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Visualizzazione post con etichetta Bologna. Mostra tutti i post
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sabato 5 maggio 2018

Juve-Bologna 3-1: campionato ridicolo

Mancata espulsione di Rugani, dopo la mancata espulsione di Pjanic la settimana scorsa. Fallo di Khedira in occasione del secondo gol della Juve. La Juve batte immeritatamente il Bologna 3-1. Ma, questo è un campionato ridicolo, farsesco. Che non  merita di essere più seguito. 

venerdì 4 maggio 2018

Il campionato non è finito: la Juve può perdere lo scudetto

Tre giornate alla fine della serie A 2017/18. Il campionato non è finito. La Juve fermata dal Crotone, battuta dal Napoli e messa sotto dall'Inter, è in evidente difficoltà. Nonostante il soccorso della stampa amica. E non è detto che domani batta il Bologna. Lo scudetto può ancora finire al Napoli.

domenica 11 febbraio 2018

Inter-Bologna 2-1: prodezza di Karamoh. L'Inter torna alla vittoria dopo due mesi

L'avevo detto mesi fa: Karamoh è un fuoriclasse. O, per lo meno, ne ha i colpi. Regala, con una prodezza, la vittoria che all'Inter mancava da due mesi. Dribbling in velocità, tagliando il campo da destra a sinistra e mirabile conclusione mancina. Altro che Candreva. Prima il gol di Eder ed il pareggio del Bologna con Palacio, dopo erroraccio di Miranda. Tiri sballati di Perisic e la solita mollezza di Brozovic, sostituito da Rafinha: un professore.

martedì 19 settembre 2017

Bologna-Inter 1-1: l'Inter stenta

Il mismatch tra Verdi e D'Ambrosio era del tutto prevedibile. Si sono rivisti a Bologna gli stessi problemi emersi a Crotone. Joao Mario non sa tirare. Il 10 sulle sue spalle è un insulto alla storia dell'Inter. Potrebbe giocare più dietro semmai. Candreva non sa crossare.  Ed è ormai sfiatato. Spalletti deve correggere il tiro. Il pareggio stasera è stato più fortuito che meritato. Cosa si può fare? Dentro Santon e Karamoh, o Cancelo, e Pinamonti dietro Icardi.

domenica 19 febbraio 2017

L'Inter batte il Bologna con gol di Gabigol

Già ho sentito di paragoni calcisticamente blasfemi con Ronaldo, che segnò proprio sul campo del Bologna il suo primo gol nerazzurro. Non scherziamo, Gabigol ha fatto un golletto a porta vuota, addirittura su assist di D'Ambrosio,  i piedi peggiori della serie A! Per me, Gabigol è modesto e non merita tutte queste attenzioni. Vittoria fortunosa ed immeritata per l'Inter del sopravvalutato Pioli.

lunedì 13 febbraio 2017

I 50 anni di Roberto Baggio. Cinque ragioni per ricordarlo

Il più grande giocatore della storia del calcio italiano, dopo Meazza e prima di Totti. Roberto Baggio, artista prima che calciatore, compirà 50 anni il prossimo 18 febbraio. Ecco cinque ragioni per ricordarlo e celebrarlo.

  1. Il dribbling: un fondamentale, che non si allena o che si allena poco. Baggio ne è stato un virtuoso naturale. Grazie alla sapienza innata del tocco, alla padronanza del palleggio, alle finte di corpo ed allo scatto fulmineo. Aveva non solo il primo, ma anche il secondo ed il terzo, qualche volta il quarto dribbling. Come oggi solo Messi. E prima di lui, Meazza, Di  Stefano, Garrincha, Pelé, Sivori, Sandro Mazzola, Cruijff, Best,  Zico e poi Ronaldo, il brasiliano. Me ne dimentico pochi. 
  2. Il senso del gol: 318 gol da professionista, sesto italiano assoluto, dopo Piola, 364 gol, Del Piero, 346 gol, Meazza 338 gol, Totti, 323 gol e Toni, 322 gol. Roberto Baggio ha segnato in tutti i modi, persino di testa ogni tanto, grazie alla precisione chirurgica del tiro, spesso eseguito in anticipo, prendendo il portiere in contropiede. Di destro e di sinistro, in area e fuori dall'area, quasi mai di forza, sempre con eleganza. E tanti gol nelle occasioni solenni, 9 ai mondiali, come Paolo Rossi e Vieri, il quale ultimo, però, segnò solo un gol, contro la Norvegia nel '98, nelle gare ad eliminazione diretta. Baggio, invece, trascinò letteralmente la triste Italia di Sacchi alla finale di Usa '94, perduta ai rigori contro il Brasile. L'errore di Baggio dal dischetto, un dispetto di un destino saragattianamente cinico e baro, fece il giro del mondo. Ma, senza di lui, quell'avventura azzurra sarebbe terminata molto prima.
  3. Il gioco contro tempo: fateci caso, la maggior parte dei calciatori, approssimandosi la porta, accelera, aumenta la frequenza dei passi, si fa frenetica. Baggio, no. Alla vista del portiere, più spesso, rallentava. Aspettava il difensore farglisi sotto e poi, dribbling a rientrare, con il destro od il sinistro, e tiro all'angolo con il piede opposto. Questo incedere caracollante, quasi esitante ed invece colmo di forza consapevole, a Brera, che lo vide nei primi anni di carriera, ricordava il grande Meazza.
  4. L'invidia degli allenatori: sebbene Baggio non avesse il piglio del comando, per tutta la carriera, e forse con la sola eccezione di Mazzone al Brescia, fu sofferto moltissimo dagli allenatori. Su tutti Lippi, che lo mandò via dalla Juve e gli preferì persino Russo all'Inter, e Capello, che lo sostituiva con immancabile puntualità. Ma, anche Ulivieri a Bologna, dove Baggio risorse, 22 gol all'esito di un campionato che lo condusse al suo terzo mondiale, quello di Francia '98. E perché? Perché Baggio, asso naturale, riusciva, quasi senza volerlo, a dimostrare la superiorità del singolo sul gruppo, dell'estro sullo spartito, dell'assolo sulla sinfonia, del guizzo sulla tattica. Sacchi, che ne trasse immensi benefici in nazionale, ancora oggi, trova modo e maniera di punzecchiare Baggio. E solo perché costui si era opposto alla monacazione forzata nei suoi schemi.
  5. L'individualismo ai tempi della mistica del gruppo: Gramsci scrisse che "i più non esistono fuori dell'organizzazione". E tutto sommato è vero. Ecco, Roberto Baggio nel novero dei più non c'è stato e non poteva starci. E' sopravvissuto alla più grande e più inutile rivoluzione della storia del calcio. Quella cominciata proprio da Sacchi, perché il calcio totale olandese era ben altro, come ben altro era stata la meravigliosa Ungheria di Puskas. Giocava da solo Baggio, il che non significa che non servisse assist meravigliosi ai compagni o che non ne ricevesse. Ma, insomma, non rincorreva gli avversari, non ripiegava, come si dice malamente da qualche lustro a questa parte. Non andava a tempo. Epperò decideva. Ha cambiato molte squadre in carriera, diventando il beniamino di tutte le tifoserie. Egregio, perché fuori dal gregge. Un campione senza tempo.

sabato 4 febbraio 2017

Hamsik è il miglior centrocampista d'Europa

Giocatore da sempre sottovalutato, Hamsik, oggi autore di una tripletta memorabile contro il Bologna, è il miglior centrocampista d'Europa. Sa fare tutto in modo eccellente.

domenica 25 settembre 2016

Inter-Bologna: 1-1. Grande prova di Gnoukouri

Si fa male Joao Mario nel riscaldamento. Ed è un guaio. La sua assenza peserà parecchio sia in fase di costruzione sia in fase di recupero. Kondogbia sente la pressione, tiene troppo palla, una la perde e da lì parte l'azione del gol del Bologna con Destro. Complici anche Miranda e Ranocchia, che prima si fanno saltare agevolmente. Rimedia il gran gol al volo di Perisic su cross di Candreva. Fa bella, bellissima, figura invece Gnoukouri, che nel frattempo ha preso il posto di Kondogbia, che De Boer sostituisce prima della mezzora. Nella ripresa, partita moscia.  Poi, fuori Banega per Eder e Candreva per Gabigol, all'esordio. Ha numeri il brasiliano, ma il Bologna si difende con tenacia. Ranocchia si divora il gol della vittoria allo scadere. Pareggio che scontenta.

sabato 12 marzo 2016

venerdì 19 febbraio 2016

La Juve si ferma a Bologna: 0-0 dopo 15 vittorie consecutive

Pareggio a reti inviolate sul campo del Bologna. Si ferma a 15 la striscia di vittorie consecutive della Juve di Allegri. Salvo il primato delle 17 vittorie di fila dell'Inter di Mancini nella stagione 2006/07. Il Napoli può operare il controsorpasso. 

domenica 6 dicembre 2015

Destro spegne i sogni di gloria del Napoli: inutile la doppietta di Higuain

Il Bologna con Donadoni ha cambiato passo. E si sapeva. Il Napoli, capolista solitario dopo 25 anni ha avvertito le vertigini, che già l'avevano stordito nell'ultima mezz'ora contro l'Inter. Il Bologna ha vinto con merito e la doppietta di Higuain, capocannoniere, sa appena di consolazione. Decisiva invece la doppietta di un ritrovato Mattia Destro, cui il talento, ma anche un certo orgoglio, mai ha fatto difetto. È durata una settimana la reggenza  del Napoli. Ripassa in testa l'Inter. Mentre la Juve è in caccia. Campionato non bello ma assai combattuto. Mancano all'appello le romane. La Roma ha una difesa imbarazzante ma anche davanti non crea abbastanza. La Lazio non è più nelle mani di Pioli.

martedì 27 ottobre 2015

L'Inter, in dieci, passa a Bologna: gol di Icardi dopo un mese di digiuno

Torna alla vittoria l'Inter. Successo esterno contro il Bologna, colto in dieci uomini a seguito della fiscale espulsione ai danni di Felipe Melo. Decide un gol di Icardi, che rompe un digiuno durato un mese, su assist di un buon Ljajic. Luci ed ombre per Kondogbia, che non è tranquillo in ogni caso: certi errori in appoggio sono figli della paura di sbagliare. La difesa, orfana dello squalificato Murillo, ha tenuto tutto sommato. Ma, nel recupero, Destro avrebbe potuto pareggiare. Ha tirato addosso ad Handanovic, comunque reattivo. Tre punti per l'Inter che torna momentaneamente in testa alla classifica.

domenica 30 agosto 2015

Floro Flores 50 gol in serie A, 102 gol in carriera

Prometteva di diventare un campione ma incrociò uno dei periodi meno fortunati del Napoli. Fu nell'Arezzo, in serie B, che dimostrò di essere un attaccante di valore. Centravanti potente, con una tecnica sudamericana, e la capacità, che poi è risultata anche un limite, di saper svariare su tutto il fronte offensivo. Passato all'Udinese, questa sua versatilità l'ha un po' allontanato dalla porta, impedendogli di raccogliere i bottini di reti che altrimenti avrebbe portato a casa. Grandi prestazioni, in ogni caso, specialmente quando era il terzo di un tridente tutto partenopeo, con Di Natale e Quagliarella. Ha fatto bene con il Genoa. Ora, con il Sassuolo, dove ha più spazio dopo la partenza di Zaza, Floro Flores è al secondo gol in due partite: ieri ha deciso il derby con il Bologna. Per Floro Flores, 50 gol in serie A, 102 gol in carriera. Pochi per un attaccante così talentuoso. Continuando a giocare con regolarità, però, ha ancora 32 anni, ne potranno venire molti altri.

sabato 5 aprile 2014

L'Inter pareggia anche con il Bologna. Rendimento imbarazzante nelle ultime partite

Tolto Icardi, grandissimo attaccante quando messo faccia alla porta, autore di una splendida doppietta, l'Inter di questi tempi è poca cosa. Non vale come quella di Stramaccioni, ma, ultimamente, poco ci manca. Fase difensiva pessima e difensori scarsi. Rolando per me resta quello di Roncisvalle, l'altro, quello che gioca, male, nell'Inter, è un pianto. Come Handanovic, uno che prende gol sdraiato con la palla che gli sfila accanto a pochi centimetri. Ma, come si fa? Doppio vantaggio sfumato. E Mazzarri ha le sue colpe. Oggi ha rispolverato Milito che ha calciato un rigore sul 2-2 che nemmeno nei campetti di periferia! E dire che rigori l'Inter non ne vedeva da 34 giornate di serie A. Le giustificazioni dopo la partita nelle quali si è sprecato Mazzarri mi sono sembrate patetiche. Non credo più, a questo punto, che possa rimanere all'Inter anche nella prossima stagione.

sabato 15 febbraio 2014

Fenomenologia di Balotelli

Tra critiche ripetute come una nenia di paese e generalmente qualificate come una nenia di paese, Balotelli ha segnato ieri il suo decimo gol in campionato, una prodezza balistica sensazionale, propiziando il successo del Milan contro il Bologna. I numeri di questo attaccante sono più eloquenti di tante avventurose speculazioni, che da anni si rinnovano intorno al suo nome, anzi intorno alla sua fenomenologia. Si tratta, in buona sostanza, di valutazioni ora apodittiche ora prevenute, comunque inappropriate, che muovono più dalle apparenze che dalla realtà sportiva di un campione, cui si domanda sempre un salto di qualità, una prova di maturità, una dimostrazione perpetua di un valore che, per ragioni in parte misteriose, suscita fastidio, antagonismo o, più prosaicamente, invidia. A 23 anni e mezzo, i 102 gol in carriera di Balotelli, molti decisivi, sembrano non bastare. E sorgono allora paragoni, strampalati, con altri calciatori di talento, che poi non sono riusciti a dare piena prova della propria classe. Non è il caso di Balotelli e non lo sarà. Sebbene si alleni di malavoglia, passeggi sovente per il campo, rincorra raramente gli avversari, Balotelli decide le partite. Come ha riconosciuto, e tanto dovrebbe far riflettere i suoi detrattori, anche Simeone, per temperamento e modo di stare in campo, agli antipodi di Balotelli. Per capirlo, basterebbe andare oltre le apparenze, illusorie per definizione, oltre la fenomenologia di Balotelli. Che è nato per giocare al calcio. E, mattane a parte, lo fa benissimo. Anche nei momenti topici, come nella semifinale degli Europei del 2012, nella finale di Fa Cup vinta dal City e tante altre volte che, per brevità, evito di citare. 

domenica 1 dicembre 2013

Cassano 101 gol in serie A, 141 in carriera, punta Brasile 2014

Non so come faccia i conti la Lega calcio, ma i gol di Cassano sono 101 e non 100 in serie A, dopo la prodezza di ieri nel derby emiliano del suo Parma contro il Bologna. Fantastica conclusione al volo, dentro l'area, carica d'effetto. Una prodezza balistica degna di uno dei maggiori talenti del calcio italiano degli ultimi 30 anni. Per Cassano, ripeto, autore di 101 gol in A, i gol in carriera sono 141. La sua rincorsa al mondiale brasiliano  continua. Prandelli prenda nota.

domenica 10 marzo 2013

Inter sconfitta dal Bologna. Stramaccioni esonerato!

Stramaccioni ormai gioca ad improvvisare. E gli riesce malissimo. Stavolta, contro un Bologna ordinato, schiera inizialmente Benassi, manco a dirlo fuori ruolo, salvo sostituirlo, demoralizzandolo dopo un brutto, ma prevedibilmente brutto primo tempo. Saverio Zanetti, tra i giocatori meno tecnici del campionato un posto lo trova sempre, come lo trova lo svagato Ranocchia, uno che avrebbe bisogno di cinque o sei chili di muscoli. Il resto è il solito pianto, con la mezza eccezione di Stankovic, che almeno gioca di prima e si batte con un qualche vigore. Del gioco, che il "sacchiano" Stramaccioni avrebbe dovuto insegnare alla squadra nemmeno l'ombra. All'inizio della ripresa, entra Cassano per Benassi, poi, entrano anche Kovacic e Cambiasso, ma nel frattempo il Bologna è passato in vantaggio con tiro al volo di Gilardino. Stramaccioni sente un sinistro profumo di esonero e, come sempre in questi casi, si mordicchia il labbro. Tipica posa da condottiero.  Ma come osa Gargano calciare una punizione nei pressi dell'area avversaria?! Come siamo ridotti male! Stramaccioni va esonerato. Branca licenziato.

lunedì 12 marzo 2012

Il Milan allunga in testa, Juve addio allo scudetto

Quanto segna Nocerino! Nono gol per il centrocampista del Milan, che ha il merito di muoversi senza la palla e di tirare con sapiente coordinazione, poi, è chiaro che le sponde di Ibrahimovic sono un privilegio non da poco. Alla vittoria dei rossoneri corrisponde l'ennesimo pareggio della Juve contro il Genoa: i bianconeri possono dire addio allo scudetto. La Lazio si scioglie al cospetto del Bologna di un grande Diamanti, ma l'espulsione di Matuzalem ha condizionato il risultato. Perde anche l'Udinese contro il Novara di Tesser, che ha ripreso il suo posto in panchina dopo l'intermezzo di Mondonico. Della vittoria dell'Inter s'è detto, ma ha vinto e bene anche il Napoli, nel quale Lavezzi vive uno straordinario momento di forma. I tre gol cagliaritani di Larrivey, però, inducono qualche preoccupazione in vista del ritorno di Champions con il Chelsea. Vince, infine, il Catania contro la Fiorentina: Montella sta lavorando benissimo.

mercoledì 7 marzo 2012

La Juventus pareggia a Bologna: addio scudetto

La Juventus pareggia a Bologna, addio scudetto! Ha segnato presto Marco Di Vaio, grande ex, capace sempre di esaltarsi nelle partite di cartello. Del resto, la difesa bianconera, da destra a sinistra, Lichtesteiner, Caceres, Bonucci e De Ceglie, anche sulla carta, è più debole dell'attacco formato da Di Vaio, Ramirez e Diamanti. Nella ripresa, Vucinic si risveglia da un lungo letargo e trova il gol del pareggio. La Juve è in crisi di gioco e di identità, più di così non può fare. Conte lo sa da tempo. Il Milan resta in testa, la Juve segue a due punti. Ma, lo scudetto andrà alla Lazio.

Se la Juve non vince a Bologna, addio scudetto

Non ha perso fino ad ora, ma troppi pareggi sono il segno di una squadra ancora immatura per vincere il campionato. La sfida di Bologna sarà perciò decisiva. Perdendo o pareggiando, il Milan resterebbe in testa alla classifica, ed il contraccolpo psicologico sarebbe notevolissimo. La Juve dovrebbe dire addio ai sogni scudetto. Il problema è la mancanza di qualità in molti ruoli della formazione bianconera. Diminuita la forma generale, sono emersi i limiti di tenuta di una squadra, la Juve, che ha spesso giocato oltre le proprie possibilità. Sicché, il risultato di Bologna sarà determinante per il prosieguo del campionato. Conte lo sa benissimo.