Sic transit gloria mundi. Pato, classe '89, finisce precocemente la sua carriera europea, lascia il Milan e torna in Brasile, dove, al Corinthians, cercherà di ricostruire una carriera che prometteva tantissimo e che ha mantenuto assai meno. Intendiamoci, Pato ha soltanto 23 anni e parecchio talento, una grande velocità di base, notevolissima rapidità di esecuzione, due piedi piuttosto educati, sicché avrebbe tutto per affermarsi come uno dei migliori centravanti della sua generazione. Eppure, si è smarrito. Stiamo a vedere se l'aria di casa l'aiuterà a ritrovarsi. Per passare di palo in frasca, l'Inter si appresta a rinforzare il reparto d'attacco con Rocchi, capitano da panchina della Lazio. Classe '77, 99 gol in A, oltre 100 con la Lazio, come Giordano, Piola, Signori e Chinaglia. Dovrebbe essere il vice Milito, che ha due anni meno di lui. Ha senso tutto ciò? Ho stima per Rocchi, ma, insomma, se non gioca più nella Lazio, perché dovrebbe farlo nell'Inter? La risposta la custodisce Branca.
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giovedì 27 dicembre 2012
martedì 3 aprile 2012
Il Barcellona elimina il Milan: 3-1. Ibra delude ancora
Ibrahimovic ancora a secco. Dopo gli ottavi di finale in Champions non segna, il sortilegio non si spezza. Lezione di gioco per il Milan da parte di un Barcellona, in cui Xavi gioca al piccolo trotto per via di un infortunio. Passa il Barca con Messi su rigore, netto, pareggia Nocerino, la migliore sorpresa della stagione rossonera. Poi la solita spinta in area, che in Italia si tollera ed in Europa no, ricordate Panucci ai mondiali del 2002?, nuovo rigore e nuovo gol di Messi. Nella ripresa, il Milan boccheggia, il Barcellona passeggia e segna ancora con Iniesta, favorito da un rimpallo dopo il solito slalom di Messi. Entra Pato e si fa male di nuovo: da non credere. Guardiola toglie Fabregas, il migliore in campo, per coprirsi di più. Il Barcellona vince con merito pieno e vola in semifinale. Il Milan è eliminato. Ibrahimovic può dimenticarsi il pallone d'oro.
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domenica 15 gennaio 2012
L'Inter batte il Milan: decide Milito
Ranieri ha molti meriti nel successo dell'Inter nel derby. Decide per una strategia di attesa, lasciando ai rossoneri l'iniziativa del gioco. Eppure, dopo cinque minuti, arriva il gol dell'Inter: Thiago Motta esegue un perfetto terzo tempo su punizione di Maicon. L'arbitro annulla per un fuorigioco, che non c'è. Cambiasso, che ormai quasi non corre più, mostra però la concentrazione dei tempi belli, catturando tutti i palloni vaganti, Motta dirige il gioco di rimessa con la solita sapienza, Lucio e Samuel mettono il bavaglio ad Ibrahimovic, mentre Pato se lo mette da solo. Soffre Alvarez a sinistra, costretto a correre e rincorrere, come Recoba ai tempi di Cuper. Per sua fortuna, Nagatomo, che gli sta dietro, è più disciplinato di Gresko. Il mancino argentino migliora accentrandosi, sebbene sbagli un gol fatto a due passi da Abbiati. Il primo tempo finisce con la traversa di Van Bommel. Nella ripresa, solito copione, il Milan a fare gioco, senza tuttavia incidere granché, e l'Inter pronta al contropiede. Samuel recupera, Zanetti parte in progressione, palla in mezzo, liscio di Abate, Milito stoppa ed avanza, entra in area, sinsitro ad incrociare, esecuzione magistrale, il pallone tuba con il palo e finisce in rete. Allora, è vero che Milito aveva soltanto un problema di motivazioni: tecnicamente, lo ripeto, è il miglior centravanti del campionato italiano. Allegri le prova tutte per recuperare il risultato e manda dentro Robinho, Seedorf ed El Shaarawi, ma il risultato non cambia. L'Inter vince il derby, cosa che non faceva dai tempi di Mourinho. Il Milan dista solo cinque punti, la Juve, costretta al pareggio dal Cagliari, sei. Ora, i nerazzurri sono tornati in corsa per il titolo. Moratti deve puntellare la squadra. Un centrocampista serve. Come serve un cambio in attacco più valido di Forlan. Io, non è una novità, penso a Recoba.
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giovedì 12 gennaio 2012
Retromarcia di Pato, vuole restare al Milan. E Tevez?
Colpo di scena. Pato non vuol saperne di Parigi. Preferisce Milano ed il Milan. Conterà il legame sentimentale con Barbara Berlusconi? Immagino di sì. Il problema è che senza i soldi del Psg il Milan difficilmente potrà ingaggiare Tevez. La matassa s'imbroglia, quando tutto sembrava definito. Sicché, stando così le cose, non è da eslcudere un nuovo, repentino, cambio di rotta. Perché Pato al Milan è, comunque, di troppo. Non lega, calcisticamente, con Ibrahimovic. Quanto a Tevez, che farà ora l'Inter? Confermerà l'offerta di qualche giorno fa, quella che, a detta di molti, era soltanto un modo per mettere i bastoni fra le ruote del Milan? Restiamo vigilanti sulla faccenda.
Pato al Psg, Tevez al Milan
Clamorosa svolta di mercato, stando alle indiscrezioni che stanno trapelando dalla Francia e dall'Inghilterra. Pato starebbe per raggiungere Ancelotti e Leonardo al Paris Saint Germain per la cifra di 35 milioni di euro, quelli che dovrebbero servire al Milan per assicurarsi il cartellino di Tevez, transfuga dal Manchester City, dopo la rottura insanabile con Mancini. Dal punto di vista tecnico, ci guadagnano soprattutto i parigini, perché Pato è una prima punta di valore assoluto, limitato nel'ultimo anno e mezzo da infortuni, gossip ed Ibrahimovic. Soprattutto, da Ibrahimovic, che gli ha tolto spazio davanti, costringendolo a girare troppo lontano dall'area di rigore. In Francia, ci scommetto, tornerà protagonista. Ci guadagna meno il Milan, che lascia andare un campione classe '89 per prenderne uno presunto tale classe '84, con fama di agitatore degli equilibri del gruppo. Più di tutti, ci guadagna l'Inter, che evita l'ingaggio di Tevez. Si aspettano soltanto le conferme ufficiali.
lunedì 28 novembre 2011
Il Milan tiene il passo della Juve
In attesa del recupero di domani sera a Napoli, dove la Juve potrebbe allungare ancora in classifica, il Milan liquida la pratica Chievo con disarmante facilità. Doppietta per Ibrahimovic, che si iscrive al circolo dei cannonieri centenari della serie A. A segno anche Pato e Thiago Silva, forse il migliore difensore del mondo in questo periodo. Il Milan, da qualche anno, ha ripreso a spendere molto, e bene, nelle campagne di rinforzamento. Aquilani, ad esempio, sta giocando con grande lucidità, con la sapienza tecnica che gli è naturale, e con la continuità che gli era mancata nelle ultime stagioni. Il suo ingaggio, come quello di Nocerino, è la prova di una saggia programmazione, quella che sta mancando all'Inter.
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