Olimpiadi di Londra del 2012, manca meno di un anno. E l'Italia riesce a polemizzare sul nulla, quando si dice il talento! Si parla della contesa a distanza tra il presidente del Coni Petrucci, che vorrebbe Federica Pellegrini portabandiera azzurra, e la stessa Pellegrini, che non vuol saperne di portare il tricolore per sette e passa ore, due giorni prima delle qualificazioni. Che dire? Portare la bandiera è un onore. Chi abbia qualche confidenza con il mondo militare, ad esempio, sa che la bandiera del reggimento va difesa sino all'estremo sacrificio, perché è simbolo e superiore gerarchico, sì proprio la bandiera, al tempo stesso. Nel caso di specie, però, si può capire la Pellegrini, che ha l'occasione di consegnarsi alla leggenda: vincendo, peraltro, darebbe all'Italia più lustro che non guidando la spedizione degli atleti azzurri. Se ha bisogno di concentrarsi e di non disperdere energie sull'altare del protocollo, è comprensibile che voglia cedere l'onore. Lo stesso Petrucci, indicandola, però, ne ha semplicemente ed autorevolmente riconosciuto il ruolo di stella dello sport nazionale. Insomma, hanno tutti e due ragione in astratto. Ma, tutti e due torto in concreto, perché avrebbero potuto parlarne in privato e non a mezzo stampa.
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