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mercoledì 30 novembre 2011

Storia di Recoba: 10 (l'era Mancini)

All'Inter arriva Roberto Mancini, che Moratti aveva a lungo inseguito da giocatore. E Mancini, forse propriamente per ingraziarsi Moratti, siamo nella tarda primavera del 2004, dichiara di voler giocare con il trequartista e che questo trequartista sarà Recoba. Invece, no. Con Mancini, inizia la più buia stagione di Recoba all'Inter, sempre meno titolare, sempre più marginale, impiegato così poco da sentirsi obbligato a strafare negli spezzoni di partita che il tecnico di Jesi gli concede con studiata parsimonia: di qui molti infortuni muscolari in serie. Le sue medie realizzative nei tre anni con Mancini allenatore scendono in picchiata: 6 gol il primo anno (2004/05), clamoroso quello alla Sampdoria allo scadere dopo una rimonta cominciata da Martins e Vieri, 6 il secondo (2005/2006), guardate quello con la Lazio, 1 soltanto il terzo (2006/2007), l'ultimo con la maglia dell'Inter, direttamente da calcio d'angolo, nella prima al Meazza dopo lo scudetto conquistato a Siena. Nel mezzo, la mancata qualificazione al mondiale 2006, nonostante il gol vittoria all'Argentina, calciopoli, l'assegnazione a tavolino del campionato 2006, precoci eliminazioni dalla Champions League, con il Villareal, quando Recoba cede il posto addirittura a Mihailovic, e con il Valencia. Recoba e Mancini non si sopportano e Recoba decide, dopo dieci anni, di lasciare l'Inter: 261 partite e 72 reti, oltre a numerosissimi assist. Si chiude, per adesso, la sua avventura nerazzurra dentro un fiume di rimpianti. Moltissime prodezze, pochissime vittorie. 10^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata).

2 commenti:

  1. La tua penna su Recoba ricorda quella di Gianni Brera per Gigi Riva.....
    Ma guardando al futuro, come la vedi la notizia secondo cui Branca, il tuo manager preferito, vorrebbe dare come parziale contropartita Crisetig all'Udinese per arrivare a Maurizio Isla?

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  2. Isla è forte, a parer mio. Ma, anche Crisetig lo è. Ed in prospettiva, lo è molto di più. Sono convinto, infatti, che Crisetig sia destinato a diventare uno dei migliori centrocampisti della sua generazione. Non soltanto in Italia. Sicché, come al solito, l'operazione di Branca non mi piace. Certi talenti allevati in casa non vanno lasciati andare. In conclusione, al più Crisetig può andare via in prestito, sebbene già oggi farebbe meglio di uno Stankovic o di un Cambiasso.

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