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venerdì 21 agosto 2020

Siviglia-Inter: 3-2. La sconfitta di Conte e Lukaku

Bruciante sconfitta a Colonia, nella finale di Europa League per l'Inter, battuta 3-2 da un Siviglia coriaceo ma non irresistibile. Che è sembrato, nel gioco aereo, la Germania dei mondiali del 2002, con Banega nei panni di Schneider e De Jong in quelli di Klose. Cross e punizioni dalla trequarti della sinistra nerazzurra sono stati sempre intercettati dagli spagnoli. Cattiva preparazione prima della gara e nessun correttivo in corso d'opera. La storia del calcio non mente. Conte non è allenatore da Coppe Europee - legge male e tardi la gara, ottiene poco o niente dai cambi, è troppo conservativo - e Lukaku sbaglia le partite davvero importanti. La sua carriera nel Belgio è eloquente. Dopo il rigore procurato e trasformato, sbaglia il gol del 3-2 per l'Inter e segna, con la più goffa delle autoreti, il 3-2 per il Siviglia. Che decide la partita, con Eriksen entrato solo a giochi fatti. Vincere o non vincere non è la stessa cosa. La "quasi vittoria" è locuzione bizantina che nel calcio fa soltanto sorridere. Gli altri. Conte non ha vinto. Ha perso. Mourinho, cui era stato arditamente accostato, ha giocato 2 finali di Champions e 2 di Europa League. Le ha vinte tutte e quattro!

martedì 18 agosto 2020

Inter-Shakhtar Donetsk 5-0: Lautaro (2), D'Ambrosio, Lukaku (2)

 Inter in finale di Europa League dieci anni dopo la storica vittoria in Champions contro il Bayern, che sigillò il triplete firmato Mourinho. Battuto lo Shakthar Donetsk 5-0 con doppietta di un ritrovato Lautaro Martinez e doppietta, a risultato acquisito, di un Lukaku molto lamentoso con i compagni. L'altro gol è stato di D'Ambrosio, il Filippo Inzaghi dei difensori goleador: la palla gli sbatte sempre addosso. E, comunque, bravo stasera. In finale, venerdì prossimo, l'Inter affronterà il Siviglia. Ha la squadra per vincere il trofeo. Conte ha trovato i suoi titolari a fine stagione. Superlativa, soprattutto sul piano del temperamento, la prova di Barella. Ha la stessa grinta di Nicolino Berti.