Elenco blog personale

giovedì 10 settembre 2020

TDF 2020: a Sarran vince Hirschi

Dodicesima tappa del Tour de France 2020, da Chauvigny a Sarran Corrèze. Tappa ondulata e arrivo in ascesa. 

La cronaca.
Lo svizzero Marc Hirschi compie una grande azione sul Suc au May, avvantaggiandosi sui compagni di una fuga da poco cominciata. Tiene e guadagna in discesa e vince. Farà parlare di sé Hirschi. Secondo di giornata Pierre Rolland.

mercoledì 9 settembre 2020

Il ciclismo e i Grandi Giri negli anni 2010/19: il dominio inglese

Il ciclismo non si sottrae all'eterna regola del mutamento. Come ebbi a scrivere in un post di qualche tempo, sono cambiate, non tutte, anche le Nazioni dominanti nel ciclismo. Tradizionalmente Italia, Francia e Belgio e, di rincalzo, Spagna, Svizzera, Olanda e Lussemburgo. Negli anni 2010, insomma dal 2010 al 2019, per stare al decennio appena trascorso, invito a dare uno sguardo ai vincitori delle tre grandi corse a tappe: Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a Espana.

Tour de France:

2010: Andy Schleck (Lussemburgo)

2011: Cadel Evans (Australia)

2012: Bradley Wiggins (Regno Unito)

2013: Chris Froome (Regno Unito)

2014: Vincenzo Nibali (Italia)

2015: Chris Froome (Regno Unito)

2016: Chris Froome (Regno Unito)

2017: Chris Froome (Regno Unito)

2018: Geraint Thomas (Regno Unito)

2019: Egan Bernal (Colombia)

Giro d'Italia:

2010: Ivan Basso (Italia)

2011: Michele Scarponi (Italia)

2012: Ryder Hesjedal (Canada)

2013: Vincenzo Nibali (Italia)

2014: Nairo Quintana (Colombia)

2015: Alberto Contador (Spagna)

2016: Vincenzo Nibali (Italia)

2017: Tom Dumoulin (Italia)

2018: Chris Froome (Regno Unito)

2019: Richard Carapaz (Ecuador)

Vuelta a Espana:

2010: Vincenzo Nibali (Italia)

2011: Chris Froome (Regno Unito)

2012: Alberto Contador (Spagna)

2013: Chris Horner (U.S.A.)

2014: Alberto Contador (Spagna)

2015: Fabio Aru (Italia)

2016: Nairo Quintana (Colombia)

2017: Chris Froome (Regno Unito)

2018: Simon Yates (Regno Unito)

2019: Primoz Roglic (Slovenia)

Ci sono stati 10 successi del Regno Unito (7 di Froome, 1 a testa per Wiggins, Thomas e Simon Yates), 7 italiani (4 di Nibali e 1 a testa di Basso, Scarponi e Aru), 3 spagnoli (tutti di Contador), 3 colombiani (2 di Quintana, 1 di Bernal), infine 1 lussemburghese (Andy Schleck), 1 australiano (Evans), 1 U.S.A. (Horner), 1 canadese (Hesjedal), 1 olandese (Tom Dumoulin), 1 ecuadoriano (Carapaz), 1 sloveno (Roglic). Evans, Carapaz, Roglic e Hesjedal hanno colto i primi successi assoluti per i propri rispettivi Paesi, Australia, Ecuador, Slovenia e Canada. Il Regno Unito, con 10 successi e Froome mattatore, è stato il leader di maggioranza relativa del decennio, mentre la Colombia, che vantava un solo successo con Lucho Herrera alla Vuelta negli anni '80, è diventata una potenza nelle grandi gare a tappe. L'Italia ha tenuto, soprattutto grazie a Nibali. Non pervenuto il Belgio, che non vince - e nemmeno sale sul podio - dal successo di De Muynck al Giro del 1978, e la Francia, che ha ottenuto podi (con Peraud, Bardet e Pinot) ma non vittorie. La geografia del ciclismo è profondamente cambiata.

Tour de France 2020: a Poitiers trionfa Caleb Ewan

Da Chatelaillon-Plage a Poitiers, per 167, 5 km, undicesima tappa del Tour de France 2020. Frazione pianeggiante: si prevede una nuova volata a ranghi compatti.

Arrivo a Poitiers, dove Carlo Martello sconfisse i Saraceni nell'epica battaglia del 732 D.C..

La cronaca.
Gruppo compatto, forte vento sul traguardo posto in leggera salita. Ma salita costante. Si viaggia costantemente a 50 km/h. Parecchi corridori si staccano, persino Alaphilippe, che non ha minimamente la condizione e le ambizioni dello scorso. A 6 km dall'arrivo, si avvantaggia l'austriaco Postlberger, seguito da Asgreen e Bo Jungels. A -2 km dall'arrivo, ranghi di nuovo compatti. Trionfa Caleb Ewan. C'è poco da fare, nella folla, nessuno ha le doti acrobatiche e di coraggio né la velocità di punta di Ewan. Secondo Peter Sagan. Terzo Sam Bennet. Solo dodicesimo Matteo Trentin, rimasto chiuso al momento dello sprint. Interviene, poi, il VAR e declassa Sagan per manovra irregolare. Primo sempre Ewan, secondo Sam Bennet, terzo Van Aert.

martedì 8 settembre 2020

Cristiano Ronaldo 101 gol con il Portogallo, 744 gol in carriera

Doppietta contro la Svezia e 101 gol con la nazionale maggiore portoghese per Cristiano Ronaldo. In carriera, ha segnato 744 gol. Goleador tremendo, che ha avuto il torto di scegliere una squadra di modesta caratura internazionale come la Juventus. 

TDF 2020: a Ile-de-Ré vince Sam Bennett

Decima tappa del Tour de France 2020, da Ile-D'Oléron a Ile-de-Ré: 164 km in pianura. Esito probabilissimo una volata di gruppo. Si correrà lungo l'Oceano Atlantico, con possibili agguati del vento ed annessi rischi di ventagli e frazionamenti del gruppo. Insomma, nessuno potrà rilassarsi. All'isola di Ré si arriverà, percorrendo un magnifico ponte da La Rochelle, città letteraria quanto altre mai. Il suo assedio (1627-1628) fu narrato da Dumas padre nel romanzo I tre moschettieri. Simenon, che vi abitò per un periodo, vi ambientò uno dei suoi romanzi più intensi: I fantasmi del cappellaio. 

La cronaca.
Cadute per Valverde e Alaphilippe. Detto questo, tutto secondo copione. Volata di gruppo. Con l'ultimo km in leggera salita. S'impone allo sprint l'irlandese Sam Bennet, che precede Caleb Ewan e Peter Sagan. Che è meno veloce e vincente di qualche anno fa. Sam Bennett, dopo le tre tappe vinte al Giro d'Italia 2018, e le due tappe conquistate alla Vuelta a Espana 2019, ha colto così la prima affermazione al Tour de France. Da registrare, infine, il quarto posto di Elia Viviani.

Olanda-Italia 0-1. Infortunio per Zaniolo

La nazionale di Mancini è una squadra organizzata, di buona qualità, ma senza fuoriclasse. L'unico sarebbe Zaniolo, andato incontro, a quanto pare, ad un altro gravissimo infortunio. Al ginocchio sinistro dopo quello al ginocchio destro. E tutto nello spazio di pochi mesi. Accanimento della malasorte su un grande talento di 21 anni. Dopo Zaniolo, c'è Barella, che, tanto per offrire dei riferimenti, ha la corsa di Tardelli, il temperamento e i gol di Berti, non la forza fisica del primo, non la progressione del secondo, ma più tecnica di entrambi. Insomma, è un gran giocatore. Quanto a Mancini, da me mai troppo apprezzato come tecnico - per contro, fu un grandissimo e sottovalutato calciatore - ammetto che ha saputo rivedere certe convinzioni di alcuni anni fa. A cominciare da quelle sul "centrocampo fisico". Convinzioni così categoriche che lo illusero che Kuzmanovic potesse far la differenza come Vieira. Insomma, ha capito che il gioco può comandarsi, in mezzo al campo, anche senza colossi. E che i marcantoni non sono tutti uguali: un conto, appunto, è Vieira, un altro è Kuzmanovic. La nazionale italiana, in questa fase, è tra le migliori d'Europa. Sebbene non abbia fuoriclasse davanti. 

domenica 6 settembre 2020

TDF 2020: a Laruns vince Pogacar

Nona tappa del Tour de France 2020, frazione pirenaica da Pau a Laruns. Ma nemmeno oggi si arriva in salita.

La cronaca.

Tantissima Slovenia sulle strade della Grande Boucle: Pogacar vince sul traguardo di Laruns, Roglic sfila la maglia gialla ad Adam Yates, attardato di 54". Tengono bene i francesi Guillaume Martin e Romain Bardet, mentre il campione uscente Bernal mi pare in crescita di condizione. Da registrare il ritiro di Aru. Domani, primo giorno di riposo.

sabato 5 settembre 2020

TDF 2020: a Loundenvielle vince Peters

Il Tour de France 2020, nell'ottava tappa, con Adam Yates maglia gialla, si arrampica sui Pirenei. Frazione non lunga, 141 km da Cazères-sur-Garonne a Loudenvielle, con tre gran premi della montagna, uno hors categorie, il Port de Balès e due di prima categoria, l'ultimo dei quali, il mitico Col-de Peyresourde sarà scollinato a 11,5 km dal traguardo. Poi discesa e falsopiano. 

La cronaca.
Sto ancora cercando di assorbire il contraccolpo provocato dall'ennesima crisi di Thibau Pinot. Di nuovo vittima della malasorte: i postumi della caduta di una settimana fa gli causano una dura crisi nella prima tappa pirenaica e il naufragio al trentesimo posto in classifica a quasi 19' minuti da Adam Yates, che tiene la maglia gialla. Non si può non parteggiare per Pinot, bisognerebbe non aver cuore. Al Tour, in modo particolare, sembra Ulisse contro Poseidone, costantemente alle prese con forze ostili e soverchianti. Tutto congiura contro di lui. Antidivo per eccellenza, fuoriclasse naturale, schivo e, sì, sfortunato.  Per il resto, Roglic è da qualche anno un peso massimo nelle corse a tappe, ma non ha il colpo del Ko. Che possiede il suo giovane connazionale Pogacar, che recupera buona parte del ritardo accusato ieri. Si salva così Bernal, apparso non brillante. Mentre cedono Tom Dumoulin e Alaphilippe. Dietro Yates e Roglic, c'è Guillaume Martin in classifica generale, davanti a Bardet e quattro colombiani quattro: Bernal, Quintana, Lopez e Uran. Domani ancora Pirenei. Vincitore di giornata il bravo francese Peters, superstite della fuga.

venerdì 4 settembre 2020

Perché Giacinto Facchetti è stato un campione unico

Riprendo il titolo del post. Perché Giacinto Facchetti è stato un campione unico? Non solo perché il suo nome compare al terzo posto di una formazione leggendaria, dominatrice in Italia, in Europa e nel mondo a metà dei favolosi anni '60, la Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera, non solo perché fu il capitano della nazionale italiana campione d'Europa nel 1968 e seconda, dietro il miglior Brasile di sempre, ai mondiali del 1970. No, non solo e non tanto per questo. 

Giacinto Facchetti - Wikipedia
Giacinto Facchetti, Inter

Giacinto Facchetti è stato un campione unico, e irripetibile, perché ha inventato un modo di giocare prima sconosciuto. Perché, schierato terzino sinistro, imperversava sulla fascia fino al fondo del campo avversario, come e più di un'ala, perché segnava come un centravanti - 10 gol su azione nella stagione 1964/65-, perché aveva un fisico dominante che gli consentiva progressioni micidiali e di cui non abusava. Osservateli gli avversari che provassero a contrastarlo, sembravano scolaretti alle prese con un colosso. Eppure sempre corretto, esitava ad affondare un tackle, non sgomitava, non spingeva. Era, naturalmente, più forte. Soffrì anche qualche avversario in carriera e arrivò stremato alla finale del mondiale '70, pagando dazio contro due fenomeni come Carlos Alberto e Jairzinho. Sempre corretto, sempre nobile, sempre elegante. Gli inglesi del Liverpool non si capacitavano di come un terzino potesse devastare in quel modo la loro difesa. Facchetti è stato il primo a giocare in quel modo. Nessuno ha saputo imitarlo. Breitner sarebbe stato un terzino sinistro più tecnico e manovriero, Krol anche, Maldini più abile in difesa, Roberto Carlos più devastante al tiro. Ma quel che faceva Facchetti quando attaccava, quando copriva 70 metri di campo in pochi secondi, con la sua falcata regale da quattrocentista, è rimasto impresso nelle retine e nei ricordi di quelli che lo videro allora e sorprende e sbalordisce coloro che lo rivedano oggi. Forse solo il Gareth Bale dei tempi del Tottenham ha restituito quella sensazione d'impotenza, avvertita dagli avversari, che Facchetti diffondeva ad ogni passo di corsa.

TDF 2020: 7^ tappa, a Lavaur bis di Van Aert

Settima tappa del Tour de France 2020, da Millau a Lavaur, per 168 km. Frazione a lungo vallonata, ma nel finale pianeggiante. Tentativi di fuga ci saranno ma l'arrivo in volata resta probabile. Del resto, sabato e domenica il plotone dovrà arrampicarsi sui Pirenei.

La cronaca.
Ci pensa il forte a fare selezione. Dal gruppo della maglia gialla, conseguenza dei soliti ventagli che si formano, perdono contatto in molti, compresi Pogacar, Landa, Carapaz e Porte. Giustificato solo Pogacar, che è giovane e ancora inesperto. Alla fine volata di mezzo gruppo e vittoria del solito Van Aert! Guillaume Martin si ritrova terzo in classifica generale a 9" da Adam Yates. 

giovedì 3 settembre 2020

TDF 2020: 6^ tappa, sul Mont Aigoual vince Lutsenko

Sesta tappa del Tour de France 2020. Il gruppo riparte con una nuova maglia gialla, quella di Adam Yates, gemello di Simon. Adam Yates è stato favorito dalla penalizzazione di 20" (rifornimento vietato negli ultimi 20 km) inflitta al beniamino di Francia, Julian Alaphilippe. Tutto sommato, meglio per lui, che ha non la squadra per tenere a lungo la maglia. Meglio tornare nel gruppo, senza luce dei riflettori addosso. Poi, la forma non pare la stessa dello scorso anno. Oggi si torna in quota, con l'arrivo in salita sul Mont Aigoual, vetta delle Cevenne sul Massiccio Centrale. Pronostico aperto a tutti i migliori.

La cronaca.

Vince il kazako Lutsenko dopo avere animato la fuga di giornata, che il gruppo lascia andare. Terzo posto per il campione olimpico Van Avermaet. Immutata la classifica generale, con Alaphilippe, quinto di giornata, che prende un minuscolo secondo ai rivali sul traguardo. La sensazione è che la consapevolezza di affrontare un Tour molto duro abbia messo la sordina alle ambizioni offensive dei migliori.

1. Lutsenko (KAZ)
2. Herrada (SPA) a 55"
3. Van Avermaet a 2'15"

mercoledì 2 settembre 2020

TDF 2020: 5^ tappa, a Privas vince Van Aert. Adam Yates nuova maglia gialla, Alaphilippe penalizzato

Quinta tappa del Tour de France 2020 da Gap a Privas, 186 km ondulati, con più discesa che salita. Tappa adatta a colpi di mano, anche se, la folla di pretendenti al successo finale, ce ne sono almeno 7 o 8 tutti apparentemente in buone condizioni, potrebbe ipotecare anche quest'arrivo. Posso dirlo? Lo dico. Non ricordo un percorso così impegnativo e variegato del Tour de France.

La cronaca. 

Non riescono fughe in questo Tour e poche, a dire il vero, se ne provano. Eppure il percorso della tappa odierna si sarebbe prestato eccome ad un colpo di mano. Si avverte una forte tensione perché, va detto, i più forti, con l'eccezione di Nibali, che va per i 36, ed il giovane Evenepoel, prima destinato al Giro e poi infortunato, sono in corsa. Sotto molti aspetti, mi sembra il Tour del 1989, anche se il carisma di un LeMond o di un Fignon è merce rara. Negli ultimi 30 km, il nemico del gruppo è il vento. Di certo, non c'è il caldo di luglio. Ci sono 25° gradi e poco più del 30% di umidità. Condizioni ideali per correre in bicicletta. Sembra prepararsi una volata di gruppo. L'andatura aumenta solo a 8,5 km dal traguardo per iniziativa della Ineos di Bernal e il plotone si segmenta in ventagli scossi dal vento. Alla fine è volata, vinta dallo strapotente belga Van Aert sull'olandese Bol e l'irlandese Sam Bennet. E pensare che ieri Van Aert si era speso come l'ultimo dei gregari per Roglic. Le possibilità di questo corridore sono ancora sconosciute. Va forte dappertutto. Un rifornimento a 17 km dalla fine - sarebbe stato possibile solo prima dei 20 km dal traguardo - costa ad Alaphilippe 20" di penalizzazione e la maglia gialla, che passa sulle spalle di Adam Yates.

1. Van Aert (BEL)
2. Cees Bol (OLA)
3. Sam Bennet (IRL)

martedì 1 settembre 2020

TDF 2020: a Orcierès-Merlette vince Roglic!

Quarta tappa del Tour de France 2020 da Sisteron a Orcières-Merlette (Hautes-Alpes): arrivo in salita, prima categoria, dopo altri quattro gran premi della montagna, per 160,5 km complessivi di corsa. Impossibile, per i candidati al successo finale, nascondersi. Qualcuno, Roglic per esempio, proverà a togliere la maglia gialla ad Alaphilippe? Oggi si capirà, se non il vincitore del Tour, chi, il Tour non potrà vincerlo. 

Orcières Merlette 1850 — Wikipédia
Orceres-Merlette
La cronaca.
Al netto di una fuga, corsa tranquilla, anche lungo la prima parte dell'ascesa finale verso Orcières-Merlette.  Uno scatto di Pierre Rolland sveglia il gruppo dei migliori, ancora forte di quasi cento unità. Cresce il ritmo, tanti si staccano. Prove di forza delle squadre di Roglic e Bernal, soprattutto la prima. Alaphilippe resta solo. Volata ristretta a 30 corridori e vittoria imperiosa di Roglic. Il campione sloveno, per ora, sta meglio di tutti. Ma, il Tour dura tre settimane. Secondo il connazionale Pogacar, terzo il promettente francese Guillaum Martin, quarto Quintana, quinto Alaphilippe, che conserva la maglia gialla con 4" su Adam Yates e 7" sul vincitore di giornata Roglic.

lunedì 31 agosto 2020

TDF 2020. A Sisteron vince Caleb Ewan

Terza tappa del Tour de France 2020, da Nizza a Sisteron, in Alta Provenza. Frazione di 198 km, destinata ad una volata o al colpo di mano di qualche finisseur. Poi, si sa, sulle strade di Francia può sempre arrivare una fuga, fra le molte che i corridori abbozzeranno.

La cronaca: volata di gruppo domata dalla rimonta del più audace ed acrobatico velocista in corsa, Caleb Ewan. Secondo Sam Bennet, terzo il campione italiano ed europeo Giacomo Nizzolo, ancora alla ricerca del primo successo in una grande corsa a tappe.

domenica 30 agosto 2020

Nizza: trionfa Alaphilippe!

Seconda tappa del Tour de France 2020. E secondo arrivo a Nizza. Oggi, però, è da escludere il successo di ruote veloci. Ci saranno tre salite impegnative: il Col de la Colmiane, il Col de Turini, con annessa discesa impegnativa, e il Col d'Eze. Kristoff dovrà cedere la maglia gialla conquistata ieri.

La cronaca: successo in volata di uno straordinario Alaphilippe, che torna a vestire la maglia gialla. Commozione, per l'asso francese sul traguardo, dopo una tappa battagliata e sofferta in mezzo alle meraviglie dell'entroterra nizzardo. Decisivo l'attacco di Alaphilippe sull'ultima salita di giornata. Rinvengono su di lui Hirschi e Adam Yates, ma vengono regolati allo sprint.

sabato 29 agosto 2020

Cartoline del Tour de France 2020: Nizza

Nizza ospiterà partenza e arrivo delle prime due tappe e arrivo della terza tappa di questo Tour de France 2020. Già greca e romana, poi italiana, come poteva esserlo prima che l'Italia fosse unita, fu ceduta da casa Savoia alla Francia durante il laborioso, e forzoso, processo di unificazione della penisola, suscitando le ire e le proteste, sempre vibrate, del massonissimo Giuseppe Garibaldi, che a Nizza era nato e da Nizza era salpato, come mozzo, per iniziare avventure da romanzo, molto esagerate dalla storiografia ufficiale. Città di mare e porto, ma porto assai meno importante di Genova, a est, e di Tolone e Marsiglia a Ovest, Nizza è la città francese più italiana e con la più forte vocazione turistica. Durante la Belle Epoque svernare a Nizza era il privilegio della grande aristocrazia inglese e russa, sì, anche russa, tanto che molti russi, dopo la rivoluzione d'ottobre, vi si trasferirono in pianta stabile. Negli anni '20, quando la villeggiatura estiva non era ancora un imperativo sociale, Nizza e tutta la Costa Azzurra cominciarono ad ospitare i fanatici dei bagni di sole, pochi, ricchissimi e sfaccendati, così ben descritti da Fitzgerald nel suo declinante romanzo Tenera è la notte

File:Promenade des Anglais, Nice.jpg - Wikimedia Commons
Promenade des Anglais

A Nizza vince Kristoff, sua la prima maglia gialla del Tour de France 2020

Ci siamo. Parte oggi il Tour de France 2020, con la prima tappa di 156 km, da Nizza a Nizza. Solo due salite di terza categoria, prevedibile arrivo in volata.

La cronaca: 
Pioggia sul percorso e cadute in serie. L'ultima coinvolge anche Thibaut Pinot. Sulla Promenade des Anglais è Kristoff a vincere la volata e a indossare la prima maglia gialla.

mercoledì 26 agosto 2020

Nizzolo campione europeo!

Bisogna riconoscere che agli Europei di ciclismo, meno ai mondiali, la nazionale di Cassani sbaglia pochissimo. Dopo Trentin e Viviani, un altro oro per gli azzurri: lo  vince Giacomo Nizzolo, da qualche giorno anche campione italiano. Grande momento di forma per lui,  confermato dai nomi dei battuti a Plouay: Demare, favorito della vigilia, Ackermann e Van der Poel. 

domenica 23 agosto 2020

Karsten Warholm corre i 400 hs in 46"87!

A nove centesimi dal prodigioso tempo fatto segnare da Kevin Young alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Il norvegese Karsten Warholm ha corso i quattrocento a ostacoli in 46"87, avvicinandosi moltissimo a quel 46"78 di Young che fu, e per ora resta, record del mondo. Warholm, 24 anni e mezzo, ha bei tempi anche sul giro di pista senza ostacoli ed è un discreto multiplista.   

venerdì 21 agosto 2020

Siviglia-Inter: 3-2. La sconfitta di Conte e Lukaku

Bruciante sconfitta a Colonia, nella finale di Europa League per l'Inter, battuta 3-2 da un Siviglia coriaceo ma non irresistibile. Che è sembrato, nel gioco aereo, la Germania dei mondiali del 2002, con Banega nei panni di Schneider e De Jong in quelli di Klose. Cross e punizioni dalla trequarti della sinistra nerazzurra sono stati sempre intercettati dagli spagnoli. Cattiva preparazione prima della gara e nessun correttivo in corso d'opera. La storia del calcio non mente. Conte non è allenatore da Coppe Europee - legge male e tardi la gara, ottiene poco o niente dai cambi, è troppo conservativo - e Lukaku sbaglia le partite davvero importanti. La sua carriera nel Belgio è eloquente. Dopo il rigore procurato e trasformato, sbaglia il gol del 3-2 per l'Inter e segna, con la più goffa delle autoreti, il 3-2 per il Siviglia. Che decide la partita, con Eriksen entrato solo a giochi fatti. Vincere o non vincere non è la stessa cosa. La "quasi vittoria" è locuzione bizantina che nel calcio fa soltanto sorridere. Gli altri. Conte non ha vinto. Ha perso. Mourinho, cui era stato arditamente accostato, ha giocato 2 finali di Champions e 2 di Europa League. Le ha vinte tutte e quattro!