Elenco blog personale

domenica 15 gennaio 2017

Inter-Chievo 3-1

L'Inter domina, ma un errore del solito, ineffabile, D'Ambrosio propizia il vantaggio clivense firmato da Pellissier. Ci vuole una prodezza di Icardi su cross di Candreva per il pareggio nerazzurro, cui seguono i gol di Perisic e del subentrato Eder per il 3-1 finale. Vittoria meritata ed ottimo esordio di Gagliardini.

sabato 14 gennaio 2017

Harry Kane tripletta al West Bromwich

Dopo un periodo di appannamento seguito agli Europei, cui era arrivato stremato, Harry Kane è tornato prepontemente alla ribalta: tre gol oggi al West Bromwich ed il suo Tottenham sale al secondo posto in Premier League, dietro il Chelsea. Kane, 62 gol nellamassima serie inglese, può puntare al record di segnature di Shearer. A patto che continui così per dieci anni.

giovedì 12 gennaio 2017

La nazionale di tutti i tempi: da Zenga a Meazza

Se ne parla in questi giorni, dopo la nazionale di tutti i tempi proposta da Ventura fino a quella indicata da Sconcerti sul Corriere della Sera. Qui sotto propongo la mia, panchina compresa (in tutto 23 giocatori, come ai mondiali attuali, con tre portieri). Zenga in porta, con Bergomi terzino destro marcatore, Nesta stopper, Facchetti terzino sinistro e Scirea libero e primo regista della squadra. A centrocampo Tardelli e l'immenso Valentino Mazzola. Totti 10, a raccordare, con il suo gioco di prima, centrocampo ed attacco, guidato da Meazza centravanti, sostenuto dall'estro di Roberto Baggio e dalla potenza di Riva.

 
ZENGA
 
SCIREA
 
 
BERGOMI                            NESTA            FACCHETTI
 
                       
        TARDELLI                                    V. MAZZOLA
 
 
TOTTI
 
             R. BAGGIO                                           RIVA
 
 
MEAZZA
 
 
In panchina: Zoff, Buffon, Burgnich, Maldini, F. Baresi, B. Conti, Pirlo, Rivera, S. Mazzola,  Berti, Altobelli, P. Rossi, 


lunedì 9 gennaio 2017

L'arte del dribbling: 2. Cevenini III

Quando il calcio arrivò in Italia, ancora si trattava di ammassarsi in mezzo al campo, alla ricerca sbandata del gol. L'unico schema, oltre alla carica bersaglieresca, spettacolare anche, ma pure comica e confusa, era quello inglese. I traversoni per la testa degli attaccanti. I calciatori del tempo, alcuni, pochi, venivano dalla ginnastica, cavallo, quadro svedese e cose simili, avevano forza fisica ma tocco pessimo o mediocre, altri, i più, dalla strada, avevano tempo da perdere e poca voglia di lavorare. Considerato che tirar calci ad un pallone, fino almeno alla prima guerra mondiale, rendeva pochissimo anche ai livelli più alti, anche nella massima divisione. Il primo a rompere la monotonia di questo dilettantismo fu Luigi Cevenini, passato alla storia come Cevenini III, fratello mezzano di altri quattro, tutti calciatori, tutti più o meno celebri, ma non come lui. Ecco Cevenini III, per stare almeno al calcio italiano, fu il primo grande, e  per alcuni inarrivato, artista del dribbling. Fisico asciutto, prima che la vita dolce l'arrotondasse un poco, e nervoso, disprezzo del gioco di squadra, uso a dileggiare i compagni al primo errore e gli avversari ad ogni colpo riuscito, Cevenini III era inafferrabile con la palla al piede. Per lo scatto ed il repentino cambio di direzione, per il tocco sapientissimo, perché naturale e quella infinita varietà di finte e controfinte, che mandava ai matti i suoi controllori. Un asso. Un autentico asso, che dribblava e segnava, solo con l'Inter 158 gol in campionato. Cercò anche l'avventura oltremanica e gli inglesi l'avrebbero messo sotto contratto, perché, alle loro latitudini, il dribbling, prima che iniziasse Stanley Matthwes, era  più che una rarità. Epperò rompevano le scatole con la serietà e la puntualità e la decenza. E Luigi Cevenini, detto Zizì, perché straparlava e dava fastidio come una zanzara, era solito entrare in campo con la sigaretta accesa. E se ne fregava del fair play. E così se ne tornò in Italia. Quando, nel 1926, cambiò di nuovo la regola sul fuorigioco, dai quattro iniziali, si era passati prima a tre e poi, appunto nel 1926 a due avversari tra l'attaccante e la porta per essere in gioco, Cevenini III, che giocava da solo e saltava tutti, divenne meno decisivo, perché meno indispensabile. Dall'uno contro tutti si migrava verso l'uno contro uno. Poi, nel 1927, si affacciò nell'Inter il giovane Giuseppe Meazza, il massimo calciatore italiano di sempre, e Cevenini, che aveva occhi per il talento, lo capì subito ed intese pure che il tempo suo stava finendo. All'Inter almeno. Continuò la sua vita randagia, sempre eccellendo in tutti i giochi con la palla, dal biliardo alle bocce. Finì quasi dimenticato. Ma, il suo dribbling ha avuto pochi eguali nella storia del calcio. Il simbolo calcistico dei "ruggenti anni venti".

domenica 8 gennaio 2017

L'Inter batte l'Udinese con doppio Perisic

Napoleone diceva di preferire i generali fortunati a quelli bravi. Le lunghe campagne militari in tutta Europa gli avevano insegnato il peso, spesso decisivo, della buona sorte. Quella che Pioli, tecnico sopravvalutato e timido, come dimostra quella barbetta di qualche giorno, ha, ultimamente, in abbondanza. Se non come Sacchi, almeno come Zaccheroni, quello del Milan. Oggi, contro l'Udinese, l'Inter avrebbe potuto fare qualunque risultato, epperò ha vinto, con doppietta di Perisic. Alla fine conta questo. Ansaldi e D'Ambrosio, al posto di Santon, però, no!

giovedì 5 gennaio 2017

L'arte del dribbling: 1.

Nel dizionario Treccani in rete, alla voce dribbling, si legge: Nel gioco del calcio, manovra individuale dell’atleta che consiste in leggeri tocchi del piede, dati rapidamente al pallone, per portarlo da destra a sinistra o viceversa, così da ingannare l’avversario e scartarlo velocemente. Non so quanto efficace risulti questa vasta perifrasi, ma sospetto poco. Dacché il dribbling è l'esercizio più naturale del gioco del calcio, il fondamentale che non si allena o si allena pochissimo. Ci sono stati e ci sono ancora, moltissimi per la verità, calciatori, anche vincenti e reputati, che un dribbling non sanno eseguirlo. E neppure immaginarlo. Sì, perché, come ha spiegato Jorge Valdano, calciatore grande e più grande scrittore, le partite, come le singole giocate, sono sempre prima immaginate. Ma, torniamo al dribbling. Si praticava già nel diciannovesimo secolo, agli albori, ai tempi della "Piramide di Cambridge", quando, assente ogni tattica, il calcio somigliava ad una baruffa di cortile, tutti affannati a contendersi un pallone. Che, diversamente da quanto accadeva nel rugby, si poteva passare anche in avanti, il che rendeva meno necessaria la compattezza delle avanzate e delle ritirate. Epperò il dribbling già c'era, a testimoniare le origini democratiche, e vieppiù proletarie, di un gioco nel quale non contava solo la stazza, non solo la muscolatura, che ai tempi era anche il frutto di una ricca alimentazione negata ai più. No, il dribbling stava lì a spiegare come destrezza ed inventiva, agilità ed abilità tecnica potessero nuovamente inverare la vecchia storia di Davide e Golia. Quando, nel 1864, furono approvate le regole fondamentali del gioco del calcio, cominciò la storia ufficiale del dribbling. L'unica arma efficace contro il fuorigioco, che allora veniva dichiarato ogni volta che, tra il giocatore che riceveva la palla e la porta nemica, ci fossero meno di quattro avversari (in genere, il portiere più tre difensori). Insomma, in fuorigioco si poteva finire spesso e malvolentieri! Con continue interruzioni della partita ed attacchi subito frustrati. L'unica maniera di evadere da quella costrizione tattica era di prender palla e partire in dribbling, scartare il maggior numero di avversari e battere il portiere.

mercoledì 4 gennaio 2017

Tottenham-Chelsea 2-0: Alli sulle tracce di Gerrard e Lampard

Interrotta da Alli, fuoriclasse sulle tracce di Gerrard e Lampard, la serie di vittorie del Chelsea di Conte. Vince il Tottenham 2-0, doppietta di Alli, manco a dirlo, uno che contrasta come un difensore,  segna come un attaccante e gioca a tutto campo, forte di una tecnica da rifinitore. E ha ancora 20 anni. Come Hodgson sia riuscito a non conquistare l'Europeo con Alli e Wilshere e Dier e Kane, per tacere degli altri, non è un mistero. Hodgson è un allenatore più che mediocre: tutto qua.

Santon deve restare all'Inter, vada via Nagatomo!

Sempre sul punto di andar via, da quando, gennaio 2015, è tornato alla base. Fino alla tragicomica querelle dell'ultima estate, con tre visite mediche non superate. Indecifrabile, per ora, la parabola calcistica di Santon, che, sette anni fa, Mourinho scelse di preferire a Chivu e Maxwell e Cordoba, il quale pure si adattava, ogni tanto, al ruolo di terzino sinistro. Fece un'impressione enorme Santon, per la sicurezza, la pulizia del palleggio, la forza fisica e la progressione. Poi, infortuni, poca fiducia, il prestito al Cesena, il trasferimento al Newcastle. In nazionale con Lippi e con Prandelli. Ma, anche Conte, sia pure senza farlo giocare, lo convocò ad ottobre 2015. Con Mancini titolare nel girone di ritorno della stagione 2014/15 e nelle prime otto partite della successiva. Titolare con De Boer, sparito con Pioli ed ora dato in partenza, destinazione Sampdoria. Non posso sostenere che Santon abbia mantenuto le attese, altissime, degli esordi. Mi pare, però, che sia comunque il miglior terzino dell'Inter. E non penso sia un caso che il suo cartellino sia il solo ad avere mercato. Sarri lo voleva eccome. Mai nessuno che chieda Nagatomo o D'Ambrosio. Vadano via loro, piuttosto. Santon merita di restare all'Inter.

mercoledì 28 dicembre 2016

La "rive gauche" del calcio

Mummo Orsi, Skoglund, Puskas, Didì, Sivori, Gento, Mariolino Corso, Overath, Rivelino, Riva, Gerson, Beccalossi, Eder, Maradona, Savicevic, Giggs, Rivaldo, Recoba, Van der Vaart, Adriano, Robben, David Silva, Messi, Ozil, Bale, Dybala. La rive gauche del calcio.

mercoledì 21 dicembre 2016

Inter-Lazio 3-0

Gran gol di Banega e doppietta di Icardi. L'Inter domina la Lazio e continua la lenta, non oso ancora dire inesorabile, risalita della classifica. La Lazio, che ha dormito sul primo e sul terzo gol, ci ha messo del suo. Icardi, con 14 gol, è capocannoniere.

domenica 18 dicembre 2016

Cristiano Ronaldo 576 gol in carriera

Tripletta nella finale del mondiale per club, contro il Kashiwa, sorprendente squadra giapponese, la cui prova, da sola, vale più di dieci trattati di storia militare a spiegare la proverbiale irriducibilità nipponica. Ma, questo Cristiano Ronaldo, l'esempio più vicino alla perfezione dell'ambizione applicata allo sport, oltre al grande talento di cui scoppia, ha chiuso i conti con una tripletta, che impreziosisce il suo anno d'oro: Champions League con il Real Madrid, Europei con il Portogallo, e da capitano, Mondiale per club, ancora con il Real Madrid. E la bellezza di 576 gol in carriera. Tanto che il quarto pallone d'oro, vinto davanti a Messi e Griezmann, pare quasi un dettaglio. 

Mertens quaterna al Torino

Vittoria zemaniana del Napoli di Sarri sul Torino: 5-3, con quaterna di un Mertens inarrestabile. Centravanti agile e di movimento, ha la sua forza nell'uno contro uno. Salta l'uomo come in A fa soltanto Salah. Ma, Mertens è, ora come ora, molto più nel vivo del gioco.

Sassuolo-Inter 0-1: gol di Candreva

Seconda vittoria consecutiva in campionato, espugnato il campo di un Sassuolo incerottato, che, tuttavia, ha avuto almeno tre occasioni per pareggiare il gol vittoria di Candreva. Felipe Melo ha rimediato nel finale la solita espulsione. Ansaldi a sinistra mi ha convinto in fase avanzata ma non in copertura. Contro la Lazio, nemmeno Joao Mario, squalificato, ci sarà.

Ibrahimovic 475 gol in carriera

Doppietta al West Bromwich, il Manchester United di Mourinho risale in Premier League, mentre Ibrahimovic, a dispetto delle ultime critiche, si issa a 475 gol in carriera. Il traguardo dei 500 gol, già da tempo varcato da Cristiano Ronaldo e Messi, è più che alla sua portata.

sabato 17 dicembre 2016

Juve-Roma: 1-0. Decide Higuain

Quanto contano i soldi! Quelli spesi dalla Juventus per Higuain si stanno dimostrando pesantissimi nell'economia del campionato. Ancora un gol decisivo per l'asso argentino, a segno nella partita scudetto contro la Roma. Che, però, cede di nuovo, assieme a Spalletti, sul piano della personalità.

lunedì 12 dicembre 2016

Cristiano Ronaldo pallone d'oro 2016

Quarto pallone d'oro per Cristiano Ronaldo: 2008, 2013, 2014 e 2016, l'anno in cui ha vinto la Champions League con il Real Madrid, trasformando il rigore decisivo contro l'Atletico, e l'Europeo, da capitano, con il Portogallo. Insegue Messi, che senza meritarne due, di palloni d'oro ne ha conquistati cinque. Dal 2008, o vince l'uno o vince l'altro. Ecco i primi cinque classificati del 2016.

  1. Cristiano Ronaldo 
  2. Messi
  3. Griezmann 
  4. Suarez
  5. Neymar

Inter-Genoa 2-0: Pioli vattene comunque

Doppietta di Brozovic in mezzo alle solite amnesie difensive. L'Inter batte il Genoa 2-0, ma le dimissioni di Pioli mi paiono sempre urgenti.

domenica 11 dicembre 2016

Pellissier 100 gol in A: Palermo-Chievo 0-2

Si iscrive al club dei cannonieri "centenari" Sergio Pellissier: segna il gol del 2-0 contro il Palermo lo storico capitano del Chievo e sono 100 gol in serie A. Il giusto premio ad una lunga e bella carriera, per un attaccante che avrebbe meritato maggiori riconoscimenti.

Lezione di Ranieri a Guardiola: Leicester-Manchester City 4-2. Tripletta di Vardy

Perde il possesso palla e perdono i miliardi. Il Leicester di Ranieri batte 4-2 il Manchester City di Guardiola. Tripletta di Vardy e buonanotte ai soloni del bel gioco fine a se stesso.

giovedì 8 dicembre 2016

Che bravo Pinamonti! Pioli vattene!

Sette punti in cinque partite per Pioli. Un disastro annunciato, ma non dalla stampa nostrana, rozza, sciatta ed incompetente. L'Inter vince allo scadere, doppietta di Eder, con lo Sparta Praga, l'ultima di una pessima Europa League. Carrizo ha pure parato un rigore. Per fortuna, ha esordito un ottimo Pinamonti!