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mercoledì 25 maggio 2022

Roma-Feyenoord 1-0. Mourinho conquista la Conference League

Un gol di Zaniolo, gran tocco d'esterno sinistro a metà primo tempo, regala alla Roma la Conference League. Mourinho vince il suo quinto trofeo continentale in cinque finali, dopo la Coppa Uefa con il Porto, l'Europa League con il Manchester United e le due Champions League con Porto e Inter. Un maestro. Che si esalta nelle occasioni solenni. Resta il miglior allenatore del mondo, per quanto mi riguarda. 

lunedì 6 dicembre 2021

La rivalità tra Inter e Real Madrid

Si tratta di una delle partite di maggior fascino del calcio europeo. Di una rivalità sbocciata nel maggio del 1964 quando, al Prater di Vienna, Milani e Sandro Mazzola, firmarono le reti dello storico primo successo dell'Inter in Coppa dei Campioni, battendo il Real Madrid di Gento e Santamaria, di Alfredo Di Stefano e Puskas. Nacque quella sera la Grande Inter.

Inter-Real Madrid
27 maggio 1964

Nel 1966 i nerazzurri e i blancos s'incrociano di nuovo nella massima competizione continentale. I madrileni vincono nella semifinale d'andata con gol di Pirri. Al ritorno, vantaggio di Amancio pareggiato da Facchetti. Il Real va in finale, che poi vincerà: sarà il sesto alloro. L'anno dopo, di nuovo di fronte, ai quarti di finale, ed è l'Inter a passare il turno. In finale, i nerazzurri, senza Suarez e Corso, saranno sconfitti a sorpresa dal Celtic Glasgow.

Nel 1981, mentre il calcio europeo parla diffusamente inglese, Inter e Real Madrid si ritrovano in semifinale di Coppa dei Campioni. Entrambe sentono il bisogno di rinnovare gli antichi fasti dopo anni di anonimato europeo. All'andata, la squadra di Bersellini perde 2-0 al Bernabeu: gol di Santillana, centravanti che diverrà un totem negativo per i nerazzurri, e Juanito. Al ritorno, il capitano Graziano Bini segna il gol della vittoria, che non vale però il passaggio del turno. Il Real sarà sconfitto in finale dal Liverpool.

Inter e Real Madrid si sfidano altre tre volte nei successivi quattro anni: nel 1983 in Coppa delle Coppe, nel 1985 e nel 1986 nelle semifinali di Coppa Uefa. Passa sempre il Real, segna sempre Santillana. Nel 1985 al Bernabeu, Bergomi viene colpito da una monetina piovuta dagli spalti e lascia il campo nel primo tempo. Il Real ribalta il 2-0 dell'andata e vince 3-0. Il potere politico del Real impedisce la vittoria a tavolino per i nerazzurri. L'anno dopo, Altobelli e Rummenigge vengono massacrati dai difensori avversari, ma l'unico espulso, per reazione, sarà Mandorlini. Finisce 3-1 a Madrid, replica del 3-1 per l'Inter al Meazza. Si va ai supplementari. Segna Santillana, finisce 5-1 per il Real.


Bisogna aspettare la doppietta di Roberto Baggio, girone eliminatorio della Champions League, nell'autunno del 1998, per assistere ad un successo significativo dell'Inter sul Real. Le ultime tre sfide, tra 2020 e 2021, sempre nelle fasi a gironi della Champions, le ha vinte il Real. L'Inter va domani al Bernabeu nelle migliori condizioni possibili, per inseguire un successo che manca da 23 anni. In diciotto confronti, fino ad ora, 7 sono state le vittorie dell'Inter, 9 le vittorie del Real Madrid, due i pareggi. Non so come andrà a finire il prossimo, ma l'Inter dell'ultimo mese non credo che soffrirà il miedo escenico, come ebbe a definirlo Jorge Valdano, del Santiago Bernabeu.

martedì 22 novembre 2011

Villas Boas non è Mourinho

Portoghesi tutti e due, ma, Villas Boas, pur cresciuto alla scuola del maestro di Setubal, non è Mourinho. Tra i tecnici più giovani che si ricordino, Villas Boas ha provato a ripercorrere la via del successo del suo illustre predecessore, ripetendone alcune vittorie con il Porto: titolo nazionale ed Europa League, che ai tempi di Mourinho era la vecchia Coppa Uefa. Quindi, ha raggiunto Londra, per allenare il Chelsea, dove Mourinho era arrivato, però, avendo già conquistato, sempre con il Porto, la Champions League. A Londra, il paragone suggerito da molti, specialmente dai detrattori di Mourinho, ha perso consistenza. Villas Boas non è riuscito ad imporsi, il Chelsea ha già più di dieci punti meno del City capolista, laddove Mourinho vinse la Premier al primo colpo, ripetendosi l'anno successivo. Insomma, no, Villas Boas, in odore di esonero, non è Mourinho, che, come tutti i grandi, non ha e non lascerà eredi.