De Vrij se lo perde. Ha segnato decine di gol così il capitano del Real  ma De Vrij se lo perde. È un tacco magico di Barella a liberare il destro incrociato di Lautaro che accorcia le distanze. Intervallo. Nella ripresa, contro un Real comunque dimesso e compassato, l'Inter cerca il pareggio, lo sfiora e infine lo trova con Perisic servito da Lautaro. Il croato esce stremato e con lui Barella, ammonito. Entrano Gagliardini e la terza punta meno forte della storia dell'Inter: Sanchez. Sì, perché del suo passato poco mi importa. Oggi, è un ex giocatore! Poi, l'Inter riesce nell'impresa di prendere un gol in contropiede con pasticcio tra Hakimi e De Vrij salito senza motivo a metà campo: parte Vinicius in contropiede, D'Ambrosio al solito non sa che fare, palla a Rodrigo e 3-2 per il Real. La Champions di Conte è un disastro. La costruzione insistita dal basso tediosa, stucchevole e sovente esiziale. Un fallimento annunciato. 

Real Madrid - Inter: più di una partita

Real Madrid contro Inter, stasera, Champions League di scena al Santiago Bernabeu, ore 21:00. Più di una partita. Poche sfide hanno il fascino di questa. Poche.

Nel 1964, al Prater di Vienna, la Grande Inter di Helenio Herrera e Angelo Moratti, sconfisse per 3-1 il Real Madrid di Santiago Bernabeu, di Puskas e Di Stefano, Gento e Amancio. Vittoria perentoria dei nerazzurri: 3-1 e doppietta di Sandro Mazzola e prima Coppa dei Campioni. E la genesi di una leggenda.

Nel 1966, semifinali di Coppa dei Campioni: vittoria madrilena in Spagna, 1-1 a Milano. Real in finale per la sesta Coppa.

Nel 1981, di nuovo semifinali di Coppa dei Campioni. L'Inter di Bersellini, Altobelli, Beccalossi, Oriali, Bini e il giovane Bergomi sfida il Real Madrid allenato da un ex giocatore pieno di estro, che sarà poi guida tecnica della Sampdoria in Italia: Vujadin Boskov. Il Real è forte, dal terzino sinistro Camacho al libero tedesco Stielike. Fino al capitano Santillana: centravanti dal poderoso stacco aereo. Alto 1,75 m è uno dei migliori colpitori di testa della storia e diventa la bestia nera dell'Inter. All'andata lui e Juanito regalano il 2-0 al Real. Al ritorno un gol dell'elegantissimo Bini dà all'Inter una vittoria che non basta per la qualificazione.

Nel 1983, quarti di finale di Coppa delle Coppe, 1-1 a Milano, 2-1 per il Madrid, avanti loro.

Nel 1985, semifinale di Coppa Uefa, 2-0 per l'Inter al Meazza, 3-0 per loro in Spagna, con Bergomi colpito da una monetina e costretto ad uscire nel primo tempo, ricorso nerazzurro respinto: primo ed unico caso del genere!

Nel 1986, semifinali di Coppa Uefa, 3-1 per l'Inter al Meazza, doppietta di Tardelli, 5-1, dopo i supplementari a Madrid. Di nuovo fuori contro la "quinta del Buitre" la formidabile generazione di talenti fiorita all'ombra dell'attaccante spagnolo Emilio Butragueno. Altobelli e Rummenigge vengono riempiti di calci sotto una direzione arbitrale casalinga, Mandorlini finisce espulso. Manifestazioni limpidissime del prepotere del Real Madrid. Santillana, in queste quattro eliminazioni dell'Inter, timbra sei gol!

Nel 1998, l'Inter di Simoni, siamo nel girone di Champions, visita il Real e becca un 2-0, che mina la panchina. Al ritorno, una doppietta del magnifico Roberto Baggio stende il Real nel 3-1 finale e regala l'accesso ai quarti di Champions League.



martedì 29 settembre 2020

Ultime di calciomercato: Jovic alla Roma?

A campionato iniziato, il calciomercato dovrebbe essere finito. Per evitare illazioni e sospetti e stroncare discussioni divenute snervanti. Stamattina si vocifera di Jovic che, dal Real Madrid, potrebbe trasferirsi alla Roma. E mi domando: per fare la riserva di Dzeko? Jovic è un centravanti molto tecnico, che partecipa meno di Dzeko alla manovra, ma, insomma, assieme non li vedo benissimo. Non è che all'ultimo Dzeko partirà? L'Inter sembra una stazione ferroviaria alla vigilia di un giorno di festa: tutti in attesa di gente che vada e di gente che venga. Non si sa se resterà Skriniar - per sostituirlo si pensa a Milenkovic o Smalling - si sogna Kanté, ma c'è da piazzare altrove Vecino, mentre Nainggolan potrebbe tornare a Cagliari o restare. Ripeto: a quest'ora, il calciomercato dovrebbe essere concluso.

giovedì 16 luglio 2020

Il Real Madrid ha vinto la Liga!

Sconfitto il Barcellona di un Messi declinante. La Liga va al Real Madrid di Zidane! Nella penultima di campionato, il Barcellona ha perso in casa contro l'Osasuna, mentre il Real Madrid ha battuto al Bernabeu il Villareal, con doppietta di un grande Benzema.

Scudetto n. 34 per il Real Madrid.

venerdì 10 luglio 2020

UCL Draw: Atalanta-PSG

UCL Draw: quarti di finale e semifinale.
L'Atalanta pesca i parigini del PSG. Poco fortunato il Napoli, che, passando il turno con il Barca, dovrebbe vedersela ai quarti con Chelsea o Bayern Monaco. Una tra Atalanta, PSG, Lipsia ed Atletico Madrid andrà in finale, il 23 agosto 2020. Solo i madrileni hanno già giocato una finale, anzi tre. Per le altre, da questa parte del tabellone, sarebbe la prima volta. Già che ci sono, butto giù anche un pronostico. Quella, fra Atalanta e PSG, che vincerà ai quarti, farà sua anche la Champions League 2019/20. Dall'altra parte del tabellone, sì, sebbene il cammino sia impervio, credo che possa stupire il Napoli di Gattuso.
  • Atalanta - PSG
  • Lipsia - Atletico Madrid

  • Juventus - Lione / Real Madrid - Manchester City
  • Napoli - Barca / Chelsea -Bayern Monaco


sabato 27 giugno 2020

Hakimi all'Inter

Manca ancora l'ufficialità, ma pare che il passaggio di Hakimi all'Inter sia imminente. Classe 1998, l'esterno destro marocchino ora in forza al Borussia Dortmund - ma il suo cartellino è di proprietà del Real Madrid - è giocatore di valore assoluto. Veloce, continuo, tecnico e con un gran tiro. Per me, ora come ora, nel suo ruolo, gli è superiore solo Alexander-Arnold.